13_La_storia_del_taxolo

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STORIA DEL TAXOLO
Da quando è disponibile (1992 in Usa, 1993 in Europa), il taxolo ha portato nuove speranze
ai malati di cancro migliorando sia la loro qualità di vita che la sopravvivenza. Oggi, a più di
30 anni dalle prime ricerche e a 10 anni dalla sua introduzione nella pratica clinica, il
taxolo ha ricevuto l’approvazione delle autorità registrative di 75 Paesi per il
trattamento di 3 forme di tumore (seno, ovaio e polmone) e continua ad essere oggetto di
nuove ricerche. Ripercorriamo le tappe fondamentali di questo cammino.
1958: la scoperta. Il National Cancer Institute (NCI) avvia un programma per esaminare
35.000 specie botaniche allo scopo di trovare un principio attivo contro le cellule cancerose.
Uno dei campioni esaminati proveniva dalla costa californiana del Pacifico: era la corteccia
dell'albero dello yew (Tasso o Taxus brevifolia), citata spesso nelle tradizioni antiche come
‘il medico della foresta’. Le sue proprietà condussero i ricercatori americani alla scoperta di
un agente anticancro che venne battezzato ‘taxolo’.
1963: la conferma. I ricercatori Monroe Wall e M.C. Wani del Research Triangle Institute
in North Carolina scoprono che il taxolo ricavato dalla corteccia dello yew tree ha attività
anti-tumorale.
1971: principio isolato. Gli stessi scienziati identificano il composto 17 come principio
attivo. Lo sviluppo viene però sospeso a causa di difficoltà relative all’estrazione e alla
lavorazione del composto.
1979: scoperto il meccanismo. Susan Horwitz dell’Albert Einstein College of Medicine di
New York scopre l’originale meccanismo d’azione del taxolo cioè la stabilizzazione della
tubulina.
1983: via agli studi clinici. Il National Cancer Institute avvia studi clinici per valutare
l’impiego del taxolo contro numerosi tipi di tumore.
1989: arriva il primo risultato. Il 30% delle pazienti con tumore dell’ovaio in cura con
taxolo al Johns Hopkins Oncology Center rispondono positivamente al trattamento. Il
National Cancer Institute invita le aziende farmaceutiche a collaborare alle sperimentazioni.
1990: …e ora il confronto. Il National Cancer Institute inizia la fase III dello studio per
confrontare l’efficacia del taxolo rispetto a quella dei farmaci tradizionali.
1991: chi lo svilupperà? Il National Cancer Institute sceglie Bristol-Myers Squibb quale
partner per la produzione e commercializzazione del nuovo farmaco antitumorale.
1992: OK negli States per l’ovaio. La Food and Drug Administration (FDA) autorizza
negli Usa l’impiego del taxolo per il trattamento del tumore avanzato dell’ovaio recidivato.
1993: OK anche in Europa. Il programma di studi clinici sul taxolo riceve la prima
approvazione dall’Agenzia Europea di Controllo sui medicinali (EMEA) che quindi ne
autorizza l’impiego con la stessa indicazione valida negli Usa.
1994: OK anche per il seno. Il taxolo è approvato dall’EMEA anche per il trattamento del
cancro del seno metastatico quando la terapia standard con antraciclina non sia ritenuta
possibile o sia risultata inefficace.
1996: per l’ovaio è standard. Il taxolo in associazione con cisplatino diventa la terapia
standard per il trattamento di prima linea del carcinoma avanzato dell’ovaio.
1998: OK anche per il polmone. Il taxolo in associazione con cisplatino è approvato in
Europa per il trattamento di prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule nei
pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico e/o a trattamento radiante.
1999: multidose e adiuvante. Per facilitare la somministrazione, Bristol-Myers Squibb
mette a punto una fiala multidose; negli USA l’FDA lo approva nel trattamento adiuvante
del tumore del seno con linfonodi positivi, somministrato dopo trattamento standard con
antraciclcina.
2000: anche la Svizzera approva taxolo per il trattamento adiuvante del tumore del seno.
2003: l’ultima indicazione. Il taxolo è approvato in Europa in combinazione con
trastuzumab per il trattamento di prima linea del tumore del seno avanzato o metastatico in
pazienti in cui il tumore iper-esprime il recettore HER-2 (3+) e per quelli per cui
l’antraciclina non è indicata.
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