18. La prima metà del Novecento L’arte abbandona ogni ideale di bellezza perché l’obiettivo è quello di comunicare ideali e valori. L’arte non deve più rappresentare la natura, ma farsi interprete dell’uomoe dei problemi del mondo. Si fondono le diverse tecniche e i diversi linguaggi: pittura, scultura e architettura si mescolano tra loro. Si utilizzano materiali nuovi, anche oggetti di uso quotidiano, dai materiali più nobili a quelli più poveri. Il mescolarsi di culture diverse crea nuovi linguaggi e nuove forme di S. Dalì, La Venere a espressività. cassetti, 1936 1 18. La prima metà del Novecento La Storia Sconvolgenti eventi sociali e politici caratterizzano la prima metà del Novecento: Le due Guerre mondiali. I regimi totalitari in Italia, Germania, Spagna e Unione Sovietica. Il nuovo primato economico e politico degli Stati Uniti d’America. Importanti scoperte tecniche e scientifiche. R. Capa, Morte di un soldato repubblicano, 1936 2 18. La prima metà del Novecento La Storia Nuove invenzioni: telegrafo senza fili (Marconi, 1899) e radio (1901). Nascita della psicanalisi (Freud) e della fisica contemporanea (Einstein, teoria della relatività). Il cinema unisce lo svago a questioni politiche, all’informazione e alla denuncia. Walter Gropius, Automobile Adler, 1931 Disegno industriale: nuovo equilibrio tra funzionalità e qualità estetica. 3 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie Storiche Grande carica rivoluzionaria ed esigenza di rinnovamento: Viene meno la fiducia nella ragione. Non esistono verità assolute. Messa in discussione dell’arte del passato. Scardinati i principi di ordine e proporzione. L’arte diventa mezzo di consapevolezza Nascono i manifesti dei movimenti artistici. della propria condizione esistenziale. 4 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie Storiche Espressionismo: introdotto dai movimenti Immagini della realtà deformate, colori usati in Die Brücke in Germania e Fauve in Francia. modo espressivo, spazio non prospettico. 5 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie Storiche Cubismo: oggetti scomposti in forme Futurismo: le forme riproducono il movimento geometriche dai contorni spezzati, osservati tramite la loro scomposizione, ripetizione e da più punti di vista contemporaneamente. sovrapposizione. 6 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie Storiche Astrattismo: abbandono di ogni riferimento alle Dadaismo: rielaborazione di oggetti forme della natura. comuni, riproposti come opere d’arte. 7 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie Storiche Pittura metafisica e Surrealismo: immagini Ritorno all’ordine: fine della Prima Guerra deformate o collocate in contesti estranei, Mondiale; esigenza di tornare alla figurazione. come sogno e inconscio. 8 18. La prima metà del Novecento I grandi temi E. L. Kirchner, Scena di strada, 1913 Piet Mondrian, Evoluzione, 1910-1911 Critica dei mali della società e della Il bisogno di spiritualità spinge l’arte verso mancanza di valori spirituali. il misticismo e l’astrazione. 9 18. La prima metà del Novecento I grandi temi Giacomo Balla, Velocità d’automobile, 1912 Marcel Duchamp, Scolabottiglie, 1914 Futurismo: esaltazione del movimento, Gli oggetti semplici sono trattati allo stesso della velocità e delle macchine. modo della “grande arte” del passato. 10 18. La prima metà del Novecento I grandi temi G. de Chirico, Il cattivo genio di un re, 1914 Le Corbusier, Palazzo del Parlamento, 1951 La pittura metafisica ricerca ciò che è oltre Architettura razionalista: tecnologie e l’apparenza, l’arte surrealista l’inconscio. materiali moderni, modelli standardizzati. 11 18. La prima metà del Novecento Art Nouveau È lo stile della società borghese della Belle Époque. Si sviluppa in Europa tra fine Ottocento e la Prima Guerra Mondiale. Interessa le arti figurative, l’architettura, l’arredamento e le arti decorative. Il risultato più importante è nelle arti applicate: mobili, carte da parati, abiti, ceramiche. Si ispira alle forme della natura, è elegante, si basa sull’ornamento e sull’uso di materiali raffinati. A. Mucha, Manifesto teatrale 12 18. La prima metà del Novecento Art Nouveau L’architettura si lega alla decorazione Vengono meno gli ordini classici. Ricchezza ornamentale: risalto alle decorazioni. Principio del progetto unitario: coerenza tra struttura, decorazioni e arredo. Uso di materiali moderni: cemento, ferro, vetro. Victor Horta: edifici dalle superfici ondulate. Hector Guimard: ingressi della metropolitana di Parigi. V. Horta, Atrio della Casa Tassel, 1892-1893. 13 18. La prima metà del Novecento Art Nouveau La secessione a Vienna Secessioni in Austria, Boemia e Germania. Volontà di distaccarsi dalle accademie. Applicazioni: arti figurative, architettura, arredamento, progettazione di oggetti. Esponenti della secessione sono: Gustav Klimt, Otto Wagner, Joseph Maria Olbrich, Joseph Hoffmann, Adolf Loos. La loro architettura è caratterizzata da una rigorosa geometria di stampo classico. Joseph Maria Olbrich, Palazzo della Secessione, 1898-1899. 14 18. La prima metà del Novecento Art Nouveau L’architettura come visione Gaudí Gaudí è il maggiore esponente del Modernismo, che si diffonde a Barcellona, in Spagna. Tradizione artistica della Catalogna: spunti dalla cultura islamica, gotica, rinascimentale. Riprende le forme della natura. Colori luminosi e superfici dinamiche, popolate da figure e forme fantasiose. Antoni Gaudí, Sagrada Familia, Utilizzo del cemento e della tecnica del mosaico. in fase di ultimazione. 15 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera Casa Batlló Gaudí 1905-1906 Trae ispirazione dalla natura, nello studio delle forme. Il tetto sembra il dorso di un drago. La cima della torre sembra l’elsa di una spada. Gli elementi decorativi si integrano nella struttura. La facciata è rivestita di mosaici policromi che riflettono la La superficie della casa sembra luce del sole. muoversi, come fosse viva. 16 18. La prima metà del Novecento Gustav Klimt Gustav Klimt è uno dei fondatori della Secessione Viennese. Viene influenzato dal Simbolismo, ma esprime il gusto per la decorazione. I soggetti sono ridotti a elementi ornamentali, ricchi d’oro e di colori irreali; i visi sono naturalistici. Riprende i caratteri tipici dei mosaici bizantini: bidimensionalità, colori brillanti e luminosi, forme contornate da una linea continua. Ritratto di Adele Bloch-Bauer, 1907 17 18. La prima metà del Novecento Gustav Klimt Lettura dell’opera L’abbraccio 1905-1909 È l’opera preparatoria per il fregio di Palazzo Stoclet. Figure piatte. Il dipinto è dominato dal mantello dell’uomo, decorato da motivi fantasiosi. Albero della vita. Manca ogni accenno al volume e allo spazio. Motivi decorativi. Tutti i segni hanno valenza simbolica: si riferiscono agli elementi opposti maschile-femminile, spirito-materia. 18 18. La prima metà del Novecento Design e arti applicate Le origini del disegno industriale Gli artisti dell’Art Nouveau danno grande importanza al lavoro artigianale. William Morris fonda il movimento Arts and Crafts, che promuove la realizzazione artigianale di oggetti d’arte. Gli artisti producono numerosi oggetti, caratterizzati da H. Van de Velde, Scrivania, 1898 linee sinuose e da decorazioni a motivi floreali. Il vetro, per trasparenza e luminosità, si mostra adatto al carattere decorativo dell’Art Nouveau. 19 18. La prima metà del Novecento Edvard Munch L’urlo dell’uomo si propaga su tutta la natura. Vuole rappresentare la solitudine dell’uomo. Il dipinto esprime un’angoscia profonda, che sembra invadere la natura. Le figure sono deformate, i colori non sono reali, il segno non descrive nulla con chiarezza. I colori e le linee oscillanti rendono il senso di La strada crea una fuga Il grido, 1893 vertigine, simbolo di una natura ostile. prospettica che isola l’uomo. 20 18. La prima metà del Novecento Espressionismo Germania e Austria Nasce il movimento espressionista Die Brüke (il ponte): legame tra interiorità e mondo esterno. Ernst Ludwig Lirchner e Emil Nolde sono i principali esponenti del movimento. Gli artisti rappresentano la sofferenza esistenziale dell’uomo moderno. La pittura non copia la realtà, ma la interpreta. Scompare l’illusione della prospettiva. E. Nolde, Ragazze di Papua, 1914 Viene messo in crisi il concetto di armonia. 21 18. La prima metà del Novecento Espressionismo Germania e Austria Ernst Ludwig Kirchner Il suo linguaggio violento e i temi trattati esprimono una critica impietosa della società del tempo. Il segno incisivo, i colori acidi e l’uso di angoli acuti generano un forte impatto emotivo. Impiega spesso inquadrature asimmetriche (tagliate). Franzi con una sedia intagliata, 1910 22 18. La prima metà del Novecento Espressionismo Lettura dell’opera Ritratto di Gerti Schiele Germania e Austria Egon Schiele 1909 Segue Klimt nell’Unione di artisti austriaci. La gamma di colori è limitata, la linea è morbida ma spigolosa. Il segno è nervoso e definisce sagome taglienti, creando andamenti decorativi. Il quadro esprime la fase di passaggio tra la Secessione viennese e la svolta espressionista. 23 18. La prima metà del Novecento Fauve Colore come vita Questi artisti vengono definiti fauves (belve) per l’uso di colori molto accesi e quindi provocatori. I principali esponenti del movimento sono: Henri Matisse, Albert Marquet, André Derain, Maurice de Valminck. L’arte fauve si oppone all’Impressionismo: non bisogna rappresentare la realtà, ma ciò che si “sente” di fronte a essa. M. De Valminck, Il rimorchiatore, 1905 Utilizzo della linea di contorno per esaltare i toni e per annullare i volumi e lo spazio. 24 18. La prima metà del Novecento Fauve La danza rappresenta la vita Henri Matisse Matisse fonda il gruppo dei Fauves insieme ad Albert Marquet. Le figure sembrano sospese nello spazio. Solo tre colori (rosso, blu, verde) bastano per organizzare lo spazio compositivo. Il movimento della danza determina un ritmo ininterrotto che rotea tra le due zone di colore. La danza, 1910 Per Matisse la realtà deve essere colta nella sua essenza di energia e trasformazione. 25 18. La prima metà del Novecento Fauve Lettura dell’opera La tavola imbandita Henri Matisse 1908 Matisse ricerca la sintesi estrema della forma. I colori sono volutamente accentuati: il rosso domina su tutto. Il contrasto tra colori primari e secondari aumenta la luminosità. La composizione è basata sul rapporto tra i colori e non su riferimenti visivi. Matisse, attraverso il colore, vuole rendere l’energia che scaturisce dalle cose. 26 18. La prima metà del Novecento Cubismo Pablo Picasso e Georges Braque danno vita al Cubismo. Riprodurre la realtà non come la vede l’occhio, ma come le mente la percepisce. Semplificazione delle forme in volumi geometrici puri. L’oggetto viene rappresentato contemporaneamente da più angolazioni, in momenti diversi dell’osservazione. Si rappresenta, così, anche la dimensione temporale. G. Braque, Il castello alla Roche-Guyon, 1909 28 18. La prima metà del Novecento Cubismo Il Primo Cubismo 1907-1909 Le forme sono rappresentate in modo schematico e semplificato, come semplici volumi. Il Cubismo Analitico 1909-1910 Le figure sono spezzate da linee e frammentate, la struttura assume importanza a scapito del colore. Il Cubismo Sintetico 1909-1910 Gli oggetti di partenza sono solo accennati: si Picasso, Il suonatore di fisarmonica, 1911 sperimenta la tecnica del collage. 28 18. La prima metà del Novecento Pablo Picasso Le tragedie storiche a cui assiste segnano fortemente il linguaggio di Picasso. Si presenta subito come uno sperimentatore. Comincia dipingendo solo con il colore blu (periodo blu), con cui rappresenta la condizione dei poveri e degli emarginati. Successivamente utilizzerà prevalentemente le tonalità del rosso (periodo rosa), con cui rappresenta personaggi liberi e anticonformisti. Autoritratto, 1907 29 18. La prima metà del Novecento Lettura dell’opera Scheda Periodo blu - Vecchio cieco e ragazzo Picasso 1903 Il blu ha un valore simbolico: simboleggia la povertà e la fame degli emarginati, mostrandone la solitudine e la sofferenza. Le forme sono stilizzate e i volumi essenziali. Le figure sono allungate, con corpi rannicchiati e consumati. Le figure sono poste in uno spazio senza profondità. Gli occhi di entrambi sono vuoti e distaccati dal mondo reale, Il colore alleggerisce le forme, concentrati sulla sofferenza interiore. privandole di consistenza. 30 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera Periodo rosa - Acrobata e equilibrista Picasso 1905 C’è la rinuncia al simbolismo del periodo blu: dominano la scena attori di strada, saltimbanchi e acrobati da circo. Le figure umane hanno maggiore solidità, sembrano monumentali. Il dolore del periodo blu lascia il posto a nuova vitalità. Il paesaggio essenziale è illuminato delicatamente. Le figure sono disposte in modo calcolato e in armonia tra loro. 31 18. La prima metà del Novecento Pablo Picasso Quest’opera è considerata la prima opera cubista. Introduce la bidimensionalità delle singole parti e la molteplicità dei punti di vista. Sostituisce i volti delle donne a destra con maschere dell’arte africana, da cui Picasso trae ispirazione. I volumi sono geometrici, modellati secondo precisi piani geometrici. Les demoiselles d’Avignon, 1907 32 18. La prima metà del Novecento Pablo Picasso Lettura dell’opera Guernica 1937 Il toro rappresenta La luce rischiara la scena l’irrazionalità della guerra. dando taglio piramidale. Il cavallo è simbolo del popolo colpito. La madre che piange il figlio morto richiama Il caduto ricorda la l’iconografia sacra. sconfitta dell’uomo. La tela rappresenta il bombardamento della città di Guernica. È un’allegoria del dolore umano e testimonia la partecipazione di Picasso alle tragedie umane. 33 18. La prima metà del Novecento Pablo Picasso Lettura dell’opera Guernica Il fascio di luce determina una composizione piramidale. Lo spazio è compresso. 1937 Le forme sono piatte e semplificate. La luce sembra rischiarare un mondo in bianco e nero. 34 18. La prima metà del Novecento Futurismo È uno dei movimenti più importanti del Novecento, fondato da Filippo Tommaso Marinetti. Totale fiducia nel progresso, in nome del quale tutto deve essere rinnovato. La realtà deve essere pensata non secondo immagini fisse, ma in continuo movimento. Muovendosi, l’oggetto si fonde con lo spazio circostante e crea nuove forme. Scompare la prospettiva che impone un solo punto di vista e un solo istante di osservazione. La linea è lo strumento pittorico più adatto per trasmettere velocità e trasformazione. 35 18. La prima metà del Novecento Futurismo Il dinamismo Giacomo Balla Di formazione divisionista, Balla ricerca dinamismo nelle sue forme. Il dipinto ricorda una sequenza fotografica. Sono diverse immagini della stessa bambina. È un quadro di sintesi, in cui le forme si scompongono e si fondono simultaneamente. Bambina che corre sul balcone, 1912 36 18. La prima metà del Novecento Futurismo Lettura dell’opera Forme uniche nella continuità dello spazio Umberto Boccioni 1913 Boccioni studia il movimento di un uomo che cammina veloce. Le linee nette scompongono i volumi principali in più parti: prevale l’andamento curvilineo. L’alternanza di pieni e di vuoti è sottolineata dai riflessi della luce, che mette in evidenza il movimento. La scultura perde il suo carattere monumentale perché diventa studio e sintesi del movimento. 37 18. La prima metà del Novecento Futurismo La città dei futuristi Antonio Sant’Elia I futuristi si soffermano spesso su scene urbane. Sant’Elia progetta la città del futuro e della modernità. Prevede una città disposta su più livelli, con grattacieli e strade a diverse altezze. Crede nella realizzazione di nuove forme, nuovi volumi, nuove linee e di una nuova armonia. A. Sant’Elia, La città nuova, 1914 38 18. La prima metà del Novecento Futurismo Il teatro degli automi Fortunato Depero Depero si concentra sullo studio del movimento e della rappresentazione delle forme come oggetti meccanici. Progetta allestimenti scenici, marionette, automi e costumi per il teatro. Le figure sono costruite con forme geometriche elementari: il cubo, il cilindro, il cono. Lo spazio è occupato da piani sfasati, che non I miei balli plastici, 1918 permettono di misurare la profondità. 39 18. La prima metà del Novecento Cavaliere Azzurro Verso l’astrattismo L’arte astratta elimina qualsiasi riferimento alla realtà, realizza composizioni con forme semplici e colori. Vasilij Kandinskij, Franz Marc e August Macke fondano il gruppo Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro). Il gruppo adotta un linguaggio antinaturalistico. L’azzurro è il colore prevalente nelle opere del gruppo. Prevale l’utilizzo di colori e linee. Le forme astratte nascono da un’esigenza spirituale. Copertina per l’almanacco Der Blaue Reiter, 1911 Si studia l’affinità tra pittura e musica. 40 18. La prima metà del Novecento Vasilij Kandinskij Questo è il primo acquerello astratto, senza riferimenti ad alcun oggetto. Le forme e i colori del mondo vengono trasformati fino ad assumere un significato proprio: è un percorso di astrazione. Sembra riferirsi al mondo del bambino, che sente la semplice necessità di esprimersi graficamente. Acquerello astratto, 1910 41 18. La prima metà del Novecento Vasilij Kandinskij Il periodo astratto-geometrico Il contatto con le avanguardie russe lo orienta verso forme geometriche pure. I principi geometrici si svilupperanno ulteriormente negli anni del Bauhaus. Dolce salita, 1934 42 18. La prima metà del Novecento Vasilij Kandinskij I principi pittorici Linea Colore Linea retta: freddezza e piattezza. Azzurro: infinito e spiritualità. Linea verticale: calore. Rosso: forza e passione. Linea curva: calma e tranquillità. Giallo: dinamismo ed eccitazione. Linea obliqua: instabilità e dinamicità. Toni caldi: attraggono lo spettatore. Linea spezzata: dramma e nervosismo. Toni freddi: respingono lo spettatore. Forma Quadrato: associato al rosso. Triangolo: collegato al giallo. Cerchio: associato all’azzurro. 43 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera Studio per composizione II Vasilij Kandinskij 1910 Gruppi di case Salice piangente Gli elementi figurativi sono ancora riconoscibili e delimitati da contorni neri. I colori sono usati in modo libero e indipendente dalle esigenze naturali. La pittura è vista come musica, i colori come suoni, le linee come ritmo. Dipinge motivi già utilizzati in altri dipinti. 42 18. La prima metà del Novecento Neoplasticismo Tendenza Espressiva Il movimento nasce nei Paesi Bassi ad opera di Theo Van Doesburg, Piet Mondrian, Pieter Oud e Georges Vantongerloo. Il linguaggio usato è di tipo geometrico, basato su forme pure e bidimensionali. Abolizione della terza dimensione. Indipendenza dai valori emotivi. Superamento dell’individualità dell’artista. G.T. Rietveld, Poltrona, 1917 45 18. La prima metà del Novecento Neoplasticismo L’astrazione totale Piet Mondrian La forma astratta non deve essere in alcun modo suggerita dalla realtà visibile. Il rettangolo è la forma ideale perché: È priva dell’ambiguità della curva. Negli angoli trovano equilibrio due forze contrastanti. È bidimensionale, rafforzata dall’utilizzo dei colori. Composizione con piano rosso, giallo, nero, blu e grigio, 1921 46 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera L’albero rosso Piet Mondrian 1908-1910 All’inizio della carriera utilizza un linguaggio naturalista, vicino all’Impressionismo. L’albero è completamente riconoscibile, ma non c’è somiglianza con la realtà. Tutto è espressione di una sola energia vitale che parte dal basso. 47 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera L’albero grigio Piet Mondrian 1911 Avvia una fase simbolista che lo porta a semplificare progressivamente le immagini. C’è una progressiva eliminazione del colore: prevalgono le tonalità fredde. I rami si estendono oltre la chioma dell’albero. 48 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera L’albero di mele in fiore Piet Mondrian 1912 Approda a una rappresentazione sempre più lontana dalla realtà. La forma reale è quasi irriconoscibile. C’è il totale abbandono della figurazione, che lascia il posto a un equilibrio astratto. 49 18. La prima metà del Novecento Paul Klee Le forme del ricordo L’arte, anche se astratta, non può essere separata dalla realtà. Klee si affida al ricordo, modificandolo in forme libere. Conferisce valore espressivo al segno, utilizzato per creare trame riempitive. Monumento del paese fertile, 1929 50 18. La prima metà del Novecento Paul Klee Lettura dell’opera Strada principale e strade secondarie 1929 Klee dipinge ciò che ricorda, non ciò che vede. Il suo punto di partenza è la memoria, attraverso la quale compie una ricerca rigorosa delle leggi della forma. Suddivisione in fasce orizzontali e verticali, che hanno un’impostazione prospettica. Sono segni astratti, ma sembra di cogliere elementi naturali, come campi, strade e pietre. 51 18. La prima metà del Novecento La Scuola di Parigi Amedeo Modigliani Non si riconosce nei movimenti di Avanguardia: vuole creare qualcosa di nuovo senza rompere i legami con la tradizione. È affascinato dalla scultura africana, con le sue forme stilizzate e non naturalistiche. Dipinge prevalentemente ritratti, dai caratteri inconfondibili: il collo lungo, il viso ovale, il profilo del naso, gli occhi a mandorla. A. Modigliani, Ritratto di Lunia Czechowska, 1918 Le forme, semplificate, sono costruite a partire dai contorni, marcati da una linea continua. 52 18. La prima metà del Novecento La Scuola di Parigi Marc Chagall Chagall dipinge i propri sogni, muovendosi libero nella fantasia. Costruisce un “universo in cui tutto è possibile”. Porta con sé la memoria del suo Paese, la Russia, della sua gente, il misticismo della cultura ebraica. Il dipinto è “una superficie coperta di raffigurazioni di cose in cui la logica e l’illustrazione non hanno Gli amanti in blu, 1914 importanza”. 53 18. La prima metà del Novecento La Scuola di Parigi Lettura dell’opera Marc Chagall Io e il mio villaggio 1911 È una fiaba contadina, con molti elementi simbolici (gli animali come tramite tra l’uomo e l’universo). Gli sguardi del contadino e della mucca sono collegati (dalla direzione e dalle linee del fondo), a indicare la loro reciproca dipendenza nella società rurale. Dominano i profili di due figure, un uomo e una mucca, delineati in relazione a un cerchio centrale. Il dipinto è suddiviso in parti, L’albero fiorito allude all’albero della vita, le forme circolari secondo un ordine geometrico. al sole e alla luna. 54 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie in Russia Il Suprematismo Kazimir Malević, promotore del movimento, ribadisce la “supremazia della sensibilità pura nelle arti figurative”. Viene escluso ogni riferimento alla realtà, creando immagini di geometria assoluta. K. Malevič, Quadrato nero su fondo bianco, 1913. 55 18. La prima metà del Novecento Le Avanguardie in Russia Il Costruttivismo Gli esponenti politici e gli intellettuali della rivoluzione sovietica si misurano con la funzione sociale dell’arte. Nuovi mezzi per diffondere i nuovi linguaggi: manifesti, cinematografia, dipinti sui mezzi di trasporto. Sono utilizzati materiali che ricordano la vita quotidiana e popolare: ferro, legno, cavi metallici. V. Tatlin, Modello del Monumento alla Terza Internazionale, 1919-1920 Vladimir Tatlin progetta il Monumento alla Terza Internazionale. 56 18. La prima metà del Novecento Dadaismo Il Dadaismo: l’arte irriverente I principali artefici del movimento sono: Tristan Tzara (poeta), Marcel Janco (architetto), Hans Arp (scultore), Man Ray, Francis Picabia, Marcel Duchamp. Il movimento si oppone alla civiltà contemporanea in tutti i suoi aspetti per svelarne le contraddizioni. Dada si oppone a tutto ciò che in arte è considerato bello ed eterno. Scopo dell’arte dadaista è causare forte effetto di sorpresa e di disappunto nello spettatore. M. Duchamp, L.H.O.O.Q., 1919 57 18. La prima metà del Novecento Dadaismo L’oggetto si fa opera d’arte Marcel Duchamp La ruota è libera di girare ma è fissata sullo sgabello: rappresenta il movimento e la sua negazione. L’opera ribalta l’impianto tradizionale delle sculture celebrative. Lo spettatore può interagire con l’oggetto che perde la sua sacralità. L’opera d’arte non è il risultato di un processo creativo, M. Duchamp, Ruota di bicicletta, 1913 ma è arte per scelta dell’artista. 58 18. La prima metà del Novecento Surrealismo L’arte studia il pensiero Il Surrealismo si diffonde a partire dal 1924 ad opera di André Breton. È l’arte dell’inconscio, mette in evidenza gli oggetti nascosti della nostra coscienza. Il sogno è rappresentato nello stesso modo della realtà, con effetti sorprendenti e inconsueti. Astratta. Due scelte figurative: M. Ernst, Capricorno, 1948-1964 Naturalistica. 59 18. La prima metà del Novecento Surrealismo Max Ernst Ernst ha abbracciato l’Espressionismo e il Dadaismo prima di giungere al Surrealismo. Dipinge sue visioni senza abbandonare completamente il riferimento alla realtà. Sperimenta molte tecniche espressive: frottage, grattage, sgocciolamento del colore. 60 18. La prima metà del Novecento Surrealismo Max Ernst Una foresta pietrificata, dalla vegetazione irreale. Il paesaggio è animato da strane creature e misteriose presenze. È annullata la separazione tra i regni animale e vegetale e molte figure sembrano bloccate nella materia. Unisce la sontuosità dell’immagine a un profondo L’occhio nel silenzio, 1943-1944 disagio (opera realizzata in tempo di guerra). 61 18. La prima metà del Novecento Surrealismo La scelta figurativa Salvador Dalì Le immagini sono tratte dal mondo reale, ma accostate in modo paradossale, generando un senso di assurdo. Pittura critico-paranoica: nel guardare un oggetto ne vede e ne dipinge un altro. I dettagli sono resi con estrema cura, accentuando l’effetto inquietante. Salvador Dalí, Nascita dei desideri liquidi, 1932 62 18. La prima metà del Novecento Surrealismo Salvador Dalì Descrive un sogno disturbato dalla puntura di un’ape. La carica aggressiva è data dalla presenza di molti punti di riferimento visivi, che spiazzano lo spettatore. Tutte le immagini hanno qualcosa di inconsueto: Un elefante dalle lunghissime zampe cammina sull’acqua. Un frutto sospeso proietta la sua ombra sullo scoglio. Sogno causato dal volo di un’ape, 1944 63 18. La prima metà del Novecento Surrealismo René Magritte Magritte aderisce al Surrealismo dopo aver seguito le correnti d’avanguardia e la Metafisica. Utilizza un linguaggio ordinario, mostra le cose nella loro “normalità”, ma in contesti o situazioni surreali. Oggetti rappresentati “con tutti i loro particolari visibili”, inseriti in spazi ampi, illuminati da una luce chiara. R. Magritte, Golconde, 1953 Introduce elementi anomali che creano un effetto di disagio e di enigma irrisolto. 64 18. La prima metà del Novecento Surrealismo Lettura dell’opera La chiave del campo René Magritte 1936 Il dipinto appare come un trompe-l’oeil. L’assurdo irrompe in ciò che sembra normale: i vetri rotti si trasformano in parti del paesaggio. La composizione è semplice e rigorosa, quasi accademica. Magritte mette in dubbio la realtà dell’immagine e l’abitudine a dare per scontate cose non dimostrate. Osservando il quadro ci si chiede a quale realtà appartenga l’immagine: a quella naturale o a quella interiore di ognuno di noi. 65 18. La prima metà del Novecento Surrealismo Juan Miró Miró ricerca la purezza e la semplicità in un linguaggio quasi infantile. Le sue composizioni sono come scritture figurate. I colori sono pochi e usati puri senza sfumature. Il cacciatore, 1923-24 Emerge un senso di allegria innocente, distante dalle inquietudini dei Surrealisti. Abolisce la rappresentazione dello spazio e del volume. Ricerca il vuoto nonostante i segni si distribuiscano su tutta la superficie. Abolisce la simmetria nella composizione. 66 18. La prima metà del Novecento Pittura metafisica Nel secondo decennio del Novecento alcuni artisti ritornano alla pittura figurativa. Giorgio de Chirico, Alberto Savino, Carlo Carrà, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi. La Metafisica (oltre il mondo materiale) è interessata a ciò che si nasconde dietro l’apparenza. Le opere metafisiche presentano scenari impossibili, con prospettive errate e figure fuori scala. C. Carrà, Il cavaliere dello spirito occidentale, 1917 Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi. 67 18. La prima metà del Novecento Pittura metafisica Lettura dell’opera Le muse inquietanti Giorgio de Chirico 1916-1917 L’unione tra elementi di storia dell’arte e vita quotidiana rende lo spazio urbano inquietante. Castello estense di Ferrara. Ogni oggetto ha una sua scala di rappresentazione e una prospettiva indipendente. La scatola ha una prospettiva inversa. Le ombre allungate alludono al tramonto. Si descrivono mondi quasi disabitati e per questo misteriosi. 68 18. La prima metà del Novecento Ritorno all’ordine Si assiste a una progressiva esigenza di ritornare La natura ai valori della tradizione: forme dai volumi nitidi con ombre nette; figure immerse nel silenzio e nella solitudine; scene di vita quotidiana e di persone comuni. La composizione è centrale, come indica la prospettiva. La scena è equamente divisa in due parti. Figure bibliche C. Carrà, Le figlie di Loth, 1919 34 18. La prima metà del Novecento Scultura Hans Arp Arp cerca di raggiungere forme essenziali. Le superfici sono nitide e levigate. Concrezione umana, 1935 È una forma di marmo ispirata all’evoluzione delle forme naturali. 70 18. La prima metà del Novecento Sculura Constantin Brancusi Brancusi cerca la sintesi dei volumi attraverso la purezza della forma. La Maiastra rappresenta un uccello immaginario. L’artista parte da un elemento naturalistico, ma lo rielabora per giungere a una forma essenziale. La scultura è composta da più figure solide. Maiastra, 1920 71 18. La prima metà del Novecento Scultura Arturo Martini Martini rifiuta le regole delle accademie, ma al tempo stesso non segue le Avanguardie. Predilige la sintesi fra le forme dell’arte romanica e l’essenziale monumentalità di quella rinascimentale. L’abbraccio tra le due figure è solenne e ricco di movimento. Il figliol prodigo, 1926 Equilibrio compositivo che esprime sentimenti semplici. 72 18. La prima metà del Novecento Sculura Marino Marini Marini si ispira al linguaggio antico evitando i toni monumentali. Guarda all’arte etrusca, greca arcaica e medievale. La scultura è una rilettura del tema equestre, privato del tradizionale carattere monumentale ed eroico. Cavaliere, 1935-1937 73 18. La prima metà del Novecento Cinema e Fotografia La nascita del cinema Fina dalla sua scoperta il cinema provoca cambiamenti nel mondo dell’arte, del costume e della società. Il primo incontro del cinema con l’arte avviene in ambito espressionista. Negli Anni venti si iniziano diversi esperimenti con le immagini in movimento, in ambito F. Lang, Metropolis, 1926 dadaista e astratto. Il Surrealismo produce delle pellicole basate sul montaggio di immagini incongruenti, al fine di rappresentare i sogni. 74 18. La prima metà del Novecento Cinema e Fotografia Metropolis Fritz Lang Raffigura una città del futuro dominata dalle macchine. È una critica al sistema sociale del tempo. L’uso del bianco e del nero accentua la componente espressiva. F. Lang, Metropolis, 1926 75 18. La prima metà del Novecento Cinema e Fotografia Sperimentazione nella fotografia La fotografia diventa mezzo di sperimentazione artistica. Christian Shad per primo crea fotogrammi ottenuti appoggiando oggetti direttamente sulla carta fotografica. László Moholy Nagy produce straordinarie fotografie astratte. Man Ray ottiene immagini posando oggetti tridimensionali direttamente sulla carta fotografica. 76 18. La prima metà del Novecento Architettura razionalista L’architettura si misura con i nuovi materiali: cemento armato. La crescita delle città viene regolata da piani urbani. Aumenta la richiesta di abitazioni a basso costo. Nasce il Funzionalismo o Architettura Razionallista. Gli spazi costruiti devono essere flessibili. L’architettura è considerata il punto di incontro di tutte le arti. I principali esponenti sono Walter Gropius, L. M. van der Rohe, Le Corbusier. 77 18. La prima metà del Novecento Architettura razionalista I principi del Funzionalismo Le Corbusier Le Corbusier definisce i principi funzionalisti per quanto riguarda l’architettura. Caratteristica comune degli edifici razionalisti è la stretta relazione tra gli ambienti interni e l’esterno. 78 18. La prima metà del Novecento Architettura razionalista Villa Savoye Le Corbusier 2. I tetti possono essere 4. Le finestre possono essere continue, da piatti e ospitare giardini. un capo all’altro della facciata. 5. La facciata è svincolata dai pilastri che possono essere arretrati rispetto ad essa. 1. La casa può essere sollevata dal terreno 3. L’uso dei pilastri elimina i muri portanti, mediante i pilotis (pilastri in cemento armato). rendendo libera la pianta (a vari piani). 79 18. La prima metà del Novecento Architettura razionalista Sperimentazione tra arte e tecnologia Le Corbusier Le Corbusier introduce una nuova idea di architettura. Gli spazi devono essere progettati partendo dalle esigenze dell’uomo. Riflette sull’organizzazione della città, il cui fondamento sono le Unità di abitazione (cellule per la creazione della città ideale). Unità di abitazione, 1947-1952 L’edificio ha 17 piani con 337 appartamenti, Il tentativo è quello di realizzare edifici concepiti su due livelli (duplex). autosufficienti, con il tetto come cuore del palazzo. 80 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera Le Corbusier Cappella Notre-Dame-du-Haut 1950-1954 In quest’opera Le Corbusier abbandona le forme rigide Tre campanili semicilindrici. del Razionalismo utilizzate nell’edilizia residenziale. L’edificio è asimmetrico. Tetto a vela sporgente. La facciata d’ingresso è rientrante. Le pareti sono inclinate. Tante piccole aperture irregolari. 81 18. La prima metà del Novecento Scheda Lettura dell’opera Cappella Notre-Dame-du-Haut Le Corbusier 1950-1954 La luce è distribuita in modo irregolare a causa della diversa dimensione delle finestre. Si determina un’atmosfera meditativa. Le Corbusier si avvicina all’Espressionismo e dà spazio alla spiritualità. 82 18. La prima metà del Novecento Architettura razionalista La sede del Bauhaus Walter Gropius Gropius è molto attento alle potenzialità del cemento armato, del ferro e del vetro. Edificio con le aule. Residenze degli allievi. Ogni parte dell’edificio è progettata in funzione del suo utilizzo e costruita con differenti materiali. Il settore laboratori presenta una parete a vetri. Edificio a ponte che funziona da collegamento. 83 18. La prima metà del Novecento Razionalismo Italiano L’architettura razionalista in Italia si collega alla tradizione classica. Il regime fascista, però, preferisce un classicismo monumentale, che esalti l’antica grandezza di Roma Imperiale. I più importanti architetti razionalisti sono: Giuseppe Terragni, Giuseppe Pagano, Giovanni Michelucci. Progetto per il quartiere dell’EUR di Piacentini: compromesso tra il linguaggio razionalista e quello classicista. M. Piacentini, Palazzo della civiltà Italiana, 1938-1942 84 18. La prima metà del Novecento Razionalismo Italiano Giuseppe Terragni Ricerca del rigore della forma. Valorizza la funzionalità dell’edificio senza scadere in una monumentalità fine a se stessa. La struttura è composta da pilastri e travi in cemento armato. La casa del fascio, 1934-1936 L’edificio ha la forma di un parallelepipedo a base quadrata, con al centro un ampio spazio coperto, sul quale si affacciano corridoi, uffici e sale di riunione. 85 18. La prima metà del Novecento Bauhaus È una scuola di arti applicate, architettura e disegno industriale fondata da Walter Gropius nel 1919 a Weimar, in Germania. Duplice obiettivo: Le arti visive devono perdere il carattere decorativo avuto fino all’Ottocento, per avere un riferimento comune nell’architettura. Deve essere risolta la frattura tra arte e artigianato e tra arte e produzione industriale. P. Keler, Progetto grafico per il Gruppo Kuri, 1923-1970. 86 18. La prima metà del Novecento Bauhaus Il piano di studi della Scuola del Bauhaus Corso preliminare: leggi della percezione visiva, della forma e del colore; caratterstiche dei materiali. Attività triennali di laboratorio: lavorazione della pietra, del legno e della stampa. Fase di specializzazione: progettazione architettonica e tirocinio nei cantieri. Ha introdotto una nuova metodologia progettuale e affermato il ruolo civile dell’arte. G. Stölzl, Slit Tapestry Red/Green, 1926-1928. Insegnanti: P. Klee, V. Kandinskij, P. Mondrian. 87 18. La prima metà del Novecento Il Bauhaus Le sperimentazioni nel design Grande spazio ai laboratori tecnici per la sperimentazione dei materiali e la costruzione dei modelli dei prodotti. Obiettivo: dare a ogni oggetto una forma coerente con la sua funzione e abolire ogni ornamento. C. Dell, Lampada da tavolo tipo K, n. Fondamentale è l’attività di progettazione dei mobili. 211, 1929. 88 18. La prima metà del Novecento Design Confronto tra due opere Macchina per sedersi Josef Hoffmann 1905 Josef Hoffmann è uno dei principali interpreti della Secessione viennese. Possiede funzionalità ed eleganza. Le forme sono rigorose, ma non rinunciano alle decorazioni. Lo schienale reclinabile annuncia la flessibilità dei mobili del nuovo secolo. 89 18. La prima metà del Novecento Design Lettura dell’opera Poltrona Vasilij Marcel Breuer 1925 È stata disegnata per la casa di Dessau di Vasilij Kandinskij. È evidente la netta separazione tra struttura portante, in acciaio cromato, e le parti legate all’uso (in cuoio o tela). È contenuta entro un cubo con gli spigoli arrotondati. Spicca la leggerezza dell’insieme. 90 18. La prima metà del Novecento Frank Lloyd Wright L’architettura organica L’edificio va progettato a partire delle caratteristiche del luogo in cui sorge. Il progetto non deve seguire schemi geometrici rigidi, ma aprire gli spazi con libertà verso la natura. I suoi edifici sembrano proiettarsi verso l’esterno, disponendo i volumi attorno a un asse verticale. “Per ogni individuo uno stile individuale; per ogni luogo un linguaggio formale appropriato”. 91 18. La prima metà del Novecento Frank Lloyd Wright La Casa sulla cascata 1936 È costruita su un corso d’acqua che, proprio sotto di essa, forma una cascata. I grandi ambienti interni, alternati a terrazze sospese, sono organizzati intorno a un nucleo ideale e funzionale: il camino. L’edificio è aperto all’ambiente esterno. 92 18. La prima metà del Novecento Frank Lloyd Wright Lettura dell’opera The Solomon Guggenheim Museum 1943-1958 È posto nel cuore di New York, in uno spazio libero da grattacieli. I visitatori camminano lungo un percorso continuo a forma di spirale, che si allarga dal basso verso l’alto e si affaccia su un grande spazio centrale. La spirale è simbolo della natura stessa. La luce si snoda come un lungo serpente, guidando lo spettatore nella scoperta dell’edificio. 93 Titolo del capitolo Argomento Titoletto Inserire il testo Inserire il testo Inserire l’immagine nel riquadro. Inserire il testo pag