La prevenzione dentale da 0 a 14 anni come e perchè a cura di Domenico Manolio e Giovanni Barrocu HI-LUX LABORATORIO ODONTOTECNICO di Martello Francesco Via Modena, 191/A – 44122 Ferrara – Italy – Tel 0532771296 – Cell 3483919876 www.hiluxsoluzionidentali.it - [email protected] CCIAA 36269 – REA 131569 – R.I. FE53469 – INPS 18888681YK – INAIL 1879690/40 P.IVA 01101830386 – C.F. MRTFNC64T15E974I – REG.MIN.SALUTE ITCA01026556 HI-LUX Pagina 1 04/05/2012 Introduzione Da indagini statistiche effettuate in molti Paesi del Mondo emerge che le anomalie dell’apparato masticatorio nei bambini di età compresa da 0 a 14 anni compaiano con una frequenza che varia dal 62 all’85%. In Italia i dati riportano una percentuale del 62% su un campione di 22720 bambini. Questo vuol dire che su 10 bambini 6 o 7 presentano disturbi dentali di vario grado. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) negli anni 2000 ha varato un progetto di lavoro sulle anomalie cranio-facciali che tende a coinvolgere tutti i Paesi del Mondo nel tentativo di studiarne le cause e di proporne la terapia e la prevenzione. Poiché si tratta di un problema molto vasto e di notevole importanza sociale, l’OMS ha lanciato un appello a tutti quelli che si occupano di salute, affinchè si impegnino ad affrontare seriamente la prevenzione che, allo stato attuale, appare molto deficitaria pur bruciando risorse economiche e sociali ingenti, senza che tuttavia vengano ottenuti risultati soddisfacenti. Molti problemi dentali e facciali che si manifestano nel corso della vita hanno la loro origine nell’infanzia e nell’adolescenza. Se sono riconosciuti per tempo ed adeguatamente affrontati, è possibile evitare che producano danni che in tempi successivi possono diventare irreparabili. I problemi odontoiatrici e per i quali più frequentemente viene richiesto l’intervento del medico dentista sono: ► carie e perdita di elementi dentali; ► malocclusioni; ► malformazioni; ► gengiviti, parodontiti; ► difficoltà di masticazione e di deglutizione; ► alterazione dell’estetica facciale; ► cattivo funzionamento dell’articolazione della mandibola. Spesso, per mancanza di informazione riguardo alle cause che li hanno procurati, siamo convinti che non ci sia niente da fare per evitare che tali problemi insorgano: per questo è necessario acquisire quegli elementi che servono a capire che nella maggior parte dei casi sono evitabili o che almeno è possibile limitarne i danni e quindi migliorare la qualità della vita. HI-LUX Ciò è possibile agendo precocemente sulle cause, attuando cioè la prevenzione. La prevenzione mira a intervenire in diversi momenti, sia per evitare che i problemi insorgano, sia per individuare precocemente la loro insorgenza, sia, una volta che il problema si è manifestato, per affrontarne gli effetti e ridurne le conseguenze. La migliore forma di prevenzione è quella che agisce sulle cause e sui fattori di rischio. Per quanto riguarda la prevenzione in ambito odontoiatrico, una corretta informazione serve a: ► prevenire ed individuare le anomalie dentali più frequenti; ► valutare la posizione e la funzione dei singoli elementi dentari nelle arcate; ► riconoscere le eventuali asimmetrie del viso; ► adottare e mantenere nel tempo le tecniche di pulizia che favoriscano una corretta igiene dentale; ► conoscere, a grandi linee, le possibilità di intervento terapeutico delle patologie infantili più frequenti. Obiettivo della prevenzione odontoiatrica, quindi, non è solo quello di rilevare le carie ed insegnare a mantenere l’igiene orale, ma va ben oltre, e comprende la sorveglianza della crescita e dello sviluppo dell’intero apparato masticatorio, al fine di individuarne le anomalie e correggerne il decorso. La prevenzione deve iniziare dal concepimento, anzi prima ancora, con la salute dei genitori e, in special modo, di quella della mamma, con l’eliminazione di abitudini viziate, come il fumo, l’alcol, l’uso eccessivo di farmaci, e con il mantenimento di uno stile di vita sano dal punto di vista sia fisico che psicologico. La nostra attenzione sarà quindi dedicata alla forma di prevenzione più efficace, cioè alla prevenzione primaria, e per questo partiremo dalla conoscenza a grandi linee del processo di sviluppo dell’apparto masticatorio prima della nascita, e dalle anomalie che in questa fase si possono verificare e di come fare ad evitarle. Affronteremo poi tutte le fasi successive per arrivare fino all’adolescenza. Pagina 2 04/05/2012 I tre livelli della prevenzione Quando parliamo di prevenzione intendiamo tutti quegli interventi, atti, provvedimenti, norme ed informazioni finalizzati ad impedire e controllare l’insorgenza di problemi di salute dei denti e della cavità orale. A seconda del tipo di intervento verso cui è rivolta la nostra attenzione, si usa distinguere la prevenzione in tre livelli. ► Prevenzione primaria Si definisce primario l’intervento rivolto ad individui sani, che mira a prevenire l’insorgenza di carie, malattie o disturbi dei denti e della cavità orale. Per raggiungere questo obiettivo si effettuano vari tipi di attività informative ed educative rivolte genericamente a tutta la popolazione. ► Prevenzione secondaria È rivolta ad individui che si trovano in determinate età (ad esempio adolescenza ed età avanzata) o in situazioni fisiologiche particolari (ad esempio gravidanza) o che sono portatori di patologie concomitanti (ad esempio diabete) e sono perciò maggiormente a rischio di andare incontro ad alterazioni, che, se rilevate precocemente, possono essere affrontate con successo evitando gravi conseguenze. Per effettuare questa forma di prevenzione si devono svolgere indagini, visite ed esami e successivamente proporre le azioni terapeutiche adeguate. ► Prevenzione terziaria Si attua verso portatori di malattie già individuate, per aiutarli ad affrontare gli effetti ed a prevenirne le conseguenze. Alle terapie specifiche alle quali questi soggetti sono già sottoposti, vengono aggiunti provvedimenti in grado di stabilizzare e tenere sotto controllo l’insorgenza di complicanze e/o danni ulteriori all’apparato masticatorio ed agli altri apparati o organi vicini come posizione o affini come funzioni. LA SCALE DELLA PREVENZIONE DENTALE PRIMARIA 6. ABITUDINE trasformata in necessità e piacere di dedicare del tempo al mantenimento della propria salute dentale 5. AZIONE ed esperienza che portano alla consapevolezza di poter agire favorevolmente sulla propria salute dentale 4. COINVOLGIMENTO nell’applicazione dei principi appresi 3. INTERESSE per le possibilità di applicare le conoscenze acquisite 2. CONOSCENZA di come agiscono le cause di danno dentale 1. IGNORANZA sui meccanismi delle patologie dentali La bocca ed i denti I denti fanno parte dell’apparato masticatorio insieme a bocca, lingua, mascella, mandibola, giamole ed altre strutture come vasi arteriosi e venosi, nervi, gengive, ossa ed articolazione temporo-mandibolare (che permette alla mandibola di muoversi). Essi sono contenuti nelle arcate ossee alveolari della bocca. Sono circondati e protetti dalla gengiva che riveste le arcate, e si unisce al resto delle mucosa della bocca che riveste il palato, le guance, il pavimento, la lingua e l’interno delle labbra. Queste, insieme alle HI-LUX gengive, formano una cavità virtuale che si chiama vestibolo (Fig.1). La principale funzione dei denti è quella della masticazione, la prima parte della digestione, fondamentale per l’assimilazione del cibo. Le altre funzioni sono quelle di supporto all’articolazione delle parole, la deglutizione e, in alcuni casi, la respirazione. L’uomo presenta due tipi di dentizione: una primaria (decidua o da latte) ed una secondaria (permanente). Pagina 3 04/05/2012 Fig.1 La cavità orale Si possono osservare l’arcata mascellare superiore e l’arcata mandibolare inferiore che contengono i denti, il palato duro, il palato molle ed il vestibolo. I denti sono circondati dalle gengive che sono aderenti all’osso delle arcate e si congiunge alla mucosa che riveste tutta la cavità orale. Il vestibolo è la cavità virtuale che si trova tra le labbra e le guance e le arcate dentali. Come sono fatti i denti I denti sono costituiti esternamente da tessuti duri e mineralizzati, mentre internamente sono formati dalla polpa dentale, tessuto ricco di nervi e vasi sanguigni. La parte superiore del dente, quella che noi vediamo emergere nella cavità orale, si chiama corona. La parte inferiore, la radice, si trova invece inserita nell’osso alveolare. Sono contenuti all’interno di una piccola cavità, detta alveolo, che ha la forma della radice che ospita. Tra la corona e la radice vi è una zona intermedia che è detta colletto. Il dente è ancorato saldamente all’alveolo dal legamento parodontale che è costituito da robuste fibre che vanno dal cemento all’asso, e ha anche la funzione di ammortizzatore durante il processo masticatorio. La corona è rivestita da smalto bianco e lucido. I vasi ed i nervi vi giungono da un piccolo foro che attraversa l’apice della radice. Anche la HI-LUX radice è formata da dentina ed è rivestita da un tessuto osseo, il cemento (Fig.2). I denti da latte, o denti decidui, iniziano a comparire verso i sei mesi ed intorno ai sei anni cominciano ad essere sostituiti dai denti permanenti. I denti da latte o denti decidui La dentatura decidua è composta da 20 denti in totale, 10 nell’arcata superio (mascella) e 10 nell’arcata inferiore (mandibola) (Fig.3). In ogni metà arcata ci sono: un incisivo centrale, un incisivo laterale, un canino e due molari. In totale si avranno quindi: ► 8 incisivi (4 superiori e 4 inferiori); ► 4 canini (2 superiori e 2 inferiori); ► 4 primi molari (2 superiori e 2 inferiori); ► 4 secondi molari (2 superiori e 2 inferiori). La dentatura decidua inizia la sua eruzione circa sei mesi dopo la nascita e continua con cadenza generalmente costante e caratteristica fin verso i due anni. È completa a 3 anni. Pagina 4 04/05/2012 dell’occlusione, cioè del meccanismo del combaciamento delle arcate dentali. I denti permanenti Fig.2 Come è fatto un dente Nel dente selezionato a metà per il lungo si può distinguere la corona cioè la parte che sporge fuori dalla gengiva ed è costituita dallo smalto; sotto lo smalto si trova la dentina che si prolunga fino alla radice ed è rivestita dal cemento. Nella porzione di dentina sotto al corona è contenuta la polta; tra la corona e la radice si trova il colletto. La radice è attraversata dal canale radicolare nel quale passano i vasi sanguigni ed i nervi. I primi a comparire sono i quattro incisivi centrali e verso l’anno compaiono gli incisivi laterali superiori. Prima che compaiano i restanti incisivi inferiori ed i primi quattro molari possono anche passare alcuni mesi; i canini compaiono tra l’anno e mezzo ed i due anni ed i secondi molari di solito fanno la loro comparsa dopo i due anni. I denti decidui sono più piccoli e globosi di quelli permanenti, hanno un colorito più chiaro, sono più bianchi. Con il passare del tempo si usurano e ciò facilita il costituirsi HI-LUX La dentatura permanente è costituita da 32 denti in totale (Fig.4) che, a partire dall’età di 6 anni, sostituiscono gradualmente i denti da latte. In ogni metà arcata (emiarcata) la dentatura permanente comprende: un incisivo centrale, un incisivo laterale, un canino, due premolari e tre molari. In totale si avranno quindi: ► 8 incisivi (4 superiori e 4 inferiori); ► 4 canini (2 superiori e 2 inferiori); ► 8 premolari (4 superiori e 4 inferiori); ► 12 molari (6 superiori e 6 inferiori). A seconda della loro forma e della loro funzione, i denti permanenti possono essere distinti in: ► incisivi, adatti a tagliare il cibo; ► canini, adatti ad incidere e strappare il cibo; ► premolari, adatti a spezzare ed ad iniziare la triturazione; ► molari, adatti a triturare il cibo. Anche l’eruzione dei denti permanenti segue una cadenza regolare. La caduta dei denti da latte e la comparsa dei denti permanenti cominciano verso i sei anni e finiscono intorno ai 12-14 anni. Il terzo molare (dente del giudizio) compare di solito intorno ai 1820 anni. Il periodo che va dai 6 ai 12-14 anni viene definito periodo della dentizione mista, perché sono presenti alcuni elementi dentari di entrambe le dentature (Tab.1). È il periodo in cui si perdono i denti da latte e che vengono gradualmente sostituiti da quelli permanenti. È altresì un momento di transizione molto importante perché permette di sorvegliare il processo di eruzione dei denti definitivi, intercettando tempestivamente anomalie, come malocclusioni, mancanza di denti (agenesia), inclusioni (denti presenti che non riescono a erompere) ecc, e che ci consente di intervenire con una buona prevenzione. Pagina 5 04/05/2012 Fig.3 La dentatura da latte o decidua Nelle arcate superiori ed inferiori si incontrano: 1. incisivo centrale 2. incisivo laterale 3. canino 4. primo molare 5. secondo molare Fig.4 La dentatura permanente Nelle arcate superiori ed inferiori si incontrano: 1. incisivo centrale 2. incisivo laterale 3. canino 4. primo premolare 5. secondo premolare 6. primo molare 7. secondo molare 8. terzo molare I tempi di formazione e di eruzione dei denti permanenti DENTE MANDIBOLA Incisivo centrale Incisivo laterale Canino 1° premolare 2° premolare 1° molare 2° molare 3° molare MASCELLA Incisivo centrale Incisivo laterale Canino 1° premolare 2° premolare 1° molare 2° molare 3° molare INIZIO CORONA 20/22 settimane 21/22 settimane 20/26 settimane 28/42 settimane 7/8 mesi 15/17 settimane 8/9 mesi 3/4 anni INIZIO CALCIFICAZIONE 3/4 mesi 3/4 mesi 4/5 mesi 1/2 mesi 2/3 mesi nascita 2/3 anni 8/10 anni CORONA COMPLETA 4/5 anni 4/5 anni 6/7 anni 5/6 anni 6/7 anni 2/3 anni 7/8 anni 12/16 anni 6/7 anni 7/8 anni 9/11 anni 10/12 anni 11/12 anni 6/7 anni 11/13 anni 17/25 anni 20/22 settimane 21/22 settimane 20/26 settimane 28/42 settimane 7/8 mesi 3/4 settimane 8/9 mesi 3/4 anni 3/4 mesi 11 mesi 4/5 mesi 1/2 mesi 2/3 mesi nascita 2/3 anni 7/8 anni 4/5 anni 4/5 anni 6/7 anni 5/6 anni 6/7 anni 2/3 anni 7/8 anni 12/16 anni 7/8 anni 8/9 anni 1/12 anni 10/11 anni 10/12 anni 6/7 anni 12/13 anni 17/25 anni ERUZIONE Tab.1 HI-LUX Pagina 6 04/05/2012 Prima della nascita Lo sviluppo dei denti Lo sviluppo dei denti incomincia nell’embrione di 6-7 settimane con l’ispessimento interno dei processi mascellari e mandibolari, che diventeranno le future creste ossee alveolari (Fig.5). La parte superficiale del foglietto ectodermico, la futura gengiva, si introflette all’interno. Dall’ispessimento appena accennato, gradualmente si forma una striscia detta lamina dentale primitiva (Fig.6). Lungo questa striscia si producono dei rigonfiamenti rotondeggianti che costituiranno i primi abbozzi dei denti decidui: il cosiddetto organo dello smalto. Intorno alla 16a settimana si formano gli abbozzi accessori dei primi molari definitivi, che originano come un prolungamento da quelli decidui (Fig.7). Attraverso i vari stadi della gemma, del cappuccio e della campana si costituiscono gli abbozzi dei denti. La prima parte che comincia a formarsi è la corona del dente e, successivamente, si forma la radice, con il suo fascio vascolonervoso. Mentre si forma la radice, la corona si calcifica. Solo quando la ridice ha ormai raggiunto circa i 2/3 della sua lunghezza, il dente è quasi pronto all’eruzione nella cavità orale, il che avviene solo dopo la nascita. Qualche volta già alla nascita si osservano uno o due incisivi inferiori erotti prematuramente. Talvolta hanno solo la corona e manca la radice, per cui sono mobili. Se non sono mobili vanno mantenuti, so sono mobili vanno estratti. Quando il dente erompe, la radice non è ancora completa, l’ultima parte, l’apice, è ancora aperto e si chiuderà solo dopo alcuni mesi. La formazione richiede molto tempo, ed è uno dei motivi per cui i denti possono facilmente subire lesioni durante il loro sviluppo (Tab.1). Fig.5 Genesi e destino dei foglietti embrionali HI-LUX Pagina 7 04/05/2012 Fig.6 Formazione della bocca e dell’osso alveolare che conterrà i denti Fig.7 La formazione dei denti La futura gengiva si introflette e gradualmente si forma una striscia detta lamina dentale primitiva. Lungo questa lamina dentale si formano dei rigonfiamenti rotondeggianti che costituiranno i primi abbozzi dentali decidui, il cosiddetto organo dello smalto. Intorno alla sedicesima settimana si formano gli abbozzi accessori dei primi molari definitivi, che originano come un prolungamento da quelli decidui. Attraverso i vari stadi della gemma, del cappuccio e della campana, si formano gli abbozzi dei denti. La prima parte che si forma è la corona del dente, successivamente si forma la radice con il suo fascio vascolo-nervoso. Quando il dente erompe, la radice non è ancora completa; l’ultima parte, l’apice, è ancora aperta e si chiuderà solo dopo alcuni mesi. I possibili danni nella fase prenatale Gli stimoli, cioè gli agenti causali o “agenti lesivi” o “noxa”, come si dice in gergo medico, possono trovarsi sia all’interno che all’esterno dell’organismo. Gli agenti causali o lesivi interni riguardano direttamente l’embrione ed il feto, e sono rappresentati da difetti congeniti, anomalie e difetti nel corso dello sviluppo o alterazioni dei processi di crescita. Questi possono HI-LUX condurre a modificazioni adattative, a variazioni di forma, di numero e di funzione dei denti. Gli agenti eziologici esterni provengono dall’ambiente in cui vive l’uomo e consistono in malattie infettive, intossicazioni, traumi, deficit alimentari, errate abitudini comportamentali. Anche l’utero materno deve essere considerato, per il feto, come un ambiente esterno, quindi comportamenti, Pagina 8 04/05/2012 abitudini o malattie della madre possono agire su di lui come stimoli lesivi. Entrambi gli agenti, interni ed esterni, possono agire in qualsiasi momento della vita del prodotto del concepimento, dal momento della fecondazione in poi. L’entità del danno provocato varia a seconda del periodo o dell’età in cui agiscono e dal tipo di agente lesivo stesso (Fig.8). La formazione dei denti si svolge durante tutto lo sviluppo dell’individuo, dalle prime settimane della vita embrionale fino alla maturità, nel caso dei denti del giudizio. Ciò costituisce un ottimo indicatore temporale del momento in cui la noxa ha agito ed ha interferito sullo sviluppo. Se il danno prodotto si riflette sui denti, come nel caso discolorazione, disturbi di formazione della dentina e/o dello smalto, a seconda del dente colpito possiamo desumere il momento in cui ha agito la noxa. Se ha colpito uno o due denti, avrà agito per un periodo limitato, ossia nel momento in cui quei denti si stavano formando. Poiché la formazione dei denti avviene in tempi diversi, a seconda del dente potremo sapere abbastanza esattamente quando il danno si è verificato. Se invece rileviamo danni generalizzati a tutti i denti, desumeremo che il tempo di azione è stato molto più lungo, dall’inizio della formazione del primo dente colpito, primo nella tabella temporale di costituzione, all’ultimo colpito poiché ultimo a formarsi. Fig.8 Tavola cronologica dello sviluppo degli organi durante la fase embrionale HI-LUX Pagina 9 04/05/2012 La prevenzione dentale nel periodo prenatale Durante il periodo prenatale tutta l’attenzione deve essere concentrata sulle condizioni di salute della madre. Così si possono comprendere le ragioni di alcuni consigli e cautele che la madre deve seguire per la salute propria e del bambino. Il primo trimestre di gravidanza è sicuramente il più importante per la suscettibilità dell’embrione a lesioni e malformazioni. Le prime dodici settimane sono cruciali per la formazione di organi e sistemi. Subito dopo il feto comincia a muoversi e a deglutire. Le gemme dentali si formano nella quarta settimana, a loro mineralizzazione inizia al quinto mese, le labbra si formano tra la quarta e la settima settimana, il palato si forma tra l’ottava e la dodicesima. Al termine del periodo embrionale (terzo mese di gravidanza), il peso del feto è di 14 grammi e la lunghezza è di 7 cm. Alla nascita raggiunge i 3300 grammi circa. I fattori che possono danneggiare il feto sono moltissimi, li distinguiamo in quattro gradi gruppi: 1. Infezioni parodontali materne Le gravi infezioni parodontali della madre sono uno dei fattori di rischio per la nascita prematura e per lo scarso peso del feto. Da ciò si comprende l’importanza di un programma di stretta igiene orale da osservare in gravidanza. 2. Infezioni generali Infezioni gravi, come ad esempio rosolia, morbillo, varicella, herpes, epatite B, AIDS (HIV), toxoplasmosi, citomegalovirus, sifilide, gonorrea ecc, possono colpire il feto ed il neonato. 3. Farmaci In generale quasi tutti i farmaci possono passare la barriera placentare e provocare danni embrionali e fetali. A seconda del periodo in cui agiscono possono produrre malformazioni e difetti anche molto gravi. L’antibiotico tetraciclina può indurre colorazioni anomale nei denti decidui se viene assunto dalla madre intorno al quarto mese di gravidanza ed anche nei denti permanenti se viene assunta in prossimità della nascita, e sempre nei denti permanenti se assunta dal bambino nei primi anni di vita. 4. Droghe ed alcool È ormai accertato che l’abitudine ad fumo e l’assunzione di alcool e droghe sono in grado di produrre seri danni al feto ed al bambino durante l’allattamento. Durante la gravidanza le influenze degli alti livelli degli ormoni sessuali femminili circolanti possono innescare modificazioni gengivali specialmente se l’igiene orale è scadente. Le reazioni gengivali si cominciano ad osservare a partire dal secondo mese con un massimo di attività all’ottavo mese in coincidenza con i massimi livelli degli ormoni circolanti. L’uso di dentifrici al fluoro è altamente consigliato. Va corretta la convinzione popolare che durante la gravidanza il feto sottragga sostanze minerali come calcio e fosforo ai denti materni. Questo viene addotto come giustificazione della fragilità e della suscettibilità dentale materna alle carie in gravidanza. Ciò è assolutamente errato, le sostanze mineralizzate del dente non sono disponibili e solubili. Al di là della condizione dentale materna, il feto costruisce i suoi denti attingendo dal calcio che circola nel sangue e, se questo è insufficiente, accede alle naturali riserve di calcio contenute nelle ossa materne. Questo avviene senza provocare nessun danno alla madre, poiché sono le riserve ad essere intaccate e non le strutture mineralizzate e consolidate. Dalla nascita ai sei anni Eruzione dei denti da latte L’eruzione dei denti da latte avviene generalmente fra i 6 ed i 30 mesi, secondo uno schema di solito preciso. È possibile che durante tutto questo periodo il bambino associ all’eruzione dentale momenti di breve agitazione, di lieve infiammazione, HI-LUX dolore alle gengive ed abbondante salivazione accompagnati anche da qualche linea di febbre. Ciò non giustifica tuttavia altre manifestazioni come diarrea, febbre elevata, né la comparsa di forme virali che vanno valutate separatamente, nonostante la credenza popolare continui a considerare la dentizione quasi come un processo Pagina 10 04/05/2012 patologico. Ciò non è assolutamente vero. La dentizione in un bambino sano è un processo naturale e come tale va considerato. Va altresì detto che non sempre il bambino segue esattamente lo schema di comparsa dei dentini, ma questa diversità non ha alcun significato patologico (Fig.9-10). I possibili danni nei primi anni di vita Durante la dentizione primaria va favorito il controllo su alcuni comportamenti ed abitudini talvolta sbagliate. Bisogna, per quanto possibile, favorire l’allattamento al seno, non solo per le caratteristiche del latte e per gli aspetti psicologici e comportamentali del contatto materno, ma anche per l’esercizio funzionale che compiono i muscoli masticatori durante la suzione, poiché questi forniscono gli stimoli necessari per un corretto sviluppo dimensionale delle ossa mascellari, ed in special modo della mandibola, che viene stimolata a crescere. È opportuno favorire la masticazione del cibo dallo svezzamento in poi senza indugiare in cibi molli e poco consistenti. Il bambino, masticando, usura i denti decidui in modo fisiologico favorendo la formazione di un buon rapporto occlusale; inoltre invia segnali alle strutture ossee facciali e muscolari, che ne favoriscono una crescita equilibrata ed armonica. Questi stimoli inducono il rimodellamento delle ossa coinvolte nella masticazione; ossia, oltre che sulla parte basale di tali ossa, cominciano ad agire sulla parte osseoalveolare della mandibola e della mascella e sulla articolazione temporo- mandibolare. Questa azione di rimodellamento è il meccanismo fondamentale con il quale viene modificato e configurato l’aspetto del nostro viso nel corso del tempo. Quelli che a volte noi consideriamo tratti caratteristici del viso possono essere stati in parte modellati dall’esercizio funzionale come la masticazione, la fonazione, la respirazione ecc. Problemi di motricità orale e nutrizione Si riscontrano quando il bambino non sviluppa un meccanismo orale sufficiente per alimentarsi. Normalmente questa attività è autonoma e si sviluppa sulla base di riflessi neuro-senso-motori. Alcune condizioni generano queste difficoltà neuromotorie come la labiopalatoschisi, la nascita prematura o patologie neuromuscolari. I movimenti di suzione e di deglutizione e, quindi, l’alimentazione sono disturbati od addirittura impediti. È chiara la conseguenza anche sulla produzione del linguaggio. Problemi di fonazione L’articolazione dei suoni avviene modificando il flusso d’aria che partendo dai polmoni arriva fino alle labbra e viene modulato dalle cosiddette valvole fonatorie distribuite lungo questo tragitto, ossia palato, lingua, denti e labbra. I bambini imparano a produrre i suoni con una precisa sequenza. In questo ambito si riscontrano problemi di varia gravità che vanno dalla sostituzione di alcuni suoni alla incapacità o assenza di altri suoni. Fig.9 La dentatura decidua HI-LUX Pagina 11 04/05/2012 Fig.10 Schema riassuntivo dell’eruzione dei denti decidui HI-LUX Pagina 12 04/05/2012 neurologici, patologie muscolari, paralisi o polipo delle corde vocali, perdita dell’udito. Problemi di linguaggio Lo sviluppo linguistico comporta la capacità di comprendere e quella di esprimersi. Il vocabolario si amplia parallelamente alla capacità del bambino di comprendere e varia moltissimo da un individuo all’altro. Non segue una tabella cronologica come la produzione dei suoni, ed è difficilmente quantificabile, ma va osservato e valutato con attenzione. La prevenzione dentale nei primi anni di vita Molto importante è la prevenzione che si effettua nel periodo esclusivo della dentizione decidua (Tab.2). Comporta un coinvolgimento del bambino alle iniziali ed assistite manovre per l’igiene orale che, se ben gestita, diventerà poi una radicale abitudine per tutta la vita. A questa si deve aggiungere l’abituale controllo semestrale dal dentista. Questi controlli hanno anche la finalità di stabilire un rapporto di fiducia e di familiarità con il dentista. A casa i genitori possono osservare, più agevolmente del dentista, i denti dei loro figli (Tab.3). Problemi di voce Riguardano le caratteristiche della voce prodotta dal passaggio dell’aria dalla laringe e dalla messa in vibrazione delle corde vocali. Quindi il tono, la qualità della voce, stridente, rauca, nasale, bassa stridula forte ecc, vanno attentamente valutati perché possono nascondere cause diverse: problemi Sorveglianza sanitaria e prevenzione dentale nei primi 18 mesi di vita Tab.2 da 0 a 6 mesi • Eruzione del primo dente • Andamento delle eruzioni • Causa ed effetti della “carie da biberon” • Evitare l’uso del biberon al momento di andare a dormire • Scoraggiare l’abitudine dei genitori di dormire con i bambino • Allattamento al seno: passaggio di alcool e farmaci con il latte materno • Salute orale dei genitori; trasmissione di streptococcus mutans da 6 a 12 mesi • Andamento delle eruzioni • Smettere l’uso del biberon • Usare la tazza “non rovesciabile” • Parlare dell’uso di zucchero e dell’inizio della carie • Uso dello spazzolino • Posizione del lattante per la spazzolatura • Se l’acqua potabile è carente di fluoro, prescrivere supplementazione • Parlare della compliance HI-LUX • • • • • • • • • • • • • Spiegare la relazione del fluoro con i denti Anticipare l’eventuale necessità di supplementazione Controllare il contenuto di fluoro dell’acqua potabile Parlare della dentizione e del succhiamento non nutritivo I genitori che fumano devono iniziare un programma di cessazione del fumo nocivo a tutte le età Sedute dentistiche del genitore Misure di sicurezza Confermare l’accesso al dentista in caso di emergenza Cura dei denti avulsi Parlare dei segni orali di maltrattamento del bambino Fornire un ambiente senza fumo Prima visita entro 6 mesi dall’eruzione del primo dente I genitori devono fare in modo che la visita dentistica sia un’occasione allegra Pagina 13 04/05/2012 dai 12 ai 18 mesi • Controllare il contatto fra i denti • Contatto stretto: insegnare l’uso del filo interdentale • Nutrizione e puntini in base alla dieta del bambino • Sicurezza degli spuntini (aspirazione) • Ridurre la frequenza degli spuntini • Esaminare per placca batterica • Rivedere l’uso dello spazzolino • I genitori fungono da modello di comportamento • Aggiornare la situazione del fluoro • Uso di uno stato sottile di dentifricio al fluoro sullo spazzolino • • • • • • Parlare delle ustioni orali da elettricità e della sicurezza in casa per il bambino Effetti del succhiamento continuo del pollice I bambini hanno bisogno di un ambiente senza fumo Preparativi per la prima visita di igiene dentale La frequenza dipende dalla compliance del genitore rispetto alle misure preventive domestiche I genitori devono creare un atteggiamento positivo verso il dentista e l’ Come e che cosa osservare • Forma Si osserva la forma dei denti, se sono regolari o anomali (anomalie dello smalto, della dentina), se interi o fratturati, se cariati o bucati, se erosi o abrasi (Fig.11-13). • Numero Contando i denti talvolta si possono scoprire anomalie di numero che no si sospettavano. • Sviluppo Si controlla se ci sono anomalie dello sviluppo, ritardi nell’eruzione (mancanze, denti in posizioni anomale, non allineati, ecc). • Depositi Si controlla che non risultino residui di cibo, placca, materia alba, tartaro, colorazioni particolari, ecc. • Gengive Si osserva se le gengive si sono abbassate e risulta esposto e visibile il cemento della radice; si controllano la forma e l’andamento del bordo gengivale; se le papille interdentali sono ingrossate e globose oppure se c’è sanguinamento spontaneo o durante lo spazzolamento. Si osserva anche il colore delle gengive, se sono rosee o rosso violacee, se sono rigonfiamenti o fuoriuscita di materiale purulento. • Carie Si osserva che non vi siano aree inizialmente demineralizzate e poi veri e propri buchi che ingrandendosi distruggono i denti rendendoli fragili e friabili. • Mobilità Si controlla che uno o più denti non siano mobili. • Occlusione Si controlla il combaciamento dei denti in chiusura, oppure se i denti non sono allineati e sono fuori posto (Fig.14). • Masticazione Si osserva se la masticazione è monolaterale o bilaterale. La masticazione monolaterale può nascondere molti problemi. Quando la dentatura decidua è ormai completa, la masticazione non deve costituire più un problema. Anche il sistema digestivo ha raggiunto la completa maturazione, quindi l’alimentazione deve essere la più ricca e variata possibile. Tab.3 HI-LUX Pagina 14 04/05/2012 Fig.11 Denti a botte Fig.12 Macrodonzia Fig.13 Anomalie dentarie HI-LUX Pagina 15 04/05/2012 Fig.14 Occlusioni della dentatura decidua a vari anni La prevenzione ortodontica nei primi anni di vita Dagli 0 ai 6 anni la sorveglianza sanitaria riguarda altresì gli aspetti ortodontici. È questo un periodo in cui bisogna osservare attentamente lo sviluppo delle arcate dentarie decidue, come sono conformate, come si rapportano tra di loro in chiusura statica (occlusione) ed in chiusura dinamica (movimenti masticatori). In questi anni è facile che si instaurino cattive abitudini che potrebbero, se non corrette, diventare grossi problemi negli anni successivi (Fig.15). Parliamo di quel tipo di ortodonzia ancora non sufficientemente praticata in Italia, l’ortodonzia preventiva o intercettiva, che dovrebbe riconoscere e diagnosticare i problemi fin dai primi segni, e quindi eliminare i fattori causali che, sostenendo ed alimentando il problema, lo trasformano in una franca malocclusione. Alcune cattive abitudini o alcuni problemi potrebbero addirittura influire sulla conformazione strutturale della faccia. HI-LUX La respirazione orale si manifesta in bambini che presentano difficoltà respiratorie per l’insufficiente pervietà delle vie aeree nasali, causata dalla presenza di adenoidi e tonsille palatine ipertrofiche. I bambini in questo caso respirano con la bocca piuttosto che con il naso. La bocca rimane quasi costantemente aperta e questo influisce sulla crescita delle ossa mascellari provocando un restringimento del palato, le arcate si deformano e si stabilisce una franca malocclusione, la posizione linguale è bassa, le labbra sono incompetenti, cioè non si chiudono perfettamente e diventano ipotoniche, i denti anteriori, senza il controllo dei rapporti occlusali e quello dei muscoli della bocca, si sventagliano all’infuori e tendono a sovrapporsi per mancanza di spazio trasversale. La faccia si presenta generalmente “lunga”, con aspetto pallido, che i medici chiamano adenoideo o linfatico. Occorre agire in modo coordinato con lo specialista otorinolaringoiatra ed limare le cause che impediscono la normale respirazione nasale; successivamente è necessario intervenire ortodonticamente per correggere tutte le conseguenze su elencate. Pagina 16 04/05/2012 Fig.15 Abitudini viziate. A) Succhiamento delle dita o di oggetti B) Deglutizione atipica o infantile C) Spinte anomale: a) spinta linguale, b) spinta nasale Un’altra abitudine che si può riscontrare è quella della persistenza della deglutizione infantile (Fig.15). Se si protrae dolo la completa eruzione della dentatura decidua, può già essere considerata un segno predittivo di anomalia. Se persiste ancora introno ai 7/8 anni va corretta prescrivendo un ciclo di terapia logopedia. Il bambino durante l’allattamento, nel momento della suzione, non avendo ancora i denti ed avendo arcate poco sviluppate, interpone la lingua tra il labbro e la tettarella, per favorire la presa e creare un suggello che gli permetta di succhiare e deglutire il latte. Questo comportamento è normale in questa fase della vita, ma non dopo lo svezzamento, quando mastica il cibo e la chiusura delle arcate permette alla lingua i movimenti di deglutizione. Se questa modalità infantile di deglutire permane, e se, per creare il suggello ed il combaciamento stretto, il piccolo sente il bisogno di interporre la lingua fra le arcate, vuol dire che si instaurata un’abitudine viziata, oppure che le arcate dentali si stanno sviluppando in modo anomalo e non sono perfettamente combacianti. HI-LUX In questo caso la lingua agisce come se fosse una “guarnizione” tra i denti che permette di deglutire. Le conseguenze di questo atteggiamento portano alla deformazione delle arcate dentali, al cosiddetto “morso aperto”. Lo stesso tipo di problema del morso aperto si può verificare anche con altre abitudini viziate, come il succhiamento del pollice, di altre dita, del labbro inferiore o superiore, di oggetti come giocattoli, penne, lenzuola, succhiotti o quanto altro possa essere tenuto tra i denti. Purtroppo questi atteggiamenti o abitudini sono quasi sempre sottovalutati e portano in seguito a gravi problemi estetici e funzionali, di complessa e difficile correlazione. Anche la perdita precoce di elementi dentali è un evento che viene spesso sottovalutato e che ha come conseguenza la modificazione delle arcate e la perdita di spazio necessario per l’eruzione dei permanenti corrispondenti. Il tipo di masticazione, bilaterale o unilaterale, può essere determinante per la deviazione della linea mediana e la crescita asimmetrica della mandibola. Un morso incrociato o un morso a protrusine mandibolare sono difetti sui quali bisogna intervenire molto presto. Pagina 17 04/05/2012 Dopo i sei anni Perdita dei denti da latte ed eruzione dei denti permanenti I denti da latte si incominciano a perdere intorno ai 6 anni di età, generalmente seguendo l’ordine della loro prima eruzione e terminano la loro caduta verso i 12/13 anni (Tab.4). La seconda dentizione (Tab.5) prende il nome di permanente, perché destinata a durare tutta la vita. I 4 molari decidui vengono rimpiazzati dai 4 premolari permanenti ed i 6 molari permanenti non hanno un corrispettivo deciduo Epoca caduta dei denti da latte (Tab.4) Incisivi centrali Incisivi laterali Canini Primi molari Secondi molari Superiori 7/8 anni 8/9 anni 11/12 anni 10/11 anni 10/12 anni Inferiori 6/7 anni 7/8 anni 9/11 anni 10/12 anni 11/13 anni ed erompono in sequenza temporale dietro l’ultimo molare da latte (Fig.16). I 3 molari permanenti di ogni emiarcata sono anche definiti molari dei sei anni, dei dodici anni e dei diciotto anni per sottolineare l’epoca di eruzione. Oppure più semplicemente primo, secondo e terzo molare. Il terzo molare, che spesso manca o rimane incluso, prende anche il nome di dente del giudizio. Se un dente permanente erompe prima della caduta del corrispettivo da latte, questo, generalmente, andrebbe estratto. Epoca di eruzione denti permanenti (Tab.5) Incisivi centrali Incisivi laterali Canini Primi premolari Secondi premolari Primi molari Secondi molari Terzi molari Superiori 7/8 anni 8/9 anni 11/12 anni 10/11 anni 10/12 anni 6/7 anni 12/13 anni 17/25 anni Inferiori 6/7 anni 7/8 anni 9/4141 anni 10/12 anni 11/12 anni 6/7 anni 12/13 anni 17/25 anni Fig.16 Schema riepilogativo della eruzione dentale HI-LUX Pagina 18 04/05/2012 I possibili danni dai 6 anni in poi Anche in questo periodo è molto importante che i genitori osservino il volto e la bocca dei propri figli per controllare la loro salute orale e la normalità della loro dentizione. Per fare ciò occorre capire come e che cosa guardare. Come prima cosa bisogna osservare: 1. Le caratteristiche del viso La normalità del viso; la forma e l’armonia generale; la simmetria facciale; la regolarità del profilo; la posizione delle labbra; la loro competenza (atteggiamento di chiusura o apertura abituale). 2. Le abitudini viziate Osservare se il bambino si succhia il labbro o le dita, se si mordicchia le unghie o altri oggetti, se la respirazione è nasale o orale, se deglutendo stringe le labbra, se interpone la lingua tra i denti. 3. Le arcate dentali Controllare se sono sovrapposte correttamente o sono in malocclusione (I, II, III classe), se hanno una forma regolare o irregolare (forma ideale dell’arcata), se sono combacianti o no, se sono eccessivamente sovrapposte (morso aperto, morso profondo, morso incrociato o inverso), se sono angolate verso la lingua o verso le guance (Fig.17). 4. I denti Osservare forma, volume, numero, posizione, ritardi o anticipazioni dell’eruzione, perdita prematura dei denti, carie, gengiviti, placca, tartaro, sanguinamenti, rotazioni, mancanze, tipo di masticazione bilaterale o monolaterale. Qualsiasi atteggiamento, anomalia o asimmetria può essere il segno di un problema sottostante che deve arrese controllato da uno specialista. Per una più ampia descrizione di questi e di altri problemi, rimandiamo al paragrafo sulla prevenzione ortodontica. Fig.17 Anomalie ossee e del morso A) vari tipi di morso B) overjet C) morso aperto D) morso coperto E) diastema infraincisivi dovuto al frenulo che si interpone tra i due incisivi centrali HI-LUX Pagina 19 04/05/2012 La prevenzione dei danni dentali dai 6 anni in poi Questo è il periodo della dentatura mista, cioè quello in cui la dentatura permanente, gradualmente, si sostituisce a quella decidua e si protrae fino ai 12/13 anni. Tutte le norme preventive applicate nei periodi precedenti vanno mantenute e migliorate per quanto riguarda sia l’igiene che l’alimentazione. La prevenzione dentale richiede i questi anni una sorveglianza dei genitori attenta e consapevole: è un momento di cambiamento profondo ed è il momento più opportuno per diagnosticare e correggere errori dello sviluppo dentale. Trascorso questo periodo si perdono molte possibilità di intervento, e tutto può diventare molto più difficile e fastidioso per il ragazzo affetto. È il periodo della ortodonzia cosiddetta ortopedica o dento-facciale, in grado di agire sulle strutture ossee e correggere alcune anomalie che in seguito potrebbero essere corrette soltanto e forse chirurgicamente (Fig.18). Fig.18 Le normalità e le deviazioni A) occlusione normale B) I classe occlusiva C) II classe occlusiva a D) II classe occlusiva b E) III classe occlusiva HI-LUX Pagina 20 04/05/2012 Quindi si devono correggere per tempo le malocclusioni, le irregolarità delle arcate, i rapporti intermascellari, gli affollamenti dentali, le arcate ed il palato stretto, i morsi incrociati, quelli aperti e quelli profondi o chiusi. I controlli medici devono essere regolari ogni sei mesi. Si deve controllare la presenza dei germi dentali in formazione ed in eruzione, al fine di verificarne il corretto sviluppo. Frequenti sono i riscontri di denti mancanti (agenesie), di denti inclusi che non potranno mai erompere, di anomalie di posizione (ectppie) ecc. Poiché in questo periodo erompono i denti permanenti, cioè quelli che dovremmo cercare di conservare per tutta la vita, è il caso di osservare attentamente la loro forma, il loro aspetto, il regolare orientamento ed allineamento, lo sviluppo occlusale e la conformazione delle arcate, simmetria ed asimmetria (Fig.19), abitudini viziate, carie sui permanenti, perdita precoce dei decidui e tutto ciò che è stato segnalato nei primi sei anni. In caso di sospetto si deve subito condurre il bambino dallo specialista che potrà decidere il tipo di terapia ed il momento più opportuno per iniziarla. Fig.19 Per valutare la simmetria del viso si traccia una linea ideale che divide in due parti uguali la faccia e si osserva se le due parti sono simmetriche. Le asimmetrie possono spesso indicare problemi strutturali e di sviluppo. Perché si deteriorano i denti Tre sono i fattori principali che conducono ad un graduale deterioramento dei denti e che, in mancanza di una corretta igiene dentale ed alimentare, possono colpire anche i bambini in tenera età. La placca La placca dentale è la principale causa di gengivite. È costituita principalmente da batteri e da prodotti batterici derivati dagli alimenti e da residui alimentari. I batteri riescono ad aderire sulla superficie dei denti grazie ad una pellicola che si forma già nelle prime ore, anche dopo lo spazzolamento dei denti. Dopo tre ore il dente è completamente ricoperto da materiale aderente. Dopo cinque ore si assiste allo sviluppo di colonie batteriche, cioè di gruppi numerosi di batteri attaccati alla superficie dentale, e dopo sei-dodici ore le aree batteriche si sono sparse dappertutto in strutture più complesse. Cominciano a comparire sulla placca anche altri batteri che non aderiscono ai denti, ma che vivono normalmente nel cavo orale; sono forme batteriche filiformi e spiraliformi: si è HI-LUX arrivati ad uno stadio avanzato della placca che si avvia alla trasformazione in tartaro. La placca si forma a partire da zuccheri complessi e semplici, come il saccarosio, ampiamente presenti nella nostra dieta mediterranea, farine, frutta ecc. Questi zuccheri vengono elaborati dai batteri normalmente presenti nel cavo orale e vanno a formare quella componente adesiva della pellicola che diventerà placca ed in seguito, se non rimossa, calcificherà e si trasformerà in tartaro. La placca molle è quella che, se non viene rimossa, conduce alla lesione cariosa. Il tartaro La placca non rimossa, calcifica e si trasforma in tartaro. Il tartaro aderisce molto bene ai denti e difficilmente si riesce a rimuoverlo con il semplice spazzolamento. Generalmente nei bambini il tartaro si accumula intorno ai denti non usati per la masticazione. Questi denti presentano carie che provocano dolore. Ciò costringe i bambini a masticare altrove riducendo la possibilità di autodetersione per mezzo della saliva e quindi consentendo quel mantenimento di Pagina 21 04/05/2012 residui alimentari che permetterà ai batteri di formare la placca e successivamente il tartaro. Il tartaro produce irritazione delle gengive e conseguentemente gengivite. Con il tempo, la gengivite fa sì che il danno si propaghi all’osso che sostiene il dente (l’osso alveolare). Ne conseguono erosioni, grazie ai meccanismi dell’infiammazione, ed abbassamento, cioè riduzione in altezza: di conseguenza anche la gengiva infiammata si abbassa. Si verifica quella che viene chiamata recessione gengivale, che porta alla scopertura della radice e le cui conseguenze possono essere: sensibilità dolorosa del dente, carie del colletto e della radice e perdita del legamento parodontale, parodontopatia (la cosiddetta piorrea nella sua forma più dannosa) e perdita dell’elemento dentale. La carie La carie dentale (Fig.20) è una malattia infettiva zucchero-dipendente. È causata dall’azione dei batteri del cavo orale per mezzo di prodotti del metabolismo di sostanze zuccherine. I batteri producono sostanze di natura acida che abbassano il pH (acidità) nella bocca (Fig.21). questo abbassamento del pH induce la demineralizzazione delle sostanze minerali dello smalto e della dentina. Il calcio ed il fosforo dei denti si sciolgono (demineralizzano) e si demineralizzano a seconda dell’acidità presente in bocca. Se dopo mangiato si lasciano dei residui alimentari tra i denti, i batteri li digeriscono e producono sostanze acide che possono appunto demineralizzare i denti ed avviare il processo carioso (Fig.22). Quindi la carie è un processo dinamico, caratterizzato da ripetute demineralizzazione e remineralizzazione. Se predomina la disgregazione delle sostanze minerali si forma la cavità cariosa. La velocità di sviluppo della carie varia secondo il tipo di dente (i decidui si cariano più facilmente) e secondo le abitudini igieniche ed alimentari. Sui decidui, piccole lesioni puntiformi possono diventare carie profonde ed ampie in meno di sei mesi. Da indagini statistiche se è rilevato che un bambino di due anni presenta in media due lesioni cariose e, talvolta, sono presenti carie già durante lo svezzamento. Fig.20 A) Zone critiche di formazione della carie da accumulo di placca e tartaro: a) solchi e fosse della superficie occlusale; b) zone interdentali. B) Denti cariati nelle zone critiche: smalto, colletto, Radice, dentina. C) Carie della superficie occlusale ed interdentale. HI-LUX Pagina 22 04/05/2012 Fig.21 Alimentazione ed acidità (pH), in seguito alla introduzione ed alla masticazione di cibo Fig.22 Igiene orale ed alimentazione: i fattori necessari per l’insorgenza della carie Tipi di lesioni cariose Siti preferenziali della carie A seconda del tipo di localizzazione e del tessuto del dente si distinguono vari tipi di carie che possono produrre danni diversi (Fig.20). Carie dello smalto È la carie che interessa solo lo strato dello smalto, con vario grado di profondità. Carie della dentina Il processo carioso ha ormai forato completamento lo smalto e, per quanto piccola possa essere la carie visibile all’esame esterno, nella dentina la lesione è sicuramente molto più grande e grave di quella dello smalto (Fig.22). Carie della radice o del cemento radicolare È la carie che colpisce i denti in prossimità del colletto, dove la gengiva è retratta, oppure in prossimità di una tasca parodontale. Sono i punti anatomici dei denti prediletti dalla carie, cioè quelli in cui con maggiore probabilità si andrà a formare la carie e dove bisogna andare a cercarla. Sono anche i siti in cui bisogna applicare con costanza ed attenzione tutte le tecniche di igiene dentale (Fig.20). Carie dei solchi e fossette Sono le carie che si formano sulla superficie masticatoria dei molari e dei premolari, in corrispondenza dei solchi e delle fossette (Fig.20). Carie interdentali Sono le carie che si formano tra due denti, sulle superfici che si affrontano. Carie del colletto Sono le carie in prossimità del margine gengivale, sul colletto del dente. Carie della radice Sono le carie del cemento radicolare, sotto il colletto del dente, in punti in cui la radice è esposta o in prossimità di una tasca parodontale. HI-LUX Pagina 23 04/05/2012 Perché prevenire la carie nei denti decidui Nei denti da latte le carie non solo possono distruggere il dente e condurre alla perdita dell’elemento, ma possono anche portare a tutta una serie di conseguenze che sarebbe meglio evitare, come: • infezioni ed ascessi evolventi in tragitti fistolosi che spesso portano alla perdita del dente • necessità di narcosi ed anestesie durante il trattamento • eventuali danni ai denti permanenti • eventuale batteriemia con rischio di mantenere focolai infettivi che potrebbero diffondersi (glomerulonefriti, infezioni ricorrenti, reumatismi, endocarditi) • mancanza di spazio per i permanenti a causa della perdita precoce dei decidui, con la conseguente necessità di trattamento ortodontico • insorgenza di problemi estetici a breve ed a lungo termie, necessità di restauri protesici • disturbi funzionali dell’occlusione e problemi dell’articolazione temporo-mandibolare • disturbi della fonazione e del linguaggio I pilastri della prevenzione La sorveglianza sanitaria I pilastri della prevenzione, cioè le colonne portanti dell’edificio preventivo (Fig.23), sono: ► la sorveglianza sanitaria; ► l’alimentazione; ► l’igiene orale; ► la fluoroprofilassi. I controlli periodici sono da considerare come un appuntamento educativo, ossia un mezzo per insegnare la prevenzione individuale. Inoltre, i ripetuti incontri porteranno il bambino a familiarizzarsi con la figura del dentista, a non avere paura ed ad avere fiducia per eventuali cure successive. Durante questi incontri si ricevono tutte le informazioni sulle tecniche di spazzolamento, sull’uso degli strumenti igienici, su come controllare la propria igiene, sull’uso di rilevatori di placca. Si valuta l’adeguatezza dell’apporto di fluoro e si controlla il programma di mantenimento della salute dentale. Se si attuano tutti questi controlli e programmi preventivi, il costo delle spese per le cure dentali diminuirà drasticamente nel corso della vita, con il grande vantaggio di riuscire a conservare il proprio patrimonio dentale fino alla tarda età senza la necessità di ricorrere all’uso di protesi, ponti, impianti ed evitando i disagi che li accompagnano. È importante istruire i genitori sulle tecniche di spazzolamento e su tutti gli altri aspetti dell’igiene orale, oltre che invitarli al costante controllo periodico dell’odontoiatra, che deve HI-LUX iniziare fin dai primi anni di vita, e proseguire ad intervalli di 3/6 mesi e comunque non oltre l’anno. In questo modo, non solo si riconosceranno eventuali anomalie già presenti, ma se ne potranno prevenire molte altre. Fig.23 L’edificio della prevenzione dentale L’alimentazione Una corretta alimentazione fin dalla nascita rappresenta il modo migliore per assicurare al proprio bambino uno sviluppo ottimale in senso sia fisiologico sia psicologico ed è molto importante per prevenire una lunga serie di disturbi tanto durante l’infanzia che in tutte le età successive. In questo periodo si stabiliscono le preferenze per alcuni tipi di alimenti e si deve provvedere affinchè nella dieta ci siano i corretti apporti quantitativi e qualitativi. Si devono fornire tutti i nutrienti, zuccheri, grassi, proteine, vitamine, sali minerali, liquidi ecc, senza eccedere verso un alimento Pagina 24 04/05/2012 piuttosto che un altro. La composizione deve essere equilibrata, né devono mancare gli elementi essenziali. Ad esempio gli zuccheri sul succhiotto sono una cattiva abitudine, oltre che un eccesso dannoso: infatti possono portare alla completa distruzione cariosa dei denti decidui. Un adeguato apporto di sali minerali, specialmente di calcio, favorisce la corretta formazione dello smalto dei denti permanenti che in questi primi anni si mineralizzano. Nella prima infanzia si acquisiscono abitudini alimentari e comportamenti che è bene tenere sotto controllo. Se questa è l’età in cui si stabiliscono le preferenze alimentari, è anche questo il momento di guidare queste abitudini e questi comportamenti in modo positivo, affinchè, come qualcuno sostiene, “una buona abitudine diventi un’utile serva”. Quindi se si abituano i bambini, già nei primi mesi di vita, a cibi semplici e naturali, a cambiare spesso menù, mangiando di tutto, sempre rispettando i limiti delle loro possibilità digestive, evitando eccessi e carenze, essi conserveranno per tutta la vita queste buone abitudini, a vantaggio della loro salute. Per questi motivi l’alimentazione riveste una enorme importanza nel neonato, nel bambino e nell’adolescente. Nella fase dello svezzamento il bambino comincia ad essere in grado di masticare e può affrontare, sempre gradualmente, un tipo di alimentazione simile a quella dell’adulto. All’alimentazione definitiva si arriva intorno al secondo anno. Durante la masticazione il cibo strofina la gengiva e la libera dai residui alimentari. La saliva fluidifica il cibo e lava la gengiva. Proviamo ad immaginare di masticare qualcosa di appiccicaticcio e gommoso, esso si attaccherà con molta facilità ai denti, la masticazione sarà difficoltosa e l’autodetersione quasi impossibile. Al contrario, i cibi che vengono masticati, raccolti e legati insieme dalla saliva non si attaccano ai denti e favoriscono l’autodetersione. Questi cibi sono generalmente solidi e richiedono di essere triturati. I cibi molli o semiliquidi, che non richiedono di essere spezzettati e masticati, lasciano più residui, perché viene a mancare lo strofinamento del cibo sui denti. Anche una masticazione veloce ed incompleta non favorisce l’autodetersione. Nei bambini con handicap, a causa di una alimentazione semiliquida, sono state riscontrate malattie gengivali e parodontopatie, con sanguinamento gengivale, depositi di tartaro, con una frequenza molto elevata rispetto a bambini normali ed alimentati con una dieta mista. Questo è uno dei motivi per cui si dovrebbe sempre preferire una dieta mista che comprenda vegetali, frutta, carni e pesce. Attenzione alle gengiviti Molto frequenti, nei bambini, sono le gengiviti, ossia le infiammazioni delle gengive. I fattori che ne favoriscono l’insorgenza sono: • il ristagno del cibo • le caratteristiche del cibo stesso • le malocclusioni dentarie, la secchezza della bocca • la febbre • i disturbi ormonali, del metabolismo, le carenze vitaminiche • alcune malattie dell’infanzia (come quelle esantematiche) ecc HI-LUX Pagina 25 04/05/2012 La funzione della saliva La masticazione dei cibi comporta una certa permanenza in bocca, cosa che stimola la secrezione salivare. La saliva funge infatti da lubrificante ed ammorbidente del cibo e da autodetergente della bocca, contribuendo alla pulizia dei residui alimentari. La saliva umidifica i tessuti della bocca, lubrifica le gengive ed i denti, protegge il cavo orale e mantiene le condizioni di salute di bocca, denti e lingua. Nella funzione di supporto alla masticazione, assolve il compito di preparare i cibi per la digestione vera e propria che si completa nello stomaco e nell’intestino, ma che comincia proprio in bocca, attraverso la masticazione e l’insalivazione. Al termine della masticazione, dopo la deglutizione, la saliva assolve il compito di detergere, pulire la bocca ed i denti. Ha la capacità di limitare gli sbalzi di acidità dei cibi, attraverso la proprietà tampone del pH salivare. Aiuta la mineralizzazione a livello dentale e funge da trasportatore di enzimi digestivi ed antibatterici, oltre che di fattori immunitari che agiscono su batteri, virus e funghi. Inoltre, umidificando la bocca, rende possibile la mobilità della lingua e quindi facilità il linguaggio e tutte le sue funzioni. La carenza di salivazione produce secchezza orale, una condizione detta xerostomia, che si verifica in alcune malattie e dopo la somministrazione di alcuni farmaci. Questa condizione facilita l’insorgenza di carie. L’igiene orale L’igiene orale nei primi anni di vita deve essere eseguita dai genitori, favorendo così l’instaurarsi di una abitudine alla pulizia che il bambino continuerà da solo in età più avanzata. Quando il bambino comincia a manifestare una certa autonomia non desidera essere aiutato, ma vuole fare tutto da solo. Si può favorire questo comportamento che deve essere attentamente controllato dai genitori, intervenendo se necessario ed istruendo per una pulizia accurata e ben eseguita metodicamente. Comunque la sorveglianza non deve smettere fino ai 10/11 anni. Se il lavoro di controllo ed istruzione è stato ben eseguito il bambino potrà precedere autonomamente. Ma è bene controllare spesso la qualità della pulizia. L’igiene orale è lo strumento principale per la prevenzione delle gengiviti, delle malattie del legamento dentale (parodontiti) e delle carie dentali. I genitori dovrebbero essere informati dei rischi di una cattiva od inesistente igiene orale. Dovrebbero essere istruiti prime e dopo la nascita del bambino e conoscere tutti gli strumenti ed i presidi medico-sanitari che si possono utilizzare, come spazzolini, filo interdentale, scovolini, dentifricio, collutori, idropulsori, tecniche di spazzolamento ed uso del fluoro. I genitori devono sapere che anche i bambini piccoli possono avere carie dentali ed HI-LUX infezioni della mucosa orale. A questo proposito è bene informarli che essi trasmetteranno la loro flora microbica ai propri figli e che il tipo di composizione ha caratteristiche famigliari. Anche il non corretto allineamento dei denti (malocclusione) può impedire una corretta igiene orale e favorire il ristagno di cibo. Gli spazi tra i denti sovrapposti sono più difficili da pulire, mentre gli spazi fra i denti ben allineati favoriscono la pulizia. Inoltre quando la posizione dei denti non è corretta ed il loro rapporto (combaciamento) non facilita la masticazione, è quasi impossibile masticare adeguatamente tutti i tipi di cibo. Ci sono delle malocclusioni che, a causa di questa condizione, portano i denti a cariarsi più facilmente fino a distruggerli ed alla necessità di estrarli. La fluoroprofilassi Il fluoro (F) è ampiamente utilizzato per la prevenzione delle carie. È una delle maggiori conquiste a favore della salute pubblica. È diffuso in natura e presente nell’acqua fresca e nell’acqua di mare, nei pesci, nelle verdure, nel latte e nelle sostanze organiche. Ha una grande affinità per i tessuti duri, tipo osso, smalto dentale, dentina, cemento radicolare. Nella dentina e nel cemento la concentrazione di fluoro è addirittura più alta che nello smalto; nel cemento aumenta con Pagina 26 04/05/2012 l’età. Tra la placca dentale e la superficie dello smalto c’è un intenso interscambio di fluoro, favorito dall’acidità prodotta dai batteri della placca che avendo a disposizione residui zuccherini facilmente li spezzettano fino a trasformarli in acidi (acido acetico). Sono quindi questi acidi che determinano lo scambio di fluoro e la conseguente demineralizzazione dello smalto. Se si elimina la placca, non solo si impedisce ai batteri di sottrarre il fluoro dalla superficie dentale, ma se ne impedisce anche lo sviluppo, ed il fluoro circolante n bocca può accedere più facilmente sullo smalto. Il fluoro, assorbito normalmente nello stomaco, circola nel sangue e favorisce la calcificazione dei denti e delle ossa. In bocca si trova diluito nella saliva in concentrazioni che vanno dallo 0,01 allo 0,04%. Contribuisce alla maturazione dello smalto. Il fluoro viene utilizzato dalle cellule che formano lo smalto (ameloblasti); queste cellule, sono sensibili alle alte concentrazioni di fluoro, che le inibiscono e danno come risultato una scadente o nulla formazione di smalto, che si manifesta sui denti con la formazione di smalto scadente, friabile e di aspetto gessoso, la fluorosi dentale. È ormai accertato che se l’acqua che beviamo contiene una certa concentrazione di fluoro, questo favorisce sa sua presenza sulla superficie dentale e quindi agisce nel prevenire la carie dello smalto. Gli effetti del fluoro sullo smalto sono lievemente differenti a seconda che il dente sia in fase pre-eruttiva od in fase post-eruttiva. In fase pre-eruttiva, migliora la qualità di cristallizzazione dei prismi dello smalto più resistenti all’azione di solubilità degli acidi. Infatti nei casi di carenza del fluoro circolante nel sangue, gli effetti sono quelli di un aumento delle carie. Il fluoro presente nel latte materno passa al bambino, e può essere preventivo in fase di allattamento somministrare pastiglie di fluoro alla madre, oltre che farne assumere al bambino diluite nel latte dal sesto mese in poi, in quantità minime consigliate (Tab.6). Una volta che la corona è completata ma non è ancora erotta, lo smalto non assume più fluoro dal sangue ma solo dai tessuti gengivali circostanti, per cui se il fluoro è somministrato nei liquidi che stazionano per un po’ in bocca l’assorbimento ne è permesso in quantità che raggiungono la superficie dello smalto. HI-LUX Ecco perché è opportuno, oltre alla somministrazione aggiuntiva in gocce o con pastiglie sciolte, fornire piccole quantità con i liquidi o per mezzo di pennellature gengivali nei primi 2 anni di vita. In fase post-eruttiva, il fluoro agisce specialmente sui denti appena erotti, poiché inibisce la demineralizzazione e ne promuove la remineralizzazione, anche in presenza di carie già formate o recenti. Contrasta la produzione di acidità dei batteri presenti nella placca batterica e quindi la caduta del pH, che è il primo passo verso la formazione della cavità cariosa. Durante tutta la vita dovrebbero essere usati dentifrici al fluoro, sciacqui con collutori fluorurati o gel. Tossicità del fluoro Il fluoro, assorbito nello stomaco, si ritrova nel sangue dopo un’ora, ed è eliminato per via renale. Se ne trova in tracce nel latte e nella saliva. La placenta permette il passaggio del fluoro solo in piccolissima percentuale, per cui la somministrazione di fluoro nel periodo gravidico è poco efficace a scopo preventivo per il feto. La fluorosi, come abbiamo accennato, è un difetto di mineralizzazione dello smalto, che si verifica nei casi di eccesso di assunzione di fluoro per lungo tempo. Si manifesta con macchie bianche opache sui denti, oppure con puntinature e piccole escavazioni dello smalto, o ancora con macchie colorate. Per prevenirla basta assumere fluoro in modo controllato. Il modo più semplice è controllare le fonti di assunzione, conoscere la concentrazione contenuta nell’acqua e, di conseguenza, integrarla come indicato nella Tab.6. Fluorizzazione delle acque È stato dimostrato che se l’acqua contiene fluoro in una concentrazione di 1 ppm (1 mg di F per litro) si ottiene una riduzione delle carie del 50%. Non tutte le nazioni hanno usato questo metodo di fluorurate le acque potabili, per cui le concentrazioni possono essere al di sotto di questo valore e quindi ci sono delle confezioni di latte arricchite con fluoro. Per gli adulti e per tutti coloro che possono usare il sale da cucina normalmente, ci sono in commercio delle confezioni di sale che contiene fluoro (250 mg F/kg). Per i bambini un modo molto usato e controllato è quello di somministrare una dose integrativa di fluoro in pastiglie opportunamente dosate per ogni età ed in base alla concentrazione di fluoro contenuto Pagina 27 04/05/2012 nell’acqua. Per ottenere il massimo beneficio da tale somministrazione giornaliera, questa assunzione deve essere continuativa, dai primi mesi con le modalità suggerite in Tab.6, fino all’età di 13/14 anni, perché, come abbiamo visto, la formazione dello smalto dentale è continua nel tempo: nei primi 3 mesi si completa la calcificazione della corona degli incisivi centrali e laterali decidui ed intorno ai 12/16 anni si completa la calcificazione della corona dell’ottavo dente, quello del giudizio. Per cui la disponibilità di fluoro deve essere ottimale fino a quella età. Ciò non vuol dire che dopo non ce ne sia più bisogno, ma solo che il fabbisogno di fluoro sistemico, circolante, giornaliero è assicurato da una dieta equilibrata. Questo fluoro circolante non viene più utilizzato per altre finalità del metabolismo. Dopo la completa eruzione dei denti, solo il fluoro che raggiunge la superficie dello smalto, se ben pulita, quindi in bocca, è attivo nel processo di ricambio minerale e di maturazione dello smalto. Questo vale per gli adolescenti e per gli adulti di tutte le età. Tab.6 Consigli sulla prevenzione con il fluoro La fluorizzazione dell’acqua rimane ancora il metodo più efficace ed economico. Quindi, a seconda delle condizioni di rischio di insorgenza di carie, ci si dovrebbe regolare nel fornire dosi supplementari di fluoro. Dove la fluorizzazione dell’acqua è bassa, si consiglia l’integrazione con dosi suppletive. Dove invece è intorno a 0,7 ppm o maggiore, si sconsiglia aggiunte ulteriori. L’applicazione di fluoro topico in gel eseguita domiciliarmente e professionalmente è efficace negli adulti; per i bambini non è consigliabile perché contiene un’alta concentrazione pari a 23000 ppm di fluoro. Anche i collutori sono controindicati nei bambini fino all’età di circa 7/8 anni, periodo in cui possono essere educati a compiere adeguatamente degli sciacqui senza inghiottire la soluzione, con frequenze di uso settimanale o quindicinale. I dentifrici al fluoro, per adulti, per lo più contengono monofluofosfato di sodio o fluoruro di sodio, con concentrazioni da 1000 a 1450 ppm per i più concentrati, pari a 1,0 e 1,45 mg di F per circa 1,5 cm di dentifricio. Esistono le formulazione per bambini in cui le concentrazioni di fluoro sono adeguate alle loro effettive necessità, e comunque sono decisamente inferiori alle dosi per gli adulti. È sempre preferibile per tutti i bambini usare dentifrici appositamente studiati per loro, usarli sotto lo stretto controllo dei genitori, ed in piccole dosi per quelli più piccoli, fino all’età di 5/6 anni; poi incrementare le dosi e le istruzioni, gradualmente, a mano a mano che essi imparano ad eseguire l’igiene orale autonomamente. Gli strumenti per l’igiene orale Gli strumenti dell’igiene orale sono: ► lo spazzolino; ► gli scolovini; ► il filo interdentale; ► i dentifrici; ► i collutori. Lo spazzolino Lo spazzolino è lo strumento principale per l’igiene dentale. Se ne sono prodotti e reclamizzati di tutti i tipi e delle più svariate forme e per tutte le esigenze: dai normali spazzolini a quelli per i portatori di HI-LUX apparecchiature ortodontiche, per i portatori di protesi, monociuffo per zone particolari, quelli manuali e quelli elettrici. Anche la durezza della setola varia, come il suo orientamento. La scelta dello spazzolino deve tenere conto di chi lo usa e di quali sono le sue necessità. È facilmente intuibile che le esigenze di pulizia sono diverse da soggetto a soggetto, in base all’età, alla salute dentale e gengivale, alla presenza di apparecchi ortodontici o di protesi, mobili, fisse o implantari. Lo spazzolino è individuale e va scelto con cura a seconda delle proprie Pagina 28 04/05/2012 necessità. Tutti i tipi oggi disponibili sul mercato possono essere validi se usati in modo appropriato ed adatti alle proprie esigenze. Ma non tutti vanno bene per tutto e per tutti, anzi possono provocare danno se non sono scelti con cura e se vengono usati senza distinzione. Dimensioni La lunghezza di uno spazzolino può variare da 15 a circa 20 cm per gli adulti, mentre per i bambini dovrebbe essere minore. Le impugnature sono in materiale plastico robusto. Se ne trovano di varie forme e colori. Il manico può essere dritto, curvo, angolato ed anatomico. La testa può avere i bordi arrotondati o smussi per non ferire le gengive durante la pulizia; deve essere piccola in modo da poter raggiungere tutte le superfici dentali in ogni parte delle arcate, vestibolarmente, lingualmente ed occlusalmente. Le misure possono variare da 2,0 a 2,5 cm di lunghezza per 1 cm di larghezza per i modelli da adulti e lievemente inferiori per i bambini. Setole naturali o filamenti sintetici Le setole dovrebbero essere artificiali, costituite da filamenti in nylon, tynex o altri materiali sintetici, perché più igieniche e resistenti delle setole naturali, che comunque attualmente non si usano più. Punta arrotondata I materiali sintetici consentono di produrre filamenti la cui estremità lavorante è arrotondata e non grafia la superficie dentale. Durezza La durezza dei filamenti varia da extramorbida, morbida, media e dura. Questa caratteristica dipende dal diametro dei filamenti e dalla loro lunghezza. Più il diametro è ampio più il filamento diventa rigido e duro; anche la lunghezza contribuisce alla durezza, più la fibra è lunga e più è flessibile ossia meno dura. I filamenti sintetici variano da 0,15 a 0,30 mm di diametro, sono standardizzati e tutti uguali. Se la gengiva è sofferente e delicata, è opportuno usare una setola morbida, se ci sono corone protesiche è meglio usare, in prossimità di questi elementi, spazzolini monociuffo e/o interdentali, scartando l’uso del filo interdentale o dello spazzolino elettrico onde evitare che si impiglino lungo i bordi gengivali della corona e staccarla. In caso di esposizione della radice e di retrazione gengivale è opportuno evitare l’uso di setole dure ed abrasive che possono danneggiare il cemento e la radice del dente. Durata Lo spazzolino deve essere cambiato spesso. Se usato quotidianamente, almeno tre volte al giorno, non deve essere utilizzato per più di due mesi. Alcuni spazzolini riportano sulle setole una colorazione che ne indica l’esaurimento e quindi il momento di sostituirlo. La pulizia dello spazzolino Oltre alle raccomandazioni di avere in casa uno o più spazzolini di ricambio ed uno di quelli portatili in astucci appositi da portare con sé, è opportuno ricordare alcune buone norme per la loro manutenzione. • Gli spazzolini con l’uso si contaminano e questo può essere causa di infezioni locali o sistemiche. • Lo spazzolino va accuratamente pulito dopo l’uso sotto un potente getto di acqua corrente, meglio se calda, e scosso battendo il manico sul bordo del lavandino; va riposto a testa in su ed all’aria. • Va evitato il contatto con altri spazzolini nello stesso contenitore. Lo spazzolino elettrico Lo spazzolino elettrico è spesso indicato per soggetti disabili, o per tutti quei soggetti in cui la destrezza manuale è in qualche modo diminuita o deficitaria. In caso di disabili può essere facilmente utilizzato da chiunque si occupi dell’igiene orale aiutando il paziente. È HI-LUX comunque utilizzabile da tutti con efficacia e buoni risultati, se usato con accortezza. I movimenti rotatorio, contro-rotatorio ed oscillante predefiniti consentono una vigorosa pulizia, oltre a massaggiare le gengive. A seconda del tipo di alimentazione, a batteria o diretta dalla rete, il numero di giri può variare da 1000 a 3500 per minuto. Anche i Pagina 29 04/05/2012 questo caso la velocità deve essere scelta sulla base delle esigenze individuali. I soggetti portatori di apparecchiature ortodontiche, protesi ed impianti devono prestare particolare cura nell’uso di questo spazzolino e soprattutto seguire le istruzioni ed i consigli del proprio dentista. • • • • • • • Poiché l’uso dello spazzolino richiede impegno e tecniche appropriare, nelle bocche sano l’uso dello spazzolino elettrico accelera e migliora la pulizia. Quindi piuttosto che lavare male i denti è meglio favorire l’uso di quest’ultimo ausilio. Consigli per l’uso dello spazzolino elettrico Scegliere delle setole morbide: la velocità aumenta la capacità di provocare abrasioni gengivali e dentali. Scegliere dentifrici con abrasività minima: la velocità rafforza enormemente l’abrasione. Aggiungere il dentifricio in piccole quantità e frequentemente per evitare che schizzi da tutte le parti. I metodi di pulizia che si applicano manualmente possono essere usati anche per quello elettrico; poiché la testina è più piccola, è possibile variare la posizione in modo da raggiungere tutte le superfici dei denti, gengive comprese. Suddividere le arcate dentali in piccoli settori e variare l’angolazione per raggiungere tutti i denti. Non trascurare nessuno superficie e scorrere con movimenti lenti e pressione leggera e costante in modo da non danneggiare le gengive; le setole non dovrebbero mai piegarsi e mai infilarsi sotto i bordi delle corone protesiche o dei ponti per evitare di impigliarle e staccare i manufatti protesici. Evitare di insistere sulle aree radicolari esposte, specialmente se si usano dentifrici con abrasività sconosciuta o alta e nelle aree in cui è esposta la denti. Gli scovolini Lo scovolino serve per rimuovere la placca ed i detriti. In commercio se ne trovano di vari tipi, con e senza manico, di dimensioni differenti, numerati e di forma cilindra o conica. Il filo interdentale È un ottimo ausilio se usato correttamente. Ce ne sono di vari tipi, cerato e non cerato, in seta, nylon, PTFE espanso (politetrafluoroetilene). La forma può essere piatta, a nastro o rotonda. Dovrebbe essere usato prima dello spazzolamento, perché, rimuovendo la placca prima di usare il dentifricio, ne favorisce l’efficacia se questo contiene fluoro. Il fluoro non può accedere alla superficie dentale se questa è coperta dalla placca. Per come utilizzare il filo correttamente è opportuno seguire i consigli del proprio dentista (Fig.24). 1. 2. 3. 4. 5. 6. HI-LUX Pagina 30 Fig.24 Uso del filo interdentale Arrotolare il filo sul dito medio delle due mani. Tendere il filo. Afferrarlo tra l’indice ed il pollice delle due mani. Tenerlo teso sull’estremità dei due indici, prima di inserirlo tra i denti. Inserirlo tra i denti, seguendo prima un bordo e poi l’altro versante, per ogni dente, sempre in direzione verticale. Tendere il filo sul margine laterale del dente, con movimento verticale, mai “seghettare”, ma solo trascinare in verticale. 04/05/2012 I dentifrici I dentifrici costituiscono un valido aiuto durante lo spazzolamento per rimuovere la placca, i residui alimentari e la materia alba. Ne sono stati studiati e prodotti di vari tipi, da quelli semplicemente dedicati alla pulizia ai moltissimi altri per svariate necessità e scopi. Oggi quasi tutti, oltre alle sostanze detergenti, contengono anche sostanze che ne caratterizzano l’azione e quindi l’uso, per cui vengono classificati sulla base della loro principale azione: ► prevenzione della carie dentale; ► desensibilizzazione dei denti; ► riduzione della formazione del tartaro; ► riduzione della formazione della placca; ► riduzione delle gengiviti; ► sbiancamento dentale. La composizione di base è più o meno simile per tutti, cambiano i principi che ne qualificano l’azione ed alcuni componenti che conferiscono maggiore gradimento e gusto, come aromi, sapore, schiumogeni, ecc. I collutori I collutori sono usati da sempre, anche sotto forma di preparazioni domestiche, per l’igiene, per mantenere i denti bianchi e per lenire il dolore. Possono contenere ingredienti semplici come quelli a base di acqua e sale, acqua e bicarbonato, acqua ed aceto, menta salvia, ecc. Sono prodotti che hanno una certa efficacia, ma vanno usati sporadicamente e con moderazione poiché alcune sostanze possono favorire azioni che alla lunga risulterebbero dannose. Come e quando pulire i denti Esistono molte tecniche di spazzolamento, alcune sono indicate per tutti, mentre altre sono adatte ad individui che presentano problemi dentali particolari. Non c’è un metodo superiore all’altro, ma ognuno di essi può essere usato per scopi diversi e dimostrarsi più adeguato di un altro per risolvere un determinato problema igienico. La pulizia deve comunque essere eseguita con cura e sistematicamente, senza tralasciare nessuna superficie dentale. Non è possibile pulire correttamente ed efficacemente i denti se si impiegano meno di tre minuti per ogni lavaggio. Quando La pulizia deve essere effettuata entro i primi 20 minuti, subito dopo aver mangiato. La sera dovrebbe sempre essere eseguita e mai dimenticata, poiché, se durante il giorno il flusso salivare contribuisce in qualche modo alla pulizia del vaco orale, durante la notte la secrezione della saliva diminuisce di circa 6 volte rispetto al giorno e quindi i residui alimentari, se non vengono rimossi, contribuiranno notevolmente all’accumulo di placca. I microrganismi crescono al buio ed in ambiente caldo-umido, e la notte è il periodo ideale per moltiplicarsi. La sera dovrete essere dedicata ad una pulizia più accurata, usando lo spazzolino interdentale, l’idrogetto, il filo interdentale e tutti quegli accessori che si ritengono necessari. La pulizia dei denti dovrebbe essere fatta ogni volta che mangiamo, o almeno subito HI-LUX dopo i tre pasti principali, colazione, pranzo e cena. Purtroppo ciò non sempre viene attuato per i più svariati motivi: lavoro, scuola, lontananza da casa, mancanza di dentifricio, ecc. Ma forse non tutti sanno che ci si possono pulire i denti anche senza dentifricio, con il solo spazzolino e l’acqua corrente. Infatti circa il 70% della pulizia dentale è realizzata dal solo spazzolamento. Il dentifricio è un ausilio che ne aumenta l’efficacia per poco più del 20%. I dentifrici che contengono additivi e/o particelle abrasive aumentano la loro azione detergente, ma hanno come contropartita la capacità, in piccola misura, di abradere lo smalto. Come Qualsiasi metodica si usi è bene procedere con ordine e sistematicità, abituarsi a percorrere sempre lo stesso itinerario in sequenza coprendo tutte le superfici e non dimenticando nulla. L’abitudine è una buona norma se i comportamenti appresi sono utili. L’impugnatura dello spazzolino deve essere ferma in modo da consentire il completo controllo dei movimenti ed in grado di controllare il grado di pressione esercitata a seconda delle zone e delle condizioni dentali. Di solito si impugna nel palmo della mano con il pollice appoggiato in prossimità del gambo. L’inclinazione delle setole dipende dal metodo seguito. La forza esercitata non deve condurre a piegare eccessivamente oltre le setole o i filamenti, perché li Pagina 31 04/05/2012 orienterebbe oltre l’area da pulire rendendo disordinata, inadeguata ed inefficace la pulizia. Sequenza La pulizia si esegue a bocca aperta con i denti delle due arcate non serrati. Si incomincia generalmente dal settore molare destro dell’arcata superiore e scorrendo a piccoli tratti sulla faccia o versante vestibolare si raggiunge il lato sinistro. Si gira intorno all’ultimo molare di sinistra per raggiungere il versante palatale dei denti dell’arcata superore e, sempre a piccoli tratti, si scorre fino al lato destro (Fig.25). Durante questo percorso bisogna variare l’orientamento dello spazzolino (Fig.25). Una volta eseguita la pulizia del versante vestibolare e palatale dei denti si procede a pulire la parte occlusale o masticatoria, procedendo sempre da destra a sinistra. Completata la pulizia dell’arcata superiore si passa a quella inferiore compiendo gli stessi tragitti sistematicamente: parte vestibolare, linguale ed infine occlusale. Per ogni tratto dell’arcata, generalmente suddivisa in 10 segmenti per ogni versante, soffermarsi ripetendo i movimenti di spazzolamento della tecnica eseguita e contando fino a 10, e così via. Un consiglio: invertite la sequenza su indicata a giorni alterni in modo da dedicare il giusto tempo anche a quelle aree che si puliscono per ultime e talvolta frettolosamente. La sera è consigliabile ripetere l’intera sequenza ancora una volta. Nella Fig.26 vengono illustrati due metodi errati di spazzolamento. Fig.25 Sequenza di spazzolamento HI-LUX Pagina 32 04/05/2012 Fig.26 Metodi errati di spazzolamento e quindi da evitare La prevenzione ortodontica Osservando il profilo di un volto è possibile capire se sussiste un problema di sviluppo scheletrico. La classificazione dei profili: ortognatico, retrognatico e prognatico (Fig.27), il più delle volte riflette la conformazione ed i rapporti scheletrici sottostanti. Similmente alla classificazione del profilo cutaneo, anche il profilo osseo scheletrico, visibile con una radiografia, viene classificato in ortognatico o di I classe quando i rapporti scheletrici e dentali sono “normali”, retrognatico o di II classe, quando la mandibola si trova posizionata indietro rispetto alla mascella, prognatico o di III classe quando la mandibola si trova posizionata in avanti rispetto alla mascella. Naturalmente non è sempre così semplice, ci sono molte variazioni nella posizione dei rapporti scheletrici della mandibola e della mascella. È lo specialista che dovrà analizzare e diagnosticare il tipo di anomalia, ma il genitore può, da queste semplici osservazioni, intuire che forse c’è un problema ed occorre una visita specialistica di controllo. A livello dentale viene mantenuta la stessa classificazione per le tipologie dei rapporti scheletrici: I, II, III classe dentale (Fig.28). Nella classificazione dentale si tiene in considerazione il rapporto tra i rispettivi denti delle due arcate, cioè come essi si posizionano tra di loro. I denti che vengono considerati in questa analisi sono i molari (i sesti o primo molare permanente), i canini (o 3° dente) e gli incisivi centrali e laterali (1° e 2° dente). Ognuno di questi gruppi dentali si deve posizionare in un modo caratteristico per ogni tipo di classe dentale. Questa analisi delle classi dentali si effettua su un piano ideale laterale alla faccia, ossia di profilo. Ma per avere una chiara idea dei rapporti dentali e scheletrici dobbiamo considerare HI-LUX tutti e tre i piani dello spazio. Questo perché le anomalie possono esprimersi in tutte le direzioni ed in tutti i piani dello spazio. Abbiamo finora considerato alcune anomalie sul piano laterale. Se invece consideriamo il piano orizzontale troveremo che ci sono alterazioni che riguardano la posizione dei denti rispetto alla direzione destra-sinistra della bocca, come l’ampiezza del palato che può essere ristretta da una parte e condurre ad una inversione del morso, in cui il normale rapporto di sovrapposizione dell’arcata superiore su quella inferiore è rovesciato, inverso. Cioè, in alcune zone dentali, l’arcata inferiore si sovrappone a quella superiore (Fig.28). Fig.28 Il profilo scheletrico viene classificato in ortognatico o I classe, retrognatico o II classe e prognatico o III classe; la I classe si considera “normale” mentre la II e la III classe riflettono anomalie a livello dentale. Anche in questo caso esiste una grande varietà di alterazioni sul piano orizzontale. L’inversione del morso può avvenire in qualsiasi zona dell’arcata dentale, essere presente solo su un lato (a destra o a sinistra), solo su un settore (posteriore, laterale, anteriore) o solo su alcuni denti (molari, premolari, canini, incisivi). Mentre a livello scheletrico si può manifestare come una irregolarità dell0osso dell’arcata alveolare, che può apparire deformata, o può Pagina 33 04/05/2012 manifestarsi con un palato stretto, oppure l’una e l’altra insieme (Fig.29). Fig.29 A) morso profondo; B) sezione delle arcate (vista frontale), crossabite a destra; C) affollamento anteriore. Tutte queste anomalie, vanno attentamente valutate e se si riscontrano nei bambini bisogna ricorrere all’odontoiatria per una visita di controllo ed intervenire nel modo opportuno. Sul piano verticale o frontale si sviluppano alter anomalie, sia scheletriche che dentali. Queste riguardano specialmente la dimensione ed i rapporti verticali delle arcate. Le anomalie più frequenti riguardano i morsi aperti ed i morsi profondi. Il morso aperto si verifica quando in un qualsiasi settore dell’arcata (posteriore, laterale o anteriore) i denti, quando sono in occlusione, cioè chiusi o serrati, non si toccano, ma rimane uno spazio tra le due arcate. Questo può essere dovuto a vari tipi di cause, come la deglutizione atipica, l’interposizione linguale, il perdurare dell’abitudine di tenere il succhiotto, di mordicchiare penne o altri oggetti, di succhiarsi il pollice o altre dita, succhiarsi un labbro. È una grave patologia che va corretta non appena si può. Il morso profondo si verifica quando i denti superori, gli incisivi, coprono più o meno completamente quelli inferiori. Tale sovrapposizione porta il bordo degli incisivi inferiori a battere o sfregare il versante palatale degli incisivi superiori. Ciò può determinare usura e talvolta mobilità dentale. Inoltre un’altra conseguenza di questa condizione è quella che, talvolta, porta ad una eruzione incompleta dei denti laterali e posteriori come i premolari ed i molari. Questi rimangono come immersi nella gengiva ed emergono solo per circa metà della corona. Anche questa è una condizione che va corretta il più presto possibile per impedire danni ulteriori. Per correggerla ci si avvale della branca medica ortodontica. L’ortodonzia viene suddivisa in branche a seconda del tipo di intervento terapeutico. L’ortodonzia intercettiva o preventiva, è quella che interviene fin dai primi anni di vita sorvegliando il corretto svolgimento dello sviluppo. L’ortopedia dento-facciale interviene agendo sulle strutture facciali più che sui denti, per correggere anomalie strutturali , funzionali ed ossee. I tempi del suo intervento possono variare dai tre anni ai trediciquattordici anni, a seconda delle patologie. L’ortodonzia correttiva agisce quasi esclusivamente sui denti delle arcate, il massimo della sua efficacia è quando si applica verso la fine della dentatura decidua, nel periodo finale della transizione dalla decidua alla permanente e da permuta dentale avvenuta in poi. All’ortodonzia chirurgica si ricorre dai diciotto anni in poi, quando i problemi non sono correggibili con le sole terapie ortodontiche. L’ortodonzia si propone di ● correggere le irregolarità delle arcate dentali; ● correggere le anomalie occlusali; ● correggere i rapporti tra le ossa mascellari; ● eliminare le interferenze funzionali; ● correggere gli affollamenti dentali; ● modificare le arcate dentali strette ed il palato a volta; ● correggere la respirazione orale; ● recuperare la perdita di spazio; ● prevenire la perdita di spazio in seguito alla perdita di elementi dentali; ● svelare le agenesie e predisporre una terapia per la loro correzione; ● svelare e risolvere le inclusioni dentali; ● individuare la presenza di denti soprannumerari e di tutta una lunga serie di problemi ortodontici come: ▪ malocclusioni, ▪ asimmetrie facciali, ▪ patologie dell’articolazione temporo-mandibolare. HI-LUX Pagina 34 04/05/2012