La società contemporanea e i processi di socializzazione Sociologia dell’Educazione Lezioni 14-21 aprile 2015 La socializzazione indica appunto il processo mediante il quale i nuovi nati diventano membri della società. (Bagnasco A., Barbagli M. Cavalli A., Corso di sociologia, il Mulino, Bologna 1997: p. 148) L’individuo tuttavia non nasce membro della società. Egli nasce con una predisposizione alla socialità, e diventa un membro della società. (Berger P., Luckmann T., La costruzione sociale della realtà, il Mulino, Bologna 1969: p. 179) - Viktor - il ‘bambino selvaggio’ di Aveyron (inizio dell’1800 in Francia) - Kamala, ragazza-lupo (1920, Calcutta, India) - Anne e Isabelle (USA, anni ’30) - Genie (novembre 1970 a Los Angelos) http://www.youtube.com/watch?v=dEnkY2iaKis Susan Curtiss (1977), Genie: a psycholinguistic study of a modern-day ‘wild child’, Boston, Academic Press - Chelsea (anni ‘70, California) Con il termine socializzazione si vuole indicare proprio questo processo complesso attraverso il quale l’individuo diventa un essere pienamente sociale, si integra (in modo più o meno completo) in un gruppo o in una comunità. (Sciolla L., Sociologia dei processi culturali, il Mulino, Bologna 2002: p. 219) Che cosa viene trasmesso? linguaggio, comportamenti, norme, valori, conoscenze, pratiche, routine, habitus, istituzioni Da chi? la famiglia, la scuola, il gruppo dei pari, le associazioni religiose, sportive ecc., i mezzi di comunicazione di massa, le situazioni di lavoro, la politica, … → le agenzie di socializzazione La socializzazione è il processo attraverso il quale il bambino inerme diviene gradualmente una persona consapevole di se stessa, preparata, in grado di utilizzare efficacemente le capacità specifiche della cultura in cui è nata. (Giddens A., Sociologia, il Mulino, Bologna 1991: p.68) I sociologi chiamano ‘socializzazione’ quel processo di sforzi profusi dei membri di una società che sono portatori dei suoi modi di vivere dominanti al fine di plasmare i comportamenti e i valori dei suoi membri meno integrati. (Brint S., Scuola e società, il Mulino, Bologna 2007: p.151) − − − − − apprendimento → appropriazione interiore dei significati e delle regole più generali che caratterizzano una società adattamento a varie strutture e relazioni nuove le competenze di base → le competenze specifiche filogenesi (processo di evoluzione della specie) ontogenesi (processo di sviluppo dell’individuo) norme e valori collettivi: la cultura in senso comune - psicologizzazione delle regole di comportamento → co-evoluzione delle strutture sociali e delle strutture psichiche → sviluppo delle forme di autocontrollo (Elias N., La civiltà delle buone maniere, il Mulino, Bologna 1982 – prima edizione nel 1936) - comportamenti sociali → atteggiamenti socialmente costruiti e trasmessi di generazione in generazione tramite i processi di socializzazione La domanda: perché gli individui aderiscono al patrimonio culturale della propria società? Due risposte teoriche: - teoria normativa (Talcott Parsons) - teoria coercitiva (Louis Althusser, Randall Collins) Teoria normativa (T. Parsons) - interiorizzazione delle norme e dei valori - consenso sui valori e sulle norme collettive - autorità morale → lo sviluppo di un sistema etico proprio Teorie coercitive - posizioni sociali degli individui sono differenziate → diversa collocazione a seconda della ineguale distribuzione delle risorse materiali e simboliche → disuguaglianze strutturali distributive e relazionali - il potere delle classi dominanti Teorie sullo sviluppo infantile e sulla socializzazione Il comportamentismo o i riflessi condizionati John Watson (1878-1958) - si può spiegare soltanto ciò che si osserva → gli stati della coscienza non sono empiricamente osservabili - metodologia delle scienze sociali → metodologia delle scienze naturali - la relazione STIMOLO → RISPOSTA come la relazione CAUSA → EFFETTO - l’esperimento con il piccolo Albert (1919) − − − “saper vivere” → le esperienze dalle comunicazioni precedenti positive e negative il concetto di RINFORZO che corrobora una data relazione → il meccanismo attraverso il quale la società opera il controllo sull’individuo Skinner: sequenze di rinforzi → specifiche esperienze individuali → esperienze collettive sedimentate nel tempo Il simbolismo sociale Charles Horton Cooley (1864-1929) - coscienza sociale del individuo: • autocoscienza (ciò che ciascuno pensa di se stesso) • coscienza sociale considerata nei suoi aspetti individuali (ciò che ciascuno pensa degli altri) • coscienza pubblica (l’insieme delle credenze e dei valori di una data società) - l’autocoscienza non precede la coscienza sociale → il concetto’ dell’io specchio (looking-glass self) (Human Nature and the Social Order, 1902) George Herbert Mead (1863-1931) “Mente, sé e società” (1934) - il significato di qualsiasi gesto → interpretato sulla base dei CODICI definiti e condivisi - interiorizzazione dei codici → relazione con gli altri - assunzione del ruolo dell’altro - la distinzione tra “Me” ed “Io” − − − l’Io → il bambino non socializzato → la risposta dell’organismo agli atteggiamenti altrui Me → il Sé socializzato (Self) → l’insieme organizzato degli atteggiamenti degli altri “Altro generalizzato” → l’insieme dei principi e dei modi di agire riconosciuti da tutti i membri di una data comunità Sigmund Freud (1856-1939) La psicoanalisi - Es, io, super-io (Id, Ego, Super-ego) - Le fasi dello sviluppo: • • • • • orale, anale, fallica, latente, genitale Erik Erikson (1902-1994) Il corso della vita Gli stadi dello sviluppo nel corso della vita • Infanzia → fiducia contro sfiducia (speranza) • Prima fanciullezza → autonomia/dubbio, vergogna (volontà) • Età del gioco → iniziativa/sensi di colpa (finalità) • Età scolare → industriosità/senso di inferiorità (competenza) • Adolescenza → identità/diffusione dell’identità (fedeltà) • Giovinezza → intimità/isolamento (amore) • Età adulta → generatività/stagnazione (cura) • Età senile I e II → integrità/disperazione e disprezzo (saggezza) Jean Piaget (1896-1980) Il costruttivismo - capacità infantile di dare il senso al mondo - gli esseri umani attraversano diversi stadi distinti di sviluppo cognitivo, vale a dire del processo attraverso cui imparano a PENSARE se stessi e il proprio ambiente. - ciascun stadio comporta l’acquisizione di nuove capacità e dipende dal riuscito completamento del precedente. Quattro stadi fondamentali I sensomotorio (0-2 anni): distinzione tra sé e l’ambiente non è chiara → comprensione di questa distinzione II preoperazionale (2-7 anni): linguaggio, rappresentazione simbolica, egocentrismo, incoerenza del dialogo III operazioni concrete (7-11 anni): situazioni empiricamente verificabili, calcolo, relazioni di causalità IV operazioni formali (11-15 anni): pensiero ipoteticodeduttivo Noam Chomsky (nato nel 1928) Le scienze cognitive - la cognizione è l’insieme delle abilità mentali, come la memoria, il linguaggio, la percezione, il ragionamento, nelle loro manifestazioni normali e/o patologiche. - le scienze cognitive sono fortemente sperimentali, più che partire da una teoria, partono dai risultati degli esperimenti per ricomporre gradualmente teorie nel lungo periodo. Costruttivismo sociale Alfred Schutz (1899-1959) – sociologia fenomenologica Il mondo della vita quotidiana ‘Mondo della vita quotidiana’ dovrà indicare il mondo intersoggettivo che esisteva da molto prima della nostra nascita, percepito e interpretato dagli altri, i nostri predecessori, come un mondo organizzato. Ora esso è dato alla nostra esperienza e alla nostra interpretazione. Ogni interpretazione di tale mondo è basata su un insieme di previe esperienze di esso, sulle nostre stesse esperienze e su quelle che abbiamo ereditato dai nostri genitori e insegnanti, le quali, nella forma di ‘conoscenze a disposizione’ funzionano come schema di riferimento. (Schutz A., Saggi sociologici, UTET, Torino, 1979.) - fenomenologia: “il soggetto non è semplicemente nel mondo, ma costituisce il mondo – si mostra alla coscienza all’interno delle categoria in cui essa lo inquadra” - processi di tipizzazione → riduzione della complessità del reale; tipi di cose; persone; situazioni; rappresentazioni della realtà, una sorta di classificazione - imparare a ‘tipizzare’ nei processi di socializzazione – condivisione con gli altri – fondamentale per l’interazione sociale - routine – ‘corsi di azione abitualizzati’ - vari ordini della realtà, sottouniversi, ‘provincie finite di significato’ → vita quotidiana come realtà per eccellenza: sospensione del dubbio, il pensiero del ‘dato per scontato’ (oggetti, fini e mezzi) - il senso comune come ‘il pensiero dell’ovvio’ → ‘pensare come al solito’ → costrutti tipici → ricette → ‘quello che ciascuno crede che tutti gli altri credono’ - credenze convalidate intersoggettivamente (Don Chisciotte e il problema della realtà, 1954); la crisi dello straniero. - realtà come costruzione sociale Berger P. e Luckmann T. La realtà come costruzione sociale (1966) - la sociologia fondata sulla sociologia della conoscenza quotidiana - combinazione di due prospettive sociologiche fondamentali: quella durkheimiana e quella weberiana - realtà oggettiva / interiorizzazione soggettiva - processi di oggettivazione / processi di socializzazione - formazione di abitudini, routine, istituzioni “… Una continua identificazione reciproca tra noi: non solo viviamo nello stesso mondo, ma partecipiamo l’uno nell’esistenza dell’altro … … L’individuo è un membro della società solo quando ha completato questo grado di interiorizzazione. Il processo ontogenetico attraverso cui ciò avviene è la socializzazione, che può, dunque, essere definita l’insediamento, completo e coerente, di un individuo nel mondo oggettivo di una società o di un suo settore.” La socializzazione “Socializzazione primaria è la prima socializzazione che un individuo intraprende nell’infanzia, attraverso la quale diventa un membro della società.” “Socializzazione secondaria è ogni processo successivo che introduce un individuo già socializzato in nuovi settori del mondo oggettivo della società.” (Berger P. e Luchmann T., La costruzione sociale della realtà, il Mulino, Bologna 1969: p. 180) Socializzazione primaria → produce un mondo tout court – IL MONDO BASE Socializzazione secondaria → i sottomondi istituzionali o fondati su istituzioni → realtà parziali caratterizzate dai componenti NORMATIVE, AFFETTIVE E COGNITIVE: acquisizione della conoscenza legata ad un RUOLO. I ruoli sociali Diverse posizioni sociali → status Status ascritti ↔ status acquisiti I status → carattere statico → etichetta di riconoscimento Il ruolo → comportamento legato ad un determinato status: “L’insieme di modi di agire che di una data società sono considerati caratteristici della condotta delle persone nell’esercizio di una particolare funzione.” (Rocher G., in Ghisleni M., Moscati R., Che cos’è la socializzazione?, Carocci, Roma 2002: p. 43) - ad ogni status corrispondono diversi ruoli → complesso /set di ruoli (T. Parsons) “Perché un sistema sociale funzioni in modo coerente è necessario che i suoi membri siano dotati di personalità, che hanno fatto propri i valori e le norme di una cultura comune.” (Jedlowski P. su Parsons in , Il mondo in questione, Carocci, Roma 2010: p. 221) - i ruoli → insiemi di comportamenti regolati da norme, attraverso i quali l'individuo agisce con gli altri → gli status - ruolo → carattere normativo, dimensione dinamica dello status - status → insieme dei ruoli che un individuo ricopre → posizione nella struttura sociale - reciprocità nella interazione degli “status-ruoli” → unità del sistema sociale → condivisione di simboli comuni - il concetto di istituzione → sottounità del sistema sociale che implicano più ruoli interagenti tra loro (famiglia, scuola …) - Talcott Parsons, Il sistema sociale, Comunità, Milano, 1981: il concetto delle variabili strutturali (pattern variables) Tipologia dei concetti detti “variabili strutturali” (pattern variables) per distinguere diversi tipi di ruoli: -ruoli universalistici → è richiesta l’applicazione delle regole generali al di là dei contesti e delle persone con cui si interagisce - ruoli particolaristici → i ruoli che si esercitano con l’instaurazione di rapporti speciali caso per caso Pattern variables – variabili strutturali ESPRESSIVE (Gemeinschaft/comunità) STRUMENTALI (Gesellschaft/società) attribuzione/ascrizione realizzazione/acquisizione diffusione specificità affettività neutralità particolarismo universalismo collettività individuo - conflitti di ruolo (Merton) - conflitti di valore tra diversi modelli sociali - empatia → mettersi nei panni degli altri - pluralismo dei mondi vitali → separazione della sfera pubblica e di quella privata - crisi dell’identità individuale dell’uomo moderno - Parsons: gerarchie dei ruoli in base delle priorità → azione razionale strumentale: scelta tra fini individuali e le aspettative sociali Interazionismo simbolico Blumer H., Garfinkel H. - capacità del singolo di immedesimarsi nella prospettiva del proprio simile → interpretazione delle aspettative - di conseguenza l’identità si presenta in quanto tendenzialmente imprevedibile e mutevole -Teoria di etichettamento - Goffman E.: l’identità come maschera → rappresentazione teatrale della realtà -l’identità → il tessuto connettivo che tiene insieme le diverse parti della personalità - distinzione tra CONCEZIONE DI SE’ (l’insieme dei valori e aspirazioni di fondo percepiti dall’individuo) e IMMAGINE DI SE’ (l’apparire in una data circostanza) -la crisi dell’individuo: incongruenza tra concezione di sé e l’immagine di sé (R. Turner 1968) - la crisi e la coerenza dell’uomo moderno (Berger, Berger, Kellner 1973): identità personale (concreta) ↔ identità sociale (anonima) - l’influenza della società nel consolidamento delle identità ‘incerte’ (donne, immigrati) → processi di etichettamento Modelli di socializzazione Diversi criteri: - appartenenza di classe (Kohn M.L., Società, classe, famiglia: una ricerca sui valori parentali nella società industriale, Angeli, Milano 1969) - appartenenza di genere - appartenenza etnica e/o culturale Processi di risocializzazione - immigrato, soldato, malato, passaggio di classe Appartenenza di classe - Robert Lynd e Helen Lynd – comunità di Middletown (1929) - Duvall E.M. (Conceptions of parenthood, 1946) - madri classe operaia: ordine e pulizia, obbedienza e rispetto - madri classe media: desiderio di imparare, fiducia in se stessi, felicità, rapporto collaborativo con i genitori Kohn M.L., Società, classe, famiglia: una ricerca sui valori parentali nella società industriale, Angeli, Milano 1969 Due aspetti: a. confronto USA – Italia (generalizzazione della correlazione appartenenza di classe – modello educativo) b. cause delle differenze classe media/classe operaia rispetto al tipo occupazionale dei genitori - Indice pluridimensionale di classe sociale: posizione professionale/l’occupazione/reddito/identificazione di classe Tre tempi di ricerca: - Washington 1956-57, 339 madri (classe media e operaia, bianca, figli di età 10-11 anni) + sottocaso di 82 famiglie, interviste a padri e figli; - Torino 1962-63 (Leonard Pearlin), 520 madri, 314 padri, nessun bambino; - Washington 1964, interviste stutturate a 3101 uomini senza restrizione rispetto alla razza, provenienza geografica, familiare Esiti della ricerca di Kohn - Classi medie (superiori): autonomia, indipendenza, autocontrollo, fiducia in sé stessi, auto-direzione (pensare a sé, prendere le proprie decisioni, essere flessibili); - Classe operaia: conformarsi alle regole esterne, ordine, obbedienza all’autorità, etero-direzione; Sistema dei premi e delle punizioni - Classi medie: penalizzare le intenzioni più che punire le conseguenze dell’azione; premio dell’impegno piuttosto che il risultato; il fine: interiorizzazione delle norme invece dell’conformarsi ad esse; adesione alle norme di gruppo: individualismo (contesto professionale lavorativo) - Classi operaie: sanzione per le conseguenze dell’azione, punizioni e non premi, punizioni fisiche; il fine educativo: rispetto per l’autorità e l’obbedienza verso chi lo esercita; adesione alle norme di gruppo: solidarietà (contesto professionale lavorativo) Altre ricerche Alwin D.F. (1984): USA 1958-1983 - appartenenza di classe in declino; cresce l’influenza del livello di istruzione dei genitori; Kohn 1977 -il ruolo delle donne nel mercato di lavoro; separazione del livello di istruzione e la posizione professionale; Ricerca dell’Università di Torino e l’Università di Bologna “Il cambiamento dei valori, dei processi di socializzazione e dell’identità tra i giovani italiani” (Prof.ssa L. Sciolla) - Le regole della vita familiare: differenze di classe, background culturale e di genere (Ricucci R., Torrioni P.M., 2004) Alcuni dati della ricerca italiana del 2004 Raccolta dati: 1. questionari somministrati a tre campioni diversi: - 2000 giovani a livello nazionale, italiani, maschi e femmine, età 16-29; - 500 giovani residenti a Torino - 500 giovani residenti nella provincia di Torino 2. fase: a. indagine qualitativa – interviste in profondità ai nuclei familiari (genitori e figli separatamente) b. focus groups con gli adulti (genitori e insegnanti) e i ragazzi Rispetto alla ricerca di Kohn: - questionario somministrato ai figli - livello di istruzione separato dalla posizione professionale - l’appartenenza di classe definita combinando il tipo di occupazione sia della madre sia del padre Obiettivi d’indagine: - la correlazione tra l’appartenenza di classe e il sistema normativo - la correlazione tra le regole impartite e il livello culturale dei genitori - focus sulla convivenza familiare quotidiana – regole pratiche stabilite in famiglia - relazione tra il background economico-culturale dei genitori, genere e tipo di regole Concezione di ‘autorità’ di Erich Fromm: struttura dell’autorità familiare: assoluta, normale, mancanza di autorità, ribellione/distacco Socializzazione primaria − primi anni di vita − inevitabilità (i genitori non si possono scegliere), positività (rassicurazione, fiducia, gratificazione) − identificazione della “casa propria” − identificazione con i modelli rappresentanti degli adulti → “l’altro significativo” → componenti emotive → sviluppo della personalità di base (identità) − progressivo riconoscimento della rilevanza dei comportamenti e atteggiamenti (ruoli) di importanza generale → “altro generalizzato” − collocazione dell’individuo dentro la dimensione sociale complessivamente intesa − formazione della personalità di base dell’individuo Socializzazione secondaria − il primo ingresso del bambino / bambina nell’ambito scolastico − adeguamento dell’individuo alle diverse realtà sociali con le quali interagisce, teoricamente senza fine − processi di interiorizzazione dei contesti istituzionali – identificazione con i nuovi ruoli − nella scuola il bambino è definito per quello che fa → relazione tra la identità personale e l’identità sociale (Cavalli) − transizione da una realtà ad altra → “riti di passaggio” → momenti di crisi − l’implicazione affettiva diminuisce (tranne nei casi come il matrimonio) − riconoscimento per la funzione istituzionale → anonimità del ruolo Agenti tradizionali della socializzazione: famiglia e scuola - gruppi identificabili e istituzionalizzati come famiglia e scuola ↔ strumenti di socializzazione che si rivolgono a tutta la comunità come la radio e la TV - classificazione per le finalità: socializzazione diretta e indiretta -classificazione per età dei gruppi di riferimento: istituzioni e gruppi sociali che si rivolgono a individui di età eterogenea oppure a gruppi di età omogenea - classificazione di Rocher: incrocio delle variabili di età (eterogenee/omogenee) e dello scopo esplicito (con o senza) Famiglia - legami affettivi / linguaggio/ valori, norme, regole - la parte intenzionale / la parte inconscia T. Parsons: - dalla passività infantile → all’attività adulta - stadio di dipendenza → stadio dell’indipendenza - mancanza di conoscenza e di controllo sulle conseguenze dell’agire → sviluppo e aumento progressivo dei sistemi di controllo - l’agenzia in cui si rigenera la motivazione alla partecipazione sociale, controllo delle tensioni -tre dimensioni di trasformazione: a. la famiglia coniugale - riduzione dei possibili modelli di adulto; b. dai compiti di produzione a quelli di consumo; c. progressiva delega dei compiti alle agenzie esterne. - la famiglia → luogo di mediazione e di riconduzione ad unità dei messaggi esterni, ma anche il luogo di scontro tra i modelli culturali diversi Scuola - acquisizione delle competenze per svolgere un ruolo sociale adulto - codici e procedure → prestazione e strumentalità a differenza della famiglia (gratuità e espressività) - figura dell’insegnante → ruolo specifico / caratteristiche oggettive di competenza → dipendenza da un’autorità impersonale - indicazione degli obiettivi di apprendimento da raggiungere e mezzi adeguati per loro acquisizione - valutazione delle prestazioni → riconoscimento positivo o negativo - presenza di altri coetanei → confronto / cooperazione /competizione - principi di autorità, prestazione, competizione, cooperazione - costruzione dell’identità e dell’immagine del sé → forte influenza nel processo di sviluppo del soggetto Talcott Parsons: scuola elementare: - il primo contatto dell’individuo con le norme universali - procedimento di acquisizione dei risultati attraverso performances -contatto con gli adulti non-membri della famiglia e con dei coetanei -Pombeni: compito centrale della scuola è di “dare una struttura ai pensieri e alle azioni di una persona” - presa di coscienza delle risorse e dei limiti personali → competenze e abilità - il proprio ‘saper fare’ → giudizio su di sé come persona → livello di aspirazione e di autostima - successo e insuccesso in aula scolastica → formazione della personalità - schemi interpretativi di positivo/piacevole/giusto/meritevole → influenzati dal ‘habitus sociale’ → contesto familiare - ‘disagio adolescenziale’ Socializzazione indiretta: mass media, gruppo dei pari, religione Mass media Ribolzi, 1993: i principali caratteristiche dei messaggi provenienti dai mezzi di comunicazione di massa: - si basano su un coinvolgimento emotivo che non comporta i giudizi di valore ma mira a suscitare stati d’animo o comportamenti di consumo o di partecipazione sociale o di adesione politica, su basi in buona parte irrazionali - non comportano l’interazione / non stimolano i soggetti ad interloquire, verificare, formulare domande - esercitano un effetto complessivamente passivizzante, scoraggiano lo spirito critico e le capacità di scelta Il gruppo dei pari - simmetria e parità / assenza delle gerarchie / solidarietà ↔ competizione - dimensioni di analisi in base a: scopo/genere di rapporti/scambi che mettono in atto/frequenza delle interazioni Gruppi informali dei coetanei → forme spontanee di aggregazione; sedi di frequentazione; uso del tempo libero, l’intreccio delle comunicazioni, scambio delle esperienze - riconoscimento dell’omogeneità → differenziazione dal mondo esterno; leadership accertate – figure del capo-gruppo Gruppi formali → nate in base a scopi differenti; attività sono finalizzate; la figura dell’adulto-leader - il gruppo: luogo di apprendimento, sperimentazione, controllo dell’azione individuale → costruzione di un’immagine di sé Religione - cerimonie e riti → rafforzamento dell’identità collettiva → l’appartenenza alla comunità - fattore di mutamento sociale Socializzazione in età adulta: lavoro, famiglia, politica Lavoro → cinque funzioni latenti - strutturazione del tempo quotidiano - regolari esperienze significative di interazione sociale - agire sul proprio ambiente - diretta connessione tra mete individuali e scopi sociali - definizione dello status sociale e dell’identità personale Effetti prodotti dalla mancanza di lavoro → deprivazione psicologica (Pugliese 1986) Lavoro adolescenziale → passaggio all’età adulta