il Presidente Spett.le Camera di Commercio di Ravenna c/a Presidente Comm. Gianfranco Bessi Provincia di Ravenna c/a Presidente Sig. Francesco Giangrandi Ravenna, 21 ottobre 2008 OGGETTO: CRISI FINANZIARIA E SOSTEGNO AL SISTEMA DELLE IMPRESE Cari Presidenti, nella mia veste di Presidente dell’API di Ravenna, ed in rappresentanza delle molte imprese associate sul territorio provinciale, sono a sottoporre alla Vostra attenzione alcune considerazioni e allarmanti riflessioni, delle quali mi faccio portatore. Il recente e gravissimo crollo delle borse finanziarie mondiali ha scatenato un devastante effetto domino che sta conducendo l’economia del nostro Paese verso un pesante deficit strutturale. Tantissimi i fattori e le cause che negli ultimi anni, in modo insensato quanto indiscriminato, hanno contribuito a cambiare i connotati dell’economia nazionale e, a cascata, di quella locale, tracciando un andamento decrescente della curva produttiva. Il riferimento va in primis ad una serie di elementi che, nel tempo, stanno erigendo attorno alla capacità produttiva del nostro sistema economico una vera e propria gabbia in grado di togliere ossigeno e vitalità alle imprese, in virtù di condizioni proibitive e totalmente incompatibili con lo sviluppo di una sana attività d’impresa. Per anni abbiamo subito i disastri causati dalla finanza creativa, da gestioni indiscriminate ed insensate delle politiche di sviluppo del sistema economico a livello mondiale, fondate su ragionamenti e logiche finanziarie piuttosto che legate al sistema produttivo e manifatturiero, e tutto ciò ha inevitabilmente aperto la strada all’attuale drammatica situazione dei mercati. il Presidente Ecco i termini con i quali ogni giorno i nostri imprenditori si rivolgono a noi, portandoci le loro preoccupazioni e i loro timori a fronte di questo torvo scenario. Al di là delle strategie e dei piani di sviluppo ai quali i vari governi rimandano con speranza in termini di lungo periodo, persistono fortissime perplessità per i duri contraccolpi che il nostro sistema economico locale sta subendo e subirà ulteriormente nel breve e medio periodo. Come Associazione rappresentativa della piccola e media industria provinciale, registriamo quotidianamente segni di sofferenza da parte delle aziende che, sempre più spesso, non trovano alternative al ricorso alla Cassa Integrazione, con le ripercussioni e le distorsioni che ciò comporta nel tessuto economico-sociale di un territorio. I consumi sono in crisi, la disoccupazione aumenta e con lei la pressione fiscale che, come rivelano recenti statistiche fornite dall’Istat, colloca il nostro Paese ai primi posti in Europa di questa impopolare classifica: le aziende dovrebbero invece essere incentivate a produrre e ad innovare, ma per fare questo è necessario che gli utili reinvestiti per rafforzare i relativi apparati produttivi e tecnologici vengano defiscalizzati. Dall’altro lato, il sistema bancario, a fronte di una carenza di liquidità, si tutela stringendo il cappio attorno alla volontà di sopravvivere e svilupparsi delle aziende: forte restringimento dell’accesso al credito con richiesta di rientro dei fidi, rifiuto di apertura di linee di credito e dell’anticipazione di fatture, per finire con un sensibile aumento dei tassi di interesse. Non meno complicato è l’accesso alle classiche operazioni di leasing, strumento al quale le imprese sono solite ricorrere per finanziare gli investimenti: le società specializzate, sempre più frequentemente, limitano la concessione di tali tipologie contrattuali e, quando queste ultime vengono accordate, i tassi di interesse e gli spread sono esorbitanti. A ben guardare, le aziende non richiedono in questo momento credito per ristrutturazioni o processi di innovazione, ma per fronteggiare crisi di liquidità, per fronteggiare momenti di difficoltà economica soprattutto se si tratta di nuove imprese non ancora sufficientemente strutturate ed organizzate per gestire questo tipo di contingenza. il Presidente Tale atteggiamento di chiusura porta però verso conseguenze drammatiche perché, di fatto, punisce e mortifica il sistema delle Pmi che rappresenta la linfa della nostra economica producendo il 75% del PIL nazionale. A completare questo pesante ritratto, la contrazione della bilancia delle esportazioni che registra nell’ultimo semestre un – 4% anche verso i paesi extra Unione Europea. Le misure che il Governo adotterà nei prossimi mesi rappresentano certamente un ottimo inizio, ma occorre muoversi anche sul versante locale per dare nuova linfa al senso di responsabilità collettiva proprio delle Istituzioni locali. Pertanto ci rivolgiamo alla Camera di Commercio di Ravenna, ente di riferimento del sistema delle imprese, ed alla Provincia di Ravenna che coordinano tutte le attività inerenti il Tavolo Provinciale per l’Economia e l’Occupazione, auspicando che sia radicata in esse la piena consapevolezza del drammatico scenario che si sta palesando nella nostra economia e della necessità di fronteggiare in modo efficace questo momento di difficoltà. Auspichiamo pertanto che le Istituzioni da Voi presiedute e rappresentate si facciano soggetti attivi, unitamente a tutti gli attori presenti nel tessuto economico locale, nell’adozione di iniziative, in particolare nei confronti del sistema bancario, a tutela delle imprese del territorio, individuando azioni che garantiscano alle aziende gli strumenti per continuare a svolgere l’attività che da sempre sostiene l’economia non solo comprensoriale, ma nazionale. Con la massima disponibilità a trovare ulteriori momenti di approfondimento e confronto su questi temi, porgo i più cordiali saluti. Ing. Renzo Righini