Sindrome di Down (trisomia 21) Rischio statistico È la patologia cromosomica più frequente alla nascita e compatibile con la sopravvivenza; è detta sindrome di Down dal nome dello studioso che per primo la descrisse, Langdon Down, nel 1866; trisomia 21 perché caratterizzata dalla presenza di 3 cromosomi a livello della coppia numero 21. Si tratta di una sindrome complessa, dalle varie forme, ma che comporta sempre un ritardo mentale grave, associato a volte a malformazioni congenite di vario tipo, suscettibilità alle infezioni e morte precoce in età giovanile (30-40 anni al massimo). In Italia nel 1988 la sua incidenza alla nascita è stata di 1 ogni 758 neonati, molto elevata se si considera che il 78% delle gravidanze in cui è stata fatta una diagnosi precoce di questa malformazione viene interrotta. È una delle forme più conosciute perché questi soggetti vivono relativamente a lungo, tanto da sopravvivere a volte ai loro stessi genitori e inoltre perché più di altre è stata messa in relazione con l'età materna. La probabilità infatti di avere un bambino affetto da sindrome di Down o altri tipi di anomalie cromosomiche aumenta con l'aumentare dell'età della madre, probabilmente per un difetto di mancata disgiunzione del corredo genetico nella costituzione dell'ovulo. Non si conosce ancora niente di sicuro per quanto riguarda il rischio legato all'età del padre, ma comunque sembra che il 25% di queste forme sia dovuta ad un difetto di non disgiunzione a livello dello spermatozoo. L'aspetto cromosomico della sindrome di Down è nel 90% dei casi una trisomia 21 primaria omogenea, nel 6% a mosaico e nel 4% per traslocazione, cioè per riarrangiamento strutturale. Di questo 4% la metà circa è dovuta a riarrangiamenti strutturali presenti in uno dei 2 genitori che però si sbilanciano nel feto. Questi ultimi sono i casi cosiddetti ereditari, che rappresentano però una minima parte rispetto al totale. È da notare inoltre come il 4% circa dei genitori di soggetti Down presenti alcune linee cellulari di mosaicismo. 1/4 Sindrome di Down (trisomia 21) Sarà pertanto utile che le madri di bambini con trisomia 21 eseguano la ricerca dei cromosomi sul loro sangue, in modo da identificare il rischio di essere portatrici di una simile alterazione. Per i fratelli o i parenti di soggetti Down, purché il loro corredo cromosomico sia normale, non esiste un rischio di avere bambini affetti da questa sindrome superiore a quello della popolazione generale di pari età. Nei genitori invece di età inferiore a 35 anni il rischio di avere un secondo figlio affetto da sindrome di Down è 10 volte superiore a quello della popolazione generale. Come si è detto il 6% delle sindromi di Down è una forma a mosaico che si verifica quando l'anomalia è presente solo in una parte delle cellule del soggetto. Non esiste però un rapporto diretto tra il numero delle linee cellulari normali e il miglioramento del quadro clinico, per cui soggetti con identico livello di mosaicismo possono essere compromessi in modo molto differente e viceversa mosaicismi diversi tra loro possono esitare in un identico aspetto. La diagnosi cioè di un mosaicismo non riduce la gravità della patologia. Anche se il soggetto Down presenta aspetti caratteristici e a tutti noti è importante sottolineare come i vari segni morfologici non possono essere considerati patognomonici; la presenza cioè di alcuni di questi segni non può da sola essere sufficiente alla diagnosi, in quanto spesso presenti in soggetti del tutto normali. Esempio di questi segni sono la linea delle 4 dita (detto segno di Maria), il taglio obliquo degli occhi, alcune cardiopatie. La sindrome di Down è quindi definibile come un insieme di malformazioni minori e maggiori cui si associa costantemente un grave deficit mentale. I bambini colpiti dalla sindrome di Down imparano a camminare, parlare, mangiare, a vestirsi da sé, ma imparano molto più lentamente degli altri. Sono però molto socievoli e vanno d’accordo con gli altri molto facilmente. Il fatto che il progresso della medicina permetta a questi soggetti di vivere anche fino a 50 anni impone ai loro genitori di programmare le speciali cure di cui hanno bisogno per un lungo periodo. Il bambino Down solo se inserito in un contesto familiare sereno ed equilibrato e col sostegno di strutture specializzate può raggiungere il suo sviluppo ottimale, che gli consente di realizzare traguardi di autonomia e di apprendimento altrimenti impensabili. 2/4 Sindrome di Down (trisomia 21) Sindrome di Down da traslocazione La Sindrome di Down è dunque una alterazione cromosomica consistente nella presenza nelle cellule di un individuo di un cromosoma n. 21 in più. In questi soggetti sono presenti cioè 3 cromosomi n. 21, da cui il nome di Trisomia 21, responsabili di grave ritardo mentale e difetti fisici tipici, riconoscibili fin dalla nascita. Nella maggior parte dei casi si tratta di una evenienza casuale, dovuta ad un difetto di disgiunzione del cromosoma n. 21 delle cellule uovo della madre che presentano quindi fin dall'inizio un cromosoma 21 in più. Questa forma di Sindrome di Down non è ereditaria ma solo collegata in modo proporzionale all'età della madre (come descritto più avanti). Se un vostro parente ne è affetto probabilmente il vostro rischio non è più alto di un'altra persona qualsiasi della vostra stessa età. In una minoranza di casi però la Sindrome di Down è ereditaria e presente varie volte in una famiglia. Questa forma è detta da traslocazione. In questo caso uno dei due genitori ha 45 cromosomi più 1 che presenta un cromosoma 21 attaccato, cioè fuso insieme. Entrambi i genitori sono sani ma presentano un rischio maggiore di avere un figlio con la Sindrome di Down, indipendentemente dalla loro età. Se quindi avete avuto un bambino con la Sindrome di Down il vostro rischio potrebbe essere molto più alto della media, perché potrebbe trattarsi della forma ereditaria. Per conoscere in questo caso il rischio esatto sarà opportuno sottoporsi ad un test sul proprio sangue per sapere se si è portatori di una traslocazione simile. Questo esame su sangue periferico si può effettuare sul genitore o sul parente affetto da sindrome di Down per sapere se si tratta della forma ereditaria. Se si suppone che in una famiglia sia presente la sindrome di Down da traslocazione, i futuri genitori dovrebbero sottoporsi al test del cariotipo sul sangue periferico per vedere se essi portano il cromosoma 21 ricombinato. Se l'uno o l'altro componente della coppia ha il 3/4 Sindrome di Down (trisomia 21) cromosoma traslocato, diviene opportuno passare all'esame prenatale del loro bambino tramite l'amniocentesi o il prelievo dei villi coriali. 4/4