Psicologia Daniel Goleman Intelligenza emotiva 1995 PERCHÈ LEGGERE QUESTO LIBRO In questo lavoro pionieristico Daniel Goleman, psicologo di fama mondiale, ha introdotto a milioni di lettori il concetto di intelligenza emotiva, cioè l’abilità nel gestire le emozioni dalla quale deriva l’80 per cento del successo nella vita. Le sole facoltà razionali, spiega Goleman, nella vita non bastano, perché non sempre chi ha un alto quoziente intellettivo ha successo nel lavoro o nelle relazioni interpersonali. Molto più rilevanti sono la capacità di dirigere il proprio stato interiore, di dirigere le proprie emozioni, di comprendere le emozioni degli altri e di auto-motivarsi. Queste capacità vengono generalmente instillate, o distrutte, durante l’infanzia. Anche da adulti, tuttavia, si possono imparare. Questo best-seller di Goleman, tradotto in trenta lingue, ha aperto dunque un nuovo campo sterminato nello studio dell’intelligenza individuale. 2 PUNTI CHIAVE Il quoziente intellettivo contribuisce solo per il 20 per cento del successo della vita; tutto il resto proviene dalla intelligenza emotiva. Le cinque aree dell’intelligenza emotiva sono la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni, l’auto-motivazione, l’empatia e la gestione delle relazioni interpersonali. Gli esseri umani hanno due menti che funzionano in modo indipendente: una che pensa e una che sente. Occorre trovare un equilibrio tra la ragione e l’emozione. L’intelligenza emotiva si esprime al massimo nelle situazioni di “flusso”. L’intelligenza sociale è importante nel matrimonio, nel lavoro, nella medicina, nell’educazione. L’intelligenza emotiva si forma da bambini, ma può essere imparata e coltivata. RIASSUNTO La biologia dell’intelligenza e delle emozioni Negli ultimi anni sono state fatte molte ricerche sulla biologia della personalità e delle emozioni, che hanno individuato diversi aspetti determinati dalla genetica. Queste scoperte hanno però hanno sollevato due questioni: fino a che punto una persona può modificare la propria personalità? E perché alcune persone intelligenti falliscono nella vita, mentre altre meno intelligenti prosperano? Per rispondere a queste domande occorre prendere in considerazione una serie di abilità che rientrano in quella che viene chiamata intelligenza emotiva. L’evoluzione ha sviluppato le emozioni negli esseri umani per aiutarli ad affrontare situazioni pericolose e ad agire rapidamente di fronte al pericolo. L’uomo moderno conserva il sistema emozionale dei propri antenati preistorici, che affrontavano regolarmente situazioni in cui era in gioco la vita o la morte. Nella società moderna quelle GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 3 emozioni ancestrali possono quindi sopraffare il pensiero logico. In un certo senso è come se ogni persona avesse due menti, una che pensa e una che sente. La mente intellettuale consente a una persona di ragionare e di riflettere, mentre la mente emozionale è più rapida e impulsiva. Di solito queste due menti lavorano in armonia, ma i sentimenti intensi a volte permettono alla mente emotiva di dominare la mente razionale. I centri emotivi del cervello si sono evoluti per primi. La parte più primitiva del cervello è il sistema limbico che avvolge il tronco cerebrale, dal quale derivano i centri emozionali, che influenzano anche la memoria e l’apprendimento. Milioni di anni dopo, nel corso dell’evoluzione, da questi centri emozionali si evolsero le aree del cervello pensante, la neocorteccia. Quindi molto prima che esistesse un cervello razionale, esisteva già quello emozionale. Sopra il tronco cerebrale si trova, su entrambi i lati del cervello, l’amigdala, che è specializzata nelle questioni emozionali. Se viene rescissa dal corpo si verifica una sorta di “cecità affettiva”: l’individuo diventa incapace di valutare il significato emozionale degli eventi e le interazioni umane perdono interesse. L’amigdala funziona anche come archivio della memoria emotiva, consentendo di avere vividi ricordi di piacere o di pericolo. In una situazione di crisi l’amigdala reagisce quasi istantaneamente, molto più rapidamente della neocorteccia. Spinto dalla collera o dalla paura, il cervello emotivo può agire indipendentemente dal pensiero razionale. Quando l’amigdala si attiva e la neocorteccia non riesce a controllarla, l’individuo sperimenta un vero e proprio “sequestro emozionale”. Mentre l’amigdala spinge all’azione, la corteccia funziona come un ammortizzatore, soffocando o controllando i sentimenti. Il nostro modo di comportarci nella vita è dunque determinato da entrambe le menti: non dipende solo dal quoziente intellettivo ma anche dall’intelligenza emotiva, senza la quale l’intelletto non può funzionare al meglio. La complementarità del sistema limbico e della neocorteccia significa che entrambi sono componenti essenziali a pieno diritto della vita mentale. Quando interagiscono bene tra loro, l’intelligenza emotiva si sviluppa, e altrettanto fanno le capacità intellettuali. Invece GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 4 di cercare di eliminare i sentimenti, le persone dovrebbero sforzarsi di trovare un intelligente equilibrio tra ragione ed emozione. La rilevanza limitata del Quoziente Intellettuale Un fatto noto della psicologia è la relativa incapacità dei voti scolastici e dei punteggi nei test sul Quoziente Intellettuale di prevedere quali individui avranno successo nella vita. Al massimo il QI contribuisce in ragione del 20 per cento ai fattori che determinano il successo nella vita, mentre il resto dipende da altre abilità che possono essere riassunte sotto il nome di intelligenza emotiva, come la capacità di motivare se stessi e persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare. Mentre sul QI esiste una storia ormai secolare di ricerche condotte su centinaia di migliaia di soggetti, l’intelligenza emotiva è un concetto nuovo, ma i dati disponibili indicano che può essere un fattore molto più potente. L’analisi del QI, ad esempio, spiega ben poco del diverso destino di individui con talenti, istruzione e opportunità apparentemente simili. Sapere che una persona è stata uno studente modello significa solo sapere che è straordinariamente abile nelle prestazioni scolastiche, ma non ci dice nulla sul modo in cui essa reagisce alle vicissitudini della vita. L’intelligenza accademica non offre pressoché alcuna preparazione per superare i travagli e cogliere le opportunità che la vita porta con sé. Molti dati dimostrano invece che le persone competenti sul piano emozionale, cioè quelle che sanno controllare i propri sentimenti, leggere quelli degli altri e trattarli efficacemente, si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita. Gli individui con capacità emozionali ben sviluppate hanno anche maggiori probabilità di essere contenti ed efficaci nella vita, essendo in grado di adottare gli atteggiamenti mentali che alimentano la produttività. Coloro che non riescono ad esercitare un certo controllo sulla propria vita emotiva combattono invece delle battaglie interiori che finiscono per sabotare la loro capacità di concentrarsi sul lavoro e di pensare lucidamente. GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 5 Conoscere se stessi Sono cinque gli ambiti principali in cui si manifesta l’intelligenza emotiva: l’autoconsapevolezza, ovvero la conoscenza delle proprie emozioni; il controllo delle emozioni; la motivazione di se stessi; l’empatia, ovvero il riconoscimento delle emozioni altrui; la gestione delle relazioni. I sentimenti sono spesso nascosti. La consapevolezza di sé richiede un’attenzione continua ai propri stati interiori, comprese le emozioni. È la conoscenza del nostro umore, e dei pensieri riguardo il nostro umore. Ai fini pratici, l’auto-consapevolezza coincide con la capacità di cambiare il proprio stato d’animo. Schiavi delle passioni Fin dagli antichi greci la padronanza di sé, cioè la capacità di resistere alle tempeste emotive causate dalla sorte avversa, sono state viste come una virtù. Eppure, la vita senza passione sarebbe noiosa e desolata. Anche se gli eccessi emozionali vanno frenati, la soppressione delle emozioni non è auspicabile, perché ogni sentimento ha il suo valore e il suo significato. Occorre allora perseguire una posizione intermedia: le emozioni devono essere appropriate, cioè proporzionate alla circostanza. Saper controllare le proprie emozioni penose è la chiave del nostro benessere psicologico, perché i sentimenti estremi, cioè le emozioni che diventano troppo intense o durano troppo a lungo, minano la nostra stabilità. Gestire le proprie emozioni è come un lavoro a tempo pieno. Molte delle cose che le persone fanno ogni giorno, soprattutto nel tempo libero, sono tentativi di gestire l’umore. Leggere un romanzo, guardare la televisione, scegliere un’attività o alcuni amici può essere un modo per sentirsi meglio. L’arte di tranquillizzare e confortare se stessi è una capacità fondamentale nella vita. Controllare la collera GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 6 Una delle emozioni più difficili da controllare è la collera, in parte perché la rabbia è energizzante e a volte perfino tonificante. Uno dei suoi fattori scatenanti è la sensazione di trovarsi in pericolo, anche solo nella propria autostima o dignità. La collera tende ad autoalimentarsi, e se il processo non viene fermato le persone possono diventare implacabili e non sentire più ragioni: tutti i loro pensieri ruotano attorno alle idee di vendetta e rappresaglia, incuranti delle possibili conseguenze. Questo elevato livello di eccitazione alimenta un’illusione di invulnerabilità che facilità l’aggressività. Per gettare acqua sopra questo fuoco interiore occorre reinquadrare la situazione in termini più obiettivi. Si può ottenere una completa sedazione purché l’informazione capace di mitigare la collera arrivi prima che questa si scateni. Altri sistemi per disinnescare la collera sono l’allontanamento e la distrazione, aspettando che l’adrenalina si estingua in un ambiente nel quale ci siano scarse probabilità di imbattersi in altri fattori che possano stimolare l’ira. Esiste un mito secondo cui è positivo sfogare la rabbia. In verità dare libero sfogo alla collera non raffredda, ma prolunga questo stato d’animo. Gestire l’ansia e la depressione Per controllare l’ansia, invece, il sistema migliore è quello di mettere in discussione i pensieri che generano preoccupazione, assumendo un atteggiamento critico verso i loro assunti. Questo sano scetticismo innesca un’attività mentale incompatibile con la preoccupazione, perché toglie efficacia persuasiva ai pensieri molesti. Anche la socializzazione, facendo qualcosa con i famigliari o gli amici, è una buona tattica per combattere la depressione. È utile paragonandosi a coloro che stanno peggio (“Dopotutto, non sto così male”). Questi confronti verso situazioni meno felici della nostra hanno un effetto sorprendentemente rasserenante. Infine, una strategia efficace per sollevare il morale è quella di aiutare altre persone in difficoltà. Poiché la depressione è alimentata da pensieri e preoccupazioni su se stessi, nel momento in cui aiutiamo altre persone sofferenti ci sentiamo sollevati. GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 7 Usare le emozioni per raggiungere gli obiettivi Quando le emozioni prevalgono sulla concentrazione annientano la “memoria di lavoro”, cioè l’abilità di tenere a mente tutte le informazioni rilevanti per portare a termine ciò che stiamo facendo. All’opposto, la prevalenza di sentimenti di entusiasmo, fervore e fiducia in se stessi genera la motivazione necessaria a realizzare i propri obiettivi. Gli studi condotti su atleti olimpionici, musicisti di fama mondiale e grandi maestri di scacchi hanno messo in evidenza che l’aspetto comune a tutti questi individui è la capacità di auto-motivarsi in modo da sopportare durissimi programmi di studio o di allenamento. Tale ostinazione dipende soprattutto dai tratti emotivi della personalità, ad esempio la capacità di provare entusiasmo ed essere perseveranti, nonostante gli insuccessi. La capacità psicologica più importante è probabilmente quella di saper resistere agli impulsi. Essa è alla base di ogni tipo di autocontrollo emotivo, perché tutte le emozioni si traducono in un impulso ad agire. La capacità di rinviare la gratificazione contribuisce in modo importante e indipendente dal QI al successo dell’individuo. Anche l’ottimismo e la speranza sono atteggiamenti emotivi di grande importanza. La speranza è la convinzione di avere sia la volontà sia i mezzi per raggiungere i propri obiettivi. Essere ottimisti o inclini alla speranza significa possedere l’abilità di rassicurarsi nei momenti difficili convincendosi che le cose andranno meglio, la flessibilità nell’escogitare modi diversi per raggiungere gli obiettivi, la capacità di frantumare un compito di formidabile difficoltà in tanti più piccoli e maneggevoli. La massima espressione dell’intelligenza emotiva è lo stato di “flusso”, che si verifica quando qualcuno supera se stesso in un’attività che ama. Si tratta di un’esperienza stupenda, una sensazione di gioia spontanea e di rapimento. Gli individui sono assorbiti in ciò che stanno facendo e prestano attenzione esclusivamente al loro compito. Il flusso è uno stato in cui l’individuo si disinteressa di sé, l’opposto del rimuginare e del preoccuparsi. L’individuo non indugia a pensare al successo o al fallimento, ma trae intensa soddisfazione dal controllo magistrale sull’attività che sta svolgendo. Indurre uno GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 8 stato di flusso nei bambini, cioè dando loro una motivazione interiore, è di gran lunga più efficace del tentativo di spronarli con le minacce o con la promessa di una ricompensa. Empatia L’empatia è la capacità di essere in sintonia con i sentimenti altrui, e di leggere le emozioni degli altri da indizi non verbali. L’empatia aiuta nelle relazioni interpersonali perché favorisce la simpatia, l’estroversione e una maggiore sensibilità. In genere l’empatia è legata all’autoconsapevolezza, perché quanto più siamo aperti verso le nostre emozioni, tanto più abili saremo anche nel leggere i sentimenti altrui. È possibile rintracciare il germe dell’empatia fin dalla prima infanzia, e in generale le donne sono più empatiche degli uomini. La completa assenza di empatia è presente nei criminali psicopatici, negli stupratori e nei molestatori di bambini. Anche quando il cervello emozionale sta scatenando una forte reazione, ad esempio un collera violenta, l’empatia è scarsa o addirittura assente. Per essere empatica, una persona deve essere abbastanza calma e ricettiva da poter ricevere i sottili segnali emozionali emessi da un’altra persona e mimarli nel proprio cervello emozionale. L’abilità sociale L’autocontrollo e l’empatia sono alla base di quell’arte raffinata delle relazioni con la quale si riescono a controllare le emozioni di qualcun altro. Queste abilità sociali consentono all’individuo di plasmare un’interazione, di trovarsi bene nelle relazioni intime, di mobilitare, ispirare, persuadere e influenzare gli altri, mettendoli nel contempo a proprio agio. La mancanza di queste capacità può invece portare un individuo intellettualmente brillante a colare a picco nelle sue relazioni, rivelandosi arrogante, antipatico o insensibile. GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 9 Prese insieme, le abilità sociali costituiscono l’essenza stessa della brillantezza nei rapporti personali, gli ingredienti necessari per il fascino, il successo sociale, il carisma. Coloro che sono dotati dell’intelligenza sociale entrano con disinvoltura in rapporto con gli altri, sono abili nel leggere le loro reazioni o sentimenti, sanno fare da guide o organizzatori e riescono a comporre le dispute. Essi sono per natura dei leader. L’intelligenza emotiva nel matrimonio Lo sviluppo emozionale è diverso nei bambini e nelle bambine. Le femmine già a tredici anni sono più abili, mentre i maschi sono meno sofisticati. I giochi femminili sono svolti in piccoli gruppi dove regna l’intimità e la cooperazione; i giochi maschili si svolgono in gruppi più numerosi, nei quali viene dato massimo risalto alla competizione. I maschi amano parlare di fatti, le femmine cercano invece dei legami emozionali. Per questa ragione le bambine diventano brave a leggere i segnali emozionali non verbali, mente i maschi imparano a nascondere le emozioni che possono renderli vulnerabili. Questa diversa educazione emotiva può generare incomprensioni nel matrimonio. Le donne sono più esplicite nelle loro lamentele, mentre gli uomini non capiscono cosa vanno cercando le loro mogli. Per le mogli l’intimità significa parlare della relazione in se stessa, ma i mariti spesso cercano di eludere la discussione sugli aspetti problematici della relazione, arrivando talvolta a vere e proprie forme di ostruzionismo, diventando inespressivi, ritirandosi dalla conversazione o rispondendo con impassibilità e silenzio. Nell’85 per cento dei casi il marito giunge all’ostruzionismo in risposta a una moglie che lo attacca con disprezzo e atteggiamento critico. Nel rapporto di coppia l’intelligenza emotiva si manifesta quando uomini e donne riescono a superare le loro innate differenze di genere: gli uomini devono affrontare le discussioni sulla relazione, mentre le donne non devono attaccare il marito sul piano personale (“sei il solito egoista”) ma portare critiche solo su questioni specifiche. L’intelligenza emotiva sul lavoro GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 10 Anche all’interno delle aziende l’intelligenza emotiva oggi viene tenuta in grande considerazione. Quando gli individui sono turbati o sconvolti, infatti, non sono più in grado di imparare o prendere decisioni lucide. L’intelligenza emotiva si manifesta nell’essere in sintonia con i sentimenti delle persone con le quali trattiamo, riuscire a gestire i diverbi in modo da non farli degenerare, avere la capacità di entrare in uno stato di flusso mentre lavoriamo. Il successo di un gruppo non è determinato dalla media del quoziente intellettivo dei suoi membri, ma dalla loro intelligenza emotiva. È stato scoperto che le persone più brave all’interno delle aziende, le cosiddette “stelle”, sono quelle che dispongono di una rete di persone chiave alle quali rivolgersi in caso di problemi imprevisti. Se le cose sembrano sempre andar bene per questi individui eccezionali è perché investono parte del loro tempo nel coltivare buoni rapporti con persone i cui servizi potrebbero essere necessari per costituire rapidamente una squadra in grado di risolvere un problema o gestire una crisi. Le “stelle” si costruiscono reti affidabili prima ancora di averne realmente bisogno. Quando costoro chiamano qualcuno per un consiglio, ricevono quasi sempre una risposta più rapida degli altri. L’intelligenza emotiva nella medicina L’intervento sui pazienti a livello emotivo da parte di medici e infermieri dovrebbe diventare una normale componente dell’assistenza medica. Le domande lasciate senza risposta alimentano infatti nel malato l’incertezza, la paura, la tendenza ad avere pensieri catastrofici. Le emozioni che fanno soffrire sono infatti negative per la salute. Le persone che hanno sperimentato stati cronici di ansia, lunghi periodi di tristezza e pessimismo, continua tensione o costanti sentimenti di ostilità, cinismo o sospettosità, corrono un rischio doppio di ammalarsi di patologie quali asma, artrite, emicrania, ulcera gastrica a cardiopatie. Al contrario, le ricerche dimostrano che l’ottimismo e la possibilità di disporre di una rete di relazioni personali procura dei benefici fisici. L’isolamento sociale, cioè la sensazione di non aver nessuno con cui condividere i propri sentimenti più intimi o con cui avere uno stretto contatto, raddoppia le probabilità di malattia o morte. GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 11 L’intelligenza emotiva nell’educazione dei figli Centinaia di studi dimostrano che il modo in cui i genitori trattano i bambini, con dura disciplina o con comprensione empatica, con indifferenza o con calore, ha conseguenze profonde e durevoli per la loro vita emotiva. I tre comportamenti inadeguati più comuni nei genitori sono: ignorare completamente i sentimenti del bambino; assumere un atteggiamento troppo lassista; essere sprezzanti, mostrando di non aver rispetto per i sentimenti del figlio. Il modo con cui una coppia gestisce i propri sentimenti reciproci costituisce una fonte di insegnamenti profondi per i figli. Il fatto di avere genitori intelligenti da un punto di vista emotivo è di per sé stesso una fonte di grandissimo beneficio per il bambino. Ciò fa dell’infanzia un’opportunità fondamentale per modellare inclinazioni emotive destinate a durare tutta la vita. Le abitudini acquisite da bambini sono infatti più difficili da modificare. Gran parte della psicoterapia è un rimedio per ciò che in passato è stato alterato o trascurato. Anche a scuola i bambini considerati antipatici, cioè quelli con cui gli altri evitano di giocare, sono quelli dotati di una minor competenza sociale. Sono quelli più inclini ad ingannare, a tenere il broncio, ad abbandonare il gioco quando perdono, a vantarsi quando vincono. Non sono capaci di mettere a proprio agio un coetaneo, e stare con loro non è considerato divertente. È possibile rendere questi bambini più cordiali, divertenti e gentili con dei corsi di “addestramento all’amicizia” che accrescono l’intelligenza sociale. CITAZIONI RILEVANTI L’intelligenza emotiva come abilità fondamentale «Nella misura in cui le emozioni intralciano o potenziano le nostre capacità di pensare, di fare progetti, di risolvere problemi, di sottoporci a un addestramento in vista di un obiettivo lontano, e altre ancora, esse non fanno che definire i limiti della nostra capacità GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 12 di usare abilità mentali innate, e pertanto determinano il nostro successo nella vita. Ancora, nella misura in cui le nostre azioni sono motivate da sentimenti di entusiasmo e di piacere … sono proprio tali sentimenti a spingerci verso la realizzazione. In questo senso, l’intelligenza emotiva è un’abilità fondamentale che influenza profondamente tutte le altre» (p. 107). L’intelligenza emotiva dei leader «Le persone che sanno esprimere i sentimenti impliciti della collettività sanno articolarli in modo da guidare il gruppo al raggiungimento dei propri obiettivi. Questi individui sono il tipo di persona con i quali gli altri amano stare, perché sono corroboranti dal punto di vista emotivo – in altre parole, diffondono intorno a sé il buon umore, e portano gli altri a esclamare che «È un piacere avere a che fare con gente così» (p. 149). Consigli per il marito «Agli uomini si consiglia di non evitare il conflitto, ma di comprendere che quando la moglie solleva una rimostranza o evidenzia un punto di disaccordo, potrebbe farlo come atto d’amore, cercando di mantenere la relazione sana e vitale … Gli uomini devono guardarsi dal tagliar corto offrendo troppo presto una soluzione pratica – solitamente per la moglie è più importante sentire che il marito ascolta le sue lamentele ed empatizza con i suoi sentimenti … Molto spesso, quando una moglie si rende conto che il suo punto di vista viene ascoltato e che il marito prende nota dei suoi sentimenti, si calma» (p. 173). Quali sono le abilità emozionali «Le abilità emozionali comprendono l’autoconsapevolezza; identificare, esprimere e controllare i sentimenti; frenare gli impulsi e rimandare la gratificazione; controllare la tensione e l’ansia. Un’abilità fondamentale, nel trattenere gli impulsi, sta nel conoscere la differenza tra sentimenti e azioni, e nell’apprendere a migliorare le proprie decisioni emozionali, innanzitutto frenando l’impulso ad agire e poi identificando (prima di agire) le azioni alternative e le relative conseguenze. Molte competenze sono interpersonali: decifrare i segnali sociali ed emozionali, ascoltare, essere in grado di resistere alle influenze negative, mettersi dal punto di vista dell’altro e capire quale comportamento sia GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu 13 accettabile in una situazione. Queste sono le abilità sociali ed emozionali più importanti nella vita» (p. 303). L’AUTORE Daniel Goleman (1946) è nato a Stockton, negli Stati Uniti, il 7 marzo 1946. Si è laureato ad Harvard, specializzandosi in psicologia clinica e sviluppo della personalità, e ha insegnato nella stessa università. Per lungo tempo ha scritto sul New York Times sulla neurologia e le scienze comportamentali. Le sue pubblicazioni sul funzionamento della mente rivolte al grande pubblico hanno ricevuto numerosi riconoscimenti dal mondo accademico e giornalistico. La sua opera più famosa è Intelligenza emotiva del 1995. NOTA BIBLIOGRAFICA Daniel Goleman, Intelligenza emotiva. Che Cos’è e perché può renderci felici, Rizzoli, Milano, (1996) 2015, p. 392, traduzione di Isabella Blum e Brunello Lotti. Titolo originale: Emotional Intelligence. Why It Can Matter More Than IQ GOLEMAN – Intelligenza emotiva www.tramedoro.eu