INFORMAZIONE TECNICA Giuseppe Franco COALVI RAZZA BOVINA PIEMONTESE, NON SOLO BISTECCHE Il progetto di valorizzazione di nuovi prodotti che originano dall’allevamento della razza Piemontese si colloca nell’ambito di diversi progetti ed indagini volte a promuovere e dar valore alla razza bovina Piemontese in Piemonte e sul territorio nazionale, al fine di incrementare lo sviluppo sui mercati di un prodotto con elevate caratteristiche organolettiche e qualitative molto apprezzate dai consumatori. La scelta da parte del Consorzio di Tutela di valorizzazione i prodotti derivati sia dal latte che dalla carne piemontese, è da attribuirsi all’esigenza di incrementare sui mercati la presenza di un prodotto con elevate caratteristiche organolettiche e qualitative molto apprezzate dal consumatore che appare oggi sempre più attento alla qualità, all’origine ed alla natura dei prodotti scelti. A differenza di progetti di ricerca precedenti si è inoltre focalizzata l’attenzione su un aspetto mai considerato prima, i prodotti derivati dall’allevamento piemontese 36 anzichè gli aspetti tecnici legati all’allevamento e all’ingrasso dei vitelli e quelli relativi al miglioramento genetico e alla sfera riproduttiva. Il progetto di ricerca è stato coordinato dal Consorzio di Tutela della Razza Piemontese che ha seguito, mediante supporto di tecnici specializzati, tutte le lavorazioni dei prodotti e mediante l’agenzia di pubblicità la parte relativa allo studio del packaging dei prodotti. A fianco del Consorzio di Tutela hanno collaborato l’Università di Torino – Di.Va.P.R.A (Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agricoltura 55 agroforestali) che si è occupato delle analisi chimico-sensoriali dei campioni; l’INOQ, Istituto Nord Ovest Qualità che ha predisposto i Disciplinari di produzione per ogni tipologia di prodotto e provvederà eventualmente a certificare i prodotti; l’ARAP, Associazione Regionale Allevatori del Piemonte che ha condotto analisi chimico fisiche su alcuni campioni. L’obiettivo della ricerca è stato quello di valorizzare prodotti derivati dalla lavorazione della carne e del latte tipici di una razza, considerata oggi la principale risorsa zootecnica del Piemonte per poterne sfruttare a pieno le potenzialità produttive. Per la linea carne, si è voluto dar valore a tagli meno pregiati e non utilizzati in alcuni periodi dell’anno trasformati così in prodotti con un elevato valore aggiunto proposti su un mercato sempre più attento alla qualità. Per la linea latte nonostante la razza Piemontese sia oggi considerata a spiccata attitudine alla produzione di carne si è voluto valorizzare anche questa linea produttiva per ottenere un prodotto tipico in riferimento alla zona di origine ed alle modalità di produzione meno considerato in questa razza ma utile a fornire prodotti competitivi sul mercato e apprezzati dal consumatore. Non è però da sottovalutare il quadro normativo odierno in materia di igiene e qualità delle produzioni che richiederebbe investimenti non giustificabili rispetto alle quantità di latte prodotte e renderebbe necessario, nell’ipotesi di produzioni future, un attento controllo sulla tracciabilità del latte dalle operazioni di mungitura e raccolta alle fasi di produzione. La scelta di produrre yogurt, mozzarella e toma blu è stata dettata anche da vincoli legati alle aziende di lavorazione e ha portato non poche difficoltà durante le lavorazioni e per l’approvvigionamento della materia prima. In particolare è risultato difficile gestire i quantitativi di lavorazione, poiché gli impianti supportavano, in alcuni casi, un quantitativo minimo di prodotto da utilizzare, come la mozzarella. Sui prodotti della linea carne (salame, salsiccia e bresaola) sono invece state riscontrate alcune carenze nelle tecnologie di lavorazione dovute a una certa inesperienza su una linea di salumi a base di puro bovino mentre i prodotti a tipologia mista (bovino e suino) hanno riscosso maggior successo e per questo potrebbe essere interessante in futuro avviarne la produzione. La ricerca è stata condotta in sei aziende situate sul territorio piemontese la cui scel- Linea latte • Ricevimento della materia prima • Pastorizzazione del latte a 72°C per 15-20 sec. • Inoculo fermenti • Lavorazione a seconda del tipo di prodotto • Stagionatura, se prevista ta è stata fatta in base ad esperienze di produzioni, caratteristiche ed idoneità degli impianti di lavorazione e, in ultimo, alla disponibilità a collaborare al progetto. I singoli produttori hanno svolto tutte le lavorazioni a partire dalla stessa materia prima ma secondo metodi e procedure differenti in funzione dello stabilimento di lavorazione. Le principali fasi di lavorazione possono essere riassunte come segue: • Analisi chimico-fisica, mediante campionatura • Analisi sensoriale, mediante degustazione Linea carne • Ricevimento della materia prima • Rifilatura e preparazione dei tagli • Lavorazione vera e propria ( impasto, aggiunta aromi etc..) • Stagionatura e stoccaggio • Analisi chimico-fisica, mediante campionatura • Analisi sensoriale, mediante degustazione Durante tutte le lavorazioni sono stati rilevati dati tecnici ed è stata effettuata la raccolta di campioni destinati poi ad analisi. I risultati delle lavorazioni per la linea carne sono stati valutati in alcuni casi facendo riferimento a prodotti tradizionali presenti sul mercato come per la bresaola che ha registrato, ad esempio, significative differenze sul contenuto in grasso rispetto alle bresaole presenti oggi sul mercato (i tagli utilizzati derivano per la maggior parte da carne di provenienza brasiliana o argentina) o comparando prodotti ottenuti con differenti ricette (salame di puro bovino e salame misto) per i quali non sono state 37 INFORMAZIONE TECNICA rilevate differenze significative tra i vari produttori; per la linea latte sono stati eseguiti test di riconoscibilità del prodotto da un gruppo di consumatori esperti e test descrittivi con valutazioni edonistiche personali. In entrambi i test il gradimento è stato maggiore per i prodotti derivati da latte di piemontese packaging adatto ai prodotti, di cui si riportano alcune immagini in seguito con particolare richiamo all’Oro Rosso (elemento di comunicazione del Consorzio) per valorizzarne l’immagine che diventa il punto forte della comunicazione e che con il marchio è il più importante elemento di riconoscibilità del prodotto. Sono quindi state studiate differenti tipologie di confezioni (colori, diciture, sfondo, immagini) che valorizzassero i prodotti e che sottolineassero ancora una volta l’opportunità di ritrovare in tutti i prodotti della linea Coalvi la stessa garanzia e qualità che contraddistingue il marchio. contraddistinti da maggiore struttura, corposità e ricchezza. L’ultima fase del progetto di ricerca prevedeva la redazione di disciplinari di produzione per ogni prodotto, a fronte di un’eventuale iter di certificazione, per poter fornire al consumatore un controllo sull’intera filiera produttiva e garantire una rintracciabilità del prodotto in ogni fase di produzione. L’Inoq, Istituto Nord Ovest Qualità ha svolto questa indagine sottolineando che è possibile certificare i prodotti di cui alla ricerca, che le aziende hanno le caratteristiche e la capacità di operare in tal senso e che il problema più grande rimane la reperibilità della materia prima latte per fare i formaggi. Sarà poi compito del Consorzio provvedere ad un’attività di autocontrollo per verificare tutti i soggetti di filiera, documentando tutti i passaggi e le fasi di produzione della stessa al fine di garantire una rintracciabilità interna ed evitare una commistione tra materie prime di origine diversa. Infine è stata prevista la preparazione da parte dell’agenzia di pubblicità di un 38 Mozzarella Yogurt Salsiccia Bresaola