attivita 2014 - Istituto Comprensivo di Vobarno

Rossana: stagista a Shangay
Ex-studentessa della media “Odorici” laureanda in lingue, per 9 mesi in Cina
di Marta Bettoni
Sabato 26 marzo 2015, a scuola, si è tenuto l’incontro con Rossana Michelini,
una giovane ragazza ex studentessa del nostro istituto, laureanda in lingue,
che, l'anno scorso, ha insegnato italiano in Cina per uno stage organizzato
dall'università di Trento, un'occasione per vivere e conoscere da vicino la
cultura orientale. Inizialmente Rossana – il cui intervento si è svolto
interamente in lingua inglese - ci ha mostrato una cartina della Cina, per
sottolineare la vastità di questo territorio.
La lingua ufficiale nazionale è il cinese mandarino (che deriva dal linguaggio
parlato dai mandarini, funzionari dell’impero, addetti al governo delle province
e alla custodia della cultura cinese).
Questo idioma è parlato soprattutto nel nord, mentre nelle altre regioni sono
ancora presenti moltissimi dialetti. Rossana ha vissuto per nove mesi a
Shangai, la seconda città più importante della Cina, dove ha potuto imparare la
lingua e fare nuove conoscenze. Ci ha parlato della scrittura cinese e degli
ideogrammi; ci ha detto, per esempio, che “UNIVERSITA'” si scrive “ 大 學 ” si
pronuncia “Dàxué”, significa “grande sapere” (è formato dall'ideogramma
GRANDE “大” e da “學” che significa appunto “SAPERE”).
Nelle scuole cinesi è obbligatoria la divisa, sia per i maschi che per le femmine,
tutti i cittadini sono costretti a seguire regole rigide e forse è anche per questo
che - come ha detto Rossana - “hanno poca creatività rispetto a noi”.
Abbiamo anche parlato del significato della
bandiera cinese: la stella più grande corrisponde
al Partito Comunista, mentre le altre quattro
rappresentano le etnie da cui è composta la
nazione. In questo territorio così grande (il terzo
paese al mondo per estensione) vivono 1,357
MILIARDI di persone (la Cina è il paese più
popoloso del mondo). Questo incremento della
popolazione, ha anche causato un sovraffollamento delle città. Rossana, ci ha
raccontato che, in occasione della sua seconda visita in Cina, ha dovuto
stabilirsi in un appartamento molto piccolo e che condivideva una cameretta
molto stretta con tre ragazze, tanto che erano costrette a tenere i bagagli sotto
il letto a causa dello spazio limitato e, per utilizzare i servizi igienici doveva
attendere che tutte le sue compagne di stanza fossero nel letto.
Alla fine dell’incontro,
Rossana
ha
voluto
ricordarci, che tutto ciò
che ha ottenuto è il
risultato
dell’impegno
con
il
quale
ha
perseguito il suo sogno:
laurearsi in lingue e di
avere la possibilità di
viaggiare.
Questo incontro è stato
veramente interessante
e utile: ci ha dato –
infatti – la possibilità di
mettere alla prova le
nostre
capacità
di
comprensione della lingua inglese, di conoscere meglio la cultura cinese (tema
che abbiamo affrontato anche in geografia) e di apprendere da una ragazza
che, seppur giovane, ha già vissuto esperienze bellissime di enorme valore.
Anche il prof. Apostoli (insegnante di lettere) ha partecipato all'incontro
intervenendo in lingua inglese.
Manuela: “Au pair” nella grande mela
La vita “in famiglia” di Manuela Ferrari, ex-alunna per 1 anno a New York
di Marta Arrighi
La bandiera degli Stati Uniti è
formata da 13 strisce orizzontali
rosse e bianche e da un quadrante
situato in alto dove sono raffigurate
50 stelle che rappresentano i 50 stati
della confederazione; l’ultima stella è
stata
aggiunta
nel
1960
con
l’ingresso delle Hawaii. La prima
apparizione della bandiera, allora con solo 13 stelle, è datata 3
settembre 1777, siamo nel Maryland durante la guerra di Indipendenza
degli Usa dalla madrepatria Inghilterra. Incerta l’origine: c’è chi sostiene
che sia una derivazione dello stendardo della Compagnie delle Indie
Orientali. Di questo e molto altro si è parlato in classe con una giovane
studentessa di Roè Volciano che ha trascorso un anno in America ed ora
frequenta lo IULM a Milano (indirizzo “pubblicità”).
Manuela Ferrari, questo il nome della ragazza, il 14 marzo 2015 è venuta
nella nostra classe e ci ha raccontato della sua esperienza in lingua
inglese; ci ha parlato delle sue difficoltà iniziali dovute ad una cultura
diversa dalla nostra, ad una cucina completamente nuova.
Un'esperienza davvero impegnativa spesa tra la necessità di doversi
esprimere in lingua inglese e, soprattutto, la responsabilità di accudire i
tre ”disperati figlioletti” della famiglia ospitante, americana, ma di
lontana origine italiana.
Anche per questo i genitori, (avvocato, il padre e giornalista, la madre)
hanno scelto Manuela: volevano a tutti i costi che i figli apprendessero la
lingua dei loro bis-nonni. Il primo periodo è stato difficile, ma ben presto
la sua avventura si è rivelata per quello che è stata: una grande
opportunità.
Manuela – che da sempre frequenta il Gruppo Scout di Vobarno - ci ha
trasmesso un messaggio molto chiaro che mi ha colpito molto: “con
coraggio, voglia di fare e determinazione ogni traguardo è raggiungibile”.
Nell'era della globalizzazione, è fondamentale conoscere l'inglese: primo
requisito per confrontarsi con il mondo e, soprattutto, poter lavorare in
un paese straniero.
Condivido il valore di un'esperienza come quella di Manuela: studiare
all’estero per imparare una lingua, fare un po’ di “gavetta“ nel mondo del
lavoro ti consente di tornare a casa più ricca dal punto di vista umano.
Brigitte: dalla Malaysia a Roè,
nostra ospite gradita
di Aurelia Locatelli
La mia famiglia ha avuto l’occasione di ospitare per due mesi una ragazza,
Brigitte Ang, che viene dalla Malaysia, un piccolo stato nel sud-est dell’Asia,
situata vicino all’Indonesia e alle Filippine.
La capitale una volta era Singapore fino a quando non divenne uno stato
indipendente. Fu allora che il governo malese spostò la propria sede a Kuala
Lumpur, la città dove si trovano le famose Petronas Twin Towers, in malese
“Menara Petronas”, due torri gemelle alte 452 metri che costituiscono una delle
più imponenti opere dell'ingegneria umana.
Brigitte vive a Penang, precisamente a
Butterwoth, all’incirca 4 ore di macchina, da
Kuala Lumpur. È di etnia cinese e ci ha
raccontato che in Malaysia convivono tre
culture: cinese, indiana e malese. La lingua più
utilizzata è l’inglese, ma Brigitte parla
fluentemente anche malese e cinese.
La religione più praticata è quella mussulmana,
perché il governo lo impone ai cittadini di etnia
malese, mentre lascia la possibilità di scegliere
a tutti gli altri.
Brigitte ha frequentato per due mesi il liceo
scientifico “E. Fermi” di Salò. La prof.ssa
Paoletti (insegnante di inglese) si è messa in
comunicazione con i suoi docenti italiani ed ha
organizzato l'incontro che si è tenuto nella
nostra scuola (per le classi 3E e 3F) il 9 febbraio
2015. Durante l'intervento, Brigitte ci ha parlato
della sua vita e della sua famiglia: ha due
fratelli e una sorella maggiori che attualmente
studiano in Minnesota, negli USA.
Anche lei vorrebbe andare all’estero a studiare, ma il suo sogno non è
l’America, bensì l’Australia. Ha comunque voluto provare, a soli 16 anni, ad
allontanarsi per due mesi dalla sua famiglia, scegliendo l’Italia come meta
perché famosa in campo artistico e culinario. E così è arrivata a casa mia.
Sorge spontaneo il confronto tra cucina italiana e
tradizione malese. Tra gli altri, c’è un frutto, il
Durian, che non può essere esportato in altri paesi,
(probabilmente per la puzza che emana) e
rappresenta un richiamo per i turisti più arditi che
desiderano cimentarsi in questa sfida: assaggiare il
Durian. A molte persone il suo gusto risulta forte e
sgradito, ma a molti altri invece piace. Un altro piatto tipico è il Roti Canai, che
è una specie di “pane piatto” che va mangiato con una particolare salsa
malese.
E’ stata un’esperienza fantastica, che ci ha permesso di
conoscere un’altra cultura e che mi ha consentito anche
di migliorare l’apprendimento e la pratica della lingua
inglese.
E’ sorprendente come la “globalizzazione” abbia potuto
favorire l'incontro tra due persone che hanno culture
completamente differenti, come potremmo essere io e Brigitte, separate da
migliaia di chilometri di terra e acqua, ma entrambe accomunate dalle mode e
dalle “passioni” giovanili per il telefono, i social network, i negozi di vestiti o la
musica. Questo “mondo globalizzato” sta lentamente cancellando le diversità
culturali tra i popoli, facendoci diventare pian piano uguali.
Talking with Megan
Per le terze di Roè, il venerdì pomeriggio, l'opportunità di confrontarsi con una
madrelingua inglese mettendo in pratica le competenze acquisite in questi anni
di Elena Pelizzari
Conoscere le lingue, viaggiare, fare nuove esperienze, sono cose
importantissime e, cosa c’è di meglio per cominciare che “chiacchierare” con
una madrelingua?
Durante l’anno scolastico si è
tenuto
uno
“speciale”
corso
d’inglese,
proposto
dalla
professoressa Savina Paoletti in
collaborazione con Mrs Megan
Gaoso
(madrelingua
inglese,
residente a Roè Volciano).
Il corso ha permesso ai ragazzi
interessati delle classi terze di
dedicare alcuni momenti alla
conversazione
in
inglese.
Un'opportunità per affinare la pronuncia e sviluppare una maggiore padronanza
nella comunicazione in inglese che, al giorno d'oggi, è la lingua universale.
Nella prima parte dell'anno abbiamo curato la pronuncia e la lettura di testi che
venivano letti e tradotti in classe, secondo le indicazioni CLIL (Geografia,
Storia, Musica, Arte), ripresi da Megan e poi riletti, a turno, da tutti i
partecipanti al corso.
Nell'ultima parte dell'anno, invece, in vista dell’esame di Stato, per sviluppare
la nostra abilità nella conversazione, Megan ci ha coinvolti chiedendoci di
raccontare in maniera dettagliata e precisa qualche informazione riguardo alla
nostra vita. Abbiamo descritto – per esempio – la nostra casa, non solo in
generale, ma anche in maniera dettagliata, stanza per stanza.
Il corso si è svolto il venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30 ed è stato molto
utile. È stata un modo per mettere a frutto il risultato di quasi tre anni di studi,
ci ha dato la possibilità di “applicare” quello che abbiamo imparato sui banchi
di scuola ed è stato molto stimolante perché ha offerto a tutti gli studenti
l'occasione di mettersi in gioco e di valutare le proprie potenzialità.