Hersch Jeanne, Storia della filosofia come stupore, Milano, Bruno

Hersch Jeanne, Storia della filosofia come stupore, Milano, Bruno Mondadori, 2002
Empirismo inglese
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fondamentale l’esperienza sensibile
etica = interesse per come gli hs organizzano la vita comune nello Stato  facilitare i
compromessi necessari alla vita civile senza far entrare in gioco l’assoluto
George BERKELEY (1685-1753)
Scrisse una teoria della visione
I Dialoghi fra Hylas (rapresentante della materia) e Philonous (amante dello spirito) (1713)
Anche le qualità primarie esistono solo per colui che le percepisce / sono così idee proprio come le
qualità secodnarie.
1. esse est percipi = l’essere non esiste in sé ma in quanto è percepito. Occorre ci sia qualcuno che
percepisce..
2. esse est percipere = essere è percepire
 la causa delle idee non sono le cose ma lo spirito che percepisce
Lo spirito è un essere semplice, indivisibile, attivo che percependo produce la percezione
 le idee sono le cose stesse (cioè: le cose non sono altro che le rappresentazioni che ne abbiamo)
= idealismo dogmatico o assoluto
Obiezione: le percezioni ci sono imposte, non sono determinate da noi…
Berkeley = le percezioni ci vengono imposte da una volonta e da uno spirito che è più forte del
nostro (=DIO) = E? Dio che produce in noi secondo leggi rigorose, le idee sensibili che
costituiscono il mondo della nostra esperienza / che il mondo sensibile si rpesenti come ordinato da
leggi non significa che possieda una qualsiasi realtà al di fuori dello spirito.
Solo connl’idealismo assoluto si risolve il problema dato dalla dualità tra realtà in sé e realtà per noi
 ammettere tale dualità significa riconoscere che noi non sappiamo nulla della realtà  di
conseguenza non è possibile alcuna conoscenza valida: situazione intollerabile.
 se diciamo con B che l’essere è essere percepito, allora le percezioni sono l’essere e la
conoscenza ritrova la sua validità.