Bollettino Agrometeorologico | 11-12

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BOLLETTINO AGROMETEOR
AGROMETEOROLOGICO
OROLOGICO N° 48 del
10/
10/12/2015
12/2015
SEGRETERIA TELEFONICA 0364/324077 : 1 MELO
2 VITE
4 PICCOLI FRUTTI
www.saporidivallecamonica.it
[email protected]
www.galvallecamonicavaldiscalve.it
[email protected]
DIVISIONE DELLE MACROZONE:
ZONA 1: da Artogne a Breno in destra orografica fiume Oglio;
ZONA 2: da Darfo Boario Terme a Breno in sinistra orografica fiume Oglio;
ZONA 3: da Breno a Sellero;
ZONA 4: da Sellero a Edolo
ZONA 5: da Edolo a Ponte di Legno
PREVISIONI
METEOROLOGICHE
(previsioni della rete meteorologica regionale:
http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagine/default.asp
x)
VENERDI’ 11 DICEMBRE
SABATO 12 DICEMBRE
DOMENICA 13 DICEMBRE
Le condizioni meteo appaiono caratterizzate da tempo stabile almeno fino a domenica 13 Dicembre.
Comunità Montana di Vallecamonica – Servizio Agricoltura 0364 324019
LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE
STRATEGIE
PRECIPITAZIONI IN VALLE CAMONICA
COMUNE
EDOLO
LOSINE
DARFO BOARIO TERME
MM/SETTIMANA
0
0
0
MM/MESE
0
0
0
MM/ANNO
688,8
959,7
DIVIETO COMBUSTIONE ALL’APERTO DI RESIDUI VEGETALI
La Regione Lombardia con D.G.A. X/2525 del 17/10/2014 ha stabilito:
1. di vietare la combustione in loco di piccoli cumuli non superiori a tre metri steri per ettaro dei residui
vegetali agricoli o forestali nel periodo dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni anno, attuando quanto
previsto dall’art. 182, comma 6 bis, del TU Ambiente e dall’art. 12 bis della l.r. n. 24/06;
2. di consentire che la combustione di cui al punto 1. possa essere eseguita dal proprietario o dal
possessore del terreno per soli due giorni all’interno del periodo dal 15 ottobre al 15 aprile di ogni
anno nelle zone impervie o non raggiungibili dalla viabilità ordinaria e con modalità atte ad evitare
impatti diretti di fumi ed emissioni sulle abitazioni circostanti, previa:
- comunicazione al Comune concernente la data, la localizzazione dell’intervento di combustione,
l’osservanza delle disposizioni del presente provvedimento e di quelle eventuali emanate dal
Sindaco, anche riferite all’individuazione di ambiti territoriali esclusi dalla facoltà di combustione;
- verifica che le condizioni meteorologiche nella giornata in cui è effettuata la combustione
siano favorevoli o molto favorevoli alla dispersione degli inquinanti in atmosfera, attraverso
collegamento al sito ufficiale di ARPA all’interno del Servizio Meteorologico Regionale al
seguente link: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteoInquinanti/Pagine/MeteoInquinanti.aspx
EVITARE ASSOLUTAMENTE LA COMBUSTIONE DEI RESIDUI DI POTATURA DEI CASTAGNETI IN
QUANTO POTREBBERO CONTENERE IL TORYMUS SINENSIS (ANTAGONISTA DEL CINIPIDE)
VITE
PRATICHE COLTURALI
LEGNO DI POTATURA
Lasciare in campo il legno di potatura di 1 anno è pericoloso solo per la diffusione di Escoriosi (laddove
presente), mentre residui di potatura di porzioni di pianta di più anni di età sono sempre pericolosi in
quanto possono ospitare uova di Scafoideo o funghi patogeni che possono liberare le loro spore durante
l’inverno.
Si consiglia quindi di asportare dal vigneto (e non trinciare in campo) i residui di potatura di oltre 1
anno di età, poi stoccarli al coperto in modo che non si bagnino se piove.
La trinciatura del legno di un anno apporta sostanza organica, quindi potrebbe essere utile per il
terreno, ma rimane comunque molto più importante la quota di Sostanza Organica derivante
dall’inerbimento.
POTATURA: GUYOT O CORDONE SPERONATO
La vite come ogni organismo vegetale superiore ricava la propria energia dalla luce attraverso la
fotosintesi. La fotosintesi poi è il motore biochimico che consente alla pianta di accrescersi, svilupparsi,
fruttificare e riprodursi. La luce, l'acqua ,ml'anidride carbonica e le soluzioni di sali disciolte nel terreno
concorrono tutte in varia misura all' accrescimento e alla produzione della vite.
Se la produzione dipende direttamente dalla fotosintesi ne consegue che maggiore è la superficie fogliare
disponibile per l'intercettazione della luce e maggiore sarà la capacità produttiva della vite a parità degli
altri fattori interessati.
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LE INDICAZIONI NEL BOLLETTINO NON SONO VINCOLANTI. CIASCUNA AZIENDA È COMUNQUE LIBERA DI SEGUIRE PROPRIE
STRATEGIE
Nella sua attività fotosintetica la foglia assorbe CO2 e produce ossigeno e carboidrati; d'altro canto però le
cellule vegetali, come qualsiasi altra cellula per mantenersi in vita respira consumando ossigeno e
carboidrati ed emettendo CO2 . Si ha così un bilancio tra fotosintesi e respirazione che può essere a
vantaggio dell'una o dell'altra in funzione del fattore luce. Infatti la respirazione avviene indipendentemente
dalla luce, la fotosintesi ovviamente no.
Succede così in campo che forme di allevamento molto espanse o mal gestite, ma con una superficie
fogliare molto elevata risultino meno efficienti di forme più contenute proprio perché molte delle foglie delle
forme espanse "consumano" invece di produrre materiale fotosintetizzato.
In pratica un cordone speronato dovrà essere continuo nella copertura del filare ma non molto spesso nello
strato delle foglie poiché la foglia appartenente al terzo strato e ai successivi in realtà non produce nessun
vantaggio alla pianta. D'altro canto una pergola potrebbe sopportare un carico maggiore di produzione,
come in effetti avviene, se non che il grappolo rimane costantemente in ombra, proprio come quelle foglie
che non sono disposte bene bell'ambito della crescita vegetativa; come si sa la luce diretta avvantaggia la
formazione di sostanze coloranti nell'uva e consente alcuni processi biochimici particolarmente importanti
per la qualità finale del prodotto.
Un altro fattore importante da considerare per la valutazione di una forma di allevamento è il tipo di
potatura che si impiega nella sua gestione. Canonicamente si distinguono forme di allevamento a potatura
lunga, mista, corta.
La prima considerazione da fare su questo
fattore è che non tutti i vitigni si adattano ad
ogni forma di allevamento. Questo perché la
fertilità delle gemme lungo il tralcio differisce in
funzione delle varietà. Infatti alcune cultivar (ad
esempio il Marzemino) possiedono una fertilità
delle gemme basali (quelle più vicine all'innesto
del tralcio nel tronco), molto bassa o nulla e
pretendono per fruttificare tralci medio lunghi.
Questo determina che alcune forme di
allevamento, che prevedono potature molto
corte, come il cordone speronato basso, non
siano possibili su queste varietà.
Scegliendo una forma di allevamento si deve
quindi tendere ai seguenti obiettivi:
• investimento ottimale di ceppi/ettaro,
per realizzare in ogni ambiente il
migliore equilibrio vegeto-produttivo e
quindi per ottimizzare la qualità della produzione;
• esposizione al sole del maggiore numero di foglie, in particolare di quelle adiacenti ai grappoli per
migliorare l'attività fotosintetica, fondamentale per lo sviluppo della pianta, per la corretta
maturazione dei grappoli e per la buona lignificazione dei tralci;
• buon arieggiamento dei grappoli in via di maturazione;
• facile passaggio di macchine ed attrezzi; massimo risparmio di manodopera, in particolare per le
operazioni più onerose, quali potature e vendemmia;
• contenere lo sviluppo vegetativo dei germogli;
• infittire gli impianti onde poter produrre lo stesso quantitativo per ettaro, riducendo la produzione per
ceppo e creando i presupposti per uve di qualità;
Vitigni con buona fertilità delle gemme basali
In cui è possibile speronare
Vitigni con scarsa fertilità delle gemme
basali
In cui non è consigliato speronare
Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Merlot, Montepulciano,
Muller Thurgau, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Pinot Nero,
Riesling Italico, Riesling Renano, Sangiovese
Barbera, Cabernet Franc, Corvina, Garganega,
Lambruschi,
Marzemino,
Nebbiolo,
Refosco,
Sauvignon, Trebbiani, Verdicchio, Verduzzo
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STRATEGIE
GUYOT
Il Guyot nella sua forma classica è un sistema a ridotta espansione, si presta a terreni di scarsa fertilità e
più siccitosi di collina. Normalmente la pianta ha un tronco di
70-80 cm sul quale è inserito un capo a frutto di 6-10
gemme, che viene piegato orizzontalmente in direzione del
filare, e uno sperone di 1-2 gemme che ha lo scopo di dare i
rinnovi per l'anno seguente. Nel Guyot classico i sesti
d'impianto sono variabili, potendo andare da 1.7-2.0 ml tra i
filari e 70-90cm sulla fila, in dipendenza della vigoria, della
combinazione vitigno-portainnesto e della fertilità del
terreno.
CORDONE SPERONATO BASSO
Si può considerare una variante del guyot; l'unica differenza consiste nel fatto che il capo a frutto non viene
rinnovato ogni anno, ma viene trasformato in un
cordone permanente sul quale si effettua la
speronatura.
La struttura è perfettamente identica a quella del
guyot. I costi di impianto sono pertanto gli stessi, con il
vantaggio che la potatura può essere meccanizzata,
riducendo drasticamente i costi di produzione.
Si tratta indubbiamente di una forma più evoluta
rispetto al guyot, in quanto l'uva matura più
regolarmente.
Vantaggi rispetto al Guyot
• Possibilità di effettuare una pre-potatura meccanica, abbassando così di circa il 30% i tempi di
lavoro; La pre-potatura può anche essere manuale, in questo caso si può ricorrere a operai
generici, utilizzando il personale qualificato solo per la successiva rifinitura.
• Non è prevista la legatura del capo a frutto.
• Distribuzione più regolare del germogliamento, in particolare nel caso di vigneti a “rittochino” (cioè
con filari orientati da monte a valle): infatti, in questi casi, il tralcio del Guyot non è in piano, ma è
ascendente o discendente, e questo provoca disformità di germogliamento per effetto del fenomeno
di dominanza apicale, cosa che non avviene con il cordone speronato.
• Omogeneità di crescita dei germogli: sullo sperone, fino a due germogli, non si vengono a creare
fenomeni di dominanza apicale e i germogli crescono alla stessa velocità. Lo stesso vale lungo il
cordone. I germogli sugli speroni tendono a crescere verso l’alto, infilandosi da soli nella prima
coppia di fili. Questo si traduce in una più facile gestione della palizzatura riducendo i passaggi nel
vigneto.
• In molti casi, miglior rapporto foglie/frutti per produttività più bassa, quindi minore esigenza di
effettuare il diradamento per produzioni di qualità.
• Minori tempi per il diradamento, se lo si esegue, e per la vendemmia. I grappoli sono meno
appressati e ingabbiati dalla vegetazione.
• Il volume complessivo del “tronco” è maggiore che nel Guyot, quindi si ha una maggiore quantità di
riserve a cui attingere in caso di bisogno.
Svantaggi rispetto al Guyot
• La potatura manuale è leggermente più lunga, perché ci sono più tagli da fare, anche se c’è meno
da “pensare” e non c’è il capo a frutto a intralciare il lavoro di stralciatura;
• Il sistema è più sensibile agli squilibri di vigore. Se la vigoria è scarsa e/o il cordone troppo lungo o
non potato correttamente, ci può essere lo “svuotamento”, negli anni, della zona centrale del
cordone, per mancato germogliamento. Se la vigoria è eccessiva, per contro, si ha un abnorme
sviluppo di germogli doppi e tripli, con ripetute e costose operazioni di scacchiatura;
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STRATEGIE
•
La produttività è di norma più bassa. Questo può essere un vantaggio o uno svantaggio, a seconda
dei punti di vista. In ogni caso il metodo non è applicabile a vitigni con bassa fertilità sulle gemme
basali come il Marzemino.
MELO
PRATICHE COLTURALI
POTATURA DEL MELO
La potatura invernale del melo va effettuata non prima della fine di
gennaio / metà febbraio, ed è un operazione importante per
mantenere produttivo l’impianto.
Per prima cosa risulta importante distinguere le gemme a fiore dalle
gemme a legno.
Le gemme a legno (foto 1) risultano più appiattite rispetto a quelle a
fiore e generano rami, non fiori e frutti.
Le gemme a fiore (foto 2) sono più grosse, rotondeggianti rispetto a
quelle a legno e la loro formazione è stimolata dalla potatura verde.
Queste si formano nel mese di giugno dell’anno precedente. Per
mantenere costante la produzione risulta basilare una gestione
oculata del dirado.
Fig.1: Gemme a legno
REGOLE DI BASE:
1. La potatura deve essere fatta in modo da mantenere la forma
di allevamento prescelta
2. devono essere eliminati tutti i rami che hanno un diametro pari
o superiore alla metà del tronco.
3. le cime vigorose non devono essere tranciate di netto ma si
consiglia di effettuare dei tagli di ritorno sul ramo debole più
vicino.
4. vanno eliminati sempre tutti i succhioni e i polloni radicali
In gennaio verranno effettuati degli incontri in campo per spiegare la
potatura del melo nelle forme di allevamento a biasse e fusetto.
Fig.2: Gemma a fiore
PICCOLI FRUTTI
PRATICHE COLTURALI
Le potature devono essere effettuate lontano da
possibili ritorni di freddo ma comunque prima
della rottura delle gemme. Prestare particolare
attenzione su mirtillo e ritardare il più possibile la
potatura.
NUOVI IMPIANTI
Nei nuovi impianti di lampone rifiorente è possibile
utilizzare una rete come sostegno ai polloni invece di
legarli singolarmente. VEDERE FOTO A LATO.
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INCONTRI TECNICI
Nell’ambito del progetto di Assistenza Tecnica in Frutticoltura promosso dalla Comunità Montana di Valle
Camonica – Servizio Agricoltura e dal GAL Sebino Valle Camonica Val Di Scalve in collaborazione con
l’Associazione per i Produttori Agricoli di Valle Camonica, sono previsti una serie di incontri rivolti a tutti
gli interessati.
LUNEDI’ 14 DICEMBRE ore 20:30 – presso la Sala BIM a Breno
Le Nuove Etichette dei Prodotti Fitosanitari
Relatori: Dr. Nicola Macchione e Roberta Franzoni
GIOVEDI’ 17 DICEMBRE ore 20:30 – presso la Sala Civica a Berzo Inferiore
La Corretta Gestione di un Castagneto da Frutto
Relatore: Dott. Agronomo Germano Squaratti
Sabato 19 Dicembre ore 9:00 – ritrovo ore 8:15 presso il Municipio di Berzo Inferiore
Castanicoltura, Prova Pratica di Potatura in Tree Climbing
Relatore: Ocildo Stival
Potatore: Luca Tisi
La partecipazione è libera e gratuita e si rivolge a tutti gli interessati.
Per informazioni:
[email protected][email protected][email protected]
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