BOLLETTINO BOLLETTINO AGROMETEOROLOGICO N° 47 del 02/12/2016 02/12/2016 SEGRETERIA TELEFONICA 0364/324077 : 1 MELO 2 VITE 4 PICCOLI FRUTTI www.saporidivallecamonica.it [email protected] www.galvallecamonicavaldiscalve.it [email protected] DIVISIONE DELLE MACROZONE: ZONA 0: SEBINO ZONA 1: DA ARTOGNE A BRENO IN DESTRA OROGRAFICA FIUME OGLIO; ZONA 2: DA DARFO BOARIO TERME A BRENO IN SINISTRA ROGRAFICA FIUME OGLIO; ZONA 3: DA BRENO A SELLERO; ZONA 4: DA SELLERO A EDOLO ZONA 5: DA EDOLO A PONTE DI LEGNO PREVISIONI METEOROLOGICHE (previsioni della rete meteorologica regionale: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagine/default.asp x) VENERDI’ 02 DICEMBRE SABATO 03 DICEMBRE Le condizioni meteo appaiono caratterizzate da tempo instabile. DOMENICA 04 DICEMBRE PRECIPITAZIONI IN VALLE CAMONICA Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE COMUNE EDOLO LOSINE DARFO BOARIO TERME PROVAGLIO D’ISEO MM/SETTIMANA 6,8 15,3 0 44,9 MM/MESE 0 0 0 0 MM/ANNO 1191,2 1172,4 1323,8 1214,6 VITE PRATICHE COLTURALI Legno di potatura Lasciare in campo il legno di potatura di 1 anno è pericoloso solo per la diffusione di Escoriosi (laddove presente), mentre residui di potatura di porzioni di pianta di più anni di età sono sempre pericolosi in quanto possono ospitare uova di Scafoideo o funghi patogeni che possono liberare le loro spore durante l’inverno. Si consiglia quindi di asportare dal vigneto (e non trinciare in campo) i residui di potatura di oltre 1 anno di età, poi stoccarli al coperto in modo che non si bagnino se piove. La trinciatura del legno di un anno apporta sostanza organica, quindi potrebbe essere utile per il terreno, ma rimane comunque molto più importante la quota di Sostanza Organica derivante dall’inerbimento. POTATURA: GUYOT O CORDONE SPERONATO La vite come ogni organismo vegetale superiore ricava la propria energia dalla luce attraverso la fotosintesi. La fotosintesi poi è il motore biochimico che consente alla pianta di accrescersi, svilupparsi, fruttificare e riprodursi. La luce, l'acqua ,l'anidride carbonica e le soluzioni di sali disciolte nel terreno concorrono tutte in varia misura all' accrescimento e alla produzione della vite. Se la produzione dipende direttamente dalla fotosintesi ne consegue che maggiore è la superficie fogliare disponibile per l'intercettazione della luce e maggiore sarà la capacità produttiva della vite a parità degli altri fattori interessati. Nella sua attività fotosintetica la foglia assorbe CO2 e produce ossigeno e carboidrati; d'altro canto però le cellule vegetali, come qualsiasi altra cellula per mantenersi in vita respira consumando ossigeno e carboidrati ed emettendo CO2 . Si ha così un bilancio tra fotosintesi e respirazione che può essere a vantaggio dell'una o dell'altra in funzione del fattore luce. Infatti la respirazione avviene indipendentemente dalla luce, la fotosintesi ovviamente no. Succede così in campo che forme di allevamento molto espanse o mal gestite, ma con una superficie fogliare molto elevata risultino meno efficienti di forme più contenute proprio perché molte delle foglie delle forme espanse "consumano" invece di produrre materiale fotosintetizzato. In pratica un cordone speronato dovrà essere continuo nella copertura del filare ma non molto spesso nello strato delle foglie poiché la foglia appartenente al terzo strato e ai successivi in realtà non produce nessun vantaggio alla pianta. D'altro canto una pergola potrebbe sopportare un carico maggiore di produzione, come in effetti avviene, se non che il grappolo rimane costantemente in ombra, proprio come quelle foglie che non sono disposte bene bell'ambito della crescita vegetativa; come si sa la luce diretta avvantaggia la formazione di sostanze coloranti nell'uva e consente alcuni processi biochimici particolarmente importanti per la qualità finale del prodotto. Un altro fattore importante da considerare per la valutazione di una forma di allevamento è il tipo di potatura che si impiega nella sua gestione. Canonicamente si distinguono forme di allevamento a potatura lunga, mista, corta. La prima considerazione da fare su questo fattore è che non tutti i vitigni si adattano ad ogni forma di allevamento. Questo perché la fertilità delle gemme lungo il tralcio differisce in funzione delle varietà. Infatti Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE alcune cultivar (ad esempio il Marzemino) possiedono una fertilità delle gemme basali (quelle più vicine all'innesto del tralcio nel tronco), molto bassa o nulla e pretendono per fruttificare tralci medio lunghi. Questo determina che alcune forme di allevamento, che prevedono potature molto corte, come il cordone speronato basso, non siano possibili su queste varietà. Scegliendo una forma di allevamento si deve quindi tendere ai seguenti obiettivi: • investimento ottimale di ceppi/ettaro, per realizzare in ogni ambiente il migliore equilibrio vegetoproduttivo e quindi per ottimizzare la qualità della produzione; • esposizione al sole del maggiore numero di foglie, in particolare di quelle adiacenti ai grappoli per migliorare l'attività fotosintetica, fondamentale per lo sviluppo della pianta, per la corretta maturazione dei grappoli e per la buona lignificazione dei tralci; • buon arieggiamento dei grappoli in via di maturazione; • facile passaggio di macchine ed attrezzi; massimo risparmio di manodopera, in particolare per le operazioni più onerose, quali potature e vendemmia; • contenere lo sviluppo vegetativo dei germogli; • infittire gli impianti onde poter produrre lo stesso quantitativo per ettaro, riducendo la produzione per ceppo e creando i presupposti per uve di qualità; Vitigni con buona fertilità delle gemme basali In cui è possibile speronare Vitigni con scarsa fertilità delle gemme basali In cui non è consigliato speronare Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Montepulciano, Muller Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero, Riesling Italico, Riesling Renano, Sangiovese Barbera, Cabernet Franc, Corvina, Garganega, Lambruschi, Marzemino, Nebbiolo, Refosco, Sauvignon, Trebbiani, Verdicchio, Verduzzo GUYOT Il Guyot nella sua forma classica è un sistema a ridotta espansione, si presta a terreni di scarsa fertilità e più siccitosi di collina. Normalmente la pianta ha un tronco di 70-80 cm sul quale è inserito un capo a frutto di 6-10 gemme, che viene piegato orizzontalmente in direzione del filare, e uno sperone di 1-2 gemme che ha lo scopo di dare i rinnovi per l'anno seguente. Nel Guyot classico i sesti d'impianto sono variabili, potendo andare da 1.7-2.0 ml tra i filari e 70-90cm sulla fila, in dipendenza della vigoria, della combinazione vitignoportainnesto e della fertilità del terreno. CORDONE SPERONATO BASSO Si può considerare una variante del guyot; l'unica differenza consiste nel fatto che il capo a frutto non viene rinnovato ogni anno, ma viene trasformato in un cordone permanente sul quale si effettua la speronatura. La struttura è perfettamente identica a quella del guyot. I costi di impianto sono pertanto gli stessi, con il vantaggio che la potatura può essere, in parte, meccanizzata, riducendo drasticamente i costi di produzione. Si tratta indubbiamente di una forma più evoluta rispetto al guyot, in quanto l'uva matura più regolarmente. Vantaggi rispetto al Guyot • Possibilità di effettuare una pre-potatura meccanica, abbassando così di circa il 30% i tempi di lavoro; La pre-potatura può anche essere manuale, in questo caso si può ricorrere a operai generici, utilizzando il personale qualificato solo per la successiva rifinitura. Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE • • • • • • Non è prevista la legatura del capo a frutto. Distribuzione più regolare del germogliamento, in particolare nel caso di vigneti a “rittochino” (cioè con filari orientati da monte a valle): infatti, in questi casi, il tralcio del Guyot non è in piano, ma è ascendente o discendente, e questo provoca disformità di germogliamento per effetto del fenomeno di dominanza apicale, cosa che non avviene con il cordone speronato. Omogeneità di crescita dei germogli: sullo sperone, fino a due germogli, non si vengono a creare fenomeni di dominanza apicale e i germogli crescono alla stessa velocità. Lo stesso vale lungo il cordone. I germogli sugli speroni tendono a crescere verso l’alto, infilandosi da soli nella prima coppia di fili. Questo si traduce in una più facile gestione della palizzatura riducendo i passaggi nel vigneto. In molti casi, miglior rapporto foglie/frutti per produttività più bassa, quindi minore esigenza di effettuare il diradamento per produzioni di qualità. Minori tempi per il diradamento, se lo si esegue, e per la vendemmia. I grappoli sono meno appressati e ingabbiati dalla vegetazione. Il volume complessivo del “tronco” è maggiore che nel Guyot, quindi si ha una maggiore quantità di riserve a cui attingere in caso di bisogno. Svantaggi rispetto al Guyot • La potatura manuale è leggermente più lunga, perché ci sono più tagli da fare, anche se c’è meno da “pensare” e non c’è il capo a frutto a intralciare il lavoro di stralciatura; • Il sistema è più sensibile agli squilibri di vigore. Se la vigoria è scarsa e/o il cordone troppo lungo o non potato correttamente, ci può essere lo “svuotamento”, negli anni, della zona centrale del cordone, per mancato germogliamento. Se la vigoria è eccessiva, per contro, si ha un abnorme sviluppo di germogli doppi e tripli, con ripetute e costose operazioni di scacchiatura; • La produttività è di norma più bassa. Questo può essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda dei punti di vista. In ogni caso il metodo non è applicabile a vitigni con bassa fertilità sulle gemme basali come il Marzemino. Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE MELO PRATICHE COLTURALI POTATURA DEL MELO La potatura invernale del melo va effettuata non prima della fine di gennaio / metà febbraio, ed è un operazione importante per mantenere produttivo l’impianto. Per prima cosa risulta importante distinguere le gemme a fiore dalle gemme a legno. Le gemme a legno (foto 1) risultano più appiattite rispetto a quelle a fiore e generano rami, non fiori e frutti. Le gemme a fiore (foto 2) sono più grosse, rotondeggianti rispetto a quelle a legno e la loro formazione è stimolata dalla potatura verde. Queste si formano nel mese di giugno dell’anno precedente. Per mantenere costante la produzione risulta basilare una gestione oculata del dirado. Fig.1: Gemme a legno REGOLE DI BASE: 1. La potatura deve essere fatta in modo da mantenere la forma di allevamento prescelta 2. devono essere eliminati tutti i rami che hanno un diametro pari o superiore alla metà del tronco. 3. le cime vigorose non devono essere tranciate di netto ma si consiglia di effettuare dei tagli di ritorno sul ramo debole più vicino. 4. vanno eliminati sempre tutti i succhioni e i polloni radicali In gennaio verranno effettuati degli incontri in campo per spiegare la potatura del melo nelle forme di allevamento a biasse e fusetto. Fig.2: Gemma a fiore PICCOLI FRUTTI PRATICHE COLTURALI Le potature devono essere effettuate lontano da possibili ritorni di freddo ma comunque prima della rottura delle gemme. Prestare particolare attenzione su mirtillo e ritardare il più possibile la potatura. NUOVI IMPIANTI Nei nuovi impianti di lampone rifiorente è possibile utilizzare una rete come sostegno ai polloni invece di legarli singolarmente. VEDERE FOTO A LATO. Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE INCONTRI TECNICI Nell’ambito del progetto di Assistenza Tecnica in Frutticoltura promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica – Servizio Agricoltura e dal GAL Sebino Valle Camonica Val Di Scalve in collaborazione con l’Associazione per i Produttori Agricoli di Valle Camonica, sono previsti una serie di incontri rivolti a tutti gli interessati. Gli incontri si svolgeranno secondo il seguente calendario: 1. MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE ORE 20:30 – PRESSO LA SALA BIM A BRENO PRIMA LEZIONE DI APICOLTURA RELATORE: Dott. Agronomo Guido Calvi (Parco dell’Adamello) 2. MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE ORE 20:30 – PRESSO LA SALA BIM A BRENO SECONDA LEZIONE DI APICOLTURA RELATORE: Barbetti Dr. Giuseppe 3. SABATO 17 DICEMBRE ORE 9:00 – RITROVO ORE 8:15 AL MUNICIPIO DI BERZO INFERIORE CASTANICOLTURA: PROVA PRATICA IN TREE CLIMBING COORDINATORE: Ocildo Stival POTATORE: Luca Tisi 4. LUNEDI’ 19 DICEMBRE ORE 20:30 – PRESSO LA SALA BIM A BRENO LA FERTILITA’ DEL TERRENO: PRATICHE AGRONOMICHE PER CONSERVARLA RELATORE: Agosti Dott. Mauro Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019 LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE STRATEGIE