Cenni di metereologia di Andrea Di Lisa

Cenni di meteorologia e valutazione oggettiva delle condizioni meteorologiche.
Poiché le situazioni meteo estive sulle regioni alpine e appenniniche sono mutevoli e incostanti è bene
conoscere gli elementi che determinano l’instaurarsi e l’evolversi di una determinata situazione
meteorologica, cosicché vengano ridotti gli effetti dovuti ai mutamenti delle situazioni meteo, abbreviando o
rinviando un’escursione.
Prima di effettuare un escursione è bene, sempre, consultare i bollettini meteo e quando si è sul posto
effettuare costantemente osservazioni dirette del cielo e degli eventi caratteristici di un repentino
cambiamento delle condizioni meteo, queste sono: l’osservazione dei cambiamenti di intensità del vento e il
cambiamento della nuvolosità.
L’evoluzione del tempo si basa su variazioni di pressione atmosferica.
Il vento è un movimento d’aria da zone con alta pressione a zone con pressione minore, tutto ciò accade
all’interno di un involucro che circonda il nostro pianeta chiamato Atmosfera, poiché noi sfruttiamo a pieno
questi spostamenti d’aria sarà appropriato conoscere i movimenti e i cambiamenti che avvengono
nell’Atmosfera.
Le isobare sono linee ideali che sulle carte meteorologiche uniscono i punti con uguale pressione. Le isobare
sono importanti per stabilire le zone di alte o basse pressioni sul globo terrestre, dette rispettivamente
anticicloni e cicloni, depressioni o saccature. L’intensità del vento sarà maggiore quanto più sono ravvicinate
tali linee.
Ci sono zone dove la pressione è alta cioè superiore a 1013 millibar
chiamati oggi, "etto pascal". In altre zone la pressione è bassa, cioè inferiore a 1013 millibar.
Nelle zone ad alta pressione dette anticicloniche, l'aria scende verso il basso ruotando a spirale in senso orario.
Nelle zone di bassa pressione dette anche cicloniche l'aria sale verso l'alto ruotando a spirale in senso
antiorario.
L'aria che scende si riscalda e l'aria che sale si raffredda.
Nelle zone di alta pressione in genere c'è bel tempo, nelle zone di bassa pressione invece, in genere c'è brutto
tempo.
Gli anticicloni sono zone di alta pressione sulla superficie terrestre a forma circolare o ellittica, contrapposte,
invece, alle zone cicloniche o zone di bassa pressione. Al loro interno i venti sono deboli, spesso a regime di
brezza e soffiano in senso orario nel nostro emisfero (emisfero boreale). Causano d’estate forte riscaldamento
del suolo che può generare cumulonembi. Un tipico esempio dell'emisfero boreale è dato dall'anticiclone delle
Azzorre, che riveste grande importanza nell'evoluzione meteorologica europea. Mentre d'estate esso può
arrivare ad occupare l'intero bacino del Mediterraneo, apportando condizioni prolungate di bel tempo,
d'inverno si ritira in genere nei suoi luoghi di origine consentendo, perciò, alle perturbazioni atlantiche di
giungere sino al Mar Mediterraneo. Nelle stagioni intermedie, invece, l'anticiclone delle Azzorre si sposta
continuamente, determinando tempo molto variabile.
Un ciclone è una regione atmosferica in cui la pressione atmosferica è minore di quella delle regioni
circostanti. In esso si ha convergenza d’aria nei bassi strati, nel nostro emisfero l’aria nel ciclone è soggetta ad
un sistema di venti circolanti in senso antiorario con convergenza verso il centro (centro del ciclone o occhio
del ciclone)
Area ciclonica instauratasi nel Febbraio 2012
Si ha un fronte caldo quando una massa d'aria più calda (quindi anche più umida) si avvicina ad una più
fredda (generalmente meno umida). In questo caso l'aria calda, più leggera, sale sopra quella fredda,
raffreddandosi e causando anche piogge leggere o nevicate al passaggio del fronte. L'aria fredda sottostante,
perché più pesante (ovvero densa), fa più attrito sul terreno e quindi si sposta lentamente. Per questo motivo i
fronti caldi e le perturbazioni che li accompagnano possono durare anche alcuni giorni.
Le precipitazioni si estendono per circa 300 km e sono a carattere continuo. Il fronte caldo è caratterizzato
dalla presenza di nubi stratificate. L'intero fenomeno dura in genere qualche giorno, inizia con l'arrivo di nubi
alte come cirri, cirrocumuli, altocumuli e altostrati, strati, nembostrati ed eventualmente cumulonembi se l'aria
è instabile. Passato il fronte, si ha aria calda ma meno umida.
Si ha un fronte freddo quando una massa d'aria fredda (quindi meno umida ma più densa) si avvicina ad una
massa più calda e pertanto più leggera e più umida. In questo caso l'aria fredda si incunea sotto quella calda,
facendola salire.
Lungo il fronte si possono generare fenomeni meteorologici anche violenti, come temporali, vento forte e
turbolenza, tempeste e bufere, ma i fronti freddi passano velocemente, anche in poche ore, lasciando dopo il
loro passaggio aria fredda e asciutta. Se l'aria però è sufficientemente secca non ci sono precipitazioni. Il
fronte freddo può essere lento o veloce
Le nubi caratteristiche del fronte freddo sono a sviluppo verticale cumuli e cumulonembi.
Si ha un fronte occluso quando un fronte freddo (quindi più veloce) raggiunge un fronte caldo.
Il fronte occluso può essere a carattere caldo o a carattere freddo, a seconda delle temperature. Il fronte
occluso a carattere caldo è più frequente.
Arrivo del Fronte Caldo
Arrivo del Fronte Freddo
Alte
Formazioni nuvolose con base tra gli 8000 ed i 14000 m, sono le nubi più fredde, composte essenzialmente da
cristalli di ghiaccio che le rendono traslucide; dalla loro disposizione si può sapere la direzione del vento in
quota (perpendicolarmente alle strisce, verso la direzione delle gobbe); sono caratterizzate del prefisso"cirro-".

cirri (Ci)

cirrocumuli (Cc)

cirrostrati (Cs)
Medie
Sono formazioni nuvolose con base (nelle regioni temperate) tra i 2000 ed gli 8000 m. Sono essenzialmente
composte da gocce d'acqua o da un miscuglio di gocce d'acqua e cristalli di ghiaccio. Sono caratterizzate dal
prefisso "alto-".

altocumuli (Ac)

altostrati (As)
Basse
Formazioni nuvolose con base (nelle regioni temperate) sotto i 2000 m, sono essenzialmente composte da
gocce d'acqua. Quando le nubi basse giungono in contatto col terreno si parla di nebbia. Sono caratterizzate
dal prefisso e suffisso "strato-".


stratocumuli (Sc)
strati (St)
Medio sviluppo verticale
Formazioni con base sotto i 3000 m. Sono essenzialmente composte da gocce d'aqua.


Cumuli (Cu)
Nembostrati (Ns)
Formazioni nuvolose verticali. Sono le nubi più turbolente e sovrastano le correnti ascensionali. Nelle loro
forme più grandi (cumulonembi), possono raggiungere dimensioni enormi, coprendo intere regioni e portando
violente precipitazioni e temporali. Questi tipi di nubi non sono classificati insieme agli altri per altezza
perché hanno appunto un grande sviluppo verticale.

Cumulo congesto o torreggiante (Tcu)

Cumulonembi (Cb)
Con l'eccezione dei vari tipi di cumuli e cumulonembi, tutti gli altri tipi di nubi sono a sviluppo orizzontale
(ovvero il loro spessore verticale non è elevato). I cumulomembi si sviluppano quando un cumulo,
continuamente alimentato da una corrente ascensionale, cresce in verticale. Un cumulonembo può estendersi
fino al limite inferiore della stratosfera, a quote dai 12 ai 15 chilometri