“Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa
sinfonia “ [...] D. PENNAC, Diario di scuola
(approvato con delibera del Collegio dei docenti n. 49 del 15/12/2014)
FINALITA’
Questo documento è il protocollo di accoglienza di Istituto e costituisce le linee guida di
informazione, riguardanti l’accoglienza e l’inserimento ottimale degli alunni che presentano
Disturbi Specifici di Apprendimento.
QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
Normativa di riferimento generale
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Legge 517/77 art.2 e 7: integrazione scolastica, individualizzazione degli interventi
Legge 59/97 : autonomia scolastica
DPR 275/99 art.4: autonomia didattica
Legge 59/03: personalizzazione del percorso scolastico
Normativa di riferimento specifica
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Nota MIUR del 5.10.04: iniziative relative alla dislessia strumenti compensativi e
dispensativi
Nota MIUR del 5.01.2005: iniziative relative alla dislessia, utilizzo degli strumenti
dispensativi e compensativi anche in presenza di diagnosi
Nota MIUR del 1.03.2005: esami di Stato 2004/2005
Nota MIUR del 27.07.05: integrazione scolastica
C.M. 10.05.2007: disturbi di apprendimento compensazione orale della lingua/e non
materna
DPR n.122 del 22.05.09: Valutazione degli alunni con DSA
L.R. del Veneto n.16 del 4.03.2010: Interventi a favore di persone con disturbi
dell’apprendimento scolastico
L. n.170 dell’8.10.2010: Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in
ambito scolastico
Nota MIUR del 26.05.11: Diagnosi alunni con DSA precedente all’entrata in vigore della L.
n.170 dell’8.10.2010
O.M. N.42 del 6 maggio 2011(art.12 comma 8):istruzioni e modalità organizzative per gli
esami di stato.
LEGGE 8 ottobre 2010 , n. 170 “Linee-guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti
con Disturbi specifici di Apprendimento”.
Premessa
La legge 8 ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi
Specifici di Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare
le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché alunni e studenti con DSA possano raggiungere il
successo formativo.
Per la peculiarità dei Disturbi Specifici di Apprendimento, la Legge apre, in via generale, un ulteriore canale di tutela
del diritto allo studio, rivolto specificamente agli alunni con DSA, diverso da quello previsto dalla legge 104/1992.
Infatti, il tipo di intervento per l’esercizio del diritto allo studio previsto dalla Legge si focalizza sulla didattica
individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure dispensative e su adeguate forme di
verifica e valutazione.
A questo riguardo, la promulgazione della legge 170/2010 riporta in primo piano un importante fronte di riflessione
culturale e professionale su ciò che oggi significa svolgere la funzione docente. Le Nuove norme in materia di disturbi
specifici di apprendimento in ambito scolastico sollecitano ancora una volta la scuola - nel contesto di flessibilità e di
autonomia avviato dalla legge 59/99 – a porre al centro delle proprie attività e della propria cura la persona, sulla base
dei principi sanciti dalla legge 53/2003 e dai successivi decreti applicativi: “La definizione e la realizzazione delle
strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e complessità di ogni persona, della sua
articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. “In
tale contesto, si inserisce la legge 170/2010, rivolta ad alunni che necessitano, oltre ai prioritari interventi di didattica
individualizzata e personalizzata, anche di specifici strumenti e misure che derogano da alcune prestazioni richieste
dalla scuola. Per consentire, pertanto, agli alunni con DSA di raggiungere gli obiettivi di apprendimento, devono essere
riarticolate le modalità didattiche e le strategie di insegnamento sulla base dei bisogni educativi specifici, in tutti gli
ordini e gradi di scuola.
Le Linee guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche, per
realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per
applicare le misure dispensative. Esse indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche
e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.
Il documento presenta la descrizione dei Disturbi Specifici di Apprendimento, amplia alcuni concetti pedagogicodidattici ad essi connessi e illustra le modalità di valutazione per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con
DSA nelle istituzioni scolastiche e negli atenei. Un capitolo è poi dedicato ai compiti e ai ruoli assunti dai diversi
soggetti coinvolti nel processo di inclusione degli alunni e degli studenti con DSA: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie, atenei.
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO
I Disturbi Specifici di Apprendimento interessano alcune specifiche abilità dell’apprendimento scolastico, in un
contesto di funzionamento intellettivo adeguato all’età anagrafica. Sono coinvolte in tali disturbi: l’abilità di lettura, di
scrittura, di fare calcoli. Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica:
dislessia (lettura), disgrafia e disortografia (scrittura), discalculia (calcolo).
Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso tempo hanno matrice
evolutiva e si mostrano come un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso interventi mirati.
Posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, infatti, il discente può raggiungere gli obiettivi di
apprendimento previsti. E’ da notare, inoltre (e ciò non è affatto irrilevante per la didattica), che gli alunni con DSA
sviluppano stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a seguito del disturbo.
2.OSSERVAZIONE IN CLASSE
I Disturbi Specifici di Apprendimento hanno una componente evolutiva che comporta la loro manifestazione come
ritardo e/o atipia del processo di sviluppo, definito sulla base dell’età anagrafica e della media degli alunni o degli
studenti presenti nella classe.
Alcune ricerche hanno inoltre evidenziato che ai DSA si accompagnano stili di apprendimento e altre caratteristiche
cognitive specifiche, che è importante riconoscere per la predisposizione di una didattica personalizzata efficace.
Ciò assegna alla capacità di osservazione degli insegnanti un ruolo fondamentale, non solo nei primi segmenti
dell’istruzione - scuola dell’infanzia e scuola primaria - per il riconoscimento di un potenziale disturbo specifico
dell’apprendimento, ma anche in tutto il percorso scolastico, per individuare quelle caratteristiche cognitive su cui
puntare per il raggiungimento del successo formativo.
3. LA DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA E PERSONALIZZATA STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE
DISPENSATIVE
La Legge 170/2010 dispone che le istituzioni scolastiche garantiscano «l’uso di una didattica individualizzata e
personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari del
soggetto, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate».
I termini individualizzata e personalizzata non sono da considerarsi sinonimi. In letteratura, la discussione in merito è
molto ampia e articolata. Ai fini di questo documento, è possibile individuare alcune definizioni che, senza essere
definitive, possono consentire di ragionare con un vocabolario comune.
E’ comunque preliminarmente opportuno osservare chela Legge 170/2010 insiste più volte sul tema della didattica
individualizzata e personalizzata come strumento di garanzia del diritto allo studio, con ciò lasciando intendere la
centralità delle metodologie didattiche, e non solo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative per il
raggiungimento del successo formativo degli alunni con DSA.
“Individualizzato” è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo, che diviene
“personalizzato” quando è rivolto ad un particolare discente.
Più in generale - contestualizzandola nella situazione didattica dell’insegnamento in classe - l’azione formativa
individualizzata pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le
metodologie in funzione delle caratteristiche individuali dei discenti, con l’obiettivo di assicurare a tutti il
conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, comportando quindi attenzione alle differenze individuali
in rapporto ad una pluralità di dimensioni.
L’azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le
proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente, essendo strettamente legata a quella
specifica ed unica persona dello studente a cui ci rivolgiamo.
Si possono quindi proporre le seguenti definizioni. La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero
individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche
nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate
nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro
scolastico consentite dalla normativa vigente.
La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo
59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni
educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo
qualitativo; si può favorire, così, ’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue
‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica
personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere
le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.),
l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di
promuovere un apprendimento significativo.
La sinergia fra didattica individualizzata e personalizzata determina dunque, per l’alunno e lo studente con DSA, le
condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento.
La Legge 170/2010 richiama inoltre le istituzioni scolastiche all’obbligo di garantire «l’introduzione di strumenti
compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative
da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere».
Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta
nell’abilità deficitaria.
Essi sollevano l’alunno o lo studente con DSA da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro
facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e i docenti - anche sulla
base delle indicazioni del referente di istituto -avranno cura di sostenerne l’uso da parte di alunni e studenti con DSA.
Tra i più noti, si citano:
•
Tavola pitagorica;
•
Tabella delle misure, delle formule geometriche, fisiche, chimiche, …;
•
Calcolatrice;
•
Registratore
•
Computer dotato di programmi di video-scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale;
•
Carte geografiche e storiche;
•
Lettura ad alta voce delle consegne;
•
Concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento delle prove scritte e per lo studio a casa;
•
Strutturazione delle verifiche scritte con prevalenza di quesiti a risposta multipla, di vero/falso, a risposta
sintetica e/o a completamento (qualora l’alunno/a abbia mostrato di essere agevolato/a da tali modalità);
•
Assegnare per casa un numero di esercizi adeguato ed eventualmente ridotto;
•
Interrogazioni programmate, col frazionamento in più parti dell’argomento da trattare;
•
Utilizzo di schemi, tracce, mappe mentali e concettuali, parole chiave a sostegno della memorizzazione, per
favorire l’apprendimento e per sviluppare la comunicazione e l’ascolto (anche in sede di interrogazione);
•
Consegnare sintesi già predisposte degli argomenti trattati;
•
Utilizzo di Internet ed enciclopedie multimediali (ad esempio, per realizzare le ricerche), libri in formato
digitale
•
Adozione di una didattica di tipo cooperativo (cooperative learning) e fra pari (peer education);
•
Qualora i risultati delle prove scritte siano incompleti o negativi, offrire all’alunno/a la possibilità di recupero
attraverso un’interrogazione orale, concordata nei tempi e nei contenuti.
Le misure dispensative sono invece interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune
prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento. Per
esempio, non è utile far leggere a un alunno con dislessia un lungo brano, in quanto l’esercizio, per via del disturbo, non
migliora la sua prestazione nella lettura.
D’altra parte, consentire all’alunno o allo studente con DSA di usufruire di maggior tempo per lo svolgimento di una
prova, o di poter svolgere la stessa su un contenuto comunque disciplinarmente significativo ma ridotto, trova la sua
ragion d’essere nel fatto che il disturbo li impegna per più tempo dei propri compagni nella fase di decodifica degli
Items della prova. A questo riguardo, gli studi disponibili in materia consigliano di stimare, tenendo conto degli indici
di prestazione dell’allievo, in che misura la specifica difficoltà lo penalizzi di fronte ai compagni e di calibrare di
conseguenza un tempo aggiuntivo o la riduzione del materiale di lavoro. In assenza di indici più precisi, una quota del
30% in più appare un ragionevole tempo aggiuntivo.
L’adozione delle misure dispensative, al fine di non creare percorsi immotivatamente facilitati, che non mirano al
successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, dovrà essere sempre valutata sulla base dell’effettiva
incidenza del disturbo sulle prestazioni richieste, in modo tale, comunque, da non differenziare, in ordine agli obiettivi,
il percorso di apprendimento dell’alunno o dello studente in questione.
Esempi:
•
Dispensa dalla lettura ad alta voce davanti alla classe, dalla scrittura veloce sotto dettatura, dalla scrittura alla
lavagna, dall’utilizzo del dizionario, dallo studio mnemonico delle tabelline e delle definizioni;
•
•
•
•
•
•
Dispensa dalla scrittura di appunti (per chi ha un DSA si tratta di un compito cognitivo, non automatico, quindi
impedisce l’effettuazione simultanea dell’altro compito cognitivo di comprensione di quanto spiegato);
Richiedere l’utilizzo corretto delle forme sintattiche piuttosto che l’acquisizione teorica delle stesse;
Dispensa, ove indicato espressamente dallo specialista, dallo studio della lingua straniera in forma scritta e
comunque privilegiare le prove orali;
Valutazioni delle prove scritte e orali che tengano conto del contenuto, senza insistere sugli errori ortografici, e
non della forma;
Non sottolineatura degli errori spazio-temporali (come la trascrizione sul diario dei compiti nel giorno
sbagliato o il disordine nella tenuta dei quaderni), in quanto non sono imputabili a distrazione o a pigrizia, ma
al disturbo specifico;
Dispensa dallo studio di materiale manoscritto e assoluta preferenza per quello stampato o in formato digitale.
DEFINIZIONE
Con il termine Disturbi Specifici di Apprendimento,convenzionalmente identificati con l’acronimo
DSA si descrivono più profili neuropsicologici ad insorgenza in età evolutiva accomunati dalla
presenza di una significativa difficoltà nell’acquisire e padroneggiare uno o più processi relativi
alla lettura,alla scrittura e/o calcolo.
Sulla base dell’abilità interessata dal disturbo, i DSA assumono una denominazione specifica:
quotidiana.
DISLESSIA: si manifesta con difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione
dei segni linguistici, ovvero nella rapidità della lettura);
DISGRAFIA: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione
grafica del segno;
DISORTOGRAFIA: un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi
linguistici di transcodifica;
DISCALCULIA: un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del
calcolo e dell'elaborazione dei numeri.
Secondo le ricerche attualmente più accreditate, i DSA sono di origine neurobiologica; allo stesso
tempo hanno matrice evolutiva e si mostrano con un’atipia dello sviluppo, modificabili attraverso
interventi mirati. Gli alunni con DSA ,infatti,sviluppano stili di apprendimento specifici,volti a
compensare
le
difficoltà
incontrate
a
seguito
del
disturbo.
Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia possono sussistere separatamente o insieme.
I CAMPANELLI D’ALLARME
I bambini con DSA possono avere difficoltà nel memorizzare i giorni della settimana, i mesi in
ordine; spesso non ricordano la loro data di nascita, il Natale, le stagioni; a volte confondono la
destra con la sinistra e non hanno un buon senso del tempo; possono avere difficoltà
nell’organizzazione del tempo; possono manifestare difficoltà nel sapere che ore sono e nel
leggere l’orologio. Possono mostrare alcune difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i
bottoni; possono evidenziare problemi attentivi e di concentrazione o essere molto vivaci.
Generalmente hanno problemi di memoria a breve termine. La lettura può apparire molto lenta o
molto scorretta.
La comprensione del testo letto è spesso ridotta. A volte, soprattutto nel caso dei bambini più
grandi, è difficile accorgersi dei problemi di velocità e correttezza nella lettura. Per questo è
importante, ogni volta che si ha un sospetto, inviare il bambino a valutazione da un esperto per
effettuare una diagnosi.
DISTURBO SPECIFICO DI LETTURA
L’alunno può presentare alcune delle seguenti condizioni:
‹ Legge lentamente, con fatica e quasi con sofferenza
‹ Commette errori di decodifica delle parole soprattutto scambiando l’ordine delle lettere o
delle sillabe o modificando l’ordine di lettura (anziché procedere da sinistra verso destra e
dall’alto verso il basso, legge “random”)
‹ Dimostra una grande differenza nel livello di comprensione di uno stesso testo a seconda che
lo legga lui o che e gli venga letto. Legge (scrive) spezzando le parole (ba nana anziché
banana) smarrendone il senso
‹ Ha difficoltà ad identificare e ripetere i fonemi che compongono una parola (e non soltanto
per digrammi, trigrammi, suoni dolci e duri, ecc.)
‹ Ha difficoltà a ricordare parole anche ben conosciute
‹ Ha difficoltà generali con tutto ciò che è scritto (siano numeri siano lettere)
‹ Legge più facilmente parole dotate di senso piuttosto che parole inventate o gruppi di lettere
casuali
‹ Sostituisce le parole brevi tra loro confondendole (soprattutto le congiunzioni e le
preposizioni)
‹ Confonde nella lettura grafemi di forma simile o diversamente orientati (p;b;q;d – m;n – a;e)
‹ Confonde nella lettura suoni omologhi e simili (F-V;T-D;P-B;C-G;L-R;M-N;S-Z)
‹ Leggendo omette parti di parole, a volte anche interi gruppi di sillabe
‹ Può leggere due volte la stessa lettera o la stessa sillaba (cavovolo anziché cavolo)
‹ Per aiutarsi tende a “indovinare” le parole dopo averne letto soltanto l’inizio
DISTURBO SPECIFICO DEL CALCOLO
L’alunno può presentare alcune delle seguenti condizioni:
‹ Ha difficoltà nell’ordine delle cifre (per cui legge o scrive indifferentemente 15 o 51), nella
quantità (se si forniscono disegni confusi può non riuscire a contare correttamente anche se la
quantità è limitata) e nell’allineamento dei numeri, soprattutto in colonna
‹ Ha difficoltà a comprendere il valore di posizione delle cifre sia come scrittura posizionale
sia come “cambio” ed “equivalenza”
‹ Impara più facilmente a numerare progressivamente (1-2-3-4-5) che regressivamente (5-4-32-1) o a contare per gruppi (ad esempio contare per due partendo da 1: 1-3-5-7-9)
‹ Ha difficoltà a porre nella giusta sequenza le informazioni o gli eventi, i numeri, le
operazioni in riga con accanto l’operazione in colonna, legge/scrive i numeri in ordine diverso
da come sono scritti,ecc.
‹ Ha difficoltà ad eseguire correttamente le sequenze operative connesse con il calcolo,
soprattutto in colonna e con il cambio, sia nelle operazioni sia nelle misure e nelle monete
‹ Ha difficoltà nel comprendere le frazioni ed i sistemi numerici diversi dai numeri naturali
‹ Ha difficoltà a distinguere le diverse strutture grafi che sottendono l’esecuzione delle
operazioni, soprattutto in colonna (p.e. capire qual è la struttura della moltiplicazione
distinguendola da quella dell’addizione)
‹ Può avere difficoltà a descrivere linguisticamente le fasi operatorie 5 che esegue nei processi
matematici (calcolo, risoluzione di problemi, ecc.)
‹ Può avere difficoltà a comprendere l’organizzazione del tempo
‹ Può avere difficoltà nell’organizzazione dello spazio fisico (il suo spazio di vita, il banco,
ecc.) sia dello spazio del foglio
‹ Confonde numeri con forme simili (3e 8, 6 e 9, 7 e 4, 2 e 5, ecc.) per questo può avere
problemi con l’uso della calcolatrice oltre che nella scrittura manuale e anche ovviamente
nella lettura dei numeri stessi
‹ Può avere difficoltà con l’uso del denaro, a comprendere i resti o l’uso di monete diverse
(equivalenza e cambio)
‹ Può avere difficoltà a memorizzare la tavola pitagorica, le formule ed i fatti aritmetici in
genere, a fare i calcoli a mente, ecc.
‹ Può avere difficoltà nel riconoscere i segni e i simboli connessi con la matematica.
‹ Può avere difficoltà a memorizzare le procedure collegate alle sequenze temporali (ad es.
non riuscire a comprendere cosa deve moltiplicare prima e cosa dopo per eseguire
correttamente una operazione in colonna)
‹ Leggendo i numeri, commette errori equivalenti a quelli sopra indicati a proposito delle
parole
DISTURBO SPECIFICO DELLA SCRITTURA:
DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA
L’alunno può presentare alcune delle seguenti condizioni:
‹ Presenta una grafia illeggibile sia con il corsivo sia con lo stampato minuscolo
‹ Mescola diversi tipi di caratteri nella stessa parola (inizia in corsivo, inserisce una lettera in
stampato maiuscolo, poi una in stampato minuscolo), inserisce maiuscole e minuscole a caso,
scrive nella stessa parola lettere più grandi e più piccole (anche di molto), presenta irregolarità
nella forma delle lettere, il tratto sembra tremolante, in alcuni punti la mano preme molto sul
foglio e in altri quasi per niente, e così via
‹ Non scrive le lettere finali delle parole, omette parole intere soprattutto se brevi, come le
congiunzioni e le preposizioni, i suffissi e i prefissi, unisce parole tra loro omettendone parti
‹ Scrive (legge) spezzando le parole (ba nana anzichè banana) e quindi smarrendone il senso
‹ Scrivendo assume una postura bizzarra, tiene la mano sul foglio in modo inconsueto e tiene il
foglio in modo non idoneo
‹ Ha difficoltà a dire a voce il giusto ordine in cui deve porre le lettere per formare una parola
‹ Fatica a copiare sia dalla lavagna sia da un altro foglio ed è comunque molto lento e impreciso
‹ Non è capace di organizzare correttamente lo spazio del foglio
‹ Può avere problemi con le sequenze sia delle lettere nella parola sia delle parole nelle frasi sia
delle frasi nel periodo; può avere problemi con le sequenze temporali e raccontare prima qualcosa
che va dopo e viceversa
‹ Usa una punteggiatura “random”, non collegata all’espressività e al senso, oppure non la usa
affatto
‹ Nel tratto di matita o di penna ha difficoltà ad effettuare il cambio di direzione (punto in cui la
matita si ferma e cambia direzione formando un angolo e non una curva)
‹ Non riesce a copiare dalla lavagna perché rovescia e mescola lettere e parole.
‹ Non rispetta nella scrittura l’ordine da sinistra a destra dall’alto verso il basso ma procede nello
spazio del foglio in modo casuale, a volte finendo per uscire dal foglio scrivendo sul tavolo
‹ Il movimento della mano non è armonico ma a scatti
‹ Ha difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici:
confusione tra fonemi simili; tra grafemi simili; omissioni; inversioni
‹ Ha difficoltà a scrivere che si evidenziano soprattutto nella scrittura manuale e che si
attenuano con l’uso del computer.
Principi a cui si ispira il presente protocollo:
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Valorizzazione delle diversità;
Promozione delle potenzialità;
Successo formativo;
Attenzione ai ritmi individuali di apprendimento;
Flessibilità organizzativa e individualizzazione dei percorsi formativi;
Educazione di tutti gli studenti a conoscenza, comprensione e rispetto delle diversità.
Diagnosi
Le procedure per arrivare alla diagnosi di DSA è a cura delle famiglie. Una accurata diagnosi
dei disturbi di apprendimento è necessaria per distinguere questo disordine da altre potenziali
cause dei problemi rilevati. Infatti una accurata diagnosi è fondamentale per consentire lo
sviluppo di interventi specializzati a casa, a scuola e nella comunità. Essa deve comprendere
raccomandazioni, suggerimenti ed indicazioni, basate sui punti di forza e sulle difficoltà del
bambino, per orientare correttamente ogni successiva azione che riguardi le competenze
scolastiche, le strategie di compensazione e di auto-aiuto, unitamente ai cambiamenti necessari a
casa, a scuola, nella comunità.
‹ La diagnosi da consegnare alla scuola si può avere tramite un Centro di neuropsichiatria, pubblico
(ASP e Centri convenzionati) o privato.
‹ Generalmente la diagnosi può essere fatta intorno agli 8 anni, prima si può avere solo una lettera
per poter capire se si ha di fronte un bambino con problemi di apprendimento, nella quale comunque
potrebbero consigliare di iniziare delle terapie specifiche.
‹ A 8 anni il bambino potrà fare dei test più approfonditi, per meglio definire i suoi problemi.
‹ L’équipe, di solito composta da una logopedista e un neuropsichiatra, fa diversi test specifici
(schede di lettura, di comprensione, di calcolo ecc.) per evidenziare i problemi, quindi viene
rilasciata una diagnosi.
‹ La diagnosi, sia fatta tramite Asl che tramite centri privati, ha lo stesso valore per la scuola
(nota ministeriale 26/A74 del 5/1/2005).
La consegna della diagnosi alla scuola
La diagnosi deve essere consegnata in segreteria con una lettera di accompagnamento (in due
copie) da parte della famiglia e fatta protocollare, attestando così ufficialmente che la scuola ha
ricevuto la documentazione. Nella lettera andrà specificato che si richiede l’adozione degli
accorgimenti previsti dalla normativa.
Il numero di protocollo deve essere messo sia sulla copia che viene depositata, sia su quella che
resterà in possesso della famiglia. Inoltre è opportuno chiedere un colloquio con il Dirigente o
con il referente per i DSA.
Azioni della scuola per arrivare ad una diagnosi precoce
Dall’a. s. 2014/15 la nostra scuola usa la piattaforma multimediale per la valutazione e la Gestione
interattiva delle abilità di apprendimento (GiADA).
GiADA (Gestione Interattiva delle Abilità Di Apprendimento) è una piattaforma, gestita dal centro
studi Erickson, per la valutazione e l’intervento nelle abilità e nelle difficoltà di apprendimento
della lettura, scrittura e calcolo. GiADA è stata progettata per rispondere alle specifiche esigenze
della legge 170/2010 sui DSA e in particolare del comma 3 dell’art. 3 per supportare la scuola nel
realizzare iniziative di identificazione precoce e di individuazione degli indici di rischio delle
difficoltà di apprendimento; GiADA è inoltre in linea con la recente Circolare Ministeriale n. 8
Prot. 561 del 6 marzo 2013 sui Bisogni Educativi Speciali.
La volontà del nostro istituto di munirsi di uno strumento come quello di GiADA è dettatata dal
considerare assolutamente necessario attrezzarsi di strumenti capaci di consentire una valutazione
accurata del livello di padronanza delle abilità degli alunni e successivamente di proporre materiali
per un intervento didattico mirato. Del resto questa logica è stata recentemente raccomandata dallo
Schema di Decreto Interministeriale «Linee Guida per la predisposizione dei protocolli regionali per
le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA in ambito scolastico», che può essere
sintetizzata nei seguenti tre punti:
1. individuazione degli alunni a rischio di DSA;
2. attivazione di un percorso didattico mirato a piccoli gruppi o al singolo bambino;
3. segnalazione per una consultazione diagnostica per i bambini resistenti all’intervento didattico.
La prima somministrazione delle prove verrà eseguita da un insegnante referente di progetto, che
concorderà tempi e modalità con ogni insegnante di classe, e verrà condotta mediante strumenti
carta-matita e/o informatizzati. La valutazione del livello di sviluppo di un’abilità nel singolo
alunno e/o nella classe consentirà di proporre laboratori didattici con materiali mirati ai reali bisogni
dell’alunno e/o della classe e direzionati verso il recupero e/o il potenziamento delle abilità (se le
prestazioni degli alunni sono prevalentemente positive).
Al termine dello svolgimento dei laboratori didattici, verranno riproposte prove di valutazione che
consentiranno di valutare l’eventuale modificazione delle condizioni individuali e di classe emerse
inizialmente e che rappresenteranno un utile indicatore delle specificità delle difficoltà incontrate
dagli alunni e dei progressi ottenuti.
La piattaforma si basa su un sistema di azione distinto in tre fasi:
inizio anno
Tutto l’anno
Fine anno
Test
Restituzione test
Laboratorio didattico (anche da casa)
Retest
Restituzione finale
Accoglienza
Nel caso di alunni già in possesso di certificazione di DSA:
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Richiesta e acquisizione della documentazione medica da parte del personale di Segreteria;
Integrazione e conseguente aggiornamento dell’Anagrafe scolastica;
Trasmissione dei dati alla docente referente (Funzione Strumentale per gli alunni con
DSA);
Colloquio informativo con la famiglia;
Contatti con la scuola di provenienza;
Condivisione delle informazioni fra tutti i docenti della classe attraverso il coordinatore.
Nel caso di alunni considerati “a rischio”:
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Riconoscimento del problema attraverso l’uso di GiADA;
Attenzione ai sintomi nonostante le azioni ;
Colloquio con la famiglia per eventuale consulto medico.
L’alunno con DSA in classe:
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Effettuazione di regolari colloqui con l’allievo da parte dei docenti;
Integrazione dello stesso all’interno del gruppo classe;
Prosecuzione e mantenimento dei contatti con la docente referente della scuola;
Formulazione del Piano Didattico Personalizzato (P.D.P.) a livello di singola disciplina
(con definizione degli obiettivi, degli strumenti, delle tipologie di verifiche da
somministrare, dei tempi previsti, del lavoro domestico, delle eventuali misure
compensative e dispensative da applicare, degli interventi finalizzati all’apprendimento,
allo sviluppo e al rafforzamento delle abilità di studio, …);



trasmissione delle informazioni a tutti i docenti (con particolare attenzione al caso di
eventuali docenti supplenti);
Definizione delle modalità di coinvolgimento della famiglia dell’alunno (in particolare, si
concorderanno eventuali riduzioni del lavoro domestico, le modalità di aiuto, gli strumenti
compensativi da utilizzare a casa, le interrogazioni, eventuali misure dispensative e altro),
attraverso la stipulazione di un “patto formativo”.
Entro la prima parte dell’anno scolastico il Consiglio di Classe/ Interclasse riunito con la
presenza del docente Referente e con i genitori dell’alunno con DSA, provvede alla
redazione del Piano Didattico Personalizzato (PDP), utilizzando il modello in uso alla
scuola.
Il Piano servirà da supporto gestionale e didattico per ogni azione educativa da parte
dei docenti.
Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)
Il Piano Didattico Personalizzato è una programmazione educativa che tiene conto delle
specificità segnalate nella diagnosi per l’alunno con DSA. E’ un patto d’intesa fra docenti,
famiglia e istituzioni socio-sanitarie nel quale devono essere individuati e definite le misure
dispensative e gli strumenti compensativi necessari all’alunno per raggiungere il successo
scolastico. Esso, in presenza del Referente DSA, va redatto e sottoscritto a cura del Consiglio
di Classe/Interclasse (entro il primo trimestre scolastico) e per ogni singola materia. La prima
compilazione del PDP prevede anche la presenza dei genitori, convocati dagli insegnanti, per
condividere il percorso dell’alunno. Il PDP deve essere condiviso, approvato e firmato dalla
famiglia; non è un documento statico e come tale deve preveder momenti in cui possa essere
aggiornato con nuove informazioni.
Del Piano Didattico Personalizzato sono parte integrante apposite legende indicative di tutti gli
strumenti compensativi e/o misure dispensative previste dalla normativa dalle quali andranno
evidenziate quelle applicate all’alunno intestatario del Piano.
Il PDP in sintesi
– introdotto dall’art. 5 del D.M. 12 luglio
2011, n. 5669
– impostato dalle Linee Guida per il
diritto allo studio degli alunni e degli
studenti con Disturbi Specifici di
Apprendimento
E'
uno
strumento
strategico
di
progettazione e di garanzia del diritto allo
Studio.
Promuove e assicura continuità didattica.
Formalizza, cioè documenta le scelte
strategiche per favorire le performance in
ambito scolastico.
Programma, ossia stabilisce e definisce
metodologie e criteri.
E' uno strumento flessibile in quanto
modificabile quando e se necessario.
E' uno strumento di condivisione di
raccordo
e
collaborazione
interistituzionale.
Viene concordato con la famiglia (alleato
privilegiato) con le istituzioni e gli
specialisti.
Il PAI (Piano Annuale Inclusività)
A rendere ancora più efficaci le azioni promosse dal nostro Istituto in merito ai DDSSAA è il PAI,
introdotto con la nota Ministeriale prot.1551 del 27 giugno 2013, nella quale il Miur fornisce
indicazioni sul Piano Annuale per l’Inclusività, richiamando nello specifico la Direttiva Ministeriale
del 27 dicembre 2012 e la C.M. n.8 del 2013 prot.561 “Strumenti di interventi per alunni con
bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni
operative. Per il tramite della rubricata nota si affinano le caratteristiche salienti del PAI, che le
istituzioni scolastiche, come affermato nella C.M. n.8, sono tenute a redigere al termine di ogni
anno scolastico, esattamente entro il mese di giugno.
Quindi, nel PAI verranno date indicazioni sul processo di inclusività agito, sullo stato dell’arte in
merito agli interventi inclusivi attivati in itinere e ancor di più presentare una proiezione globale di
miglioramento che si intende realizzare attraverso tutte le specifiche risorse che possiede.
COSA FA
Il Dirgente Scolastico
 E’ garante del buon funzionamento di tutte le azioni previste nel presente protocollo e si
occupa della creazione di tutti i presupposti necessari per il raggiungimento degli
obiettivi considerati prioritari.
 Individua, all’interno della scuola, una o più docenti Referenti. Queste figure saranno
responsabili della messa in pratica di tutte le strategie didattiche e relazionali attinenti
alla gestione dei casi di DSA, secondo quanto indicato dal DS.
 Riceve la documentazione di ogni singolo caso, ne cura la custodia e provvede alla
consegna dalla stessa al referente d’istituto.
 Provvede all’aggiornamento di tutto il personale docente secondo quanto disposto dalla
normativa vigente.
Il Docente Referente
E’ individuato dal Dirigente Scolastico,in seno al Collegio dei Docenti, all’inizio dell’anno
scolastico ed è responsabile delle seguenti azioni:
 provvede ad informare adeguatamente e compiutamente il coordinatore della classe dove
è presente l’alunno con DSA, dandogli incarico di rendere partecipi i docenti della classe
dei bisogni relativi all’alunno,con particolare riferimento agli aspetti didatticocomportamentali.
 cura direttamente i rapporti con le famiglie e ,laddove siano presenti,con gli specialisti
incaricati dalla famiglia.
 informa periodicamente il DS sulla propria attività e lo aggiorna sull’andamento
didattico degli alunni, facendosi portavoce di tutti i docenti del Consiglio di Classe.
I docenti del Consiglio di Classe/Interclasse
 Possono accedere alla documentazione dell’alunno, secondo le indicazioni del Referente.
 Sono tenuti a seguire le istruzioni comunicate per il miglior raggiungimento possibile
degli obiettivi ultimi che il presente documento si prefigge.
 Comunicano al docente referente qualunque notizia di carattere didattico, disciplinare o
relazionale, ritenuta utile alla miglior gestione del caso.
 Garantiscono la più completa socializzazione dell’alunno all’interno del gruppo classe.
 Provvedono ad una puntuale applicazione delle misure dispensative e/o compensative
ritenute più idonee ad ogni singolo caso, nel rispetto della normativa vigente e delle
indicazioni eventualmente presenti nei documenti diagnostici ricevuti dalla scuola.
La famiglia
 Consegna alla scuola (Dirigente Scolastico o Referente d’Istituto) la documentazione
attestante la sussistenza del Disturbo Specifico d’Apprendimento.
 Tiene contatti periodici con il docente Referente e con il coordinatore di classe,
provvedendo a segnalare le specifiche esigenze.
 Nei casi previsti dalla normativa, produce alla scuola specifica richiesta scritta di utilizzo
degli appositi supporti didattici.
 Garantisce sempre la massima collaborazione con la scuola e lo specialista.
Didattica Inclusiva
La didattica inclusiva pone al centro la persona e consente di sviluppare le risorse e le
potenzialità che ogni alunno possiede,valorizzandole in un contesto collettivo. E’ richiesta al
docente un’azione educativa permanente,che conduca ad includere nel gruppo classe i ragazzi
con DSA, riconoscendone i bisogni e cercare strategie coinvolgenti ed efficaci:i DSA hanno
uguali risorse cognitive semplicemente percorrono “strade diverse” per arrivare allo stesso
obiettivo.
Scuola Primaria
Uno degli obiettivi della continuità educativa da realizzarsi attraverso uno scambio tra la
famiglia, i docenti della Scuola dell’Infanzia e quelli della scuola Primaria è la prevenzione delle
difficoltà di apprendimento. Dal punto di vista didattico, la Scuola Primaria ha come obiettivo
l’insegnamento/apprendimento della letto-scrittura e del calcolo e, fra i vari ordini di scuola, è il
luogo in cui possono essere individuate problematiche relative a DSA e segnalate alle famiglie
che procederanno per un’eventuale certificazione. Sarebbe opportuno effettuare nei primi anni
della Scuola Primaria attività ed esercizi fonologici ed utilizzare inizialmente lo stampato
maiuscolo,la forma di scrittura percettivamente più semplice. Per quanto riguarda l’area del
calcolo, è necessario avviare al conteggio conseguentemente al calcolo a mente.
Scuola Secondaria di Primo Grado
La Scuola Secondaria richiede la padronanza delle competenze di base (lettura, scrittura e
calcolo):tale padronanza può mettere in difficoltà l’alunno con DSA. Per tale motivo, la Scuola
Secondaria di I grado dovrà mirare a promuovere le seguenti abilità:
 comprensione del testo.
 lettura silente
 evidenziazione delle parole chiave ai fini della comprensione di concetti e argomenti
legati alle discipline di studio e al loro lessico specifico.
 lettura analitica.
 nell’area del calcolo, si favoriscono il ragionamento e l’apprendimento di strategie
mirate al conseguimento di procedure logiche.
Valutazione e Esame di Stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione
Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento, adeguatamente certificate, la
valutazione e la verifica delle prove, comprese quelle effettuate in sede d’esame conclusivo dei
cicli, devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive degli alunni. A tal fine, anche
nello svolgimento della prova d’esame, saranno adottati,…. gli strumenti metodologico-didattici
compensativi e dispensativi ritenuti più idonei e segnalati nel PDP.
Pertanto, visti i criteri di valutazione allegati al POF si dovrà:
-definire chiaramente che cosa si sta valutando;
- prestare attenzione alla competenza più che alla forma, ai processi più che al solo “prodotto”
elaborato;
-valutare l’“apprendimento”, cioè quello che lo studente ha effettivamente imparato (non solo
ciò che sa);
-svolgimento delle prove in condizioni analoghe a quelle abituali, anche con uso tempi
maggiori e di strumenti e tecnologie.
Modalità da mettere in atto per la verifica e valutazione:
‹ definizione di obiettivi e contenuti specifici
‹ verifica separata di competenze diverse
‹ organizzazione di interrogazioni programmate
‹ compensazione di compiti scritti ritenuti non adeguati con prove orali
‹ uso di mediatori didattici durante le prove scritte e orali
Prova scritta a carattere nazionale (Prova INVALSI)
Per gli alunni con DSA con l’esigenza di una versione informatizzata della prova nazionale ne
sarà fatta richiesta dal Dirigente Scolastico all’Istituto Invalsi, tenendo conto anche di eventuali
tempi aggiuntivi e se necessario la lettura delle prove da parte di un Docente incaricato dallo
stesso Dirigente.
Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di
svolgimento e della differenziazione delle prove (DPR 22 giugno 2009, n. 122 art.10).
Protocollo di accoglienza
Il seguente Protocollo di accoglienza costituisce una serie di azioni che i soggetti coinvolti
(scuola, famiglia, sanità) si impegnano a mettere in atto per assicurare all’alunno con DSA gli
strumenti adeguati per conseguire il successo scolastico:
Istituzione scolastica
Acquisire la diagnosi (può essere stilata dal
Da protocollare e inserire nel fascicolo personale
servizio sanitario pubblico o da specialisti privati,
dell’alunno.
come da nota ministeriale 26/A74 del 5/1/2005)
Da consegnare in copia al docente coordinatore e al
docente referente.
Istituire un’anagrafe a livello di istituto
nome e cognome – diagnosi informazioni fornite
dalle scuole precedenti, strumenti compensativi e
dispensativi utilizzati.
Garantire la circolazione delle informazioni
Attraverso l’azione del docente referente e dei
docenti coordinatori.
Aggiornare il fascicolo personale degli alunni
Inserendo il piano personalizzato o altri
documenti significativi.
Inserire il PAI nel POF
Specificando le azioni da attivare nei confronti degli
alunni con DSA.
Nominare un docente referente
Compiti – Accoglienza studenti – Predisporre e
compilare una scheda raccolta informazioni –
Procedere prima possibile alla formazione delle
prime classi della scuola secondaria di 1°
Organizzare
formazione
incontri
informativi
e
corsi
di
Dotarsi di sussidi specifici
Adottare solo testi che abbiano anche la versione
digitale (G. U. 12/6/2008)
Attivare le necessarie procedure per gli esami di
stato (secondaria di primo)
Sollecitare i colleghi – Curare i rapporti con le
famiglie – Fornire informazioni e consulenza ai
colleghi – Tenere i rapporti l’AID – Organizzare e
coordinare corsi di formazione – Tenere i contatti
con i tecnici ASP.
Per consentire una preventiva impostazione delle
strategie e degli interventi nel caso di presenza di
studenti con DSA.
Organizzare attività di informazione e corsi di
formazione anche in collaborazione con i centri di
supporto.
Mettere in bilancio l’acquisto di supporti
informatici, etc.
Scaricare e utilizzare i software gratuiti disponibili
sulla rete.
oppure contattare, attraverso la famiglia, l’AID per
avere la versione elettronica dei libri di testo
adottati.
Inserire nelle relazioni destinate alla commissione
un allegato per ciascun alunno con DSA, contenente
la sintesi del percorso didattico personalizzato.
Segnalare all’INVALSI la necessità dei testi
d’esame in formato digitale per la sintesi vocale.
Specificare nella nomina del docente coordinatore
l’incarico di gestire i casi di DSA presenti nella
classe.
Al momento dell’iscrizione o passaggio.
Incaricare dei compiti relativi ai DSA i docenti
coordinatori o gli insegnanti di riferimento delle
classi in cui sono presenti casi diagnosticati
In caso di iscrizione o passaggio ad altra scuola,
comunicare la presenza del disturbo
Trasmettere la documentazione medica (diagnosi) Per favorire la continuità tra i vari ordini di scuola.
alla nuova scuola, insieme con le informazioni
riguardanti il percorso didattico personalizzato
Consiglio di classe/interclasse
Inserire nel piano di lavoro del Consiglio di Classe/interclasse l’indicazione delle metodologie, strumenti,
verifiche, criteri di valutazione tenendo conto della presenza di uno o più alunni con DSA
Redigere per ogni alunno con DSA un percorso Tenere conto della PDP riguardo all’uso di
didattico personalizzato da inserire nel fascicolo strumenti compensativi e dispensativi
personale dell’alunno
Nella
redazione
del
percorso
didattico Tener conto delle indicazioni dello specialista
personalizzato
Tener conto delle osservazioni della famiglia
Procedere in un’ottica di contratto formativo
Far firmare il percorso didattico personalizzato anche dalla famiglia e consegnarlo in copia alla famiglia
con lettera protocollata a mano
Coordinatori di classe/insegnanti prevalenti
Tenere i contatti con la famiglia
Per indirizzare, una volta verificata la presenza di
indizi significativi, informazioni ai servizi sanitari o
specialistici.
Per concordare gli strumenti da usare in classe e a
casa.
Tenere i contatti con il referente di istituto
Prendere eventualmente contatti con la scuola precedente
Coordinare le attività pianificate, tra le quali la stesura del piano didattico personalizzato
Fornire informazioni ai colleghi
Singolo insegnante
Segnala al coordinatore eventuali casi sospetti
Concorda con la famiglia le modalità di svolgimento dei compiti a casa
Adegua la didattica e le modalità di verifica
Seleziona e modula gli obiettivi del curricolo di Facendo riferimento ai saperi essenziali della
scuola in modo progressivo, in base al potenziale di
propria disciplina
sviluppo
Utilizza gli strumenti compensativi e dispensativi In accordo con la nota MIUR 4099 del 5/10/04
concordati con famiglia
“Iniziative relative alla dislessia” e successive
integrazioni normative
Valuta in chiave formativa, secondo la normativa di Individua le soglie di accettabilità o utilizza quelle
riferimento
individuate nel POF della scuola;
fa riferimento ai “Criteri di valutazione” approvati
dal Collegio dei docenti
Crea un clima relazionale, sostiene la motivazione, favorisce l’autostima, lavora sulla consapevolezza
(riflessione metacognitiva)
Famiglia
Consegna la diagnosi in segreteria con lettera di trasmissione e la fa protocollare
Richiede per iscritto l’utilizzo (o il non utilizzo) in L’utilizzo in classe degli strumenti compensativi e
classe degli strumenti compensativi e dispensativi dispensativi comporta l’informazione a tutta la classe
previsti
delle motivazioni di tali misure
Concorda il piano didattico personalizzato con il Consiglio di classe sottoscriverlo
Supportare lo svolgimento dei compiti a casa direttamente o tramite un tutor
Fa utilizzare dispositivi personali di fruizione (ad es. tablet, netbook,ecc. anche in modalità BYOD)
Richiedere la versione digitale dei libri di testo
Tramite Biblio AID
entro i tempi concordati
Mantenersi regolarmente in contatto con gli insegnanti
Far effettuare una valutazione clinica dell’evoluzione del disturbo ad ogni cambio di grado di istruzione
Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti
Partendo dal presupposto che i docenti che operano in classi comuni hanno bisogno di un’adeguata
formazione, di idonee competenze e abilità, conoscenze e capacità, la nostra scuola presta
particolare attenzione alla formazione in servizio per sviluppare le conoscenze e le capacità
necessarie per migliorare la didattica nelle classi comuni in una prospettiva di inclusione. In una
logica sistemica questo comporta l’acquisizione di conoscenze e abilità per:
- Differenziare ed accogliere esigenze diverse (ciò permette al docente di sostenere l’apprendimento
individuale in classe);
- Lavorare in collaborazione con le famiglie;
All’uopo il nostro Istituto ha aderito a due reti
1. “Rete Provinciale di Scuole per l’Inclusività - Cosenza” promossa dall’IIS lTC-IPA
"Todaro" di Rende, sede del Centro Territoriale di Supporto BES (CTS) per la provincia
di Cosenza, le cui finalità ed attività sono le seguenti:
Finalità
Condividere interventi, risorse e prassi per l'inclusione degli alunni con disabilita, con
disturbi evolutivi specifici, con svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.
Attività - Settori di intervento

Formazione del personale scolastico.

Assistenza alle classi e ai docenti con alunni con BES.

Erogazione di servizi di informazione, documentazione, counseling per docenti,
alunni, famiglie.

Gestione integrata delle risorse professionali, strumentali, infrastrutturali.

Supporto nell'elaborazione dei documenti scolastici per l'inclusione: Piano Educativo
Individualizzato (PEl),
Piano Didattico Personalizzato (PDP), Piano Annuale per
l'inclusività (PAI), interventi pedagogico-didattici
personalizzati.

Supporto nella gestione, ove possibile anche condivisa,
di piani di acquisto,
dotazione
ed uso di strumenti, ausili e sussidi per la didattica, la comunicazione,
l'autonomia.

Gestione di interventi di orientamento e di accompagnamento per gli alunni con
BES nel passaggio fra ordini e gradi di scuola, e nella prosecuzione degli studi post-diploma.

Ricerca e sperimentazione didattica, attività di ricerca azione.
2. Rete “Verso una didattica inclusiva” promossa dall’I.C. Don Milani - De Matera per
rispondere all’avviso di cui al Decreto Legge 104/2013 art. 16 comma 1 – aumento delle
competenze dei docenti per potenziare i processi di integrazione a favore di alunni con disabilità e
con altri bisogni educativi speciali. All’interno della rete è prevista per il nostro istituto la
realizzazione di n. 4 corsi riguardanti le seguenti tematiche:
 Individuare i bisogni formativi e sapere utilizzare le risorse;
 Progettare e redigere modelli PDP e utilizzo dei mediatori didattici (software, libri digitali);
 Saper gestire il gruppo classe in presenza di BES;
 Valutare gli obiettivi indicati del PEI o nel PDP.
Utilità
SITI UTILI
Associazione italiana dislessia: www.aiditalia.org
Associazione italiana per la psicopatologia dell’apprendimento:www.airipa.it
Biblioteca digitale dell’Associazione Italiana Dislessia:www.libroaid.it
Associazione Italiana Famiglie ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività): http://www.aifa.it/
AIDAI - Associazione Italiana Disturbi Attenzione e Iperattività: http://www.aidai.org/
SINPIA - Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza: http://www.sinpia.it/
Associazione Britannica, BDA - The British Dyslexia Association: http://www.bda-dyslexia.org.uk/
IDA - The International Dyslexia Association: http://www.interdys.org/
EDA - European Dyslexia Association: http://www.bedford.ac.uk/eda/index.html
Audiolibri per dislessici: http://www.libroparlatolins.it
Panel Consensus Conference: http://www.lineeguidadsa.it
Cooperativa Anastasis: http://www.anastasis.it
SUGGERIMENTI PER SOFTWARES GRATUITI E SITI UTILI
– Sintesi vocali: BALABOLKA E DSPEECH
– Programmi per mappe mentali e concettuali: CMAPTOOLS E FREEMIND
– LIBER LIBER, per scaricare audiolibri
– Su Rai Radio1, sul sito “Fantasticamente” si trovano disponibili e scaricabili audioracconti, audiofiabe,
audiolibri,interviste...
http://www.radio.rai.it/radio1/fantasticamente/
– Altro sussidio utile può essere la consultazione in Rete dell’enciclopedia libera Wikipedia, attualmente contiene
213.474 voci. La trovate all’indirizzo
http://it.wikipedia.org/wiki
– MeditaRai per filmati e materiale didattico multimediale
– Youtube Didattica per video inerenti le discipline scolastiche
Nel sito “Rino nella storia” cliccando sui personaggi si possono ascoltare descrizioni per scoprire le civiltà del
passato: http://www.pianetascuola.it/risorse/media/primaria/adozionali/rino_storia/start.htm
Nel sito “Su e giù per l’Italia” cliccando sulle varie regioni se ne possono ascoltare le descrizioni:
http://www.pianetascuola.it/risorse/media/primaria/adozionali/su_giu_italia/home.htm
TESTI PER RAGAZZI
· AAVV “Il mago delle formiche giganti” Firenze, Libri Liberi (primaria)
· Corbella Paciotti R. Minimi, serie per apprendisti lettori. Milano: De Agostini Ragazzi; 1996
· Crosera S., Bressan M.A. Giochiamo con i racconti. Treviso: AIPA, 1992
· Crosera S., Lucchetta S. Giochiamo con le parole. Brescia: La scuola, 1987
· Crosera S., Lucchetta S., Lovadina F., Parole crociate. Dagli 8 anni in poi Treviso: AIPA; 1991
· Crosera S., Lucchetta S., Lovadina F., Parole crociate. Per 5-8 anni. Treviso: AIPA; 1991
· Crosera S., Lucchetta S., Pastorello T.. Giochiamo con le frasi. Treviso: AIPA; 1991
· Donini R., Brembati F., Come una macchia di cioccolato. Storie di dislessie. Erickson, 2007 11) REDATTO maggio
2014