Centro di documentazione per l’innovazione scolastica e l’handicap
“Mario Tortello”
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“DALLA DISLESSIA AGLI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO”
Relazione della dott.ssa Ombretta Veneziani
Difficoltà di apprendimento e disturbi di apprendimento: una sola realtà?
• Difficoltà di apprendimento: qualsiasi difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica
• Disturbo (specifico) di apprendimento: problematiche più gravi e meglio definite, legate al processo di apprendimento
Incidenza percentuale dei tipi fondamentali di DSA
Incidenza percentuale dei tipi
fondamentali di DSA Tipo di difficoltà
Maschi
Femmine
Basso rendimento scolastico
13
7
DSA
4,5
3,5
Disturbi del linguaggio
1,5
1
DDAI
5
1,25
Ritardo mentale
1
1
Disturbi di personalità
1
1
Disabilità plurime
0,15
0,15
Sordità e ipoacusia
0,1
0,1
Learning disabilities
Gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e uso di abilità di comprensione del
linguaggio orale, espressione linguistica, lettura, scrittura, ragionamento o matematica
Questi disordini sono intrinseci all’individuo, presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e possono essere
presenti lungo l’intero arco di vita.
DSA: una definizione possibile
•
•
•
•
•
•
L’utilizzo del termine “disturbo specifico dell’apprendimento” si riferisce a difficoltà di lettura (dislessia) di scrittura (disgrafia
e disortografia) e di calcolo (discalculia);
Spesso le difficoltà di lettura, scrittura e calcolo si presentano insieme;
I fattori biologici hanno il loro peso nei disturbi dell’apprendimento;
È necessario escludere dalla categoria tutti quei bambini le cui difficoltà scolastiche sono da ricondurre ad altri motivi come
minorazioni cognitive o sensoriali, problematiche psicologiche e relazionali;
L’importanza di distinguere tra disturbi dell’apprendimento e difficoltà scolastiche è evidente se si pensa che se è probabile
che un bimbo con disturbi dell’apprendimento abbia problemi a scuola non è necessariamente vero il contrario.
È importante distinguere inoltre fra disturbi dell’apprendimento e difficoltà ad essi correlate, che non rientrano in tale
categoria
Direttive diagnostiche
•
Grado clinicamente significativo di compromissione
•
Il disturbo non dipende dal grado di QI
•
Il disturbo è presente sin dai primi anni di scuola
•
La qualità dell’insegnamento ricevuto è adeguata
•
Il disturbo non dipende da deficit sensoriali o neurologici
Disturbi cognitivi evolutivi
Incapacità totale
Incapacità parziale
Abilità interessata
Dislessia
Lettura
Disortografia
Scrittura
Disgrafia
Grafismo
Disfasia
Linguaggio orale
Dislalia
Eloquio
Anartria
Disartria
Articolazione del linguaggio
Acalculia
Discalculia
Calcolo
Aprassia
Disprassia
Coordinazione motoria
Disprattognosia
Rappresentazione e movimento
Alessia
Afasia
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LA DISGRAFIA
• Si tratta di un disturbo specifico dell’apprendimento che si manifesta con difficoltà a riprodurre sia i segni alfabetici che quelli
numerici.
• Riguarda esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e sintattiche, sebbene possa influenzare negativamente
anche tali acquisizioni a causa della frequente impossibilità di rilettura e di autocorrezione
• Si tratta di un disturbo che riguarda principalmente l’area della coordinazione motoria: il bambino produce una grafia che
spesso cambia fortemente in dimensione, compone le lettere mediante segni disarmonici, molto spigolosi, spesso illeggibili e
dimostra molta fatica nel farlo.
• Su un foglio bianco non riesce a mantenere l’orizzontalità
Caratteristiche delle difficoltà
•
Posizione e prensione – impugnatura, postura corporea, disimpegno della mano vicariante
•
Orientamento nello spazio grafico – mancato rispetto dei margini, spazi irregolari tra grafemi, scrittura in salita o in discesa
•
Pressione sul foglio – mai regolare per presenza di paratonie, frequenti sincinesie
•
Direzione del gesto grafico – inversioni nella direzionalità del gesto
•
Produzioni e riproduzioni grafiche – riproduzione di forme geometriche, livello di sviluppo del disegno, copia di immagini
globale e mancante di particolari
•
Esecuzione di copie – difficoltà nella copia di testi, maggiori nella copia dalla lavagna
•
Dimensioni dei grafemi – scarso rispetto delle dimensioni delle lettere
•
Unione dei grafemi – scarsa fluidità e scarsa legatura delle lettere
•
Ritmo grafico – alterazione del ritmo, movimenti a “scatti”
Abilità di base nella scrittura
•
Percezione – coordinazione occhio-mano, posizione nello spazio, copiatura/riproduzione, discriminazione figura-sfondo,
rapporti spaziali, completamento di figura, velocità visuo-motoria, uguaglianza e differenze, ricomposizione di figure
•
Organizzazione spaziale – sequenze spaziali
•
Organizzazione temporale – sequenze temporali in riferimento ad azioni, a immagini e relative alla produzione verbale
•
Integrazione spazio-temporale – produzione di ritmi spontanei, riproduzione ritmica di strutture temporali
•
Orientamento destra-sinistra – riconoscimento su se stesso, sugli altri, imitazione di movimenti, riproduzione di movimenti su
imitazioni di figure, riconoscimento della posizione relativa tra oggetti
•
Coordinazione motoria – coordinazione dinamica generale, equilibrio statico, imitazione di gesti, ricostruzione della figura
umana, rappresentazione grafica della figura umana
•
Dominanza laterale
•
Memoria e attenzione
Il recupero della disgrafia
•
Itinerari relativi alla parte propedeutica
•
Itinerari relativi alla parte specifica
•
Prevenzione
•
Strumenti dispensativi
Alcuni suggerimenti
•
Fornire al bambino istruzioni precise relative all’orientamento del tratto, alle dimensioni delle diverse lettere, ecc.
•
Permettere di utilizzare gli appunti dei compagni e/o dell’insegnante
•
Accettare compiti scritti al computer
•
Tollerare una grafia non bella
•
Stimolare lo studio e le verifiche orali
•
Non obbligare il bambino a ricopiare del materiale: ciò diminuirà il suo livello di qualità invece di migliorarlo.
LA DISORTOGRAFIA
Si tratta di un disturbo che impedisce al bambino di memorizzare ed utilizzare con sistematicità le regole ortografiche anche più
comuni della nostra lingua
La disortografia consiste nella difficoltà dell’acquisizione delle regole fonologiche fondamentali e delle irregolarità ortografiche :
omissione di fonemi, problemi di doppie, produzione di parole omofone (ha/a, é/e, hanno/anno, letto/l’etto).
La disortografia può essere determinata da problemi di natura molto diversa: la trasformazione delle conoscenze fonologiche in
quelle grafemiche, l’utilizzo corretto delle regole ortografiche, la composizione di testi scritti. Di solito il soggetto disortografico può
avere difficoltà nella coordinazione oculo-motoria, visuo-spaziale e nella velocità della riproduzione dei grafemi, in qualche caso
una forma di scrittura allografica (caratteri diversi all’interno della parola).
Soluzioni software
•
Word: il programma di videoscrittura Word contiene due opzioni (Strumenti: Controllo ortografico e grammaticale e
Correzione automatica) che risultano particolarmente utili con soggetti disortografici.
•
Calcolatrice di Windows: la calcolatrice degli Accessori di Windows può essere un valido aiuto in casi di discalculia
•
Riconoscimento vocale: il riconoscimento vocale Naturally Speaking Preferred consente la scrittura tramite dettatura e non
produce errori di tipo ortografico. La sintesi vocale incorporata legge qualsiasi testo venga importato nel programma. Risulta
di indubbia efficacia per problemi di dislessia, disortografia e disgrafia.
•
IntelliTalk: è una semplice sintesi vocale che legge i testi scritti, utile se si desidera avere un controllo sulla corretteza di
quanto si sta scrivendo. Può essere utilizzato in casi di disortografia per facilitare l’autocorrezione.
•
Jolly; Il Pescatore; Il Gioco della Rana; Tachistoscopio; Invasori; Corsa ad Ostacoli; Il Labirinto; Battaglia navale; Anafore;
Cloze che da tempo vengono utilizzati a scopo riabilitativo per i disturbi della lettoscrittura. Si utilizzano con tastiera e non
prevedono l’utilizzo del mouse.
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•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
La collana Living Books accompagna e facilita le lettura del testo con voce, animazioni e sottolineature del testo che viene
letto.
Le Enciclopedie multimediali consentono di apprendere accompagnando i contenuti con suoni ed immagini.
Programmi aperti come Clicker 4 consentono la presentazione personalizzata di contenuti con modalità alternative alla sola
scrittura.
Diario multimediale e La casa delle Storie di Stanley motivano alla produzione del testo scritto permettendo l’inserimento di
suoni ed immagini.
Ambiente d'apprendimento più mirato (che si rivolgono in modo particolare all'apprendimento di lettura, scrittura e
matematica) è, per esempio, Giochiamo a leggere , gioco d'azione in cui il bambino è trasportato in un mondo di immagini,
animazione e musiche ed impegnato in avventure dalle quali dipende la salvezza del mondo dell'alfabeto. Gli ostacoli sono
costituiti da prove di riconoscimento di forme, composizione di puzzle, unione di immagini e parole.
I programmi didattici mirati, invece, puntano sull'apprendimento di lettura, scrittura e calcolo per bambini con difficoltà. Tale è
Start , mirato al potenziamento del lessico visivo e costruito sul modello dell'apprendimento senza errori (togliere
gradualmente le facilitazioni che rendono virtualmente impossibile l'errore), tale per cui il tipo di compito, le modalità di
interazione ed il livello di competenze richieste al bambino si modifichino lentamente. Questo software, inoltre, presenta
consegne semplici e chiare, con attività adeguate all'età dell'utente e del suo profilo diagnostico.
Il Libro Parlante è uno strumento riabilitativo per disturbo specifico di lettura e scrittura. Vengono descritti alcuni moduli
utilizzati per un intervento, per esercitare la prestazione nelle due abilità ed ampliare il lessico visivo del soggetto.
Aggiungi la lettera è un esercizio sulla discriminazione delle lettere che si differenziano solo per l'orientamento nello spazio
(p, d, b, q, n, u). Può essere utilizzato per sviluppare la via fonologica di lettura e per stimolare un esame visivo della parola
più accurato. Al bambino viene presentata per qualche secondo una parola che inizia con una di queste lettere insieme al
disegno corrispondente. Successivamente, è presentata la parola, ma senza la prima lettera e viene chiesto al bambino di
completarla scegliendo tra delle alternative proposte (le lettere ad essa simmetriche). Ad ogni prestazione, il programma
modifica la posizione delle alternative.
Indovina la parola è un altro modulo, pensato per favorire l'ampliamento del lessico visivo. Si presentano due parole con un
disegno associato ad una sola di esse. Il bambino sceglie con il mouse una parola che viene pronunciata. Vi sono due livelli
di difficoltà.
Scrivi la parola è pensato per aiutare il bambino a sviluppare abilità fonologiche di scrittura, proponendo compiti di scrittura di
parole lettera per lettera. Sullo schermo compaiono un disegno e la relativa parola, la quale scompare dopo qualche
secondo, lasciando il disegno ed una serie di lettere tra le quali il bambino può scegliere quelle utili a ricomporre la parola
iniziale.
LA DISCALCULIA
La discalculia causa una compromissione delle abilità aritmetiche, quelle che riguardano la possibilità di raggiungere una
padronanza delle capacità di calcolo fondamentali:
• comprensione
• produzione
• procedure del calcolo scritto
• soluzione dei problemi
COMPRENSIONE:
• SIGNIFICATO DEI SIMBOLI NUMERICI
• SIGNIFICATO DEL VALORE QUANTITATIVO DELLE CIFRE
• SIGNIFICATO DEL VALORE POSIZIONALE DELLE CIFRE
PRODUZIONE:
• SAPER NUMERARE IN AVANTI E INDIETRO
• SAPER SCRIVERE NUMERI SOTTO DETTATURA
• RICORDARE TABELLINE
• SAPER INCOLONNARE
• RICORDARE COMBINAZIONI E FATTI NUMERICI
PROCEDURE DEL CALCOLO SCRITTO:
• ADDIZIONE
• SOTTRAZIONE
• MOLTIPLICAZIONE
• DIVISIONE
• RAPPRESENTAZIONE VISIVA
• CATEGORIZZAZIONE
• PIANIFICAZIONE
• UTILIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE DEL CALCOLO
• AUTOVALUTAZIONE
La discalculia
■ Quando si parla di discalculia occorre fare chiarezza con i termini di uso comune, anche nel mondo della scuola. Gli insegnanti
sono abituati a parlare di abilità logico-matematiche, ma in realtà in molte attività legate alla matematica, come la lettura e la
scrittura dei numeri o l'apprendimento delle tabelline, occorre essere efficienti nel richiamo e nell'assemblaggio delle componenti
numeriche da trattare, senza per questo essere dei buoni logici.
■ Si parla di discalculia, quindi, facendo riferimento a quelle abilità aritmetiche che non coinvolgono esclusivamente il
ragionamento logico - come nel caso di dover decidere quale numero è più grande di altri - ma che comportano invece
l'automatizzazione delle procedure di base, come la lettura e scrittura delle cifre, la memorizzazione delle tabelline e delle
procedure per eseguire i calcoli.
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■ Le difficoltà emergono invece con più evidenza quando, al termine del primo ciclo, i bambini devono utilizzare in modo rapido
ed efficiente i numeri per eseguire calcoli e risolvere problemi. In questi bambini si osservano con maggiore frequenza certi errori
e alcune specifiche difficoltà, ad esempio:
1) difficoltà nel leggere e scrivere numeri complessi (come quelli che contengono lo zero) o lunghi (come quelli composti da molte
cifre);
2) difficoltà nell'esecuzione delle quattro operazioni scritte, dovuta al mancato rispetto delle regole procedurali degli algoritmi;
3) difficoltà nel ripetere la maggior parte delle tabelline;
4) difficoltà in compiti relativi all'automatizzazione delle procedure di conteggio, come ad esempio nel contare a salti, o contare
all'indietro.
Questi bambini non hanno invece difficoltà nei compiti più astratti, come ad esempio decidere l'ordine di grandezza di una sequenza di
numeri.
In attività di questo tipo, in cui occorre appoggiarsi alla linea mentale dei numeri, essi dimostrano di avere buone capacità di codifica
semantica e, indirettamente, confermano la loro buona intelligenza.
In sintesi:
1) Le difficoltà del bambino discalculico vanno considerate solo come difficoltà numeriche ed aritmetiche di base che poi
interferiscono sulle prestazioni matematiche più generali. Esse quindi, di per sé, non riguardano le abilità logiche vere e proprie;
2) chi è addetto alla riabilitazione dovrà utilizzare i modelli neuropsicologici accurati e coerenti per valutare le abilità e le difficoltà
numeriche ed aritmetiche dei bambini e per effettuare una diagnosi accurata;
3) seppur non esista ancora molto materiale a disposizione, si sta iniziando anche in Italia a costruire una riabilitazione delle
difficoltà numeriche ed aritmetiche dei bambini discalculici, e si osserva che tali interventi possono avere un discreto effetto sulle
abilità dei bambini.
4) accanto alla riabilitazione vera e propria, e in attesa che essa si consolidi in strumenti operativi conosciuti e condivisi, occorre
pensare agli strumenti compensativi che possono aiutare i bambini in difficoltà, come ad esempio la tavola pitagorica e la
calcolatrice.
Rispetto alla calcolatrice si suggerisce, soprattutto agli insegnanti, di superare la diffidenza circa tale mezzo, e di distinguere tra
conoscenza della struttura dell'algoritmo (componente logica), e conoscenza procedurale, relativa alla memorizzazione e messa in atto
dei passaggi sequenziali necessari a svolgere l'operazione. I bambini, tutti i bambini, devono essere aiutati a comprendere l'algoritmo,
ma quelli che non riescono a memorizzarne le procedure potrebbero utilizzare i supporti di cui anche noi adulti ci serviamo così
volentieri. (Biancardi, 2001)
Discalculia primaria
•
La discalculia primaria si manifesta con l’incapacità di contare perché non si sanno applicare le regole dell’aritmetica o le si
applicano come se si fosse uno studente alle prime armi. Può quindi capitare che un bambino arrivato in quarta elementare
si comporti come un bambino di prima, che non riesce a rispondere velocemente a domande quali per esempio: quanto fa 5
x 6 ? Mettendoci molto tempo, contando aiutandosi con le dita o con altri riferimenti, come se nessuno mai gli avesse
insegnato una tabellina, oppure confonde la moltiplicazione con un’altra operazione.
•
Nel caso della discalculia primaria il problema è strettamente connesso al calcolo e per aiutare il bambino si possono usare
dei supporti, quali il computer; concedere più tempo, aiutarlo a eseguire il compito passo per passo, ripassare le regole
aritmetiche con assiduità.
Discalculia secondaria
•
La discalculia secondaria viene così chiamata perché si manifesta come conseguenza di altre difficoltà di apprendimento,
quali la dislessia, la disgrafia o il neglet. In questo caso l’intervento riabilitativo sarà rivolto al disturbo primario. Per esempio
un bambino dislessico che non riesce a leggere neppure i numeri, verrà riabilitato per quel che riguarda la lettura.
•
Inoltre, non bisogna trascurare il disagio emotivo conseguenza della difficoltà di apprendimento e quindi è importante aiutare
il bambino a superare il suo vissuto di essere diverso perché per lui è più difficile contare rispetto a quanto lo sia per i suoi
coetanei.
APRASSIA: CHE COS’È?
•
•
•
Un disturbo del gesto appreso e volontario
In assenza di danni sensoriali
Si esprime come un disordine nella pianificazione motoria (A.ideativa) oppure come fallimento nell’esecuzione di movimenti
su comando (A.ideomotoria)
Sviluppo delle prassie
Sistemi di movimento coordinati in funzione di un risultato o di un’intenzione
•
•
•
•
prima dei 3 anni indicano un oggetto senza fare nulla
a 4 anni, i bambini usano soprattutto parti del corpo come se fossero l’oggetto invece di manipolare direttamente l’oggetto.
a 8 anni, i bambini mostrano di possedere una rappresentazione dello strumento incluso in un’azione
a 12 anni, il 93% delle azioni include rappresentazioni differenziate dell’agente dell’azione, dell’oggetto, e dello strumento.
Riassumendo…
Il bambino inizia con…
•
indicare l’oggetto senza adoperare lo strumento, poi
•
adopera una parte del corpo invece dello strumento,
•
rappresenta lo strumento, ma la dimensione e la forma non sono rispettate in relazione alla grandezza della mano o
all’oggetto che subisce l’azione Infine raggiunge una ..
•
pantomima accurata in cui l’agente dell’azione, lo strumento, od oggetto, e le relazioni spaziali tra queste componenti sono
ben rappresentate.
Fattori da considerare nella valutazione delle prassie
DIVERSA NATURA DEI GESTI TRANSITIVI, INTRANSITIVI CON E SENZA SIGNIFICATO
“ritagliare una figura con le forbici”
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“fare il segno di vittoria”
“portare l’indice sulla punta del naso”
MODALITÀ CON CUI IL GESTO È RICHIESTO
modalità visiva + tattile (uso reale degli oggetti )
modalità visiva (visione degli oggetti)
comando verbale (verbale)
Imitazione
MUSCOLATURA PROSSIMALE VS. DISTALE
ν “Pettinarsi i capelli” muscolatura prossimale
ν “Scrivere con una penna” muscolatura distale
Altri fattori
SINGOLI MOVIMENTI VS. SEQUENZE
ν “Mostrare come si usa un martello”
ν “Ritagliare una figura per poi incollarla”
NOVITÀ VS. FAMILIARITÀ DEL GESTO
ν “Segno di vittoria”
ν “Lavarsi i denti”
ν “Mettere una mano sulla spalla
ν “Usare chiodo e martello”
opposta”
FATTORI DA CONSIDERARE NELLA VALUTAZIONE DELLA PRASSIA
SPAZIO DELL’AZIONE: extra-personale o peripersonale
ν “Aprire
una bottiglia di succo di frutta VS Pettinarsi”
GESTI DEGLI ARTI SUPERIORI VS. BUCCOFACCIALI
La disprassia evolutiva
ν
ν
ν
ν
ν
ν
ν
ν
Disturbo più frequentemente diagnosticato in età scolare
Descritta come eccesso di fallimenti nelle azioni di vita quotidiana
Costante bisogno di pensare alla pianificazione dei movimenti che sembrano non diventare mai automatici.
Nel 60% dei casi sono presenti povere abilità fini e grosso-motorie
A volte cinestesico-tattile povero con particolare deficit nell’interpretazione delle qualità spaziali e temporali dell'informazione
ricevuta attraverso il tatto, con conseguente scarsa consapevolezza nello schema corporeo (Ayres, 1980) e difficoltà nei
giudizi cinestesici (Hulme et al., 1982).
Frequentemente è presente una storia di lentezza nell'apprendimento motorio, sebbene abilità quali sedersi, gattonare e
camminare siano state raggiunte entro limiti considerati normali.
Non attività sportive.
L’apprendimento della scrittura progredisce con estrema incertezza: le lettere sono irregolari nella forma e organizzate male
nella pagina, evidenti difficoltà di gestione dello spazio del foglio ed inadeguata manipolazione della penna.
Gesti transitivi 3 ai 14 anni
1 Lavarsi i denti
2 Pettinarsi
3 Battere con il martello sul chiodo
4 Tagliare la figura di un fiore ed incollarla
5 Stappare un succo di frutta e versarlo in un bicchiere
6 Preparare una lettera in modo che possa essere imbucata
7 Rompere una noce con lo schiaccianoci
8 Avvitare e svitare una vite
9 Aprire e chiudere un lucchetto
10 Aprire e chiudere un braccialetto
11 Preparare il caffé
12 Ascoltare una cassetta di musica con il registratore
13 Mettere i lacci ad una scarpa e fare il fiocco
14 Fare un pacco regalo
15 Vestire una bambola
Gesti intransitivi con significato 3-12 anni
1 Segno di marameo
2 - Segno di OK
3 - Segno di autostop
4 - Segno delle corna
5 - Segno di vittoria
6 - Saluto militare
7 - Segno di matto
8 - Segno di avvicinarsi
9 - Segno di buono
10 - Indicare qualcuno
11 - Segno di alt
12 - Segno di così così
13 - Segno di no
14 - Segno di stare zitto
15 - Segno delle forbici
16 - Segno delle ali della farfalla
17 - Segno del cannocchiale
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Gesti intransitivi senza significato 3-12 anni
1 Tamburellare con tutte le dita di una mano sul tavolo
2 Aprire e chiudere la mano
3 Toccare il pollice con ogni dito della stessa mano
4 Incrociare il dito indice col medio
5 Toccare la punta del naso col dito indice
6 Chiudere un occhio con la mano
7 Mettere la mano sulla bocca
8 Mettere il pugno sulla fronte
9 Appoggiare la mano sulla spalla opposta
10 Mettere il dito indice nell'orecchio
11 Fare un cerchio con il pollice e l'indice della stessa mano
12 Mettere la mano sotto il mento
13 Fare il pugno con una mano e prenderlo con l'altra mano
14 Ruotare la mano
15 Stendere un braccio diritto e toccare il gomito con l'altra mano
16 Stendere le braccia avanti con le mani una in sù ed una in giù
17 Tenere la testa con una mano avanti e una dietro
18 Incrociare le dita delle mani dietro la testa
19 Prendere i polsi con le mani
20 Prendere i gomiti con le mani dietro la schiena.
Nei gesti di bambini con disprassia...
Gesti transitivi
ν
< numero di gesti transitivi corretti
ν
> errori
ν
> % di errori legati all’uso di parti del corpo in sostituzione all’oggetto (mod. verbale)
ν
> % ed errori dovuti ad un errato uso dello spazio peripersonale ed extrapersonale (cioè, errori di configurazione esterna e
interna maggiori su imitazione).
Gesti intransitivi
ν
> movimenti superflui
ν
> errori nella modulazione della forza e nell’ampiezza del movimento.
ν
Nella pantomima verbale maggiori difficoltà nell’uso appropriato dello spazio ed errori posturali rispetto alla modalità
imitativa.
E ancora…
•
5-8 anni difficoltà nell’uso di informazioni visive e tattili.
•
Discriminante la modalità visuo-tattile.
•
7 anni migliora l’uso dell’informazione visiva ma povera consapevolezza sensoriale tattile e deficitarie le competenze
propriocettive che rendono i movimenti scarsamente sincronizzati e le azioni ricche di errori posturali, di sequenza e di
movimenti esagerati e con aggiunte di movimenti inutili.
•
Discriminante la modalità visuo-tattile.
•
Dopo i 9 anni i gesti su imitazione e pantomina visiva sono simili a quelli dei bambini di controllo mentre in modalità verbale
sono sempre peggiori rispetto ai controllo, anzi la discrepanza tende ad aumentare con l’età.
Disprassia evolutiva
Deficit funzionali
1. difficoltà nell’integrare informazioni sensoriali provenienti dai diversi sensi (vista, tatto, cinestesia, udito) e di conseguenza
difficoltà nell’organizzare un piano d’azione ben definito.
2. una particolare disabilità nell’utilizzare un comando verbale per rappresentare un’azione
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