Bisogni Educativi Speciali • di un allievo • di due o tre • di tanti • di TUTTI !!!!!!!! Sono UN’ESIGENZA EDUCATIVA SPECIALE … perché sono SPECIALE? SIAMO TUTTI SPECIALI! Incidenza percentuale (fascia 4-21 anni) Tipo di difficoltà Basso rendimento scolastico Maschi Femmine 13 7 DSA 4,5 3,5 1,5 5 1 1 0,15 0,1 1 1,25 1 1 0,15 0,1 Disturbi del linguaggio DDAI (Dist. Attenz. e iperatt.) Ritardo mentale Disturbi di personalità Disabilità plurime Sordità e ipoacusia La realtà ormai non è più così semplice … alcuni dati statistici … Qual è l’entità del fenomeno DSA in Italia ? INCIDENZA di STUDENTI con DSA nelle SCUOLE SECONDARIE di 2° grado • 2,6% negli istituti professionali • 1,3 % negli istituti tecnici • 0,7% nei licei EVOLUZIONE DEI SOGGETTI CON DSA • RECUPERATI: circa il 20% viene recuperato completamente (presumibilmente aveva forme molto lievi che si sono attenuate al punto da non dare più nessun segno); • COMPENSATI: circa il 45% raggiunge un grado buono di compenso; • PERSISTENTI: il 35% mantiene disturbi che rendono difficile il proseguimento degli studi dopo l’obbligo scolastico. Inoltre, anche se i DSA sono “compensati”, possono essere presenti diverse difficoltà residue che possono rendere la vita scolastica particolarmente difficoltosa … E NON SOLO. L’anomalia italiana La conoscenza del fenomeno dislessia è stata a lungo limitata ad una ristretta cerchia di specialisti. La consapevolezza del problema è assente dal bagaglio culturale medio delle persone che svolgono professioni intellettuali. Grave è la carenza di informazione e conoscenza specifica nella scuola sui DSA. PEER EDUCATION QUADRO NORMATIVO UNA OPPORTUNITÀ PER UNA • LEGGE 170/2010 DIDATTICA INCLUSIVA • DM 12 luglio 2011 DI UN ALUNNO DSA A FAVORE • LINEE GUIDA per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA • DPR 122/2009 Regolamento sulla valutazione (Art.10) • OM Esami Stato 2012 • Direttiva Bisogni Educativi Speciali 27 /12/2012 • CM n 8 del 6 marzo 2013 • LINEE GUIDA per la predisposizione di protocolli regionali per individuazione precoce casi sospetti di DSA 24 /01/2013 LEGGE 170/2010 Art. 1 "Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia" DSA : DISTURBO – DISABILITA’ – CARATTERISTICA DISTURBO approccio diagnostico e specialistico necessità di approfondire gli studi scientifici DISABILITÀ approccio sociale richiede riabilitazione e abilitazione si usa per una rivendicazione CARATTERISTICA adatto all’ambiente scolastico evoca condotte di adattamento e flessibilità dei soggetti e del contesto richiede una DIDATTICA INCLUSIVA dalle slides di Cristina Devecchi Convegno USRL La scuola è aperta a tutti Milano 25 marzo 2013 Ora la legge si rivolge non solo agli allievi con DSA, ma a tutti gli studenti con BES. E per tutti occorre preparare un PDP e un PAI (Piano Annuale dell’Inclusione) Perché parliamo di BES ? Perché c’è una normativa ben precisa: • • • • • Unesco 2000 (Educazione per tutti entro il 2015) Direttiva 27 dicembre 2012 Circolare Min. n. 8 del 6 marzo 2013 Nota USR Piemonte del 19 aprile 2013 Nota 21 agosto 2013 Emilia Romagna …che ci fa capire che è ora di attuare una SCUOLA INCLUSIVA SI È PASSATI … • PRIMA DEGLI ANNI ‘60: dall’esclusione alla medicalizzazione • NEGLI ANNI ‘60/’75: dalla medicalizzazione all’ inserimento • NEGLI ANNI ‘70/’90: dall’inserimento all’ integrazione • DOPO GLI ANNI ’90: dall’INTEGRAZIONE all’ INCLUSIONE NON SOLO STUDENTI CON DSA Direttiva del 27 dicembre 2012 “ Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” Contiene indicazioni su strumenti d’intervento per tutti gli alunni che, con continuità o per determinati periodi, possono manifestare BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (BES) “… per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. L’insieme delle nostre classi… Problemi relazionali Deficit neurologico Problemi familiari Deficit cognitivo Danni cerebrali acquisiti Deficit visivo Deficit uditivo Non adeguate opportunità sociali B. Testone - I BES nel quotidiano in aula - 7 maggio 2013 [email protected],[email protected], [email protected] “Il problema dell’insegnante oggi non è più la gestione del singolo, ma la valorizzazione dell’eterogeneità, della diversità, in una classe di diversi” (M. Comoglio) Chi sono i BES Dalla direttiva 27 dicembre 2012 «… ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.» SARÒ UN BES? BES…? Secondo l’OCSE gli alunni con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI sono: • DISABILI (ex L.104/92) • alunni con DIFFICOLTA’ (emotive, comportamentali, di apprendimento – DSA-, ecc.) • alunni con SVANTAGGIO (culturale, socioeconomico, sociolinguistico, ecc.) DIAGNOSI FUNZIONALE con SOSTEGNO (insegnante di sostegno per X ore) DIAGNOSI D.S.A. (no insegnante di sostegno, ma strumenti compensativi/dispensativi) DIAGNOSI FUNZIONALE senza SOSTEGNO (no insegnante, ma B.E.S.) BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI COMORBILITÀ • DISPRASSIA (deficit di esecuzione di un gesto intenzionale) difficoltà soprattutto rispetto alla capacita di pianificazione, programmazione ed esecuzione di un atto intenzionale finalizzato a uno scopo • DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITÀ (ADHD) disturbo evolutivo dell’autocontrollo che include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Le difficoltà di attenzione possono essere associate all’iperattività (ADHD) o essere isolate e riguardare uno o più processi di controllo AIUTO !!!! Come posso farcela ???????? Dilemma del PLURALISMO EDUCATIVO Come coniugare i differenti bisogni educativi (individuali, sociali, culturali, religiosi, etnici) degli allievi e delle loro famiglie? Costruendo pensieri e azioni mirati e condivisi che si traducono in un nuovo modo di pensare e fare scuola. Elaborando un progetto formativo comune coerente con il contesto territoriale. L’art. 34 della Costituzione recita... «La scuola è aperta a tutti» Occorre, quindi, escludere ogni forma di discriminazione nell'accesso dei saperi e nel diritto all'istruzione. Occorre attivarsi per garantire l'inclusione sociale dei BES in ottemperanza alla «Convenzione dei diritti del fanciullo» I ragazzi e la scuola “ … guardiamoci bene dal sottovalutare l’unica cosa sulla quale possiamo agire ….: la solitudine del ragazzo che non capisce, perso in un mondo in cui gli altri capiscono.[…] Gli insegnanti che mi hanno salvato- e che hanno fatto di me un insegnante- non erano formati per questo. Non si sono preoccupati dell’origine della mia “infermità scolastica”. Erano adulti di fronte ad adolescenti in pericolo. […] Si sono buttati. […] Alla fine mi hanno tirato fuori. E molti altri come me. Ci hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita.” Daniel Pennac (Diario di scuola) Nel POF occorre precisare • L'ACCOGLIENZA si qualifica come postulato di base dell'azione educativa di tutta la scuola, e intende porre particolare attenzione all'ingresso nella Scuola dell'Infanzia, ai momenti di passaggio dalla Scuola dell'Infanzia alla Scuola Primaria e dalla Scuola Primaria alla Scuola Secondaria di primo grado. • La scuola si impegna a creare un “CLIMA OTTIMALE”, affinché ciascuno trovi stimoli ed incentivi per apprendere, attraverso molteplici occasioni di socializzazione e di gioco. ACCOGLIENZA “L’insegnante professionista come il medico o l’ingegnere nei loro campi specifici è colui che insegna non solo perché sa, ma perché sa insegnare. E sapere insegnare vuol dire essere specialista della complessa capacità di mediare e trasformare le conoscenze curricolari di contenuto […] attraverso l’assimilazione dei processi di accesso e utilizzo delle conoscenze, allo scopo di adattarle alle conoscenze del soggetto e del suo contesto e rendendole coerenti alle procedure, in maniera che l’alchimia dell’apprendimento abbia luogo nel discente; …/… L’Insegnante è MEDIATORE DIDATTICO Competenze da raggiungere Strumenti e TIC Sistema classe BES /DSA Singolo alunno Setting didattico B.. Testone B Testone - I BES BES nell quotidiano quotidiano in in aula aula - 7 m aggio 2013 2013 maggio Anche gli STRUMENTI sono MEDIATORI DIDATTICI : Essi possono essere 1. ATTIVI (fanno ricorso all'esperienza diretta) es. l'esperimento scientifico 2. ICONICI (utilizzano le rappresentazioni del linguaggi grafico e spaziale) fotografie, carte geografiche, schemi, diagrammi, mappe concettuali …. 3. ANALOGICI (si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione) es. gioco di ruolo 4. SIMBOLICI (utilizzano i codici di rappresentazione convenzionali e universali, come quelli linguistici) E' ovvio che sia necessaria la loro INTEGRAZIONE I BES nel quotidiano lavoro d’aula Occorre riconcettualizzare i BES (anche alla luce delle teorie sui processi di insegnamento/apprendimento) Occorre pensare alla classe come a un tutt’uno (sistema classe) in cui sono presenti elementi di uguaglianza e di diversità Ciò inevitabilmente implica dei cambiamenti sul piano dell’organizzazione scolastica e didattica DAL POF … al PAI attraverso il GLI … per una didattica inclusiva Secondo la C.M. n 8 del 6/03/13 “ Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi, ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali, ovvero di ben fondate considerazione pedagogiche e didattiche». A rilevare le criticità presenti in ciascuna classe sarà, oltre al GLI Consiglio di classe/team docenti, il (Gruppo di lavoro per l’inclusione), che rileverà anche i BES presenti in tutta la scuola ed elaborerà un Piano Annuale per l’inclusione , in modo da “accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei risultati educativi” e fare il punto sull’efficacia degli strumenti messi in atto nell’anno scolastico.” Il GLH di istituto diventa Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) E’ composto dal DS, dalla Funzione strumentale e/o referente DSA, da docenti sostegno, rappresentanti dell’ AEC (Assistenza Educativa Culturale), assistenti alla comunicazione, docenti curriculari, coordinatori, genitori, esperti sanitari, esterni convenzionati, Compiti del GLI e della scuola • Rilevazione dei BES presenti nella scuola • Documentazione degli interventi didattico-educativi già attuati positivamente che diventano le buone prassi della Scuola. • Focus/confronto su casi, consulenza e supporto ai colleghi su strategie/metodologie di gestione delle classi • Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività • Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l’Inclusività (PAI) entro il mese di settembre 2013 • Approvazione del Piano da parte del Collegio Docenti • Adattamento del Piano alle nuove situazioni • Assegnazione definitiva risorse funzionali INSOMMA: si vuole garantire gli stessi diritti a tutti gli studenti con BES “Con determinazioni assunte dai Consigli di classe/team docenti , risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e/o sulla base di considerazioni di carattere psico-pedagogico e didattico, le scuole devono avvalersi anche per tutti questi alunni degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative contenute nella Legge 170/2010 e nelle Linee guida per poter attuare un valido intervento pedagogico-didattico. “Un approccio educativo, non meramente clinico (…) dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento …, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo. Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi.” Nella DIRETTIVA PROFUMO viene riconosciuta la … « … necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per tutti gli allievi che manifestano necessità speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato (PDP), individuale o anche riferito a tutti gli studenti con BES della classe, ma articolato … e di una progettualità complessa, da parte di tutti i docenti (curriculari e di sostegno), da articolare attorno ai processi di INDIVIDUALIZZAZIONE e di PERSONALIZZAZIONE.» L’ alunno con DSA utilizza un diverso modo di imparare che richiede: la conoscenza dei DSA da parte dei docenti un’organizzazione scolastica flessibile una metodologia didattica personalizzata MA SI PUÒ FARE? SI DEVE FARE !!! Art. 3 Costituzione Italiana “… E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”. La NORMATIVA sui DSA si muove in linea con questi principi ed ora è applicata a tutti gli studenti con BES in quanto … TUTTI hanno diritto a pari opportunità di apprendimento, siano essi normodotati, diversamente abili, con disturbi visivi, uditivi … QUADRO NORMATIVO PEER EDUCATION UNA OPPORTUNITÀ PER UNA • LEGGE 170/2010 DIDATTICA INCLUSIVA • DM 12 luglio A 2011 FAVORE DI UN ALUNNO DSA • LINEE GUIDA per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA • DPR 122/2009 Regolamento sulla valutazione (Art.10) • OM Esami Stato 2012 • Direttiva Bisogni Educativi Speciali 27 /12/2012 • CM n 8 del 6 marzo 2013 • LINEE GUIDA per la predisposizione di protocolli regionali individuazione precoce casi sospetti di DSA 24 /01/2013 per E’ IMPORTANTE CONOSCERE la normativa sui DSA La Legge è uno strumento che genitori, educatori e insegnanti devono conoscere per poterlo utilizzare con efficacia per tutelare i DIRITTI dei minori. LEGGE n. 170/2010 e DECRETO 5669 : assegnano alle scuole il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché gli studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo LINEE GUIDA : indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle scuole per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA LINEE GUIDA per la predisposizione di protocolli regionali per l’ individuazione precoce dei casi sospetti di DSA: compito assegnato alle Regioni e agli USR Da queste norme scaturiscono DIRITTI e DOVERI per TUTTI: docenti, dirigenti scolastici, referenti, ma anche studenti e famiglie CHI SONO I PROTAGONISTI ? La scuola ha il ruolo principale “…La segnalazione da parte degli insegnanti vede come primo interlocutore la famiglia per un successivo invio ai servizi sanitari per l’età evolutiva eventualmente mediato dal pediatra….” Consensus conference, 2007 www.dislessiainrete.org 52 La SCUOLA, insieme alla FAMIGLIA, è sicuramente l’ambiente in cui i ragazzi trascorrono la maggior parte del proprio tempo e il luogo dove fanno esperienze significative di socializzazione e di apprendimento. La scuola deve, quindi ,trovare tutti gli strumenti per promuovere l’apprendimento per TUTTI. CERTO!!! SICURAMENTE! E PRIMA TUTTO CIÒ NON SI POTEVA FARE? Carlo Muzio Università di Pavia Claudia Cappa ISAC-CNR Torino Legge 517/77 (legge sulla programmazione educativa) INTERVENTI INDIVIDUALIZZATI IN RELAZIONE ALLE ESIGENZE DEI SINGOLI ALUNNI “… La programmazione educativa può comprendere attività scolastiche organizzate per gruppi … allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni ….” Lo sancisce il REGOLAMENTO dell'AUTONOMIA scolastica D.P.R. 275/1999 L’autonomia delle istituzioni scolastiche si sostanzia nella PROGETTAZIONE e nella realizzazione di interventi adeguati alle caratteristiche specifiche … degli studenti. (Regolamento dell’autonomia - DPR 275/99 ) AID Torino Legge n. 53/2003 e D.Lgs. 59/2004 Centralità della PERSONA che apprende anche attraverso percorsi personalizzati e flessibili CONCETTO DI PERSONALIZZAZIONE Legge 53/2003 (riforma Moratti) “la scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno” Con la personalizzazione … “… si vogliono raggiungere i medesimi obiettivi attraverso itinerari diversi. Ciò …. implica la messa a punto di nuove forme di organizzazione didattica e la trasmissione dei processi del “sapere” e del “saper fare”, in modo da predisporre piani di apprendimento coerenti con le capacità, i ritmi e i tempi di sviluppo degli alunni ”.(G. Chiosso, La personalizzazione dell’apprendimento) COSA è RICHIESTO ALLA SCUOLA? RICONOSCERE … ACCOGLIERE le "diversità“ … VALUTARE IN MODO DIVERSO ! COSA SI PUÒ E SI DEVE FARE IN PRESENZA DI RAGAZZI CON DSA/BES? Le due dimensioni fondamentali sono ACCOGLIENZA e INTEGRAZIONE L’ACCOGLIENZA “cammina su due binari ”. 1) ACCETTAZIONE profonda, empatia, capacità di capire il disagio del ragazzo ( si spera che i ragazzi con D.S.A. arrivino già segnalati, magari avendo già fatto un percorso di logopedia) …. già nella vostra mission …… ma anche cose concrete 2) SCELTE OPERATIVE ben precise SCELTE OPERATIVE BEN PRECISE 3. ACCOGLIENZA ANCHE X I GENITORI: incontro con i genitori degli allievi con DSA/BES, in cui il DS e/o il Referente spieghino il livello di conoscenze sul problema da parte della scuola, dichiarandosi disponibili per interventi di formazione e/o mediazione con gli insegnanti. Anche i genitori hanno bisogno di accoglienza, … soprattutto dopo anni di fatica alle spalle! INTEGRAZIONE CIÒ CHE FUNZIONA PER I DISLESSICI FUNZIONA ANCHE PER TUTTI GLI ALTRI SERVE UN CAMBIO DI MENTALITÀ Occorre PUNTARE sulla INDIVIDUALIZZAZIONE e sulla PERSONALIZZAZIONE, anche per chi rientra nell’eccellenza. Occorre che i docenti trovino insieme le strategie per evitare che i vari strumenti compensativi dati al ragazzo non diventino marcatori di disabilità. Es NON FAR USCIRE LO STUDENTE DALLA CLASSE PER USARE IL PC. Il computer deve essere in classe (portatile), oppure tutta la classe deve avere delle ore in aula di informatica: COMPUTER SI MA PER TUTTI, anche con il correttore ortografico. Se funziona per i dislessici, perché non farlo usare agli stranieri? Ma soprattutto occorre «vederli» SCUOLA OSSERVATORIO “La scuola deve diventare l’osservatorio per eccellenza, dove è possibile individuare precocemente le difficoltà specifiche di apprendimento. Ciò significa che gli insegnanti devono osservare e segnalare tempestivamente i problemi”. (LINEE GUIDA pag 6 -9) LINEE GUIDA, pag 17 4.3 Scuola secondaria di I e di II grado “La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali (lettura, scrittura e calcolo), l’adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati all’apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi; elementi, questi, che possono mettere in seria difficoltà l’alunno con DSA, inducendolo ad atteggiamenti demotivati e rinunciatari. Tali difficoltà possono essere notevolmente contenute e superate, individuando opportunamente le strategie e gli strumenti compensativi nonché le misure dispensative.” Per uno studente con dislessia “… gli strumenti compensativi sono primariamente quelli che possono trasformare un compito di lettura (reso difficoltoso dal disturbo) in un compito di ascolto. A tal fine è necessario fare acquisire allo studente competenze adeguate nell’uso degli strumenti compensativi. Si può fare qui riferimento: alla presenza di una persona che legga gli items dei test, le consegne dei compiti, le tracce dei temi o i questionari con risposta a scelta multipla; alla sintesi vocale, con i relativi software, anche per la lettura di testi più ampi e per una maggiore autonomia; all’utilizzo di libri o vocabolari digitali.” (Linee guida, pag 18) Anche l’Università … … dovrà svolgere un ruolo importante, trovando soluzioni all’interno delle metodologie didattiche e di valutazione e favorendo l’uso di strategie e risorse, in particolare attraverso le nuove tecnologie. … Si pone, pertanto, … , la necessità di interventi idonei ad individuare i casi sospetti di DSA negli studenti (art. 3.3) come per tutti gli altri gradi di scuola. … La presentazione della certificazione diagnostica, al momento dell’iscrizione, permette di accedere anche ai test di ammissione con le seguenti modalità: · la concessione di tempi aggiuntivi, …, ritenuti congrui dall’Ateneo in relazione alla tipologia di prova e comunque non superiori al 30% in più; · la concessione di un tempo aggiuntivo fino a un massimo del 30% in più rispetto a quello definito per le prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale programmati a livello nazionale o dalle università …. · in caso di particolare gravità certificata del DSA, gli Atenei – nella loro autonomia possono valutare ulteriori misure atte a garantire pari opportunità nell’espletamento delle prove stesse. ” (Dalle LINEE GUIDA pag 26 - 27) INCLUSIONE DIRITTO ALLO STUDIO DI TUTTI attraverso una didattica che tenga conto di alcuni principi …. e non solo perché ce lo dice la legge, ma perché altrimenti perdiamo i nostri alunni e la scuola ne esce sconfitta! 1. Alcuni principi da non dimenticare RISPETTO dei DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO Secondo Cornoldi e De Beni sono 5 + 1: normalmente accoppiati, • • • • • verbale/visuale, sistematico/intuitivo, analitico/ globale, riflessivo/impulsivo, autonomo/conforme + • ottimista/pessimista 2. Alcuni principi da non dimenticare UNA GIUSTA VALUTAZIONE “La peggiore ingiustizia è trattare in maniera uguale situazioni differenti”. ( Don Milani) Voler trattare tutti ugualmente è un “falso problema” Teniamone conto quando assegniamo dei compiti, quando valutiamo. Le conseguenze I soggetti con DSA accumulano almeno un anno di ritardo nel corso di studi prima del termine della scuola media inferiore. È altissima la correlazione tra la dispersione scolastica e l’incidenza di DSA. (Biancardi e Stella; 1992) 3.Alcuni principi da non dimenticare Didattica laboratoriale Laboratorio è: • Un modello di insegnamento e apprendimento • Il Laboratorio non è inteso solo come luogo fisico: è un insieme di attività strutturate in modo da prevedere fasi di esplorazione, osservazione, raccolta e interpretazione dei dati, descrizione, previsione, costruzione, correzione di errori, formulazione di ipotesi , elaborazione di tesi attraverso la verifica sperimentale dell’ipotesi formulata (ricerca-azione) • Laboratorio inteso come luogo e come modo, come “abito mentale” Da uno studio di Grenci “ Le aquile sono nate per volare” Si impara così: ESPERIENZA DIRETTA (FARE) 90% PARLARE E SCRIVERE 70% ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME) 50% VISTA 30% UDITO 20% LETTURA 10% 4. Alcuni principi da non dimenticare La metodologia “preferita” è quella del “COOPERATIVE LEARNING”, che permette una “costruzione comune” di “oggetti”, procedure, concetti. 79 Cos’è il Cooperative Learning? L’espressione non significa genericamente «lavorare in gruppo» , ma si fa riferimento ad un insieme di principi, tecniche e metodi di conduzione della classe, in base ai quali gli studenti affrontano l’apprendimento delle discipline curricolari (o altro) lavorando in piccoli gruppi in modo interattivo, responsabile, collaborativo, solidale e ricevendo valutazioni sulla base dei risultati ottenuti 5. Alcuni principi da non dimenticare Coniugare sapientemente Individualizzazione Personalizzazione L’INDIVIDUALIZZAZIONE prevede che l’organizzazione scolastica adegui l’insegnamento alle differenti caratteristiche cognitive di ciascun alunno, per garantire a tutti il diritto alla diversità dei bisogni e all’uguaglianza dei traguardi formativi. LA PERSONALIZZAZIONE è volta a valorizzare i talenti dell’alunno e a far emergere le potenzialità naturali nelle varie forme di intelligenza. Richiede una particolare cura nella realizzazione di un’offerta formativa ricca e differenziata per valorizzare le differenze individuali. Individualizzazione L’organizzazione scolastica adegua l’insegnamento alle differenti caratteristiche dell’alunno per garantirgli il successo formativo ATTRAVERSO • Osservazione e valutazione iniziale delle competenze degli alunni • Definizione degli obiettivi specifici di apprendimento a partire dalle Indicazioni Nazionali • Organizzazione di contesti didattici ricchi e stimolanti • Uso di metodologie differenziate ( lezione frontale, cooperative learning, tutoring, didattica laboratoriale) • Pianificazione dei tempi di insegnamento apprendimento • Verifica • Analisi qualitativa dell’errore • Feedback formativo Personalizzazione Valorizzazione dei talenti degli alunni per far emergere le potenzialità naturali delle varie forme di intelligenza … ATTRAVERSO: • Attenta osservazione degli interessi e dei comportamenti degli alunni • Una rete di obiettivi in cui ciascuno potrà individuare i propri traguardi • Attività da svolgere prevedendo percorsi interdisciplinari ( per contesti, sfondi, situazioni) • Didattica laboratoriale che privilegi l’autonomia degli allievi • Stile d’insegnamento non direttivo • Valutazione come riflessione comune e condivisa che metta in risalto impegno, partecipazione attiva, motivazione 6.Alcuni principi da non dimenticare USO CONSAPEVOLE degli STRUMENTI • Significa che bisogna sapere quali sono quelli a disposizione • Bisogna saperli usare in modo mirato/differenziato TIC Libri Strumenti compensativi Misure dispensative Laboratori Fotocopie Che uso ne facciamo?? B. Testone - I BES nel quotidiano in aula - 7 maggio 2013 Cosa ne facciamo? Strumenti compensativi: TIC, Calcolatrice, Registratore, Ma anche : q Tavole q Mappe q Immagini q Software SONO DEI FACILITATORI NON SOLO PER I DSA Misure dispensative Anche queste sono dei facilitatori: • • • • Attenuano le difficoltà Intervengono sui tempi ( tempi più lunghi) Intervengono sulla quantità ( meno esercizi) Indispensabili per le situazioni di difficoltà (BES) Cosa ne facciamo? 7.Alcuni principi da non dimenticare L’insegnante non deve essere sola con questa complessità Come possiamo fare? B. Testone - I BES nel quotidiano in aula - 7 maggio 2013 Tutto il team/consiglio di classe deve farsi carico di questa DIFFERENZIAZIONE della DIDATTICA di questa PROGETTUALITA’ COMPLESSA Tutti devono rivisitare la propria didattica alla luce dei nuovi contesti sociali e scolastici Tutti devono progettare un approccio didattico unico (ma non uniforme) valido per tutta la classe Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES , ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe che contempli differenti modalità e strumenti per tutti. DIRETTIVA PROFUMO La Mission della scuola e quindi di TUTTI gli insegnanti è quella di portare TUTTI gli studenti al SUCCESSO FORMATIVO Con la legge 170/2010 è finalmente riconosciuto il diritto della FLESSIBILITÀ della didattica per garantire le stesse possibilità di apprendimento anche ai ragazzi con DSA attraverso STRUMENTI COMPENSATIVI LAVORI di GRUPPO e MEDIAZIONE con i PARI MISURE DISPENSATIVE PEER EDUCATION Nella prima parte sono fornite indicazioni alle scuole per la presa in carico di tutti gli alunni/ studenti con Bisogni Educativi Speciali “Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funziona-mento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.” Ora si vuole garantire gli stessi diritti a tutti gli studenti con BES Con determinazioni dei Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, le scuole possono avvalersi anche per tutti questi alunni degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalla Legge 170/2010 e dalle Linee guida. “Un approccio educativo, non meramente clinico – (…) – dovrebbe dar modo di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo. Al riguardo, la legge 53/2003 e la legge 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi.” INCLUSIONE DIRITTO ALLO STUDIO DI TUTTI dalle slides di Cristina Devecchi Convegno USRL La scuola è aperta a tutti Milano 25 marzo 2013 COME? Con una DIDATTICA INCLUSIVA! Fondamentale è la necessità di adottare una didattica che sia denominatore comune per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno. In particolare il MIUR evidenzia la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per tutti gli alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. Il PDP contempla tutte queste azioni Attività di recupero Individualizzato Misure dispensative Forme di verifica e valutazione PDP Strumenti compensativi Modalità didattiche personalizzate PERCHE’COMPILARE IL PDP? Perché permette di: •Ripensare alla didattica •Riflettere sull’importanza dell’osservazione sistematica dei processi di apprendimento dell’alunno •Documentare per decidere e/o modificare le strategie didattiche •Condividere la responsabilità educativa con la famiglia 101 CHE COSA È RICHIESTO ALLA SCUOLA ? CONOSCERE I DSA IMPARARE AD INDIVIDUARLI (ad es. attraverso screening e/o questionari) INVIARE GLI STUDENTI ALL’ASL PER DIAGNOSI, PRESA IN CARICO, RIABILITAZIONE ... USARE UNA DIDATTICA ADEGUATA ESSERE UN’ORCHESTRA DI STRUMENTI PEDAGOGICI COMPITO DELLA SCUOLA non è solo insegnare a leggere e scrivere MA sostenere i talenti di ogni ragazzo, evitando di far sentire inferiore agli altri chi ha particolari DISTURBI DI APPRENDIMENTO. GLI INSEGNANTI, osservando bene il gruppo classe, hanno la possibilità di rilevare le difficoltà di apprendimento, i comportamenti anomali e gli scostamenti dagli altri studenti. QUINDI: • dovrebbero evitare di parlare solo di “pigrizia”, perchè la pigrizia può essere la spia di un malessere da indagare • non accanirsi nel richiedere alcune prestazioni per loro molto difficili L’accanimento educativo e didattico per gli alunni con dislessia può solo acuire meccanismi di evitamento del compito e delle prestazioni richieste a scuola. L’esercizio non basta. (Farci e Orrù, 2007 OBIETTIVI DEGLI INSEGNANTI : • ridurre il deficit funzionale • ridurre sofferenza e disagio che accompagnano il deficit funzionale I soggetti con DSA non chiedono SCONTI chiedono di apprendere attraverso metodologie diverse, ma comunque di APPRENDERE DOBBIAMO garantire anche a loro IL SUCCESSO FORMATIVO Avere difficoltà nella lettura, scrittura e calcolo oggi costituisce una barriera importante. Non solo rende lo studio più difficile, ma può influire sul comportamento e sull’autostima. Predisporre specifiche attività di potenziamento e recupero È importante continuare a lavorare per migliorare o quanto meno mantenere le abilita di lettura acquisite ... MA ... giunti alla secondaria di primo grado, più che cercare di aumentare la velocita o diminuire gli errori (soprattutto se c‘è stato un buon lavoro di potenziamento gli anni precedenti) è importante concentrarsi sul METODO DI STUDIO, in modo da fornire all'alunno degli strumenti che lo rendano sempre più autonomo. L’INTERVENTO MESSA A FUOCO DELLE POTENZIALITÀ E NON DELLE DIFFICOLTÀ La ricerca del miglioramento della padronanza delle abilità strumentali deve essere condotta nei limiti di ciò che è modificabile attraverso l’insegnamento e l’apprendimento Ciò che non è modificabile, va “aggirato” con l’adozione di strumenti e misure di tipo compensativo e dispensativo È SEMPRE più DIFFICILE!!!! Molti insegnanti manifestano forti preoccupazioni nel condurre una classe in modo da rispondere ai bisogni di tutti e di ciascuno. Ecco perché occorre utilizzare modalità di DIDATTICA INCLUSIVA “L’insegnamento ci chiede l’impossibile, ci chiede di creare legami con ogni studente, non di creare legami con tutti i ragazzi come se fossero un unico studente…perché non lo sono… La verità è che non faremo mai tutto ciò di cui ha davvero bisogno un ragazzo . Ma è altrettanto vero che questo non è un buon motivo per smettere di fare del proprio meglio” C.A.Tomlinson, 2005 DIDATTICA INCLUSIVA Le scelte didattiche e i cambiamenti metodologici e di gestione che si devono fare per aiutare un alunno con DSA si rivelano utili a tutti gli allievi, perché rendono più efficace la pratica didattica, più consapevole il metodo di studio, più duraturi e profondi gli apprendimenti. (dal documento congiunto della convenzione AID – Giscel) Cosa deve concordare il CONSIGLIO di CLASSE per svolgere una DIDATTICA INCLUSIVA? • • • • • • come gestire le relazioni nella classe come gestire la comunicazione /lezione in classe come incrementare i lavori di coppia e di gruppo come presentare le conoscenze quali mediatori didattici usare come intervenire per insegnare / rinforzare abilità / metodo di studio • come verificare i processi e gli apprendimenti TUTTO SCRITTO NEL PAI La normativa sui BES chiede la costruzione di un PAI PIANO ANNUALE per l’INCLUSIONE Ufficio III – Diritto allo studio. Istruzione non statale Dirigente: Stefano Versari Alle Istituzioni Scolastiche dell’Emilia-Romagna Loro Sedi Oggetto: Bisogni Educativi Speciali. Approfondimenti in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento. Materiali per la formazione dei docenti a.s. 2013-2014. «La nota ministeriale prot.1551/2013 sottolinea che il Piano annuale per l’inclusività non va “interpretato come un piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali” ma come uno “strumento di progettazione” dell’offerta formativa delle scuole “in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni”. Viene inoltre confermato che la redazione del PAI non deve fornire l’occasione per categorizzare le persone ma per individuare le situazioni problematiche e le strategie per farvi fronte, qualificando le modalità di insegnamento.» NON PER CATALOGARE PERSONE, MA PER INDIVIDUARE PROBLEMI ED ELABORARE STRATEGIE DI SOLUZIONE PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’ (PAI) • Scopi del PAI • Punti essenziali da trattare tra POF e PAI • Il PAI e le risorse professionali della scuola (o delle scuole in rete) • Il PAI e la razionalizzazione dell’uso delle risorse (anche economiche) • I piani personalizzati e l’adattamento dei curricoli 5) Scopi del PAI Appurato dunque che il PAI non è un documento burocratico ma uno strumento di auto riflessione delle scuole nell’ottica del raggiungimento del successo formativo degli allievi e del benessere psicologico nei contesti scolastici, si può cercare di suggerire alcune, più dettagliate, piste di lavoro. Il piano annuale per l’inclusività è il coronamento del lavoro svolto in ciascun anno scolastico e costituisce il fondamento per l’avvio del lavoro dell’anno scolastico successivo. La redazione del PAI e l’assunzione collegiale di responsabilità in relazione alla sua stesura, realizzazione e valutazione, ha lo scopo di: - garantire l’unitarietà dell’approccio educativo e didattico dell’istituzione scolastica - garantire la continuità dell’azione educativa e didattica anche in caso di variazione dei docenti e del dirigente scolastico (continuità orizzontale e verticale) - consentire una riflessione collegiale sulle modalità educative e sui metodi di insegnamento adottati nella scuola, arrivando a scelte basate sull’efficacia dei risultati in termini di comportamento e di apprendimento di tutti gli alunni 3) L’insegnante inclusivo Può essere interessante riprendere un documento elaborato dalla European Agency for Development in Special Needs Education “Profilo dei docenti inclusivi” 2012, in cui tale profilo viene puntualizzato in quattro valori, ciascuno dei quali declinato in un interessante elenco di indicatori, sui quali le scuole potrebbero aprire una attenta riflessione, proprio in relazione alla stesura del PAI. I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi sono: I. (Saper) valutare la diversità degli alunni – la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza II. Sostenere gli alunni – i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti III. Lavorare con gli altri – la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti IV. Aggiornamento professionale continuo – l’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita. 6) Punti essenziali da trattare tra POF e PAI E’ necessario che le scuole inclusive definiscano nei loro documenti di programmazione (POF e PAI) almeno i seguenti punti: - la definizione, su base scientificamente validata e collegialmente condivisa, delle modalità di identificazione delle necessità di personalizzazione dell’insegnamento - la definizione dei protocolli per la valutazione delle condizioni individuali e per il monitoraggio e la valutazione dell’efficacia degli interventi educativi e didattici - I criteri di stesura dei piani personalizzati, della loro valutazione e della modifica - la definizione del ruolo delle famiglie (dalla valutazione alla programmazione) e delle modalità di mantenimento dei rapporti scuola/famiglia in ordine allo sviluppo delle attività educative/didattiche personalizzate; una forte alleanza educativa con le famiglie è condizione essenziale per la riuscita dei percorsi di personalizzazione (così come dell’educazione e dell’insegnamento tout court) 7) Il PAI e le risorse professionali della scuola (o delle scuole in rete) I documenti ministeriali sui bisogni educativi speciali invitano le scuole alla valorizzazione delle risorse professionali di cui le scuole stesse dispongono (in termini di competenza, … affinché possano essere adeguatamente valorizzate e messe a disposizione di tutto il corpo docente. … Le scuole possono avvalersi di tali docenti e delle loro competenze chiedendo direttamente il “prestito professionale” attraverso il portale on-line dell’anagrafe (http://www.icozzanoemilia.it/joomla/index.php?option=com_content&view=article&i d=82&Itemid =103). Lo scambio di docenti può avvenire soltanto per via istituzionale, tra scuola e scuola; l’intervento dell’insegnante esterno avviene a supporto alla programmazione e non comporta alcun intervento diretto sugli allievi. Il tempo è aggiuntivo a quello di insegnamento ed è a carico finanziario della scuola che lo richiede. Questo esempio, attivato nella più vasta provincia dell’Emilia-Romagna, ha caratteristiche che lo rendono replicabile sia a livello di altre province sia di reti di scuole. C] I PIANI PERSONALIZZATI E L’ADATTAMENTO DEI CURRICOLI Nella scuola italiana dovrebbe esservi ormai una consolidata tradizione di stesura di piani personalizzati. Nella pratica effettiva, tuttavia, si riscontrano notevoli discrepanze tra scuola e scuola e tra piano e piano. Le difficoltà che le scuole stanno incontrando nella stesura di piani didattici personalizzati per gli allievi con disturbi specifici di apprendimento, sono una testimonianza indiscutibile del fatto che la capacità di lavorare sul singolo allievo e di descrivere puntualmente il processo educativo e didattico non è ancora acquisita dalla generalità degli insegnanti e dei consigli di classe. PERSONALIZZAZIONE DEL CURRICOLO Nella riflessione collegiale che gli insegnanti devono effettuare per la personalizzazione del curricolo è innanzi tutto necessario: - identificare i contenuti essenziali delle discipline per garantire la validità del corso di studi e del diploma rilasciato alla fine della scuola secondaria di II grado (ovviamente se non si tratta di piano differenziato di cui alla Legge 104/92); - scegliere obiettivi realistici (cioè che l’alunno possa effettivamente raggiungere); - scegliere obiettivi significativi (cioè che abbiano rilevanza per lui, anche in vista della vita adulta); - scegliere obiettivi razionali, di cui l’alunno possa comprendere e condividere il significato e la rilevanza; - definire un curricolo funzionale, cioè che miri ai diritti educativi essenziali, per la qualità della vita presente e futura dell’allievo CAPACITÀ DI VEDERE Il primo consiglio è che gli insegnanti affinino la propria “capacità di vedere” i comportamenti e di interpretare le modalità relazionali nelle classi; esiste uno sguardo pedagogico “uno sguardo e un ascolto attivi, loquaci, interroganti, comprendenti, partecipanti, non giudicanti, non intrusivi, non "captivi", non capziosi, non repulsivi” (www.pedagogia.it) che va coltivato attraverso la formazione continua dei docenti (che è dovere personale di ciascuno). Conclusione Si confida che quanto fornito con le note di questo Ufficio risulti utile per sostenere e indirizzare la riflessione sulla redazione dei piani educativi e del piano annuale per l’inclusività, così come le revisioni dei POF. In estrema sintesi … si spera di aver chiaramente evidenziato che l’espressione Bisogni Educativi Speciali: - non è una diagnosi - non è una certificazione - non è uno stigma è il riconoscimento del fatto che alcuni alunni possono richiedere, nel corso della loro carriera scolastica, per tempi più o meno lunghi, una particolare accentuazione della personalizzazione didattica, che resta fondamentale per ciascuno. TUTTO SCRITTO NEL PAI La normativa sui BES chiede la costruzione di un PAI PIANO ANNUALE per l’INCLUSIONE dove dimostriamo di applicare la legge Esempi di didattica inclusiva … LETTURA Le difficoltà di lettura nel DSA derivano da mancata automatizzazione, cui si sommano difficoltà nella memoria di lavoro, carenza del magazzino lessicale La lettura resta un compito cognitivo e assorbe gran parte delle energie che Interessano trasversalmente tutte le discipline • Meno evidenti nella pratica didattica in classe nella scuola secondaria • Molto invalidanti perché la lettura è la base dello studi LETTURA DIFFICOLTÀ PER TUTTI Lunghezza dei periodi Complessità della struttura testuale, sintattica e grammaticale Frasi passive, implicite, impersonali Presenza di espressioni poco chiare (metafore) Presenza di termini specialistici Registro non riferibile all’italiano standard COSA FARE INSIEME • Favorire l’apprendimento collaborativo • Valorizzare l’oralità e i momenti di dibattito (brainstorming, discussioni, analisi collettiva di testi e immagini…) • Promuovere momenti di lavoro in coppia • Programmare con frequenza lavori di gruppo • Costruire insieme un valido metodo di studio La lettura nel lavoro di gruppo Permette di ... • valorizzare i testi brevi e conclusi • diversificare ampiezza, complessità, tempi… • sviluppare cooperative learning e peer education • sviluppare la didattica di laboratorio, lo studio di casi, la didattica per modelli Il lavoro di gruppo è, per un allievo con DSA, un importante fattore di protezione Promuovere l’apprendimento collaborativo • Partire dall’oralità e valorizzare i momenti di dibattito (brainstorming, discussioni, analisi collettiva di testi, problemi, quadri, immagini…) • Programmare regolari momenti di lavoro in coppia • Programmare con frequenza lavori di gruppo • Integrare nell’attività didattica la costruzione di un valido metodo di studio Lettura e lezione: cosa cambiare • Esplicitare scopi e tipologia dei testi che si leggeranno • Creare aspettative, favorire operazioni di anticipazione • Sommario o mappa con poche parole chiave alla lavagna • Facilitare l’attenzione • Dare spazio alla discussione, all’elaborazione collettiva (“lezione partecipata” ) • Facilitare la rielaborazione del testo Far conoscere modelli testuali (es. generi letterari...) • Integrare con linguaggi visivi, il film, l’esperienza... • Favorire i diversi stili cognitivi e i canali di accesso, stimola operazioni di confronto • Integrare la lettura nella lezione (anche da parte del docente) • Trasmettere il gusto, il piacere della lettura • Scegliere testi reperibili anche come audiolibro • Esonero dalla lettura ad alta voce per DSA Come studiano i nostri allievi? • • • • • • IN GENERE … Eseguono per prima cosa i compiti scritti Leggono più volte il testo A volte evidenziano e/o riassumono Ripetono a voce alta da soli o a qualcuno Studiano per le lezioni per il giorno dopo Studiano per le verifiche COSA DICONO GLI ESPERTI … « … un metodo di studio che tenga conto della scarsa efficienza di lettura deve essere considerato un fondamentale strumento compensativo eventualmente da affiancare a tutti gli altri, tecnologici e didattici, indicati nei documenti citati . …uno studente con dislessia… non può permettersi… di leggere più volte il materiale da studiare…» (Cornoldi, Tressoldi, Vio : Il primo strumento compensativo per un alunno con Dislessia. Un efficiente metodo di studio – Dislessia N.1 gen- 2010 - Erickson ] ) SECONDO CORNOLDI OCCORRE COSTRUIRE UN EFFICIENTE METODO DI STUDIO In classe durante la spiegazione: “La lettura per studiare massima attenzione ed eventuali deve essere […] una domande ricerca predefinita di Nel pomeriggio stesso: informazioni e non una rielaborazione degli “appunti” e esplorazione senza meta primo studio (preparazione domande) alla fine della quale cercare, con successive Prima della lezione successiva: letture, di individuare cosa revisione e autoverifica della è più importante e cosa comprensione Prima delle verifiche: ripasso dei non lo è.” materiali sintetici preparati in precedenza … COSA DEVE FARE L’INSEGNANTE PER TUTTI GLI ALLIEVI • Leggere prima le parti più importanti in classe • Supportare i testi con film, video, visite, schemi, tabelle, ecc. • Far sperimentare diversi modi di rielaborare i testi da studiare • Integrare nella didattica la costruzione del metodo di studio PER GLI STUDENTI CON DSA • • • • Suggerire testi nel formato digitale Concordare paragrafi e capitoli indispensabili Proporre gli stessi esercizi di lettura assegnati alla classe, con l’uso del PC Esaminare con attenzione i capitoli ed eventualmente ridurli e/o semplificarli • Concordare con la famiglia Audiolibri / Libri digitali - Programmi con sintesi vocale - Chi lo aiuta a casa per eventuali semplificazioni, riduzione...) RIASSUMENDO • i DSA sono disturbi dello sviluppo • possono trovarsi (più frequentemente) in comorbilità • sono definiti disturbi evolutivi QUINDI a) possono migliorare grazie a meccanismi compensativi, ma anche peggiorare, se si ha un’esposizione ad ambiti più complessi che richiedono di padroneggiare contemporaneamente più variabili. b) riguardano inevitabilmente la didattica c) possono investire ambiti specifici o anche ambiti trasversali alle varie discipline 142 Per ottemperare alla normativa occorre: elaborare un PDP che tenga conto di misure dispensative strumenti compensativi e strategie compensative UN CAMBIAMENTO DELLA DIDATTICA 143 G. A. Bodner afferma: “insegnare e apprendere non sono sinonimi: possiamo insegnare - e insegnare bene - senza che gli studenti imparino”. LA SCELTA METODOLOGICA DEVE RIGUARDARE L’INTERO GRUPPO CLASSE E NON SOLO L’ALUNNO CON CERTIFICAZIONE DA EVITARE … • • • • MAPPE SCHEMI MEDIATORI DIDATTICI COMPUTER rivolti solo all’alunno/a con DSA? I MEDIATORI SONO OPPORTUNI PER IMPOSTARE IL LAVORO DI TUTTA LACLASSE STRATEGIE DIDATTICHE ALTERNATIVE E COMPENSATIVE Didattica laboratoriale Cooperative learning, Peer education e Tutoring Utilizzo di multimodalità/multicanalità 147 LA DIDATTICA LABORATORIALE • pone al centro del processo lo studente • valorizza le competenze pregresse • costituisce uno strumento di personalizzazione 148 DIDATTICA LABORATORIALE • Uso dei libri digitali da parte dello studente con DSA (dopo aver appreso come fare) • Lo studente, se maggiorenne, o un genitore, se lo studente è minorenne (purché socio AID e fornito di diagnosi), può iscriversi alla piattaforma di LibroAID (http://www.libroaid.it/) e scaricare le versioni digitali (pdf) dei suoi libri di testo, che già possiede in formato cartaceo • I file digitali possono essere letti da una sintesi vocale regolarmente acquistata. 149 COOPERATIVE LEARNING, PEER EDUCATION E TUTORING prassi che favoriscono un’istruzione individualizzata e personalizzata e consentono di sviluppare passaggi di esperienze, competenze e partecipazioni anche in contesti in cui siano presenti allievi con DSA 150 Si moltiplicano le esperienze di PEER EDUCATION, strategia didattica in cui sono i ragazzi a diventare prof e a trasmettere conoscenze e informazioni ai loro coetanei o a “colleghi” più piccoli. Una modalità di apprendimento attiva, giocosa ed efficace. STUDENTI IN CATTEDRA http://magazine.linxedizioni.it/tag/peer-education/ MOLTI PEDAGOGISTI CONDIVIDONO L’IDEA CHE BAMBINI E RAGAZZI APPRENDANO PIÙ FACILMENTE DA UN COETANEO CHE NON DA UN ADULTO. «La peer educazione si basa sulla finzione, sul giocare a essere professore», sottolinea anche Pera: «L’aspetto ludico è fondamentale perché nessuno impara mai realmente qualcosa per dovere, ma sempre per piacere. In questi casi, l’impatto emotivo sorregge l’esperienza didattica e la rinforza. Perché, allora la scuola non dovrebbe giovarsene?». In effetti, il gioco è considerato il migliore sistema inventato dalla natura per favorire l’apprendimento. http://magazine.linxedizioni.it/tag/peer-education/ Patto con la famiglia … e con lo studente È fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni su esperienze sviluppate dallo studente anche autonomamente o attraverso percorsi extrascolastici. M. E. Bianchi e V. Rossi Il PDP è un contratto fra Docenti, Istituzione Scolastiche, Istituzioni Socio-Sanitarie e Famiglia per individuare e organizzare un percorso personalizzato nel quale devono essere definiti i supporti compensativi e dispensativi che possono portare alla realizzazione del successo scolastico degli alunni DSA. RICORDIAMO che PDP significa PIANO: studio mirante a predisporre un'azione in tutti i suoi sviluppi”: programma, progetto, strategia DIDATTICO: • • scopo della didattica è il miglioramento dell’ efficacia e dell’efficienza: dell’insegnamento dell'apprendimento dell‘allievo. PERSONALIZZATO: indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti nella progettazione del lavoro della classe 04/09/2013 TUTTO SCRITTO NEL AGLI ESAMI PDP DAL PDP M. E. Bianchi e V. Rossi LE INDICAZIONI NEL PDP DEVONO ESSERE: •SIGNIFICATIVE •REALISTICHE •COERENTI •CONCRETE E VERIFICABILI 157 MISURE DISPENSATIVE: “Le misure dispensative sono […] interventi che consentono all’alunno o allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento” (Linee guida cit., art. 1.4., p.7) 158 O PIUTTOSTO Vediamo insieme alcuni esempi … 159 L2 èDISPENSA..ESONERO..?? CONCETTI DIVERSI, contenuti nella Legge 170/2010: DISPENSA è dalle prove scritte, temporanea o permanente ESONERO è dallo studio della disciplina = NON VIENE RILASCIATO IL DIPLOMA ATTENZIONE! Si devono realizzare 3 condizioni: 1. indicazioni contenute nella DIAGNOSI 2. richiesta scritta della FAMIGLIA 3. ratifica del CONSIGLIO di CLASSE Paola E. Fantoni, “Quando la dislessia entra in classe”, Torino, maggio 2012 160 DISPENSA DALLA VALUTAZIONE DELLE PROVE SCRITTE IN LINGUA STRANIERA “In caso di disturbo grave e previa verifica della presenza delle condizioni previste all’Art. 6, comma 5 del D.M. 12 luglio 2011, è possibile in corso d’anno dispensare l’alunno dalla valutazione nelle prove scritte e, in sede di esame di Stato, prevedere una prova orale sostitutiva di quella scritta, i cui contenuti e le cui modalità sono stabiliti dalla Commissione d’esame sulla base della documentazione fornita dai Consigli di Classe.” dalle Linee Guida, 2011, pag. 20 La totale dispensa dalla forma scritta è in genere sconsigliata, anche se disposta dall’art. 6, comma 5 del DM 5669/2011. E’ preferibile una didattica basata sull’ascolto e su supporti visivi sostenendo, però, l'approccio attraverso il testo scritto, anche in forma ridotta o semplificata, con l’ausilio di strumenti compensativi . PRIVILEGIARE LA FORMA ORALE • Privilegiare sempre la comunicazione orale e ridurre al minimo quella scritta. • Privilegiare la comunicazione orale senza rinunciare a quella scritta. • Privilegiare la comunicazione orale rispetto alla scritta. • In caso di difficoltà, privilegiare la comunicazione orale rispetto alla scritta. • Verificare sempre che l'alunno non sia penalizzato dalla comunicazione scritta ed eventualmente privilegiare l'orale. STRUMENTI COMPENSATIVI SPECIFICI: FUNZIONALI: Sostituiscono in modo diretto e specifico una abilità: lettura, scrittura, grafia, ortografia, calcolo, numero, ecc.: •Sintesi vocale •Calcolatrice •Correttore ortografico •Lettore esterno •Penne con impugnatura speciale •Quaderni specifici Supportano alcune funzioni (come la memoria procedurale, gli automatismi, l’organizzazione delle informazioni, ecc.: •Tavola pitagorica •Promemoria con le regole e le formule •Sequenza dei mesi •Testi con carattere più leggibile •Audiolibri •Mappe concettuali 163 Uso del registratore: Uso del traduttore elettronico: “PC in the corner” 164 165 Utilizzo di supporti per il calcolo (non tecnologici): PARTE INTERA k h PARTE DECIMALE da u , d c m , , , Ex. Tabella per l’incolonnamento delle addizioni (su carta o lucido) Ex. Misure di Lunghezze chilometri ettometri decametri METRI decimetri centimetri millimetri km hm dam m dm cm mm 166 E la valutazione? Dalla normativa … La valutazione deve concretizzarsi in una prassi che espliciti concretamente le modalità di differenziazione a seconda della disciplina e del tipo di compito, discriminando fra ciò che è espressione diretta del disturbo e ciò che esprime l’impegno dell’allievo e le conoscenze effettivamente acquisite.” ( L. G., pagg. 18 e 28) “GIUSTIZIA non significa dare a tutti le stesse cose, ma dare a ciascuno ciò che a lui è necessario. Per essere giusti bisogna quindi trattare diversamente.” (Lavoie) E L’ESAME DI STATO? C. M. n. 48 - Roma, 31 maggio 2012 ESAME di STATO conclusivo del PRIMO CICLO di istruzione. Istruzioni a carattere permanente Possiamo riassumere così gli accorgimenti per gli studenti con DSA: • Uso di tutti gli strumenti compensativi di cui hanno fruito durante il corso dell’anno scolastico ed esplicitati nel proprio PDP • Per la decodifica del testo si possono scegliere percorsi diversi, sempre nel pieno rispetto delle esigenze di ogni singolo studente: sintesi vocale, lettura dei testi delle prove scritte da parte di un componente la commissione. • Tempo aggiuntivo per lo svolgimento delle prove scritte. • Valutazione attenta al contenuto piuttosto che alla forma. Di rilievo sono le disposizioni contenute nel D.M. n. 5669 del 12 luglio 2011 ed, in particolare, gli artt. 4, Misure educative e didattiche e 6, Forme di verifica e valutazione: L’art. 4 – Misure educative e didattiche – richiama le Istituzioni scolastiche ad “(..) attuare i necessari interventi pedagogico-didattici (..) attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata (..). I percorsi didattici individualizzati e personalizzati articolano gli obiettivi, compresi comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali (..) sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dell’alunno (..), adottando proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute e potenzino anche le funzioni non coinvolte nel disturbo”. Art. 6 - Decreto attuativo 3. Le Commissioni […] tengono in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. Sulla base del disturbo specifico, anche in sede di esami di Stato, possono riservare ai candidati tempi più lunghi di quelli ordinari. Le medesime Commissioni assicurano (…) l’utilizzazione di idonei strumenti compensativi e adottano criteri valutativi attenti soprattutto ai contenuti piuttosto che alla forma, sia nelle prove scritte, […] prove nazionali INVALSI […], sia in fase di colloquio. In data 24 aprile 2013 è stata promulgata l’ Ordinanza ministeriale n. 13 per lo svolgimento degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e non statali. La sessione degli ESAMI DI STATO inizia il giorno 19 giugno 2013 Art.18 ESAME DEI CANDIDATI CON DSA ESAME di STATO OM n 13 del 14/04/13 - art.18 Esame dei candidati con DSA Commissione d’esame – (….) - considerati eventuali elementi forniti dal Consiglio di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati affetti da disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalità didattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati. A tal fine il Consiglio di classe inserisce nel «1. La documento del 15 maggio … il Piano Didattico Personalizzato o altra documentazione predisposta ai sensi dell’art.5 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011.» ./… « Per i candidati che utilizzano la sintesi vocale, la Commissione può provvedere alla trascrizione del testo su supporto informatico. In particolare, si segnala l’opportunità di prevedere tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento della prove scritte, di curare con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, con particolare riferimento all’accertamento delle competenze nella lingua straniera, di adottare criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Al candidato potrà essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti giovevoli nello svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.» E LE LINGUE STRANIERE ? PERCORSO ORDINARIO CON SOLA DISPENSA DALLE PROVE SCRITTE DI LINGUA STRANIERA «3. Per quanto riguarda i candidati con diagnosi di DSA, che (…) hanno seguito un percorso didattico ordinario, con la sola dispensa dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova scritta, dovrà sottoporre i candidati medesimi a prova orale sostitutiva della prova scritta. La Commissione, sulla base della documentazione fornita dal Consiglio di classe, stabilisce modalità e contenuti della prova orale, che avrà luogo nel giorno destinato allo svolgimento della seconda prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, …. Il punteggio, in quindicesimi, viene attribuito dall'intera commissione a maggioranza, compreso il presidente, secondo i criteri di conduzione e valutazione previamente stabiliti in apposita o apposite riunioni …» PERCORSO DIDATTICO DIFFERENZIATO, CON ESONERO DALL’INSEGNAMENTO DELLA/E LINGUA/E STRANIERA/E 2. I candidati con diagnosi di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA), che, ai sensi dell’art.6, comma 6, del DM n.5669 del 12 luglio 2011, hanno seguito un percorso didattico differenziato, con esonero dall’insegnamento della/e lingua/e straniera/e, e che sono stati valutati dal consiglio di classe con l’attribuzione di voti e di un credito scolastico relativi unicamente allo svolgimento di tale piano possono sostenere prove differenziate, coerenti con il percorso svolto finalizzate solo al rilascio dell'attestazione di cui all'art. 13 del D.P.R. n. 323/1998. Per detti candidati, il riferimento all’effettuazione delle prove differenziate va indicato solo nella ATTESTAZIONE e non nei tabelloni affissi all’albo dell’istituto. RIASSUMENDO: LINGUE STRANIERE DISPENSA o ESONERO? DISPENSA DALLE PROVE SCRITTE temporanea o permanente = VIENE RILASCIATO IL DIPLOMA PERICOLO: se solo orale, i dislessici non avranno alcun gancio a cui “appendere” il loro apprendimento. ESONERO DALLO STUDIO DELLA DISCIPLINA = NON VIENE RILASCIATO IL DIPLOMA Si ricorda che per ottenere la dispensa o l’esonero sono necessarie tre condizioni: 1. la presenza dell’indicazione scritta nella diagnosi, 2. la richiesta scritta della famiglia e/o dello studente, se maggiorenne, 3. la ratifica del Consiglio di Classe TERZA PROVA SCRITTA CON LINGUE STRANIERE Qualora la lingua o le lingue straniere siano coinvolte nella terza prova scritta, gli accertamenti relativi alla lingua o alle lingue straniere sono effettuati dalla commissione per mezzo di prova orale sostitutiva nel giorno destinato allo svolgimento della terza prova scritta, al termine della stessa, o in un giorno successivo, purché compatibile con la pubblicazione del punteggio complessivo delle prove scritte e delle prove orali sostitutive delle prove scritte nelle forme e nei tempi previsti nell’art. 15, comma 8. I risultati della prova orale relativa alla lingua o alle lingue straniere coinvolte nella terza prova scritta sono utilizzati per la definizione del punteggio da attribuire alla terza prova scritta. IN SINTESI all’esame: Gli studenti con diagnosi di DSA possono utilizzare tutti gli strumenti compensativi indicati nel proprio PDP. L’accesso alla decodifica delle consegne delle prove scritte può avvenire in due modi : - Sintesi vocale - Lettore umano, cioè un componente della commissione che legge i testi delle prove Hanno diritto a tempi aggiuntivi per l’espletamento delle prove Hanno diritto a una particolare attenzione nella predisposizione della terza prova scritta (si ricorda che i quesiti per la 3^ prova devono essere di numero uguale a quelli dati alla classe, ma possono essere ridotti in termini di complessità, come prevede il dm 429/2000: ad es. Con quesiti a risposta multipla, oppure con parole chiave o schemi/guida prodotti nel corso dell'anno e debitamente indicati nel PDP . Inoltre gli studenti con DSA non dovrebbero essere tenuti a rispettare il numero di righe previsto per gli altri studenti, ma possono fornire risposte più brevi.) Nella fase del colloquio, la commissione terrà conto, in ordine alle modalità di interrogazione usate anche in corso d’anno, delle capacità lessicali ed espressive del candidato con DSA , adeguando le richieste alle complessive capacità del candidato e adottando criteri valutativi attenti soprattutto al contenuto piuttosto che alla forma. Nelle lingue straniere la prova di colloquio avrà carattere compensativo nel caso in cui l'esito delle prove scritte non sia ritenuto soddisfacente Nel DIPLOMA FINALE rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove”. Dove dimostriamo di applicare la legge? Scrivendo tutto nel POF nel PDP nel PAI per tutti gli studenti con BES Quali rischi corriamo se non compiliamo il PDP? M. E. Bianchi e V. Rossi TORINO, 6 NOVEMBRE 2012 Circ. Reg. n. 547 Prot. N.12563/U OGGETTO: Diritto allo studio degli alunni/e e degli studenti/studentesse con disturbi specifici di apprendimento: ricognizione delle più recenti pronunce giurisprudenziali. DISPENSA/ESONERO LINGUE STRANIERE “Se in presenza di un alunno con disturbi specifici di apprendimento la scuola non rispetta le indicazioni studiate da esperti del settore e trasposta in leggi, regolamenti e circolari e note ministeriali, per sopperire a tali difficoltà con misure di sostegno individualizzate, che sicuramente implicano un maggior impegno per gli insegnanti, la valutazione finale del consiglio di classe è “inutiliter data”, perché non supportata da quel percorso pedagogico specifico che consente all’alunno in questione di far emergere le proprie competenze ed agli insegnanti di valutarlo con l’ausilio degli strumenti appropriati”. (Sentenza n. 122/2011) TAR TOSCANA Sentenza N.346 /2013 Annullamento del giudizio di non ammissione alla classe seconda per alunno di prima secondaria di primo grado. La scuola non ha posto in essere gli adempimenti ritenuti necessari per far fronte alle necessità scolastiche di un alunno affetto da DSA, quindi è annullato il giudizio di non ammissione alla classe successiva NON CONFORMITÀ DEL PDP E MANCATO MONITORAGGIO DEGLI INTERVENTI EFFETTUATI DURANTE L’ANNO TAR Friuli Venezia Giulia - Sez. I – Sent. 12/01/2012 n. 9 “Ove sia dimostrato che la scuola ha posto in essere gli adempimenti ritenuti necessari per far fronte alle necessità scolastiche di un alunno affetto da DSA, è legittimo il giudizio di non ammissione alla classe successiva che abbia riportato una grave insufficienza a seguito della verifica di recupero del debito formativo nella materia caratterizzante l’indirizzo di studio; infatti la legge 170/2010 è finalizzata a garantire il successo formativo e non a garantire sempre e comunque la promozione alla classe successiva”. RICORDATE CHE: Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi. Benigni GRAZIE PER L’ATTENZIONE