Leggi dei gas Dal momento che la pressione esercitata da un volume di gas, ad una certa temperatura, è proporzionale al numero delle particelle che lo compongono (ovvero dal numero delle sue molecole!), nel contesto della teoria cinetica dei gas (calcolo cinetico della pressione), è naturale pensare che, indipendentemente dalla natura del gas (ovvero dal tipo di elemento), volumi eguali di gas diversi contengano lo stesso numero di atomi. Si arriva così alla Legge di Avogadro: volumi uguali di gas diversi, nelle stesse condizioni di temperatura e pressione, contengono lo stesso numero di molecole Nel caso della reazione tra idrogeno e ossigeno, indicando con n il numero di molecole contenuto nel volume V, si può costruire il seguente schema: volumi rapporto tra i volumi molecole rapporto tra le molecole Idrogeno 2V 2 : 2n 2 : Ossigeno 1V 1 : 1n 1 : Acqua 2V 2 2n 2 Dal principio di Avogadro segue così che: in una reazione fra sostanze allo stato gassoso le molecole dei reagenti e dei prodotti finali si trovano nello stesso rapporto dei rispettivi volumi (misurati alla stessa pressione e temperatura). Ad es. nel caso di Idrogeno ed Ossigeno la reazione si può così scrivere: 2H2(g) + O2(g) H2O(g) che può essere vista come scissione di molecole biatomiche e ricombinazione di altre, triatomiche. Considereremo i gas sotto forma di fluidi costituiti da molecole puntiformi, non interagenti tra loro. I gas saranno contenuti in un contenitore di volume abbastanza grande e a temperature sufficientemente basse, in maniera tale da poterli considerare rarefatti. In tali condizioni essi rispettano le condizioni in cui vale la teoria cinetica dei gas e potranno così essere chiamati “gas perfetti”. Definiremo inoltre lo “stato termodinamico di un sistema” (nel nostro caso un gas) la tripla di valori (p,V,t) delle grandezze fisiche macroscopiche denominate rispettivamente pressione, volume e temperatura; in condizioni di : Equilibrio meccanico (idrostatico) Equilibrio termico Equilibrio chimico (struttura interna e composizione chimica del sistema costanti) l’insieme di tali valori costituirà lo “stato di equilibrio termodinamico” del sistema. Si considereranno d’ora in poi esclusivamente le trasformazioni “quasistatiche” di un sistema: ovvero quelle trasformazioni che avvengono così lentamente da poter cambiare stati d’equilibrio termodinamico in stati di equilibrio termodinamico; naturalmente si tratta di un’approssimazione, indispensabile al fine di una trattazione fisico-matematica della teoria in gioco. Consideriamo ora un gas contenuto in un recipiente cilindrico dotato di un pistone scorrevole, inizialmente di volume V0 ad una temperatura iniziale t0 ed a una pressione costante p. Se sottoponiamo il gas ad un riscaldamento fino ad alzare la sua temperatura al valore t > t0 , il suo volume aumenterà secondo la seguente legge: V V0 1 t Iª Legge di Gay-Lussac con t = t – t0 ed = 1/(273 C) costante dimensionale Nel caso particolare in cui la temperatura iniziale sia t0 = 0 ºC , t = t e si può rappresentare graficamente tale legge nella seguente forma: V 1 t V0 V V0 Dal punto di vista matematico, si tratta dell’ 1 0 t 1 equazione di una retta di coefficiente angolare . La fisica impone però delle condizioni aggiuntive: 1. il coeff. angolare, come già indicato, deve avere le dimensioni dell’inverso di una temperatura; infatti la quantità a primo membro, essendo il rapporto tra grandezze fisiche omogenee è un numero puro e dunque adimensionale;ne consegue che la quantità a secondo membro 1+·t dev’essere anch’essa dimensionale e dunque lo deve essere anche il prodotto ·t e perché ciò si verifichi deve essere l’inverso di una temperatura. 2. La retta interseca l’asse verticale nel punto (0,1) in corrispondenza del volume iniziale V0 , interseca l’asse orizzontale nel punto (-1/,0) in corrispondenza del quale il volume si annulla: V=0; essa però, a differenza di quanto succede matematicamente, non può scendere al di sotto di tale punto: infatti in tal caso si avrebbe V < 0, ovvero volumi negativi e dunque privi di significato fisico. Da ciò ne consegue che, essendo –1/ = - 273C, il gas non può scendere al di sotto di 273 gradi sotto zero. La trasformazione nel piano (V,t) si dice perciò trasformazione “isobara” in quanto avviene a pressione costante p. Ripetiamo ora il medesimo procedimento, tenendo però fissato il volume e facendo variare la pressione; se riscaldiamo il gas essa si innalzerà da un valore iniziale p0 ad un valore finale p secondo la seguente legge: p p0 1 t IIª Legge di Gay-Lussac con t = t – t0 ed = 1/(273 C) costante dimensionale Nel caso particolare in cui la temperatura iniziale sia t0 = 0 ºC , t = t e si può rappresentare graficamente tale legge nella seguente forma: p 1 t p0 p p0 Valgono le medesime considerazioni fatte in precedenza con p al posto di V: in particolare in (0,1) la pressione assume il valore iniziale p0 e non può scendere al di sotto di –273 gradi perché in tal caso sarebbe negativa e non fisica. 1 0 t 1 La trasformazione nel piano (p,t) si dice perciò “isocora” in quanto avviene a volume costante. In seguito si vedrà che il gas, oltre a non poter scendere al di sotto di –273 gradi non potrà neanche raggiungere tale valore: per ora viene considerato idealmente raggiungibile solo perché si sta considerando un gas puntiforme. Le precedenti leggi studiate, suggeriscono l’adozione di una diversa scala di temperature che consenta una rappresentazione matematica più semplice delle medesime. Sostituendo il valore di nella prima legge di Gay-Lussac si può scrivere: t t 273 V V0 1 V0 V0 t 273 273 273 per semplificare si può considerare la scala di temperature “assoluta” definita a partire dalla scala centigrada : T = t+273 In modo tale che le leggi di Gay-Lussac possano essere rappresentate in questo modo: V V0 T e P P0 T tale temperatura si misura in gradi Kelvin: K ed il suo zero si dice “zero assoluto” e non può, per le ragioni già scritte, essere mai raggiunto. Possiamo infine enunciare la legge di trasformazione di un gas a temperatura costante: p p V k cos t Legge di Boyle T = cost V 0 Si tratta di una trasformazione del piano (p, V) “isoterma” in quanto avviene a temperatura fissata; dal punto di vista matematico tale curva esprime una iperbole equilatera. Supponiamo ora di voler eseguire la seguente successione di trasformazioni nel piano (p,V) di una mole di gas a partire dai valori iniziali (p0 , V0 , T0) : p 1. Trasformazione lungo l’isoterma a T0 = 273 ºK p0 → p > p0 , ma al crescere della pressione lungo un’isoterma il volume deve diminuire: V0 → V0' e dev’essere p·V0' = k = p0·V0 p (p,V,T) 2. Trasformazione isobara a temperatura crescente T0 T > T0 da cui : p0 T0 V 0 V0' V = V0'··T = (p0·V0 /p)··T V0 V alla fine delle trasformazioni si ottiene : p·V = ·p0·V0·T Sappiamo infine dalla Legge di Avogadro che a pressione p0 e temperatura T fissate una mole di gas occupa sempre lo stesso volume di gas, indipendentemente dal gas usato; in particolare a p 0 =1atm è ·p0·V0 = R = costante per tutti i gas da cui: p V R T Equazione di stato dei gas perfetti dove R = 8.31/(mole · ºK) è chiamata costante universale dei gas. R oltre ad essere determinabile sperimentalmente, è universale in quanto è indipendente dalla specie di gas quando si è nelle condizioni di gas perfetto. Nel caso di n moli l’equazione diventa: p V n R T Equazione di stato dei gas perfetti per n moli