Rossana: stagista a Shangay Ex-studentessa della media “Odorici” laureanda in lingue, per 9 mesi in Cina di Marta Bettoni Sabato 26 marzo 2015, a scuola, si è tenuto l’incontro con Rossana Michelini, una giovane ragazza ex studentessa del nostro istituto, laureanda in lingue, che, l'anno scorso, ha insegnato italiano in Cina per uno stage organizzato dall'università di Trento, un'occasione per vivere e conoscere da vicino la cultura orientale. Inizialmente Rossana – il cui intervento si è svolto interamente in lingua inglese - ci ha mostrato una cartina della Cina, per sottolineare la vastità di questo territorio. La lingua ufficiale nazionale è il cinese mandarino (che deriva dal linguaggio parlato dai mandarini, funzionari dell’impero, addetti al governo delle province e alla custodia della cultura cinese). Questo idioma è parlato soprattutto nel nord, mentre nelle altre regioni sono ancora presenti moltissimi dialetti. Rossana ha vissuto per nove mesi a Shangai, la seconda città più importante della Cina, dove ha potuto imparare la lingua e fare nuove conoscenze. Ci ha parlato della scrittura cinese e degli ideogrammi; ci ha detto, per esempio, che “UNIVERSITA'” si scrive “ 大 學 ” si pronuncia “Dàxué”, significa “grande sapere” (è formato dall'ideogramma GRANDE “大” e da “學” che significa appunto “SAPERE”). Nelle scuole cinesi è obbligatoria la divisa, sia per i maschi che per le femmine, tutti i cittadini sono costretti a seguire regole rigide e forse è anche per questo che - come ha detto Rossana - “hanno poca creatività rispetto a noi”. Abbiamo anche parlato del significato della bandiera cinese: la stella più grande corrisponde al Partito Comunista, mentre le altre quattro rappresentano le etnie da cui è composta la nazione. In questo territorio così grande (il terzo paese al mondo per estensione) vivono 1,357 MILIARDI di persone (la Cina è il paese più popoloso del mondo). Questo incremento della popolazione, ha anche causato un sovraffollamento delle città. Rossana, ci ha raccontato che, in occasione della sua seconda visita in Cina, ha dovuto stabilirsi in un appartamento molto piccolo e che condivideva una cameretta molto stretta con tre ragazze, tanto che erano costrette a tenere i bagagli sotto il letto a causa dello spazio limitato e, per utilizzare i servizi igienici doveva attendere che tutte le sue compagne di stanza fossero nel letto. Alla fine dell’incontro, Rossana ha voluto ricordarci, che tutto ciò che ha ottenuto è il risultato dell’impegno con il quale ha perseguito il suo sogno: laurearsi in lingue e di avere la possibilità di viaggiare. Questo incontro è stato veramente interessante e utile: ci ha dato – infatti – la possibilità di mettere alla prova le nostre capacità di comprensione della lingua inglese, di conoscere meglio la cultura cinese (tema che abbiamo affrontato anche in geografia) e di apprendere da una ragazza che, seppur giovane, ha già vissuto esperienze bellissime di enorme valore. Anche il prof. Apostoli (insegnante di lettere) ha partecipato all'incontro intervenendo in lingua inglese. Manuela: “Au pair” nella grande mela La vita “in famiglia” di Manuela Ferrari, ex-alunna per 1 anno a New York di Marta Arrighi La bandiera degli Stati Uniti è formata da 13 strisce orizzontali rosse e bianche e da un quadrante situato in alto dove sono raffigurate 50 stelle che rappresentano i 50 stati della confederazione; l’ultima stella è stata aggiunta nel 1960 con l’ingresso delle Hawaii. La prima apparizione della bandiera, allora con solo 13 stelle, è datata 3 settembre 1777, siamo nel Maryland durante la guerra di Indipendenza degli Usa dalla madrepatria Inghilterra. Incerta l’origine: c’è chi sostiene che sia una derivazione dello stendardo della Compagnie delle Indie Orientali. Di questo e molto altro si è parlato in classe con una giovane studentessa di Roè Volciano che ha trascorso un anno in America ed ora frequenta lo IULM a Milano (indirizzo “pubblicità”). Manuela Ferrari, questo il nome della ragazza, il 14 marzo 2015 è venuta nella nostra classe e ci ha raccontato della sua esperienza in lingua inglese; ci ha parlato delle sue difficoltà iniziali dovute ad una cultura diversa dalla nostra, ad una cucina completamente nuova. Un'esperienza davvero impegnativa spesa tra la necessità di doversi esprimere in lingua inglese e, soprattutto, la responsabilità di accudire i tre ”disperati figlioletti” della famiglia ospitante, americana, ma di lontana origine italiana. Anche per questo i genitori, (avvocato, il padre e giornalista, la madre) hanno scelto Manuela: volevano a tutti i costi che i figli apprendessero la lingua dei loro bis-nonni. Il primo periodo è stato difficile, ma ben presto la sua avventura si è rivelata per quello che è stata: una grande opportunità. Manuela – che da sempre frequenta il Gruppo Scout di Vobarno - ci ha trasmesso un messaggio molto chiaro che mi ha colpito molto: “con coraggio, voglia di fare e determinazione ogni traguardo è raggiungibile”. Nell'era della globalizzazione, è fondamentale conoscere l'inglese: primo requisito per confrontarsi con il mondo e, soprattutto, poter lavorare in un paese straniero. Condivido il valore di un'esperienza come quella di Manuela: studiare all’estero per imparare una lingua, fare un po’ di “gavetta“ nel mondo del lavoro ti consente di tornare a casa più ricca dal punto di vista umano. Brigitte: dalla Malaysia a Roè, nostra ospite gradita di Aurelia Locatelli La mia famiglia ha avuto l’occasione di ospitare per due mesi una ragazza, Brigitte Ang, che viene dalla Malaysia, un piccolo stato nel sud-est dell’Asia, situata vicino all’Indonesia e alle Filippine. La capitale una volta era Singapore fino a quando non divenne uno stato indipendente. Fu allora che il governo malese spostò la propria sede a Kuala Lumpur, la città dove si trovano le famose Petronas Twin Towers, in malese “Menara Petronas”, due torri gemelle alte 452 metri che costituiscono una delle più imponenti opere dell'ingegneria umana. Brigitte vive a Penang, precisamente a Butterwoth, all’incirca 4 ore di macchina, da Kuala Lumpur. È di etnia cinese e ci ha raccontato che in Malaysia convivono tre culture: cinese, indiana e malese. La lingua più utilizzata è l’inglese, ma Brigitte parla fluentemente anche malese e cinese. La religione più praticata è quella mussulmana, perché il governo lo impone ai cittadini di etnia malese, mentre lascia la possibilità di scegliere a tutti gli altri. Brigitte ha frequentato per due mesi il liceo scientifico “E. Fermi” di Salò. La prof.ssa Paoletti (insegnante di inglese) si è messa in comunicazione con i suoi docenti italiani ed ha organizzato l'incontro che si è tenuto nella nostra scuola (per le classi 3E e 3F) il 9 febbraio 2015. Durante l'intervento, Brigitte ci ha parlato della sua vita e della sua famiglia: ha due fratelli e una sorella maggiori che attualmente studiano in Minnesota, negli USA. Anche lei vorrebbe andare all’estero a studiare, ma il suo sogno non è l’America, bensì l’Australia. Ha comunque voluto provare, a soli 16 anni, ad allontanarsi per due mesi dalla sua famiglia, scegliendo l’Italia come meta perché famosa in campo artistico e culinario. E così è arrivata a casa mia. Sorge spontaneo il confronto tra cucina italiana e tradizione malese. Tra gli altri, c’è un frutto, il Durian, che non può essere esportato in altri paesi, (probabilmente per la puzza che emana) e rappresenta un richiamo per i turisti più arditi che desiderano cimentarsi in questa sfida: assaggiare il Durian. A molte persone il suo gusto risulta forte e sgradito, ma a molti altri invece piace. Un altro piatto tipico è il Roti Canai, che è una specie di “pane piatto” che va mangiato con una particolare salsa malese. E’ stata un’esperienza fantastica, che ci ha permesso di conoscere un’altra cultura e che mi ha consentito anche di migliorare l’apprendimento e la pratica della lingua inglese. E’ sorprendente come la “globalizzazione” abbia potuto favorire l'incontro tra due persone che hanno culture completamente differenti, come potremmo essere io e Brigitte, separate da migliaia di chilometri di terra e acqua, ma entrambe accomunate dalle mode e dalle “passioni” giovanili per il telefono, i social network, i negozi di vestiti o la musica. Questo “mondo globalizzato” sta lentamente cancellando le diversità culturali tra i popoli, facendoci diventare pian piano uguali. Talking with Megan Per le terze di Roè, il venerdì pomeriggio, l'opportunità di confrontarsi con una madrelingua inglese mettendo in pratica le competenze acquisite in questi anni di Elena Pelizzari Conoscere le lingue, viaggiare, fare nuove esperienze, sono cose importantissime e, cosa c’è di meglio per cominciare che “chiacchierare” con una madrelingua? Durante l’anno scolastico si è tenuto uno “speciale” corso d’inglese, proposto dalla professoressa Savina Paoletti in collaborazione con Mrs Megan Gaoso (madrelingua inglese, residente a Roè Volciano). Il corso ha permesso ai ragazzi interessati delle classi terze di dedicare alcuni momenti alla conversazione in inglese. Un'opportunità per affinare la pronuncia e sviluppare una maggiore padronanza nella comunicazione in inglese che, al giorno d'oggi, è la lingua universale. Nella prima parte dell'anno abbiamo curato la pronuncia e la lettura di testi che venivano letti e tradotti in classe, secondo le indicazioni CLIL (Geografia, Storia, Musica, Arte), ripresi da Megan e poi riletti, a turno, da tutti i partecipanti al corso. Nell'ultima parte dell'anno, invece, in vista dell’esame di Stato, per sviluppare la nostra abilità nella conversazione, Megan ci ha coinvolti chiedendoci di raccontare in maniera dettagliata e precisa qualche informazione riguardo alla nostra vita. Abbiamo descritto – per esempio – la nostra casa, non solo in generale, ma anche in maniera dettagliata, stanza per stanza. Il corso si è svolto il venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30 ed è stato molto utile. È stata un modo per mettere a frutto il risultato di quasi tre anni di studi, ci ha dato la possibilità di “applicare” quello che abbiamo imparato sui banchi di scuola ed è stato molto stimolante perché ha offerto a tutti gli studenti l'occasione di mettersi in gioco e di valutare le proprie potenzialità.