AUSL RAVENNA
Rassegna stampa del 09/09/2011
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INDICE
AUSL RAVENNA
09/09/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Gravissimo operaio precipitato dall'impalcatura in un cantiere edile
5
09/09/2011 La Nuova Ferrara - Nazionale
Richiesti pediatri e anestesisti
6
09/09/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
«Crescerà il comfort dei ricoverati»
7
09/09/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Cade da 5 metri: gravissimo 32enne
8
09/09/2011 QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
«L'acqua di Ravenna è di ottima qualità»
9
09/09/2011 QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Moruzzi spiega il fascicolo elettronico Insieme con lui l'allievo di McLuhan
10
09/09/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Maria Cecilia, lavori da 20 milioni di euro
11
09/09/2011 Corriere di Romagna - Ravenna
Cade da un'impalcatura, grave 29enne
12
09/09/2011 La Voce di Romagna - Rimini
Primo via libera a Sar Martedì la delibera sbarca in consiglio provinciale
13
09/09/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Il Maria Cecilia Hospital vuole diventare grande
15
09/09/2011 La Voce di Romagna - Ravenna
Grave un operaio caduto da cinque metri
16
SANITÀ NAZIONALE
09/09/2011 La Repubblica - Genova
San Martino, la pubblicità della discordia
18
09/09/2011 La Repubblica - Napoli
Nebbia fitta sulla sanità
19
09/09/2011 La Repubblica - Roma
"Ho rassicurato centinaia di coppie la profilassi non deve fare paura"
21
09/09/2011 La Repubblica - Roma
Tbc, l'allarme del vicesindaco Belviso "Test a tutti i bimbi curati dall'infermiera"
22
09/09/2011 La Repubblica - Roma
Al day hospital del Sant'Eugenio tanta professionalità e umanità
23
09/09/2011 Il Messaggero - ROMA
Tbc, polemica sui controlli tra Comune e Regione
24
08/09/2011 Il Salvagente
"Immigrati, la sanità è poco attenta"
25
08/09/2011 Il Salvagente
Dopo la Tbc TORNANO le malattie DIMENTICATE
26
AUSL RAVENNA
11 articoli
09/09/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 11
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
PUNTA MARINA TERME L'UOMO, 32 ANNI, STAVA LAVORANDO A CIRCA SEI METRI DI ALTEZZA
Gravissimo operaio precipitato dall'impalcatura in un cantiere edile
PAURA ieri mattina in un cantiere edile a Punta Marina Terme, dove un operaio siciliano è precipitato da
un'impalcatura, riportando gravissime lesioni. Il drammatico infortunio sul lavoro è accaduto una manciata di
minuti dopo le 11 in un'area, cui si accede da via della Prora, dove si trovano due palazzine: una in fase di
realizzazione e una che, già esistente, viene ristrutturata. In base ai primi accertamenti, l'operaio - un 32enne
residente a Mazara del Vallo - stava lavorando su un'impalcatura a un'altezza di cinque, sei metri quando ha
perso l'quilibrio ed è precipitato, battendo violentemente la schiena. SONO stati i suoi colleghi a tentare i primi
soccorsi e ad avvertire la centrale operativa del 118, che ha fatto intervenire l'elicottero e un'ambulanza. Una
volta 'stabilizzato', il paziente è stato caricato sull'elicottero e avviato direttamente all'ospedale 'Bufalini' di
Cesena. A preoccupare sarebbero in particolare le condizioni della colonna vertebrale. Per gli accertamenti
sulle cause dell'infortunio e per verificare il rispetto delle norme in materia di sicurezza sono intervenuti in via
della Prora i tecnici di Medicina del lavoro e la Polizia.
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5
09/09/2011
La Nuova Ferrara - Ed. Nazionale
Pag. 11
(diffusione:10740, tiratura:14040)
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MEDICINA
Richiesti pediatri e anestesisti
Sei anni di studi e specializzazione, l'obiettivo resta il posto pubblico
Alcuni anni fa Roberto Altavilla e Fabrizio Pugliese, allora medici specializzandi, iniziarono una battaglia
comune assieme all'Ordine dei medici di Ferrara per cercare di strappare il raddoppio della borsa di studio
per i camici bianchi in formazione. Il risultato, grazie ad una mobilitazione di carattere nazionale, fu
conseguito: 1700 euro anzichè la metà. Oggi entrambi sono saliti di grado. Altavilla, 35 anni, dal primo luglio
scorso è stato assunto con un incarico a tempo indeterminato al S. Anna di Ferrara, Pugliese, 31 anni, lavora
dal 2009 all'ospedale di Ravenna. «Il corso di studi - commentano i due medici - è molto lungo, per arrivare
alla laurea in medicina ci vogliono almeno sei anni e poi c'è la specializzazione, che richiede altro tempo. Chi
si iscrive a Medicina deve sapere che non sarà una passeggiata». L'obiettivo per la maggior parte degli
specializzati, precisano i due neo-assunti, è poi l'ingresso in una struttura pubblica. «E in effetti non è un
traguardo così impossibile - spiegano - perchè negli ultimi anni c'è stato uno sfoltimento di personale negli
ospedali e in alcune specialità si è manifestata una carenza che dovrà essere gradualmente ripianata, come
pediatria, anestesiologia, ortopedia, pronto soccorso». Meno richiesta c'è per dermatologi e chirurghi.
AUSL RAVENNA
6
09/09/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:165207, tiratura:206221)
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITA' IMPORTANTI LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE AL MARIA CECILIA HOSPITAL
«Crescerà il comfort dei ricoverati»
L'ad Biagi: 'Più spazi per malati e familiari, nuova Terapia intensiva'
STA PROCEDENDO la ristrutturazione del Maria Cecilia Hospital di Cotignola che porterà alla realizzazione
di nuovi reparti e al miglioramento del comfort alberghiero. «La prima parte dei lavori, legata all'ampliamento
e al completamento del cantiere in atto - sottolinea Bruno Biagi, amministratore delegato della clinica
cotignolese - porterà alla sopraelevazione di due piani, per un totale di quasi 5mila metri quadrati coperti,
dotando la struttura di un nuovo blocco operatorio e un nuovo reparto di Terapia Intensiva. Questo
ampliamento non porterà all'aumento di posti letto, ma alzerà il livello tecnologico del Maria Cecilia Hospital
per affrontare al meglio le nuove sfide della sanità, sul piano della gestione, delle risorse tecnologiche e del
personale. La seconda parte dei lavori, che partirà dopo la conclusione della prima, riguarderà la
ristrutturazione della parte alberghiera: metteremo a disposizione dei ricoverati anche le aree che si
libereranno dallo spostamento delle sale operatorie e della Terapia Intensiva. E sempre non aumentando i
posti letto, migliorando così l'accoglienza dei ricoverati e dei loro accompagnatori. Tutti questi importanti
lavori strutturali nel giro di quattro anni trasformeranno il Maria Cecilia Hospital, che diventerà così un polo di
assoluta eccellenza non solo di questa regione, ma dell'intero territorio nazionale». Intanto, l'arrivo nel 2010 di
professionisti di fama internazionale, come Carlo Pappone (per l'elettrofisiologia) e Luca Dalla Paola (piede
diabetico), «ha consolidato la nostra clinica su altissimi livelli nella cura di alcune specifiche patologie. L'arrivo
di questi professionisti è in linea con la nostra strategia - prosegue Biagi - quella cioè di farci conoscere come
una struttura di altissimo livello nell'area delle patologie cardiovascolari in senso ampio, non solo nel cuore.
Siamo quindi molto concentrati sull'attività cardio-toraco-vascolare, ma nello stesso tempo stiamo mettendo a
punto un programma di potenziamento della Neurochirurgia, che riteniamo strategica per la struttura.
Resteranno reparti storici come l'ortopedia e il maxillo-facciale, tuttavia ci caratterizzeremo prevalentemente
su queste due linee di attività che hanno bisogno di forti tecnologie e competenze professionali per rendere la
nostra struttura attrattiva su un territorio vasto. Parte integrante del Gruppo Villa Maria, il Maria Cecilia
Hospital potrà contare anche sulle sinergie e sul supporto della nostra rete regionale, che va dal San Pier
Damiano di Faenza alla Salus di Reggio Emilia, fino alle cliniche Villalba e Villa Torri di Bologna, più una serie
di poliambulatori, offrendo così la possibilità di gestire le necessità che riterrà di farci sviluppare il Servizio
Sanitario Regionale, col quale lavoriamo in grande sintonia». Image: 20110909/foto/7447.jpg
AUSL RAVENNA
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09/09/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 14
(diffusione:30000)
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Incidente in un cantiere di via della Prora
Cade da 5 metri: gravissimo 32enne
PUNTA MARINA - Sono gravissime le condizioni di un operaio di 32 anni, caduto ieri mattina, poco dopo le
11, dall'impalcatura di un cantiere in via della Prora, a Punta Marina. Una caduta da 5-6 metri d'altezza, in
seguito alla quale l'uomo, residente a Mazara del Vallo, è stato portato con un codice di massima gravità all'
ospedale "Bufalini" di Cesena. Il cantiere dove stava lavorando il giovane è stato sequestrato da polizia di
Stato e medicina del lavoro, giunti sul posto per ricostruire la dinamica di quanto accaduto. Si tratta di un'area
particolarmente estesa, che comprende due palazzine, una in costruzione, l'altra in fase di ristrutturazione.
Non è ancora chiaro come l'operaio sia caduto. Così come non è stato ancora appurato se avesse le
prescritte protezioni per lavorare a quell'altezza sull'impalcatura. Gli inquirenti stanno ancora accertando
anche la posizione del lavoratore all'interno della ditta di costruzione, per valutare eventuali irregolarità.
Stamane, invece, sono previsti gli interrogatori dei testimoni, i colleghi del 32enne che hanno dato l'allarme al
118 non appena lo hanno visto precipitare al suolo. Infortunio in cantiere, grave 32enne
AUSL RAVENNA
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09/09/2011
QN - Il Resto del Carlino - Ravenna
Pag. 13
(diffusione:165207, tiratura:206221)
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HERA ANALISI OK
«L'acqua di Ravenna è di ottima qualità»
DAGLI impianti al contatore domestico, passando per la rete acquedotto, sono circa 400.000 (1.100 al giorno)
le analisi compiute da Hera nel 2010 sulle acque potabili, cui si aggiungono alle oltre 300.000 analisi
effettuate dalle aziende Usl del territorio. Per quanto riguarda nello specifico i controlli eseguiti lungo la sola
rete di distribuzione e sui principali 16 parametri che definiscono la qualità dell'acqua, sono stati 64.915 nel
2010. Di questi, 6.858 sono stati effettuati nel territorio gestito dalla struttura operativa territoriale di Ravenna.
All'indirizzo www.gruppohera.it/acqua sono disponibili numerose funzionalità per conoscere ancora meglio ciò
che si beve. Ad esempio si possono rivolgere domande e chiedere approfondimenti attraverso la funzione
'L'esperto risponde'. Oppure digitando il nome del proprio comune si possono visualizzare con un click i
parametri chimico-fisici (ammonio, cloruro, ph, durezza, fluoruro, nitrato, nitrito, sodio) dell'acqua che esce dal
proprio rubinetto.
AUSL RAVENNA
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09/09/2011
QN - Il Resto del Carlino - Bologna
Pag. 17
(diffusione:165207, tiratura:206221)
Alla Feltrinelli di piazza Ravegnana, stasera alle 18, il direttore di Cup 2000 Mauro Moruzzi (nella foto)
presenta il proprio libro 'Il fascicolo sanitario elettronico in Italia'. Il fascicolo elettronico garantirà una
comunicazione più diretta e meno burocratica tra medico e assistito. Tra gli altri, alla presentazione sarà
presente Derrick De Kerckhove, direttore del McLuhan Program in Culture & Technology dell'Università di
Toronto.
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Moruzzi spiega il fascicolo elettronico Insieme con lui l'allievo di McLuhan
09/09/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 12
Sopraelevazione di due piani. «La prima parte dei lavori porterà alla sopraelevazione di due piani, per un
totale di quasi 5000 metri quadrati coperti, dotando la struttura di un nuovo blocco operatorio e un nuovo
reparto di Terapia Intensiva - afferma Biagi -. Questo ampliamento non porterà all'aumento di posti letto, ma
alzerà il livello tecnico e tecnologico del Maria Cecilia Hospital, mettendolo nelle migliori condizioni di
affrontare le nuove sfide della sanità, sempre più complesse dal punto di vista della gestione, delle risorse
tecnologiche e del personale necessario». Interventi alla parte alberghiera. La seconda parte dei lavori, che
partirà non appena terminata la prima, riguarderà invece la ristrutturazione della parte alberghiera:
«Metteremo a disposizione dei ricoverati anche le aree che si libereranno dallo spostamento delle sale
operatorie e della Terapia Intensiva - spiega Biagi -. E non aumentando i posti letto, ciò innalzerà ulterio
rmente il comfort alberghiero della struttura, ponendola come punto d'attrazione per l'accoglienza sia dei
ricoverati che dei loro accompagnatori. Dunque, nella totalità si tratta di lavori estremamente importanti e
complessi dal punto di vista strutturale, che nel giro dei prossimi quattro anni trasformeranno completamente
il Maria Cecilia Hospital rispetto a come lo conosciamo oggi, andando a costituire un polo di eccellenza non
solo di questa regione, ma dell'intero territorio nazionale». Nuovi medici. Int anto, l'arrivo avvenuto nel corso
del 2010 di nuovi professionisti di fama internazionale, come Carlo Pappone (elettrofisiologia) e Luca Dalla
Paola (piede diabetico), ha già consolidato la clinica cotignolese su altissimi livelli nella cura di alcune
specifiche patologie. Cardiologia e neurochirurgia. «L'arrivo di questi professionisti è in linea con la nostra
strategia, che è quella di farci conoscere come una struttura di altissimo livello nell'area delle patologie
cardiovascolari in senso ampio, non solo nel cuore - aggiunge l'ad della clinica cotignolese -. Siamo quind i m
o l t o c o n c e n t r a t i su ll 'attività cardio-toraco-vascolare, ma nello stesso tempo stiamo mettendo a punto
un programma di potenziamento della neurochirurgia, che riteniamo strategica per la struttura e sinergica
rispetto a quanto stiamo già facendo». Elevate tecnologie. R esteranno naturalmente altre attività storiche,
come l'ortopedia e la maxi llo-facciale, «tuttavia ci caratterizzeremo prevalentemente su queste due linee di
produzione, che hanno bisogno di una serie di forti tecnologie e competenze professionali per rendere la
nostra struttura molto attrattiva su un territorio vasto». Una rete regionale. Parte integrante del Gruppo Villa
Maria, il Maria Cecilia Hospital potrà contare anche sulle sinergie e sul supporto della rete regionale, che va
dal San Pier Damiano di Faenza alla Salus di Reggio Emilia, fino alle cliniche Villalba e Villa Torri di Bologna,
più una serie di poliambulatori, «offrendo così la possibilità di gestire tutte le necessità che riterrà di farci
sviluppare il Servizio sanitario regionale, con il quale abbiamo ottima collaborazione e buona sintonia». Mario
Scarponi Il progetto per il futuro ampliamento
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Maria Cecilia, lavori da 20 milioni di euro
09/09/2011
Corriere di Romagna - Ravenna
Pag. 3
Cade da un'impalcatura, grave 29enne
Sequestrata l'area da parte del personale della Medicina del lavoro e della polizia
RAVENNA. Stava lavorando sopra un ponteggio quando è precipitato nel vuoto. Caduto a terra dopo un volo
di cinque metri il giovane - Francesco Falsitta, un 29enne residente a Mazara del Vallo ma domiciliato a Lido
Adriano - è stato portato in elicottero al Bufalini di Cesena e ricoverato in prognosi riservata nel reparto di
Medicina d'urgenza. Il grave infortunio è avvenuto nella mattinata di ieri (attorno alle 11) all'interno di un
cantiere in via della Prora. Secondo una prima ricostruzione dei fatti effettuata dal personale della Medicina
del lavoro, intervenuto sul posto insieme alla polizia, quando si è verificato l'incidente sembra che il ragazzo si
trovasse su un'i mp al catura sul retro dell'edif icio. A dare l'allarme sarebbero stati gli altri colleghi presenti. In
prima battuta è intervenuta un'ambulanza ma quando i soccorritori sono arrivati sul posto, rendendosi conto
della gravità delle lesioni riportate in seguito alla caduta hanno richiesto alla centrale operativa del 118 di
inviare l'elimedica, con cui il ferito è stato portato d'urgenza all'ospedale di Cesena. In considerazione del
quadro clinico del 29enne, i medici si sono riservati la prognosi anche se stando ai primi accertamenti il
ragazzo non sarebbe in pericolo di vita. Terminati i primi rilievi, gli inquirenti hanno avviato le indagini
disponendo il sequestro d ell 'intero cantiere edile, relativo a due palazzine, una in costruzione e una in
ristrutturazione. Questa mattina saranno formalmente interrogate tutte le persone che al momento dell'inc
idente si trovavano presenti al fine di ricostruire esattamente la dinamica dell'accaduto. Sono inoltre in corso
accertamenti per verificare la posizione del lavoratore, la regolarità della documentazione ritrovata nel
cantiere e l'adozione delle previste misure di sicurezza.
AUSL RAVENNA
12
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'infortunio si è verificato nella mattinata di ieri in un cantiere edile a Punta Marina. Il giovane è stato portato
in elicottero al Bufalini
09/09/2011
La Voce di Romagna - Rimini
Pag. 13
(diffusione:30000)
Vitali: "Dobbiamo preparare il territorio se non vogliamo disperdere i sacrifici fatti"
RIMINI - (t.ant.) Cara Provincia, addio. Come si sa il consiglio dei ministri di ieri mattina ha approvato il
disegno di legge costituzionale che cancella i cosiddetti "enti intermedi", ovvero le Province. Questo, come si
legge nella relazione illustrativa che accompagna il ddl, per "derivare in ogni Regione una riduzione dei costi
complessivi degli organi politici e amministrativi". Un taglio auspicato da alcuni, ritenuto inutile da altri:
comunque la si veda sarà un grande cambiamento per il territorio, con lo scioglimento delle province a favore
delle "città metropolitane". A partire da quelle componenti dell'economia riminese in cui la Provincia ha grandi
partecipazioni, vedi aeroporto, fiera e il palas, solo per citare i più importanti - e onerosi. Nel 2014 cala il
sipario su Rimini Mettendo mano alla costituzione, l'iter per l'entrata in vigore del disegno di legge sarà più
articolato rispetto a quello della legge ordinaria. La Costituzione prevede una doppia lettura e una doppia
approvazione in ciascuno dei due rami del Parlamento, con un intervallo non inferiore a tre mesi tra una
lettura e l'altra. Il ddl approderà lunedì in aula alla Camera. In pratica, può succedere ancora di tutto. Il ddl
costituzionale prevede che le Regioni dispongano di un anno dall'entrata in vigore della legge costituzionale
per l'attuazione della nuova forma di associazione dei comuni. Nel disegno di legge viene inoltre chiarito in
base a quali valutazioni le Regioni potranno disciplinare le modalità di esercizio delle funzioni di area vasta: si
dovrà tenere conto dei "connotati particolari del proprio territorio, come l'assetto istituzionale (numero dei
Comuni), la densità di popolazioni, gli aspetti morfologici e fattori socio-economici". Per Rimini si aprono
dunque due ipotesi, in base alla direzione che vorrà prendere la Regione: o un'area vasta Rimini, rimanendo
quindi nelle "dimensioni" attuali, o un'area vasta Romagna, realizzando quindi il "sogno" di chiedeva una
provincia unica tra Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna. Le unioni dei comuni entreranno a regime, nelle singole
Regioni, a decorrere dalla cessazione del mandato amministrativo provinciale in corso. Nel caso di Rimini
dunque, la Provincia sarà attiva fino al 2014, anno in cui finirà il mandato di Stefano Vitali. In caso di province
in cui l'amministrazione decada prima che la Regione abbia definito le associazioni dei comuni, la Provincia
sarà automaticamente soppressa. "L'unione di Comuni - si legge nella relazione - succede alla Provincia in
ogni rapporto giuridico, anche di lavoro, esistente alla data di soppressione di ciascuna provincia". Le Regioni
sopprimono "gli enti, le agenzie e gli organismi che svolgono, alla data di entrata in vigore della presente
legge costituzionale, funzioni di governo di area vasta". Queste funzioni spettano, appunto, alle unioni di
Comuni. Vitali: "Bisogna preparare il territorio" Potrà dunque finire il suo mandato Stefano Vitali, ma sarà
l'ultimo alla guida dell'ente di Corso d'Augusto. "E' una grande patacata: siamo utilizzati come agnelli
sacrificali" esordisce il presidente, ovviamente contrario al disegno di legge appena approvato "senza una
vera riforma istituzionale". "Ci sono 24mila persone in consigli di amministrazione di aziende a agenzie che
nemmeno sappiamo cosa facciano dice indivuando gli 'sprechi' - la diminuzione dei parlamentari è
scomparsa: il taglio delle province costa 113 milioni, il dimezzamento dei parlamentari 170". Entrando nel
merito del disegno di legge "le funzioni delle province verranno attribuite alle regioni, quindi le spese restano"
sottolinea Vitali. Volenti e nolenti però le province saranno abolite. "Dobbiamo preparare il territorio a questo
cambiamento - dice - e ci sono diversi punti su cui lavorare". A partire da tre in particolare: aeroporto (di cui la
Provincia ha la maggioranza), fiera e Palas. "E' necessario che qualche altro ente del territorio se ne faccia
carico se non vogliamo che passino direttamente alla Regione. Significherebbe vanificare tutti i sacrifici fatti
dai cittadini in questi anni e il senso delle operazioni portate avanti finora". "Spaventa - conclude - tornare nel
'mucchione': il nostro territorio ha acquistato un certo potere da quando siamo indipendenti. Ora si rimette
tutto indiscussione. Questa proposta è stata accettata da tutti in silenzio, politicamente non si sono levati
scudi. Quindi non resta che farsi da parte con dignità". RIMINI - Primo via libera formale a Rimini alla società
unica degli aeroporti romagnoli. La sesta commissione consiliare della Provincia ha dato il via libera a
maggioranza (il Pdl si è astenuto in attesa di discutere un proprio emendamento) alla delibera specifica che
AUSL RAVENNA
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Primo via libera a Sar Martedì la delibera sbarca in consiglio provinciale
09/09/2011
La Voce di Romagna - Rimini
Pag. 13
(diffusione:30000)
AUSL RAVENNA
14
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
approderà in Consiglio martedì, passaggio che dovranno fare anche i Comuni di Rimini e Forlì. Il via libera
della Provincia arriva dopo lo stop di quest'estate, quando si era deciso di non votare la delibera per
"problemi tecnici", a causa di alcune modifiche che la Regione avrebbe apportato al testo e che non
garantivano quel ruolo di primo piano che Rimini intende avere. Ora però si è arrivati alla quadratura del
cerchio: via libera alla delibera, con un emendamento voluto dall'Udc che impegna la Provincia di Rimini "a
lavorare con i dicasteri italiani e della Repubblica di San Marino per la effettiva internazionalizzazione della
infrastruttura aeroportuale e di trasporto aereo del Fellini". In questa fase la Regione partecipa al progetto con
1,5 milioni di euro, ogni ente locale a Rimini e a Forli' con la quota simbolica di 10 mila euro a testa. A metà
luglio la Regione aveva assegnato questa tabella di marcia al progetto: holding entro luglio, valutazione per le
quote societarie entro il 31 agosto, piano industriale entro il 30 settembre. Al momento, dato che la
definizione delle quote delle due società di gestione in ballo (Aeraderia-Rimini e Seaf-Forlì) non è ancora
stata perfezionata, i tempi potrebbero slittare ulteriormente. Per quanto riguarda la governance, Sar sarà
inizialmente amministrata da un Cda composto da tre membri, di cui uno designato dalla Regione, con la
carica di presidente, uno nominato di comune accordo dalla Provincia e dal Comune di Rimini attraverso
Rimini Holding spa e il terzo designato dal Comune di Forlì, attraverso la rispettiva holding Livia Tellus
Governance spa, e dalla Provincia di Forli'-Cesena. Lavori in corso anche a Forlì. La settimana scorsa i soci
di Seaf hanno votato l'ennesima ricapitalizzazione della società al minimo consentito: 3.098.000 euro. La
società forlivese a capo dello scalo "Ridolfi" ha chiuso il 2010 con quasi 10 milioni di euro di passivo (per
quest'anno il protocollo Sar ne calcola almeno cinque), per Aeradria il 'rosso' è stato di circa 2,5 milioni. Nella
delibera della società unica, è scritto che "gli attuali soci faranno fronte alle eventuali perdite di esercizio delle
stesse società" ciascuno per conto suo. Infine, nel capitale sociale di Sar si prevede l'ingresso di un partner
industriale con un bando ad hoc nei prossimi mesi e la definitiva incorporazione nella holding Rimini-Forlì di
Aeradria e Seaf, una volta condiviso con Enac l'iter necessario da percorrere.
09/09/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 25
(diffusione:30000)
COTIGNOLA - Lavori in vista al Maria Cecilia Hospital: una crescita che sarà visibile anche dal punto di vista
dell'architettura, oltre che nella sostanza. Le patologie legate al sistema cardiovascolare resteranno il "core
business" dell'ospedale, che però in futuro si concentrerà anche sulla Neurochirurgia. Secondo la
pianificazione prevista, procedono dunque i lavori che porteranno alla ristrutturazione e riqualificazione
complessiva del complesso edilizio. "La prima parte delle opere, legata all'ampliamento e al completamento
del cantiere in atto - spiega Bruno Biagi, amministratore delegato della clinica porterà alla sopraelevazione di
due piani, per un totale di quasi 5000 metri quadrati coperti, dotando la struttura di un nuovo blocco
operatorio e un nuovo reparto di Terapia Intensiva. Questo ampliamento non porterà all'aumento di posti
letto, ma alzerà il livello tecnico e tecnologico del Maria Cecilia Hospital, mettendolo nelle migliori condizioni
di affrontare le nuove sfide della sanità. La seconda parte dei lavori, che partirà non appena terminati la
prima, riguarderà invece la ristrutturazione della parte alberghiera: metteremo a disposizione dei ricoverati
anche le aree che si libereranno dallo spostamento delle sale operatorie e della Terapia Intensiva. E non
aumentando i posti letto, ciò innalzerà ulteriormente il comfort alberghiero della struttura, ponendola come
punto d'attrazione per l'accoglienza sia dei ricoverati che dei loro accompagnatori. Dunque - prosegue Biagi -,
nel giro dei prossimi quattro anni il Maria Cecilia Hospital sarà trasformato completamente rispetto a come lo
conosciamo oggi, andando a costituire un polo di eccellenza non solo di questa regione, ma dell'intero
territorio nazionale". Intanto, l'arrivo nel 2010 di professionisti di fama internazionale, come Carlo Pappone
(elettrofisiologia) e Luca Dalla Paola (piede diabetico), ha consolidato la clinica su altissimi livelli nella cura di
alcune specifiche patologie. "Siamo molto concentrati sull'attività cardio-toraco-vascolare - sottolinea
l'amministratore delegato -, ma nello stesso tempo stiamo mettendo a punto un programma di potenziamento
della Neurochirurgia, che riteniamo strategica per la struttura e sinergica rispetto a quanto stiamo già
facendo. Resteranno naturalmente altre attività storiche, come l'Ortopedia e la Maxillo-Facciale, tuttavia ci
caratterizzeremo prevalentemente su queste due linee di produzione, che hanno bisogno di forti tecnologie e
competenze professionali per rendere la nostra struttura molto attrattiva su un territorio vasto. Parte
integrante del Gruppo Villa Maria, il Maria Cecilia Hospital potrà contare anche sulle sinergie e sul supporto
della nostra rete regionale, che va dal San Pier Damiano di Faenza alla Salus di Reggio Emilia, fino alle
cliniche Villalba e Villa Torri di Bologna, più una serie di poliambulatori - conclude Bruno Biagi -, offrendo così
la possibilità di gestire tutte le necessità che riterrà di farci sviluppare il Servizio Sanitario Regionale, con il
quale abbiamo un'ottima collaborazione e buona sintonia". Futuro Ecco come si presenterà la clinica a lavori
ultimati
AUSL RAVENNA
15
La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il Maria Cecilia Hospital vuole diventare grande
09/09/2011
La Voce di Romagna - Ravenna
Pag. 1
(diffusione:30000)
Il giovane stava lavorando in un cantiere edile di Punta Marina Schianto in via Canale Molinetto Grave
centauro Cantante africana sposa calciatore e sceglie la Bassa
MARINA 4A pag. 31 RAVENNA 4A pagina 14 4A pagina 25 4A pagina 14 4A pagina 17 RAVENNA - Sono
gravissime le condizioni di un operaio di 32 anni, caduto ieri mattina, poco dopo le 11, dall'impalcatura di un
cantiere in via della Prora, a Punta Marina. Un volo da cinque o sei metri d'altezza, in seguito alla quale
l'uomo, residente a Mazara del Vallo, è stato portato con un codice di massima gravità all'ospedale Bufalini di
Cesena.
AUSL RAVENNA
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Grave un operaio caduto da cinque metri
SANITÀ NAZIONALE
8 articoli
09/09/2011
La Repubblica - Genova
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Un reparto si affida ai privati per farsi conoscere. E i vertici non gradiscono Il primario gastroenterologo "Per
la campagna non abbiamo usato fondi pubblici"
GIUSEPPE FILETTO
UN REPARTO ritenuto all'avanguardia, che si pone come centro di eccellenza in Italia e punto di riferimento
per tutta la Liguria. Che cura 190 pazienti l'anno, tra cui 70 affetti da Morbo di Crohn e 120 da rettocolite
ulcerosa; con altri 75 ammalati seguiti in ambulatorio. Ma i risultati forse non hanno la visibilità che
meriterebbero. E allora il primario della Clinica di Gastroenterologia con Endoscopia dell'Azienda
Ospedalierae Universitaria "San Martino", Vincenzo Savarano sceglie una strada inusuale per farsi pubblicità.
Savarano, che è anche direttore del Dimi, si affida ad una società privata di comunicazione, ad una agenzia
romana. Una procedura non proprio usuale, che stupisce e coglie di sorpresa i vertici dell'ospedale genovese
e dell'università. Soprattutto in tempi di ristrettezze e di vacche magre, di tagli ai servizi e persino alla carta
igienica.
«È una cosa molto strana- commenta il rettore Giacomo Deferrari - quando io ero direttore del Dimie volevo
far conoscere le attività, chiamavo la stampa e pubblicavano i dati della produzione. Tutto gratis. Non vedo la
necessità di ricorrere ad agenzie di comunicazione». Il primario è un professore universitario, stipendiato
dell'Ateneo genovese, e per nulla stupito, assicura di non avere utilizzato soldi pubblici per pagare questa
sorta di campagna pubblicitaria: «È la Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia, su scala
nazionale, ad avere pagato tutto - chiarisce il professore Savarino - La società ha dei fondi che derivano
dall'iscrizione dei soci, dalle quote che versano i docenti universitari di tutta Italia, ma anche dalle donazioni
delle case farmaceutiche». La vicenda, che in queste ore sta facendo il giro dei corridoi ospedalieri, solleva
un manifesto imbarazzo sia all'Università di Genova, sia al "San Martino".
Tanto che i vertici aziendali confermano di non saperne nulla, ripetono che loro non fanno pubblicità (sono
contrari e convinti che la sanità pubblica si promuova dando servizi efficienti.
"Chi si è fatto pubblicità in televisione non ha fatto una buona fine", dicono con un urticante riferimento all'ex
direttore generale della Asl Tre, Renata Canini); e di avere informato tutti i responsabili di struttura (direttori e
primari) di chiedere l'autorizzazione qualora si esca con articoli di stampa o si vada in televisione. Sulla
questione specifica precisano: «Questa cosa ci è sfuggita e sarebbe stato meglio avvertirci». Anche perché il
volantino diffuso dalla agenzia di Roma è su carta intestata dell'azienda ospedaliera.
Nulla di scandaloso, per carità. Anche se qualche perplessità rimane: quale ritorno avranno le industrie
farmaceutiche che hanno sponsorizzato l'iniziativa?
La scheda LA CAMPAGNA Il reparto di Gastroentorogia del San Martino, guidato da Vincenzo Savarano
affida la propria campagna a un'agenzia privata L'UNIVERSITÀ Il rettore Giacomo Deferrari: "Un'idea molto
strana. Quando io guidavo il Dimi mi bastava chiamare la stampa per dare notizie" L'OSPEDALE I vertici del
San Martino assciurano di non avere saputo nulla dell'iniziativa e non fanno mistero di non averla gradita LA
DIFESA "A pagare è la Società Italiana di gastroenterologia ed endoscopia, che si finanzia con iscrizioni e
donazioni delle case farmaceutiche" PER SAPERNE DI PIÙ www.hsanmartino.it genova.repubblica.it
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San Martino, la pubblicità della discordia
09/09/2011
La Repubblica - Napoli
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Nebbia fitta sulla sanità
MARIO SANTANGELO
SETTEMBRE, andiamo.È tempo di pagare. Ora in terra campana i miei malati...". La parafrasi della famosa
poesia dannunziana sintetizza una "pièce" teatrale di grande successo (considerato il numero di repliche) che
si recita da alcuni anni sulla scena della sanità partenopea. Da tempo, tra la fine dell'estate e l'inizio
dell'autunno, vengono a mancare i soldi per l'erogazione dell'assistenza in convenzione e i pazienti sono
costretti a pagare di tasca propria quei servizi sanitari che, in altre regioni, sono garantiti per l'intero arco
dell'anno. Naturalmente ogni volta si accende la polemica su chi abbia la responsabilità del fenomeno. Gli
imprenditori dell'assistenza convenzionata attribuiscono l'evento alla scarsa quantità di fondi appostati in
bilancio dalla Regione, mentre questa ultima ritiene che la causa vada ricercata in un eccessivo e inutile
numero di prestazioni fornite indiscriminatamente nel corso dei primi mesi dell'anno.
La verità è che entrambi non hanno un vero interesse a evitare l'evento. In questi anni, nonostante le
drammatiche denunce legate alle difficoltà di una classe imprenditoriale che definisce rovinosae fallimentare
la gestione della assistenza convenzionata, non vi è stato un laboratorio di analisi o di radiologia che sia
fallito, che abbia rinunziato alla attività o che abbia cambiato l'oggetto dell'esercizio societario. Ciò conferma
che, nonostante i lai, vi è convenienza a continuare. D'altra parte ancora oggi la Regione non mette in campo
alcuna azione capace di riorganizzare ex novo questa parte dell'assistenza, non solo per carenza di idee, ma
anche perché il pagamento diretto delle prestazioni da parte dei malati concede un ristoro alla magre casse
regionalie riduce il rischio, per il politico, di affrontare un problema che incide sul consenso elettorale. Così il
vero danneggiato continua a essere il solito cittadino indifeso che sulle sue spalle finisce col sostenere il peso
di interessi e inefficienze che sono il connettivo di questa nostra regione. Il sistema sanitario regionale è
talmente improduttivo che certamente non servono i pannicelli caldi rappresentati da ventilati controlli più
accurati o da malintesi accordi tra le parti.
Appare, pertanto, incomprensibile che nessuno si accorga della necessità di incidere pesantemente sulla
sanità ridisegnandone il ruolo. Lasciare inalterato l'assetto del sistema significa voler soddisfare unicamente
richieste corporative o velleità clientelari. Nella primavera del 2009 la precedente giunta provò a elaborare un
piano che riconosceva la importanza e la insostituibilità della sanità convenzionata ma ne rivedeva la
funzione riconsiderando, oltre al numero di laboratori di patologia clinica (laboratori di analisi) e di radiologia,
anche le effettive capacità operative. Il progetto prevedeva una perfetta integrazione territoriale e un
riequilibrio del così detto privato con le strutture pubbliche che oggi sono pressoché inesistenti a fronte di
oltre milleduecento laboratori di analisi e di oltre quattrocento centri di radiodiagnostica convenzionati. Veniva
riconosciuto ai privati un ruolo paritario nella funzione, ruolo che doveva essere preventivamente definito sia
sul piano operativo che su quello economico. Il disegno prospettava una attenta analisi della dislocazione
territoriale dei laboratori privati e indicava la opportunità di accorpamenti in grado di assicurare, non solo la
sopravvivenza delle strutture più piccole o mal allocate, ma di garantire i livelli occupazionali anche attraverso
necessarie riqualificazioni di parte del personale. Naturalmente questa proposta faceva parte di un
programma più vasto che prevedeva il riassetto delle strutture di ricoveroe cura sia pubbliche che private, la
elaborazione delle reti di assistenza, una diversa e più organica partecipazione della medicina generale, un
rilancio del pubblico nella gestione delle cronicità, un ruolo meglio definito dei policlinici universitari, la
sistemazione della sanità carceraria (oggi completamente finita nel dimenticatoio), e una collaborazione vera
tra assistenza sanitaria e assistenza sociale.
Il 29 luglio dello stesso anno, per una perversa volontà politica del governo centrale, arrivò il
commissariamento e il "sogno" svanì. Da allora i sub-commissari ad actae la nuova giunta non hanno
prodotto "nulla" comprendendo nel "nulla" anche il miglioramento "reale" dei conti. Le stesse opposizioni, in
consiglio, oggi vivono una stagione di silenzio che in nome della responsabilità (ma quale?) scivola in uno
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La polemica
09/09/2011
La Repubblica - Napoli
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
SANITÀ NAZIONALE
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strisciante consociativismo. La loro voce era molto più forte quando dai banchi della maggioranza
protestavano contro Bassolino. Oggi, che siedono all'opposizione, tacciono mentre dovrebbero tuonare
contro un governo regionale caratterizzato dalla paralisi e che limita la sua azione a esternazioni verbali. La
opacità del momento richiama la celebre "nebbia" carducciana che "agl'irti colli piovigginando sale".
09/09/2011
La Repubblica - Roma
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
"Ho rassicurato centinaia di coppie la profilassi non deve fare paura"
"Ho detto a tutti che ero disposto ad andare in ciascun condominio a dire che i loro figli non infettano
nessuno"
(alessandra paolini)
«IL CASO del "contatto" da Tbc tra i neonati del Gemelli farà scuola. E' un caso da letteratura scientifica.
Ma quello che mi preme di più è rassicurare le mamme e i papà: i vostri figli sono sani e non sono
contagiosi». E di mamme e papà col bebè in braccio e la paura negli occhi ne ha visti tanti Aldo Morrone,
direttore generale del San Camillo-Forlanini perché l'ospedale sulla Gianicolense, ha fatto parte della task
force per lo screenig sui bebè.
Professore, tubercolosi al reparto di neonatologia al Gemelli. Come è potuto succedere? «Su questo sta
lavorando una commissione di esperti, infettivologi, pneumologi, epidemiologi. Stanno esaminando le carte.
Solo a lavoro ultimato potremo capire meglio. Certo è che un caso così, con tanti bambini da rintracciare e
sottoporre ai test non si era mai registrato al mondo. E devo dire che la macchina messa su per l'emergenza
ha funzionato bene. Stavolta, sono orgoglioso del "sistema Italia".
C'è stata la collaborazione di tutti. Non sa quanti colleghi hanno interrotto le ferie spontaneamente per
cercare di dare una mano». Come sono state fatte le analisi? «Il sistema è nuovo, proprio perché neonati,
abbiamo usato il "quantiferon". Un test sensibilissimo e soft. In seconda battuta, solo per i bambini che
risultavano essere stati in contatto con il batterio della Tbc, abbiamo usato il test di Mantoux che si utilizza
anche per gli adulti. In molti casi la positività dal primo al secondo esame spariva».
Molti genitori sono preoccupati per gli effetti della profilassi.
«Sono farmaci seri, certo, ma esistono da 60 anni e si sa quali sono le controindicazioni. A tutti i bimbi
abbiamo fatto l'esame della funzionalità epatica, e non c'è stato un genitore che non abbia dato il consenso.
La dovranno fare per sei mesi perché il bacillo della Tbc si nasconde dentro le cellule».
I piccoli sottoposti alla profilassi avranno meno possibilità di contagio in futuro? «Sì. Con la profilassi, se c'è
stato il contagio, non svilupperanno mai la malattia. Sono e saranno bambini sani».
Cosa le chiedevano quando le facevano curare il bambino? «Avrà allergie? Potrà fare sport? Potrà mangiare
tutto? E poi molti erano preoccupati per l'aspetto sociale. Paura che la gente possa pensare che il figlio è
contagioso». Come li ha tranquillizzati? «Gli ho detto "sono disposto a venire nel vostro condominio e indire
un'assemblea per dire a tutti che il bambino sta bene. E non infetta nessuno". Mi hanno creduto».
Foto: Aldo Morrone
SANITÀ NAZIONALE
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L'intervista Parla Aldo Morrone, direttore del San Camillo-Forlanini. "La task force di infettivologi darà risposte
sul contagio"
09/09/2011
La Repubblica - Roma
Pag. 13
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Tbc, l'allarme del vicesindaco Belviso "Test a tutti i bimbi curati
dall'infermiera"
Polemica con l'Unità regionale: "Sarebbe sbagliato e pericoloso, seguiamo il protocollo" Il Codacons attacca
Fazio "Avrebbe parlato così se fosse successo al suo nipotino?"
ALESSANDRA PAOLINI
AVEVA cercato di tranquillizzare tutti il ministro della Salute Ferruccio Fazio. «Nessuna epidemia di Tbc in
Italia, e i bimbi postivi al test, nati al Gemelli, grazie alla profilassi non avranno conseguenze». Sarà.
Ma il Codacons non cede davanti a tanto ottimismo e ieri è partito all'attacco del ministro. «Chissà se Fazio
avrebbe detto le stesse cose se a vivere quest'incubo fosse stato un suo nipotino», dice l'associazione dei
consumatori che in questo ultimo mese, da quando il caso tubercolosi al nido dell'ospedale è scoppiato, ha
preso le difese di bimbi, madri e padri finiti nel "tritacarne" di esami e profilassi.
«Evidentemente il ministro non ha ancora letto il bugiardino dell'antibiotico che i bimbi "positivi" dovranno
assumere per diversi mesi - afferma il presidente Carlo Rienzi - Altrimenti avrebbe appreso che tra gli effetti
indesiderati del farmaco, sono tantissimi.E giù con l'elenco. Che è lunghissimo, come accade del resto per la
maggior parte dei medicinali. Anche se in questo caso, si tratta di pazienti tra i 5 e i 10 chili, nati da pochi
mesi, con un organismo ancora in formazione». Controindicazioni che spaventerebbero qualsiasi genitore. E
a proposito di genitori, l'associazione fa sapere che aumenta il numero di quelli «decisi a far valere i propri
diritti e a chiedere il giusto risarcimento danni ai responsabili». Risarcimento che secondo il Codacons potrà
arrivare, in alcuni casi, anche a mezzo milione di euro.
Ieri, sul caso Tbc è intervenuta Sveva Belviso, assessore alle Politiche sociali, nonché vice sindacoe madre
di tre figli.
Ha chiesto maggiori sforzie indagini più prolungate. Questo, dopo la denuncia del papà di un bimbo nato l'8
dicembre 2010, risultato positivo al test.
Il caso è inquietante, il periodo di dicembre è stato finora escluso dallo screening perché considerato non a
rischio.
«Credo che nella vicenda della Tbc occorra fare uno sforzo ulteriore - dice la Belviso - Penso che si debba
andare indietro nel tempo con i controlli fino ad arrivare al mese in cui è partito tutto, in cui non si registrano
casi di bambini infetti, dal momento che non si sa da quanto tempo l'infermiera sia stata a contatto con i
bambini. Altrimenti ci perdiamo qualcosa». Immediata la replica dell'Unità di Coordinamento per il controllo
della tubercolosi, istituita dalla Regione. «Tutte le scelte effettuate sono basate sulle linee guida nazionali ed
internazionali, oltre che su numerose ed importanti evidenze presenti nella letteratura scientifica mondiale in
materia», spiegano dal coordinamento. E ancora: «Per quanto riguarda i bambini inseriti nel programma di
controllo, l'intervallo 1 gennaio 2011-28 luglio 2011 è stato definito secondo le indicazioni delle linee guida
che raccomandano di prendere in considerazione un periodo di 8-12 settimane precedenti alla data di
comparsa della sintomatologia, nel caso indice fino al momento di interruzione del possibile contatto».
Le tappe IL CONTAGIO Partito da un'infermiera del Gemelli, il contagio ha coinvolto 123 bambini. Tra questi
una ha sviluppato la malattia LE RASSICURAZIONI Il ministro della salute Fazio aveva cercato di
tranquillizzare tutti.
«Grazie alle cure, non si avranno conseguenze» IL CODACONS Il Codacons attacca il ministro: «Chissà se
avrebbe detto lo stesso se fosse stato coinvolto un suo nipotino»
Foto: Il Policlinico Gemelli
SANITÀ NAZIONALE
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L'ALLARME TBC
09/09/2011
La Repubblica - Roma
Pag. 1
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Al day hospital del Sant'Eugenio tanta professionalità e umanità
Orso Grigio
OGGI SU ROMA.IT In tempi nei quali si parla di malasanità mi fa piacere segnalare il day hospital oncologico
dell'ospedale Sant'Eugenio come esempio di funzionalità, professionalità e umanità. Sono stato lì come
paziente e vorrei ringraziare tutti gli operatori medici e paramedici. Mi sembra giusto mostrare riconoscenza a
chi lavora con tanto impegno e infonde speranza a chi ha bisogno di cure.
SANITÀ NAZIONALE
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I lettori denunciano
09/09/2011
Il Messaggero - Roma
Pag. 45
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Belviso: test ai bimbi di dicembre. La Commissione: non serve Il vicesindaco: tra qualche anno rischio
contagio alle materne
LAURA BOGLIOLO
È polemica tra Comune e Regione sul caso della Tbc al Policlinico Gemelli. «I test sui bambini andrebbero
estesi» dice il vicesindaco Sveva Belviso. «L'estensione dei controlli non è giustificata» ribatte l'Unità di
coordinamento creata dalla Regione Lazio. L'ultima pagina sulla triste vicenda che vede 122 bambini
contagiati probabilmente dall'infermiera malata di tubercolosi, parla di un papà, Marco, che ha sottoposto
privatamente il figlio nato l'8 dicembre al Policlinico Gemelli ed è risultato positivo. Il bimbo non fa parte del
programma di controllo stabilito dall'Unità di coordinamento che comprende i piccoli nati tra l'1 gennaio e il 28
luglio. I bimbi positivi, comunque, non sono malati, né possono contagiare. Il nuovo caso ha allarmato il
vicesindaco Belviso che ieri mattina ha commentato: «La Polverini ha ragione, l'infezione tubercolare non è la
malattia. Ma credo che nella vicenda della Tbc occorra fare uno sforzo ulteriore». E ha aggiunto: «Penso che
si debba andare indietro nel tempo con i controlli fino ad arrivare al mese in cui è partito tutto, in cui non si
registrano casi di bambini infetti, dal momento che non si sa da quanto tempo l'infermiera sia stata a contatto
con i bambini. Altrimenti ci perdiamo qualcosa». La Belviso è preoccupata per possibili contagi in futuro nelle
scuole: «Visto che l'infezione rimane latente per anni, è possibile che un bimbo nato ad esempio a ottobre
possa sviluppare la malattia a tre anni, mentre frequenta la scuola materna. E in questo caso sì che si
rischierebbe davvero un'epidemia». Il vicesindaco ha aggiunto che «se c'è un problema di spesa, si può
utilizzare il Mantoux che costa solo due euro». Il periodo di controllo, inizialmente fissato tra marzo e luglio,
era già stato ampliato: fino a febbraio, poi fino a gennaio. Il protocollo per i bimbi positivi prevede una
profilassi. «Visto che l'infezione tubercolare si può tenere sotto controllo - ha detto la Belviso - di questa
profilassi devono poter usufruire tutti i bambini che potenzialmente sono entrati a contatto con l'infermiera».
Replica l'Unità di Coordinamento: «Tutte le scelte effettuate sono basate sulle linee guida nazionali e
internazionali, oltre che su numerose ed importanti evidenze presenti nella letteratura scientifica mondiale in
materia». Linee guide nazionali e internazionali che «unanimemente raccomandano di prendere in
considerazione un periodo di 8-12 settimane precedenti alla data di comparsa della sintomatologia, nel caso
indice fino al momento di interruzione del possibile contatto, come già è stato comunicato al sindaco di Roma
Capitale nei giorni scorsi». Il gruppo di specialisti fa riferimento anche alla profilassi: «Non è possibile
affrontare un tema tanto delicato senza un esplicito e continuo riferimento a quanto le conoscenze mediche
attuali indicano. Altre politiche di estensione dei test non risponderebbero alle indicazioni scientifiche e
rischierebbero di esporre alcuni bambini a trattamenti di profilassi non giustificati, oltre a generare
allarmismi». Via, poi, i dubbi sulla questione costi. «Non si capisce il riferimento al costo del test Mantoux,
che presenta notevoli limiti nel caso di neonati, come attesta la più recente letteratura internazionale. Proprio
il fatto che il test Quantiferon è molto più costoso, conferma che mai la Regione Lazio e l'Unità di
Coordinamento hanno vincolato le proprie scelte a ragioni di spesa - dice l'Unità - mettendo in campo ogni
possibile intervento con prontezza ed appropriatezza avendo come unico scopo la salvaguardia della salute
pubblica e non il risparmio delle risorse umane o economiche». Sulla profilassi, invece, il Codacons attacca le
parole del ministro Fazio che, nell'affermare che «in Italia non esiste un'emergenza Tbc» aveva detto che i
bambini coinvolti grazie alla profilassi «non avranno conseguenze». Il presidente Carlo Rienzi citando il
bugiardino dell'antibiotico previsto per la profilassi parla di «effetti indesiderati di tipo neuropsichici ed
epatici».
Foto: A sinistra il Policlinico Gemelli dove 122 bimbi sono risultati positivi al test della Tbc Sotto l'entrata di
uno dei reparti del nosocomio
SANITÀ NAZIONALE
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Tbc, polemica sui controlli tra Comune e Regione
08/09/2011
Il Salvagente - N.35 - 8 Settembre 2011
Pag. 45
(diffusione:49000, tiratura:70000)
"Immigrati, la sanità è poco attenta"
L'INFETTIVOLOGA CHIARA TAJNO
Non c'è una stretta relazione tra le patologie riemergenti e i flussi migratori. Ne è convinta anche
l'infettivologa dell'Inmp, Chiara Tajno, secondo la quale la causa va ricercata, in alcuni casi, nei viaggi di
lavoro e di piacere. Basti pensare al virus dell'influenza H1N1o al più recente batterio E.coli. Tuttavia i milioni
di immigrati sul territorio nazionale hanno introdotto nuovi elementi sul piano della sanità pubblica: nuove
patologie non sufficientemente noteai medici italiani con pericolo di diffusione di malattie contagiose, in
particolare la tubercolosi; difficoltà del medico di medicina generale e ospedaliero di rapportarsicon lo
straniero a causa delle differenze linguistiche e culturali; difficoltà nell'utilizzo delle strutture sanitarie da parte
dei regolari a causa delle norme burocratiche che presiedono il ricorso alle strutture pubbliche. Alla
dottoressa Tajno chiediamo se il Servizio sanitario nazionale è pron to ad affrontare una possibile emergenza
sanitaria. "L'attuale sistema sanitario dovrebbe prevenire un'epidemia, per esempio di Tbc. Come? Prestando
più attenzione alla salute degli immigrati. Mi spiego: un cittadino italiano con una tosse insistente si rivolge al
proprio medico curante che, al minimo sospetto possa trattarsi di Tbc, gli prescriverà una serie di
accertamenti. Nel caso del cittadino immigrato le cose non sono così semplici: per paura, poca conoscenze
della burocrazia, mancanza di soldi, è facile che ritardi l'accesso alle cure. Ciò significa che ci sarà una
diagnosi ritardata e la malattia sarà già in uno stato avanzato. Credo che un moderno sistema sanitario abbia
l'obbligo di prendere in considerazione questa probabilità". E gli ospedali? "Le strutture sanitarie che hanno
reparti di malattie infettive sono preparati ad affrontare un'emergenza perché dispongono di adeguati reparti
di isolamento necessari quando si è in presenza di patologie infettive il cui contagio è interumano. Diverso il
discorso per i piccoli ospedali di provincia, ma in questo caso sarebbe certamente più funzionale un
trasferimento presso u na struttura più adeguata".
SANITÀ NAZIONALE
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Diritti Salute
08/09/2011
Il Salvagente - N.35 - 8 Settembre 2011
Pag. 44
(diffusione:49000, tiratura:70000)
Dopo la Tbc TORNANO le malattie DIMENTICATE
Tubercolosi, ma anche morbillo, sifilide, meningite. Mali che ritenevamo debellati e che, invece, ricompaiono
in Italia. Ecco perché
Valentina Corvino
Morbillo, sifilide, meningite, tubercolosi e poliomie lite. In Italia e in Occidente riaffiorano le antiche paure. Non
solo, dunque, la tubercolosi tornata prepotentemente a riempire le pagine di giornali dopo il maxi contagio a
Roma (i cui contorni, dopo la denuncia del Codacons, sono ancora poco chiari). Ma una lunga serie di
malattie "dimenticate" che entrano nei nostri confini con gli spostamenti delle popolazioni diventati più
frequenti che nel passato. Gli immigrati, dunque, ma non come nuovi "untori". Piuttosto come contagiati
proprio qui, in uno dei paesi più industrializzati del mondo. Secondo una ricerca del Naga, l'Associazione
volontaria di assistenza socio-sanitaria e per i diritti di stranieri e nomadi, nella maggior parte dei casi ci
troviamo di fronte a una popolazione immigrata sostanzialmente giovane e sana su cui vanno a incidere
fattori di rischio comuni in situazio ni di povertà . Le precarie condizioni di vita, di lavoro, la mancanza di
informazioni, lo scarso accesso alle strutture sanitarie e la promiscuità cui li costringiamo a vivere gravano,
dunque, pesantemente sul benessere dei migranti, portando a esaurimento il "patrimonio di salute" di cui
sono portatori. Il morbillo , per esempio, all'inizio di quest'anno è tornato a diffondersi rapidamente tanto che i
pediatri di famiglia hanno consigliato di vaccinare i bambini non ancora vaccinati e per gli altri di anticipare il
richiamo. L'Organizzazione mondiale della sanità aveva auspicato l' eradicazione della malattia dimenticando
di dover fare i conti con il rifiuto ideologico di parte della popolazione per la vaccinazione. Così, ciclicamente,
la malattia si riacutizza. Se è vero che alcune zone dell'Africa sono scoperte per il vaccino, è pur vero che è
impossibile che il morbillo sia portato in Italia dagli immigrati perché il periodo di incubazione è molto più
breve del viaggio che sono costretti ad affrontare dal loro paese al nostro. La tubercolosi , invece, si credeva
sconfitta ma oggi il temuto bacillo di Koch ricalca le scene, in chiave moderna. Come tubercolosi multiresistente (Mdr-Tb) e, addirittura, super resistente (XdrTb) agli antibiotici. Viene dall'Est Europa, dall'Oriente,
dall'Africa. Arriva con gli immigrati, ma anche con manager e viaggiatori. Si possono ammalare tutti e la
cronaca di questi giorni ce lo insegna. Ma gli immigrati sono più a rischio perché la malattia può comparire
con un abbassamento delle difese immunitarie, dovuto non di rado alle condizioni di vita e di lavoro. La
promiscuità cui spesso sono costretti a vivere fa il resto. Tra le malattie sessualmente trasmissibili è ritornata
a far paura la sifilide : quasi scomparsa fino all'inizio del nuovo millennio, oggi sta pericolosamente
ricomparendo sia in Europa che negli Usa, tanto che in Italia si è passati da 150200 casi all'anno nell'ultimo
decennio a oltre 1.500. La sua incidenza è in crescita soprattutto per i costumi sessuali più liberi e l'aumento
di viaggi e flussi migratori dall'Africa, dall'est Europa e dall'America centro-meridionale, dove la malattia è
endemica. Poi c'è la meningite che ogni anno colpisce in Italia circa 900 persone. Non si tratta di una vera e
propria patologia "riemergente" ma a preoccupare sono i nuovi ceppi come nel caso del ceppo A diffuso negli
Stati Uniti, o del ceppo Y e W135 presenti prevalentemente nel continente africano. Tuttavia, come nel caso
del morbillo, è difficile che giungano nel nostro paese con i flussi migratori perché anche il periodo di
incubazione della meningite è breve.
SANITÀ NAZIONALE
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