LABORATORIO
STRUMENTI DI VALUTAZIONE DELLO
SVILUPPO LINGUISTICO, MNESTICO E
DELLE FUNZIONI EDUCATIVE
La valutazione del linguaggio
a.a. 2010-2011
Dott.ssa Paola Zanchi
I DISTURBI DEL LINGUAGGIO
Cosa succede quando il linguaggio non
si sviluppa/ si sviluppa in modo
atipico?
I BAMBINI CON RITARDO DI LINGUAGGIO
(LATE TALKERS, LT)
Prima di parlare di DSL parliamo di LT
Definizione di LT: b/i nei quali la comparsa del
linguaggio è ritardata rispetto ai coetanei e che
presentano un vocabolario espressivo inferiore o
uguale al 10° percentile a 24 m e/o assenza di
linguaggio combinatorio a 30 m, pur non
presentando problemi sensomotori, cognitivi,
relazionali (Thal, Reilly, 1997; Chilosi, Cipriani,
Fapore, 2002)
Quante parole? Meno di 50 a 24 m (Rescorla,
1987)
Circa l’8% dei b italiani produce meno di 50
parole a 24 m.
I LT sono a rischio per successivi problemi
specifici del linguaggio o dell’apprendimento
(Bishop, Edmunson, 1987; Rescorla, Schwartz,
1990; Thal, Bates, 1998; Boscolo, Ratner, Rescorl,
2002).
Il ritardo di linguaggio è uno tra i motivi più
frequenti di consultazione clinica in età
prescolare, ma continua ad essere trattato dai
servizi scolastici e assistenziali come una
condizione omogenea, transitoria e a prognosi
favorevole
“Se non parla parlerà”
I BAMBINI LT POSSONO ESSERE DISTINTI
IN
Truly late: b che non
recuperano il ritardo
di linguaggio e
sviluppano
successivamente un
DSL
Late bloomers:
bambini che
recuperano il ritardo
di linguaggio entro
l’età scolare (ritardo
transitorio: recupero
entro i 30-40 m;
recupero tardivo:
entro i 4 aa)
INDICI PREDITTIVI PRECOCI DI SVILUPPO
ATIPICO
Thal e Tobias (1991; 1992): i b che recuperano
possono essere discriminati per la capacità di
comprensione del linguaggio e per l’uso dei gesti
Paul (2000): esistono 3 fattori altamente
predittivi: status socio-economico delle famiglie;
uso della comunicazione; abilità motorie del
bambino.
Fasolo e D’Odorico (2002): diverso grado di
utilizzo della comunicazione gestuale a 20 m che
può essere rappresentativo di un diverso grado di
maturità della funzione simbolica.
•
•
Chilosi et al. (2002): gli indici predittivi variano a
seconda dell’età:
24-30 m: livello di comprensione e
compromissione lessicale;
Da 36 m: livello di sviluppo grammaticale
i b con ritardo recettivo/espressivo
(evoluzione in DSL più probabile) sono
caratterizzati da una difficoltà di processazione
dell’input verbale, mentre i b con deficit limitato
agli aspetti produttivi (ritardi transitori) hanno
una difficoltà nei meccanismi di codifica in output
in cui è coinvolta la WM verbale
Majorano, D’Odorico e Fasolo
Studio condotto su 13 b LT (6 late bloomers e 7
truly late) confrontati con b di pari età
cronologica a sviluppo tipico e b di pari sviluppo
lessicale (più piccoli cronologicamente)
• I LT producono meno parole diverse rispetto ai
coetanei con sv tipico
• I Tl producono un numero maggiore di enunciati
preverbali rispetto ai b con sv tipico di età
inferiore
• I LT producono un numero inferiore di enunciati
di lallazione variata rispetto ai b con sv tipico
• I Tl producono anche un numero minore di
lallazioni canoniche rispetto ai b a sv tipico di età
inferiore e un maggior numero di vocalizzazioni
semplici
Emerge un ruolo fondamentale del sistema fonetico
emergente: i LT, soprattutto i Tl, sembrano
utilizzare un numero molto limitato di fonemi e
avrebbero un livello di complessità sillabica
inferiore, anche rispetto ai b di età inferiore e di
pari sv lessicale
Bambino non produce sillabe nella lallazione
Non utilizza il feedback che deriva dall’ascoltare le
proprie stesse produzioni e non si sensibilizza a
riconoscere le stesse forme nell’ambiente
linguistico quando sono prodotte da altri
Un bambino che parla poco rende sempre minore
l’attivazione linguistica che il caregiver ha
durante l’interazione
COSA OSSERVARE IN ETÀ PRESCOLARE?
3 anni
Difficoltà di comprensione
Assenza di linguaggio
(“non parla, parlerà”)
Linguaggio incomprensibile
Frase telegrafica: senza articoli, preposizioni
(“mamma gioca me”)
Linguaggio a scatti
Inventario fonetico limitato a pochi suoni
Presenza sistematica di un suono
(TATO=gatto, dado, salto….)
Presenza di processi fonologici insoliti o
idiosincratici
NO: NAIE=grande, CIE=scrive,
Sì: CALA:scala, CELLINO: uccellino
4 anni
Difficoltà di comprensione
Frase telegrafica
Frase compromessa (scorretto uso di articoli,
preposizioni….)
“METTO LO GIOCO DELLA SCATOLA”
Difficoltà nell’uso di flessionali verbali “I
BAMBINI MANGIA LA PIZZA”
Persistenza di processi fonologici:
NO: CIMENA per cinema
CAPPA per scarpa
BABANA per banana…..
Presenza di dislalie (accettabile ancora l’assenza
di R,GL,SC,Z sonora, vengono acquisiti per
ultimi)
SI’: LANA per rana
FOIA per foglia
SIMMIA per scimmia
SAMPA per zampa
Assenza dell’abilità narrativa
5 anni
Difficoltà di comprensione linguistica
Inventario fonetico incompleto (quasi completo?)
Presenza di processi fonologici
Difficoltà di strutturazione morfosintattica
Assenza o difficoltà nella competenza narrativa
Assenza
o
difficoltà
nelle
competenze
metafonologiche
INTERVENTO PRECOCE
Monitoraggio attento dello sviluppo del
linguaggio con controlli ravvicinati (2-3 m)
Fornire indicazioni ai genitori per incrementare il
grado di responsività e la qualità delle interazioni
comunicative con il loro bambino
far progredire le abilità del bambino
impedendo che si consolidino e che diventino un
disturbo alla scuola dell’infanzia e primaria
IL PROGRAMMA INTERACT PER LT
Intervento e prevenzione per b dai 24 ai 30 m circa
• Interattivo: si applica alla coppia caregiver/bambino in
interazione
• Naturalistico: rispetta le caratteristiche naturali di
sviluppo del linguaggio
• Tutoriale: sostegno allo sviluppo linguistico del b
• Empatico: utilizza e stimola la comunicazione affettiva
• Reciproco: centramento sul bambino che porta ad uno
scambio paritario
• Attivo: situazioni dinamiche che sollecitano la
comunicazione attiva
• Comunicativo: supporta la comunicazione nelle sue varie
modalità
• Tuning (sintonizzato): l’adulto si pone in sintonia con il
comportamento e l’iniziativa del bambino
OBIETTIVI
Far conoscere ed acquisire ai genitori le strategie
che promuovono la comunicazione e il linguaggio
del bambino
Sviluppare nel genitore la capacità di rilevare i
progressi del bambino
Aiutare e sostenere i bambino nello sviluppo
lessicale e sintattico
ESEMPI DI STRATEGIE
Centrarsi sul bambino e seguire il suo interesse
Parlare con un ritmo lento
Rispettare i turni nella conversazione, lasciando
al bambino il tempo di prendere la parola e di
finire il suo enunciato
Cogliere e confermare (rinforzo) i successi
comunicativi
Fare domande aperte
Semplificare il linguaggio
Ripetere le frasi
Denominare in modo contingente
Imitare ed espandere le produzioni del bambino
Ristrutturare
Aiutare a raccontare eventi
……
DISTURBO SPECIFICO DEL LINGUAGGIO
Definizioni e classificazioni
ICD-10
Inserisce i DSL in:
Mental and Behavioural Disorders (F00-F99)
Disorders of Psychological Development (F80-F89)
F80 DISTURBI SPECIFICI DELL’ELOQUIO E
DEL LINGUAGGIO
Condizioni in cui l’acquisizione delle normali abilità
linguistiche è disturbata sin dai primi stadi dello
sviluppo e nelle quali non sono direttamente
riscontrabili alterazioni neurologiche o anomalie
nei meccanismi fisiologici della parola, deficit
sensoriali, ritardo mentale o fattori ambientali.
Ai DSL sono spesso associati altri problemi, come
difficoltà nella lettura e nella scrittura, nelle
relazioni interpersonali e difficoltà di tipo
emotivo e comportamentale
F80.0 DISTURBO SPECIFICO
DELL’ARTICOLAZIONE DELL’ELOQUIO
È una condizione in cui l’uso dei suoni verbali è
inappropriato rispetto sia all’età cronologica, sia
all’età mentale, ma in cui vi è un normale
sviluppo delle abilità lessicali e grammaticali
F80.1 DISTURBO DEL LINGUAGGIO
ESPRESSIVO
Si tratta di un disturbo specifico evolutivo in cui la
capacità del bambino di esprimersi tramite il
linguaggio è marcatamente al di sotto del livello
atteso per la sua età mentale, ma in cui la
comprensione del linguaggio è nei limiti normali.
Vi possono essere o meno anomalie
nell’articolazione
F80.2 DISTURBO DEL LINGUAGGIO
RECETTIVO
Si tratta di un disturbo evolutivo specifico
caratterizzato da un deficit più o meno grave
della comprensione verbale. In tutti i casi anche
l’espressione del linguaggio è marcatamente
disturbata e sono frequenti le anormalità nella
produzione dei suoni verbali.
F80.3 AFASIA ACQUISITA CON EPILESSIA
(SINDROME DI LANDAU-KLEFFNER)
Viene così definita una condizione in cui un
bambino, con normale sviluppo linguistico, perde
la capacità di comprensione e di espressione del
linguaggio, ma conserva l’intelligenza generale.
L’esordio è tipicamente tra i 3 e i 7 anni; la
perdita del linguaggio si associa a caratteristiche
anomalie elettroencefalografiche, evidenti
soprattutto nel sonno, e in molti casi a crisi
epilettiche
OSSERVAZIONI CRITICHE (GILARDONE ET
AL., 2008)
Il disturbo di articolazione dell’eloquio rimanda a problemi
di ordine effettorio (legata a deficit dello strumento
periferico), pertanto ha poco senso il suo inserimento in
ambito linguistico specifico;
Scorretto definire “recettivo” un disordine che viene poi
descritto sottolineando il fatto che “anche l’espressione del
linguaggio è marcatamente disturbata”; meglio sarebbe
definire queste forme come miste o globali;
L’inserimento della sd di Landau-Kleffner sembra una
forzatura in quanto le chiare anomalie dell’EEG e la
frequente presenza di manifestazioni comiziali rende il
quadro poco inscrivibile in un’area di disturbi specifici o
primari (infatti il DSM-IV non inserisce questa patologia
fra i DSL)
DSM-IV-TR
Inserisce i DSL fra i Disturbi solitamente
diagnosticati per la prima volta nell’infanzia,
nella fanciullezza o nell’adolescenza
DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE
DISTURBO DELL’ESPRESSIONE DEL
LINGUAGGIO
A. i punteggi ottenuti con le misurazioni
standardizzate somministrate individualmente
dello sviluppo della espressione del linguaggio
sono sostanzialmente inferiori rispetto a quelli
ottenuti dalle misurazioni standardizzate sia
dell’abilità intellettiva non verbale che dello
sviluppo della ricezione del linguaggio.
L’anomalia può manifestarsi clinicamente con
sintomi che includono un vocabolario
notevolmente limitato, errori di coniugazione dei
verbi, difficoltà nel ricordare parole o nel
comporre frasi di lunghezza e di complessità
adeguata al livello di sviluppo.
B. le difficoltà di espressione del linguaggio
interferiscono con i risultati scolastici o lavorativi
e con la comunicazione sociale.
C. non risultano soddisfatti i criteri per il
Disturbo Misto della Espressione e della
Ricezione del Linguaggio o per un Disturbo
Pervasivo dello Sviluppo
D. se sono presenti Ritardo Mentale, un deficit
motorio della parola o un deficit sensoriale,
oppure una deprivazione ambientale, le difficoltà
di linguaggio vanno al di là di quelle di solito
associate con questi problemi.
DISTURBO MISTO DELLA ESPRESSIONE E
DELLA RICEZIONE DEL LINGUAGGIO
A. i punteggi ottenuti con una batteria di
misurazioni standardizzate, somministrate
individualmente, dello sviluppo sia della
ricezione che dell’espressione del linguaggio sono
sostanzialmente al di sotto di quelli ottenuti da
misurazioni standardizzate della capacità
intellettiva non verbale. I sintomi includono
quelli del Disturbo della Espressione del
Linguaggio così come difficoltà a capire parole,
frasi, o tipi specifici di parole, come termini
spaziali.
DISTURBO DELLA FONAZIONE
A. incapacità ad usare i suoni dell’eloquio attesi
in base al livello di sviluppo, e adeguati all’età e
alla lingua (per es., errori nella produzione,
nell’uso, nella rappresentazione o
nell’organizzazione dei suoni, come, ma non solo,
sostituzione di un suono per un altro [uso del /t/
al posto del suono /k/] oppure omissioni di suoni
come consonanti finali)
BALBUZIE
A. un’anomalia del normale fluire e della cadenza
dell’eloquio (inadeguati per l’età del soggetto)
caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o
più dei seguenti elementi:
1.
Ripetizioni di suoni e di sillabe
Prolungamento di suoni
Interiezioni
Interruzioni di parole (cioè, pause del discorso colmate o
non colmate)
Circonlocuzioni (sostituzione di parole per evitare parole
problematiche)
Parole emesse con eccessiva tensione fisica
Ripetizione di intere parole monosillabiche
2.
3.
4.
5.
6.
7.
LIMITI DELLE CLASSIFICAZIONI
Validità a fini clinici ed epidemiologici
Limiti: eccessiva semplificazione, non tengono
conto che, all’interno di ciascuna categoria, si
possono trovare deficit linguistici molto diversi
per grado e tipologia
TASSONOMIA DI RAPIN E ALLEN (1983;
RAPIN, 1996)
Ispirata a criteri clinico-linguistici
Pone l’attenzione su sintomi di disordine
linguistico che interessano il livello
conversazionale pragmatico (DD con disordini
dello spettro autistico)
DISTURBI MISTI RECETTIVI/ESPRESSIVI
Agnosia verbale uditiva: grave deficit di comprensione e
di decoding fonologico, con conseguente severo deficit
espressivo. Si tratta di bambini con linguaggio espressivo
assente o produzione verbale fortemente ridotta. Le
difficoltà gravi di decodifica verbale ricorrono più spesso nei
bambini autistici rispetto ai bambini con DSL
Sindrome da deficit fonologico/sintattico: variante più
frequente di disordine linguistico. Espressione
caratterizzata da enunciati brevi e spesso non
grammaticali, la fonologia è deficitaria e il vocabolario
notevolmente ridotto, mentre la comprensione è in genere
meglio conservata.
DISTURBI ESPRESSIVI (COMPRENSIONE
NORMALE O QUASI)
Disprassia verbale: eloquio ipofluente, per difficoltà più o
meno gravi di programmazione articolatoria, errori
fonologici “erratici”, dissociazione automatico/volontaria
Disordine da deficit di programmazione fonologica:
sottotipo fluente, errori per lo più stabili, produzione
talvolta inintelligibile.
DISTURBI DA DEFICIT NEI PROCESSI DI
INTEGRAZIONE CENTRALE
Disordine da deficit lessicale: deficit più o meno severo
di accesso e/o recupero lessicale. La produzione spontanea è
migliore rispetto al linguaggio dialogico, ma la
formulazione del discorso e la comprensione di enunciati
complessi sono inadeguate. Quadro che ricorre sia nei DSL
che nei DGS
Disordine da deficit semantico-pragmatico: verbosità
con difficoltà di comprensione, frequenti problemi di
recupero lessicale, bizzarie nel contenuto e nell’uso del
linguaggio. Sono le capacità conversazionali ad essere
alterate (difficoltà ad iniziare e a mantenere il dialogo,
incapacità di rispettare i turni, scarsa aderenza al contesto,
tendenza a deviare il tema della conversazione). È il
disturbo prevalente nei bambini autistici
CHILOSI E CIPRIANI (2002)
Studio condotto su 180 b con DSL
Utilizzano un sistema di classificazione a due vie
basato su:
Caratteristiche del profilo linguistico in accordo
con le tipologie previste da ICD-10 e DSM (DSL
fonologico, DSL espressivo, DSL espressivorecettivo)
Gravità, valutata in termini di estensione
(numero di aree linguistiche colpite) ed entità del
disturbo (gradi di compromissione di ogni singola
area linguistica)
•
•
INDIVIDUANO 4 RAGGRUPPAMENTI
SINDROMICI
1.
Disturbo fonologico isolato
•
Massima incidenza in età prescolare
Prevalenza nei maschi
Elevata familiarità per DSL e/o DSA
Bassa incidenza di ritardo nello sviluppo
motorio
Assenza di episodi convulsivi e anomalie EEG
Incidenza di pregressa patologia dell’apparato
uditivo in oltre 1/3 dei bambini
•
•
•
•
•
2. Ritardo specifico espressivo
•
•
•
•
•
Massima incidenza in età prescolare
Prevalenza nei maschi
Familiarità per DSL e DSA elevata ma minore
rispetto a disturbo fonologico isolato
Bassa incidenza di ritardo di sviluppo motorio, di
anomalie EEG e di episodi convulsivi
Minore incidenza di pregressa patologia
dell’apparato uditivo
3. Disturbo specifico espressivo
•
•
•
•
•
Incidenza maggiore in età scolare
Prevalenza nei maschi
Elevata familiarità per DSL e DSA
Maggiore incidenza di ritardo nello sviluppo
motorio, anomalie EEG ed episodi convulsivi
rispetto ai due precedenti
Pregressa patologia dell’apparato uditivo
presente in circa 1/3 dei bambini
4. Disturbo specifico recettivo-espressivo
•
massima incidenza in età scolare
Prevalenza nei maschi, seppur in misura minore
rispetto ai tre precedenti
Minore frequenza di familiarità per DSL e DSA
Riscontro frequente di ritardo nello sviluppo
motorio e di segni di immaturità nella motricità
fine
Massima incidenza, rispetto agli altri sottotipi, di
episodi convulsivi e di anomali EEG. Incidenza di
pregressa patologia dell’apparato uditivo in oltre
1/3 dei b.
•
•
•
•
GILARDONE, CASETTA, LUCIANI (2007)
DSL di tipo fonologico: compromissione del
sistema fonologico in bambini che presentano una
sostanziale adeguatezza a livello semanticolessicale e morfologico-sintattico (possiedono un
vocabolario sufficientemente ricco sia in
produzione che in comprensione e sono in grado
di strutturare una frase in modo corretto e
adeguato per l’età anagrafica.
DSL di tipo complesso espressivo: maggiore
compromissione dei canali espressivi rispetto al
tipo precedente che coinvolge, oltre al sistema
fonologico, anche le abilità semantico-lessicali e
morfologico-sintattiche. Si notano dunque
povertà lessicale, difficoltà di accesso lessicale,
incompletezza strutturale della frase, inadeguata
competenza narrativa. Si osservano in parallelo
livelli accettabili di comprensione.
DSL di tipo complesso globale: marcata
inadeguatezza linguistica che coinvolge sia il
versante espressivo che quello recettivo della
comunicazione verbale.
DISTURBO EVOLUTIVO DI LINGUAGGIO
SECONDARIO
Qualsiasi inadeguatezza linguistica (che comporti
cioè alterazioni di una o più delle competenze
pragmatica, fonologica, semantica, morfologica e
sintattica in produzione e/o comprensione) che si
manifesti durante il periodo di sviluppo, con
relativa compromissione più o meno marcata del
linguaggio stesso, in soggetti che presentano uno
o più dei seguenti quadri:
Ritardo cognitivo (es. SD di Down);
Disturbi generalizzati dello sviluppo;
Disturbi gravi della funzione uditiva;
Importante disagio socio-culturale