UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo 08 LUGLIO 2016 Chris Iggo Chief Investment Officer, Fixed Income L’idra dei bassi rendimenti La maledizione della nostra epoca sono i bassi rendimenti, indissolubilmente connessi con i timori deflazionistici. I rendimenti potrebbero anche salire per brevi periodi, ma per tornare a registrare rendimenti reali decisamente positivi nel mercato risk free dovrà verificarsi un cambiamento politico fondamentale. Lo scenario politico attuale sta provocando conseguenze non volute (deficit pensionistico, anarchia politica), mentre si va dissolvendo la fiducia nell’efficacia del Quantitative Easing e dei tassi negativi. Per gli investitori obbligazionari diventa difficile ottenere rendimento dal carry in un contesto in cui il carry implica un aumento del rischio di credito o di interesse. Per questo motivo siamo convinti che oggi si debba accettare di pagare un costo maggiore per la conservazione del capitale. Come sempre, il segreto sta nella diversificazione. I titoli high yield, il debito dei mercati emergenti e le componenti del mercato investment grade con rating più basso offrono rendimento, mentre la conservazione del capitale si ottiene coi titoli di Stato, e non va neppure trascurata la protezione contro l’inflazione. Chi avrebbe mai pensato che il mercato delle obbligazioni index linked inglese avrebbe generato un rendimento del 20% finora quest’anno? Effettivamente si tratta di conseguenze non volute. Piatte o negative – Il futuro sarà definito da curve dei rendimenti obbligazionari piatte o negative? Questa è sicuramente la direzione in cui si muoveranno, dato che gli acquisti delle banche centrali, aspettative su crescita e inflazione in peggioramento e lo scenario dei tassi di interesse (che resteranno bassi a lungo) contribuiscono a far scendere i premi a termine e a incrementare i volumi per gli strumenti considerati un “porto sicuro”. La Banca Centrale Europea sta comprimendo il mercato dei Bund tanto che i rendimenti sulle scadenze fino ai 15 anni sono negativi e i rendimenti fino agli 8 anni sono persino al di sotto del tasso sui depositi (-40 p.b.). Le aspettative sui tassi di interesse hanno invertito la rotta rispetto a qualche mese fa: gli investitori oggi si chiedono con quale rapidità la Banca d’Inghilterra potrà abbassare i tassi a zero e se ricomincerà poi ad acquistare Gilt. Mentre i rendimenti dei Gilt sono da tempo inferiori ai Treasury (settembre 2014), dopo la Brexit la curva nel Regno Unito si è decisamente avvicinata alla curva tedesca, allontanandosi invece dai titoli del Tesoro USA poiché (ironia della sorte) gli investitori associano le aspettative di politica monetaria nel Regno Unito a quelle dalla BCE. I rendimenti dei Treasury scenderanno molto poiché gli investitori in titoli di Stato globali cercano di trarre il massimo rendimento dai portafogli, e gli Stati Uniti offrono i rendimenti più alti tra i mercati obbligazionari core. Il calo dei rendimenti e l’appiattimento delle curve hanno accelerato dopo la Brexit. Successivamente al referendum, lo spread 2/10 anni si è ristretto di 20 punti base (p.b.) negli Stati Uniti, in Germania di 15 p.b., nel Regno Unito di 23 p.b. L’appiattimento della curva implica che le aspettative sui tassi di interesse scendono e si è disposti ad assumere il rischio che i tassi di interesse siano più alti rispetto a quanto è implicito oggi nei tassi a termine. Il timore di un rialzo dei tassi è passato in secondo piano rispetto al timore di subire perdite di capitale, mentre il prezzo che si paga per garantire la conservazione del capitale sono i rendimenti sempre più bassi. In alcuni mercati si tratta di un costo reale. Gli investitori pagano un blog.axa-im.it . UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo premio (rendimenti negativi) per avere l’opzione di chiedere il rimborso (put) dell’obbligazione e vedersi restituire il capitale. Sempre più in basso – La spirale dei rendimenti scende sempre più basso. Questo scenario è nello stesso tempo il riflesso, la risposta, ma anche una delle cause dell’attuale dinamica inflazionistica. Quest’ultimo aspetto mina l’efficacia delle politiche monetarie attuali. Attraverso una politica monetaria che fa scendere sempre più i rendimenti, le banche centrali senza volerlo delineano prospettive negative che vanno a offuscare gli obiettivi di aumento della crescita e dell’inflazione. Inoltre, il calo dei rendimenti può comportare un aumento del risparmio e una riduzione della spesa a fronte del calo dei redditi non da lavoro. In uno scenario estremo con tassi negativi sui depositi bancari (non ci siamo ancora arrivati e speriamo di non arrivarci mai), assisteremmo a un accumulo di liquidità e al tracollo della velocità della moneta. Naturalmente dopo la grande crisi finanziaria, la politica fiscale ha contenuto la domanda aggregata mentre le norme hanno limitato l’assunzione del rischio. Poco è stato fatto per ridurre in modo efficace il rapporto tra debito e reddito, per cui i vincoli di bilancio che si sono riversati su consumi e investimenti sono stati pesanti. Il QE ha impedito una catena di insolvenze, ma non sono state affrontate le cause sottostanti di una crescita inferiore alla media. Se consideriamo la fine del 2007 come il picco del ciclo economico precedente e tracciamo i livelli del Pil delle principali economie da quel momento in poi, solo il Canada è su un livello in linea con una crescita annua del 2% dal 4° trimestre 2007 (ovvero nell’ipotesi che la grande crisi finanziaria non sia mai avvenuta). Gli Stati Uniti si avvicinano a questo risultato, mentre Regno Unito e Germania sono a metà strada. L’economia del Giappone è più o meno sugli stessi livelli di allora, mentre il divario produttivo in Spagna e Italia è ancora molto ampio. Il Pil dell’Italia è ancora inferiore del 7-8% rispetto ai livelli di fine 2007, non ci sorprenda quindi che il suo sistema bancario si trova di fronte a sofferenze così ingenti. Se non si riesce a far ripartire la crescita, i danni subìti dalla produttività, dal reddito reale e dall’occupazione diventeranno permanenti e i tassi di interesse reali continueranno a scendere. Da una parte sono portato a pensare che la Federal Reserve alzerà i tassi a fronte della bassa disoccupazione e di un lieve aumento dell’inflazione negli Stati Uniti, dall’altra lo scenario globale mi fa credere che non lo farà o che comunque ci penserà bene. Cosa ci dice l’avversione al rischio? – Mi piace la frase “i bassi rendimenti non impediscono di ottenere performance buone”. Tuttavia, alla luce di quanto ho scritto sembra una sentenza a breve termine. Le conseguenze indesiderate sulle aspettative e sul comportamento sono negative, mentre alcune stime relative all’impatto del calo dei rendimenti sul deficit dei fondi pensionistici a prestazione definita del Regno Unito sono piuttosto scioccanti. Un aumento del deficit significa un incremento degli accantonamenti da parte delle imprese a scapito di dividendi e investimenti fissi, e questo conferma le prospettive di crescita poco brillanti. Naturalmente, anche sul fronte della performance degli investimenti, i tassi bassi potrebbero assumere connotazioni persino più negative. Tradizionalmente, una curva dei rendimenti inversa è stata l’indicatore di una recessione imminente e, sebbene questa volta lo scenario politico è diverso, non dobbiamo ignorare il fatto che le curve dei rendimenti si stanno appiattendo, anche se questo significa che i rendimenti a più lungo termine stanno entrando in molti casi in territorio negativo. (Inoltre il segmento a breve termine della curva nel Regno Unito presenta un’inclinazione negativa poiché i gilt a 2 anni hanno già scontato il taglio dei tassi di interesse). Se queste dinamiche indicano prospettive economiche negative, non posso fare a meno di pensare che prima o poi inizieranno a influire sugli spread del credito e sulle valutazioni azionarie. I fattori del rendimento – I principali fattori responsabili del rendimento in un portafoglio obbligazionario sono il carry e le oscillazioni dei prezzi. In un portafoglio di titoli di stato, l’andamento dei prezzi dipende dalle variazioni della forma della curva. In un portafoglio di titoli di stato e obbligazioni societarie, l’andamento dei prezzi dipende dalle variazioni della forma della curva e dalle variazioni dei premi per il rischio di credito (spread). Come per la maggior parte delle cose, l’attribuzione dei rendimenti di un portafoglio obbligazionario può complicarsi se iniziamo a includere obbligazioni indicizzate all’inflazione o obbligazioni con opzioni integrate, ma i principi di base ci inducono a ritenere che il rendimento dipende in larga misura dal carry, dalle variazioni della curva dei rendimenti e dalle variazioni dei credit spread. Oggi diventa sempre più difficile ottenere un’esposizione sul carry senza incrementare il rischio di interesse (obbligazioni a più lunga scadenza) o il rischio di credito. Relativamente alle future oscillazioni dei prezzi, i rendimenti nel breve termine potrebbero scendere, determinando una correlazione positiva tra rendimenti e grado di duration in portafoglio. Il rischio comunque è blog.axa-im.it UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo chiaro: se i rendimenti scendono ancora, il rapporto tra duration e rendimento a un certo punto diventerà negativo. Quindi il carry si riduce e uno dei modi per aumentarlo (puntare su scadenze più lunghe) implica il rischio di rendimenti negativi se e quando i tassi torneranno a salire. L’altro modo per ottenere carry è di incrementare il rischio di credito. Tuttavia, questo comporta il rischio di un intervento negativo sui prezzi se gli spread si ampliano ancora in risposta a uno scenario economico difficile. Il modo in cui i rendimenti obbligazionari possono diventare negativi è chiaro, vero? Il rischio si può contenere abbreviando la duration a fronte dell’appiattimento delle curve, incrementando il rating di credito medio del portafoglio, evitando i settori che probabilmente riporteranno performance negative (il settore immobiliare britannico, le banche italiane, le banche in genere, i beni di consumo ciclici), oppure coprendo il rischio di credito vendendo protezione sul mercato dei credit default swap (CDS). La diversificazione nel credito globale (con high yield e debito dei mercati emergenti) nell’ipotesi che i problemi economici si concentreranno prevalentemente in Europa (Regno Unito compreso) e l’introduzione di qualche posizione in valuta sono altri modi per cercare di ridurre il rischio di perdita derivante da un repricing obbligazionario. Il costo del carry – È il momento per cercare di ottenere il maggior carry possibile con il minimo rischio. Gli indici obbligazionari tradizionali non sono la soluzione poiché la duration è troppo lunga rispetto al rendimento. I fondi obbligazionari concentrati sul segmento a più breve termine del mercato limitano il rischio di duration, e quindi anche la volatilità dei prezzi, e se ci troviamo nel segmento high yield o nei mercati emergenti avremo la protezione offerta dal carry. La duration, come fattore di rendimento, ha ottenuto buoni risultati quest’anno, soprattutto dopo il voto nel Regno Unito. Tuttavia, il carry sul detenere duration è sui minimi storici. Questo non significa che i rendimenti devono salire, ma che gli investitori devono rivolgersi ai mercati in modo diverso. I mercati risk free non offrono rendimento, mentre aumenta il costo per detenere strumenti di alta qualità in portafoglio dove il rendimento del capitale è l’obiettivo principale. Non sembra che i rendimenti negativi siano destinati a risalire, pertanto dobbiamo iniziare a usare i rendimenti negativi o la duration in modo diverso per cercare di ottenere il carry. mercati obbligazionari, ma come abbiamo già spiegato, questo avviene al costo di una minore qualità di credito e pagando un premio per l’opzione di coprire tale rischio di credito. Per questo motivo in uno dei nostri fondi obbligazionari di punta, abbiamo una forte esposizione sui mercati high yield ed emergenti e posizioni consistenti nei titoli del Tesoro USA e Bund tedeschi trentennali. Ma recentemente le oscillazioni sono state estreme. L’economia mondiale sta crescendo ancora mentre l’inflazione non scende più. Non sorprendiamoci se a settembre i rendimenti risaliranno ancora. Anarchia nel Regno Unito – Non è ancora chiaro quante carriere politiche siano finite a causa degli avvenimenti delle ultime due settimane nel Regno Unito, ma sono certo che questo periodo resterà una fase importante del rapporto tra le élite della politica e i cittadini. Gli sviluppi politici nel Regno Unito sono collegati agli sviluppi in altri paesi attraverso la base comune di un’economia globale che non sta dando molte speranze e opportunità ad ampie fette della popolazione. I rendimenti negativi persisteranno finché non ci sarà un cambiamento in termini di politica economica. Secondo me, il modo in cui si manifesteranno queste dinamiche sarà un tema importante per i mercati globali dei prossimi anni. Il processo di globalizzazione invertirà la tendenza? Inizierà un’epoca di protezionismo? Il ripudio del debito sarà il prezzo da pagare per far ripartire la domanda aggregata? Ci sono abbastanza risparmi nel mondo da finanziare un aumento della spesa. Per iniziare, le banche centrali possono finanziare gli investimenti. Dopo tutto, ci siamo vicini come ho spiegato molte volte. Serve la giusta leadership, oppure un peggioramento della crisi. Finché non assisteremo a chiari segnali in questa direzione, ritengo che le strategie di investimento debbano essere progettate tenendo a mente il rischio di crisi. Il Regno Unito ha fatto qualche piccolo passo avanti per superare l’anarchia politica delle ultime settimane (paradossalmente è probabile che un Primo Ministro favorevole all’UE dovrà negoziare i termini della Brexit visto che i portavoce del Leave hanno fatto marcia indietro), ma c’è ancora molto lavoro da fare, l’Europa dovrà affrontare numerose sfide e il clima politico negli Stati Uniti diventa sempre più preoccupante di giorno in giorno. Non mi sorprende che gli investitori stiano acquistando obbligazioni. È più importante che mai comprendere la correlazione negativa tra il rendimento della duration e il rendimento degli spread di credito. Possiamo ottenere carry sui blog.axa-im.it UPDATE SUL MERCATO La Versione di Iggo E ora il calcio Non sono stati dei grandi Europei, vero? La Germania alla fine non è stata all’altezza poiché non è riuscita a sostituire Miroslav Klose, nonostante l’eccellente centrocampo. L’Italia deve esercitarsi ai rigori. L’Inghilterra ha combinato un disastro. Credo che il Portogallo sia stato fortunato ad approdare in finale perché ha la fortuna di avere Ronaldo. La Francia si merita il titolo, ma vedremo come va domenica. È una squadra bella da vedere, con un goleador talentuoso e un buon centrocampo con Paul Pogba, che sarà presto del Manchester United. Allez les bleus. Chris Il presente documento è destinato unicamente a Soggetti collocatori o investitori professionali / istituzionali, e non può essere in alcun modo diffuso al pubblico o consegnato ad investitori che non posseggano tale qualifica. AXA Investimento Managers UK Limited (Londra), è una società autorizzata e regolamentata dalla Financial Conduct Authority del Regno Unito, numero di riferimento 119368, sede societaria al 7. Newgate St, London EC1A 7NX – Registrata in Inghilterra e Galles con il numero: 01431068. Le informazioni contenute nel presente documento hanno scopo esclusivamente informativo ed in nessun modo rappresentano da parte di AXA IM un’offerta d’acquisto o vendita o sollecitazione di un’offerta d’acquisto o vendita di titoli o di strumenti o a partecipare a strategie commerciali. Le informazioni contenute nel presente documento sono riservate e fornite esclusivamente su richiesta del destinatario. Accettando le informazioni ivi contenute il destinatario si impegna ad usale le suddette esclusivamente per finalità interne e si impegna altresì a non divulgarle a nessun altro soggetto. Qualsiasi riproduzione delle presenti informazioni totale o parziale è vietata. AXA Investment Managers non offre consulenza legale, finanziaria, fiscale o di altra natura sull’idoneità di questi fondi/investimenti o servizi per gli investitori, che dovrebbero, però, prima di investire, richiedere un consiglio professionale appropriato e fare le loro valutazioni sui meriti, rischi e conseguenze fiscali. AXA Investment Managers declina ogni responsabilità riguardo eventuali decisioni basate sul presente documento. I pareri espresso nel presente documento non costituiscono consulenza in materia d’investimento Il presente documento è stato elaborato sulla base di dati, proiezioni, anticipazioni e ipotesi di natura soggettiva. Le analisi e le conclusioni ivi contenute esprimono un opinione, basata sui dati disponibili ad una data specifica. In conseguenza della natura soggettiva e indicativa di queste analisi, attiriamo la Vostra attenzione sul fatto che la reale evoluzione delle variabili economiche e i valori dei mercati finanziari potrebbero differire significativamente dalle indicazioni (proiezioni, previsioni, anticipazioni e ipotesi) fornite nel presente documento. Inoltre, per esigenze di semplificazione, le informazioni contenute nel presente documento possono essere considerate esclusivamente soggettive. Il presente documento può essere modificato senza preavviso e AXA Investment Managers ha facoltà di, ma non l’obbligo, di aggiornare o rivedere il medesimo. blog.axa-im.it