25 MARZO 2011 CONVEGNO: DEFICIT DI ATTENZIONE ED IPERATTIVITÀ LABORATORIO LA GESTIONE DELLA CLASSE: UNA DIDATTICA PER FAVORIRE L’AUTOREGOLAZIONE Nicoletta Cibinel, Psicopedagogista IC di Volpago (TV) E-mail: [email protected] AUTOREGOLAZIONE = incapacità di regolare autonomamente il proprio comportamento, inclusa l’attenzione. Spesso si da per scontato che cose ripetute molte volte debbano essere assodate. Perciò il bambino che non rispetta la regola non la rispetta per scarso impegno. Spesso i bambino ADHD sa, teoricamente, cosa e come dovrebbe fare, ma NON UTILIZZA QUESTA INFORMAZIONE AL MOMENTO GIUSTO. Non si rende conto cioè che è proprio quella la situazione in cui dovrebbe, ad esempio, aspettare il proprio turno o alzare la mano prima di parlare. = scarsa abilità del bambino di regolare il proprio comportamento in relazione al contesto. COSA PUO’ FARE LA SCUOLA? Fare delle OSSERVAZIONI e programmare le PRIME STRATEGIE DI INTERVENTO con la guida di insegnanti esperti, psicopedagogisti e/o figure di supporto (psicologi). Circolare MIUR prot. 4089, 15-6-10: Il Ministero ha predisposto un protocollo operativo utile a migliorare l’apprendimento ed il comportamento degli alunni con ADHD. DISPENSE PER GLI INSEGNANTI DELL’AIDAI L’INSEGNANTE … collabora con FAMIGLIA e SERVIZI. Solo il DISPENDIO DI NOTEVOLI ENERGIE può portare a risultati concreti. Si accorda con tutti gli INSEGNANTI DEL TEAM rispetto alle modalità di intervento. SONO VANI GLI SFORZI ISOLATI INIZIAMO AD OSSERVARE … STRUMENTI GUIDA PER COGLIERE LE SOGLIE DI ATTENZIONE/CRITICITÀ (CHECKLIST, STRUMENTI DI OSSERVAZIONE, PROVE, …) •SDQ-I (permette di mettere in evidenza segnali ed indicatori di difficoltà e disagio) •SCALE SDA (G-I-B): 18 item (9 sulla disattenzione e 9 sull’iperattività) •SCOD (I-G): 18 item DDAI, 8 DOP, 16 DC (condotta) •COM (I-G): per adolescenti. Strumento per la valutazione della compresenza di due o più sindromi nello stesso bambino, particolarmente indicato per valutare sindromi in comorbidità con il DDAI. Si può usare anche per bambini che presentano problematiche emozionali o comportamentali. E’ composto da 30 item e diviso in 6 aree (ansia, depressione, autismo, DOP, DC, …) che indagano le sindromi associate al DDAI. •IPDDAI E IPDDDAG (I-G): sono scale di osservazione per l’identificazione precoce di bambini a rischio DDAI. 18 item (7 per l’iperattività, 7 disattenzione 4 per fattori di rischio). SDQ-I permette di mettere in evidenza segnali ed indicatori di difficoltà e disagio ALUNNO: X Rilevazione del 9 FEBBRAIO 2011 SINTOMI EMOZIONALI (= disturbo internalizzante – ansia/depressione) INSEGNANTI NORMALE Italiano Antropologia CASO LIMITE 5 ANOMALO 5 PROBLEMI DI COMPORTAMENTO (DOP DC) INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE ANOMALO Italiano 6 Antropologia 6 IPERATTIVITÀ/DISATTENZIONE (ADHD) INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE ANOMALO Italiano 9 Antropologia 9 IMPATTO SUL FUNZIONAMENTO: RAPPORTI PROBLEMATICI (sociali) CON I PARI INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE LE DIFFICOLTÀ: ita (severe) - antropologia (severe) 1) TURBANO O FANNO SOFFRIRE IL BAMBINO ANOMALO Italiano 5 Antropologia 5 INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE ANOMALO 2 Antropologia 2 2 Antropologia 2 INSEGNANTI CASO LIMITE NORMALE CASO LIMITE ANOMALO Italiano 2 Antropologia 2 PUNTEGGIO TOTALE SULLE DIFFICOLTÀ NORMALE ANOMALO 2) INTERFERISCONO CON LE AMICIZIE Italiano INSEGNANTI CASO LIMITE Italiano PUNTEGGIO PROSOCIALE (= comportamenti gentili e di aiuto) INSEGNANTI NORMALE 3) INTERFERISCONO CON L’APPRENDIMENTO A SCUOLA ANOMALO INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE ANOMALO Italiano 25 Italiano 2 Antropologia 25 Antropologia 2 4) HANNO CREATO FORTE DISAGIO A LEI O AGLI ALTRI STUDENTI DELLA CL. INSEGNANTI NORMALE CASO LIMITE ANOMALO Italiano 2 Antropologia 2 SDA-I 18 item (9 sulla disattenzione e 9 sull’iperattività) SDAI: rilevazioni di inizio novembre 2010 Insegnante ITALIANO ALUNNI ATTENZIONE IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’ XXX 21 22 ALUNNI ATTENZIONE IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’ NNN 20 15 ALUNNI ATTENZIONE IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’ VVV 11 23 ALUNNI ATTENZIONE IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’ OOO 19 19 ALUNNI ATTENZIONE IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’ PPP 12 17 Insegnante MATEMATICA Insegnante ANTROPOLOGIA Insegnante INGLESE Insegnante RELIGIONE … PRENDENDO SPUNTO DALLA Circolare MIUR prot. 4089, 15-6-10 A) PREDISPOSIZIONE DEL CONTESTO … CREARE UN AMBIENTE PREVEDIBILE … prevede ciò che potrà succedere è importante per evitare le azioni che ci possono danneggiare!) I bambini DDAI hanno spesso scarsa capacità di prevedere le conseguenze delle loro azioni. Gli insegnanti possono aiutare i bambini a prevedere le conseguenze di determinati eventi incrementando così i comportamenti adeguati alle situazioni. … ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE … CONTROLLARE LE FONTI DI DISTRAZIONE ALL’INTERNO DELLA CLASSE: non è indicato far sedere l’alunno vicino alla finestra, al cestino, ad altri compagni rumorosi o ad altri oggetti molto interessanti. Non è produttiva neanche la collocazione in una zona completamente priva di stimolazioni in quanto il bambino diventa più iperattivo perché va alla ricerca di situazioni nuove o interessanti Disporre I BANCHI in modo da permettere all’insegnante di passare di frequente così da controllare che i più distratti abbiano capito il compito, stiano seguendo la lezione e stiano eseguendo il lavoro assegnato Un GRANDE OROLOGIO per segnare i tempi di lavoro e facilitare il rispetto delle consegne. Per evitare che diventi fonte di distrazione metterlo, ad esempio, in fondo alla classe. … ANCHE L’ORDINE PUÒ AIUTARE… ORDINE NELLA SEQUENZA DELLE ATTIVITA’ PROPOSTE: è importante stabilire delle attività programmate e routinarie in modo che il ragazzo impari a prevedere quali comportamenti deve produrre in determinati momenti della giornata. ORDINE NEI TEMPI NECESSARI PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA’: è importante definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività giornaliere (questo aiuta l’alunno anche ad orientarsi meglio nel tempo). ORDINE NELL’ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE: spesso il bambino non ha con sé tutto il materiale, o ne perde parte, disturba i compagni per reperire ciò che gli manca, non ha cura della propria attrezzatura. SUGGERIMENTI E STRATEGIE per aiutare a gestire meglio il proprio materiale (utili non solo al bambino ADHD!): •O l’insegnante dovrebbe dimostrare che dà importanza all’organizzazione lasciando 5’ al giorno per ordinare il proprio materiale. •o Strutturare un cartellone o una tabella da mettere nel diario del bambino in cui si fanno figurare i materiali necessari per ogni disciplina. •o Applicazione di un sistema a punti per monitorare la buona gestione del materiale (sistema a punti da convertire in premi materiali o privilegi) •o Premiare il banco meglio organizzato del giorno B) PRIMA DI INIZIARE A LAVORARE Accertarsi del LIVELLO DI ATTENZIONE DEL BAMBINO: spesso i bambini iperattivi sono fisicamente e mentalmente occupati a fare qualcos’altro (roteare penne, guardare o chiamare i compagni…). Una tecnica efficace solitamente è il contatto oculare. Farsi un’idea, attraverso un breve periodo di osservazione, dei TEMPI ATTENTIVI DELL’ALUNNO. Questo è importante per: o Valutare i tempi necessari per lo svolgimento di una determinata attività. o Dividere eventualmente il compito in parti più piccole. • Spezzettare il compito con brevi pause in modo da permettere al bambino di ricaricarsi a livello attentivo e potersi quindi riconcentrare sul compito). Se possibile, • variare al suo interno l’attività (ad es: prima si legge un testo, poi lo si sottolinea, poi si risponde alle domande, …); • dare due compiti, facendo svolgere prima quello che piace di meno e poi il suo preferito. CON L’ESERCIZIO I TEMPI ATTENTIVI DIVENTERANNO VIA VIA PIÙ LUNGHI … C) ALCUNI SUGGERIMENTI PER LA GESTIONE DELLE LEZIONI Gli alunni ADHD NON SONO SOLO ALUNNI CON difficoltà a mantenere l’ATTENZIONE controllare l’IMPULSIVITÀ controllare il movimento (IPERATTIVITÀ). GLI ALUNNI ADHD HANNO ANCHE DELLE RISORSE … La gestione di alunni ADHD, e non solo, sarà migliore se gli verranno attribuite delle risorse e riconosciute delle abilità: Stilare un elenco NON SOLO DEI PUNTI DI DEBOLEZZA, ma anche DEI PUNTI DI FORZA del bambino. 1) E’ OPPORTUNO evidenziare ed utilizzare LE RISORSE, I PUNTI FORTI… Non focalizzarsi sul tempo di esecuzione ma sulla QUALITÀ DEL LAVORO SVOLTO (anche se può risultare inferiore a quello dei compagni) UTILIZZARE I PUNTI FORTI ed eludere il più possibile i lati deboli del bambino. Ad esempio, se dimostra difficoltà di motricità fine ma ha buone abilità linguistiche, può essere utile favorire l’espressione orale, quando è possibile sostituirla a quella scritta. Cercare di enfatizzare i lati positivi del comportamento (la creatività, l’affettuosità, l’estroversione…). 2) Molti ERRORI di svolgimento sono dovuti a SCARSA ATTENZIONE alle consegne. E’ UTILE PERTANTO: Che le consegne siano semplici e brevi. Accertarsi che l’alunno abbia compreso le istruzioni di un compito (si può chiedere “cosa devi fare?”). Far rileggere la consegna chiedendogli di spiegare con parole proprie cosa deve fare. 3) FAVORIRE PROCEDURE DI AUTOCONTROLLO: - DEL PROPRIO LIVELLO ATTENTIVO; - PER VERIFICARE L’ESATTEZZA DEL LAVORO SVOLTO. FAVORIRE STRATEGIE DI AUTOCONTROLLO DEL PROPRIO LIVELLO ATTENTIVO PROCEDURE POCO ADEGUATE a questo scopo: - richiamare ad alta voce il bambino - invitarlo in modo esplicito a stare attento Sono procedure che possono: - risultare per lui frustranti - stigmatizzare ancora di più la sua difficoltà PROCEDURE ADEGUATE ALLO SCOPO: L’USO DI SEGNALI CONCORDATI può essere molto utile per migliorare la consapevolezza rispetto ai propri meccanismi attentivi, ad esempio: - toccare il suo banco - avvicinarsi al suo banco e dare un colpetto di tosse - fare una pausa di silenzio più prolungata del solito durante la spiegazione delle consegne, … Ciò consente di: non coinvolgere l’intera classe nella sottolineatura di un comportamento inadeguato; fornirgli un mezzo efficace per sintonizzarsi con l’attività senza essere richiamato; evitare che il richiamo diventi punitivo, rinforzante e, talvolta, favorire la comparsa di comportamenti di tipo oppositivo. L’uso di queste PROCEDURE DI AUTOMONITORAGGIO NON deve essere INTRUSIVO: si deve cioè evitare che interrompano l’impegno attentivo del compito che l’alunno sta svolgendo. FAVORIRE STRATEGIE DI AUTOCONTROLLO PER VERIFICARE L’ESATTEZZA DEL LAVORO SVOLTO E’ possibile intervenire anche sullo scarso o inefficace utilizzo dl bambino di procedure di controlli del lavoro svolto. ESEMPIO DI INTERVENTO: lanciare l’attività della CACCIA ALL’ERRORE. Al termine del lavoro i bambini sono invitati, al via della maestra, ad andare a scovare, in un tempo prestabilito, tutti gli errori presenti nel compito svolto. Per facilitare l’apprendimento della procedura, si possono proporre alla classe delle schede che includano delle inesattezze che i bambini devono trovare, come nell’esempio La CACCIA ALL’ERRORE è attività UTILE soprattutto per quei bambini (non solo ADHD) che compiono molti errori di distrazione. Infatti: Vengono motivati ad attivare le proprie procedure di controllo e a prolungare i tempi di attenzione. E’ attività INEFFICACE invece per i bambini che associano un DSA e che possono quindi non essere in grado di identificare gli errori. Inserire LA CLASSIFICA DEI BRAVI CACCIATORI! Da inserire SE E SOLO SE il bambino con difficoltà attentive diventa abile in questa attività! In questo caso è possibile rinforzarla inserendo un ulteriore elemento motivazionale: la classifica dei bravi cacciatori! (se così non fosse si otterrebbe l’effetto contrario e si sottolineerebbe solo, ancora una volta, l’incapacità del bambino che si vedrebbe agli ultimi posti della lista). 4) ATTIVITÀ ROUTINARIE: la difficoltà ad autoregolare il proprio comportamento porta il bambino ad agire in modo disorganizzato, casuale. Ciò perché il bambino ha difficoltà a cogliere chiari gli indicatori di ciò che ci si aspetta da lui nei vari momenti. Perciò: - più il bambino diventa capace di prevedere ciò che ci si aspetta da lui, e maggiore è la possibilità che cerchi di soddisfarne le richieste; - più routine ci sono in classe e più il bambino può prevedere tempi e richieste e può cercare di adattare ad essi il proprio comportamento. - ESEMPI DI ROUTINE: ingresso in classe insieme ad un’ora stabilita, routine di inizio lezione (appello, controllo della presenza di tutto il materiale, …), presentazione delle attività previste per la giornata, … a) STABILIRE E PREVEDERE I TEMPI DI LAVORO I BAMBINI DDAI SONO POCO ABILI NEL FARE STIME RISPETTO AI TEMPI. Aiutarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi diventare più efficaci nella pianificazione e nell’organizzazione del lavoro identificando anche il quantitativo di impegno necessario per lo svolgimento della consegna. COME FARE? Accorciare i tempi di lavoro. Fare brevi e frequenti pause soprattutto durante i compiti ripetitivi e noiosi Inizialmente sarà l’insegnante che darà indicazioni sul tempo … Quando i bambini saranno abituati ad includere la variabile tempo nella pianificazione del loro agire, l’insegnante può chiedere loro: Quanto tempo può servire per …? b) STABILIRE DELLE REGOLE IN CLASSE: CHIARE E perché siano più efficaci: CONDIVISE con i bambini. Se gli diamo la possibilità di modificarle e approvarle aumenta il grado di impegno nel rispettarle. Nei DDAI, è utile, per aumentare l’abilità nel rispetto delle regole, evitare che le regole costituiscano divieti (NON …) Devono essere semplici, chiare, evitare formulazioni vaghe come “Stare buoni”, poche, meglio se rinforzate a livello iconico. 5) MODALITA’ PER ORGANIZZARE LA LEZIONE Rendere le lezioni stimolanti e ricche di novità: i bambini con DDAI hanno peggiori prestazioni quando i compiti sono noiosi e ripetitivi. Ad esempio, un testo viene compreso meglio se contiene delle figure. Anche il ritmo della voce dell’insegnante quando spiega può incidere sulla capacità attentiva. Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente, con gli studenti (Fare in modo che debbano rispondere frequentemente durante la lezione). Creare situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni. Utilizzare il gioco di ruolo per spiegare concetti storici, sociali in cui siano coinvolti vari personaggi. Proporre Delle “Gare”: le competizioni rispetto ai compiti demotivano i bambini ADHD in quanto prevedono l’ennesimo loro insuccesso. MA Proporre delle gare in ambiti in cui possano dimostrare le proprie abilità può esser motivante. . 6) COINVOLGERE LA CLASSE COME? Attraverso proposte di modalità collaborative per l’apprendimento. Strutturare interventi che modifichino parzialmente la didattica della classe basandosi su parametri altamente funzionali per il bambino ADHD. Prediligere il lavoro in coppia, a piccoli gruppi Rispetto alla classica lezione frontale ottengono migliori risultati: - ATTIVITA’ DI TUTORAGGIO - ATTIVITA’ SVOLTE IN APPRENDIMENTO COOPERATIVO - AFFIDARE LO SVOLGIMENTO DI PARTE DELLA LEZIONE ALL’ALUNNO a) ATTIVITÀ DI TUTORAGGIO Attività positiva: - per il tutor che per riuscire nel processo di insegnamento rivede e consolida le proprie acquisizioni - per il tutee che apprende in modo individualizzato in termini di percorsi e ritmi, ottenendo continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni utili in caso di difficoltà. Altri vantaggi: Utilizzo dei compagni come risorsa Fornisce un percorso di apprendimento individualizzato Modalità di lavoro utilizzabile ad ampio raggio su argomenti diversi ALTRO VANTAGGIO: E’ procedura applicabile all’intera classe: in questo modo non si sottolinea la diversità degli alunni ADHD pur dando loro un supporto didattico specifico. POSSIBILITA’ PER L’ALUNNO ADHD DI RIVESTIRE IL RUOLO DI TUTOR: La possibilità di essere tutor di altri studenti (nel caso di bambini ADHD senza problemi comportamentali particolarmente severi) - migliora le abilità sociali del bambino, - incoraggia collaborazioni, - incrementa l’autostima. b) L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO (APPROCCIO PIÙ EFFICACE RISPETTO A QUELLO COMPETITIVO E INDIVIDUALISTA) E’ metodo di insegnamento che prevede di unire gli alunni in piccoli gruppi allo scopo di massimizzare il loro apprendimento e le loro abilità sociali attraverso: § un rapporto di impegno reciproco tra i membri del gruppo (= interdipendenza positiva) § una responsabilità individuale (= ogni alunno è responsabile della propria parte di lavoro, senza la quale il lavoro dell’intero gruppo risulta compromesso). § la promozione delle abilità sociali (incoraggia la partecipazione, decisioni democratiche, si rispettano e valorizzano le differenze individuali). § la valutazione del lavoro svolto da parte del gruppo stesso che è chiamato a riflettere su come migliorare le proprie strategie di azione, i modi di procedere, il clima collaborativo, … Questo consente di: § Raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti § Motivare maggiormente ogni singolo membro del gruppo § Favorire una maggiore interazione all’interno del gruppo dei pari § Insegna, allena ed esercita adeguate abilità sociali. § Valorizza le differenze individuali (l’entusiasmo, la vivacità, l’originalità, la fantasia di questi bambini) § Non stigmatizza le competenze diverse, anzi il gruppo è stimolato a collaborare per colmare i vuoti di conoscenza. § Assegna responsabilità al singolo valorizzandone il ruolo. § Invita i compagni ad aiutare il bambino ADHD nell’autoregolazione. § Migliora le abilità di autovalutazione dei risultati. E’ un metodo applicabile ad ogni disciplina. Basta definire chiaramente: § § § § obiettivo del lavoro di apprendimento, i ruoli all’interno del gruppo, materiali, modalità per procedere. NON È UN RIMEDIO MAGICO PER I BAMBINI ADHD, MA È UN METODO CHE LO PUÒ AIUTARE! c) FAR CONDURRE BREVI LEZIONI AL BAMBINO ADHD: L’ottica è quella di realizzare interventi che valorizzino le differenze individuali per dare modo agli alunni ADHD (ma in genere a quelli con rendimento non ottimale o con problemi di comportamento) di ricoprire un ruolo di insegnamento alla classe. Gli si da l’occasione di diventare non QUEL bambino, MA un bambino che possiede conoscenze nuove e le vuole condividere con i compagni. Ciò può: - influire positivamente sul senso di efficacia del bambino; - migliorare la sua posizione sociale; - mettere in evidenza aspetti positivi del suo comportamento (entusiasmo, inventiva, abilità verbale, …) - cambiare la sua immagine ai propri occhi e a quelli degli altri. Perché sia un’esperienza positiva verificare: - che sia in grado di affrontare il compito da un punto di vista emotivo (deve risultare per lui gratificante, non essere una esperienza paragonabile ad una interrogazione!). - il livello di autostima (per evitare che il bambino intraveda a priori in questa opportunità l’ennesima esperienza di fallimento). L’insegnante deve essere convinto delle possibilità dell’alunno! È necessario che l’insegnante pianifichi con l’alunno nei dettagli l’intervento: - selezionare e concordare il tema della lezione (può trattarsi di un argomento curricolare ma anche ambiti extra scolastici). - pianificare il percorso di lavoro - stendere un canovaccio espositivo - preparare i materiali - definire tempi e modalità per verificare la preparazione dell’attività - stabilire la data dell’intervento … In alternativa la lezione può essere anche preparata all’interno di un gruppo cooperativo, all’interno del quale si sceglie l’alunno ADHD come portavoce per l’intero gruppo. 7) MODALITÀ DI APPROCCIO DURANTE IL TEMPO SCOLASTICO: Seguire l’ordine degli argomenti dato ad inizio mattina Usare tempi di lavoro non troppo lunghi Presentare l’argomento in modo stimolate Ricordare che le domande rendono attivi e più motivati i bambini; Usare un tono di voce vivace e variato; Alternare compiti attivi ad altri passivi (ascolto di una spiegazione) Favorire la partecipazione attiva secondo le regole di comportamento condivise (alzare la mano, rispettare il proprio turno, …). Dare frequenti feedback rispetto alla correttezza del proprio operato: - facilita il mantenimento di un sufficiente livello di controllo, - motiva il bambino - evita il protrarsi di errori (i bambini in genere sono più propensi a rivedere una piccola parte di lavoro piuttosto che dover rifare tutto perché avvertito dell’errore solo al termine). Non essere aggressivi nel richiamo fatto al bambino: è possibile interrompere il comportamento indesiderato dando indicazioni su comportamento corretto, non dicendo “ti ho già detto che non devi fare …!” I voti, le note, le comunicazioni, le punizioni: dovrebbero tutte essere viste in quest’ottica, cioè delle forme di feedback sulla correttezza del comportamento del bambino. 8) ATTIVITÀ CON IL COMPUTER - Utile e motivante; - consente maggiore autogestione rispetto alla normale didattica; - Può essere forma di gratificazione rispetto al comportamento corretto di bambini ADHD; - Programmi specifici possono essere efficaci nel migliorare i tempi di attenzione sostenuta e la motivazione a portare a termine il lavoro ( Attenzione e concentrazione, Autoregolare l’attenzione) - Può essere utilizzato comunque anche con qualsiasi altro software didattico (avviamento alla lettura, soluzione dei problemi matematici, …) purché il software dia spesso informazioni sulla correttezza delle informazioni, sia flessibile nella programmazione e preveda la possibilità di modificare il ritmo di presentazione degli stimoli (esempio di software: lettura di base 1, 2, 3, comprensione del testo 1, 2, 3, giocare con le parole, dislessia evolutiva, memocalcolo, …). EFFETTI POSITIVI: - miglioramento/prolungamento del comportamento rispetto al compito; - riduzione dei comportamenti distruttivi; - consente di pensare a percorsi individualizzati, - offre frequenti ed immediati feedback circa la correttezza della prestazione. NB: Meglio se il bambino ADHd viene affiancato dall’adulto! Con un basso livello di supervisione in bambino può non terminare il lavoro o trovare delle scorciatoie per completarlo. L’interazione con l’adulto da suggerimenti, gratifica, orienta il compito. 9) PIANIFICARE LE ATTIVITÀ ANCHE NEL TEMPO LIBERO - Inizio e fine della lezione - Intervallo - Mensa - Passaggio da un luogo all’altro, … Sono tutti luoghi e situazioni attraenti che consentono di sfogarsi in cui si può potenzialmente fare qualsiasi cosa! Possono però rivelarsi scatenanti rispetto ai comportamenti messi in atto dall’alunno ADHD che può selezionare attività non adeguate. Qui il bambino ADHD può trovarsi in difficoltà nel gestire il proprio comportamento e può sperimentare maggiormente il rifiuto da parte dei compagni. COME INTERVENIRE? Anche in questo caso cercando di rendere questi momenti più prevedibili: - Strutturando alcune semplici regole; - Defininendo i tempi; - proponendo attività strutturate Tenere conto che, soprattutto durante l’intervallo, è meglio se si tratta di attività di movimento perché comunque devono fungere da attività di sfogo. Per questo non è utile decidere di punire il bambino trascorrendo l’intervallo seduto o facendo i compiti). Finita l’attività prevedere alcuni minuti di DECOMPRESSIONE (mettere in ordine i banchi, … per rientrare nei normali ritmi dell’aula). - Organizzando con i bambini LA BANCA DEI GIOCHI che riporti tutti i giochi da loro conosciuti o inventati che si possono svolgere. Comunicheranno all’insegnante che attività svolgeranno e l’eventuale passaggio da una attività ad un’altra. In questo modo l’insegnante saprà sempre quali e quanti bambini stanno giocando e a che cosa. Verranno anche messi in evidenza gli eventuali bambini esclusi dal gioco. 10 ) ALCUNI ACCORGIMENTI … a) PER CONTENERE l’IPERATTIVITÀ b) PER GESTIRE IL COMPORTAMENTO c) PER CONTENERE L’IMPULSIVITA’ d) PER MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SE’ e) PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI a) ACCORGIMENTI PER CONTENERE l’IPERATTIVITÀ (=eccesso di attività) • Incanalare l’attività verso alcune finalità specifiche: es. dare incarichi che permettano un movimento controllato • Usare l’attività come un premio. incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le sedie, quale riconoscimento individuale di un suo successo. • Usare le attività come risposta alle istruzioni Usare metodi di insegnamento che incoraggino la risposta attiva (es. parlare, muoversi, organizzarsi, lavorare alla lavagna) b) ACCORGIMENTI PER GESTIRE IL COMPORTAMENTO … REGOLE SEMPLICI E CHIARE: Definire e mantenere chiare e semplici regole all’interno della classe (determinante è il consenso unanime). Rivedere e correggere le regole della classe, se necessario COMPORTAMENTI ADEGUATI/COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI Spiegare chiaramente, più volte, agli alunni disattenti/iperattivi quali sono i comportamenti adeguati e quali sono quelli inappropriati. CONSEGUENZE DEI COMP. POSITIVI E DEI COMP. NEGATIVI Far capire a questi bambini quali sono le conseguenze dei loro comportamenti positivi e quali sono quelle che derivano da quelli negativi. RINFORZO DEI COMPORTAMENTI POSITIVI Rinforzare e premiare i comportamenti positivi (stabiliti precedentemente), piuttosto che punire quelli negativi. Sottolineare i comportamenti adeguati del bambino attraverso ampie ed evidenti gratificazioni. Cambiare i rinforzi quando perdono di efficacia. EVITATARE DI PUNIRE I COMPORTAMENTI NEGATIVI Non punire il bambino togliendo l’intervallo perché il bambino iperattivo necessita di scaricare la tensione e di socializzare con i compagni. Le punizioni severe, comportamento. note scritte o sospensioni, non modificano il OBIETTIVI SEMPLICI – FEEDBACK FREQUENTI E’ importante stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi da raggiungere. E’ utile informare frequentemente il bambino su come sta lavorando e come si sta comportando soprattutto rispetto agli obiettivi da raggiungere. c) ACCORGIMENTI PER CONTENERE L’INCAPACITÀ DI ATTENDERE (IMPULSIVITÀ) E’ DIFFICILE ATTENDERE PER UN BAMBINO ADHD … NON CHIEDERE AL BAMBINO DI ASPETTARE: dargli un sostituto verbale o una risposta motoria da compiere durante l’attesa: Istruire il bambino a continuare una parte più facile del suo compito nell’attesa dell’aiuto dell’insegnante. Insegnargli ad affrontare per prime, in un test, le risposte a lui note Abituarlo a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare, oppure a colorarne le parti più rilevanti Incoraggiarlo a scarabocchiare o a giocare con la gomma, col segnalibro o con la matita mentre aspetta o sta ascoltandore delle istruzioni Incoraggiarlo a prendere appunti (anche poche parole, quelle che reputa più importanti) Stabilire una routine per cui è valido iniziare il lavoro solo quando è l’insegnante a dare il VIA, non prima. FAR EMERGERE LE SUE DOTI Incoraggiare il bambino a tirare fuori le sue capacità positive di leadership invece di far emergere la sua incapacità di attendere, l’impazienza o la prepotenza. Suggerire o rinforzare altri ruoli ad es. fare il capofila, distribuire i fogli…). Per i bambini che spesso interrompono, insegnare loro come riconoscere le pause nella conversazione. Insegnare e rinforzare le convenzioni sociali (es. buongiorno, ciao, per favore, grazie). d) ACCORGIMENTI PER MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SÈ RICONOSCERE LE CAPACITÀ E GLI SFORZI DEL BAMBINO Richiamare l’attenzione sulle sue capacità creando momenti in cui possa mostrare le proprie doti. Riconoscere che essere un “capobanda” è una qualità da leader. AUMENTARE LE OCCASIONI DI SODDISFAZIONE, DI SUCCESSO E AIUTARE IL BAMBINO A MIGLIORARE LE SUE QUALITÀ Riconoscere l’entusiasmo del bambino ed usarlo per sviluppare le sue qualità Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori COINVOLGERE IL BAMBINO NELLA SOLUZIONE DELLE SUE DIFFICOLTÀ Fare, insieme al bambino, un elenco dei suoi comportamenti negativi, descrivendo i momenti più difficili e decidere le strategie che possono essere adoperate per evitare guai. Questo colloquio va tenuto privatamente, con calma e con l’atteggiamento di chi cerca di risolvere dei problemi, non per colpevolizzare. Fare “giochi di ruolo” con il bambino in queste situazioni per praticare comportamenti alternativi. Iniziare con un solo comportamento da cambiare, tenendo una scheda apposita per registrare successi ed insuccessi. Tener conto alla fine di ogni giorno di quante volte il bambino è riuscito ad adoperare una strategia positiva. Dopo il primo miglioramento, aggiungere un altro comportamento da cambiare e decidere insieme al bambino la strategia (o le strategie) che devono essere adoperate. e) ACCORGIMENTI PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI Scrivere i compiti assegnati alla lavagna ed assicurarsi che li abbia copiati. Coinvolgere i genitori: stabilire in casa consuetudini giornaliere sul come riporre i libri ed usare il materiale scolastico. Insegnare al bambino l’abitudine di porsi delle domande prima di iniziare qualcosa o di lasciare un luogo (es. “Ho tutto quello che mi serve?”). Prevedere il tempo necessario per ogni singola attività. Insegnare strategie per studiare. Insegnare l’uso di sistemi di scrittura col computer per riordinare le idee. Aumentare l’organizzazione del lavoro con l’uso di liste, diari, quaderni di appunti, cartelline. I COMPITI PER CASA … Dettare i compiti per casa in un momento stabilito, possibilmente non quando sta per suonare la campanella di fine lezione! Controllare che i compiti siano annotati correttamente. Non punire il bambino per eventuali carenze, ma esortarlo a fare attenzione e invitarlo a completare la compilazione. TECNICHE DI INTERVENTO PSICOEDUCATIVO COMPORTAMENTALE Un comportamento, per essere compreso, va messo in relazione con le conseguenze che lo mantengono e con gli antecedenti che lo precedono. Fondamentale è allora l’OSSERVAZIONE del bambino ADHD L’osservazione diretta del bambino in classe è strumento estremamente utile perché consente: di osservare il comportamento così com’è nel contesto scolastico; di rilevare intensità, frequenza e durata di tali comportamenti. IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE: 1) OSSERVAZIONE OCCASIONALE (NON STRUTTURATA) si pone come obiettivo quello di creare un inventario di comportamenti negativi: l’insegnante registrerà tutti i comportamenti problematici che il bambino ADHD manifesterà. Le descrizioni devono essere specifiche rispetto al comportamento, oggettive e non interpretazioni psicologiche (“Stefano lancia le palline di carta”, e non “Stefano è dispettoso”) 2) ORGANIZZAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI COMPORTAMENTI RILEVATI COME PROBLEMATICI Raggruppare tutti i comportamenti osservati che possono rientrare in una unica “categoria” (ad esempio: corre tra i banchi, esce dalla classe, si alza e si infila sotto i banchi, …) indicando il numero di episodi riferito ad ogni categoria. E’ operazione utile non solo per indirizzare poi l’osservazione sistematica ma anche per “ridimensionare” quell’impressione di catastrofe tale da sembrare impossibile qualsiasi forma di intervento su qualcosa di specifico. 3) OSSERVAZIONE SISTEMATICA (strutturata) per l’analisi dei comportamenti problema. Partendo dai comportamenti problemi rilevati nel punto 2) PREDISPONGO UNA GRIGLIA per rilevare antecedenti e conseguenze di alcuni comportamenti emessi = (ANALISI FUNZIONALE = il perché dei comportamenti); ANTECEDENTI: ciò che accade immediatamente prima del comportamento problema: cercare di notare se vi sono alcune condizioni ricorrenti. TIPO DI COMPORTAMENTO PROBLEMA emesso. CONSEGUENZE: descrizione della reazione del bambino RISPOSTA DELL’AMBIENTE: descrizione di come reagisce l’ambiente di fronte a quel comportamento 4) RIFLESSIONE SUI DATI RACCOLTI: Riflettere su quanto raccolto è utile per evidenziare: - (ANTECEDENTI) fattori scatenanti; - COMPORTAMENTO PROBLEMA; - RISPOSTE DELL’AMBIENTE all’emissione del comportamento (se esistono) che si ripetono nel tempo - Conseguenze della risposta dell’ambiente (+ o -) rispetto al comportamento del bambino (che può diventare fattore di rinforzo rispetto al comportamento disfunzionale, magari attuando una modalità ancora più disturbante, oppure funzionale: il bambino inizia a lavorare). NB: questa metodologia osservativa consente di evidenziare certi tipi di comportamento che diventano così più chiari e prevedibili e quindi maggiormente attaccabili. Per rilevare la frequenza e la distribuzione delle emissioni dei comportamenti problema identificati in precedenza nell’arco della giornata (e della settimana) realizzare una scheda per ogni comportamento problema. La griglia consente di identificare a prima vista i momenti in cui si manifestano più frequentemente i comportamenti problema già evidenziati nelle fasi precedenti. Può essere utile avere delle informazioni sul momento del giorno in cui vengono emessi quei comportamenti ed i motivi sottostanti: può succedere che un certo comportamento sia più frequente in certe situazioni, ad esempio in presenza di una certa insegnante, in ricreazione, … Tutte le informazioni raccolte diventano preziose per formulare un piano di intervento. 5) SCELTA DEGLI OBIETTIVI: decidere su quali comportamenti è più utile intervenire in base alle osservazioni precedenti e su quelle realizzare il progetto di intervento. 6) PROGETTO DELL’INTERVENTO E SUA REALIZZAZIONE Obiettivo dell’intervento deve essere quello di: - anticipare il verificarsi del comportamento problema - eliminare o quantomeno ridurre le risposte dell’ambiente che rinforzano il comportamento problema (una volta identificate le condizioni “a rischio” che rendono probabile l’emissione del comportamento si può cercare di giocare d’anticipo riducendo il più possibile la frequenza con la quale si vengono a creare). -Promuovere la riflessione dei bambini ADHD sulle situazioni che precedono e favoriscono la comparsa del comportamento indesiderato. Questo sarà loro utile per autoregolare e controllare in modo più efficace il loro comportamento e l’orientamento al compito aumentando il loro senso di auto efficacia. = RIDURRE L’EMISSIONE DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA ALCUNE TECNICHE SPECIFICHE DI INTERVENTO Mettersi nell’ottica di incrementare la comparsa di comportamenti corretti piuttosto che far decrescer la frequenza di quelli inadeguati. 1. - TOKEN ECONOMY 2. - GRATIFICAZIONE 3. - I CONTRATTI COMPORTAMENTALI 4. - GRATIFICAZIONE A PUNTI 5. - IL COSTO DELLA RISPOSTA 6. - LA PUNIZIONE 1) TOKEN ECONOMY Sono dei rinforzatori simbolici. Vanno concordati con gli alunni ed attribuiti ogni qualvolta, ad esempio, vengono eseguite correttamente delle abilità sociali stabilite a priori.. Possono riguardare ed essere concordati: 1) solo con il bambino ADHD 2) Con un PICCOLO GRUPPO 3) Con L’INTERA CLASSE Nel PICCOLO GRUPPO O CON L’INTERA CLASSE: i criteri di assegnazione dei token devono essere diversi da bambino a bambino considerando il livello di partenza di ciascuno. se così non fosse i bambini più agitati non verrebbero mai rinforzati adeguatamente e non avrebbero perciò mai l’opportunità di migliorare. Se così non fosse verrebbero premiati sempre e solo i bambini che non hanno alcun bisogno di essere rinforzati. Se così non fosse diventerebbe difficile poi premiare gli allievi che sono rimasti indietro, che si comportano meno bene dei compagni. L’attribuzione dei token alla classe così vista (= partendo da livelli diversi) è importante perchè i bambini ADHD imparano a confrontare le proprie prestazioni non con quelle degli altri ma con le proprie. Il rischio di competizione viene notevolmente ridotto in quanto la sfida si interiorizza (“devo vincere con me stesso” e non “devo vincere contro gli altri”): è una sfida ben più significativa che insegna a misurarsi con i propri limiti e a superarli. Ottimale sarebbe stabilire che solo quando tutti i bambini hanno completato il loro percorso individuale sarà possibile accedere al premio finale: ecco che chi è “avanti” cercherà di sostenere il compagno rimasto “indietro” e chi è “indietro” si sforzerà maggiormente per conquistare i prossimi token. 2) GRATIFICAZIONE Le conseguenze dopo ogni comportamento possono essere gradevoli o meno: se comportandosi in un certo modo l’alunno ottiene delle gratificazioni, è probabile che manifesti ancora quel comportamento perché sa che accadrà qualcosa di piacevole. Chiarire esattamente con l’alunno quale azione si intende premiare. La gratificazione di comportamenti positivi può essere usata come tecnica di rafforzamento per ridurre comportamenti inadeguati. NON È COSÌ SEMPLICE PERÒ … Tenere presente che nel bambino ADHD i comportamenti da gratificare sono quelli che non si notano (ad esempio lo stare tranquillo, l’essere sul compito, …) e che quindi sono facili da non vedere e si può dimenticare di valorizzare. Inoltre viene più spontaneo porre attenzione e ricordare le azioni negative. EVITARE LE FALSE GRATIFICAZIONI Un buon comportamento può addirittura diventare occasione per rimproverare (“Ma vedi che quando vuoi puoi essere buono?”. “Come mai sei li tutto tranquillo? Stai aspettando l’occasione buona per infastidire qualche compagno?”). Dopo una mattina in cui l’alunno ci ha fatto diventare matti risulta difficile gratificarlo … e ne esce un miscuglio per cui le parole sono quelle di una gratificazione, ma il tono e l’espressione rivelano tutta la nostra irritazione. EVITARE DI GRATIFICARE (anche se involontariamente) COMPORTAMENTI NEGATIVI A volte rimproveriamo l’alunno (che magari sta disturbando perché voleva distribuire lui i quaderni ai compagni) e gli facciamo una bella ramanzina. Poi però, dopo averlo rimproverato, gli diamo la possibilità di distribuire i quaderni. In questo modo aumentiamo la possibilità che lui riproponga lo stesso tipo di comportamento in situazioni simili. QUANDO GRATIFICARE Gratificare il bambino: ogni volta e subito dopo aver realizzato il comportamento corretto ogniqualvolta ciò accada. Per essere sicuri di poter gratificare ogni comparsa dell’azione positiva, selezionare solo alcuni comportamenti. QUALI GRATIFICAZIONI USARE? Pensare ad un buon numero di gratificazioni da usare in quanto perdono di efficacia nel tempo. La tipologia dipende un po’ dal bambino, da quello che egli ama o gli piace avere. ESEMPI DI GRATIFICAZIONI: Riduzioni di compiti a casa, dieci minuti di attività al computer, figurine, piccoli giochi, … Accompagnare sempre la gratificazione “materiale” da parole di incoraggiamento e gratificazioni affettive. UTILITÀ DELLA GRATIFICAZIONE ESTESA A TUTTA LA CLASSE Può essere utile perché: fa leva sul desiderio di emulazione del gruppo Non sottolinea la presenza in classe di un alunno che ha bisogno di programmi individualizzati per la gestione comportamentale. Attenzione però: Che non si riveli eccessiva pressione sul gruppo e sul singolo. 3) I CONTRATTI COMPORTAMENTALI Vengono stipulati tra insegnante e bambino. Prevedono la stesura di un vero e proprio contratto che definisca esplicitamente i termini da rispettare. Prevedere la partecipazione attiva del bambino nella stesura del contratto stesso (= è garanzia di comprensione e condivisione dei termini). In esso sono riportati: Le parti che stipulano il contratto Le azioni che il bambino si impegna a compiere Le gratificazioni a cui può avere accesso se rispetta il contratto Io sottoscritto Mi impegno a mantenere i seguenti accordi presi con i miei insegnanti: -chiedere di andare al bagno solo una volta ogni ora; -Rimanere seduto per almeno 10 minuti di seguito; -Alzarmi per andare a prendermi un libro dall’angolo della biblioteca senza disturbare i compagni; -Alzare la mano e attendere il consenso dell’insegnante prima di parlare; A fine giornata se riuscirò a rispettare tutti e 4 i punti potrò scegliere uno tra i seguenti premi: -un quarto d’ora di gioco al computer; -Un disegno libero a termine lezione; -Essere l’aiutante dell’insegnante nella distribuzione dei quaderni. Cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno. Data Firme (dell’alunno e delle insegnanti) 4) GRATIFICAZIONE A PUNTI Prevede la possibilità di guadagnare o perdere punti in base alla correttezza del proprio comportamento. I punti poi possono essere convertiti in gratificazioni: Giornaliere (con 5 punti hai conquistato il premio pattuito: una cioccolata calda alla macchinetta dei caffè!) Settimanali (con i 12 punti accumulati potrai essere capofila per tutta la prossima settimana!) Sulla base di un punteggio stabilito (se raggiungi i 20 punti otterrai una nuova scatola di colori!) Le gratificazioni vanno concordate con l’alunno. E’ possibile prevedere forme di collaborazione con la famiglia per registrare i punteggi e per reperire i premi. 5) IL COSTO DELLA RISPOSTA E’ una punizione utile da applicare nei casi di comportamenti negativi non gravi. Prevede che al comportamento inadeguato segua per il bambino la perdita di un privilegio = PAGARE PEGNO Al bambino devono essere chiari i motivi per cui lo si punisce. Dargli indicazioni sul comportamento corretto da adottare in futuro. ATTENZIONE!!! E’ necessario cercare di impostare l’intervento in modo da garantire che il bambino guadagni più punti di quanti ne possa perdere per evitare che diventi frustrante e controproducente (es.: stabilire 5 azioni che fanno guadagnare punti e 1 che li fa perdere). Una volta stabilito il costo della sua azione FAR RISPETTARE quanto deciso. La sua applicazione deve essere inevitabile e non flessibile. 6) LA PUNIZIONE a) IGNORARE I COMPORTAMENTI INADEGUATI (NON GRAVI) Il bambino ricerca l’attenzione dell’adulto: per lui è fonte di gratificazione. Attivare comportamenti inadeguati è un modo per attirare l’attenzione dell’adulto, per far si che di “occupi” di lui, anche a costo di una “ramanzina”. Togliere l’attenzione (ignorando i comportamenti inadeguati di scarsa intensità, non gravi) può contribuire alla loro scomparsa. Trascurando i comportamenti inadeguati l’insegnante li vedrà inizialmente aumentare per poi vederli progressivamente calare e scomparire. Attenzione!!! Il comportamento però va SEMPRE ignorato, anche quando diventa molto disturbante: se interveniamo, anche solo una volta, il bambino otterrà nuovamente il risultato desiderato e il procedimento perderà di efficacia. Esempi di comportamenti non gravi: piagnucola, si lamenta; dice parolacce, disubbidisce, … Piccole azioni di disturbo (picchetta con la penna sul banco, …) b) PUNIRE I COMPORTAMENTI GRAVI Esempi di comportamenti gravi: Aggressioni fisiche e/o verbali; Condotte pericolose Danni ad oggetti Nel caso di comportamenti GRAVI non è sufficiente (e nemmeno consigliabile) ignorare il comportamento o applicare il costo della risposta. La punizione deve consistere in qualcosa di sgradevole per il bambino, ad esempio svolgere un incarico poco gratificante, sottrarre qualcosa di piacevole a lui gradito (il computer, un’attrezzatura sportiva, sospendere incarichi a lui graditi, …). Se possibile far si che la punizione sia in stretto contatto con l’azione negativa (ad es. se il bambino rompe qualcosa, fargliela aggiustare, ripulire o mettere in ordine; se aggredisce il compagno, costringerlo a fare delle cose per lui, …). Se adottata la punizione deve essere: Non aggressiva Psicologicamente neutra (non attaccare la persona) Immediata (in modo che si vincoli all’azione inadeguata) Proporzionale alla gravità dell’azione compiuta Facilmente applicabile La punizione per il bambino: deve diventare un segnale utile per comprendere l’inadeguatezza della propria condotta Deve scoraggiare il riproporre lo stesso modo di agire. Offrirgli un’alternativa comportamentale. Evitare: di utilizzare come punizione l’aumento dei compiti per casa: si otterrà una ulteriore diminuzione della già bassa motivazione scolare, di togliere l’intervallo. Il bambino DDAI ha bisogno di uno sfogo motorio dopo un tempo prolungato in classe. Grazie per l’attenzione!!!