Istituto Comprensivo «A. Moro»
Sutri, 13-04-2015
Roberta D’Alessandro
Psicologa Psicoterapeuta
Cognitivo Comportamentale
STRATEGIE D’INTERVENTO
CONTROLLO
DEGLI
ANTECEDENTI
CONTROLLO DEL
COMPORTAMENTO
CONTROLLO
DELLE
CONSEGUENZE
Regolarità
Training attenzione
Gratificare
Prevedibilità
Autoistruzioni
Contratti
Regole
Strategie metacognitive
comportamentali
Anticipare
Token economy
Adattare il curricolo
Ignorare
Costo della risposta
Time out
PREDISPORRE UN
AMBIENTE
FACILITANTE e
PREVEDIBILE
Per intervenire sulla scarsa capacità di prevedere le
conseguenze delle azioni e del proprio
comportamento.
Si adatta l’ambiente alle caratteristiche del
bambino.
Si modifica l’ambiente che circonda il bambino per
ridurre i comportamenti disfunzionali e facilitare i
comportamenti positivi.
Si attua un cambiamento
PRIMA
che il problema si presenti
Quanto più organizzato e strutturato è il contesto in cui lavora il
bambino, tanto più prevedibile diventa l’ambiente e quindi più regolato
sarà il comportamento del bambino.
E’ utile:
Offrire informazioni di ritorno: spiegare la bambino perché si sia
verificata una determinata conseguenza dando chiare indicazioni sul
grado di correttezza o meno del suo comportamento
Instaurare delle routine: tutte le regolarità e le scadenze prestabilite
forniscono al bambino una cornice di supporto nella comprensione di ciò
che accade intorno a lui. Gli avvenimenti che si ripetono
sistematicamente aiutano il bambino a tenere presente i suoi impegni e a
pianificare i suoi tempi.
Stabilire delle regole: avere regole chiare e conosciute da tutti aiuta il
bambino a organizzare i propri spazi e tempi e a sapere in anticipo quali
azioni siano da considerarsi fuori dalle norme stabilite.
1. Organizzazione della classe
2. Organizzazione dei materiali
3. Le regole della classe
4. Attività routinarie e strutturate
5. Organizzazione dei tempi di lavoro
6. Attività di transizione e momenti liberi
1. ORGANIZZAZIONE
DELLA CLASSE
Per limitare noia e disturbo
Favorire le interazioni positive
Incrementare l’applicazione
al compito
LA DISPOSIZIONE DEI BANCHI

Dalla cattedra si vede il bambino?

È facilmente raggiungibile?

È favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino?

Ha compagni vicino a lui? Se si, sono compagni
tranquilli o vivaci?

Se il bambino si alza, quanti bambini possono essere
disturbati o coinvolti?

Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle
finestre?

Ogni bambino quanti bambini osserva dal suo posto?
INDICAZIONI DISPOSIZIONE DEL BANCO

Banchi a file con cattedra di fronte

Prima fila, in centro (davanti all’insegnate)

Seduto lontano da potenziali fonti di distrazione/rumore (finestra,
compagni rumorosi, porta, ecc.). Non è produttiva neanche la
collocazione in una zona completamente priva di stimolazioni il
bambino diventa più iperattivo perché va alla ricerca di situazioni
nuove o interessanti;

Vicino a compagni attenti e abbastanza tranquilli

No troppi compagni davanti  possibile fonte di distrazione e un
potenziale “pubblico” per il b.

Posizione facilmente raggiungibile e visibile per favorire spesso lo
scambio di sguardo come mezzo per orientare il bambino.

Possibile spazio fisico che consenta libertà di movimento con
materiale didattico/ludico
Un grande orologio a
disposizione è molto
utile per segnare
i tempi di lavoro
e facilitare il rispetto
delle consegne
dell’insegnante,
ma può diventare una fonte
di distrazione
È possibile porre l’orologio in modo che sia visibile all’insegnante
e accessibile anche ai bambini, ma non all’interno della loro
visuale abituale (ad esempio, nella parete di fondo della classe)
2. ORGANIZZAZIONE
DEL MATERIALE
Per incrementare la capacità di
organizzazione e pianificazione
Ridurre i comportamenti di disturbo
(es. lamentarsi di non avere il
materiale, chiederlo al compagno
durante la lezione)
GESTIONE DEL MATERIALE
Usare materiali visivi 

Cartelloni da appendere in classe con l’elenco dei materiali

Schema con l’elenco del materiale per ogni materia da
mettere sul diario (o figurine per ogni elemento del materiale
scolastico)

Cassetta in cui poter riporre il materiale da lasciare a scuola

Quaderni, libri, raccoglitori ben contrassegnati (colori diversi,
etichette)

Può essere utile impostare una strategia specifica che
comprenda l’uso di materiale visivo, l’introduzione di routine
finalizzate, l’applicazione di un sistema a punti.
Esempio CARTELLONE DEI MATERIALI DA
APPENDERE IN CLASSE
Esempio SCHEMA MATERIALE NECESSARIO
PER OGNI MATERIA
COME FACCIO A NON
DIMENTICARE NULLA?
1. Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a punti o su
uno schema di gratificazione da riconvertire in premi materiali o privilegi.
2. Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del materiale uguali
a quelle del cartellone appeso in classe.
3. Ad un orario prestabilito (no poco prima intervallo o uscita):
- far leggere il cartellone delle materie per il giorno dopo;
- far elencare il materiale necessario per ogni materia;
- far incollare sul diario le figure del materiale scolastico individuato;
4. Ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento prestabilito,
verificare la presenza del materiale e applicare la procedura di
gratificazione o di costo della risposta.
ESEMPIO ORARIO
SCOLASTICO CON MATERIALE
NECESSARIO
3. LE REGOLE della
CLASSE
Comunicano le aspettative
Permettono di consolidare il
comportamento desiderato
(attraverso l’applicazione
sistematica)
Costituiscono un segnale per
rispondere adeguatamente al
comportamento
Necessarie per le interazioni
PRINCIPI PER LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DI
REGOLE

Coinvolgimento degli alunni nella messa a punto delle regole
attraverso discussione partecipata  concordate e condivise

Poche (3 o 4 per i bambini piccoli, max 6/7 per i più grandi)

Brevi, semplici e chiare

Formulate in positivo; proposizioni positive non divieti

Devono descrivere il comportamento in modo operativo (azioni),
 «Cosa fare?»; no vaghe (stare buoni)

Specifiche per situazione (lezione, intervallo, ecc.)

Corredate da simboli grafici e pittorici

Esposte in classe e visibili

Con specifiche conseguenze o penalità dell’infrazione
COMUNICAZIONI POCO EFFICACI…

Regole/Comandi vaghi  “Fa il bravo”, “Piantala”,
“Impegnati”

Comandi in forma interrogativa  “Ti dispiace mettere
via i tuoi giochi?”

Troppi comandi contemporaneamente

Ripetere gli stessi comandi senza applicare
conseguenze

Minacciare ripetutamente senza applicare
conseguenze

Non prestare attenzione ai comportamenti positivi
ESEMPI REGOLE PIÙ O MENO EFFICACI
Cartelloni delle regole
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA E GRAFICA DELLA
REGOLA DI CONVERSAZIONE, SUDDIVISA IN
SINGOLI COMPORTAMENTI
REGOLE…DOVE, QUANDO
E PERCHÉ?
IN CLASSE
REGOLE
Ascolto in silenzio
senza interrompere
Intervengo alzando la
mano dopo aver ottenuto
il permesso
Sto seduto al banco
durante il lavoro
VANTAGGI
Posso sentire bene ogni cosa
senza perdere informazioni
Ascolto e capisco meglio ciò
che viene detto
Mi concentro meglio
Rispetto i tempi di lavoro
Posso fare più attività diverse,
anche più divertenti
Metto in ordine il banco
e l’aula
Trovo presto quello che mi
serve senza perdere tempo
PER FACILITARE
IL RISPETTO DELLE REGOLE
Anticipare le situazioni problematiche
Favorire la comprensione del legame causaeffetto per facilitarne l’interiorizzazione ed il
rispetto
Rispetto della regola: conseguenza rinforzante
Violazione della regola: conseguenza punitiva
(intervento con calma e fermezza)
PER COMUNICARE…
Per regolare le conversazioni, evitando l’impulsività degli
interventi  Strategia del “vigile”: un bambino a turno ha il
compito di “dirigere il traffico delle parole”
ASCOLTO
PARLO IO
PER REGOLARE IL VOLUME DELLA CLASSE DURANTE LE ATTIVITÀ
- Momenti di ascolto = volume 0
- Lavori di gruppo, a coppie = volume 1 o 2
- Interventi individuali e lettura a voce alta = volume 6 o 7
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
4. ATTIVITA’ ROUTINARIE
e STRUTTURATE
tempi di lavoro prestabiliti
Permettono di prevedere
tempi e richieste
Favoriscono
l’adattamento
LE ROUTINE A SCUOLA…
Una giornata in classe in cui le attività si ripetono in modo
regolare, prevedibile e sistematico permette ai bambini iperattivi
di poter regolare meglio il proprio comportamento perché sanno
quello che dovrebbero fare.
Se gli alunni iperattivi mettono in atto comportamenti negativi
sistematicamente
in
corrispondenza
di
alcune
routine,
l’insegnante riesce ad anticipare meglio quegli eventi
Le situazioni meno strutturate (cambio di ora, intervallo, tempo
mensa) sono più spesso associate comportamenti negativi da
parte degli alunni iperattivi.
Che cosa
succede
oggi?
Che cosa
devo fare?
Per quanto
tempo?
INVENTARIO DELLE ROUTINE ALL’INTERNO
DELLA CLASSE
1. Quali routine esistono nella vostra classe?
________________________________________________________
________________________________________________________
2. Quali routine potrebbero essere utili?
________________________________________________________
________________________________________________________
3. In quali situazioni destrutturate gli alunni iperattivi creano problemi?
________________________________________________________
________________________________________________________
4. Ci sono routine che possono diventare regole di classe?
________________________________________________________
________________________________________________________
ESEMPIO DI ROUTINE IN CLASSE

Ingresso in classe (orario stabilito)

Inizio lezione (es. controllo materiale, compiti svolti)

Presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro

Pause concordate

Attività ricreative stabilite a priori

Dettatura dei compiti ad orario stabilito (prevedere il
tempo per la verifica della comprensione/annotazione)

Routine di saluto

Uscita dalla classe
ESEMPIO DI ROUTINE…INIZIO DELLA
GIORNATA

L’insegnante discute con i bambini e insieme si elencano le
attività da svolgere prima dell’inizio della lezione; si decide
l’ordine

Si crea su un cartellone una checklist di tali attività e si
appende in classe

Inizialmente l’insegnante guida i bambini, elencando attività
dopo attività e aspettando che tutti i bambini abbiano
concluso

In un secondo momento il compito dell’insegnante passa
ad un incaricato diverso ogni giorno

Infine, la routine viene svolta in autonomia dagli alunni
ESEMPIO DI ROUTINE…ASSEGNAZIONE
DEI COMPITI

Predisporre uno spazio fisso sulla lavagna nel quale scrivere
i compiti che si assegnano alla classe

Mantenere i compiti scritti fino alla fine della mattinata (le
insegnanti successive aggiungono i propri)

Al termine della mattinata, concludere l’attività 5/10 minuti
prima per permettere agli alunni di controllare, a coppie, che
tutti i compiti siano correttamente segnati sul diario.
LA SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ GIORNALIERE
Orario
8.10
8.20
10.30
10.30
10…
Sequenza delle attività
5. ORGANIZZAZIONE
DEI
TEMPI DI LAVORO
Per migliorare la
capacità di
pianificare,
organizzare e
stimare
I bambini ADHD faticano a fare stime realistiche di
grandezza, tempi, quantità, difficoltà.  organizzazione
del lavoro carente e disorientamento
Farli lavorare con tempi definiti li aiuta nel valutare,
pianificare, organizzare il lavoro.
All’inizio è preferibile che sia l’insegnante a fornire indicazioni
sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati, in seguito
quando la variabile tempo è acquisita nella pianificazione del
lavoro, è opportuno chiedere loro: «quanto tempo serve
per…?»
E’ UTILE….

Discutere sulla difficoltà del compito

Confrontarsi sui tempi necessari (all’inizio dare
indicazioni poi chiedere agli alunni)
 Suddividere
 Consentire
di fare brevi pause
 Promuovere
consegna
il compito in unità più piccole
il controllo del compito prima della
SIMBOLI PER VISUALIZZARE IL LIVELLO DI
IMPEGNO/DIFFICOLTÀ DELLE ATTIVITÀ
Attività più difficili:
ad es. spiegazione nuovi
argomenti, verifiche,
interrogazioni
Attività di media difficoltà:
ad es. discussioni in
gruppo, correzione compiti
Attività più facili:
ad es. lavori in piccolo
gruppo, attività
manipolative
COMUNICARE IL CAMBIAMENTO,
DA UN’ATTIVITÀ ALL’ALTRA
È IMPORTANTE
PASSAGGIO
IL

Preparare gli alunni a un cambiamento, avvisandoli che il
momento si avvicina

Far sapere quanto dura un’attività (timer, orologio,
sbarrando le attività già svolte...)

Dare informazioni che preparino i bambini all’avvenimento
successivo

Far sapere quando si potrà tornare all’attività che non
vogliono lasciare
Il “DOPO” non basta...
6. ATTIVITÀ DI
TRANSIZIONE E
MOMENTI LIBERI
MOMENTI CHE RENDONO PIÙ PROBABILE
L’EMERGERE DI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI
INIZIO E FINE DELLE LEZIONI
 prevedere delle routine
 pianificare l’uscita (es. evitare di dettare i compiti durante gli
ultimi 5 minuti, di chiedere ai bambini di preparare la cartella
dopo il suono della campanella, ecc.)
INTERVALLO
 regole specifiche
 NON usare la sospensione dell’intervallo
come punizione
 Prevedere minuti di “decompressione”
MENSA
 regole specifiche
 ruoli/compiti ben definiti
 gratificare la condotta adeguata
PASSAGGI DA UN LUOGO
AD UN ALTRO
 regole specifiche,(es.
camminare in fila per due,
affidare la testa della fila a
tutti i bambini a turno, ecc.)
 organizzare i tempi (per
evitare che il passaggio
avvenga precipitosamente)
STRATEGIE D’INTERVENTO
CONTROLLO
DEGLI
ANTECEDENTI
CONTROLLO DEL
COMPORTAMENTO
Regolarità
CONTROLLO
DELLE
CONSEGUENZE
Gratificare
Prevedibilità
Training attenzione
Contratti
Regole
Autoistruzioni
comportamentali
Anticipare
Strategie metacognitive
Token economy
Adattare il curricolo
Ignorare
Costo della risposta
Time out
Controllo dell’attenzione
e dell’impulsività
Autoregolazione
Capacità di comprendere la
consegna
(attenzione selettiva)
Controllo dell’impulsivitàpianificazione
(tempo di reazione)
Tenuta attentiva
(attenzione mantenuta)
Difficoltà a
mantenere
l’attenzione per un
tempo prolungato
Procedure di controllo
poco efficaci
Difficoltà di
pianificazione
Difficoltà a porre
attenzione alle
consegne orali o
scritte
Impulsività
nell’esecuzione
Controllare
Verificare
Semplificare
Scomporre
Esplicitare
Concordare
Brevità
Varietà
Struttura
1. DIFFICOLTÀ A PORRE ATTENZIONE
ALLE CONSEGNE

Ripetere la consegna (magari suddividendola per punti)

Verificare la comprensione della consegna «Che cosa
bisogna fare?»; far ripetere quanto capito

Istruzioni presentate sia per iscritto che verbalmente

Sottolineare con colori le parti importanti della consegna

Costruire un piano di azione per punti o un diagramma di
flusso (scritto alla lavagna o dato al singolo bambino)

Evitare di spiegare più esercizi insieme
LE CONSEGNE….
DA COSI’….
“Leggi con attenzione il
testo assegnato e cerca di
capirlo bene; poi rispondi
alle domande riportate
dopo la lettura. Stai attento
però perché nel brano ci
sono delle parole scritte in
modo sbagliato: trovale e
trascrivile nella tabella in
fondo”
…A COSì
1- leggere il testo
2- leggere le domande una alla
volta cercando di rispondere e
andando a rileggere quando
necessario
3- leggere il testo un’altra volta,
dando poca importanza al
significato, ma facendo attenzione
a come sono scritte le parole
4- sottolinea le parole sbagliate
5- riporta le parole nella tabella
2. IMPULSIVITÀ E SCARSA PIANIFICAZIONE

Chiedere ai bambini di posare le penne per un tempo
prestabilito tra la lettura o la scrittura delle consegne e
l’inizio dello svolgimento del compito

Stabilire una routine per cui “è valido” cominciare il lavoro
solo quando è l’insegnante a dare il via

Usare procedure fisse di pianificazione del compito.
Introduzione della procedura:  spiegare ai bambini la
procedura; realizzare un cartellone con simboli pittorici;
associare ad ogni passaggio della strategia una
formulazione verbale che ne faciliti la memorizzazione e la
successiva interiorizzazione sotto forma di dialogo interno

Istruire il bambino a continuare una parte più facile del
suo compito (o a farne uno sostitutivo) nell'attesa
dell'aiuto dell'insegnante.

Insegnare al bambino ad affrontare in un compito per
prime le risposte a lui note.

Abituare il bambino a sottolineare o a riscrivere le
domande prima di cominciare, oppure a colorarne, con
un evidenziatore, le parti più rilevanti.
Strategia che si focalizza su 5 parti
del corpo coinvolte nel migliorare
l’ascolto e l’attenzione
(Caponi e al., 2008)
Stop!
Ascolto la
spiegazione
della
maestra
«Prima di iniziare a svolgere
Pensa:
«Ho capito
cosa devo
fare?»
un compito ricordati di
seguire le indicazioni del
semaforo…così sarai sicuro
Via!
Inizio
a lavorare
senza fretta
di capire bene la consegna e
svolgere al meglio il
compito»
Il dialogo interno può essere utilizzato per ricordare le strategie di
problem-solving.
Le autoistruzioni che il bambino può interiorizzare possono
essere:
- Cosa devo fare?
- Considero le varie risposte
- Mi fermo a riflettere
- Scrivo la mia risposta
- Controllo la mia risposta
È probabile che questo metodo funzioni meglio con gli alunni che
hanno buone capacità verbali piuttosto che con quelli che
elaborano le inf. in maniera più visiva.
3. DIFFICOLTÀ A MANTENERE L’ATTENZIONE
PER UN
TEMPO PROLUNGATO SUL COMPITO

Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche

Usare molti supporti visivi: parole chiave colorate, schemi,
oggetti, gesti…

Illustrare visivamente sotto-passaggi o sequenze di un
compito

Passare frequentemente tra i banchi

Usare molto spesso il contatto oculare

Usare segnali concordati per segnalare al b. di rimanere
concentrato sul compito

Cartellini promemoria sul banco (Sono attento? Sto
ascoltando la maestra?)
E’ importante:

Fare una stima della tenuta attentiva del bambino
(quanto tempo riesce a stare sul compito)

Valutare il tempo necessario per un compito da
svolgere

Suddividere compiti lunghi in più parti (sessioni di
lavoro più brevi) considerando la tenuta attentiva del
bambino

Permettere una pausa tra una parte e l’altra

Con l’esercizio sarà possibile allenare il bambino a
mantenersi concentrato per periodi sempre più lunghi
SCANDIRE ATTIVITÀ PROLUNGATE IN SESSIONI
DI LAVORO BREVI
Esempio:
Svolgimento di12 operazioni di aritmetica

4 operazioni

Pausa

4 operazioni

Pausa

4 operazioni
SCANDIRE ATTIVITÀ PROLUNGATE IN SESSIONI
DI LAVORO BREVI
Esempio:
Lettura e comprensione del testo (domande
scritte)

Suddividere il testo in più sequenze

Leggi la prima sequenza

Rispondi alle domande della prima sequenza

Pausa

Leggi la seconda sequenza

Rispondi alle domande della seconda sequenza

Pausa

Ecc.
SCANDIRE
E VARIARE LE ATTIVITÀ PROLUNGATE
Esempio:
Lettura, analisi sostantivi e comprensione di un testo

Suddividere il testo in più parti

Prima leggi tutto il testo

Poi sottolinea con un pennarello tutti i sostantivi nella
prima metà del testo

Poi rispondi alla domande di comprensione della prima
metà del testo

Proseguire nelle stesso modo per la seconda metà del
testo
(Daffi G. e Pandrolini C., 2013)
1.Suddividere l’attività in più fasi. Definire delle sotto-fasi
2. Scrivere una sintetica descrizione di cosa fare per ogni sotto-fase
3. Dare al bambino il righello indicatore per lo svolgimento del compito
Il b. esegue le sotto-fasi e sposta l’indicatore per focalizzare l’attenzione
sulla fase in corso e gestire meglio il tempo.
AUTORIFLESSIONE DEGLI INSEGNANTI
SULL’ATTENZIONE DEGLI ALUNNI

„Che strategie metto in atto per suscitare interesse verso
la materia?

„E per evitare frequente disattenzione?

„Cosa faccio per semplificare un argomento complesso?

„Una volta formulata la domanda come sollecito la
risposta?

„Come faccio a capire i livelli di attenzione degli alunni?

Come ripristino l’ attenzione degli alunni nel caso in cui
„
sia diminuita?
4. PROCEDURE DI CONTROLLO DELL’ATTENZIONE
E DEL LAVORO SVOLTO POCO EFFICACI

Stabilire in anticipo il momento del controllo a fine lavoro;
avvisare con un segnale concordato il bambino

Usare segnali concordati (toccare il banco, avvicinarsi) con
il bambino per migliorarne la consapevolezza rispetto ai
propri meccanismi attentivi, non coinvolgendo l’intera classe
nella sottolineatura di un comportamento inadeguato

Caccia all’errore: finito il lavoro si stabilisce un tempo per
cercare gli errori e correggerli con penna colorata
(utile per chi fa molti errori di distrazione, no DSA)

Limitare i richiami diretti
Il bambino può controllare il proprio livello attentivo:

Usando un timer che suoni ad intervalli stabiliti,
permettendo di verificare il livello di attenzione

Facendo un segno sul quaderno quando ci si accorge di
aver perso il filo

Facendo un segno sul quaderno quando si accorge di
essere distratto nel momento in cui l’insegnante utilizza
un segnale concordato
Che cos’è
l’autoregolazione?
Capacità di usare un
dialogo interno per
organizzare l’attività da
svolgere e
verificarne l’efficacia
AUTOREGOLAZIONE
Attribuzioni
Organizzazione/
automonitoraggio
Problem solving
Autoistruzioni
verbali
Gestione delle
emozioni
Dialogo interno
Autostima
COME INCREMENTARE L’AUTOREGOLAZIONE?
Rivolgendo a se stessi istruzioni, domande, aiuti, suggerimenti,
finalizzati ad agire o pensare in un determinato modo
2 DIVERSI TIPI DI AUTOISTRUZIONI:
Passi comportamentali
o cognitivi per l’analisi
dei compiti
Domande di controllo
che consentono di
anticipare i contenuti o
verificare l’andamento
della situazione
E’ importante che il bambino impari ad interrogarsi per:

comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito
prima di iniziare il lavoro

mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro

valutare il tempo richiesto dal compito e quello
effettivamente a disposizione

sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie
risorse, successivamente quelle dell’insegnante e dei
compagni
L’ADULTO PUÒ MODELLARE UN PIANO DI
SOLUZIONE NELLE SITUAZIONI PROBLEMA
1. Qual è esattamente il problema?
2. Penso tutte le possibili soluzioni possibili
3. Considero con attenzione tutte le alternative
individuate
4. Formulo un piano e lo attuo (risposta)
5. Verifico di avere seguito bene il piano e di aver
raggiunto lo scopo
(Cornoldi e al. 1996)
(Cornoldi e al. 1996)
(Cornoldi e al. 1996)
1. Cosa devo sapere?
2. In quali e quanti modi posso
studiare?
3-4. Mi concentro sulla
procedura, eseguo e verifico
se sto studiando secondo il
piano
5. Valuto i risultati
Esercizi di consapevolezza dell’attenzione
ESEMPI DI DOMANDE QUESTIONARIO
SULL’ATTENZIONE
DI RIFLESSIONE
(Cornoldi e al. 2001)
Brevità
Varietà
Struttura
PER CONTROLLARE L’ECCESSIVA ATTIVITA’ MOTORIA
Incanalare ed utilizzare il movimento per fini più accettabili.
1. Dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe per
fini non distruttivi.
2. Permettere di stare in piedi di fronte al proprio posto, specialmente in
prossimità della fine del compito.
3. Predisporre segnali visivi che suggeriscano quando stare tranquilli e
quando poter parlare.
4. Premiare con il movimento o con il permesso di poter parlare gli alunni
che stanno tranquilli per un determinato lasso di tempo o durante una data
attività.
5. Usare pause o brevi esercizi distensivi
6. Usare l'attività come un premio: dare il permesso per una attività (es.
dare incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna,
mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le sedie) quale
riconoscimento individuale di un successo.
STIAMO IN
SILENZIO E
SEDUTI AL
BANCO
POSSIAMO
PARLARE O
STARE IN
PIEDI
Un modo per aiutare il bambino ad autoregolarsi, può essere quello di
permettergli di allontanarsi dall’attività/compito che sta svolgendo da un
po’ per qualche minuto, in modo da scaricare la sua tensione e
ritornare al compito più motivato
I caricabatterie
Permessi
(comportamenti a funzione
autoregolatoria)
E’ ipotizzabile consegnare al bambino 4 schede con
disegnate su delle batterie. Il bambini può “ricaricare
le batterie” 4 volte al giorno.
Ricaricare una batteria significa: poter alzarsi, fare una
passeggiata, sistemare dei materiali…e poi tornare
dopo aver completato però un compito. Usata la
pausa viene riposta in una scatola con su disegnato
un caricabatterie.
ESEMPI
DI
PAUSE
SCATOLA
DELLE
PAUSE
PER LIMITARE L’ IMPULSIVITA’ NEL RISPONDERE

Stabilire regole per prendere la parola

Ignorare chi dà risposte impulsive

Premiare chi alza la mano

Prestare subito attenzione al bambino adhd quando alza
la mano e rispetta la regola

Registrare quante volte in una giornata alza la mano per
parlare

Usare un cartellino promemoria da

attaccare sul banco del bambino
PER CONTROLLARE LE SCARSE ABILITÀ
ATTENTIVE (VISIVE E UDITIVE)

Coinvolgere attivamente il bambino

Usare materiali particolarmente interessanti

Sottolineare parti salienti dell’informazione

Ripetere le informazioni importanti

Usare stimoli sempre nuovi

Ricorrere al Pc o alla Lim

Usare segnali specifici per indicare dove e quando è
richiesta l’attenzione

Dare suggerimenti verbali come stimolo cognitivo «Cosa
devi fare adesso?»
PER FACILITARE IL COMPLETAMENTO
DEI LAVORI

L’alunno sa cosa fare ?? Scoprirlo rivolgendo specifiche
domande

Insegnare al bambino come pianificare e organizzare le
attività

Spiegare come automonitorare i suoi progressi verso un
obiettivo. Usare sotto-obiettivi e verificare come si
procede

Fornire ricorrenti e vari promemoria (visivi e verbali)
PER CONTROLLARE LA CONFUSIONE NEL
SEGUIRE LE ISTRUZIONI

Per ogni compito fornire istruzioni semplici

Se le istruzioni sono complesse, suddividerle

Presentare istruzioni anche per iscritto e lasciarle
esposte durante il compito

Controllare che il messaggio inviato corrisponda al
messaggio ricevuto
PER CONTROLLARE

LA DISORGANIZZAZIONE
Dare dimostrazioni di come organizzarsi in
situazioni critiche

Affiggere promemoria relativi ad alcuni passaggi
importanti

Utilizzare un sistema di tutoring

Abituare l’alunno all’utilizzo di un calendario

Evidenziare i miglioramenti nell’ordine e
nell’organizzazione
SUGGERIMENTI PER LA LETTURA

Suddivisione in brevi unità di lavoro;
lavorare su una parte alla volta

Lista delle parole più complesse
scritta alla lavagna

Presentare le parole nuove all’interno di una frase
per favorirne la comprensione

Piccoli gruppi di lettura

Favorire gli interessi personali
SUGGERIMENTI PER LA MATEMATICA

Usare colori diversi per i simboli matematici

Fogli a quadretti per l’organizzazione delle colonne

Schemi per la risoluzione dei problemi

Strategie mnemoniche

Formulari e promemoria delle regole

Calcolatrice per la verifica del proprio lavoro
ALTRI
SUGGERIMENTI…

Suddividere le unità di lavoro

Usare strumenti quali: pc, mappe, tabelle, ecc.

Per le lingue straniere usare cartoncini colorati su cui
scrivere i diversi elementi grammaticali (giallo-aggettivi,
verde-verbi, ecc.)

Usare promemoria

Fornire un feedback costante e frequente

Usare materiali che si possono manipolare quando si
studiano le regole ortografiche e sintattiche (lettere
magnetiche per le parole, cartoncini per le frasi);
IL COINVOLGIMENTO DELLA CLASSE
• Peer Tutoring
1
• Apprendimento Cooperativo
2
• Lezione alla classe del b. ADHD
3
1. PEER TUTORING
Modalità cooperativa di apprendimento che
favorisce le interazioni fra compagni stimolando
anche gli scambi verbali e la prossimità fisica. Si basa sull’assegnazione
a una coppia di bambini di due ruoli, quello di tutee (l’alunno che riceve
l’insegnamento) e quello di tutor (il bambino che prende il ruolo attivo di
insegnante).
Attività positiva:
per il tutor  rivede e consolida le proprie acquisizioni, colma lacune,
individua nuovi significati, assimila meglio i concetti;
- per il tutee  ha la possibilità di apprendere in modo individualizzato,
ottiene continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni utili in
caso di difficoltà.
Altri vantaggi:

Utilizzo dei compagni come risorsa

Fornisce un percorso di apprendimento individualizzato

Modalità di lavoro utilizzabile ad ampio raggio su argomenti diversi

E’ una procedura applicabile all’intera classe: in questo modo non si
sottolinea la diversità degli alunni ADHD pur dando loro un supporto
didattico specifico.

Permette di allenare anche le abilità sociali
PER L’ALUNNO ADHD 
La possibilità di essere tutor di altri studenti (nel caso di bambini ADHD
senza problemi comportamentali particolarmente severi):

migliora le abilità sociali del bambino,

incoraggia collaborazioni,

incrementa l’autostima.
2. APPRENDIMENTO COOPERATIVO
E’ un metodo di insegnamento che prevede di unire gli alunni in
piccoli gruppi e che, attraverso la cooperazione, si propone di
massimizzare il loro apprendimento e le loro abilità sociali. Non si
realizza semplicemente nel “lavorare insieme” ma fa riferimento a
caratteristiche del gruppo riassunte in 5 punti principali:
1. Interdipendenza positiva  un rapporto di impegno reciproco tra i
membri del gruppo. Ognuno è responsabile del proprio apprendimento
ma anche di quello degli altri.
2. Responsabilità individuale  ogni alunno è responsabile della
propria parte di lavoro, senza la quale il lavoro dell’intero gruppo risulta
compromesso.
3. Interazione costruttiva diretta  gli alunni si
scambiano aiuto e sostegno, verificando che ognuno sia
nelle condizioni di svolgere la propria parte di lavoro.
4. Promozione delle abilità sociali  si incoraggiano
partecipazione e decisioni democratiche, si rispettano e
valorizzano le differenze individuali.
5. Valutazione del gruppo  il gruppo stesso è chiamato
a riflettere su come migliorare le proprie strategie di
azione, i modi di procedere, il clima collaborativo, …
VANTAGGI PER LA CLASSE E PER L’ALUNNO ADHD:

Valorizza le differenze individuali

Insegna abilità sociali utili all’interazione cooperativa e a una corretta comunicazione

Allena le abilità sociali senza trascurare gli obiettivi di apprendimento

Migliora la qualità dei rapporti fra i pari

Invita i compagni ad aiutare il bambino ADHD nell’autoregolazione, in funzione del
raggiungimento di scopi comuni

Aggira la tendenza a sviluppare un comportamento oppositivo rendendo tutti più
disponibili alla collaborazione

Permette una parziale autogestione delle modalità di lavoro, fattore che aumenta la
motivazione

Migliora le abilità di autovalutazione dei risultati

Stimola la collaborazione in funzione di una meta

Assegna responsabilità al singolo, valorizzandolo
L’ALUNNO ADHD
FA LEZIONE ALLA CLASSE
È necessario che l’insegnante pianifichi con l’alunno nei dettagli
l’intervento.

Selezionare e concordare il tema della lezione (può trattarsi di un
argomento curricolare ma anche ambiti extra scolastici).

Pianificare il percorso di lavoro

Stendere un canovaccio espositivo

Preparare i materiali

Definire tempi e modalità per verificare la preparazione dell’attività
stabilire la data dell’intervento

In alternativa  lezione preparata all’interno di un gruppo
cooperativo con l’alunno ADHD scelto come portavoce per l’intero
gruppo
Vantaggi:
- influisce positivamente sul senso di efficacia del
bambino;
- migliora la sua posizione sociale;
- mette inevidenza aspetti positivi del suo comportamento
(entusiasmo, inventiva, abilità verbale…);
- cambia la sua immagine ai propri occhi e a quelli degli
altri;
- migliora l’autostima.
STRATEGIE D’INTERVENTO
CONTROLLO
DEGLI
ANTECEDENTI
CONTROLLO DEL
COMPORTAMENTO
CONTROLLO
DELLE
CONSEGUENZE
Regolarità
Training attenzione
Gratificare
Prevedibilità
Autoistruzioni
Contratti
Regole
Strategie metacognitive
comportamentali
Anticipare
Token economy
Adattare il curricolo
Ignorare
Costo della risposta
Time out
Modificare il comportamento
attraverso l’applicazione di
conseguenze rinforzanti e
punitive
Si attua un cambiamento
DOPO
che il problema si è presentato
AGGIUNGO
TOLGO
Qualcosa di gradito piacevole
Qualcosa di non gradito
- spiacevole
RINFORZO POSITIVO
(guadagno, premio,
ricompensa, lode)
PUNIZIONE POSITIVA I tipo
(dolore, schiaffo, nota di
demerito, rimprovero)
RINFORZO NEGATIVO
(sollievo dolore /fastidio,
fuga, evitamento situaz.
avversiva)
PUNIZIONE NEGATIVA II tipo
(multa, penalità, perdita,
costo della risposta)
Qualcosa di non gradito spiacevole
Qualcosa di gradito piacevole
IL RINFORZO  AUMENTA IL COMPORTAMENTO

Aggiungere qualcosa di piacevole-gradito incrementa il
comportamento  rinforzo positivo

Togliere qualcosa di avversivo-non gradito incrementa il
comportamento  rinforzo negativo
LA PUNIZIONE DIMINUISCE IL COMPORTAMENTO

Aggiungere qualcosa di spiacevole diminuisce il comportamento
 Punizione Positiva

Togliere qualcosa di piacevole diminuisce il comportamento 
Togliere: Punizione Negativa
Aumentano frequenza,
durata ed intensità di un
dato comportamento
GRATIFICAZIONE
USO STRATEGICO DEL RINFORZO
PREMI
DOPO L’OSSERVAZIONE E L’ANALISI
FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO
POSSO INDIVIDUARE DEI
COMPORTAMENTI TARGET CHE VOGLIO
RINFORZARE, OVVERO AUMENTARE IN
TERMINI DI FREQUENZA, DURATA ED
INTENSITA’, O INSEGNARE EX-NOVO.
1. Identificare i possibili rinforzi
(«Cosa ti piacerebbe
ottenere quando meriti un premio?»)
2. Identificare il comportamento target da gratificare
 obiettivo comportamentale
3. Gratificare in modo coerente sempre la stessa azione
e ogni volta che si manifesta. Applicare la gratificazione
immediatamente, subito dopo la manifestazione del
comportamento da aumentare.
1. IDENTIFICARE I RINFORZI
TIPOLOGIA DI RINFORZI
Tangibili
Premi materiali
Es. caramella,
gioco, oggetto
preferito
Sociali
Simbolici
Dinamici
Manifestazioni
Bollini/punti
Attività
di approvazione premio (oggetti
gratificanti o
e affetto
simbolici) che
privilegi
(complimenti,
possono essere particolari (poter
sorrisi, carezze, scambiati con
vedere
elogi,
un altro rinforzo un dvd, usare il
riconoscimenti) tangibili o danno
computer,
diritto a qualche
prolungare il
forma di rinforzo
tempo
dinamico
per attività
piacevoli, fare
un picnic)
Esempi di possibili rinforzi da usare a scuola
2. DEFINIRE I COMPORTAMENTI

DA RINFORZARE
Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione
sistematica (obiettivo comportamentale).

Può essere un’azione corretta già presente nel patrimonio
comportamentale del bambino, ma messa in atto poco
frequentemente.

È possibile utilizzare la gratificazione per insegnare ai bambini
comportamenti positivi nuovi, gratificando i traguardi parziali
(rinforzare i sotto-obiettivi di un comportamento meta).

L’azione va esplicitata chiaramente e in forma positiva.
(Es: stipula di un contratto, definizione delle regole per
ottenere la gratificazione).
3. GRATIFICARE IL COMPORTAMENTO

All’inizio gratificare in modo coerente sempre la stessa azione e ogni volta
che si manifesta (sistematicità). E’ necessario rinforzare un comport. debole
molto spesso; pochi rinforzi lontani l’uno dall’altro non aumenteranno
l’emissione del comportamento. Lavorare molto e per un tempo lungo prima
di ottenere la gratificazione è un obiettivo troppo elevato per un alunno
ADHD.
Nel tempo si potrà ridurre gradualmente il rinforzo.

Applicare la gratificazione immediatamente, subito dopo la manifestazione
del comportamento da aumentare (in modo contingente).

Usare l’incoraggiamento positivo: descrivere il comportamento positivo
dell’alunno e comunicare apprezzamento per quel comportamento

Usare rinforzi e premi che sia davvero gratificanti per l’alunno;
desiderabili e significativi.

Commisurare la gratificazione allo sforzo che fa l’alunno per
manifestare un comportamento da aumentar; è importante definire
dei micro-obiettivi. SHAPING: rinforzare i sotto-obiettivi che si
avvicinano al comportamento meta in modo graduale e progressivo

Abbinare ai premi lodi e manifestazioni di affetto  rinforzi sociali

Gratificare riferendosi al comportamento e non giudicando
globalmente l’alunno.

Non aspettare che la gratificazione perda di valore. Utilizzare per un
tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di
gratificazioni diverse già individuate. Modificare i rinforzi nel
tempo per evitare la saturazione (flessibilità).
RAPPRESENTAZIONE VISIVA DELLA RELAZIONE
COMPORTAMENTO-CONSEGUENZA
GRATIFICANTE
PRIMA…
…DOPO
POSSIBILI ERRORI NELLA FASE
DI GRATIFICAZIONE
1. OFFRIRE ENORMI RICOMPENSE PER UN GRANDE
MIGLORAMENTO
E’ opportuno pianificare piccoli passi e aumentare le probabilità
di successo; offrire rinforzi più piccoli per obiettivi che sono alla
portata del bambino
2. «METTERE IL CARRO DAVANTI AI BUOI», RINFORZARE
UN COMPORTAMENTO PRIMA CHE SIA AVVENUTO
Ad es: «Ora ti do il premio se mi prometti che poi farai
l’esercizio»;
«Se adesso ti lascio usare il Pc devi promettermi che quando
torni finirai gli esercizi di matematica»
3. PROMETTERE UNA RICOMPENSA PER FAR
CESSARE UN COMPORTAMENTO NEGATIVO
A
B
Esercizi di matematica Luca si alza dal banco
in classe
e inizia a fare i dispetti
ai compagni, ride, alza
il tono della voce
C
La maestra dice:
«Se adesso smetti di
fare i capricci e inizi a
lavorare, dopo potrai
usare il PC»
La maestra blocca il comportamento
problema; così facendo però il bambino ha
appreso che fare i capricci è utile ad ottenere
la promessa di un premio.
Viene rinforzata la tendenza del b. ad essere
oppositivo e a fare i capricci.
4. RINFORZARE UN COMPORTAMENTO PROBLEMATICO 
Se il bambino mette in atto un dato comportamento con lo scopo di
attirare l’attenzione dell’insegnante e/o della classe, prestare
attenzione ad esso aumenterà la probabilità di emissione del
comportamento. L’attenzione ottenuta può assumere anche la forma di
rimproveri, commenti negativi o «punizioni» (attenzione negativa)
5. ELOGIARE IN MODO GENERICO senza fare riferimento al
comportamento specifico che si è gratificato. «Bravissimo!»  non dice
nulla del comportamento, è un giudizio generico e globale.
6. AGGIUNGERE CRITICHE ALL’INCORAGGIAMENTO
POSITIVO (sminuire il buon risultato)
«Luca, hai aperto il tuo quaderno e hai iniziato a fare gli esercizi da
solo. Allora perché non lo fai tutte le vote? Vedi che lo sai fare? Se
avessi fatto così anche ieri non ci saremmo arrabbiati. Vedi che non è
così difficile essere bravi?».
7. RINFORZARE COMPORTAMENTI INADEGUATI
Il ragazzo ha raggiunto il suo obiettivo:
uscire a fare le fotocopie. La prof.ssa
ha rinforzato il comport. negativo. La
prossima volta M. userà ancora i
comportamenti inadeguati per ottenere
quello che desidera.
A
B
C
Compito in classe di
epica
Paolo inizia a fare
smorfie ai compagni,
si alza e gira per
l’aula.
Il prof. dice: «Basta
Paolo! Non puoi
disturbare tutta la
classe! Mettiti vicino
alla finestra seduto e
aspetta che ti passi il
nervoso».
Paolo resta 20 min.
senza fare il compito
con la possibilità di
farlo in due giorni.
Paolo ha ottenuto ciò che voleva: non fare il
compito di epica (o almeno ritardarlo con la
possibilità di svolgerlo in 2 momenti differenti). Il
prof. ha rinforzato il comp. «fare confusione».
«Giustizia» significa…..
…trattare tutti i bambini allo stesso
modo o dare ad ogni bambino ciò
di cui ha bisogno?
Come spiegare, «giustificare» le
strategie adottate in classe con il
ragazzo ADHD?
«La legge della nonna»
«Prima mangi la carne e poi ti do il dolce!»
Viene stipulato tra insegnante e bambino. Prevede la stesura di un vero e
proprio contratto che definisca esplicitamente i termini da rispettare.
Il bambino partecipa attivamente alla stesura del contratto stesso (= è
garanzia di comprensione e condivisione dei termini).
In esso sono riportati:

Le parti che stipulano il contratto

Le azioni che il bambino si impegna a compiere

Le gratificazioni a cui può avere accesso se rispetta il contratto

Quando poter accedere ai premi

Le firme
Quando gli obiettivi sono acquisiti, il contratto viene aggiornato o sostituito

Deve contenere comportamenti semplici, non multi-
componenziali, specie nei primi contratti formulati

Le richieste devono essere commisurate alla capacità
del bambino

Le gratificazioni motivanti, disponibili e scelte dal
bambino

È opportuno includere 3-4 comportamenti (almeno uno
alla portata del bambino)

Meglio includere comportamenti già un minimo presenti
nel repertorio (per la motivazione)
Qualche esempio di contratto educativo
comportamentale
Io sottoscritto _________________
Mi impegno a mantenere i seguenti accordi presi coni miei insegnanti:
-chiedere di andare al bagno solo una volta ogni ora;
-rimanere seduto per almeno 10 minuti di seguito;
-alzarmi per andare a prendermi un libro dall’angolo della biblioteca senza disturbare i
compagni;
-alzare la mano e attendere il consenso dell’insegnante prima diparlare;
- Controllare di aver messo tutto il materiale nello zaino prima di uscire da scuola
A fine giornata se riuscirò a rispettare tutti e 5 i punti potrò scegliere uno tra i seguenti
premi:
-un quarto d’ora di gioco al computer (dopo la mensa nel tempo libero)
-fare un disegno libero a termine lezione;
-essere l’aiutante dell’insegnante nella distribuzione dei quaderni.
Cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno.
Data
Firme
(dell’alunno e delle insegnanti)
(Cornoldi e al. 2001)
CON IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA
Il sottoscritto __________
E i miei insegnanti______________________
Facciamo il seguente patto:
ogni volta che riuscirò a fare una delle cose elencate in questo contratto, riceverò un punto da
aggiungere a quelli già accumulati, fino a un tot. di 50 punti, equivalente a una giornata al luna-
park con la mia famiglia.

Guadagno un punto ogni volta che:
-
completo 2 schede di lavoro di Ita.
-
faccio tutti i miei compiti a casa
-
porto tutto il materiale
-
svolgo con attenzione le operazioni di mat.
Ogni giorno ricorderò all’insegnante di segnare i punti sul cartellone; i miei genitori saranno
avvertiti con comunicazione scritta ogni volta che raggiungerò 10 punti.
Ogni giorno, alla fine della lezione ricorderò all’insegnante di verificare
quanti punti ho guadagnato e di scriverlo sulla mia scheda; i miei genitori
saranno avvertiti con una comunicazione scritta ogni volta che
raggiungerò 10 punti, fino ai 50 stabiliti.
Dichiaro che cercherò di rispettare questo contratto con il massimo
impegno
Data
Firme
Prevede la possibilità di guadagnare o perdere punti in base alla correttezza del
proprio comportamento.
I punti (simboli) poi possono essere convertiti, scambiati con altri premi e gratificazioni
Lo scambio può avvenire con ritmo:

Giornaliero («Oggi hai guadagnato 5 punti. Come premio equivalgono a 10 minuti
al pc»)

Settimanale («Questa settimana hai guadagnato 20. Come premio puoi scegliere
tra fare il capofila per 3 giorni la prossima settimana o essere il mio aiutante per i
lavori in classe per 2 giorni»)

Sulla base di un punteggio stabilito («Se raggiungi i 30 punti otterrai una nuova
scatola di colori!»)
Le gratificazioni vanno concordate con l’alunno. E’ possibile prevedere forme di
collaborazione con la famiglia per registrare i punteggi e per reperire i premi.
Possibili comportamenti scolastici oggetto del sistema a punti
strutturato posso essere:
-
Seguire le regole di comportamento della classe
-
Eseguire le attività
-
Tempi di lavoro
-
Svolgere compiti a scuola e a casa
-
Interazioni positive
-
Comportamenti adeguati
-
Portare il materiale scolastico
-
Seguire i passi di un promemoria
Può essere individuale e/o di classe
ESEMPIO
1. Comportamento target: portare tutti i materiali per la lezione.
2. Stabilire le regole in base alle quali si guadagnano o perdono i punti:
-
attaccare tutti gli adesivi per la lezione del giorno dopo sul diario
(1 punto)
-
portare tutti i materiali per le lezioni (2 punti)
-
portare tutti i materiali ma dimenticare qualcosa di poco importante
(1 punto)
-
dimenticare materiale importante ( 0 punti o – 1punto)
PS specificare cosa è importante e cosa lo è poco.

Questo tipo di attività si può fare anche con tutta la classe.
3. Definire i premi che si possono guadagnare e il loro valore (quanti
punti servono per…?)
COSA OCCORRE PER ATTUARE UN
SISTEMA A PUNTI STRUTTURATO?
1. SCHEDA GIORNALIERA PER SEGNARE I PUNTI
2. REGOLE
DEFINITE
IN UN CONTRATTO:
- COMPORTAMENTI
CHE SARANNO
OGGETTO DI
GRATIFICAZIONE
- QUANTI PUNTI
SI GUADAGNANO
3. MENU DEI PREMI CON IL RELATIVO PUNTEGGIO
ESEMPI SCHEDE VISIVE PER TOKEN ECONOMY
STO LAVORANDO PER ……
MINUTI DI GIOCO
Carta di credito
personale di
Regole
Settimana dal … al….
I comportamenti che mi
fanno guadagnare punti:
PUNTI
1. ________________
Martedì
XXX
2. ________________
3. ________________
Lunedi
XXXXX
Mercoledì
XXXXX
_______________
Giovedì
XXXXXX
Venerdì
X X XX X X
USARE IN MODO CREATIVO
LA TOKEN ECONOMY
IL SEMAFORO DEL COMPORTAMENTO
Si utilizzano la grafica di un
semaforo e delle mollette con
scritti i nomi degli alunni (o del
singolo alunno). La posizione
della molletta indica al b.
quando si sta comportando
bene e quando ha delle
difficoltà.
Il semaforo rende visibile agli
alunni il loro comportamento a
scuola, definito dal rispetto
delle regole di classe
Esempio applicativo
1: Stabilire le Regole  L’insegnante e gli studenti stabiliscono le regole di
classe. Si scrivono su un cartellone e vengono appese in classe.
2: Identificazione delle ricompense  Ogni alunno riceve un tot. di tappi di
bottiglia all’inizio della settimana (ad es. 10). Se i ragazzi rispettano le regole
possono guadagnare altri tappi. Il bambino con ADHD potrebbe ricevere delle
ricompense quando alza la mano (piuttosto che gridare le risposte) o quando fa i
compiti assegnati per tutta la settimana. Alla fine della settimana, i tappi vengono
contati e scambiati con premi (adesivi, materiale scolastico, libri, un piccolo
giocattolo, o un pranzo speciale con un amico) stabiliti all’inizio della settimana.
3: Far rispettare le regole  Se uno alunno infrange una regola di classe la
molletta che porta il suo nome viene spostata dalla luce verde alla luce gialla.
Perde tre tappi di bottiglia. Con una seconda infrazione la sua molletta si
posiziona sulla luce rossa, e costa cinque tappi di bottiglia. Se c’è una terza
infrazione, egli deve 10 tappi di bottiglia. ( il numero di tappi persi qui riportato è
indicativo; la procedura va adattata al singolo alunno e alla classe).
Suggerimenti per il b. adhd:

L’insegnante dovrebbe avvertirlo prima di spostare la sua
molletta. Se il comportamento migliora gli si può permette di
ritornare dal giallo al verde. In questo modo il bambino può
iniziare di nuovo dalla luce verde.

La procedura va calibrata in base alle difficoltà del b. adhd, con
l’obiettivo di fargli sperimentare successi e limitare la
frustrazione.

E’ importante stabilire diversi premi con punteggi diversi, in
modo che anche il bambino adhd possa guadagnare e vincere
qualcosa.

Con il singolo bambino la procedura può essere usata anche
con scambio giornaliero di punti-premi.
Diminuiscono frequenza,
durata ed intensità di un
dato comportamento
DOPO L’OSSERVAZIONE E L’ANALISI FUNZIONALE POSSO
INDIVIDUARE I COMPORTAMENTI TARGET CHE VOGLIO FAR
CESSARE, OVVERO DIMINUIRE IN TERMINI DI FREQUENZA,
DURATA ED INTENSITA’.
INOLTRE POSSO RIDURRE E/O ELIMINARE LE RISPOSTE
DELL’AMBIENTE CHE RINFORZANO L’EMISSIONE DEI
COMPORTAMENTI PROBLEMA.
Le conseguenze punitive NON dovrebbero
essere la prima o l’unica strategia PERCHE’
la punizione fornisce informazioni su ciò che
è sbagliato MA non spiega nulla sul
comportamento corretto.
Non vanno mai usate da sole, ma sempre
insieme alle conseguenze rinforzanti
 Insegnare modelli di comportamento aggressivo
 Danneggiare la relazione di aiuto
 Produrre comportamenti di evitamento o addirittura di
rinforzamento del comp. problema – inizialmente
 Produrre ansia, disagio e disturbi emozionali
TIPOLOGIE DI CONSEGUENZE
NEGATIVE
1. IGNORARE PIANIFICATO
2. RIMPROVERO
3. CONSEGUENZE LOGICHE
4. COSTO DELLA RISPOSTA
5. PUNIZIONE
1. IGNORARE STRATEGICO

Il comportamento indesiderabile non riceve alcuna attenzione

La strategia è adatta per comportamenti che hanno lo scopo
di attirare l’attenzione di entità lieve-moderata

Non è adatto a comportamenti che arrecano forte disturbo,
che possono mettere a repentaglio l’incolumità fisica di
qualcuno o che possono arrecare grave danno alla proprietà

E’ necessario il coinvolgimento di tutti la classe; anche i
compagni non devono rinforzare i c. problema dell’alunno
ADHD (ad es. ridendo, guardandolo o addirittura incitandolo)
A QUALI COMPORTAMENTI APPLICARLO?

Proteste sproporzionate e “scenate”

Dispetti ai compagni

Lamenti e piagnucolii

Piccole azioni di disturbo

Comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione
dell’adulto (es. parolacce)
Questi comportamenti vanno ignorati sempre, in modo
coerente, ogni qualvolta si presentano.
Molto probabilmente all’inizio il bambino metterà in atto il
comportamento con una frequenza maggiore.
SE IL BAMBINO USA UN COMPORTAMENTO PER
ATTIRARE L’ATTENZIONE BISOGNA CERCARE DI
NON PRESTARE ATTENZIONE PER EVITARE DI
RINFORZARE IL COMPORTAMENTO
Dopo il picco iniziale il comportamento diminuirà 
ESTINZIONE DEL COMPORTAMETO INADEGUATO
2. RIMPROVERO CENTRATO SUL COMPORTAMENTO
I rimproveri devono essere usati con cautela perché potrebbero
rinforzare il comportamento problema (il b. ottiene l’attenzione) invece di
eliminarlo.
Il rimprovero più adeguato sembra essere quello centrato sul
comportamento perché:
a.
descrive il comportamento inadeguato
b.
spiega perché questo comportamento è inadeguato e sbagliato
c.
indica un comportamento alternativo
d.
indica il vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato.
Con questa modalità viene evitato qualsiasi commento svalutativo nei
confronti del bambino.
UN ESEMPIO…
«Giacomo, hai dato una spinta a Luca…
…Avresti potuto farlo cadere e si sarebbe fatto male…
…Quando si esce dall’aula si passa uno alla volta...
…Così facendo eviterai di fare male a qualcuno e i tuoi
compagni staranno più volentieri con te!»
3. CONSEGUENZE LOGICHE
E’ necessario inizialmente far osservare al bambino che ogni azione ha una
sua conseguenza quindi portare il bambino a essere maggiormente
responsabile delle sue azioni.

Permette di spiegare la conseguenza spiacevole di un comportamento
scorretto. E’ la conseguenza logica, collegata direttamente a quel
comportamento (se…allora)
Esempio:

«Se svolgi i compiti frettolosamente, facendo molti errori, dovrai rifarli»

«Se danneggi le attrezzature della scuola, allora dovrai ripagarle»

«Se offendi tuo compagno, allora dovrai scusarti»
4. IL COSTO DELLA RISPOSTA

Prevede che al comportamento inadeguato segua per il
bambino la perdita di un privilegio o di un’attività gradita
= PAGARE PEGNO o MULTA

Al bambino devono essere chiari i motivi per cui lo si
punisce. Dargli indicazioni sul comportamento corretto da
adottare in futuro.

E’ utile soprattutto per comportamenti negativi non gravi,
specie in relazione allo scarso impegno (dire bugie,
disubbidire, non fare o terminare i compiti, rifiutarsi di
svolgere o abbandonare un’attività..).
Questo “pagare pegno” del bambino deve essere:

Comunicato o concordato in anticipo

Proporzionale all’azione negativa

Corredato da informazioni chiare

Controllabile nella sua applicazione

Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione

Il guadagno deve essere superiore alla perdita…il bambino non deve andare in
rosso!!!
ATTENZIONE!!!
E’ necessario cercare di impostare l’intervento in modo da garantire che il bambino
guadagni più punti di quanti ne possa perdere per evitare che diventi frustrante e
controproducente (es.: stabilire 5 azioni che fanno guadagnare punti e 1/2 che li
fanno perdere)
Una volta stabilito il costo della sua azione FAR RISPETTARE quanto deciso. La
sua applicazione deve essere inevitabile e non flessibile.
Nella sua forma strutturata consiste nel consegnare
all’alunno alcuni bollini o punti premio all’inizio della
giornata di scuola comunicandogli che perderà un
punto o un bollino ogni volta che manifesterà uno dei
comportamenti oggetto di intervento (di solito non più
di 2 o 3 comportamenti).
Per ottenere il mantenimento di alcuni privilegi o
situazioni piacevoli è richiesto che si manifesti il
comportamento desiderabile scelto.
ESEMPIO DI COSTO DELLA RISPOSTA
«Hai a disposizione 6 bollini premio al giorno. Ogni volta che offendi
qualcuno ti verrà annullato un bollino. Ogni 3 giorni si farà il
conteggio dei bollini, se avrai almeno 20 bollini potrai avere una
bustina di figurine.»
DATA
BOLLINI PREMIO
Per comportamenti
gravi
Per l’alunno Adhd evitare note di demerito, compiti in più per casa, stare
seduto durante l’intervallo, non partecipare ad un’attività della classe in
gruppo.
PUNIZIONI CON NOIA  Time out, sedere e osservare, sedere e pensare
PUNIZIONI CON SFORZO 
Correzione semplice: quando si verifica un comportamento negativo, il
bambino deve interrompere ciò che stava facendo e ripristinare l’ ambiente alla
su condizione originaria
Immaginiamo un bambino che corra con impulsività e che colpisca il tavolo
facendo cader per terra i materiali di tutti.
La correzione semplice richiederebbe al bambino di fermarsi, mettere al loro
posto gli oggetti caduti.
Ipercorrezione: richiede che il bambino non solo ristabilisca l’
ambiente alla sua condizione originaria ma anche che lo faccia il
meglio possibile. Per esempio, per aver scritto sulla parete, non
solo deve pulire il muro ma deve anche utilizzare tempo in più
per riordinare i suoi giocattoli.
Pratica positiva: richiede che il bambino pratichi la forma
corretta dell’ ’ azione in modo ripetuto.
La pratica positiva è altamente sgradevole a causa della
ripetitività e per lo sforzo che talvolta può richiedere. Ha il
vantaggio di allenare il bambino ad una pratica intensiva del
comportamento adeguato
Quando ritenuta necessaria deve essere:

priva di aggressività;

psicologicamente neutra (centrata su comportamento e
non sulla persona);

informativa;

immediata e contingente al comportamento;

specifica in riferimento al comportamento;

proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal
bambino;

facilmente applicabile e inevitabile per il bambino;

spiacevole per il bambino.
LA PUNIZIONE NON È INDICATA PER
COMPORTAMENTI COME..

Non riuscire in qualcosa

Tenere in disordine i quaderni

Non fare i compiti o gli esercizi (l’attività diventa ancora
più avversiva per il b.)

Comportamento iperattivo

Distraibilità, scarsa tenuta attentiva

Timore, apprensione

Irritabilità e cattivo umore

Tenere il broncio, essere scontroso
TIME OUT
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
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AA VV (2013) ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE
ERICKSON. Edizioni Erickson
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Cornoldi C., De Meo T., Offredi F. e Vio C. (2001). Iperattività e autoregolazione
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Cornoldi C., Gardinale M., Pettenò L. e Masi A. (1996). Impulsività e autocontrollo.
Edizioni Erickson.
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Ianes D. e Cramerotti S. (2002) Comportamenti problema e alleanze psicoeducative.
Edizioni Erikson
SITI WEB DA VISITARE
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www.aidai.org
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www.aidaiassociazione.com

www.aifa.it

www.airipa.it

www.iss.it/adhd

www.sinpia.eu
TESTI UTILI E SCARICABILI
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