Meteo
Meteo
che passione
piccola rubrica meteo per
chi non ne sa, per chi vorrebbe saperne di più, per
chi sa che non ne saprà
mai abbastanza
Silvia Ferri
Ossi di seppia e altre meraviglie
“Nuvole da vento” è la definizione che mi porto
impressa da tanti anni, da quando non ne capivo
niente (non che adesso vada molto meglio!) e le
guardavo in cielo, cercando spiegazioni dai miei
istruttori caprerini. Lucide, levigate, sono nuvole
che non si vedono tutti i giorni, ma solo nelle occasioni speciali e noi le guardiamo sempre con un
misto di stupore per la loro bellezza e di timore per
il ventone che possono preannunciare e accompagnare.
- NUBI A SVILUPPO VERTICALE (tipiche dei
fronti freddi): cumuli, cumulonembi.
“Loro”, le NUBI A ONDA, le ho finora lasciate da
parte, ma vale la pena invece di guardarle e conoscerle più da vicino. La loro formazione è dovuta al
raffreddamento di aria che sale sulle “creste” nei
vari movimenti ondulatori che hanno luogo nell’atmosfera. La regola generale ci dice che quando l’aria sale - per qualunque motivo - è sempre destinata
a raffreddarsi e che il vapore acqueo contenuto si
condensa in goccioline microscopiche, formando
nuvole. Nel nostro caso si tratta sempre di fenomeni collegati, per l’appunto, a “onde” d’aria in movimento, in cui le “creste” sono provocate dalle correnti a getto oppure - a quote più basse - dai sistemi
montuosi. In quest’ultimo caso, si può ipotizzare
una situazione di questo tipo:
Quando ho parlato di nubi in queste pagine, ho
sempre considerato per semplicità solo le due grandi famiglie:
- NUBI A SVILUPPO ORIZZONTALE (tipiche
dei fronti caldi): cirri, cirrostrati, altostrati, nembostrati;
Le variabili da considerare comprendono comunque:
a) la quota a cui queste nubi si formano
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b) il grado di stabilità dell’aria dell’aria (per saperne
di più sulla stabilità o instabilità, si può dare un’occhiata all’ apposita finestra.
Il grado di STABILITÀ dell’aria
Dipende dalla differenza di temperatura tra il suolo e gli strati superiori:
Caso 1) L’aria al suolo è più calda di quella sovrastante.
Questa situazione dovrebbe essere “normale”, dato che, per via dell’irraggiamento, gli strati più vicini
al suolo hanno una temperatura maggiore, che diminuisce gradualmente (circa 1° centigrado per ogni
100 metri di quota) a mano a mano che ci si allontana dalla superficie terrestre.
- Al suolo: L’aria calda è più leggera di quella sovrastante e tende a salire;
- Negli strati più alti: L’aria è più fredda, quindi anche più pesante e tende a scendere.
Il risultato è che i movimenti delle particelle d’aria sono favoriti = ARIA INSTABILE
Caso 2) L’aria al suolo è più fredda di quella sovrastante
(si parla di inversione termica, perché questa non è la situazione “normale”).
- Al suolo: l’aria fredda, più pesante, tende a rimanere lì dov’è;
- Negli strati più alti: l’aria calda, più leggera, non ha nessun motivo plausibile per
scendere verso il suolo.
Il risultato è che i movimenti delle particelle d’aria tra i due strati sovrapposti sono decisamente “scoraggiati” = ARIA STABILE
Per quanto riguarda la quota, possiamo distinguere
- Cirrocumuli: piccole nubi degli strati più alti,
molto brillanti e senza ombra, costituiscono il
classico “cielo a pecorelle”, con le “pecorelle”
molto piccole. Quando arrivano da soli, sono l’avanguardia di un fronte freddo, mentre ne preannunciano uno caldo se associati a Cirri e
Cirrostrati.
- Altocumuli: nubi delle quote medie, di solito con forme a bande parallele.
Se si presentano come corpi separati e tondeggianti, costituiscono il
“cielo a pecorelle” con le “pecorelle” grosse e, se associati a un lento
calo del barometro, annunciano l’arrivo di una bassa pressione poco
dannosa. Se invece sono in compagnia di Cumuli negli strati più bassi e
di una discesa rapida del barometro, si può stare certi che arriveranno a
breve temporali e rovesci.
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- Stratocumuli: nubi delle quote più basse, che si
presentano in banchi grigi e/o biancastri. Le
loro forme ondulate sono rivelate di solito solo
dalle sfumature del grigio alla base. Possono
invadere tutto il cielo, ma portano per lo più al
massimo pioggia leggera.
Per quanto riguarda invece il grado di stabilità
dell’aria:
- con aria STABILE le nubi a onda hanno di
solito uno spessore limitato, una base e una
sommità piuttosto piatte e una forma a lunghe
bande parallele;
- con aria INSTABILE si vedono invece protuberanze a forma di Cumulo che si innalzano dalla parte
centrale della sommità.
Ogni volta, però, penso a quanta fatica facciamo per cercare di mettere ordine in un contesto così volubile e sfuggente. Il pensiero che mi resta è un po’ “anarchico”: le studiamo, le classifichiamo, le codifichiamo, ma loro conservano intatto il loro trasformismo e la possibilità di ingannarci e riservarci sempre nuove
sorprese. La cosa importante è sviluppare la nostra sensibilità, facendo tesoro di ogni esperienza e affinando il “naso”, il che può avvenire solo se non ci stanchiamo di essere curiosi.
Infine, vorrei rubare qualche riga per un messaggio:
Grazie Guillermo, grazie grazie grazie. Voglio approfittare di questo spazio che ho a disposizione per ringraziare
(forse non si era capito) Guillermo Ferrari, per la chiarezza e la semplicità delle sue pagine. Spero che continui a
scrivere e mi permetta così di capirci qualcosa, in questa materia così affascinante e così spesso spiegata in modi
esclusivi da “addetti ai lavori”. Confesso la mia ignoranza: tutto quello che bisogna fare dopo aver riposto il
sestante nella sua custodia ha ancora per me il sapore del mistero più profondo.
Guillermo, ti prego, fallo per me!!!!!
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