Jean-Louis Théodore Géricault (1791-1824) Jean-Louis Théodore Géricault crebbe in una famiglia solida e abbiente, che gli garantì una buona e regolare istruzione. Il giovane Géricault scoprì presto le sue passioni, quella artistica e quella militare, entrambe accomunate dall'amore profondo per i cavalli, che furono oggetto di numerosi studi e tele. La sua fama iniziò nel 1812 quando presentò al Salon il quadro Ufficiale dei Cavalleggeri della Guardia imperiale alla carica, nato dall'osservazione al mercato di un cavallo impennatosi mentre trainava un carretto, e poi trasformato in soggetto eroico. Il momento storico che contemplava le vittorie di Napoleone rese ancora più apprezzabile il dipinto. Al Salon del 1814 l'artista espose la tela col Corazziere ferito che abbandona il campo di battaglia, dove pur conservando il tono epico dei quadri di storia, in accordo col nuovo clima romantico, sostituì alla consueta celebrazione della vittoria la rappresentazione della sofferenza e della dignitosa sconfitta in una visione antieroica, almeno secondo l'iconografia tradizionale, caratterizzata dall'incertezza nell'incedere e dalla difficoltà di tenere a freno il cavallo sul terreno scosceso. Nel 1816 decise di andare in Italia (aveva da concludere una relazione amorosa con la zia d'acquisto), dove studiò intensamente l'arte e la grafica italiana, apprezzando e imitando, in alcuni fra i suoi migliori lavori, i chiaroscuri del Manierismo, soprattutto durante il soggiorno a Firenze. A Roma immortalò i suoi amati cavalli ritratti alla corsa dei cavalli barberi e nella Campagna romana. Nel 1817 tornò definitivamente a Parigi. La relazione con la giovane zia non solo non si concluse, ma gli diede anche un figlio. Temi preferiti quelli sociali: la sua indagine era attratta dalla sofferenza umana, dalla sconfitta, dalla tragedia. Proprio questa passione per l'indagine della realtà lo portò ad occuparsi di cronaca, del Naufragio della Medusa e dei ritratti di alienati monomaniacali. Le monomanie che ci restano sono l'invidia, la mania del gioco, la cleptomania, l'assassinio, il rapimento dei bambini e la mania del comando militare. Le espressioni sono colte con un'acutezza e una precisione eccezionali, tanto da rendere possibile la diagnosi. Nel 1822 avvennero le due cadute da cavallo che, trascurate, portarono ad una lesione del midollo spinale che condusse l'artista alla paralisi e alla morte il 26 gennaio 1824, dopo un mese e mezzo di agonia. SCHEMA 1. il crollo dell’avventura napoleonica fa vivere ai francesi una stagione di sconfitte, lutti, dolori, sofferenze, sia fisiche che morali 2. Gericault a) è testimone della fine della fiducia illuministica nella capacità umana di regolare la storia b) ha una visione antieroica dell’uomo, che da vincitore diventa vinto, da semidio diventa vittima sofferente c) la sua pittura segna l’abbandono del classicismo 3. La zattera della Medusa (1819) a) narra un tragico fatto di cronaca del 1816: nel naufragio di una fregata francese al largo delle coste dell’Africa Occidentale solo 15 dei 149 superstiti in una zattera alla deriva furono tratti in salvo e testimoniarono all’opinione pubblica francese i. le discriminazioni dei non privilegiati ii. le indicibili sofferenze patite iii. l’incompetenza del comandante della nave, promosso solo per la sua fedeltà al regime borbonico iv. i tentativi del regime di insabbiare lo scandalo b) rappresenta il momento, carico di drammatica tensione emotiva, di speranza e di delusione, del primo avvistamento della nave dei soccorsi c) il doppio schema piramidale suggerisce i contrastanti sentimenti dei protagonisti, fra speranza e delusione, tra vita e morte d) attacco romantico alla gerarchia dei generi perché i. le grandi dimensioni (716x491) erano riservate alla pittura di storia ii. la cronaca irrompe nell’arte iii. imponenti figure classiche, eroiche, statuarie (in Italia Gericault aveva studiato Michelangelo e la scultura antica), dipinte nel rispetto dell’alta tradizione del nudo accademico, sono usate per rappresentare non la storia antica o il mito, ma le sofferenze della gente comune, il dramma eterno dell’uomo, i suoi sentimenti (eroismo, speranza, disperazione, sofferenza), in una natura sublime iv. colori scuri al posto dei colori vivi della pittura neoclassica e) quadro interpretato da repubblicani e bonapartisti come una denuncia allegorica della crisi della Francia, un paese diviso e ingiusto, governato dopo la Restaurazione da reazionari incapaci e borghesi inetti e corrotti 4. Gericault esponente del realismo romantico, rappresenta la cruda realtà, non solo dei sentimenti, ma anche dell’aspetto fisico più raccapricciante delle cose, in senso sublime i. nel 1818 dipinse dal vero frammenti anatomici e teste di giustiziati, di cui si servì per la cruda rappresentazione dei corpi delle vittime della Zattera ii. per dipingere la Zattera ne costruì un modello, studiò il mare in tempesta, ascoltò e fece posare alcuni superstiti iii. nel 1822 dipinse dieci ritratti di pazzi del manicomio parigino della Salpetriere, forse per illustrare un trattato psichiatrico del giovane e già noto alienista Etienne-Jean Georget, suo amico e medico personale: i ritratti sono essenziali, scientifici, ma anche dolorosi e pietosamente partecipi del dramma della malattia mentale, senza concessioni al grottesco o al ridicolo