Il Brasile Mondiale. Tra innovazione e tensioni sociali

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Incontro‐dibattito in occasione dell’uscita di Aspenia 64 Il Brasile Mondiale. Tra innovazione e tensioni sociali Roma, 8 aprile 2014 Sintesi dell’intervento di Cledorvino Belini CEO di Fiat Chrysler America Latina Il Brasile è un’economia grande, complessa e diversificata, nella quale spiccano l’agribusiness, la produzione di materie prime ed un ampio settore industriale. È saldamente sostenuta da un mercato interno di duecento milioni di abitanti e nelle classifiche delle economie mondali oscilla tra la sesta e settima posizione. Stiamo festeggiando vent’anni di stabilità dell’economia e quasi trent’anni di ridemocratizzazione del paese. Abbiamo sconfitto l’iperinflazione nel 1994 e adottato il Real come moneta. Governi eletti democraticamente si sono succeduti e ognuno ha assolto un compito storico importante. Dopo la stabilizzazione dell’economia, abbiamo avuto la modernizzazione dei settori strategici, quali la siderurgia, l’energia e le telecomunicazioni. Abbiamo poi adottato uno dei più ampi programmi di inclusione sociale del mondo, che ha riscattato dalla povertà milioni di famiglie e ha inserito circa quaranta milioni di persone nel mercato di consumo. Ci sono due visioni sulla situazione attuale del Brasile: c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e chi vede il bicchiere mezzo pieno. Cominciamo citando i problemi attuali. La fiducia del consumatore e dell’industria è diminuita e gli economisti ritengono che il prossimo anno l’inflazione si aggirerà intorno alla cifra indicata dal Banco Centrale, che è del 6,5% nell’anno. E questo continuerà a spingere i tassi di interesse verso l’alto. Il sistema infrastrutturale brasiliano è antiquato e necessita urgentemente di modernizzazione. Abbiamo fatto alcuni passi per migliorare le nostre città, per accogliere i visitatori che arriveranno in occasione della Coppa del Mondo di calcio. Molto però c’è ancora da fare per migliorare la competitività del Paese. Questo è per chi vede il bicchiere mezzo vuoto. Io, che sono un ottimista convinto, preferisco dire che il bicchiere è mezzo pieno. Ecco perché. Abbiamo un’economia diversificata e un mercato interno forte. Il Brasile è un paese di dimensioni continentali, con demografia favorevole, con una sola lingua, senza problemi religiosi. La classe media è in crescita e con maggiore potere di acquisto e accesso al credito. 1 © Questo documento è stato realizzato in esclusiva per Aspen Institute Italia Il Brasile Mondiale. Tra innovazione e tensioni sociali Abbiamo a nostro favore il bonus demografico, situazione in cui la proporzione tra la popolazione economicamente attiva e la popolazione totale raggiunge il punto più favorevole per l’espansione economica. Il nostro Prodotto Interno Lordo nel 2013 è stato di 2,2 trilioni di dollari, con una crescita del 2,3% in relazione al 2012. L’accesso al credito è cresciuto del 10%. Le sofferenze sono scese dal 5,5% al 4,4% e il nostro indice di disoccupazione è al 5,5%, il più basso della storia. Le riserve internazionali del Brasile ammontano a 378 miliardi di dollari e il debito pubblico è del 58% rispetto al PIL. Il governo torna a dare priorità alla triade economica: livello d’inflazione, cambio fluttuante e responsabilità fiscale. È chiaro che non tutto va bene ed è necessario stare attenti. Ma certo è difficile negare che il bicchiere sia anche mezzo pieno. Lo spiego meglio portando l’esempio dell’industria automobilistica, dove la Fiat è leader di mercato. Nel 1977, primo anno della presenza in Brasile, la Fiat Automóveis ha venduto 63 mila veicoli, a fronte di un mercato totale di 750 mila automobili. Da allora, il mercato è cresciuto in maniera esponenziale e Fiat molto di più: nel 2013, abbiamo venduto 763 mila automobili e commerciali leggeri su un totale di 3,6 milioni di unità. In 36 anni, il mercato è cresciuto del 380% e la Fiat più del mille per cento. Il Brasile ha ancora bisogno di sviluppare le infrastrutture e, soprattutto, il sistema educativo e la sicurezza pubblica. Ma questi non sono soltanto problemi, costituiscono anche opportunità. La necessità di investire in aree quali produzione di energia, telecomunicazioni, porti, aeroporti, strade, in soluzioni di mobilità, rappresenta soprattutto una grande occasione per gli investitori brasiliani e stranieri. È bene sottolineare che il Brasile è un paese aperto all’investimento estero, che valorizza il capitale produttivo. Per questo motivo è un paese che può offrire molto all’Unione Europea. Le grandi riserve di materie prime e l’immenso potenziale di produzione dell’agroindustria rendono strategico per il Brasile un accordo bilaterale di commercio e cooperazione con la Ue, alla quale può offrire un grande mercato, molto attivo e attento alle novità. 2 © Questo documento è stato realizzato in esclusiva per Aspen Institute Italia 
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