OPDIVO, INN-nivolumab - EMA

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EMA/707778/2016
EMA/H/C/003985
Riassunto destinato al pubblico
Opdivo
nivolumab
Questo è il riassunto della relazione pubblica europea di valutazione (EPAR) per Opdivo. Illustra il modo
in cui l’Agenzia ha valutato il medicinale arrivando a raccomandarne l’autorizzazione nell’UE e le
condizioni d’uso. Non ha lo scopo di fornire consigli pratici sull’utilizzo di Opdivo.
Per informazioni pratiche sull’uso di Opdivo i pazienti devono leggere il foglio illustrativo oppure
consultare il medico o il farmacista.
Che cos’è e per che cosa si usa Opdivo?
Opdivo è un medicinale antitumorale usato nel trattamento di pazienti adulti con:
•
melanoma allo stadio avanzato, un tipo di tumore della pelle che si è diffuso ad altre parti
dell’organismo o non può essere rimosso chirurgicamente. A tal fine, Opdivo è usato in monoterapia
o in abbinamento a un medicinale denominato ipilimumab;
•
un tipo di carcinoma polmonare denominato carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC)
che si è propagato localmente o in altre parti dell’organismo in pazienti trattati in precedenza con
altri medicinali antitumorali (chemioterapia);
•
carcinoma delle cellule renali avanzato, un tipo di tumore al rene che si è diffuso nell’organismo e
non può essere rimosso chirurgicamente. Viene usato unicamente in pazienti che sono stati
precedentemente trattati con altri medicinali antitumorali. Per quest’uso, Opdivo viene utilizzato in
monoterapia;
•
linfoma classico di Hodgkin, un carcinoma dei linfociti (un tipo di globulo bianco) che non ha risposto
o si è ripresentato dopo che i pazienti sono stati sottoposti a un autotrapianto di cellule staminali
(una procedura in cui il midollo osseo del paziente è sostituito con cellule staminali proprie del
paziente, per formare un nuovo midollo osseo che produce cellule ematiche sane) seguito dal
trattamento con brentuximab vedotin (un altro medicinale antitumorale).
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Opdivo contiene il principio attivo nivolumab.
Come si usa Opdivo?
Il trattamento con Opdivo deve essere iniziato e seguito da un medico specialista, esperto nell’uso di
medicinali antitumorali. Il medicinale può essere ottenuto soltanto con prescrizione medica.
Opdivo è disponibile come concentrato da ricostituire in una soluzione per infusione (flebo) in vena. Il
dosaggio e la frequenza di somministrazione dipendono se viene usato in monoterapia o in associazione
con ipilimumab. Il trattamento è somministrato fino a quando il paziente ne trae un beneficio
terapeutico. In caso di comparsa di taluni effetti indesiderati, il medico può decidere di posticipare la
somministrazione delle dosi o, a seconda della gravità degli effetti, di interrompere il trattamento. Per
ulteriori informazioni, vedere il foglio illustrativo.
Come agisce Opdivo?
Il principio attivo di Opdivo, nivolumab, è un anticorpo monoclonale, un tipo di proteina concepito per
riconoscere una struttura specifica (denominata antigene) presente su alcune cellule dell’organismo e
per legarsi ad essa.
Nivolumab è stato concepito per legarsi a un recettore denominato PD-1, che è presente su certe cellule
del sistema immunitario, denominate cellule T. Le cellule tumorali possono produrre proteine (PD-L1 e
PD-L2) che si legano a questo recettore e bloccano l’attività delle cellule T, impedendo loro di attaccare
il tumore. Legandosi al recettore, nivolumab impedisce alle PD-L1 e PD-L2 provenienti dalle cellule
cancerogene di annullare/bloccare le cellule T, aumentando quindi la capacità del sistema immunitario
di distruggere le cellule cancerogene.
Quali benefici di Opdivo sono stati evidenziati negli studi?
Melanoma avanzato
Opdivo usato in monoterapia è stato esaminato in due studi principali in pazienti affetti da melanoma
avanzato. Il primo studio, che ha coinvolto 418 pazienti affetti da melanoma avanzato non trattati in
precedenza, ha evidenziato che i pazienti trattati con Opdivo sono sopravvissuti più a lungo dei pazienti
a cui è stato somministrato il medicinale antitumorale dacarbazina: il 73 % dei pazienti trattati con
Opdivo era in vita dopo 12 mesi rispetto al 42 % dei pazienti a cui veniva somministrato dacarbazina.
Al secondo studio hanno partecipato 405 pazienti con melanoma avanzato, nei quali la malattia era
peggiorata nonostante il precedente trattamento con un medicinale antitumorale. In questo studio, al
termine del quale i pazienti sono stati seguiti per almeno sei mesi, il 32 % circa (38 su 120) dei
pazienti trattati con Opdivo ha risposto al trattamento, facendo registrare una riduzione dei tumori,
rispetto all’11 % circa (5 su 47) dei pazienti trattati con il medicinale scelto dal ricercatore
(dacarbazina o una combinazione di carboplatino e paclitaxel).
Uno studio aggiuntivo su 945 pazienti affetti da melanoma avanzato non trattati in precedenza ha
esaminato Opdivo in abbinamento a ipilimumab, Opdivo usato in monoterapia o ipilimumab usato in
monoterapia. I pazienti a cui è stato somministrato Opdivo in associazione a ipilimumab hanno vissuto
per ulteriori 11,5 mesi senza che la loro malattia peggiorasse e i pazienti a cui era somministrato
unicamente Opdivo hanno vissuto per ulteriori 6,9 mesi senza che la loro malattia peggiorasse. I
pazienti a cui era stato somministrato unicamente ipilimumab hanno vissuto per solo 2,9 mesi senza
che la loro malattia peggiorasse. Lo studio ha compreso i pazienti le cui cellule tumorali producevano
elevati livelli di PD-L1, oltre a pazienti le cui cellule tumorali producevano bassi livelli di PD-L1.
Miglioramenti relativamente al tempo di sopravvivenza dei pazienti senza peggioramento della malattia
Opdivo
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quando trattati con Opdivo e ipilimumab in confronto a Opdivo usato in monoterapia sono stati
riscontrati solo nei pazienti le cui cellule tumorali hanno prodotto bassi livelli di PD-L1.
NSCLC
Nell’NSCLC che si è diffuso localmente o ad altre parti dell’organismo, si è evidenziato che Opdivo
migliora il tempo medio di sopravvivenza dei pazienti rispetto a docetaxel (un altro medicinale
antitumorale). Gli studi hanno mostrato vantaggi in due forme di NSCLC, note come non squamoso e
squamoso.
Per l’NSCLC non squamoso, uno studio principale ha coinvolto 582 pazienti la cui malattia ha avuto una
progressione malgrado precedenti trattamenti. I tempi di sopravvivenza media di pazienti trattati con
Opdivo sono stati di circa 12,2 mesi rispetto ai 9,4 mesi con docetaxel. Per l’NSCLC squamoso uno
studio che ha coinvolto 272 pazienti ha mostrato che quelli cui è stato somministrato Opdivo sono
sopravvissuti per 9,2 mesi circa, rispetto ai 6,0 mesi in pazienti a cui era stato somministrato docetaxel.
Informazioni di supporto sono state anche fornite da un altro studio che rivelava che Opdivo poteva
produrre una risposta in pazienti con NSCLC squamoso, la cui malattia era progredita malgrado diversi
precedenti trattamenti.
Carcinoma a cellule renali avanzato
Opdivo è stato confrontato con everolimus in uno studio principale che ha coinvolto 821 pazienti affetti
da carcinoma a cellule renali avanzato, la cui malattia era avanzata malgrado un trattamento
precedente. I pazienti a cui era stato somministrato Opdivo sono sopravvissuti per 25,0 mesi all’incirca,
rispetto ai 19,6 mesi dei pazienti a cui era stato somministrato everolimus.
Linfoma classico di Hodgkin
Opdivo è stato studiato in uno studio principale e in uno studio di supporto che hanno coinvolto un
totale di 95 pazienti affetti da linfoma classico di Hodgkin la cui malattia non aveva risposto o che si
era ripresentata dopo un autotrapianto di cellule staminali seguito dal trattamento con brentuximab
vedotin. Opdivo veniva usato in monoterapia e non era confrontato con altri medicinali. Dopo il
trattamento, le cellule tumorali sono state eliminate parzialmente o in totalità all’incirca nel 66 % dei
pazienti (63 su 95).
Quali sono i rischi associati a Opdivo?
Gli effetti indesiderati più comuni di Opdivo (che possono riguardare più di 1 persona su 10) sono
fatica, diarrea, nausea, eritema e prurito, perlopiù di entità da lieve a moderata. Questi effetti
indesiderati erano anche i più comuni quando Opdivo era usato in associazione a ipilimumab. In
aggiunta, sono stati riscontrati anche piressia (febbre), diminuzione dell’appetito, ipotiroidismo (attività
sotto la norma della ghiandola tiroidea), vomito, colite (infiammazione dell’intestino), dolori
addominali, artralgia (dolore alle articolazioni) e mal di testa.
Opdivo è inoltre solitamente associato a effetti indesiderati dovuti all’attività esercitata sugli organi dal
sistema immunitario. La maggior parte di tali effetti cessa con una terapia adeguata o con la
cessazione del trattamento con Opdivo.
Per l’elenco completo degli effetti indesiderati rilevati con Opdivo, vedere il foglio illustrativo.
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Perché Opdivo è approvato?
Il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia ha deciso che i benefici di Opdivo sono
superiori ai rischi e ha raccomandato che ne venisse approvato l’uso nell’UE.
Il CHMP ha ritenuto che Opdivo abbia indiscutibilmente mostrato di apportare beneficio ai pazienti con
determinati carcinomi avanzati (melanoma, NSCLC o carcinoma delle cellule renali) aumentando o la
sopravvivenza dei pazienti o il tempo di sopravvivenza senza un peggioramento della malattia. Gli studi
del linfoma classico di Hodgkin hanno coinvolto unicamente un ristretto numero di pazienti. Si sono
tuttavia riscontrati elevati tassi di risposta in questi pazienti, in cui altri trattamenti non erano stati
coronati da successo ed era disponibile un esiguo numero di opzioni di trattamento. Gli effetti
indesiderati di Opdivo sono stati ritenuti gestibili con opportune misure e sono stati compensati dai
benefici.
Quali sono le misure prese per garantire l’uso sicuro ed efficace di Opdivo?
La ditta che produce Opdivo fornirà ai medici che possono prescrivere Opdivo materiale informativo
contenente informazioni sull’impiego del medicinale e sulla gestione degli effetti indesiderati, in
particolare quelli correlati all’attività del sistema immunitario, e sui possibili rischi per i pazienti del
linfoma classico di Hodgkin, nel caso in cui siano sottoposti a un trapianto di cellule staminali allogenico
(un trapianto di cellule staminali di un donatore). La ditta fornirà anche una scheda di allerta per i
pazienti, corredata di informazioni sui rischi del medicinale e indicazioni su quando contattare il medico
alla comparsa di sintomi. La ditta trasmetterà inoltre ulteriori informazioni sui benefici di Opdivo nel
lungo termine ed effettuerà analisi per cercare di individuare i soggetti con le maggiori probabilità di
beneficiare del trattamento con il medicinale.
Le raccomandazioni e le precauzioni che gli operatori sanitari e i pazienti devono osservare affinché
Opdivo sia usato in modo sicuro ed efficace sono state riportate anche nel riassunto delle
caratteristiche del prodotto e nel foglio illustrativo.
Altre informazioni su Opdivo
Il 19 giugno 2015 la Commissione europea ha rilasciato un’autorizzazione all’immissione in commercio
per Opdivo, valida in tutta l’Unione europea.
Per la versione completa dell’EPAR e del riassunto del piano di gestione dei rischi di Opdivo consultare
il sito web dell’Agenzia: ema.europa.eu/Find medicine/Human medicines/European public assessment
reports. Per maggiori informazioni sulla terapia con Opdivo, leggere il foglio illustrativo (accluso
all’EPAR) oppure consultare il medico o il farmacista.
Ultimo aggiornamento di questo riassunto: 11-2016.
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