Istituto Comprensivo «A. Moro» Sutri, 13-04-2015 Roberta D’Alessandro Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale STRATEGIE D’INTERVENTO CONTROLLO DEGLI ANTECEDENTI CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO CONTROLLO DELLE CONSEGUENZE Regolarità Training attenzione Gratificare Prevedibilità Autoistruzioni Contratti Regole Strategie metacognitive comportamentali Anticipare Token economy Adattare il curricolo Ignorare Costo della risposta Time out PREDISPORRE UN AMBIENTE FACILITANTE e PREVEDIBILE Per intervenire sulla scarsa capacità di prevedere le conseguenze delle azioni e del proprio comportamento. Si adatta l’ambiente alle caratteristiche del bambino. Si modifica l’ambiente che circonda il bambino per ridurre i comportamenti disfunzionali e facilitare i comportamenti positivi. Si attua un cambiamento PRIMA che il problema si presenti Quanto più organizzato e strutturato è il contesto in cui lavora il bambino, tanto più prevedibile diventa l’ambiente e quindi più regolato sarà il comportamento del bambino. E’ utile: Offrire informazioni di ritorno: spiegare la bambino perché si sia verificata una determinata conseguenza dando chiare indicazioni sul grado di correttezza o meno del suo comportamento Instaurare delle routine: tutte le regolarità e le scadenze prestabilite forniscono al bambino una cornice di supporto nella comprensione di ciò che accade intorno a lui. Gli avvenimenti che si ripetono sistematicamente aiutano il bambino a tenere presente i suoi impegni e a pianificare i suoi tempi. Stabilire delle regole: avere regole chiare e conosciute da tutti aiuta il bambino a organizzare i propri spazi e tempi e a sapere in anticipo quali azioni siano da considerarsi fuori dalle norme stabilite. 1. Organizzazione della classe 2. Organizzazione dei materiali 3. Le regole della classe 4. Attività routinarie e strutturate 5. Organizzazione dei tempi di lavoro 6. Attività di transizione e momenti liberi 1. ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE Per limitare noia e disturbo Favorire le interazioni positive Incrementare l’applicazione al compito LA DISPOSIZIONE DEI BANCHI Dalla cattedra si vede il bambino? È facilmente raggiungibile? È favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino? Ha compagni vicino a lui? Se si, sono compagni tranquilli o vivaci? Se il bambino si alza, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti? Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre? Ogni bambino quanti bambini osserva dal suo posto? INDICAZIONI DISPOSIZIONE DEL BANCO Banchi a file con cattedra di fronte Prima fila, in centro (davanti all’insegnate) Seduto lontano da potenziali fonti di distrazione/rumore (finestra, compagni rumorosi, porta, ecc.). Non è produttiva neanche la collocazione in una zona completamente priva di stimolazioni il bambino diventa più iperattivo perché va alla ricerca di situazioni nuove o interessanti; Vicino a compagni attenti e abbastanza tranquilli No troppi compagni davanti possibile fonte di distrazione e un potenziale “pubblico” per il b. Posizione facilmente raggiungibile e visibile per favorire spesso lo scambio di sguardo come mezzo per orientare il bambino. Possibile spazio fisico che consenta libertà di movimento con materiale didattico/ludico Un grande orologio a disposizione è molto utile per segnare i tempi di lavoro e facilitare il rispetto delle consegne dell’insegnante, ma può diventare una fonte di distrazione È possibile porre l’orologio in modo che sia visibile all’insegnante e accessibile anche ai bambini, ma non all’interno della loro visuale abituale (ad esempio, nella parete di fondo della classe) 2. ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE Per incrementare la capacità di organizzazione e pianificazione Ridurre i comportamenti di disturbo (es. lamentarsi di non avere il materiale, chiederlo al compagno durante la lezione) GESTIONE DEL MATERIALE Usare materiali visivi Cartelloni da appendere in classe con l’elenco dei materiali Schema con l’elenco del materiale per ogni materia da mettere sul diario (o figurine per ogni elemento del materiale scolastico) Cassetta in cui poter riporre il materiale da lasciare a scuola Quaderni, libri, raccoglitori ben contrassegnati (colori diversi, etichette) Può essere utile impostare una strategia specifica che comprenda l’uso di materiale visivo, l’introduzione di routine finalizzate, l’applicazione di un sistema a punti. Esempio CARTELLONE DEI MATERIALI DA APPENDERE IN CLASSE Esempio SCHEMA MATERIALE NECESSARIO PER OGNI MATERIA COME FACCIO A NON DIMENTICARE NULLA? 1. Impostare con il bambino un accordo basato su un sistema a punti o su uno schema di gratificazione da riconvertire in premi materiali o privilegi. 2. Preparare schede ritagliabili con piccole illustrazioni del materiale uguali a quelle del cartellone appeso in classe. 3. Ad un orario prestabilito (no poco prima intervallo o uscita): - far leggere il cartellone delle materie per il giorno dopo; - far elencare il materiale necessario per ogni materia; - far incollare sul diario le figure del materiale scolastico individuato; 4. Ogni mattina, all’inizio della lezione o in altro momento prestabilito, verificare la presenza del materiale e applicare la procedura di gratificazione o di costo della risposta. ESEMPIO ORARIO SCOLASTICO CON MATERIALE NECESSARIO 3. LE REGOLE della CLASSE Comunicano le aspettative Permettono di consolidare il comportamento desiderato (attraverso l’applicazione sistematica) Costituiscono un segnale per rispondere adeguatamente al comportamento Necessarie per le interazioni PRINCIPI PER LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DI REGOLE Coinvolgimento degli alunni nella messa a punto delle regole attraverso discussione partecipata concordate e condivise Poche (3 o 4 per i bambini piccoli, max 6/7 per i più grandi) Brevi, semplici e chiare Formulate in positivo; proposizioni positive non divieti Devono descrivere il comportamento in modo operativo (azioni), «Cosa fare?»; no vaghe (stare buoni) Specifiche per situazione (lezione, intervallo, ecc.) Corredate da simboli grafici e pittorici Esposte in classe e visibili Con specifiche conseguenze o penalità dell’infrazione COMUNICAZIONI POCO EFFICACI… Regole/Comandi vaghi “Fa il bravo”, “Piantala”, “Impegnati” Comandi in forma interrogativa “Ti dispiace mettere via i tuoi giochi?” Troppi comandi contemporaneamente Ripetere gli stessi comandi senza applicare conseguenze Minacciare ripetutamente senza applicare conseguenze Non prestare attenzione ai comportamenti positivi ESEMPI REGOLE PIÙ O MENO EFFICACI Cartelloni delle regole RAPPRESENTAZIONE SIMBOLICA E GRAFICA DELLA REGOLA DI CONVERSAZIONE, SUDDIVISA IN SINGOLI COMPORTAMENTI REGOLE…DOVE, QUANDO E PERCHÉ? IN CLASSE REGOLE Ascolto in silenzio senza interrompere Intervengo alzando la mano dopo aver ottenuto il permesso Sto seduto al banco durante il lavoro VANTAGGI Posso sentire bene ogni cosa senza perdere informazioni Ascolto e capisco meglio ciò che viene detto Mi concentro meglio Rispetto i tempi di lavoro Posso fare più attività diverse, anche più divertenti Metto in ordine il banco e l’aula Trovo presto quello che mi serve senza perdere tempo PER FACILITARE IL RISPETTO DELLE REGOLE Anticipare le situazioni problematiche Favorire la comprensione del legame causaeffetto per facilitarne l’interiorizzazione ed il rispetto Rispetto della regola: conseguenza rinforzante Violazione della regola: conseguenza punitiva (intervento con calma e fermezza) PER COMUNICARE… Per regolare le conversazioni, evitando l’impulsività degli interventi Strategia del “vigile”: un bambino a turno ha il compito di “dirigere il traffico delle parole” ASCOLTO PARLO IO PER REGOLARE IL VOLUME DELLA CLASSE DURANTE LE ATTIVITÀ - Momenti di ascolto = volume 0 - Lavori di gruppo, a coppie = volume 1 o 2 - Interventi individuali e lettura a voce alta = volume 6 o 7 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 4. ATTIVITA’ ROUTINARIE e STRUTTURATE tempi di lavoro prestabiliti Permettono di prevedere tempi e richieste Favoriscono l’adattamento LE ROUTINE A SCUOLA… Una giornata in classe in cui le attività si ripetono in modo regolare, prevedibile e sistematico permette ai bambini iperattivi di poter regolare meglio il proprio comportamento perché sanno quello che dovrebbero fare. Se gli alunni iperattivi mettono in atto comportamenti negativi sistematicamente in corrispondenza di alcune routine, l’insegnante riesce ad anticipare meglio quegli eventi Le situazioni meno strutturate (cambio di ora, intervallo, tempo mensa) sono più spesso associate comportamenti negativi da parte degli alunni iperattivi. Che cosa succede oggi? Che cosa devo fare? Per quanto tempo? INVENTARIO DELLE ROUTINE ALL’INTERNO DELLA CLASSE 1. Quali routine esistono nella vostra classe? ________________________________________________________ ________________________________________________________ 2. Quali routine potrebbero essere utili? ________________________________________________________ ________________________________________________________ 3. In quali situazioni destrutturate gli alunni iperattivi creano problemi? ________________________________________________________ ________________________________________________________ 4. Ci sono routine che possono diventare regole di classe? ________________________________________________________ ________________________________________________________ ESEMPIO DI ROUTINE IN CLASSE Ingresso in classe (orario stabilito) Inizio lezione (es. controllo materiale, compiti svolti) Presentazione delle attività e i relativi tempi di lavoro Pause concordate Attività ricreative stabilite a priori Dettatura dei compiti ad orario stabilito (prevedere il tempo per la verifica della comprensione/annotazione) Routine di saluto Uscita dalla classe ESEMPIO DI ROUTINE…INIZIO DELLA GIORNATA L’insegnante discute con i bambini e insieme si elencano le attività da svolgere prima dell’inizio della lezione; si decide l’ordine Si crea su un cartellone una checklist di tali attività e si appende in classe Inizialmente l’insegnante guida i bambini, elencando attività dopo attività e aspettando che tutti i bambini abbiano concluso In un secondo momento il compito dell’insegnante passa ad un incaricato diverso ogni giorno Infine, la routine viene svolta in autonomia dagli alunni ESEMPIO DI ROUTINE…ASSEGNAZIONE DEI COMPITI Predisporre uno spazio fisso sulla lavagna nel quale scrivere i compiti che si assegnano alla classe Mantenere i compiti scritti fino alla fine della mattinata (le insegnanti successive aggiungono i propri) Al termine della mattinata, concludere l’attività 5/10 minuti prima per permettere agli alunni di controllare, a coppie, che tutti i compiti siano correttamente segnati sul diario. LA SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ GIORNALIERE Orario 8.10 8.20 10.30 10.30 10… Sequenza delle attività 5. ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI LAVORO Per migliorare la capacità di pianificare, organizzare e stimare I bambini ADHD faticano a fare stime realistiche di grandezza, tempi, quantità, difficoltà. organizzazione del lavoro carente e disorientamento Farli lavorare con tempi definiti li aiuta nel valutare, pianificare, organizzare il lavoro. All’inizio è preferibile che sia l’insegnante a fornire indicazioni sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati, in seguito quando la variabile tempo è acquisita nella pianificazione del lavoro, è opportuno chiedere loro: «quanto tempo serve per…?» E’ UTILE…. Discutere sulla difficoltà del compito Confrontarsi sui tempi necessari (all’inizio dare indicazioni poi chiedere agli alunni) Suddividere Consentire di fare brevi pause Promuovere consegna il compito in unità più piccole il controllo del compito prima della SIMBOLI PER VISUALIZZARE IL LIVELLO DI IMPEGNO/DIFFICOLTÀ DELLE ATTIVITÀ Attività più difficili: ad es. spiegazione nuovi argomenti, verifiche, interrogazioni Attività di media difficoltà: ad es. discussioni in gruppo, correzione compiti Attività più facili: ad es. lavori in piccolo gruppo, attività manipolative COMUNICARE IL CAMBIAMENTO, DA UN’ATTIVITÀ ALL’ALTRA È IMPORTANTE PASSAGGIO IL Preparare gli alunni a un cambiamento, avvisandoli che il momento si avvicina Far sapere quanto dura un’attività (timer, orologio, sbarrando le attività già svolte...) Dare informazioni che preparino i bambini all’avvenimento successivo Far sapere quando si potrà tornare all’attività che non vogliono lasciare Il “DOPO” non basta... 6. ATTIVITÀ DI TRANSIZIONE E MOMENTI LIBERI MOMENTI CHE RENDONO PIÙ PROBABILE L’EMERGERE DI COMPORTAMENTI PROBLEMATICI INIZIO E FINE DELLE LEZIONI prevedere delle routine pianificare l’uscita (es. evitare di dettare i compiti durante gli ultimi 5 minuti, di chiedere ai bambini di preparare la cartella dopo il suono della campanella, ecc.) INTERVALLO regole specifiche NON usare la sospensione dell’intervallo come punizione Prevedere minuti di “decompressione” MENSA regole specifiche ruoli/compiti ben definiti gratificare la condotta adeguata PASSAGGI DA UN LUOGO AD UN ALTRO regole specifiche,(es. camminare in fila per due, affidare la testa della fila a tutti i bambini a turno, ecc.) organizzare i tempi (per evitare che il passaggio avvenga precipitosamente) STRATEGIE D’INTERVENTO CONTROLLO DEGLI ANTECEDENTI CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO Regolarità CONTROLLO DELLE CONSEGUENZE Gratificare Prevedibilità Training attenzione Contratti Regole Autoistruzioni comportamentali Anticipare Strategie metacognitive Token economy Adattare il curricolo Ignorare Costo della risposta Time out Controllo dell’attenzione e dell’impulsività Autoregolazione Capacità di comprendere la consegna (attenzione selettiva) Controllo dell’impulsivitàpianificazione (tempo di reazione) Tenuta attentiva (attenzione mantenuta) Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato Procedure di controllo poco efficaci Difficoltà di pianificazione Difficoltà a porre attenzione alle consegne orali o scritte Impulsività nell’esecuzione Controllare Verificare Semplificare Scomporre Esplicitare Concordare Brevità Varietà Struttura 1. DIFFICOLTÀ A PORRE ATTENZIONE ALLE CONSEGNE Ripetere la consegna (magari suddividendola per punti) Verificare la comprensione della consegna «Che cosa bisogna fare?»; far ripetere quanto capito Istruzioni presentate sia per iscritto che verbalmente Sottolineare con colori le parti importanti della consegna Costruire un piano di azione per punti o un diagramma di flusso (scritto alla lavagna o dato al singolo bambino) Evitare di spiegare più esercizi insieme LE CONSEGNE…. DA COSI’…. “Leggi con attenzione il testo assegnato e cerca di capirlo bene; poi rispondi alle domande riportate dopo la lettura. Stai attento però perché nel brano ci sono delle parole scritte in modo sbagliato: trovale e trascrivile nella tabella in fondo” …A COSì 1- leggere il testo 2- leggere le domande una alla volta cercando di rispondere e andando a rileggere quando necessario 3- leggere il testo un’altra volta, dando poca importanza al significato, ma facendo attenzione a come sono scritte le parole 4- sottolinea le parole sbagliate 5- riporta le parole nella tabella 2. IMPULSIVITÀ E SCARSA PIANIFICAZIONE Chiedere ai bambini di posare le penne per un tempo prestabilito tra la lettura o la scrittura delle consegne e l’inizio dello svolgimento del compito Stabilire una routine per cui “è valido” cominciare il lavoro solo quando è l’insegnante a dare il via Usare procedure fisse di pianificazione del compito. Introduzione della procedura: spiegare ai bambini la procedura; realizzare un cartellone con simboli pittorici; associare ad ogni passaggio della strategia una formulazione verbale che ne faciliti la memorizzazione e la successiva interiorizzazione sotto forma di dialogo interno Istruire il bambino a continuare una parte più facile del suo compito (o a farne uno sostitutivo) nell'attesa dell'aiuto dell'insegnante. Insegnare al bambino ad affrontare in un compito per prime le risposte a lui note. Abituare il bambino a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare, oppure a colorarne, con un evidenziatore, le parti più rilevanti. Strategia che si focalizza su 5 parti del corpo coinvolte nel migliorare l’ascolto e l’attenzione (Caponi e al., 2008) Stop! Ascolto la spiegazione della maestra «Prima di iniziare a svolgere Pensa: «Ho capito cosa devo fare?» un compito ricordati di seguire le indicazioni del semaforo…così sarai sicuro Via! Inizio a lavorare senza fretta di capire bene la consegna e svolgere al meglio il compito» Il dialogo interno può essere utilizzato per ricordare le strategie di problem-solving. Le autoistruzioni che il bambino può interiorizzare possono essere: - Cosa devo fare? - Considero le varie risposte - Mi fermo a riflettere - Scrivo la mia risposta - Controllo la mia risposta È probabile che questo metodo funzioni meglio con gli alunni che hanno buone capacità verbali piuttosto che con quelli che elaborano le inf. in maniera più visiva. 3. DIFFICOLTÀ A MANTENERE L’ATTENZIONE PER UN TEMPO PROLUNGATO SUL COMPITO Usare frequenti esemplificazioni e dimostrazioni pratiche Usare molti supporti visivi: parole chiave colorate, schemi, oggetti, gesti… Illustrare visivamente sotto-passaggi o sequenze di un compito Passare frequentemente tra i banchi Usare molto spesso il contatto oculare Usare segnali concordati per segnalare al b. di rimanere concentrato sul compito Cartellini promemoria sul banco (Sono attento? Sto ascoltando la maestra?) E’ importante: Fare una stima della tenuta attentiva del bambino (quanto tempo riesce a stare sul compito) Valutare il tempo necessario per un compito da svolgere Suddividere compiti lunghi in più parti (sessioni di lavoro più brevi) considerando la tenuta attentiva del bambino Permettere una pausa tra una parte e l’altra Con l’esercizio sarà possibile allenare il bambino a mantenersi concentrato per periodi sempre più lunghi SCANDIRE ATTIVITÀ PROLUNGATE IN SESSIONI DI LAVORO BREVI Esempio: Svolgimento di12 operazioni di aritmetica 4 operazioni Pausa 4 operazioni Pausa 4 operazioni SCANDIRE ATTIVITÀ PROLUNGATE IN SESSIONI DI LAVORO BREVI Esempio: Lettura e comprensione del testo (domande scritte) Suddividere il testo in più sequenze Leggi la prima sequenza Rispondi alle domande della prima sequenza Pausa Leggi la seconda sequenza Rispondi alle domande della seconda sequenza Pausa Ecc. SCANDIRE E VARIARE LE ATTIVITÀ PROLUNGATE Esempio: Lettura, analisi sostantivi e comprensione di un testo Suddividere il testo in più parti Prima leggi tutto il testo Poi sottolinea con un pennarello tutti i sostantivi nella prima metà del testo Poi rispondi alla domande di comprensione della prima metà del testo Proseguire nelle stesso modo per la seconda metà del testo (Daffi G. e Pandrolini C., 2013) 1.Suddividere l’attività in più fasi. Definire delle sotto-fasi 2. Scrivere una sintetica descrizione di cosa fare per ogni sotto-fase 3. Dare al bambino il righello indicatore per lo svolgimento del compito Il b. esegue le sotto-fasi e sposta l’indicatore per focalizzare l’attenzione sulla fase in corso e gestire meglio il tempo. AUTORIFLESSIONE DEGLI INSEGNANTI SULL’ATTENZIONE DEGLI ALUNNI „Che strategie metto in atto per suscitare interesse verso la materia? „E per evitare frequente disattenzione? „Cosa faccio per semplificare un argomento complesso? „Una volta formulata la domanda come sollecito la risposta? „Come faccio a capire i livelli di attenzione degli alunni? Come ripristino l’ attenzione degli alunni nel caso in cui sia diminuita? 4. PROCEDURE DI CONTROLLO DELL’ATTENZIONE E DEL LAVORO SVOLTO POCO EFFICACI Stabilire in anticipo il momento del controllo a fine lavoro; avvisare con un segnale concordato il bambino Usare segnali concordati (toccare il banco, avvicinarsi) con il bambino per migliorarne la consapevolezza rispetto ai propri meccanismi attentivi, non coinvolgendo l’intera classe nella sottolineatura di un comportamento inadeguato Caccia all’errore: finito il lavoro si stabilisce un tempo per cercare gli errori e correggerli con penna colorata (utile per chi fa molti errori di distrazione, no DSA) Limitare i richiami diretti Il bambino può controllare il proprio livello attentivo: Usando un timer che suoni ad intervalli stabiliti, permettendo di verificare il livello di attenzione Facendo un segno sul quaderno quando ci si accorge di aver perso il filo Facendo un segno sul quaderno quando si accorge di essere distratto nel momento in cui l’insegnante utilizza un segnale concordato Che cos’è l’autoregolazione? Capacità di usare un dialogo interno per organizzare l’attività da svolgere e verificarne l’efficacia AUTOREGOLAZIONE Attribuzioni Organizzazione/ automonitoraggio Problem solving Autoistruzioni verbali Gestione delle emozioni Dialogo interno Autostima COME INCREMENTARE L’AUTOREGOLAZIONE? Rivolgendo a se stessi istruzioni, domande, aiuti, suggerimenti, finalizzati ad agire o pensare in un determinato modo 2 DIVERSI TIPI DI AUTOISTRUZIONI: Passi comportamentali o cognitivi per l’analisi dei compiti Domande di controllo che consentono di anticipare i contenuti o verificare l’andamento della situazione E’ importante che il bambino impari ad interrogarsi per: comprendere con chiarezza cosa è richiesto dal compito prima di iniziare il lavoro mettere a punto una strategia prima di iniziare un lavoro valutare il tempo richiesto dal compito e quello effettivamente a disposizione sfruttare, in caso d’insuccesso, dapprima le proprie risorse, successivamente quelle dell’insegnante e dei compagni L’ADULTO PUÒ MODELLARE UN PIANO DI SOLUZIONE NELLE SITUAZIONI PROBLEMA 1. Qual è esattamente il problema? 2. Penso tutte le possibili soluzioni possibili 3. Considero con attenzione tutte le alternative individuate 4. Formulo un piano e lo attuo (risposta) 5. Verifico di avere seguito bene il piano e di aver raggiunto lo scopo (Cornoldi e al. 1996) (Cornoldi e al. 1996) (Cornoldi e al. 1996) 1. Cosa devo sapere? 2. In quali e quanti modi posso studiare? 3-4. Mi concentro sulla procedura, eseguo e verifico se sto studiando secondo il piano 5. Valuto i risultati Esercizi di consapevolezza dell’attenzione ESEMPI DI DOMANDE QUESTIONARIO SULL’ATTENZIONE DI RIFLESSIONE (Cornoldi e al. 2001) Brevità Varietà Struttura PER CONTROLLARE L’ECCESSIVA ATTIVITA’ MOTORIA Incanalare ed utilizzare il movimento per fini più accettabili. 1. Dare incarichi che permettano il movimento controllato nella classe per fini non distruttivi. 2. Permettere di stare in piedi di fronte al proprio posto, specialmente in prossimità della fine del compito. 3. Predisporre segnali visivi che suggeriscano quando stare tranquilli e quando poter parlare. 4. Premiare con il movimento o con il permesso di poter parlare gli alunni che stanno tranquilli per un determinato lasso di tempo o durante una data attività. 5. Usare pause o brevi esercizi distensivi 6. Usare l'attività come un premio: dare il permesso per una attività (es. dare incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le sedie) quale riconoscimento individuale di un successo. STIAMO IN SILENZIO E SEDUTI AL BANCO POSSIAMO PARLARE O STARE IN PIEDI Un modo per aiutare il bambino ad autoregolarsi, può essere quello di permettergli di allontanarsi dall’attività/compito che sta svolgendo da un po’ per qualche minuto, in modo da scaricare la sua tensione e ritornare al compito più motivato I caricabatterie Permessi (comportamenti a funzione autoregolatoria) E’ ipotizzabile consegnare al bambino 4 schede con disegnate su delle batterie. Il bambini può “ricaricare le batterie” 4 volte al giorno. Ricaricare una batteria significa: poter alzarsi, fare una passeggiata, sistemare dei materiali…e poi tornare dopo aver completato però un compito. Usata la pausa viene riposta in una scatola con su disegnato un caricabatterie. ESEMPI DI PAUSE SCATOLA DELLE PAUSE PER LIMITARE L’ IMPULSIVITA’ NEL RISPONDERE Stabilire regole per prendere la parola Ignorare chi dà risposte impulsive Premiare chi alza la mano Prestare subito attenzione al bambino adhd quando alza la mano e rispetta la regola Registrare quante volte in una giornata alza la mano per parlare Usare un cartellino promemoria da attaccare sul banco del bambino PER CONTROLLARE LE SCARSE ABILITÀ ATTENTIVE (VISIVE E UDITIVE) Coinvolgere attivamente il bambino Usare materiali particolarmente interessanti Sottolineare parti salienti dell’informazione Ripetere le informazioni importanti Usare stimoli sempre nuovi Ricorrere al Pc o alla Lim Usare segnali specifici per indicare dove e quando è richiesta l’attenzione Dare suggerimenti verbali come stimolo cognitivo «Cosa devi fare adesso?» PER FACILITARE IL COMPLETAMENTO DEI LAVORI L’alunno sa cosa fare ?? Scoprirlo rivolgendo specifiche domande Insegnare al bambino come pianificare e organizzare le attività Spiegare come automonitorare i suoi progressi verso un obiettivo. Usare sotto-obiettivi e verificare come si procede Fornire ricorrenti e vari promemoria (visivi e verbali) PER CONTROLLARE LA CONFUSIONE NEL SEGUIRE LE ISTRUZIONI Per ogni compito fornire istruzioni semplici Se le istruzioni sono complesse, suddividerle Presentare istruzioni anche per iscritto e lasciarle esposte durante il compito Controllare che il messaggio inviato corrisponda al messaggio ricevuto PER CONTROLLARE LA DISORGANIZZAZIONE Dare dimostrazioni di come organizzarsi in situazioni critiche Affiggere promemoria relativi ad alcuni passaggi importanti Utilizzare un sistema di tutoring Abituare l’alunno all’utilizzo di un calendario Evidenziare i miglioramenti nell’ordine e nell’organizzazione SUGGERIMENTI PER LA LETTURA Suddivisione in brevi unità di lavoro; lavorare su una parte alla volta Lista delle parole più complesse scritta alla lavagna Presentare le parole nuove all’interno di una frase per favorirne la comprensione Piccoli gruppi di lettura Favorire gli interessi personali SUGGERIMENTI PER LA MATEMATICA Usare colori diversi per i simboli matematici Fogli a quadretti per l’organizzazione delle colonne Schemi per la risoluzione dei problemi Strategie mnemoniche Formulari e promemoria delle regole Calcolatrice per la verifica del proprio lavoro ALTRI SUGGERIMENTI… Suddividere le unità di lavoro Usare strumenti quali: pc, mappe, tabelle, ecc. Per le lingue straniere usare cartoncini colorati su cui scrivere i diversi elementi grammaticali (giallo-aggettivi, verde-verbi, ecc.) Usare promemoria Fornire un feedback costante e frequente Usare materiali che si possono manipolare quando si studiano le regole ortografiche e sintattiche (lettere magnetiche per le parole, cartoncini per le frasi); IL COINVOLGIMENTO DELLA CLASSE • Peer Tutoring 1 • Apprendimento Cooperativo 2 • Lezione alla classe del b. ADHD 3 1. PEER TUTORING Modalità cooperativa di apprendimento che favorisce le interazioni fra compagni stimolando anche gli scambi verbali e la prossimità fisica. Si basa sull’assegnazione a una coppia di bambini di due ruoli, quello di tutee (l’alunno che riceve l’insegnamento) e quello di tutor (il bambino che prende il ruolo attivo di insegnante). Attività positiva: per il tutor rivede e consolida le proprie acquisizioni, colma lacune, individua nuovi significati, assimila meglio i concetti; - per il tutee ha la possibilità di apprendere in modo individualizzato, ottiene continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni utili in caso di difficoltà. Altri vantaggi: Utilizzo dei compagni come risorsa Fornisce un percorso di apprendimento individualizzato Modalità di lavoro utilizzabile ad ampio raggio su argomenti diversi E’ una procedura applicabile all’intera classe: in questo modo non si sottolinea la diversità degli alunni ADHD pur dando loro un supporto didattico specifico. Permette di allenare anche le abilità sociali PER L’ALUNNO ADHD La possibilità di essere tutor di altri studenti (nel caso di bambini ADHD senza problemi comportamentali particolarmente severi): migliora le abilità sociali del bambino, incoraggia collaborazioni, incrementa l’autostima. 2. APPRENDIMENTO COOPERATIVO E’ un metodo di insegnamento che prevede di unire gli alunni in piccoli gruppi e che, attraverso la cooperazione, si propone di massimizzare il loro apprendimento e le loro abilità sociali. Non si realizza semplicemente nel “lavorare insieme” ma fa riferimento a caratteristiche del gruppo riassunte in 5 punti principali: 1. Interdipendenza positiva un rapporto di impegno reciproco tra i membri del gruppo. Ognuno è responsabile del proprio apprendimento ma anche di quello degli altri. 2. Responsabilità individuale ogni alunno è responsabile della propria parte di lavoro, senza la quale il lavoro dell’intero gruppo risulta compromesso. 3. Interazione costruttiva diretta gli alunni si scambiano aiuto e sostegno, verificando che ognuno sia nelle condizioni di svolgere la propria parte di lavoro. 4. Promozione delle abilità sociali si incoraggiano partecipazione e decisioni democratiche, si rispettano e valorizzano le differenze individuali. 5. Valutazione del gruppo il gruppo stesso è chiamato a riflettere su come migliorare le proprie strategie di azione, i modi di procedere, il clima collaborativo, … VANTAGGI PER LA CLASSE E PER L’ALUNNO ADHD: Valorizza le differenze individuali Insegna abilità sociali utili all’interazione cooperativa e a una corretta comunicazione Allena le abilità sociali senza trascurare gli obiettivi di apprendimento Migliora la qualità dei rapporti fra i pari Invita i compagni ad aiutare il bambino ADHD nell’autoregolazione, in funzione del raggiungimento di scopi comuni Aggira la tendenza a sviluppare un comportamento oppositivo rendendo tutti più disponibili alla collaborazione Permette una parziale autogestione delle modalità di lavoro, fattore che aumenta la motivazione Migliora le abilità di autovalutazione dei risultati Stimola la collaborazione in funzione di una meta Assegna responsabilità al singolo, valorizzandolo L’ALUNNO ADHD FA LEZIONE ALLA CLASSE È necessario che l’insegnante pianifichi con l’alunno nei dettagli l’intervento. Selezionare e concordare il tema della lezione (può trattarsi di un argomento curricolare ma anche ambiti extra scolastici). Pianificare il percorso di lavoro Stendere un canovaccio espositivo Preparare i materiali Definire tempi e modalità per verificare la preparazione dell’attività stabilire la data dell’intervento In alternativa lezione preparata all’interno di un gruppo cooperativo con l’alunno ADHD scelto come portavoce per l’intero gruppo Vantaggi: - influisce positivamente sul senso di efficacia del bambino; - migliora la sua posizione sociale; - mette inevidenza aspetti positivi del suo comportamento (entusiasmo, inventiva, abilità verbale…); - cambia la sua immagine ai propri occhi e a quelli degli altri; - migliora l’autostima. STRATEGIE D’INTERVENTO CONTROLLO DEGLI ANTECEDENTI CONTROLLO DEL COMPORTAMENTO CONTROLLO DELLE CONSEGUENZE Regolarità Training attenzione Gratificare Prevedibilità Autoistruzioni Contratti Regole Strategie metacognitive comportamentali Anticipare Token economy Adattare il curricolo Ignorare Costo della risposta Time out Modificare il comportamento attraverso l’applicazione di conseguenze rinforzanti e punitive Si attua un cambiamento DOPO che il problema si è presentato AGGIUNGO TOLGO Qualcosa di gradito piacevole Qualcosa di non gradito - spiacevole RINFORZO POSITIVO (guadagno, premio, ricompensa, lode) PUNIZIONE POSITIVA I tipo (dolore, schiaffo, nota di demerito, rimprovero) RINFORZO NEGATIVO (sollievo dolore /fastidio, fuga, evitamento situaz. avversiva) PUNIZIONE NEGATIVA II tipo (multa, penalità, perdita, costo della risposta) Qualcosa di non gradito spiacevole Qualcosa di gradito piacevole IL RINFORZO AUMENTA IL COMPORTAMENTO Aggiungere qualcosa di piacevole-gradito incrementa il comportamento rinforzo positivo Togliere qualcosa di avversivo-non gradito incrementa il comportamento rinforzo negativo LA PUNIZIONE DIMINUISCE IL COMPORTAMENTO Aggiungere qualcosa di spiacevole diminuisce il comportamento Punizione Positiva Togliere qualcosa di piacevole diminuisce il comportamento Togliere: Punizione Negativa Aumentano frequenza, durata ed intensità di un dato comportamento GRATIFICAZIONE USO STRATEGICO DEL RINFORZO PREMI DOPO L’OSSERVAZIONE E L’ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO POSSO INDIVIDUARE DEI COMPORTAMENTI TARGET CHE VOGLIO RINFORZARE, OVVERO AUMENTARE IN TERMINI DI FREQUENZA, DURATA ED INTENSITA’, O INSEGNARE EX-NOVO. 1. Identificare i possibili rinforzi («Cosa ti piacerebbe ottenere quando meriti un premio?») 2. Identificare il comportamento target da gratificare obiettivo comportamentale 3. Gratificare in modo coerente sempre la stessa azione e ogni volta che si manifesta. Applicare la gratificazione immediatamente, subito dopo la manifestazione del comportamento da aumentare. 1. IDENTIFICARE I RINFORZI TIPOLOGIA DI RINFORZI Tangibili Premi materiali Es. caramella, gioco, oggetto preferito Sociali Simbolici Dinamici Manifestazioni Bollini/punti Attività di approvazione premio (oggetti gratificanti o e affetto simbolici) che privilegi (complimenti, possono essere particolari (poter sorrisi, carezze, scambiati con vedere elogi, un altro rinforzo un dvd, usare il riconoscimenti) tangibili o danno computer, diritto a qualche prolungare il forma di rinforzo tempo dinamico per attività piacevoli, fare un picnic) Esempi di possibili rinforzi da usare a scuola 2. DEFINIRE I COMPORTAMENTI DA RINFORZARE Definire operativamente l’azione oggetto di gratificazione sistematica (obiettivo comportamentale). Può essere un’azione corretta già presente nel patrimonio comportamentale del bambino, ma messa in atto poco frequentemente. È possibile utilizzare la gratificazione per insegnare ai bambini comportamenti positivi nuovi, gratificando i traguardi parziali (rinforzare i sotto-obiettivi di un comportamento meta). L’azione va esplicitata chiaramente e in forma positiva. (Es: stipula di un contratto, definizione delle regole per ottenere la gratificazione). 3. GRATIFICARE IL COMPORTAMENTO All’inizio gratificare in modo coerente sempre la stessa azione e ogni volta che si manifesta (sistematicità). E’ necessario rinforzare un comport. debole molto spesso; pochi rinforzi lontani l’uno dall’altro non aumenteranno l’emissione del comportamento. Lavorare molto e per un tempo lungo prima di ottenere la gratificazione è un obiettivo troppo elevato per un alunno ADHD. Nel tempo si potrà ridurre gradualmente il rinforzo. Applicare la gratificazione immediatamente, subito dopo la manifestazione del comportamento da aumentare (in modo contingente). Usare l’incoraggiamento positivo: descrivere il comportamento positivo dell’alunno e comunicare apprezzamento per quel comportamento Usare rinforzi e premi che sia davvero gratificanti per l’alunno; desiderabili e significativi. Commisurare la gratificazione allo sforzo che fa l’alunno per manifestare un comportamento da aumentar; è importante definire dei micro-obiettivi. SHAPING: rinforzare i sotto-obiettivi che si avvicinano al comportamento meta in modo graduale e progressivo Abbinare ai premi lodi e manifestazioni di affetto rinforzi sociali Gratificare riferendosi al comportamento e non giudicando globalmente l’alunno. Non aspettare che la gratificazione perda di valore. Utilizzare per un tempo corretto lo stesso premio, potendo contare su una serie di gratificazioni diverse già individuate. Modificare i rinforzi nel tempo per evitare la saturazione (flessibilità). RAPPRESENTAZIONE VISIVA DELLA RELAZIONE COMPORTAMENTO-CONSEGUENZA GRATIFICANTE PRIMA… …DOPO POSSIBILI ERRORI NELLA FASE DI GRATIFICAZIONE 1. OFFRIRE ENORMI RICOMPENSE PER UN GRANDE MIGLORAMENTO E’ opportuno pianificare piccoli passi e aumentare le probabilità di successo; offrire rinforzi più piccoli per obiettivi che sono alla portata del bambino 2. «METTERE IL CARRO DAVANTI AI BUOI», RINFORZARE UN COMPORTAMENTO PRIMA CHE SIA AVVENUTO Ad es: «Ora ti do il premio se mi prometti che poi farai l’esercizio»; «Se adesso ti lascio usare il Pc devi promettermi che quando torni finirai gli esercizi di matematica» 3. PROMETTERE UNA RICOMPENSA PER FAR CESSARE UN COMPORTAMENTO NEGATIVO A B Esercizi di matematica Luca si alza dal banco in classe e inizia a fare i dispetti ai compagni, ride, alza il tono della voce C La maestra dice: «Se adesso smetti di fare i capricci e inizi a lavorare, dopo potrai usare il PC» La maestra blocca il comportamento problema; così facendo però il bambino ha appreso che fare i capricci è utile ad ottenere la promessa di un premio. Viene rinforzata la tendenza del b. ad essere oppositivo e a fare i capricci. 4. RINFORZARE UN COMPORTAMENTO PROBLEMATICO Se il bambino mette in atto un dato comportamento con lo scopo di attirare l’attenzione dell’insegnante e/o della classe, prestare attenzione ad esso aumenterà la probabilità di emissione del comportamento. L’attenzione ottenuta può assumere anche la forma di rimproveri, commenti negativi o «punizioni» (attenzione negativa) 5. ELOGIARE IN MODO GENERICO senza fare riferimento al comportamento specifico che si è gratificato. «Bravissimo!» non dice nulla del comportamento, è un giudizio generico e globale. 6. AGGIUNGERE CRITICHE ALL’INCORAGGIAMENTO POSITIVO (sminuire il buon risultato) «Luca, hai aperto il tuo quaderno e hai iniziato a fare gli esercizi da solo. Allora perché non lo fai tutte le vote? Vedi che lo sai fare? Se avessi fatto così anche ieri non ci saremmo arrabbiati. Vedi che non è così difficile essere bravi?». 7. RINFORZARE COMPORTAMENTI INADEGUATI Il ragazzo ha raggiunto il suo obiettivo: uscire a fare le fotocopie. La prof.ssa ha rinforzato il comport. negativo. La prossima volta M. userà ancora i comportamenti inadeguati per ottenere quello che desidera. A B C Compito in classe di epica Paolo inizia a fare smorfie ai compagni, si alza e gira per l’aula. Il prof. dice: «Basta Paolo! Non puoi disturbare tutta la classe! Mettiti vicino alla finestra seduto e aspetta che ti passi il nervoso». Paolo resta 20 min. senza fare il compito con la possibilità di farlo in due giorni. Paolo ha ottenuto ciò che voleva: non fare il compito di epica (o almeno ritardarlo con la possibilità di svolgerlo in 2 momenti differenti). Il prof. ha rinforzato il comp. «fare confusione». «Giustizia» significa….. …trattare tutti i bambini allo stesso modo o dare ad ogni bambino ciò di cui ha bisogno? Come spiegare, «giustificare» le strategie adottate in classe con il ragazzo ADHD? «La legge della nonna» «Prima mangi la carne e poi ti do il dolce!» Viene stipulato tra insegnante e bambino. Prevede la stesura di un vero e proprio contratto che definisca esplicitamente i termini da rispettare. Il bambino partecipa attivamente alla stesura del contratto stesso (= è garanzia di comprensione e condivisione dei termini). In esso sono riportati: Le parti che stipulano il contratto Le azioni che il bambino si impegna a compiere Le gratificazioni a cui può avere accesso se rispetta il contratto Quando poter accedere ai premi Le firme Quando gli obiettivi sono acquisiti, il contratto viene aggiornato o sostituito Deve contenere comportamenti semplici, non multi- componenziali, specie nei primi contratti formulati Le richieste devono essere commisurate alla capacità del bambino Le gratificazioni motivanti, disponibili e scelte dal bambino È opportuno includere 3-4 comportamenti (almeno uno alla portata del bambino) Meglio includere comportamenti già un minimo presenti nel repertorio (per la motivazione) Qualche esempio di contratto educativo comportamentale Io sottoscritto _________________ Mi impegno a mantenere i seguenti accordi presi coni miei insegnanti: -chiedere di andare al bagno solo una volta ogni ora; -rimanere seduto per almeno 10 minuti di seguito; -alzarmi per andare a prendermi un libro dall’angolo della biblioteca senza disturbare i compagni; -alzare la mano e attendere il consenso dell’insegnante prima diparlare; - Controllare di aver messo tutto il materiale nello zaino prima di uscire da scuola A fine giornata se riuscirò a rispettare tutti e 5 i punti potrò scegliere uno tra i seguenti premi: -un quarto d’ora di gioco al computer (dopo la mensa nel tempo libero) -fare un disegno libero a termine lezione; -essere l’aiutante dell’insegnante nella distribuzione dei quaderni. Cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno. Data Firme (dell’alunno e delle insegnanti) (Cornoldi e al. 2001) CON IL COINVOLGIMENTO DELLA FAMIGLIA Il sottoscritto __________ E i miei insegnanti______________________ Facciamo il seguente patto: ogni volta che riuscirò a fare una delle cose elencate in questo contratto, riceverò un punto da aggiungere a quelli già accumulati, fino a un tot. di 50 punti, equivalente a una giornata al luna- park con la mia famiglia. Guadagno un punto ogni volta che: - completo 2 schede di lavoro di Ita. - faccio tutti i miei compiti a casa - porto tutto il materiale - svolgo con attenzione le operazioni di mat. Ogni giorno ricorderò all’insegnante di segnare i punti sul cartellone; i miei genitori saranno avvertiti con comunicazione scritta ogni volta che raggiungerò 10 punti. Ogni giorno, alla fine della lezione ricorderò all’insegnante di verificare quanti punti ho guadagnato e di scriverlo sulla mia scheda; i miei genitori saranno avvertiti con una comunicazione scritta ogni volta che raggiungerò 10 punti, fino ai 50 stabiliti. Dichiaro che cercherò di rispettare questo contratto con il massimo impegno Data Firme Prevede la possibilità di guadagnare o perdere punti in base alla correttezza del proprio comportamento. I punti (simboli) poi possono essere convertiti, scambiati con altri premi e gratificazioni Lo scambio può avvenire con ritmo: Giornaliero («Oggi hai guadagnato 5 punti. Come premio equivalgono a 10 minuti al pc») Settimanale («Questa settimana hai guadagnato 20. Come premio puoi scegliere tra fare il capofila per 3 giorni la prossima settimana o essere il mio aiutante per i lavori in classe per 2 giorni») Sulla base di un punteggio stabilito («Se raggiungi i 30 punti otterrai una nuova scatola di colori!») Le gratificazioni vanno concordate con l’alunno. E’ possibile prevedere forme di collaborazione con la famiglia per registrare i punteggi e per reperire i premi. Possibili comportamenti scolastici oggetto del sistema a punti strutturato posso essere: - Seguire le regole di comportamento della classe - Eseguire le attività - Tempi di lavoro - Svolgere compiti a scuola e a casa - Interazioni positive - Comportamenti adeguati - Portare il materiale scolastico - Seguire i passi di un promemoria Può essere individuale e/o di classe ESEMPIO 1. Comportamento target: portare tutti i materiali per la lezione. 2. Stabilire le regole in base alle quali si guadagnano o perdono i punti: - attaccare tutti gli adesivi per la lezione del giorno dopo sul diario (1 punto) - portare tutti i materiali per le lezioni (2 punti) - portare tutti i materiali ma dimenticare qualcosa di poco importante (1 punto) - dimenticare materiale importante ( 0 punti o – 1punto) PS specificare cosa è importante e cosa lo è poco. Questo tipo di attività si può fare anche con tutta la classe. 3. Definire i premi che si possono guadagnare e il loro valore (quanti punti servono per…?) COSA OCCORRE PER ATTUARE UN SISTEMA A PUNTI STRUTTURATO? 1. SCHEDA GIORNALIERA PER SEGNARE I PUNTI 2. REGOLE DEFINITE IN UN CONTRATTO: - COMPORTAMENTI CHE SARANNO OGGETTO DI GRATIFICAZIONE - QUANTI PUNTI SI GUADAGNANO 3. MENU DEI PREMI CON IL RELATIVO PUNTEGGIO ESEMPI SCHEDE VISIVE PER TOKEN ECONOMY STO LAVORANDO PER …… MINUTI DI GIOCO Carta di credito personale di Regole Settimana dal … al…. I comportamenti che mi fanno guadagnare punti: PUNTI 1. ________________ Martedì XXX 2. ________________ 3. ________________ Lunedi XXXXX Mercoledì XXXXX _______________ Giovedì XXXXXX Venerdì X X XX X X USARE IN MODO CREATIVO LA TOKEN ECONOMY IL SEMAFORO DEL COMPORTAMENTO Si utilizzano la grafica di un semaforo e delle mollette con scritti i nomi degli alunni (o del singolo alunno). La posizione della molletta indica al b. quando si sta comportando bene e quando ha delle difficoltà. Il semaforo rende visibile agli alunni il loro comportamento a scuola, definito dal rispetto delle regole di classe Esempio applicativo 1: Stabilire le Regole L’insegnante e gli studenti stabiliscono le regole di classe. Si scrivono su un cartellone e vengono appese in classe. 2: Identificazione delle ricompense Ogni alunno riceve un tot. di tappi di bottiglia all’inizio della settimana (ad es. 10). Se i ragazzi rispettano le regole possono guadagnare altri tappi. Il bambino con ADHD potrebbe ricevere delle ricompense quando alza la mano (piuttosto che gridare le risposte) o quando fa i compiti assegnati per tutta la settimana. Alla fine della settimana, i tappi vengono contati e scambiati con premi (adesivi, materiale scolastico, libri, un piccolo giocattolo, o un pranzo speciale con un amico) stabiliti all’inizio della settimana. 3: Far rispettare le regole Se uno alunno infrange una regola di classe la molletta che porta il suo nome viene spostata dalla luce verde alla luce gialla. Perde tre tappi di bottiglia. Con una seconda infrazione la sua molletta si posiziona sulla luce rossa, e costa cinque tappi di bottiglia. Se c’è una terza infrazione, egli deve 10 tappi di bottiglia. ( il numero di tappi persi qui riportato è indicativo; la procedura va adattata al singolo alunno e alla classe). Suggerimenti per il b. adhd: L’insegnante dovrebbe avvertirlo prima di spostare la sua molletta. Se il comportamento migliora gli si può permette di ritornare dal giallo al verde. In questo modo il bambino può iniziare di nuovo dalla luce verde. La procedura va calibrata in base alle difficoltà del b. adhd, con l’obiettivo di fargli sperimentare successi e limitare la frustrazione. E’ importante stabilire diversi premi con punteggi diversi, in modo che anche il bambino adhd possa guadagnare e vincere qualcosa. Con il singolo bambino la procedura può essere usata anche con scambio giornaliero di punti-premi. Diminuiscono frequenza, durata ed intensità di un dato comportamento DOPO L’OSSERVAZIONE E L’ANALISI FUNZIONALE POSSO INDIVIDUARE I COMPORTAMENTI TARGET CHE VOGLIO FAR CESSARE, OVVERO DIMINUIRE IN TERMINI DI FREQUENZA, DURATA ED INTENSITA’. INOLTRE POSSO RIDURRE E/O ELIMINARE LE RISPOSTE DELL’AMBIENTE CHE RINFORZANO L’EMISSIONE DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA. Le conseguenze punitive NON dovrebbero essere la prima o l’unica strategia PERCHE’ la punizione fornisce informazioni su ciò che è sbagliato MA non spiega nulla sul comportamento corretto. Non vanno mai usate da sole, ma sempre insieme alle conseguenze rinforzanti Insegnare modelli di comportamento aggressivo Danneggiare la relazione di aiuto Produrre comportamenti di evitamento o addirittura di rinforzamento del comp. problema – inizialmente Produrre ansia, disagio e disturbi emozionali TIPOLOGIE DI CONSEGUENZE NEGATIVE 1. IGNORARE PIANIFICATO 2. RIMPROVERO 3. CONSEGUENZE LOGICHE 4. COSTO DELLA RISPOSTA 5. PUNIZIONE 1. IGNORARE STRATEGICO Il comportamento indesiderabile non riceve alcuna attenzione La strategia è adatta per comportamenti che hanno lo scopo di attirare l’attenzione di entità lieve-moderata Non è adatto a comportamenti che arrecano forte disturbo, che possono mettere a repentaglio l’incolumità fisica di qualcuno o che possono arrecare grave danno alla proprietà E’ necessario il coinvolgimento di tutti la classe; anche i compagni non devono rinforzare i c. problema dell’alunno ADHD (ad es. ridendo, guardandolo o addirittura incitandolo) A QUALI COMPORTAMENTI APPLICARLO? Proteste sproporzionate e “scenate” Dispetti ai compagni Lamenti e piagnucolii Piccole azioni di disturbo Comportamenti finalizzati ad ottenere l’attenzione dell’adulto (es. parolacce) Questi comportamenti vanno ignorati sempre, in modo coerente, ogni qualvolta si presentano. Molto probabilmente all’inizio il bambino metterà in atto il comportamento con una frequenza maggiore. SE IL BAMBINO USA UN COMPORTAMENTO PER ATTIRARE L’ATTENZIONE BISOGNA CERCARE DI NON PRESTARE ATTENZIONE PER EVITARE DI RINFORZARE IL COMPORTAMENTO Dopo il picco iniziale il comportamento diminuirà ESTINZIONE DEL COMPORTAMETO INADEGUATO 2. RIMPROVERO CENTRATO SUL COMPORTAMENTO I rimproveri devono essere usati con cautela perché potrebbero rinforzare il comportamento problema (il b. ottiene l’attenzione) invece di eliminarlo. Il rimprovero più adeguato sembra essere quello centrato sul comportamento perché: a. descrive il comportamento inadeguato b. spiega perché questo comportamento è inadeguato e sbagliato c. indica un comportamento alternativo d. indica il vantaggio che deriva dall’uso del comportamento adeguato. Con questa modalità viene evitato qualsiasi commento svalutativo nei confronti del bambino. UN ESEMPIO… «Giacomo, hai dato una spinta a Luca… …Avresti potuto farlo cadere e si sarebbe fatto male… …Quando si esce dall’aula si passa uno alla volta... …Così facendo eviterai di fare male a qualcuno e i tuoi compagni staranno più volentieri con te!» 3. CONSEGUENZE LOGICHE E’ necessario inizialmente far osservare al bambino che ogni azione ha una sua conseguenza quindi portare il bambino a essere maggiormente responsabile delle sue azioni. Permette di spiegare la conseguenza spiacevole di un comportamento scorretto. E’ la conseguenza logica, collegata direttamente a quel comportamento (se…allora) Esempio: «Se svolgi i compiti frettolosamente, facendo molti errori, dovrai rifarli» «Se danneggi le attrezzature della scuola, allora dovrai ripagarle» «Se offendi tuo compagno, allora dovrai scusarti» 4. IL COSTO DELLA RISPOSTA Prevede che al comportamento inadeguato segua per il bambino la perdita di un privilegio o di un’attività gradita = PAGARE PEGNO o MULTA Al bambino devono essere chiari i motivi per cui lo si punisce. Dargli indicazioni sul comportamento corretto da adottare in futuro. E’ utile soprattutto per comportamenti negativi non gravi, specie in relazione allo scarso impegno (dire bugie, disubbidire, non fare o terminare i compiti, rifiutarsi di svolgere o abbandonare un’attività..). Questo “pagare pegno” del bambino deve essere: Comunicato o concordato in anticipo Proporzionale all’azione negativa Corredato da informazioni chiare Controllabile nella sua applicazione Inevitabile e non flessibile nella sua applicazione Il guadagno deve essere superiore alla perdita…il bambino non deve andare in rosso!!! ATTENZIONE!!! E’ necessario cercare di impostare l’intervento in modo da garantire che il bambino guadagni più punti di quanti ne possa perdere per evitare che diventi frustrante e controproducente (es.: stabilire 5 azioni che fanno guadagnare punti e 1/2 che li fanno perdere) Una volta stabilito il costo della sua azione FAR RISPETTARE quanto deciso. La sua applicazione deve essere inevitabile e non flessibile. Nella sua forma strutturata consiste nel consegnare all’alunno alcuni bollini o punti premio all’inizio della giornata di scuola comunicandogli che perderà un punto o un bollino ogni volta che manifesterà uno dei comportamenti oggetto di intervento (di solito non più di 2 o 3 comportamenti). Per ottenere il mantenimento di alcuni privilegi o situazioni piacevoli è richiesto che si manifesti il comportamento desiderabile scelto. ESEMPIO DI COSTO DELLA RISPOSTA «Hai a disposizione 6 bollini premio al giorno. Ogni volta che offendi qualcuno ti verrà annullato un bollino. Ogni 3 giorni si farà il conteggio dei bollini, se avrai almeno 20 bollini potrai avere una bustina di figurine.» DATA BOLLINI PREMIO Per comportamenti gravi Per l’alunno Adhd evitare note di demerito, compiti in più per casa, stare seduto durante l’intervallo, non partecipare ad un’attività della classe in gruppo. PUNIZIONI CON NOIA Time out, sedere e osservare, sedere e pensare PUNIZIONI CON SFORZO Correzione semplice: quando si verifica un comportamento negativo, il bambino deve interrompere ciò che stava facendo e ripristinare l’ ambiente alla su condizione originaria Immaginiamo un bambino che corra con impulsività e che colpisca il tavolo facendo cader per terra i materiali di tutti. La correzione semplice richiederebbe al bambino di fermarsi, mettere al loro posto gli oggetti caduti. Ipercorrezione: richiede che il bambino non solo ristabilisca l’ ambiente alla sua condizione originaria ma anche che lo faccia il meglio possibile. Per esempio, per aver scritto sulla parete, non solo deve pulire il muro ma deve anche utilizzare tempo in più per riordinare i suoi giocattoli. Pratica positiva: richiede che il bambino pratichi la forma corretta dell’ ’ azione in modo ripetuto. La pratica positiva è altamente sgradevole a causa della ripetitività e per lo sforzo che talvolta può richiedere. Ha il vantaggio di allenare il bambino ad una pratica intensiva del comportamento adeguato Quando ritenuta necessaria deve essere: priva di aggressività; psicologicamente neutra (centrata su comportamento e non sulla persona); informativa; immediata e contingente al comportamento; specifica in riferimento al comportamento; proporzionale alla gravità dell’azione compiuta dal bambino; facilmente applicabile e inevitabile per il bambino; spiacevole per il bambino. LA PUNIZIONE NON È INDICATA PER COMPORTAMENTI COME.. Non riuscire in qualcosa Tenere in disordine i quaderni Non fare i compiti o gli esercizi (l’attività diventa ancora più avversiva per il b.) Comportamento iperattivo Distraibilità, scarsa tenuta attentiva Timore, apprensione Irritabilità e cattivo umore Tenere il broncio, essere scontroso TIME OUT BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO AA VV (2013) ADHD a scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti - LE GUIDE ERICKSON. Edizioni Erickson Caponi B., Clama L., Re A.M. e Cornoldi C. (2008) Sviluppare la concentrazione e l’autoregolazione. Volumi 1-2-3. Edizioni Erickson Cornoldi C., De Meo T., Offredi F. e Vio C. (2001). Iperattività e autoregolazione cognitiva. Cornoldi C., Gardinale M., Pettenò L. e Masi A. (1996). Impulsività e autocontrollo. Edizioni Erickson. Daffi G. e Pandrolini C. (2013) Adhd e compiti a casa. Edizioni Erickson. Di Pietro M., Bassi E. e Filoramo G. (2001) L’alunno iperattivo in classe. Edizioni Erickson Di Pietro M. (2008) I problemi emotivi e comportamentali degli alunni. Firera e Liuzzo Publishing. Foxx R. (2003) Tecniche base del metodo comportamentale. Edizioni Erickson. Ianes D. e Cramerotti S. (2002) Comportamenti problema e alleanze psicoeducative. Edizioni Erikson SITI WEB DA VISITARE www.aidai.org www.aidaiassociazione.com www.aifa.it www.airipa.it www.iss.it/adhd www.sinpia.eu TESTI UTILI E SCARICABILI Per domande, chiarimenti o riflessioni contattatemi pure al seguente indirizzo e-mail: [email protected]