I DISTURBI D’ANSIA Dr. E. FAVARETTO Servizio Psichiatrico O.C. Bressanone CASO CLINICO CASO CLINICO ● Maschio, nato 1973 ● Laurea in giurisprudenza ● ● ● Lavora come avvocato presso studio legale di Vipiteno Relazione di 8 anni interrotta piú volte, definitivamente nel 2010 Da circa due anni convive con la nuova compagna CASO CLINICO ● Nato a termine con parto eutocico ● Sviluppo psicofisico nella norma ● ● Sin dai tempi dell'asilo, piangeva se la madre non arrivava a prenderlo in tempo e faceva fatica a staccarsi da lei. Sportivo, fa sci a livello agonistico. Quando va ad allenarsi in Svizzera, ha forte nostalgia di casa, tristezza, rimugina sul timore di perdere le persone a lui care. CASO CLINICO ● ● ● ● Buon rendimento scolastico, sempre tra i migliori della classe. Giá alle elementari é molto preciso, tende a perseverare sulle cose, ha degli standard molto elevati A partire dall'adolescenza frequenta discoteche dove inizia una carriera come DJ. Passa intere serate in discoteca dove dorme poco. Dai 18 anni lavora per un paio di estati come animatore CASO CLINICO ● ● ● Ha il primo rapporto sessuale a 23 anni A 20 si iscrive in palestra e fa body-building a livello amatoriale. È molto attento all'aspetto fisico. All'etá di 28 aa comincia a sviluppare l'idea di avere un'atrofia testicolare e per questo si sottopone ad una visita. Per questo fa una visita urologica ad esito negativo. CASO CLINICO ● ● ● Compaiono idee ipocondriache con cancerofobia e idee di colpa („mi sono causato un danno permanente“) Inizia a sviluppare lievi attacchi di ansia con timore di sentirsi male, di svenire e non poter essere soccorso da nessuno. Dopo circa un mese sviluppa improvvisamente un acufene all'orecchio sinistro a cui si aggiunge timore di morire e di svenire. L'episodio dura un'ora e si risolve spontaneamente CASO CLINICO ● Una settimana dopo mentre si trova a casa da solo si sveglia di colpo con i seguenti sintomi – – – – – – – ● Paura di svenire Forte ansia e agitazione psicomotoria Tachicardia e cardiopalmo Dispnea e iperventilazione Senso di nodo alla gola Gambe molli vertigini L'episodio dura 1 ora, dopodiché disperato chiama la fidanzata e si reca da lei. Non appena la vede, si calma CASO CLINICO ● ● ● Dopo gli episodi compaiono la paura di avere un'altro attacco e per questo cerca in tutti i modi di evitare di stare da solo. Il mese dopo si reca in ospedale per fare un esame e lí sviene. Gli praticano una flebo e lui sente in lontananza le voci delle infermiere che dicono „ecco sta ritornando in sé“. Pensa di essere in punto di morte. Dopo questo episodio si reca dal MMG il quale gli prescrive paroxetina che peró gli dá un iniziale peggioramento dell‘ansia e nervosismo CASO CLINICO ● ● ● ● Inviato d‘urgenza al CSM gli viene aumentato il dosaggio di paroxetina e aggiunto alla terapia alprazolam. A causa del perdurare dell‘ansia dopo 3 settimane nonostante l‘incremento della dose di alprazolam, viene effettuato uno switch da paroxetina a venlafaxina con miglioramento del quadro sintomatologico. Permangono ansia anticipatoria e comportamenti agorafobici Viene associato trattamento psicoterapeutico con scomparsa pressoché totale dei sintomi residui e dell‘evitamento agorafobico CASO CLINICO Informazione chiave: Nel periodo in cui andava in palestra e ha manifestato il primo attacco di panico e i sintomi ipocondriaci assumeva anabolizzanti!!!! INTRODUZIONE NEVROSI Definizione (CULLEN, 1787): gruppo di disturbi “della motricità e della sensibilità” nei quali «la febbre non costituisce elemento della malattia e che non dipendono da una affezione locale organica», ma derivano da una compromissione generale del sistema nervoso. NEVROSI XIX. sec. : • • malattie caratterizzate dall ’ assenza di infiammazione o di lesione dell ’ organo interessato, localizzate in una sede definita, che giustificava p.es. le dizioni di “nevrosi cardiaca” o “nevrosi gastrica” o ipotizzata, come nel caso della isteria (utero) considerate alla stregua di malattie organiche; non studiate dagli psichiatri bensí da internisti, neurologi ecc. NEVROSI BEARD, 1880: NEVRASTENIA: affezione caratterizzata da «fatica fisica di origine nervosa», astenia, cefalea, dispepsie, parestesie, costipazione, insonnia, tremore, ipersensibilità agli stimoli esterni ed irritabilità NEVROSI KRISHABER 1872: descrive le alterazioni percettive, acustiche e visive, ed i sentimenti di irrealtà che possono manifestarsi durante gli attacchi di ansia. Relativamente al decorso del disturbo, anticipò la possibilità di una evoluzione verso l ’ ipocondria, l ’ evitamento agorafobico e l’abuso di sostanze, quali alcool o oppiacei. NEVROSI FREUD : NV come messaggio che contiene dunque un significato, esprime qualcosa di emotivo che la sottende, entra nel sistema comunicativo, ha, in definitiva, un senso che va al di là del significato di malattia. Per superarla, e comprenderla, dunque, bisogna individuarne il senso. NEVROSI FREUD – prima del 1925: ● Nv d´ansia come trasformazione fisiologica diretta della energia sessuale non scaricata. NEVROSI FREUD – Inibizione sintomo angoscia (1925): ● ● ● ansia come segnale di un conflitto intrapsichico (tripartizione dell´inconscio; fallimento della rimozione) Nv come difesa dal conflitto (Abwehrneuropsychose) diverse manifestazioni a seconda del tipo di meccanismo di difesa adottato – – – – ISTERIA DISTURBO OSSESSIVO FOBIE ANGOSCIA ► conversione ► formazione reattiva, isolamento ► spostamento ► prevalere dell´ansia libera NEVROSI ● da FREUD ai sistemi nosografici moderni: – il concetto freudiano viene modificato a partire dai primi anni ´80 con l´introduzione dei moderni criteri diagnostici/nosografici (DSM e ICD). – perdita del significato delle Nv come espressione di una parte della storia dell´individuo – scomparsa del termine Nv: frammentazione in quadri sindromici per i quali si suppone una genesi organica sebbene ignota. NEVROSI NEVROSI DSM-IV-TR DSM-V Disturbo da Stress Posttraumatico Disturbo da panico NEVROSI GAD Fobia sociale OCD OCD I DISTURBI D’ANSIA NEL DSM-V ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Separation Anxiety Disorder Selective Mutism Specific Phobia Social Anxiety Disorder (Social Phobia) Panic Disorder Agoraphobia Generalized Anxiety Disorder Substance/Medication-Induced Anxiety Disorder Anxiety Disorder Due to Another Medical Condition Other Specified Anxiety Disorder Unspecified Anxiety Disorder NEVROSI NEVROSI 35 Donne Uomini 30 25 % della popolazione statunitense 20 15 10 5 0 Disturbi d'ansia di qualsiasi tipo nell'arco della vita Kessler et al. Arch Gen Psychiatry 51: 8-19, Fobia sociale nell'arco della vita 1994 Disturbo d'ansia generalizzato (GAD) nell'arco della vita Disturbo di panico nell'arco della vita PATOGENESI IL CONDIZIONAMENTO PAVLOVIANO Tovote, Nature Reviews Neuroscience Volume 16 June 2015 IL CONDIZIONAMENTO PAVLOVIANO Tovote, Nature Reviews Neuroscience Volume 16 June 2015 IL CONDIZIONAMENTO PAVLOVIANO Nagaya Biological Psychiatry August 1, 2015; 78:152–153 I CIRCUITI DELLA PAURA basal amygdala (BA) ventral hippocampus (vHC) prelimbic cortex (PL) infralimbic cortex (IL) intercalated (ITC) cells lateral central amygdala (CEl) hypothalamus (HYP) periaqueductal grey (PAG) medial central amygdala (Cem) lateral amygdala (LA) Tovote, Nature Reviews Neuroscience Volume 16 June 2015 I CIRCUITI DELL’ANSIA • • • • • • • • • • • • • • basolateral amydala (BLA) anterodorsal bed nucleus of the stria terminalis (adBNST) ventral hippocampus (vHC) central amygdala (CEA) ventral BNST (vBNST) ventral tegmental area (VTA) hypothalamus (HYP) locus coeruleus (LC) lateral septum (LS) medial prefrontal cortex (mPFC) oval BNST (ovBNST) periaqueductal grey (PAG) parabrachial nucleus (PB) raphe nuclei (RN) Tovote, Nature Reviews Neuroscience Volume 16 June 2015 I CIRCUITI DELL’ANSIA ● ● ● ● Whereas fear is evoked by discrete and acutely threatening stimuli, anxiety can be operationalized as an emotional response to vague, potential threats Anxiety is characterized by sustained arousal, vigilance and apprehension, and it results in specific patterns of defensive behaviours and concomitant autonomic responses depending on the nature of the threat and the situational context. A large body of evidence suggests that the central mechanisms underlying fear and anxiety states are similar in both animals and humans and that fear and anxiety processes are mediated by partially overlapping neuronal substrates. However the precise circuits underlying anxiety behaviour have not been investigated as much Tovote, Nature Reviews Neuroscience Volume 16 June 2015 I CIRCUITI DELL’ANSIA Stein & Steckler, Behavioral Neurobiology of Anxiety and Its Treatment 2010 I CIRCUITI DELL’ANSIA LIMBIC-MEDIAL PREFRONTAL CIRCUIT VIEW OF NEGATIVE EMOTIONAL PROCESSING. Core limbic group (amygdala, insula, hypothalamus, periaqueductal gray) ● register emotional stimuli and initiate coordinated species-specific physiological and behavioral responses to them. Dorsal medial prefrontal structures (dorsal anterior cingulate – dACC, dorsomedial prefrontal cortex - dmPFC) ● involved in more extensive evaluation of emotion and may gate its access into conscious awareness. Antero lateral region, (rostral and subgenual anterior cingulate – rACC & sgACC, ventromedial prefrontal cortex –vmPFC) ● involved in contextually appropriate regulation of emotion and core limbic processing. The processing of an emotional stimulus may lead to modulation of regions important in other cognitive functions (e.g., perception, motor planning, and memory) by core limbic regions. Lateral prefrontal (LPFC) executive regions may engage medial prefrontal emotion processing circuitry to aid in deliberate regulation of emotion Stein & Steckler, Behavioral Neurobiology of Anxiety and Its Treatment 2010 CLINICA BREVE SCREENING PER I DISTURBI D’ANSIA During the past two weeks how much have you been bothered by the following problems? ● Feeling nervous, anxious, frightened, worried, or on edge ● Feeling panic or being frightened ● Avoiding situations that make you anxious Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) BREVE SCREENING PER I DISTURBI D’ANSIA ● ● ● Panic disorder – Do you have sudden episodes/spells/attacks of intense fear or discomfort that are unexpected or out of the blue? If you answered “YES” then continue – Have you had more than one of these attacks? – Does the worst part of these attacks usually peak within several minutes? – Have you ever had one of these attacks and spent the next month or more living in fear of having another attack or worrying about the consequences of the attack? SAD – Does fear of embarrassment cause you to avoid doing things or speaking to people? – Do you avoid activities in which you are the center of attention? – Is being embarrassed or looking stupid among your worst fears? GAD – During the past 4 weeks, have you been bothered by feeling worried, tense, or anxious most of the time? – Are you frequently tense, irritable, and having trouble sleeping? Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) DISTURBO di PANICO DISTURBO di PANICO secondo DSM-V ● ATTACCO DI PANICO ● AGORAFOBIA DISTURBO di PANICO secondo DSM-IV con AGORAFOBIA DISTURBO di PANICO senza AGORAFOBIA DISTURBO di PANICO secondo DSM-V DISTURBO di PANICO AGORAFOBIA DISTURBO di PANICO ATTACCO DI PANICO Un periodo preciso di intensa paura o disagio, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: 1) palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia 2) sudorazione 3) tremori fini o a grandi scosse 4) dispnea o sensazione di soffocamento 5) sensazione di asfissia DISTURBO di PANICO ATTACCO DI PANICO (segue) 6) dolore o fastidio al petto 7) nausea o disturbi addominali 8) sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9)derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 10) paura di perdere il controllo o di impazzire 11) paura di morire 12) parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) 13) brividi o vampate di calore. DISTURBO di PANICO DISTURBO DI PANICO A. Attacchi di Panico inaspettati ricorrenti B. almeno un mese con uno (o più) dei seguenti sintomi: a) timore di avere altri attacchi (ansia anticipatoria) b) preoccupazione x implicazioni dell’attacco c) alterazione comportamento correlata agli attacchi DISTURBO di PANICO DISTURBO DI PANICO C. Attacchi di Panico non dovuti ad abuso di sostanze o a condizione medica generale (per es., ipertiroidismo). D. Attacchi di Panico non sono meglio giustificati da un altro disturbo mentale dello spettro ansioso DISTURBO di PANICO AGORAFOBIA A.Ansia marcata o paura relativa a due o piú delle seguenti situazioni: 1. usare mezzi di trasporto (auto, bus, treno, aereo, nave) 2. essere in spazi aperti (parcheggi, supermarkets, ponti) 3. essere in spazi chiusi (negozi, teatri, cinema) 4. essere in mezzo alla folla o in coda 5. essere da soli a casa B. Le situazioni vengono temute o evitate a causa del pensiero di non poter scappare o ottenere aiuto nel caso si sviluppassero sintomi di panico o la sensazione di imbarazzo DISTURBO di PANICO AGORAFOBIA C. La situazione agorafobica provoca quasi sempre paura o ansia D. La situazione agorafobica viene attivamente evitata, richiede la presenza di una figura di accompagnamento o é vissuta con intensa paura o ansia E. La paura e l’ansia sono sproporzionate rispetto al pericolo reale rappresentato dalla situazione agorafobica F. La paura, l ’ ansia e l ’ evitamento sono persistente tipicamente durano 6 mesi o piú DISTURBO di PANICO AGORAFOBIA G. La paura, l ’ ansia e l ’ evitamento causano stress clinicamente significativo e decadimento nel funzionamento sociale, lavorativo e in altre aree H. Se é presente un ‘altra condizione medica (colon irritabile, morbo di Parkinson ecc) paura, ansia e evitamento sono eccessivi I. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo DISTURBO di PANICO AGORAFOBIA Diagnosi Differenziale: Fb Soc Fb Spec DOC PTSD ►evitamento sociale per timore dell’imbarazzo ►evitamento limitato a singola situazione ►evitamento sporco per timore di contaminazione ►evitamento stimoli associati a fattore stressante DISTURBO di PANICO DISTURBO di PANICO DISTURBO di PANICO Lo Spettro panico-agorafobico [Cassano et al., 1997] sintomi nucleari, atipici e subclinici; ● segni, sintomi precursori di una condizione psicopatologica che può evolvere o meno verso la sua piena espressione; ● sintomi residui o sequele di un pregresso disturbo conclamato; ● caratteristiche temperamentali e personologiche ● DISTURBO di PANICO SINTOMI ATIPICI DI PANICO Confusione o ottundimento ● Sensazione di aver perso lo orientamento ● Sensazione di camminare sul velluto, sulla gommapiuma, o di avere le gambe molli ● Instabilitá o incertezza nel camminare, o sensazione di avere le gambe rigide ● Impossibilità di controllare il bisogno di urinare o defecare ● Depressione dell´umore ● Sensazione di stare per perdere il controllo ● DISTURBO di PANICO SINTOMI ATIPICI DI PANICO Cefalea ● Ansia e/o disagio a causa dell´aria calda, viziata o umida ● Ipersensibilitá a profumi o altri odori, alla luce, ai rumori ● Ansia e/o disagio in presenza di prospettive indefinite ● Ansia e/o disagio al buio ● Astenia, spossatezza ● Sensazione che qualcosa si sia rotto nel cervello ● Sensazione di aver temporaneamente perso la vista o l´udito ● DISTURBO di PANICO SPETTRO PANICO-AGORAFOBICO: FOBIE Claustro-agorafobia ● Fobia sociale secondaria ● Fobia delle malattie ● Farmacofobia (es. Ipersensibilitá agli psicostimolanti) ● Fobia dei fenomeni atmosferici e delle calamitá naturali ● Fobia dell´addormentamento ● Queste fobie secondarie, seppure riconducibili allo spettro panico-agorafobico, vengono spesso erroneamente diagnosticate come fobie semplici o come tratti di personalitá nevrotica. Vanno trattate come il DP DISTURBO di PANICO CLAUSTRO-AGORAFOBIA: FOBIE ATIPICHE Indossare maglioni a collo alto, cravatte o abiti attillati ● Indossare collane o anelli ● Mettere le cinture di sicurezza ● Nuotare o andare sott´acqua ● Guidare in autostrada ● Essere sepolti vivi ● Deglutire o vomitare ● Usare ponti o funivie ● Dentista ● DISTURBO di PANICO MISURE CONTROFOBICHE Compagno-accompagnatore ● Verificare la presenza di un presidio medico ● Sedersi vicino all´uscita (cinema, teatro, etc.) ● Telefono cellulare ● Ansiolitici ● Bottiglia di acqua, caramelle ● DISTURBO di PANICO MISURE CONTROFOBICHE Cappello, bastone da passeggio ● Occhiali da sole ● Animale domestico ● Amuleti ● Rapporto di amicizia con i medici ● Dormire con la luce accesa ● DISTURBO di PANICO Il Panico Complesso Sempre all’interno del concetto di spettro,ad esempio, sono state proposte entità sindromiche complesse ( complex panic) come DAP-GAD o DAP-RBA (ansia breve ricorrente) accomunate da alcune caratteristiche (Angst, 2002): ● ● ● maggiore gravità sul piano clinico esordio più precoce frequente comorbidità con agorafobia, fobia sociale, depressione, abuso di BDZ e alcol ● maggior rischio suicidario ● elevata cronicità DISTURBO di PANICO DP nel paziente anziano insorgenza → giovanile (20 e 30 anni) ▼ recrudescenza → 20-50 anni tendono ad esaurirsi con la menopausa nella donna e dopo i 50 anni nell’uomo ▼ manifestazioni residue → 50-70 anni (preoccupazioni ansiose, fobie persistenti quali claustrofobia, viaggiare da solo, fobia delle malattie) con un buon funzionamento sociale ▼ stressor psicologici e fisici → ripresa del disturbo DISTURBO di PANICO DP nel paziente anziano attacchi di panico: ● perdono caratteristiche di criticità ● manifestazioni neurovegetative meno intense ● si presentano in maniera subentrante e durano a lungo ● fenomeni cenestopatici diffusi → prevale localizzazione a livello addominale e vestibolare (iporessia, nausea, stipsi, o di vertigini, incapacità a mantenere l’equilibrio) ● scarsa sensibilità alla rassicurazione ● paziente è convinto di essere affetto da una malattia fisica DISTURBO di PANICO EPIDEMIOLOGIA prevalenza annuale (Stati Uniti e Europa) Distrubo di Panico: 0,4%-1,5% pop. gen. ● Agorafobia: 2,5%-6%pop. gen. ● prevalenza nel corso della vita [Faravelli, 1988] Disturbo di Panico: 1,7% ● Agorafobia con attacchi di panico: 1% ● Agorafobia senza attacchi di panico: 0,4% ● DISTURBO di PANICO Rapporto M/F: ● DP: 1/2,5 ● Agorafobia: 1/3,5-4 Età di esordio: 15-35 anni; molto rara dopo i 45 anni Età I° tp ψ: 25-45 anni, dopo ~5-10 anni di malattia. Fattori sociali: ● DP prev. uguale in tutte le classi sociali ● Agorafobia > classi meno abbienti e con minore istruzione DISTURBO di PANICO EZIOPATOGENESI ● TEORIE BIOLOGICHE Pitts e McClure [1967] effetto panicogeno lattato di sodio nel 50-70% dei pz con DP, e solo nello 0-10% dei controlli DISTURBO di PANICO pazienti con DP = iperventilazione cronica ▼ adattamento equilibrio acido-base (aumento escrezione urinaria di bicarbonato) ▼ successivi episodi di iperventilazione ▼ sistemi tampone fuori equilibrio inducono modificazioni più rapide del pH e del bilancio ionico ▼ sintomi ansiosi più marcati (iperventilazione acuta riduce la pCO2 arteriosa producendo alcalosi respiratoria; l’ipocapnia determina vasocostrizione del circolo encefalico ed ipossia cerebrale con aumento della pCO2 a questo livello) Pitts e McClure [1967] DISTURBO di PANICO EZIOPATOGENESI ● TEORIE BIOLOGICHE Perna et al., [1995] attività panicogenica dell’inalazione di CO2 nella maggior parte di pazienti con DP (non in altri disturbi d’ansia o in controlli sani) L’effetto osservato anche nei familiari di primo grado di pazienti con DP DISTURBO di PANICO ipotesi: infusione di lattato ~ inalazione di CO2 lattato → CO2 ▼ transitorio ↑↑ pCO2 cerebrale ↓↓ pCO2 periferica x iperventilazione. ▼ ANSIA ● stimolazione zone chemiorecettrici specifiche, ●stimolazione tono noradrenergico. Perna et al., [1995] DISTURBO di PANICO Due diversi sottotipi di DP: ● DP correlato a sensazione di soffocamento, non complicato da evitamento, senza attivazione del sistema ipotalamo- ipofisi-surrene; caratterizzato da sintomi respiratori, indotto da lattato e CO2 inibito dagli AD ● DP correlato a risposta di pericolo con attivazione del sistema ipotalamo- ipofisi-surrene e complicato da condotte di evitamento; caratterizzato da nausea, vertigini, parestesie, derealizzazione, tremori e paura di perdere il controllo, scatenati da yohimbina, caffeina e agonisti delle bdz, bloccati dal diazepam Perna et al., [1995] DISTURBO di PANICO ● ● DP sembra influenzato dal progesterone forse per potenziamento dell’inibizione dell’adenosina o per l ’ effetto simil-barbiturico di alcuni dei suoi metaboliti, sicuramente tramite l ’ attivazione dell’iperventilazione La gravidanza rappresenta un fattore prottettivo per il DP mentre post-partum e fase premestruale rappresentano una situazione di rischio DISTURBO di PANICO ● ● ● La attivazione del sistema serotonergico riduce l ’ efficacia della CO² come stimolo iperventilatorio Il sistema noradrenergico presenta una riduzione dei recettori presinaptici α2 e una down regulation dei recettori ß del Locus Ceruleus, la cui correlazione col DP non é del tutto chiara Probabile un GABAergico disregolazione del sistema DISTURBO di PANICO EZIOPATOGENESI ● STUDI GENETICI NEL DISTURBO DI PANICO STUDI FAMILIARI Disturbo di panico nei parenti dei probandi → 7.9-24.7% Disturbo di panico nei parenti dei controlli → 0.9-6.9% (Crowe 1983, Noyes 1986, Mayer 1993, Mendlewicz 1993, Weissman 1993) STUDI GEMELLARI Concordanza di disturbo di panico nel 23-31% MZ e dello 0-11% DZ (Torgensen 1983, Kendler 1993) DISTURBO di PANICO EZIOPATOGENESI CARATTERISTICHE PERSONOLOGICHE Il temperamento fobico-ansioso é caratterizzato da: ● Ipereccitabilitá del sistema simpatico con ripetute manifestazioni neurovegetative isolate (dispnea, palpitazioni, iperemotivitá, claustrofobia) ● Ipersensibilitá alla separazione da figure significative (ansia da separazione) ● Difficoltá ad allontanarsi dall’ambiente familiare con riduzione delle condotte esplorative, con scarsa propensione a viaggiare e a spostarsi da solo ● Marcata sensibilitá alla rassicurazione ● Timore delle malattie (soprattutto cardiovascolari, neoplastiche e neurologiche) ● Ipersensibilitá ai farmaci e alle sostanze in genere Tali manifestazioni rimangono a livello subclinico e non creano di per sé disagio e non impediscono ai soggetti di avere successo sociale e lavorativo. Solitamente il DP si verifica in situazioni di malattia, stress o separazione. ● (Perugi et al 1998) DISTURBO di PANICO DECORSO DISTURBO di PANICO DIAGNOSI DIFFERENZIALE Disturbi cardiovascolari → prolasso mitrale + DP nel 34%di pz con PM [Liberthson e coll. (1986)] ● Iper-/ipotiroidismo ● Disfunzioni vestibolari → labirintite ● Ipoglicemia acuta ● Epilessia temporale → snt in comune:deja-vu, deja vecu, fenomeni dispercettivi, metamorfopsia, memoria panoramica, improvvisi parossismi di paura ed ansia e modificazioni episodiche dei livelli di coscienza ● DISTURBO di PANICO DIAGNOSI DIFFERENZIALE DISTURBO di PANICO DIAGNOSI DIFFERENZIALE ANSIA DA SEPARAZIONE ANSIA DA SEPARAZIONE A. Developmentally inappropriate and excessive fear or anxiety concerning separation from those to whom the individual is attached, as evidenced by at least three of the following: – – – Recurrent excessive distress when anticipating or experiencing separation from home or from major attachment figures. Persistent and excessive worry about losing major attachment figures or about pos sible harm to them, such as illness, injury, disasters, or death. Persistent and excessive worry about experiencing an untoward event (e.g., getting lost, being kidnapped, having an accident, becoming ill) that causes separation from a major attachment figure. ANSIA DA SEPARAZIONE – – – – – Persistent reluctance or refusal to go out, away from home, to school, to work, or elsewhere because of fear of separation. Persistent and excessive fear of or reluctance about being alone or without major attachment figures at home or in other settings. Persistent reluctance or refusal to sleep away from home or to go to sleep without being near a major attachment figure. Repeated nightmares involving the theme of separation. Repeated complaints of physical symptoms (e.g., headaches, stomachaches, nausea, vomiting) when separation from major attachment figures occurs or is antici pated. ANSIA DA SEPARAZIONE B. The fear, anxiety, or avoidance is persistent, lasting at least 4 weeks in children and adolescents and typically 6 months or more in adults. C. The disturbance causes clinically significant distress or impairment in social, aca demic, occupational, or other important areas of functioning. D. The disturbance is not better explained by another mental disorder ANSIA DA SEPARAZIONE ANSIA DA SEPARAZIONE ● ● ● overall lifetime prevalence: 4.8% range of prevalence across countries: 0.2%-9.8% significantly elevated odds of first onset of a wide range of other disorders: – – ● internalizing disorders (major depression, bipolar disorder, specific and social phobias, panic disorder, and/or generalized anxiety disorder) externalizing disorders (ADHD, oppositional defiant disorder, and conduct disorder) Maladaptive family functioning, childhood adversities and exposure to traumatic life events were found to be associated with separation anxiety disorder onset but not persistence Silove et al Am J Psychiatry 172:7, July 2015 ANSIA DA SEPARAZIONE Silove et al Am J Psychiatry 172:7, July 2015 ANSIA DA SEPARAZIONE Clinically significant separation anxiety disorder in childhood leads to adult panic disorder and other anxiety disorder. ..those who develop anxiety and mood disorders respond more poorly to both pharmacological and psychotherapeutic interventions. DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO DSM-V Criteri diagnostici A. Ansia e preoccupazioni eccessive per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche). B. La persona ha difficoltà nel controllare la preoccupazione → worring DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO DSM-V criteri diagnostici C. L’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti 1) irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle 2) facile affaticabilità 3) difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria 4) irritabilità 5) tensione muscolare 6) alterazioni del sonno DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO DSM-V criteri diagnostici D. L’oggetto dell’ansia non è limitata alle caratteristiche di un disturbo (corrrelato all´ansia) di Asse I E. L’ansia, la preoccupazione, o i sintomi fisici causano un disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo. F. L’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza o di una condizione medica generale ... DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Età di esordio: 16-35 anni Esordio → sfumato e maldefinito (≠ attacchi di panico) ● durata di malattia → media pari al 55% dell’arco della vita, con maggiore esposizione alla possibilità di complicanze ● decorso → protratto nel tempo, con andamento oscillante e fasi alterne di riacutizzazione. ● spesso associata a depressione e a malattie somatiche croniche (ulcera, ipertensione, mal. cardiovascolari) ● frequente abuso di sostanze ● DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EPIDEMIOLOGIA incidenza (New Haven Survey, 1975) → 2,5% (Nat. Survey of Psychother. Drug Use, 1979) → 6,4% rapporto M/F: 1:2 ● > in età tra 20 e 40 anni, in classi sociali meno abbienti ● > comorbilità con altre dg ψ: • 80% pz GAD → altro disturbi di ansia lifetime • 7% pz GAD → depressione maggiore ● DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EZIOPATOGENESI ● STUDI FAMILIARI [Noyes et al., 1987] ●Separazione del GAD dal disturbo di panico e dalla agorafobia. Il rilievo tra i familiari di pazienti affetti da GAD, di una più elevata tendenza alle malattie da stress ha generato l’ipotesi di una relazione tra GAD e disturbi dell’adattamento DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EZIOPATOGENESI ● STUDI NEUROFISIOLOGICI [Kandel 1983] ●studi su Aplysia dopo prolungata sensibilizzazione →’aumentata liberazione neurotrasmettitori mediata da proteina AMPciclico dip. in grado di bloccare il canale K limitando la ripolarizzazione della cellula. ●Ansia cronica → espressione di mutamenti indotti a livello sinaptico dall’ambiente attraverso la modulazione dell’espressione di un gene. DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EZIOPATOGENESI ● STUDI BIOLOGICI [Nayes et al., 1987] eventi stressanti → reaz. ansiose multiple e ripetute nel tempo Incidenza degli eventi di vita non ≠ nel GAD rispetto a dist.affettivi e/o ansiosi e sottolineano una vulnerabilità più marcata nel GAD rispetto al DP ed all’agorafobia . Tale vulnerabilità agli eventi, potrebbe giustificare la tendenza a collegare l’esordio dell´ansia ad eventi di vita in età lontane e/o di attenuata gravità (matrimonio, figli, lavorato). DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EZIOPATOGENESI ● STUDI PSICOLOGICI [Mineka, Kohlstrom, 1978; Mineka Hendersen, 1985] importanza di avvenimenti negativi caratterizzati da non controllabilità e non prevedibilità. [Seligman, 1975].[Nayes et al., 1987] Modelli animali → l’esposizione ad eventi imprevedibili rispetto ad altri prevedibili comporterebbe un più elevato grado di stress associato alla inibizione di alcuni.. DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO EZIOPATOGENESI ● STUDI PSICOLOGICI [Seligman, 1975].[Nayes et al., 1987] segue ....... comportamenti, alla comparsa di ulcere, alla alterazione quantitativa di neurotrasmettitori ed alla incapacità di riconoscere come prevedibili gli eventi successivi. In particolare la sensazione di scarsa controllabilità sugli eventi, soprattutto quelli negativi, sembra sostenere sintomi di ansia cronica, poiché mancando un segnale per l ’ evento negativo, viene a mancare in parallelo un segnale di significato opposto in grado di indurre rilassamento e senso di sicurezza DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Diagnosi differenziale DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Diagnosi differenziale → GAD vs Disturbo di Panico GAD si distingue x: ●snt ansiosi persistenti privi di criticità ●non associati sviluppo di evitamento fobico ●più lunga durata (55,8% vs 15,9%) ●> incidenza di depressione secondaria (37% vs 21%) ●più frequente ricorso a tp psicofc (22,8% vs 8,3%) [Anderson et al., 1984] ●marcata connotazione cognitiva con limitato o assente risvolto sul piano comportamentale e moderata espressione somatica [Barlow, 1985] DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Diagnosi differenziale DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Diagnosi differenziale DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO Diagnosi differenziale FOBIA SOCIALE FOBIA SOCIALE – DSM V A. B. C. D. E. Marked fear or anxiety about one or more social situations in which the individual is exposed to possible scrutiny by others. The individual fears that he or she will act in a way or show anxiety symptoms that will be negatively evaluated The social situations almost always provoke fear or anxiety. The social situations are avoided or endured with intense fear or anxiety The fear or anxiety is out of proportion to the actual threat posed by the social situation and to the sociocultural context. FOBIA SOCIALE – DSM V F. G. H. I. J. The fear,anxiety, or avoidance is persistent, typically lasting for 6 months or more. The fear, anxiety, or avoidance causes clinically significant distress or impairment in social, occupational, or other important areas of functioning. The fear, anxiety, or avoidance is not attributable to the physiological effects of a substance or another medical condition. The fear, anxiety, or avoidance is not better explained by the symptoms of another mental disorder, such as panic disorder, body dysmoφhic disorder, or autism spectrum disorder. If another medical condition (e.g., Parkinson’s disease, obesity, disfigurement from bums or injury) is present, the fear, anxiety, or avoidance is clearly unrelated or is excessive. Specify if: Performance only: If the fear is restricted to speaking or performing in public FOBIA SOCIALE EPIDEMIOLOGIA prevalenza a 6 mesi (Stati Uniti→Epidemiologic Catchment Area Study [Myers e coll. 1984]) ● 0,9-1,7% nell’uomo e 1,5-2,5% nella donna prevalenza “lifetime”(National Comorbidity Survey [Kessler e coll. 1994]) ● 13,3% prevalenza a 12 mesi ● 7,9% FOBIA SOCIALE Età di esordio: infanzia o adolescenza, in età tra 5 e 20 anni; piú tardivo nelle forme circoscritte Età I° tp ψ: dopo ~ 10-15 anni di malattia esordio → graduale (acuto é raro) ● sintomi tendono ad accentuarsi progressivamente con l’aumento delle richieste ambientali. ● durata di malattia → 10 a 25 anni ● decorso → cronico e invalidante, non remissioni spontanee ● molto frequente demoralizzazione secondaria ● depressione nel 35-80% dei casi a seconda delle casistiche ● abuso di alcool nel 20% dei casi ● FOBIA SOCIALE Forma specifica o circoscritta si limita a una o due situazioni isolate che di solito riguardano performance (parlare in pubblico) o comportamenti (mangiare, scrivere in pubblico) eseguiti mentre si é osservati. L’ansia precede l’inizio della prestazione e di solito non scompare nel corso della sua esecuzione, anzi tende a comprometterne lo svolgimento. L’esordio é pií tardivo, alle volte conseguente ad un trauma Forma generalizzata l’evitamento é piú esteso e riguarda la maggior parte delle situazioni interpersonali. L’ansia prestazionale puó non essere presente, mentre sono costanti sensitivitá interpersonale ed inibizione comportamentale (sovrapposizione a disturbo evitante di personalitá). Lésordio é precoce, nell’infanzia o adolescenza FOBIA SOCIALE EZIOPATOGENESI STUDI FAMILIARI Reich e Yates [1988] familiari di pz FS prevalenza più elevata di FS (6,6% vs 2,2%) e di depressione maggiore (13,2% vs 2,2%) rispetto ai familiari dei controlli. Fyer e coll. [1993] familiari di pz FS prevalenza della FS più elevata rispetto ai familiari dei controlli (16% vs 5%); i due gruppi non differivano significativamente per disturbo di panico, fobia semplice, disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo d’ansia generalizzato. FOBIA SOCIALE EZIOPATOGENESI STUDI GEMELLARI cinque studi sui gemelli che mostrano la presenza di ereditarietà di sintomi e manifestazioni correlate con ansia e paura sociale tra il 20% e il 50% dei casi Kendler e coll. [1992] peso significativo (30%) ma moderato della componente genetica nella trasmissione familiare del disturbo nelle donne FOBIA SOCIALE NEUMANN & SLATTERY Biological Psychiatry 2015 in press FOBIA SOCIALE Diagnosi differenziale [Perugi et al., 1990] FS “primaria” (≠ da agorafobia e FS secondaria) sintomi somatici > rossore, sudorazione e tremore muscolare < debolezza arti, difficoltà respirazione e sintomi cardiaci . ● non sono presenti attacchi di panico spontanei, sentimenti di irrealtà, dipendenza dagli altri ed ansia di separazione . ● preferiscono generalmente rimanere soli e la presenza di un compagno non migliora evitamento. ● FOBIA SOCIALE Diagnosi differenziale Timidezza ≠ FS FS è caratterizzata da: > interferenza sull’adattamento sociale condizione più cronica con meno remissioni nel tempo. > condotte di evitamento. FOBIA SOCIALE Circostanze che provocano disagio in pazienti con FS ● Performance Telefonare in pubblico ●Mangiare o bere in locali pubblici ●Prendere la parola o svolgere attività di fronte ad un pubblico ●Lavorare quando si è osservati ●Scrivere quando si è osservati ● FOBIA SOCIALE Circostanze che provocano disagio in pazienti con FS ● Performance Urinare in bagni pubblici ●Entrare in una stanza quando tutti sono già seduti ●Parlare ad un convegno o sostenere un esame ●Esprimere disaccordo a persone poco conosciute ●Fare una relazione ad un gruppo di persone ●Tentare di conoscere qualcuno ●Partecipare ad incontri di piccoli gruppi ● FOBIA SOCIALE Circostanze che provocano disagio in pazienti con FS ● Situazioni Parlare a persone autorevoli ●Andare ad un ricevimento ●Avvicinare persone dell’altro sesso ●Parlare con persone poco conosciute ●Incontrare estranei ● FOBIA SOCIALE Circostanze che provocano disagio in pazienti con FS ● Situazioni Essere al centro dell’attenzione ●Guardare negli occhi persone poco conosciute ●Restituire merce ad un negozio ●Dare un ricevimento ●Resistere alle pressioni di un venditore ● IL PROBLEMA DELLA COMORBIDITÁ DISTURBO di PANICO COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO In medicina generale Depressione associata ad ansia 13% In pazienti della Medicina Generale, in almeno il 65% dei pazienti depressi è presente anche ansia moderata Tutte le altre diagnosi COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO ● ● ● 45-95% dei pazienti di medicina generale Depressione lamenta soltanto sintomi somatici con I sintomi fisici non spiegati dovrebbero far pensare a questi disturbi – 32-62% di questi pazienti hanno un disturbo depressivo – 24-50% un disturbo d’ansia Le sindromi somatiche funzionali sono spesso associate a depressione e ansia Simon et al. N Engl J Med 1999; 341: 1329-1335. Kroenke et al. Arch Fam Med 1994; 3: 774-779. Katon et al. Ann Intern Med 2001; 134: 917-925. COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO Comorbidità tra Ansia e Depressione Prevalenza Puntuale Disturbo d’ansia in atto 10.2% 5.6% Disturbo depressivo in atto 11.7% 4.6% 7.1% Lecrubier. J Clin Psychiatry 1998; 59 (Suppl 8): 11-14. COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO Comorbidità tra Ansia e Depressione lifetime DISTURBI D’ANSIA Prevalenza lifetime: 25% COMORBIDITÀ >50% con DM va incontro ad un disturbo d’ansia DEPRESSIONE MAGGIORE Prevalenza lifetime: 17% Kessler RC, et al. Arch Gen Psychiatry. 1994;51:8-19. COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO FOBIA SOCIALE DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATA paura/evitamento di situazioni sociali rossore, tremori palpitazioni sudorazione preoccupazione ansia tensione muscolare xerostomia bassa autostima difficoltà di concentrazione difficoltà interpersonali agitazione, irritabilità disturbi del sonno affaticamento dolore DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE anedonia umore depresso ideazioni suicidarie disturbi dell’appetito DSM-IV-TR. Washigton, DC: American Psychiatric Association; 2000. LO STUDIO STAR*D ● SEQUENCED TREATMENT ALTERNATIVES TO RELIEVE DEPRESSION – – – – – – – – studio multicentrico in aperto con randomizzazione 4000 pazienti arruolati etá 18-75 anni diagnosi MDD non psicotica comorbiditá asse I, II e III DSM ammesse HAM-D17 ≥ 14 pazienti afferenti sopontaneamente ai centri di riferimento obiettivo primario ● ● ● REMISSION defined as score at HAM-D 17 ≤ 7 REMISSION defined as score at QIDS-SR 16 ≤ 5 RESPONSE reduction in QIDS-SR 16 ≥ 50% Trivedi et al. Am J Psychiatry. 2006; 163(1):28-40 Rush AJ, et al. N Eng J Med. 2006;354:1231-1242 Fava M et al. Am J Psychiatry. 2006 Jul;163(7):1161-72 LO STUDIO STAR*D Warden et al Current Psychiatry Reports 9, :449-459 2007 COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO Fava et al American Journal of Psychiatry 2008; 165:342–351 COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO Fava et al American Journal of Psychiatry 2008; 165:342–351 COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO TIME TO REMISSION AND TIME TO RESPONSE IN 2,876 PATIENTS IN LEVEL 1 OF STAR*D BY ANXIOUS VERSUS NONANXIOUS DEPRESSION In Level 1 of STAR*D, 53.2% of patients had anxious depression. Remission was significantly less likely and took longer to occur in these patients than in those with nonanxious depression. Ratings of side effect frequency, intensity, and burden, as well as the number of serious adverse events, were significantly greater in the anxious depression group. Similarly, in Level 2, patients with anxious depression fared significantly worse in both the switching and augmentation options. Fava et al American Journal of Psychiatry 2008; 165:342–351 COMORBIDITÁ CON DISTURBO DEPRESSIVO Implicazioni della comorbidità tra depressione e ansia Diminuita risposta ai trattamenti Aumento della gravità dei sintomi Maggiore utilizzo delle risorse sanitarie Maggiore compromissione occupazionale Maggiore incidenza di suicidio Maggiore compromissione sociale Maggiore impatto sociale Aumento della cronicità Kessler et al. Arch Gen Psychiatry 1994; 51: 8-19. Lecrubier. J Clin Psychiatry 1998; 59 (Suppl 8): 11-14. Lecrubier. J Clin Psychiatry 1998; 59 (Suppl 17): 33-37. Kaufman & Charney. Depress Anxiety 2000; 12 (Suppl 1): 69-76. COMORBIDITÁ CON DISTURBO BIPOLARE 100 93% Patients (%) 80 Comorbiditá nel disturbo bipolare 71% 61% 59% 60 41% 40 29% 20 0 Any anxiety Any Alcohol Drug Conduct substance dependence dependence Adult antisocial behaviour Kessler RC, et al. Psychol Med 1997;27:1079-1089 DISTURBO di PANICO % di pazienti Comorbidità DSM-IV Spettro Attacchi di panico / agorafobia 8 20 Disturbo ossessivo compulsivo 10 50 Fobia sociale 7 15 GAD 2 3 Bulimia 23 87 Dismorfofobia 12 45 Disturbi di controllo degli impulsi 35 96 Abuso di droghe 15 45 8 39 30 75 Abuso di alcol Personalità borderline Disturbo bipolare secondo il DSM-IV, mania + ipomania della durata > 4 giorni Spettro bipolare: DSM-IV + temp + farm + ipomania di durata < 4 giorni Perugi G, et al. Ital J Psychopathol 2003;9:330-348 Relazione tra insorgenza dei disturbi legati all'ansia e (ipo)mania Insorgenza: Precedente all'ipomania Concomitante con l'ipomania Pazienti (%) 100 Successiva all'ipomania 94,7 75 52,2 50 34,8 25 43,1 30,1 26,1 5,6 0 PD-ago n=46 OCD n=54 PD-ago: attacchi di panico-agorafobia; OCD: disturbo ossessivo-compulsivo Perugi G, et al. J Affect Disord 2001;67:199-206 5,3 Fobia sociale n=27 CLINICAL TRAJECTORY INTO BIPOLAR DISORDER (BD) IN HIGH-RISK OFFSPRING STUDIED PROSPECTIVELY. There is convergent evidence from prospective studies that bipolar disorder typically debuts as depressive episodes after puberty. In some high-risk children, sleep and anxiety disorders precede mood disorders by several years and reflect an increased vulnerability. An association between early exposure to adversity (eg, exposure to parental illness, neglect from mother) and increased risk of psychopathology may be mediated through increased stress reactivity evident at both behavioral and biological levels. Inter-related psychological processes including reward sensitivity, unstable self-esteem, rumination, and positive self-appraisal are risk factors for mood disorders. Disturbances in circadian rhythm and immune dysfunction are associated with mood disorders and may be vulnerability markers in uenced by these other risk factors. Duffy et al. International Journal of Neuropsychopharmacology,, 1–10; 2015 COMORBIDITÁ CON SUD E AUD Lai et al. / Drug and Alcohol Dependence 154 (2015) 1–13 COMORBIDITÁ CON SUD PREVALENCE (%) OF SINGLE AND COMORBID DSM-IV AFFECTIVE, ANXIETY AND SUBSTANCE USE DISORDERS AMONGST AUSTRALIAN MALES (LEFT) AND FEMALES (RIGHT) IN 2008 ♀ ♂ Mills, K. Et al. Guidelines on the Management of Co-occurring Alcohol and Other Drug and Mental Health Conditions 2009 COMORBIDITÁ CON SUD Mills, K. Et al. Guidelines on the Management of Co-occurring Alcohol and Other Drug and Mental Health Conditions 2009 I DISTURBI D’ANSIA RESISTENTI ALLA TERAPIA GENERALIZED ANXIETY DISORDER WITH DEPRESSIVE SYMPTOMS: BENZODIAZEPINES CAN WORSEN ANXIETY ROY-BYRNE Dialogues in Clinical Neuroscience - Vol 17 . No. 2 . 2015 LA TERAPIA FARMACOLOGICA DEI DISTURBI D’ANSIA TERAPIA FARMACOLOGICA del DISTURBO di PANICO LINEE GUIDA DAP CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA DAP CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA CANMAT 2014 ● ● ● Data support pharmacotherapy, CBT alone, and CBT combined with pharmacotherapy as initial treatments for panic disorder CBT alone or CBT combined with pharmacotherapy should be considered as first-line treatment CBT alone may be insufficient in patients with: – comorbid moderate-to-severe major depression – severe, frequent panic attacks – rapid worsening of agoraphobia – suicidal ideation – situations where one might consider initial rescue treatment with a benzodiazepine to minimize or stop the panic attacks while waiting the 4-12 weeks for the first- line pharmacotherapy to become effective – patients who are not motivated to participate in CBT (preferring medication as initial treatment) or are too fearful to engage in any kind of exposure before being treated with a first-line pharmacotherapeutic agent. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA CANMAT 2014 ● ● ● Pharmacotherapeutic approaches should begin with a first-line agent. If response to optimal dosing is inadequate or the agent is not tolerated, treatment should be switched to another first-line agent before considering second-line medications First-line options for the treat- ment of panic disorder include – – – – – – – citalopram, fluoxetine, fluvoxamine paroxetine, sertraline venlafaxine XR Escitalopram Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA CANMAT 2014 ● Second-line choices include: – – – – ● ● ● TCAs (clomipramine and imipramine) mirtazapine, reboxetine benzodiazepines (alprazolam, clonazepam, lorazepam, and diazepam). Patients who do not respond to first- or second-line agents are considered to have treatment-refractory illness. In such patients it is important to reassess the diagnosis and consider comorbid medical (e.g., ischemic heart disease) and psychiatric conditions (e.g., SUDs) that may be affecting response to therapy. Third-line agents, adjunctive therapies, as well as biological and alternative therapies may be useful when patients fail to respond to an optimal treatment trial of first- and second-line thera- pies used alone and in combination. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA DAP BAP Detection and diagnosis ● ● ● ● Become familiar with the symptoms and signs of panic attacks and panic disorder [S] Ask about the presence of coexisting depressive symptoms [A] Assess the level of agoraphobic avoidance to help judge the severity of the condition [S] Ask about panic attacks and agoraphobia in patients with medically unexplained physical symptoms [D] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA DAP BAP ACUTE TREATMENT ● ● ● ● ● ● ● Choose an evidence-based acute treatment [A] – pharmacological: all SSRIs, some TCAs (clomipramine, desipramine, imipramine, lofepramine), venlafaxine, reboxetine, some benzodiazepines (alprazolam, clonazepam, diazepam, lorazepam), some anticonvulsants (gabapentin, sodium valproate) [A] – psychological: cognitive-behaviour therapy [A] Avoid prescribing propranolol, buspirone and bupropion [A] Take account of patient clinical features, needs and preference and local service availability when choosing treatment, as pharmacological and psychological approaches have broadly similar efficacy in acute treatment [S] Consider an SSRI for first-line pharmacological treatment [S] Consider increasing the dose if there is insufficient response, but remember that the evidence for a dose- response relationship with SSRIs and venlafaxine is inconsistent [A] Initial side effects can be minimised by slowly increasing the dose or by adding a benzodiazepine for a few weeks [D] Advise the patient that treatment periods of up to 12 weeks may be needed to assess efficacy [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA DAP BAP LONGER-TERM TREATMENT – – – – Continue drug treatment for at least six months in patients who have responded to treatment [A] Use an approach that is known to be efficacious in preventing relapse [S] Monitor effectiveness and acceptability regularly over the course of treatment [S] When stopping treatment, reduce the dose gradually over an extended period to avoid discontinuation and rebound symptoms [A]: in the absence of evidence a minimum of three months is recommended for this taper period [D] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA DAP BAP COMBINATION OF DRUGS PSYCHOLOGICAL TREATMENT AND – Consider combining cognitive therapy with antidepressants as this has greater efficacy and may reduce relapse rates better than drug treatment alone [A] – Consider combining cognitive therapy with benzodiazepines (being mindful of potential longterm problems) as this probably has greater efficacy than drug treatment alone [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA DAP BAP WHEN INITIAL TREATMENTS FAIL – – – – – Consider raising the dosage if the current dosage is well tolerated [A] Consider switching to another evidence-based treatment [D] Consider combining evidence-based treatments only when there are no contraindications [S] Consider combining evidence-based pharmacological and psychological treatments [A] Consider referral to regional or national specialist services in treatment refractory patients [S] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 TCA SINTOMI CONTROLLATI DAI SISTEMI MONOAMINERGICI Noradrenalina Attenzione Serotonina Ansia Irritabilità Impulsività Ideazione suicidaria Umore, Emotività Funzioni Cognitive Sonno, Appetito Motivazione Funzioni sessuali Energia Aggressività Attività psicomotoria Euforia Dopamina H1 SRI TCA M1 NRI weight gain H1 inserted drowsiness blurred vision constipation LAXATIVE dry mouth M1 inserted drowsiness decreased blood pressure dizziness inserted TCA TCA TCA ● Controindicazioni: – Glaucoma – Ipertrofia Prostatica – Coronaropatia – Epilessia – Disturbo Bipolare SSRI SSRI INDICAZIONI NEI DISTURBI D’ANSIA Fluoxetina X Fluvoxamina X X X Sertralina X X Citalopram X Escitalopram X Paroxetina FS GAD X DOC X X X PTSD X DP X X 5HT2C DRI m-ACh NRI SRI NOS SSRI 1A2 CYP 2D6 CYP 3A4 Profilo farmacodinamico e farmacocinetico degli SSRI DRI fluoxetina citalopram SRI SRI sertralina SRI NRI H-1 5HT2 M-ACh paroxetina NRI NOS escitalopram SRI SRI fluvoxamina SRI Possibili effetti clinici dell’interazione con i recettori serotoninergici 5-HT1A Effetto terapeutico depressione disturbo di panico OCD bulimia corteccia prefrontale corteccia limbica gangli della base ipotalamo Effetti collaterali 5-HT2 Agitazione, ansia, insonnia, disturbi della sfera sessuale, perdita dell’appetito, tremori 5-HT3 Nausea, disturbi gastrointestinali, cefalea SSRI ● Effetti collaterali tipici degli SSRI - Nausea, vomito; - Cefalea, Sedazione, - Stanchezza, Ottundimento, - Disturbi del sonno - Ipersudorazione - Ansia - Xerostomia, Stipsi - Diturbi sessuali - Diarrea, Dispesia ALTRI EFFETTI COLLATERALI • Effetti extrapiramidali • Modificazioni nella aggregazione piastrinica • Sanguinamento gastrointestinale • SIADH (iponatremia) • Aumento PRL • Sindrome da Sospensione SSRI SSRI Some substrates of cytochrome P450 isozymes 1A2 2B6 2C8 2C19 2C9 2D6 2E1 3A4,5,7 amitriptyline caffeine clomipramine clozapine cyclobenzaprine estradiol fluvoxamine haloperidol imipramine NDeMe mexilletine naproxen olanzapine ondansetron phenacetin acetaminophen propranolol riluzole ropivacaine tacrine theophylline tizanidine verapamil bupropion cyclophosphamide efavirenz ifosfamide methadone paclitaxel torsemide amodiaquine cerivastatin repaglinide Proton Pump Inhibitors: lansoprazole omeprazole pantoprazole rabeprazole ibuprofen meloxicam S-naproxen piroxicam suprofen Beta Blockers: Anesthetics: enflurane halothane isoflurane methoxyflurane sevoflurane erythromycin telithromycin Anti-epileptics: diazepam phenytoin(O) S-mephenytoin phenobarbitone amitriptyline carisoprodol citalopram chloramphenicol clomipramine cyclophosphamide hexobarbital imipramine indomethacin R-mephobarbital Oral Hypoglycemic Agents: tolbutamide glipizide Angiotensin II Blockers: losartan irbesartan Sulfonylureas: glyburide/ glibenclamide glimepiride tolbutamide amitriptyline clomipramine desipramine imipramine paroxetine Benzodiazepines: cyclosporine tacrolimus (FK506) haloperidol HIV Antivirals alprenolol amphetamine aripiprazole atomoxetine bufuralol chlorpheniramine chlorpromazine codeine Antihistamines: astemizole chlorpheniramine terfenadine fluvoxamine lidocaine metoclopramide methoxyamphetam ine Calcium Channel Blockers HMG CoA Reductase Inhibitors: atorvastatin cerivastatin SSRI Fluoxetina e Paroxetina aumentano i livelli plasmatici di: triciclici, antipsicotici, beta-bloccanti, antiaritmici, codeina, tramadolo (inibizione del CYP 2D6)* Fluvoxamina aumenta i livelli plasmatici di: triciclici, clozapina, diazepam, fenacetina, teofillina, barbiturici, omeprazolo, propranololo, warfarin,ecc. (inibizione del CYP 1A2 e 2C19) * A dosi più alte anche sertralina e citalopram inibiscono il 2D6 SSRI Sindrome serotonergica Sternbach (n=38) Confusion/hypomania Agitation Myoclonus Hyperreflexia Diaphoresis Shivering Tremor Diarrhoea Ataxia/incoordination Fever 42 45 34 29 26 26 26 16 13 NR % Sporer (n=79) 45 NR 43 47 31 21 NR 10 38 28 HATS (n=41) 42 76 12 81 10 15 44 15 15 44 SSRI Single serotinergic drug Serotonin syndrome (n=41) No serotonin syndrome (n=226) Odds ratio (95% CI) Sertraline Paroxetine Moclobemide Fluoxetine Phenelzine Tranylcypromine Lithium Clomipramine Imipramine 11 (26.8%) 9 (22.0%) 6 (14.6%) 2 (4.9%) 2 (4.9%) 1 (2.4%) 1 (2.4%) 0 0 33 (14.6%) 44 (19.5%) 43 (19.0%) 38 (16.8%) 9 (4.0%) 3 (1.3%) 1 (0.4%) 39 (17.3%) 0 2.2 (0.98–4.7) 1.2 (0.5–2.6) 0.7 (0.3–1.9) 0.3 (0.1–1.1) 1.2 (0.3–6.0) 1.9 (0.2–18.4) 5.7 (0.3–92.2) 0.0 (0.0–0.4) Undefined Total 32 (78.0%) 210 (92.9%) – SSRI SSRI SEROTONIN SYNDROME ● ● ● ● ● ● Discontinuation of all serotonergic medications Antihistamines such as diphenhydramine or cyproheptadine which blocks both histamine and serotonin receptors Moderately ill patients should have the above plus all cardiorespiratory abnormalities addressed Severely ill patients – temperature > 41 degrees Celsius should have cooling blankets, intubated, sedated, and neuromuscular paralysis Agitation should be treated with benzodiazepines (help blunt the hyperadrenergic state the patient) Physical restraints are NOT recommended as the patient can have severe isometric contraction against the restraints resulting in severe lactic acidosis ● Treat Rhabdomyolysis appropriately ● Do not use succinylcholine (potassium will shift secondary to rhabdo and can cause arrhythmias) ● Dantrolene and bromocriptine can worsen the syndrome and cause death ● Propranolol can worsen hypotensive symptoms and mask tachycardia (use resolving tachycardia as a sign of improvement) DISCONTINUATION SYMPTOMS SINDROME DA SOSPENSIONE Fattori di > rischio: – – – – – ● > durata del trattamento interruzione brusca SSRIs a breve emivita > attività anticolinergica paroxetina (5.1%) > sertralina (1%) > fluvoxamina (0.6%) > fluoxetina SSRI Selective Serotonin Reuptake Inhibitors Directly Alter Activity of Neurosteroidogenic Enzymes Griffin LD, Mellon SH Proc Natl Acad Sci U S A 1999;96(23):13512-7 Pregnenolone 3b-HSD Progesterone 5a-riduttasi Diidroprogesterone (+) SSRI Gli SSRI stimolano l’attività dell’enzima 3aidrossideidrogenasi e facilitano la sintesi di allopregnanolone. 3a-HSD Allopregnanolone Modificata da: Griffin L, et al., 2002 SSRI Sindrome da sospensione: •Vertigini •Sensazione Di Scossa Elettrica •Ansia •Agitazione •Insonnia, •Sintomi Simil-influenzali •Diarrea e Spasmi Addominali •Parestesia •Nausea •Disturbi Dell’umore SSRI ANTIDEPRESSANT APATHY SYNDROME ● Distacco affettivo ● Alterazioni sfera cognitiva ● Incremento dell’impulsività (suicidio) SSRI ANTIDEPRESSANT APATHY SYNDROME Durante il trattamento con farmaci SSRI, si può sviluppare una sindrome apatica, con sintomi quali ipobulia, indifferenza, ridotta risonanza emotiva, scarse capacità di concentrazione, nonostante il miglioramento della sintomatologia ansiosa ed affettiva (Hoehn-Saric 1991; George 1992; Garland 2001; Wongpakaran et al., 2007) SSRI ANTIDEPRESSANT APATHY SYNDROME La stimolazione cronica dei neuroni serotoninergici potrebbe determinare: ● una riduzione della trasmissione dopaminergica a livello frontale (Merengell 2002; Kapur 1996; Millan 1998) ● un aumento del rapporto serotonina/acetilcolina (Golomb et al., 1999) ● un aumento del rapporto serotonina/noradrenalina (Dubini et al., 1997) SRI DRI SNRI NRI VENLAFAXINA ● ● ● ● Depressione maggiore (75 – 375 mg/d) GAD (75 – 225 mg/d) Fobia Sociale (75 – 225 mg/d) Disturbo di Panico (37,5 – 225 mg/d; 37,5 mg x 7 gg, poi 75 mgD) Dose = 75-375 mg/d C max = 2 h (3 h Dem-VLF) – RP 5,5 h (9h Dem-VLF) T ½ = 5h (3-7 h); Dem-VLF 11h (9-13h) Legame proteine plasmatiche = 27% (30% Dem-VLF) Metabolismo = 2D6 VLF (3A4 Dem-VLF) Effetti su CYP: debole inibizione 2D6 VENLAFAXINA Venlafaxina Effetti Collaterali ● Nausea ● Secchezza delle fauci ● Cefalea ● Ipersudorazione ● Insonnia e disturbi psichici (nervosismo, depresonalizzazione ● Vertigini ● Sonnolenza ● Stipsi, diarrea, vomito ● Tremori ● Ipertensione arteriosa ● Disturbi sessuali e mestruali (metrorragie) ● Disturbi urinari (ritenzione urinaria) ● Visione offuscata disturbi dell‘accomodazione DULOXETINA ● ● ● Depressione maggiore (60-120 mg/d) GAD (30-120 mg/d) Dolore neuropatico (60-120 mg/d) Dose = 60-120 mg/d C max = 6h T ½ = 12 h Legame proteine plasmatiche = 96% Metabolismo = 1A2, 2D6 DULOXETINA Effetti collaterali: ● insonnia (10%) ● sonnolenza (11%) ● cefalea (14%) ● nausea (21%) ● bocca asciutta (13%) ● diarrea (10%) ● Disturbo ejaculazione ● stipsi ● Vertigini/ malessere ● Vomito ● sudorazioni notturne 2 H1 NaSSA 5HT3 5HT 2A 5HT 2C 5HT1A antidepressant anxiolytic 5HT2A sleep restoring anxiolytic no sexual dysfunction weight gain 5HT2C anxiolytic no nausea 5HT3 no GI problems MIRTAZAPINA ● Depressione Maggiore ● Dose: 15-45 mg/d ● T 1/2 : 20-40h ● Metabolismo: 2D6, 3A4 ● Effetti colaterali: – sonnolenza (49.5%) – aumento appetito (29.7%) – aumento ponderale (22.8%) MIRTAZAPINA ● ● ● the noradrenergic effects of mirtazapine appear to be dose dependent and increase significantly at dosages >15 mg/d sedation associated with the affinity for H1 receptors and typically experienced at dosages of 15 mg/d may be counteracted by an increasing noradrenergic neurotransmission at dosages ≥30 mg/d the risk of weight gain with mirtazapine is diminished at dosages ≥30 mg/d H1 NRI SRI Nefazodone 5HT2 SRI Trazodone 5HT2 TRAZODONE ● Emivita circa 6 ore, forma retard circa 12 ore, Contramid circa 24 ore ● inibitore della ricaptazione della serotonina e un antagonista dei recettori 5-HT2 ● metabolismo epatico: Cit 3A4 ● Disturbi depressivi con o senza componente ansiosa ● Adulti: ● – 75-150 mg al giorno da somministrare in dose singola la sera prima di coricarsi. Può quindi essere aumentata fino a 300 mg al giorno da ripartirsi in due somministrazioni. – Nei pazienti ospedalizzati la dose può essere ulteriormente aumentata fino a 600 mg al giorno in dosi ripetute. Anziani o pazienti defedati: – dose iniziale raccomandata è di 100 mg al giorno, somministrata con dosaggi ripetuti o in dose singola, da somministrare la sera. Massima dose 300 mg/die BENZODIAZEPINE BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Lunga emivita Vantaggi Svantaggi Somministrazioni meno frequenti Minore ansia o insonnia fra le somministrazioni Accumulo Breve emivita Vantaggi Assenza di accumulo Maggiore sedazione Minore sedazione diurna diurna Astinenza meno grave Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 Svantaggi Somministrazioni più frequenti Ansia o insonnia tra le somministrazioni (insonnia e ansia mattutina) Astinenza più grave BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ POTENZA RELATIVA ● ● ● ● ● ● ● ● ● ● Lormetazepam (Minias) Diazepam (Ansiolin, valium) Prazepam (Prazene) Etizolam (Pasaden) Clordesmetildiazepam (En) Alprazolam (Xanax) Bromazepam (Lexotan) Flunitrazepam (Darkene, roipnol) Lorazepam (Control, tavor) Clonazepam (Rivotril) 0.8 1 1 1 1.1 1.2 1.2 1.3 2.4 3.5 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ DOSAGGI EQUIVALENTI (MG) RISPETTO A 5 MG DI DIAZEPAM Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ ridotto da ● Antiacidi Aumento dell'effetto depressogeno sul SNC con ● Antistaminici, Barbiturici ● Antidepressivi triciclici e Maprotilina Etanolo Aumentano la concentrazione delle benzodiazepine ● Cimetidina, Disulfiram, Eritromicina, Estrogeni, Isoniazide ● SSRIs Diminuiscono le concentrazioni delle benzodiazepine ● Carbamazepina Le benzodiazepine aumentano l‘emivita di ● Digossina Cimetidina Propranololo Contraccettivi orali Le benzodiazepine aumentano i livelli plasmatici di ● Fenitoina Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ IMPORTANTE LA CINETICA DI UN'UNICA DOSE DI BDZ ● Trattamento dell'insonnia di una notte ● Induzione del sonno per viaggi attraverso fusi orari ● Trattamento d'urgenza dell'ansia acuta o degli stati di agitazione psicomotoria ● Trattamento d'urgenza di pazienti con psicosi acuta ● Stato epilettico ● Sedazione preoperatoria; Induzione dell'anestesia IMPORTANTE LA CINETICA DI "DOSI MULTIPLE" ● ● Trattamento a lungo termine dell'ansia notti consecutive ● Utilizzo a medio termine in associazione con antidepressivi ● Trattamento a lungo termine dell'acatisia da neurolettici Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 Il trattamento cronico con benzodiazepine riduce la soglia di eccitabilità neuronale Benzodiazepina Stress acuto GABA/BDZ a2 5HT a2 NA/5HT BDZ Intossicazione cronica – Deficit delle funzioni cognitive e psicomotorie ● vigilanza, attenzione, memoria, capacità apprendimento, capacità decisionale – Irritabilità ed Aggressività – Danni neuropsicologici e strutturali del S.N.C. simili a quelli dell’alcolismo cronico BDZ CARATTERISTICHE DEI CONSUMATORI CRONICI ● ● ● ● ● ● Soggetti anziani Sesso femminile Disturbi psichiatrici cronici (ansia e depressione) Disturbi di personalità (borderline) Disturbi fisici (soprattutto cardiovascolari e muscoloscheletrici) Poliabusatori di sostanze (alcol, oppiacei) BDZ INTOSSICAZIONE CRONICA A DOSI “TERAPEUTICHE” CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE E CLINICHE •Rischio elevato nei pazienti con disturbi d’ansia e depressivi •Cronicizzazione della sintomatologia •Irritabilità, disforia, difficoltà di concentrazione, perdita di memoria, condotte impulsive •Ridotta efficienza psicomotoria, atassia •Astenia, dolori muscolari, neurodistonie ? •Allucinosi, delirium •Danni strutturali ippocampali ? BDZ Intossicazione cronica a dosi elevate. Caratteristiche epidemiologiche e cliniche Rischio elevato nei pazienti con poliabuso di sostanze ●Sintomi di intossicazione da altre sostanze (+alcol) ●Ottundimento, disartria, irritabilità, disforia, difficoltà di performance, etc. ●Stati confusionali ●Danni strutturali SNC ● BDZ USO DI BENZODIAZEPINE NEL POLIABUSO DI SOSTANZE Attenuazione effetto spiacevole intossicazione da stimolanti ●Mitigazione sindrome di astinenza da sostanze sedative ●Potenziamento effetto euforizzante delle sostanze sedative ●Sottodosaggio terapia agonista (metadone o buprenorfina !) ● BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Cassano GB Trattato italiano di psichiatria 2002 BDZ Gravità della sindrome d’astinenza Fattori farmacologici • Durata dell’assunzione • Velocità della sospensione • Dose giornaliera • Emivita e potenza del composto assunto Maremmani 2012 BDZ Gravità della sindrome d’astinenza Fattori relativi al paziente ● Sesso e età ● Disturbo mentale ● Danno cerebrale minimo ● Politossicodipendenza Maremmani 2012 BDZ Emivita inizio picco Breve-media 24 h 96 h Lunga 2-3 gg 6-7 gg Maremmani 2012 durata 3 settimane 2 mesi BDZ TRATTAMENTO DELL’ASTINENZA - - Impiego a scalare di BDZ a lunga emivita (diazepam, clordesmetildiazepam, clonazepam) Antidepressivi Triciclici (trimipramina, amitriptilina, imipramina, dotiepina) - Trazodone ? - SSRI (paroxetina, fluvoxamina) ● Antiepilettici (valproato, carbamazepina, gabapentin ?) Maremmani 2012 BDZ TRATTAMENTO DELL’ASTINENZA TERMINE (2-3 MESI) A BREVE Antidepressivi: – Riducono sintomi di astinenza (ansia, insonnia, etc.) Antiepilettici: – Non riducono i sintomi di astinenza ma aumentano il numero di pazienti che riesce a sospendere le BDZ con successo Maremmani 2012 BDZ TRATTAMENTO DELL’ASTINENZA TERMINE (> 6 MESI) ➔ IPOFORIA Antidepressivi: – NO effetto anticraving?? Antiepilettici: – effetto anticraving?? Maremmani 2012 A LUNGO BDZ TRATTAMENTO DELL’ASTINENZA ● La sostituzione di una benzodiazepina ad alta potenza e breve emivita (tipo alprazolam) con una ad alta potenza e lunga emivita (tipo clonazepam*) richiede circa una settimana (tempo di “steady state” del clonazepam) ● pomeriggio ● ● ● , se necessario, assumere un dosaggio di alprazolam fino a quello assunto prima della sostituzione Dopo 7 gg l’alprazolam viene discontinuato completamente ed il clonazepam incrementato di 0.25-0.50 mg ogni settimana fino al raggiungimento dello stato di benessere discontinuare il clonazepam, eliminando, secondo la nostra personale esperienza, 1-2 gocce alla settimana (fino ad un massimo di 3). * Clonazepam = Rivotril CP 0.5 & 2 MG; GTT 10 = 1 mg Maremmani 2012 TERAPIA FARMACOLOGICA del DISTURBO D´ANSIA GENERALIZZATO LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 ● ● CBT is an effective first-line option for the treatment of GAD and is as effective as pharmacotherapy Evidence does not support the routine combination of CBT and pharmacotherapy, but when patients do not benefit from CBT, a trial of pharmacotherapy is advisable, and viceversa. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 ● Pharmacotherapeutic approaches should begin with one of the first-line options including: – – – – ● SSRI (escitalopram, paroxetine, or sertraline) SNRI (duloxetine or venlafaxine XR) Agomelatine Pregabalin If response to optimal doses is inadequate or the agent is not tolerated, therapy should be switched to another first- line agent before considering secondline medications Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD CANMAT 2014 ● ● ● ● Second-line choices include: – Bupropion – Hydroxyzine – Imipramine – Quetiapine XR – Vortioxetine – Benzodiazepines (alprazolam, bromazepam, diazepam, and lorazepam) Patients who do not respond to multiple courses of therapy are considered to have treatment-refractory illness. In such patients it is important to reassess the diagnosis and consider comorbid medical and psychiatric conditions that may be affecting response to therapy. Third-line agents, adjunctive therapies, as well as biological and alternative therapies may be useful when patients fail to respond to an optimal treatment trial of first- and second-line therapies used alone and in combination. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA GAD BAP 2014 DETECTION AND DIAGNOSIS ● Become familiar with the symptoms and signs of gen- eralised anxiety disorder [S] ● Ask about the presence of coexisting depressive symptoms [A] ● Ask about long-standing anxiety in patients with depressive or unexplained physical symptoms [S] ● Assess any comorbid physical illness and enquire about excess alcohol consumption [S] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA GAD BAP 2014 ACUTE TREATMENT ● ● ● ● ● ● Choose an evidence-based acute treatment [A] – pharmacological: most SSRIs (citalopram, escitalopram, paroxetine, sertraline), duloxetine, venlafaxine, pregabalin, agomelatine, quetiapine, some benzodiazepines (alprazolam, diazepam, lorazepam), imipramine, buspirone, hydroxyzine and trazodone [A] – psychological: cognitive-behaviour therapy, applied relaxation [A] Take account of patient clinical features, needs and preference and local service availability when choos- ing treatment, as pharmacological and psychological approaches have broadly similar efficacy in acute treat- ment [S] Consider an SSRI for first-line pharmacological treatment [A] SNRIs and pregabalin may be considered as alternative initial treatments if SSRIs are judged to be unsuitable [A] Remember that higher daily doses of pregabalin may be associated with greater response rates [A] Advise the patient that treatment periods of up to 12 weeks may be needed to assess efficacy [S] but recognise that an absence of clinical benefit within four weeks warns that a response to unchanged treatment is unlikely [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA GAD BAP 2014 LONGER-TERM TREATMENT ● ● ● ● ● Continue drug treatment for up to 18 more months in patients who have responded to treatment [A] Use a treatment approach that is known to be efficacious in preventing relapse [S] Recommend CBT over other forms of psychological treatment as it may reduce relapse rates better than other psychological treatments [C] Monitor effectiveness and acceptability regularly over the course of treatment [S] When stopping treatment, reduce the dose gradually over an extended period to avoid discontinuation and rebound symptoms [A]: in the absence of evidence a minimum of three months is recommended for this taper period [D] ● COMBINATION OF DRUGS AND PSYCHOLOGICAL TREATMENT ● Routinely combining drug and psychological approaches is not recommended for initial treatment [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA GAD BAP 2014 WHEN INITIAL TREATMENTS FAIL ● ● ● ● ● ● ● Consider raising the dosage of pregabalin if the current dosage is well tolerated [A] Consider switching to another evidence-based treatment [D] Consider combining evidence-based treatments only when there are no contraindications [S] Consider pregabalin augmentation after a non-response to initial SSRI or SNRI treatment [A] Consider use of benzodiazepines after a non-response to SSRI, SNRI, pregabalin and buspirone treatment [S] Consider combining drug treatment and cognitive-behaviour therapy [D] Consider referral to regional or national specialist services in treatment refractory patients [S] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 TERAPIA FARMACOLOGICA della FOBIA SOCIALE LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 ● ● ● ● CBT and exposure therapy alone are effective firstline options for the treatment of SAD The benefits of CBT are maintained over one to five years of follow-up CBT and pharmacotherapy appear to have similar efficacy for the acute treatment of SAD, but after treatment discontinuation, gains achieved with CBT appear to persist longer than those achieved with pharmacotherapy In most studies, adding pharmacotherapy has not been shown to increase the benefits of CBT. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 ● Pharmacotherapeutic approaches should begin with a firstline antidepressant such as: – – – – – – ● Escitalopram Fluvoxamine Paroxetine Sertraline Venlafaxine XR Pregabalin If response to optimal doses is inadequate or the agent is not tolerated, therapy should be switched to another firstline agent before considering a second-line medication Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD CANMAT 2014 ● Second-line choices include: – – – – ● ● Benzodiazepines (alprazolam, bromazepam, and clonazepam) Citalopram Gabapentin Phenelzine Patients who do not respond to several medication trials and/or CBT are considered to have treatment-refractory illness. In such patients it is important to reassess the diagnosis and consider comorbid medical and psychiatric conditions that may be affecting response to therapy Third-line agents and adjunctive therapies may be useful when patients fail to respond to optimal treatment trials of first- and second-line therapies used alone and in combination. Katzman et al. BMC Psychiatry 2014, 14(Suppl 1) LINEE GUIDA SAD BAP 2014 Detection and diagnosis: ● Become familiar with the symptoms and signs of social anxiety disorder [S] ● Assess the level of distress and disability to help distinguish social anxiety disorder from shyness [A] ● Ask about the presence of coexisting depressive symptoms [A] ● Ask about social anxiety symptoms when patients present with depression, panic attacks restricted to social situations, or alcohol and cannabis misuse [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA SAD BAP 2014 ACUTE TREATMENT ● ● ● ● ● ● Choose an evidence-based acute treatment [A] – pharmacological: most SSRIs (escitalopram, fluoxetine, fluvoxamine, paroxetine, sertraline), venlafaxine, phenelzine, moclobemide, some benzodiazepines (bromazepam, clonazepam), anticonvulsants (gabapentin, pregabalin), olanzapine – psychological: cognitive-behaviour therapy Avoid prescribing atenolol or buspirone in generalised SAD [A] Take account of patient clinical features, needs and preference and local service availability, as pharmacological and psychological approaches have broadly similar efficacy in acute treatment [S] Consider an SSRI for first-line pharmacological treatment [A] Routine prescription of higher doses of SSRIs is not recommended [A], but individual patients may benefit from higher doses [D] Advise the patient that treatment periods of up to 12 weeks may be needed to assess efficacy [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA SAD BAP 2014 LONGER-TERM TREATMENT ● ● ● ● ● ● Use an approach that is known to be efficacious in preventing relapse [S] Continue drug treatment for at least six months in patients who have responded to treatment [A] Consider cognitive therapy with exposure as this may reduce relapse rates better than drug treatment [A] Consider cognitive therapy after response to drug treatment, in patients with a high risk of relapse [D] Monitor effectiveness and acceptability regularly over the course of treatment [S] Combination of drugs and psychological treatment is not recommended for initial treatment in the absence of consistent evidence for enhanced efficacy over each treatment when given alone [A] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 LINEE GUIDA SAD BAP 2014 WHEN INITIAL TREATMENTS FAIL: ● Consider combining evidence-based pharmacological and psychological treatments [A] ● Consider raising the dosage if the current dosage is well tolerated [D] ● Consider switching to another evidence-based treatment [D] ● ● ● ● Consider combining evidence-based treatments only when there are no contraindications [S] Consider adding buspirone after partial response to an SSRI [C] Consider benzodiazepines in patients who have not responded to other approaches [D] Consider referral to regional or national specialist services in treatment refractory patients [S] Baldwin et al. Journal of Psychopharmacology , 1-37 2014 CENNI DI PSICOEDUCAZIONE E PSICOTERAPIA NEI DISTURBI D’ANSIA COSA SONO LE EMOZIONI? Anderson Cell 157, March 27, 2014 A CHE COSA SERVE L’ANSIA? COS’È L’ ANSIA?? COMPORTAMENTI PENSIERI, EMOZIONI SENSAZIONI CORPOREE COS’È L’ ANSIA?? COS’È L’ ANSIA?? LE DIVERSE FACCE DELL’ANSIA COME SI COSTRUISCE L’ANSIA? IDEA 1 + - IDEA 2 + - ANSIA + FUGA - ASPETTI COGNITIVI NEL PANICO Alla base del panico vi sono assunzioni che generano il sintomo derivanti dall’interpretazione catastrofica dei trigger cognitivi, con timore finale di: avere un attacco cardiaco, un disturbo addominale ● soffocare ● svenire ( ed essere aggredito durante lo svenimento) ● impazzire ● morire ● MODELLO COGNITIVO DEL DAP TRIGGER (INTERNI O ESTERNI) MINACCIA PRECEPITA ANSIA INTERPRETAZIONE CATASTROFICA SINTOMI COGNITIVI E SOMATICI EVITAMENTO E COMPORTAMENTI PROTETTIVI Wells Trattamento cognitivo dei disturbi d‘ansia McGraw Hill 1999 ESERCIZI COMPORTAMENTALI CARATTERISTICHE DELL’IPERVENTILAZIONE Normalmente quando si è in ansia il respiro è accelerato, più frequente e\o più profondo come normale componente della “risposta di attacco o fuga” scatenata dalla percezione di un pericolo imminente Questa alterazione della respirazione determina una costellazione di sintomi chiamata “Sindrome da iperventilazione” che spesso acuisce i sintomi dell'ansia stessa. TIPI DI RESPIRAZIONE ECCESSIVA – AFFANNO O RESPIRO RAPIDO – SOSPIRI E SBADIGLI – BOCCHEGGIARE (ANSIMARE A BOCCA APERTA) – RESPIRO ECCESSIVO CRONICO Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI COMPORTAMENTI CHE L'IPERVENTILAZIONE STIMOLANO ● Assunzione eccessiva di sostanze psicotrope ● Assunzione eccessiva di alcool ● Tensione premestruale, squilibri ormonali ● Ritmo accelerato nel fare le cose Vita sregolata (mangiare troppo irregolare, dormire poco, stancarsi molto) ● Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI EFFETTI GENERALI DELL‘IPERVENTILAZIONE ● L'iperventilazione richiede uno sforzo fisico notevole, quindi la persona si sente spesso: – – ● Accaldata e sudata Stanca ed esausta L'iperventilazione comporta una respirazione toracica, molto faticosa per i piccoli muscoli intercostali, che diventano doloranti inducendo: – – Senso di costrizione al torace Crampi intercostali Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI SINTOMI DELL'IPERVENTILAZIONE A carico del sistema nervoso Vertigini ● Senso di stordimento, testa leggera ● Confusione ● Mancanza di fiato ● Annebbiamento della vista ● Impressione di irrealtà A carico dell'organismo ● ● ● ● ● Aumento del battito cardiaco Intorpidimento e formicolìo a mani, piedi e intorno alla bocca Mani fredde e sudate Rigidità muscolare Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI Se l'IPERVENTILAZIONE è molto intensa e prolungata causa: ● Gravi vertigini ● Nausea ● Incapacità di controllare il respiro volontariamente ● Dolori intercostali ● Crampi muscolari, spasmo alle mani ● Terrore crescente che qualcosa di terribile stia per accadere ● Svenimento Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI a) INDUZIONE DI IPERVENTILAZIONE – Utile nel caso di DP con sintomi quali capogiri, veritgini, parestesie, diplopia, svenimento – Non va usata in soggetti con patologie cardiache, respiratorie e in donne gravide – L’ iperventilazione forzata protratta porta nel tempo a un assestamento dei sintomi. Wells Trattamento cognitivo dei disturbi d‘ansia McGraw Hill 1999 ESERCIZI COMPORTAMENTALI a) INDUZIONE DI IPERVENTILAZIONE – La si induce facendo respirare a bocca aperta, profondamente per un minuto o piú la persona – Va fatto in piedi associando esercizi fisici come camminare su una linea retta o stare su una gamba sola per dimostrare la mancanza di effetto sull’equilibrio – Se la paura é quella di impazzire o di perdere il controllo del comportamento, si possono associare esercizi antagonizzanti gli atteggiamenti protettivi (es. pensare a siutazioni di perdita di controllo o fare cose fuori controllo) Wells Trattamento cognitivo dei disturbi d‘ansia McGraw Hill 1999 ESERCIZI COMPORTAMENTALI a) INDUZIONE DI IPERVENTILAZIONE – Una volta indotta l’iperventilazione e fatti gli esperimenti comportamentali va insegnato a gestirla con la: TECNICA DEL RESPIRO LENTO Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI TECNICA DEL RESPIRO LENTO Caratteristiche di base: Respirazione addominale o diaframmatica a bocca chiusa, al ritmmo di 10-12 respiri completi ogni minuto Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI TECNICA DEL RESPIRO LENTO Istruzioni: ● Prendi un po' d'aria, trattieni il fiato e mentalmente conta fino a 10. Non far un respiro troppo profondo, non gonfiare il torace ● Butta fuori l'aria e comincia a respirare con un ritmo di sei secondi: tre secondi per prendere aria e tre secondi per espellerla. Inspira normalmente, non prendere troppa aria, butta fuori tutta l'aria che hai inspirato. ● Dopo una serie di 10 respiri di sei secondi l'uno, riprendi un po' d'aria e trattieni il fiato contando mentalmente fino a 10. ● Espelli l'aria e ricomincia dal punto due. Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI TECNICA DEL RESPIRO LENTO Possibili problemi ● Uso della tecnica come ansiolitico, non come uno strumento di autocontrollo. Nasconde la convinzione che l'ansia sia un pericolo da cui difendersi ad ogni costo perchè ingovernabile ● Passaggio dalla respirazione toracica a quella addominale ● Monitoraggio dei respiri durante l'esposizione ad una situazione ansiogena ● Applicazione tardiva o insufficiente ● Esecuzione efficace nelle situazioni sociali Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003 ESERCIZI COMPORTAMENTALI TECNICA DEL RESPIRO LENTO L‘esercizio é effettuato correttamente se: il numero di respiri dopo l'esercizio scende a 10-12 se prima dell'esercizio era superiore ● il numero di respiri dopo l'esercizio resta 10-12 se prima dell'esercizio era già 10-12 ● l'esecuzione dell'esercizio non è difficoltosa nè spiacevole dopo i primi due minuti ● avete una piacevole sensazione di calma e rilassamento durante e dopo se questi criteri non sono soddisfatti, significa che state sbagliando qualcosa nell'esecuzione o che avete bisogno di più esercizio. ● Andrews et al Trattamento dei disturbi d‘ansia Centro Scientifico Editore 2003