FISICA QUANTISTICA I – PROVA SCRITTA DEL 22/06/2015 1. Si consideri una particella vincolata a muoversi in una dimensione e soggetta al potenziale αδ(x) se − a ≤ x ≤ a, (1) V (x) = +∞ altrimenti, con α > 0. Discutere gli autovalori dell’operatore hamiltoniano, confrontando i risultati ottenuti con quelli del caso limite α = 0. 2. Si consideri il moto unidimensionale di una particella inizialmente preparata nello stato fondamentale di una buca a pareti infinite, 0 se − a ≤ x ≤ a, V (x) = (2) +∞ altrimenti. Al tempo iniziale (t = 0) si espandono istantaneamente le pareti, in modo tale che la regione a potenziale nullo diventa −2a ≤ x ≤ 2a. (i) Scrivere la funzione d’onda della particella ψ(x, t) (per t > 0). (ii) Trovare i possibili risultati della misura dell’energia della particella al tempo t e le probabilità di ottenere tali risultati. (iii) Calcolare il valor medio dell’energia in funzione del tempo. Come si confronta il risultato ottenuto con il valore dell’energia prima dell’espansione? Nota: potrebbe risultare utile il seguente risultato: ∞ X n=0 (2n + 1)2 π2 = . [(2n + 1)2 − 4]2 16 (3) 3. Per una particella libera in una dimensione l’operatore hamiltoniano H costituisce un set completo di osservabili che commutano (C.S.C.O.)? In caso di risposta negativa, quale osservabile A potremmo aggiungere ad H in modo che {H, A} sia C.S.C.O.? 1 SOLUZIONI PROVA SCRITTA DEL 22/06/2015 1. Sfruttiamo la simmetria del potenziale, V (x) = V (−x), per cercare separatamente le autofunzioni pari e dispari dell’operatore hamiltoniano. √ Per le soluzioni pari, φ(x) = A sin(kx)+B cos(kx) per 0 ≤ x ≤ a, con k = 2mE/~ e φ(−x) = φ(x). Dalla continuità di φ(x) per x = 0 otteniamo l’identità B = B, dalla condizione di raccordo delle derivate per x = 0, dφ dφ 2mα − = 2 φ(0), (4) dx 0+ dx 0− ~ 2 ricaviamo B = ~mαk A. Dalla condizione di annullamento della funzione d’onda per x = a, φ(a) = 0, abbiamo infine tan(ka) = − ~2 k . mα (5) Tale equazione può essere risolta graficamente, e le soluzioni kn , con n = 1, 3, 5, ... sono comprese tra nπ/2a e (n + 1)π/2a. Quindi le corrispondenti energie En = ~2 kn2 π 2 ~2 > n2 , 2m 2m(2a)2 (6) dove le energie scritte a destra sono quelle di una buca infinita di larghezza 2a e vengono ritrovate nel limite α → 0. Per le soluzioni dispari, utilizziamo sempre φ(x) = A sin(kx) + B cos(kx) per 0 ≤ x ≤ a, ma ora φ(−x) = −φ(x). Dalla continuità di φ(x) per x = 0 otteniamo B = 0, dalla condizione di raccordo delle derivate per x = 0 ricaviamo l’identità kA − kA = 0. Infine dalla condizione di annullamento della funzione d’onda per x = a, φ(a) = 0, deriviamo kn a = nπ/2 e quindi le energie En = ~2 π 2 n2 , 2m(2a)2 (7) con n = 2, 4, .... Gli autovalori per n pari sono quindi semplicemente quelli della buca infinita di larghezza 2a. Questo in quanto le corrispondenti autofunzioni si annullano nell’origine e quindi la delta di Dirac δ(x) non ha effetto su tali stati. 2. (i) L’energia dello stato fondamentale della buca prima dell’espansione è E1 = π 2 ~2 e la corrispondente autofunzione 2m(2a)2 πx 1 = ψ(x, 0). φ1 (x) = √ cos 2a a (8) Dopo l’espansione gli autovalori del sistema sono dati da Ēn = π 2 ~2 n2 , 2m(4a)2 2 (9) con n = 1, 2, 3, ... e le corrispondenti autofunzioni sono 1 inπx/4a φ̄n (x) = √ e + (−1)n+1 e−inπx/4a . 2 2a (10) La funzione d’onda al tempo t è quindi data da ψ(x, t) = ∞ X cn e−iĒn t/~φ̄n (x), (11) n=1 con cn = hφ̄n |ψ(0)i. (12) Per n pari, cn = 0 in quanto ψ(x, 0) è una funzione pari e φ̄n (x) è dispari. Per n dispari otteniamo invece √ nπ 8 2 1 . (13) cos cn = − π n2 − 4 4 (ii) I risultati che possono esser ottenuti quando si misura l’energia sono gli autovalori Ēn , ottenuti con probabilità pn ≡ p(E = Ēn ) = |cn |2 = 64 1 2 2 π (n − 4)2 (14) per n dispari, mentre pn = |cn |2 = 0 per n pari. (iii) L’energia non varia nel tempo ed è uguale all’energia della particella prima dell’espansione delle pareti. Infatti ∞ (2n + 1)2 16E1 X = E1 , hHi = Ēn |cn | = π 2 n=0 [(2n + 1)2 − 4]2 n=1 ∞ X 2 (15) con E1 = Ē1 /4 energia dello stato fondamentale della particella prima dell’espansione delle pareti. 3. L’operatore hamiltoniano H = P 2 /2m ha come autofunzioni le onde piane |pi, con −∞ < p < +∞, con come corrispondenti autovalori p2 /2m. Quindi gli autovalori dell’operatore hamiltoniano sono degeneri, dato che le autofunzioni |pi e | − pi corrispondono al medesimo autovalore. Quindi {H} non è un C.S.C.O.. Per rimuovere la degenerazione con un operatore che commuti con H possiamo ad esempio aggiungere l’operatore di parità Π oppure l’operatore quantità di moto P . I set {H, Π} e {H, P }√sono C.S.C.O.. Nel primo caso vediamo che le combinazioni lineari (|pi ± | − pi)/ 2 sono autofunzioni di H corrispondenti al medesimo autovalore p2 /2m ma con differenti autovalori di Π, π = ±1; nel secondo caso abbiamo P | ± pi = ±p| ± pi. 3