FENOMENI METEO PRINCIPALI
di Simone Parisi
FOHN – NEBBIA – PIOGGIA - NEVE
-FOHN
Il Fohn è un vento secco di terra, spesso impetuoso e a raffiche irregolari che scende dalle
montagne. Al suo apparire la sua temperature registra un improvviso e sensibile aumento, mentre
l’aria diventa limpida e il cielo è di un intenso azzurro; e le nubi sono assenti, si può a volte notare
la presenza di nubi lenticolari (alto cumoli, per lo più isolati). Il Fohn soffia prevalentemente di
Inverno e in Primavera e in particolare lungo le vallate alpine dell’Italia settentrionale e anche in
Valpadana, da Nord verso Sud. A Milano dopo lunghe giornate di nebbia, il Fohn arriva
improvvisamente con turbinose folate e l’aria divente talmente trasparente da permettere la vista
delle Alpi. L’alta Lombardia ed il Piemonte registrano questo fenomeno circa 10 giorni all’anno.
Alla confluenza delle vallate Alpine con la Pianura Padana il Fohn può soffiare ad oltre 100 Km/h.
Sull’italia settentrionale questo vento secco compare quando la differenza di pressione atmosferica
(gradiente barico) tra il versante Nord e quello sud delle Alpi è elevata. Di solito sotto vento alla
catena Alpina vi è una depressione in moto verso l’adriatico mentre in Svizzera e in Baviera vi è un
promontorio di Alta Pressione in movimento verso Sud. A volte il Fohn è presente lungo il versante
settentrionale delle Alpi, in questo caso soffia da sud ed è particolarmente caldo. Naturalemnte la
distribuzione della pressione atmosferica è l’esatto contrario di quella descritta prima, cioè alti
valori in Valpadana e valori bassi al di là delle Alpi. Per la nascita del Fohn come per altri venti
discendenti: Santa Ana nella California del Sud e il Chinook nelle pianure nordoccidentali degli
Stati Uniti e del Canada è indispensabile la presenza di alte montagne. Infatti i monti costringono
l’aria che li investea salire fino alla cresta, da dove quindi tornano a scendere a valle; durante la
salita l’aria si raffredda (raffreddamento adiabatico) in media di 1 grado ogni 100 metri. Nell’aria in
ascesa c’è vapore acque, che con il successivo raffreddamento si condensa, formando così nuvole e
precipitazioni. Attraverso la condensazione si libera il cosidetto calore latente che riscalda l’aria; il
raffreddamento adiabatico diminuisce, riducendosi di mezzo grado ogni 100 metri. Dopo aver
superato la cima, le nubi si dissolvono rapidamente, perchè l’aria che fluisce a valle si riscalda di 1
grado ogni 100 metri di discesa. Dalle osservazioni compiuti sulle Alpi si osserva che in caso di
Fohn si hanno venti e precipitazioni sul versante sopravento, dove aviene l’ascesa forzata dell’aria
(fenomeno di Stau) mentre in Valpadana il tempo è bellissimo. Il Fohn della pianura padana indica
una situazione meteorologica molto dinamica e annuncia perturbazioni per l’Italia CentroMeridionale. Un tipo di vento simile al Fohn, ma freddo, furioso e secco, è il Mistral che dalla
Francia Centrale scende nella Valle del Rodano. Il più terribile vento del deserto è lo scirocco del
Sahara; attratto da una zona di bassa pressione posta sul mediterraneo, questo vento soffia senza
incontrare ostacoli attraverso il deserto, sollevando enormi nuvole di sabbia.
-NEBBIA
In meteorologia la nebbia è definita come: Insieme di piccolissime goccioline di vapore acqueo
atmosferico, in sospensione, che si producono negli strati d’aria a contatto con il suolo o il mare e
che riducono la visibilità orizzontale a meno di 1 Km. , nel caso in cui la visibilità sia superiore al
Km. si parla di foschia.
Comunque quando la nebbia è molto fitta, specialmente nelle prime ore del mattino o tarda serata,
la visibilità può scendere anche a 5-10 metri.
La nebbia si forma per la condensazione del vapore acqueo, causata dal processo di saturazione
dell’aria. I processi che portano alla saturazione sono 3:
-Per evaporazione dell’acqua nell’aria, per raffreddamento e per mescolanza.L’evaporazione può
avvenire dalla pioggia o superfici acquee più calde dell’aria (mare fumante).
-Raffreddamento si divide in:
  -Adiabatico, nel caso di ascesa forzata dell’aria in montagna (nebbia di pendio);
-Per irraggiamento superficiale, dovuto cioè al raffreddamento del suolo per
irraggiamento che porta conseguentemente alla diminuzione della temperatura
dell’aria che è a contatto con il suolo. Si verifica particolarmente nelle notti con cielo
sereno, alta pressione, venti quasi calmi e molta umidità. Va detto che la formazione
della nebbia è favorita maggiormente in presenza di venti leggeri piuttosto che in
calma totale, poiché il vento lieve contribuisce a far trasferire l’aria calda e umida sul
terreno freddo, in questo modo tutta l’aria in prossimità del suolo viene condotta alla
saturazione completa.
-Per mescolanza orizzontale di aria a temperatura e umidità differenti, è molto raro il verificarsi di
questa situzione.
La nebbia che si forma durante i mesi invernali in Valpadana è da irraggiamento. Si può mantenere
a lungo in presenza di alta pressione forte e stabile, in quanto si verifica una forte inversione
termica, la temperatura negli strati alti è più elevata che in quelli bassi, questo impedisce il
rimescolamento dell’aria in senso verticale. Tale situazione di stasi favorisce la formazione dello
smog, nebbiolina di colore giallastro che si forma specialmete su grandi città inquinate come
Milano. Lo smog nasce dalla reazione dell’anidride solforosa dei gas di scarico con le goccioline di
nebbia, si forma così acido solforico che attacca il nostro sistema respiratorio ed è responsabile
della corrosione delle opere murarie.
Un fenomeno che si può verificare in presenza delle nebbia e temperature sotto zero è la formazione
della galaverna; si tratta di un agglomerato di goccioline di nebbia che si depositano sugli alberi e
purtroppo anche sulle strade e che a causa della temperatura rigida gelano ed acquistano il colore
bianco, facendola sembrare neve.
La nebbia comunque si dissolve o per riscaldamento o per rimescolamento verticale dell’aria.
Il riscaldamento ,che avviene con l’irraggiamento solare, riesce nella maggioranza delle situazioni a
far evaporare la nebbia in poche ore, ma quando lo strato di nebbia è di notevole spessore (200-300
metri), il riscaldamento non è sufficiente a dissolvere la nebbia, anche perché si può formare uno
strato nuvoloso al di sopra della nebbia che impedisce ai raggi del sole di riscaldare i bassi strati
dell’aria. In questi casi un cambiamento radicale della situazione può avvenire solo con il passaggio
di una perturbazione, in quanto provoca un ricambio in senso verticale dell’aria.
-PIOGGIA
Il vapore acqueo contenuto nell’aria raffreddandosi si condensa; ad una data temperatura l’aria può
contenere una detrminata quantità di vapore acqueo (a 20°C un metro cubo d’aria contiene al
massimo 17,3g di vapore acqueo, a zero gradi centigradi solo 4,8g). Il vapore condensato cade dalle
nuvole sotto forma di precipitazione oppure evapora prima di raggiungere la superficie terrestre. Le
goccie d’acqua o i cristalli di ghiaccio per cadere al suolo devono essere sufficentemente grandi e
pesanti. Quando aria calda affluisce sopra uno strato di aria fredda immobile, la prima sale e si
formano così nubi stratificate e piogge continue ed uniformi. Ciò avviene per esempio quando l’aria
marina umida arriva da ovest o sud ovest, specie nel periodo invernale, associata a perturabazioni di
tipo "fronte caldo". Quando si ha una irruzione di aria fredda si verficano annuvolamenti imponenti
a sviluppo verticale (cumoli), con scrosci di pioggia. In molte regioni l’orografia determina una
ascesa forzata dell’aria sopravento alle montagne, provocando precipitazioni intense e prolungate
(situazione si stau); nelle zone opposte (sottovento) avremo una situazione di bel tempo secco
(fohn). Quando i venti soffiano dai Balcani, avremo pioggia sul versante adriatico. Di solito quanto
più la precipitazione è violenta con grandi gocce, tanto più è di breve durata. Un fenomeno
temporalesco inizia quando la temperatura dell’aria molto elevata al suolo, diminuisce
progressivamente e rapidamente . Di solito i rovesci interessano una superficie di 10-12 Km
quadrati e variano dai 10 ai 30 minuti. Se spira un vento di forte intensità la durata del temporale è
più breve che se accompagnato da un vento debole. Portatori di precipitazioni a carattere di rovescio
sono i cumolonembi, che si possono sviluppare verticalmente, i più imponenti possono raggiungere
i 10-12 Km d’altezza e i 16 di larghezza, le precipitazioni sono accompagnate da grandine, tuoni e
lampi. Le violente correnti ascendenti e discendenti, all’interno di un grande cumololembo,
trasportano alternativamente verso l’alto e verso il basso i cristalli di ghiaccio dentro strati a divers
atemperatura, dando origine al chicco di grandine. La grandine è formata da chicchi sferisci,
ovoidali o piriformi il cui diametro varia dai 5 a 50 mm. La maggiorparte dei temporali del globo si
verifica nelle regioni tropicali, dove il clima è caldo-umido; i temporali più violenti si formano
proprio nell’aria tropicale e si sviluppano sino alla startosfera. I tornado hanno origine nelle stesse
condizioni atmosferiche dei forti temporali; per i tornado sono necessari: una elavata umiditaà, una
estrema instabilità dell’aria ed una notevole convergenza dell’aria al suolo (bassa pressione con
tenenza a diminuzione). La distruttività dei tornado è data dal loro diametro piuttosto piccolo, dalla
pressione particolarmente bassa al centro e dalla notevole intensità del vento.
-NEVE
La neve è una forma di precipitazione che si verifica quando la temperatura si avvicina a zero gradi.
La neve si forma nell’aria per il congelamento di gocce d’acqua sopraffuse a temperature tra i -12 e
i -16°C. Si formano quindi cristalli di neve di diversa forma (aghi, stelle, prismi, lamine). Sulla
forma e la grandezza dei cristalli di neve influiscono la pressione di saturazione del vapore e la
temperatura. Intorno allo zero i cristalli di neve si uniscono tra loro e formano i fiocchi. Dato che
alle temperature molte basse nell’aria c’è poca umidità, le nevicate abbondanti si verificano
soprattutto intorno a zero gradi. In questo modo può essere spiegato il fatto che le nevicate più
copiose si hanno alle medie latitudini piuttosto che nelle regioni polari. I fiocchi di neve a causa
della loro leggerezza cadono con incredibile lentezza. Gli sbalzi di temperatura e le variazioni di
umidità svolgono una notevole influenza sul percorso del fiocco di neve sulla terra; se l’aria vicino
alla superficie è secca la neve può raggiungere il suolo quando la temperatura è sopra lo zero, infatti
una parte di essa si sciogli ed evapora rapidamente, l’evaporazione raffredda l’aria più bassa e
quindi i successivi fiocchi di neve la attraversano intatti.