la gestione della classe.

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25 MARZO 2011
CONVEGNO:
DEFICIT DI ATTENZIONE ED IPERATTIVITÀ
LABORATORIO
LA GESTIONE DELLA CLASSE:
UNA DIDATTICA PER FAVORIRE
L’AUTOREGOLAZIONE
Nicoletta Cibinel, Psicopedagogista IC di Volpago (TV)
E-mail: [email protected]
AUTOREGOLAZIONE
= incapacità di regolare autonomamente il proprio
comportamento, inclusa l’attenzione.
Spesso si da per scontato che cose ripetute molte volte debbano essere
assodate. Perciò il bambino che non rispetta la regola non la rispetta per
scarso impegno.
Spesso i bambino ADHD sa, teoricamente, cosa e come dovrebbe fare, ma
NON UTILIZZA QUESTA INFORMAZIONE AL MOMENTO GIUSTO. Non si
rende conto cioè che è proprio quella la situazione in cui dovrebbe, ad
esempio, aspettare il proprio turno o alzare la mano prima di parlare.
= scarsa abilità del bambino di regolare il proprio
comportamento in relazione al contesto.
COSA PUO’ FARE LA SCUOLA?
Fare delle OSSERVAZIONI e programmare le PRIME
STRATEGIE DI INTERVENTO con la guida di insegnanti
esperti, psicopedagogisti e/o figure di supporto
(psicologi).
Circolare MIUR prot. 4089, 15-6-10: Il Ministero ha
predisposto un protocollo operativo utile a migliorare
l’apprendimento ed il comportamento degli alunni con
ADHD.
DISPENSE PER GLI INSEGNANTI DELL’AIDAI
L’INSEGNANTE …
collabora con FAMIGLIA e
SERVIZI.
Solo il DISPENDIO DI
NOTEVOLI ENERGIE
può portare a risultati
concreti.
Si accorda con tutti gli
INSEGNANTI DEL TEAM
rispetto alle modalità di
intervento.
SONO VANI
GLI SFORZI ISOLATI
INIZIAMO AD OSSERVARE …
STRUMENTI GUIDA PER COGLIERE LE SOGLIE DI
ATTENZIONE/CRITICITÀ
(CHECKLIST, STRUMENTI DI OSSERVAZIONE, PROVE, …)
•SDQ-I (permette di mettere in evidenza segnali ed indicatori di difficoltà e disagio)
•SCALE SDA (G-I-B): 18 item (9 sulla disattenzione e 9 sull’iperattività)
•SCOD (I-G): 18 item DDAI, 8 DOP, 16 DC (condotta)
•COM (I-G): per adolescenti. Strumento per la valutazione della compresenza di due
o più sindromi nello stesso bambino, particolarmente indicato per valutare sindromi in
comorbidità con il DDAI. Si può usare anche per bambini che presentano
problematiche emozionali o comportamentali. E’ composto da 30 item e diviso in 6
aree (ansia, depressione, autismo, DOP, DC, …) che indagano le sindromi associate al
DDAI.
•IPDDAI E IPDDDAG (I-G): sono scale di osservazione per l’identificazione precoce
di bambini a rischio DDAI. 18 item (7 per l’iperattività, 7 disattenzione 4 per fattori di
rischio).
SDQ-I
permette di mettere in evidenza segnali
ed indicatori di difficoltà e disagio
ALUNNO: X
Rilevazione del 9 FEBBRAIO 2011
SINTOMI EMOZIONALI (= disturbo internalizzante – ansia/depressione)
INSEGNANTI
NORMALE
Italiano
Antropologia
CASO
LIMITE
5
ANOMALO
5
PROBLEMI DI COMPORTAMENTO (DOP DC)
INSEGNANTI
NORMALE
CASO
LIMITE
ANOMALO
Italiano
6
Antropologia
6
IPERATTIVITÀ/DISATTENZIONE (ADHD)
INSEGNANTI
NORMALE
CASO
LIMITE
ANOMALO
Italiano
9
Antropologia
9
IMPATTO SUL FUNZIONAMENTO:
RAPPORTI PROBLEMATICI (sociali) CON I PARI
INSEGNANTI
NORMALE
CASO LIMITE
LE DIFFICOLTÀ: ita (severe) - antropologia (severe)
1) TURBANO O FANNO SOFFRIRE IL BAMBINO
ANOMALO
Italiano
5
Antropologia
5
INSEGNANTI
NORMALE
CASO LIMITE
ANOMALO
2
Antropologia
2
2
Antropologia
2
INSEGNANTI
CASO LIMITE
NORMALE
CASO
LIMITE
ANOMALO
Italiano
2
Antropologia
2
PUNTEGGIO TOTALE SULLE DIFFICOLTÀ
NORMALE
ANOMALO
2) INTERFERISCONO CON LE AMICIZIE
Italiano
INSEGNANTI
CASO LIMITE
Italiano
PUNTEGGIO PROSOCIALE (= comportamenti gentili e di aiuto)
INSEGNANTI
NORMALE
3) INTERFERISCONO CON L’APPRENDIMENTO A SCUOLA
ANOMALO
INSEGNANTI
NORMALE
CASO
LIMITE
ANOMALO
Italiano
25
Italiano
2
Antropologia
25
Antropologia
2
4) HANNO CREATO FORTE DISAGIO A LEI O AGLI
ALTRI STUDENTI DELLA CL.
INSEGNANTI
NORMALE
CASO
LIMITE
ANOMALO
Italiano
2
Antropologia
2
SDA-I
18 item
(9 sulla disattenzione
e 9 sull’iperattività)
SDAI:
rilevazioni di inizio novembre 2010
Insegnante ITALIANO
ALUNNI
ATTENZIONE
IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’
XXX
21
22
ALUNNI
ATTENZIONE
IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’
NNN
20
15
ALUNNI
ATTENZIONE
IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’
VVV
11
23
ALUNNI
ATTENZIONE
IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’
OOO
19
19
ALUNNI
ATTENZIONE
IMPULSIVITA’ E IPERATTIVITA’
PPP
12
17
Insegnante MATEMATICA
Insegnante ANTROPOLOGIA
Insegnante INGLESE
Insegnante RELIGIONE
… PRENDENDO SPUNTO DALLA
Circolare MIUR prot. 4089, 15-6-10
A) PREDISPOSIZIONE DEL CONTESTO
… CREARE UN AMBIENTE PREVEDIBILE …
prevede ciò che potrà succedere è importante per
evitare le azioni che ci possono danneggiare!)
I bambini DDAI hanno spesso scarsa capacità di prevedere le
conseguenze delle loro azioni.
Gli insegnanti possono aiutare i bambini a prevedere le
conseguenze di determinati eventi incrementando così i
comportamenti adeguati alle situazioni.
… ORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE …
CONTROLLARE LE FONTI DI DISTRAZIONE
ALL’INTERNO DELLA CLASSE:
non è indicato far sedere l’alunno vicino alla finestra, al cestino,
ad altri compagni rumorosi o ad altri oggetti molto interessanti.
Non è produttiva neanche la collocazione in una zona
completamente priva di stimolazioni in quanto il bambino diventa
più iperattivo perché va alla ricerca di situazioni nuove o
interessanti
Disporre I BANCHI in modo da permettere all’insegnante di
passare di frequente così da controllare che i più distratti abbiano
capito il compito, stiano seguendo la lezione e stiano eseguendo il
lavoro assegnato
Un GRANDE OROLOGIO per segnare i tempi di lavoro e
facilitare il rispetto delle consegne. Per evitare che diventi fonte di
distrazione metterlo, ad esempio, in fondo alla classe.
… ANCHE L’ORDINE PUÒ AIUTARE…
ORDINE NELLA SEQUENZA DELLE ATTIVITA’ PROPOSTE: è
importante stabilire delle attività programmate e routinarie in
modo che il ragazzo impari a prevedere quali comportamenti deve
produrre in determinati momenti della giornata.
ORDINE NEI TEMPI NECESSARI PER LO SVOLGIMENTO
DELLE ATTIVITA’: è importante definire con chiarezza i tempi
necessari per svolgere le attività giornaliere (questo aiuta l’alunno
anche ad orientarsi meglio nel tempo).
ORDINE NELL’ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE: spesso
il bambino non ha con sé tutto il materiale, o ne perde parte,
disturba i compagni per reperire ciò che gli manca, non ha cura
della propria attrezzatura.
SUGGERIMENTI E STRATEGIE
per aiutare a gestire meglio il proprio materiale
(utili non solo al bambino ADHD!):
•O l’insegnante dovrebbe dimostrare che dà importanza
all’organizzazione lasciando 5’ al giorno per ordinare il
proprio materiale.
•o Strutturare un cartellone o una tabella da mettere nel diario
del bambino in cui si fanno figurare i materiali necessari per ogni
disciplina.
•o Applicazione di un sistema a punti per monitorare la buona
gestione del materiale (sistema a punti da convertire in premi
materiali o privilegi)
•o
Premiare il banco meglio organizzato del giorno
B) PRIMA DI INIZIARE A LAVORARE
Accertarsi del LIVELLO DI ATTENZIONE DEL BAMBINO: spesso i
bambini iperattivi sono fisicamente e mentalmente occupati a fare qualcos’altro
(roteare penne, guardare o chiamare i compagni…). Una tecnica efficace solitamente
è il contatto oculare.
Farsi un’idea, attraverso un breve periodo di osservazione, dei TEMPI
ATTENTIVI DELL’ALUNNO. Questo è importante per:
o Valutare i tempi necessari per lo svolgimento di una determinata attività.
o Dividere eventualmente il compito in parti più piccole.
• Spezzettare il compito con brevi pause in modo da permettere al bambino di
ricaricarsi a livello attentivo e potersi quindi riconcentrare sul compito).
Se possibile,
• variare al suo interno l’attività (ad es: prima si legge un testo, poi lo si sottolinea,
poi si risponde alle domande, …);
• dare due compiti, facendo svolgere prima quello che piace di meno e poi il suo
preferito.
CON L’ESERCIZIO
I TEMPI ATTENTIVI DIVENTERANNO VIA VIA PIÙ LUNGHI …
C) ALCUNI SUGGERIMENTI PER LA GESTIONE DELLE LEZIONI
Gli alunni ADHD
NON SONO SOLO ALUNNI CON
difficoltà a mantenere l’ATTENZIONE
controllare l’IMPULSIVITÀ
controllare il movimento (IPERATTIVITÀ).
GLI ALUNNI ADHD HANNO
ANCHE DELLE RISORSE …
La gestione di alunni ADHD, e non solo, sarà migliore se gli
verranno attribuite delle risorse e riconosciute delle abilità:
Stilare un elenco NON SOLO DEI PUNTI DI DEBOLEZZA, ma
anche DEI PUNTI DI FORZA del bambino.
1) E’ OPPORTUNO evidenziare ed utilizzare
LE RISORSE, I PUNTI FORTI…
Non focalizzarsi sul tempo di esecuzione ma sulla QUALITÀ
DEL LAVORO SVOLTO (anche se può risultare inferiore a
quello dei compagni)
UTILIZZARE I PUNTI FORTI ed eludere il più possibile i lati
deboli del bambino.
Ad esempio, se dimostra difficoltà di motricità fine ma ha
buone abilità linguistiche, può essere utile favorire
l’espressione orale, quando è possibile sostituirla a quella
scritta.
Cercare di enfatizzare i lati positivi del comportamento (la
creatività, l’affettuosità, l’estroversione…).
2) Molti ERRORI di svolgimento sono dovuti a
SCARSA ATTENZIONE alle consegne.
E’ UTILE PERTANTO:
Che le consegne siano semplici e brevi.
Accertarsi che l’alunno abbia compreso le istruzioni di un
compito (si può chiedere “cosa devi fare?”).
Far rileggere la consegna chiedendogli di spiegare con
parole proprie cosa deve fare.
3) FAVORIRE PROCEDURE DI AUTOCONTROLLO:
-
DEL PROPRIO LIVELLO ATTENTIVO;
-
PER VERIFICARE L’ESATTEZZA DEL
LAVORO SVOLTO.
FAVORIRE STRATEGIE DI AUTOCONTROLLO
DEL PROPRIO LIVELLO ATTENTIVO
PROCEDURE POCO ADEGUATE a questo scopo:
-
richiamare ad alta voce il bambino
-
invitarlo in modo esplicito a stare attento
Sono procedure che possono:
-
risultare per lui frustranti
-
stigmatizzare ancora di più la sua difficoltà
PROCEDURE ADEGUATE ALLO SCOPO:
L’USO DI SEGNALI CONCORDATI
può essere molto utile per migliorare la consapevolezza rispetto ai propri
meccanismi attentivi, ad esempio:
-
toccare il suo banco
-
avvicinarsi al suo banco e dare un colpetto di tosse
-
fare una pausa di silenzio più prolungata del solito durante la
spiegazione delle consegne, …
Ciò consente di:
non coinvolgere l’intera classe nella sottolineatura di un comportamento
inadeguato;
fornirgli un mezzo efficace per sintonizzarsi con l’attività senza essere
richiamato;
evitare che il richiamo diventi punitivo, rinforzante e, talvolta, favorire la
comparsa di comportamenti di tipo oppositivo.
L’uso di queste
PROCEDURE DI AUTOMONITORAGGIO
NON deve essere INTRUSIVO:
si deve cioè evitare che interrompano l’impegno
attentivo del compito che l’alunno sta svolgendo.
FAVORIRE STRATEGIE DI AUTOCONTROLLO PER
VERIFICARE L’ESATTEZZA DEL LAVORO SVOLTO
E’ possibile intervenire anche sullo scarso o inefficace utilizzo dl bambino di
procedure di controlli del lavoro svolto. ESEMPIO DI INTERVENTO:
lanciare l’attività della CACCIA ALL’ERRORE.
Al termine del lavoro i
bambini sono invitati, al via
della maestra, ad andare a
scovare, in un tempo
prestabilito, tutti gli errori
presenti nel compito svolto.
Per facilitare
l’apprendimento della
procedura, si possono
proporre alla classe delle
schede che includano delle
inesattezze che i bambini
devono trovare, come
nell’esempio La CACCIA ALL’ERRORE
è attività UTILE soprattutto per quei bambini (non solo ADHD) che
compiono molti errori di distrazione. Infatti:
Vengono motivati ad attivare le proprie procedure di controllo e a
prolungare i tempi di attenzione.
E’ attività INEFFICACE invece per i bambini che associano un DSA e
che possono quindi non essere in grado di identificare gli errori.
Inserire LA CLASSIFICA DEI BRAVI CACCIATORI!
Da inserire SE E SOLO SE il bambino con difficoltà attentive diventa
abile in questa attività! In questo caso è possibile rinforzarla inserendo
un ulteriore elemento motivazionale: la classifica dei bravi cacciatori!
(se così non fosse si otterrebbe l’effetto contrario e si sottolineerebbe
solo, ancora una volta, l’incapacità del bambino che si vedrebbe
agli ultimi posti della lista).
4) ATTIVITÀ ROUTINARIE:
la difficoltà ad autoregolare il proprio comportamento porta il
bambino ad agire in modo disorganizzato, casuale. Ciò perché il
bambino ha difficoltà a cogliere chiari gli indicatori di ciò che ci si
aspetta da lui nei vari momenti. Perciò:
- più il bambino diventa capace di prevedere ciò che ci si
aspetta da lui, e maggiore è la possibilità che cerchi di
soddisfarne le richieste;
- più routine ci sono in classe e più il bambino può prevedere
tempi e richieste e può cercare di adattare ad essi il proprio
comportamento.
- ESEMPI DI ROUTINE:
ingresso in classe insieme ad un’ora stabilita, routine di inizio lezione (appello,
controllo della presenza di tutto il materiale, …), presentazione delle attività
previste per la giornata, …
a) STABILIRE E PREVEDERE I TEMPI DI LAVORO
I BAMBINI DDAI SONO POCO ABILI
NEL FARE STIME RISPETTO AI TEMPI.
Aiutarli a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a
valutare meglio e quindi diventare più efficaci nella
pianificazione e nell’organizzazione del lavoro identificando
anche il quantitativo di impegno necessario per lo svolgimento
della consegna.
COME FARE?
Accorciare i tempi di lavoro. Fare brevi e frequenti pause soprattutto
durante i compiti ripetitivi e noiosi
Inizialmente sarà l’insegnante che darà indicazioni sul tempo …
Quando i bambini saranno abituati ad includere la variabile tempo nella
pianificazione del loro agire, l’insegnante può chiedere loro:
Quanto tempo può servire per …?
b) STABILIRE DELLE REGOLE IN CLASSE:
CHIARE
E perché siano più efficaci:
CONDIVISE con i bambini.
Se gli diamo la possibilità di modificarle e approvarle aumenta il grado di
impegno nel rispettarle.
Nei DDAI, è utile, per
aumentare l’abilità nel rispetto
delle regole, evitare che le
regole costituiscano divieti
(NON …)
Devono essere semplici, chiare,
evitare formulazioni vaghe
come “Stare buoni”, poche,
meglio se rinforzate a livello
iconico.
5) MODALITA’ PER ORGANIZZARE LA LEZIONE
Rendere le lezioni stimolanti e ricche di novità: i bambini con DDAI
hanno peggiori prestazioni quando i compiti sono noiosi e ripetitivi. Ad
esempio, un testo viene compreso meglio se contiene delle figure.
Anche il ritmo della voce dell’insegnante quando spiega può incidere
sulla capacità attentiva.
Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente, con gli
studenti (Fare in modo che debbano rispondere frequentemente durante
la lezione).
Creare situazioni di gioco per favorire la comprensione delle
spiegazioni.
Utilizzare il gioco di ruolo per spiegare concetti storici, sociali in cui
siano coinvolti vari personaggi.
Proporre Delle “Gare”: le competizioni rispetto ai compiti
demotivano i bambini ADHD in quanto prevedono l’ennesimo loro
insuccesso. MA Proporre delle gare in ambiti in cui possano
dimostrare le proprie abilità può esser motivante.
.
6) COINVOLGERE LA CLASSE
COME?
Attraverso proposte di modalità collaborative per l’apprendimento.
Strutturare interventi che modifichino parzialmente la didattica
della classe basandosi su parametri altamente funzionali per il bambino
ADHD.
Prediligere il lavoro in coppia, a piccoli gruppi
Rispetto alla classica lezione frontale ottengono migliori risultati:
- ATTIVITA’ DI TUTORAGGIO
- ATTIVITA’ SVOLTE IN APPRENDIMENTO COOPERATIVO
- AFFIDARE LO SVOLGIMENTO DI PARTE DELLA LEZIONE
ALL’ALUNNO
a) ATTIVITÀ DI TUTORAGGIO
Attività positiva:
- per il tutor
che per riuscire nel processo di insegnamento rivede e consolida le
proprie acquisizioni
- per il tutee
che apprende in modo individualizzato in termini di percorsi e ritmi,
ottenendo continui feedback sulla propria prestazione e indicazioni
utili in caso di difficoltà.
Altri vantaggi:
Utilizzo dei compagni come risorsa
Fornisce un percorso di apprendimento individualizzato
Modalità di lavoro utilizzabile ad ampio raggio su argomenti diversi
ALTRO VANTAGGIO:
E’ procedura applicabile all’intera classe:
in questo modo non si sottolinea la diversità degli alunni
ADHD pur dando loro un supporto didattico specifico.
POSSIBILITA’ PER L’ALUNNO ADHD DI RIVESTIRE IL
RUOLO DI TUTOR:
La possibilità di essere tutor di altri studenti (nel caso di bambini
ADHD senza problemi comportamentali particolarmente
severi)
- migliora le abilità sociali del bambino,
- incoraggia collaborazioni,
- incrementa l’autostima.
b) L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
(APPROCCIO PIÙ EFFICACE RISPETTO A QUELLO
COMPETITIVO E INDIVIDUALISTA)
E’ metodo di insegnamento che prevede di unire gli alunni in piccoli gruppi allo
scopo di massimizzare il loro apprendimento e le loro abilità sociali attraverso:
§ un rapporto di impegno reciproco tra i membri del gruppo
(= interdipendenza positiva)
§ una responsabilità individuale (= ogni alunno è responsabile della propria
parte di lavoro, senza la quale il lavoro dell’intero gruppo risulta compromesso).
§ la promozione delle abilità sociali (incoraggia la partecipazione, decisioni
democratiche, si rispettano e valorizzano le differenze individuali).
§ la valutazione del lavoro svolto da parte del gruppo stesso che è chiamato a
riflettere su come migliorare le proprie strategie di azione, i modi di procedere,
il clima collaborativo, …
Questo consente di:
§ Raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti
§ Motivare maggiormente ogni singolo membro del gruppo
§ Favorire una maggiore interazione all’interno del gruppo dei pari
§ Insegna, allena ed esercita adeguate abilità sociali.
§ Valorizza le differenze individuali (l’entusiasmo, la vivacità, l’originalità, la
fantasia di questi bambini)
§ Non stigmatizza le competenze diverse, anzi il gruppo è stimolato a
collaborare per colmare i vuoti di conoscenza.
§ Assegna responsabilità al singolo valorizzandone il ruolo.
§ Invita i compagni ad aiutare il bambino ADHD nell’autoregolazione.
§ Migliora le abilità di autovalutazione dei risultati.
E’ un metodo applicabile ad ogni disciplina.
Basta definire chiaramente:
§
§
§
§
obiettivo del lavoro di apprendimento,
i ruoli all’interno del gruppo,
materiali,
modalità per procedere.
NON È UN RIMEDIO MAGICO
PER I BAMBINI ADHD,
MA È UN METODO CHE LO PUÒ AIUTARE!
c) FAR CONDURRE BREVI LEZIONI AL BAMBINO ADHD:
L’ottica è quella di realizzare interventi che valorizzino le differenze
individuali per dare modo agli alunni ADHD (ma in genere a
quelli con rendimento non ottimale o con problemi di
comportamento) di ricoprire un ruolo di insegnamento alla
classe.
Gli si da l’occasione di diventare
non QUEL bambino,
MA un bambino che possiede
conoscenze nuove e le vuole
condividere con i compagni.
Ciò può:
- influire positivamente sul senso di efficacia del bambino;
- migliorare la sua posizione sociale;
-
mettere in evidenza aspetti positivi del suo comportamento
(entusiasmo, inventiva, abilità verbale, …)
-
cambiare la sua immagine ai propri occhi e a quelli degli altri.
Perché sia un’esperienza positiva verificare:
- che sia in grado di affrontare il compito da un punto di vista
emotivo (deve risultare per lui gratificante, non essere una
esperienza paragonabile ad una interrogazione!).
- il livello di autostima (per evitare che il bambino intraveda a
priori in questa opportunità l’ennesima esperienza di fallimento).
L’insegnante deve essere convinto delle possibilità
dell’alunno!
È necessario che l’insegnante pianifichi con l’alunno nei
dettagli l’intervento:
- selezionare e concordare il tema della lezione (può trattarsi di un
argomento curricolare ma anche ambiti extra scolastici).
- pianificare il percorso di lavoro
- stendere un canovaccio espositivo
- preparare i materiali
- definire tempi e modalità per verificare la preparazione
dell’attività
- stabilire la data dell’intervento …
In alternativa la lezione può essere anche preparata all’interno di
un gruppo cooperativo, all’interno del quale si sceglie l’alunno
ADHD come portavoce per l’intero gruppo.
7) MODALITÀ DI APPROCCIO DURANTE IL TEMPO
SCOLASTICO:
Seguire l’ordine degli argomenti dato ad inizio mattina
Usare tempi di lavoro non troppo lunghi
Presentare l’argomento in modo stimolate
Ricordare che le domande rendono attivi e più motivati i
bambini;
Usare un tono di voce vivace e variato;
Alternare compiti attivi ad altri passivi (ascolto di una
spiegazione)
Favorire la partecipazione attiva secondo le regole di
comportamento condivise (alzare la mano, rispettare il proprio
turno, …).
Dare frequenti feedback rispetto alla correttezza del
proprio operato:
- facilita il mantenimento di un sufficiente livello di controllo,
- motiva il bambino
- evita il protrarsi di errori (i bambini in genere sono più propensi
a rivedere una piccola parte di lavoro piuttosto che dover rifare
tutto perché avvertito dell’errore solo al termine).
Non essere aggressivi nel richiamo fatto al bambino: è
possibile interrompere il comportamento indesiderato dando
indicazioni su comportamento corretto, non dicendo “ti ho già
detto che non devi fare …!”
I voti, le note, le comunicazioni, le punizioni: dovrebbero tutte
essere viste in quest’ottica, cioè delle forme di feedback sulla
correttezza del comportamento del bambino.
8) ATTIVITÀ CON IL COMPUTER
- Utile e motivante;
- consente maggiore autogestione rispetto alla normale didattica;
- Può essere forma di gratificazione rispetto al comportamento corretto
di bambini ADHD;
- Programmi specifici possono essere efficaci nel migliorare i tempi di
attenzione sostenuta e la motivazione a portare a termine il lavoro (
Attenzione e concentrazione, Autoregolare l’attenzione)
- Può essere utilizzato comunque anche con qualsiasi altro software
didattico (avviamento alla lettura, soluzione dei problemi matematici, …)
purché il software dia spesso informazioni sulla correttezza delle
informazioni, sia flessibile nella programmazione e preveda la possibilità
di modificare il ritmo di presentazione degli stimoli (esempio di software:
lettura di base 1, 2, 3, comprensione del testo 1, 2, 3, giocare con le
parole, dislessia evolutiva, memocalcolo, …).
EFFETTI POSITIVI:
- miglioramento/prolungamento del comportamento rispetto al compito;
- riduzione dei comportamenti distruttivi;
- consente di pensare a percorsi individualizzati,
- offre frequenti ed immediati feedback circa la correttezza della
prestazione.
NB:
Meglio se il bambino ADHd viene affiancato dall’adulto!
Con un basso livello di supervisione in bambino può non
terminare il lavoro o trovare delle scorciatoie per completarlo.
L’interazione con l’adulto da suggerimenti, gratifica, orienta il
compito.
9) PIANIFICARE LE ATTIVITÀ ANCHE NEL TEMPO LIBERO
-
Inizio e fine della lezione
-
Intervallo
-
Mensa
-
Passaggio da un luogo all’altro, …
Sono tutti luoghi e situazioni attraenti che consentono di sfogarsi in cui si può
potenzialmente fare qualsiasi cosa!
Possono però rivelarsi scatenanti rispetto ai comportamenti messi in atto
dall’alunno ADHD che può selezionare attività non adeguate.
Qui il bambino ADHD può trovarsi in difficoltà nel gestire il proprio
comportamento e può sperimentare maggiormente il rifiuto da parte dei
compagni.
COME INTERVENIRE?
Anche in questo caso cercando di rendere questi momenti più
prevedibili:
- Strutturando alcune semplici regole;
- Defininendo i tempi;
- proponendo attività strutturate
Tenere conto che, soprattutto durante l’intervallo, è meglio se si
tratta di attività di movimento perché comunque devono fungere
da attività di sfogo.
Per questo non è utile decidere di punire il bambino trascorrendo
l’intervallo seduto o facendo i compiti).
Finita l’attività prevedere alcuni minuti di DECOMPRESSIONE
(mettere in ordine i banchi, … per rientrare nei normali ritmi
dell’aula).
- Organizzando con i bambini LA BANCA DEI GIOCHI che
riporti tutti i giochi da loro conosciuti o inventati che si possono
svolgere. Comunicheranno all’insegnante che attività svolgeranno
e l’eventuale passaggio da una attività ad un’altra. In questo
modo l’insegnante saprà sempre quali e quanti bambini stanno
giocando e a che cosa. Verranno anche messi in evidenza gli
eventuali bambini esclusi dal gioco.
10 ) ALCUNI ACCORGIMENTI …
a) PER CONTENERE l’IPERATTIVITÀ
b) PER GESTIRE IL COMPORTAMENTO
c) PER CONTENERE L’IMPULSIVITA’
d) PER MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SE’
e) PER COMPLETARE IN TEMPO I COMPITI ASSEGNATI
a) ACCORGIMENTI PER CONTENERE l’IPERATTIVITÀ
(=eccesso di attività)
•
Incanalare l’attività verso alcune finalità specifiche:
es. dare incarichi che permettano un movimento controllato
•
Usare l’attività come un premio.
incarichi come portare un messaggio a qualcuno, pulire la
lavagna, mettere a posto i libri della cattedra, sistemare le
sedie, quale riconoscimento individuale di un suo successo.
•
Usare le attività come risposta alle istruzioni
Usare metodi di insegnamento che incoraggino la risposta
attiva (es. parlare, muoversi, organizzarsi, lavorare alla
lavagna)
b) ACCORGIMENTI PER GESTIRE IL COMPORTAMENTO …
REGOLE SEMPLICI E CHIARE:
Definire e mantenere chiare e semplici regole all’interno della classe
(determinante è il consenso unanime).
Rivedere e correggere le regole della classe, se necessario
COMPORTAMENTI ADEGUATI/COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI
Spiegare chiaramente, più volte, agli alunni disattenti/iperattivi quali sono i
comportamenti adeguati e quali sono quelli inappropriati.
CONSEGUENZE DEI COMP. POSITIVI E DEI COMP. NEGATIVI
Far capire a questi bambini quali sono le conseguenze dei loro comportamenti
positivi e quali sono quelle che derivano da quelli negativi.
RINFORZO DEI COMPORTAMENTI POSITIVI
Rinforzare e premiare i comportamenti positivi (stabiliti precedentemente),
piuttosto che punire quelli negativi.
Sottolineare i comportamenti adeguati del bambino attraverso ampie ed
evidenti gratificazioni.
Cambiare i rinforzi quando perdono di efficacia.
EVITATARE DI PUNIRE I COMPORTAMENTI NEGATIVI
Non punire il bambino togliendo l’intervallo perché il bambino iperattivo
necessita di scaricare la tensione e di socializzare con i compagni.
Le punizioni severe,
comportamento.
note
scritte
o
sospensioni,
non
modificano
il
OBIETTIVI SEMPLICI – FEEDBACK FREQUENTI
E’ importante stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi da
raggiungere.
E’ utile informare frequentemente il bambino su come sta lavorando e come si
sta comportando soprattutto rispetto agli obiettivi da raggiungere.
c) ACCORGIMENTI PER CONTENERE L’INCAPACITÀ DI
ATTENDERE (IMPULSIVITÀ)
E’ DIFFICILE ATTENDERE PER UN BAMBINO ADHD …
NON CHIEDERE AL BAMBINO DI ASPETTARE: dargli un sostituto verbale o
una risposta motoria da compiere durante l’attesa:
Istruire il bambino a continuare una parte più facile del suo compito nell’attesa
dell’aiuto dell’insegnante.
Insegnargli ad affrontare per prime, in un test, le risposte a lui note
Abituarlo a sottolineare o a riscrivere le domande prima di cominciare, oppure a
colorarne le parti più rilevanti
Incoraggiarlo a scarabocchiare o a giocare con la gomma, col segnalibro o con
la matita mentre aspetta o sta ascoltandore delle istruzioni
Incoraggiarlo a prendere appunti (anche poche parole, quelle che reputa più
importanti)
Stabilire una routine per cui è valido iniziare il lavoro solo quando è l’insegnante
a dare il VIA, non prima.
FAR EMERGERE LE SUE DOTI
Incoraggiare il bambino a tirare fuori le sue capacità positive di
leadership invece di far emergere la sua incapacità di attendere,
l’impazienza o la prepotenza.
Suggerire o rinforzare altri ruoli ad es. fare il capofila, distribuire i fogli…).
Per i bambini che spesso interrompono, insegnare loro come riconoscere le
pause nella conversazione.
Insegnare e rinforzare le convenzioni sociali (es. buongiorno, ciao, per favore,
grazie).
d) ACCORGIMENTI PER
MIGLIORARE LA SCARSA STIMA DI SÈ
RICONOSCERE LE CAPACITÀ E GLI SFORZI DEL BAMBINO
Richiamare l’attenzione sulle sue capacità creando momenti in cui possa
mostrare le proprie doti.
Riconoscere che essere un “capobanda” è una qualità da leader.
AUMENTARE LE OCCASIONI DI SODDISFAZIONE, DI SUCCESSO E
AIUTARE IL BAMBINO A MIGLIORARE LE SUE QUALITÀ
Riconoscere l’entusiasmo del bambino ed usarlo per sviluppare le sue qualità
Evidenziare i suoi successi e non i suoi errori
COINVOLGERE IL BAMBINO
NELLA SOLUZIONE DELLE SUE DIFFICOLTÀ
Fare, insieme al bambino, un elenco dei suoi comportamenti negativi,
descrivendo i momenti più difficili e decidere le strategie che possono essere
adoperate per evitare guai. Questo colloquio va tenuto privatamente, con calma
e con l’atteggiamento di chi cerca di risolvere dei problemi, non per
colpevolizzare.
Fare “giochi di ruolo” con il bambino in queste situazioni per praticare
comportamenti alternativi.
Iniziare con un solo comportamento da cambiare, tenendo una scheda apposita
per registrare successi ed insuccessi. Tener conto alla fine di ogni giorno di
quante volte il bambino è riuscito ad adoperare una strategia positiva.
Dopo il primo miglioramento, aggiungere un altro comportamento da cambiare
e decidere insieme al bambino la strategia (o le strategie) che devono essere
adoperate.
e) ACCORGIMENTI PER COMPLETARE IN TEMPO I
COMPITI ASSEGNATI
Scrivere i compiti assegnati alla lavagna ed assicurarsi che li abbia copiati.
Coinvolgere i genitori: stabilire in casa consuetudini giornaliere sul come riporre
i libri ed usare il materiale scolastico.
Insegnare al bambino l’abitudine di porsi delle domande prima di iniziare
qualcosa o di lasciare un luogo (es. “Ho tutto quello che mi serve?”).
Prevedere il tempo necessario per ogni singola attività.
Insegnare strategie per studiare.
Insegnare l’uso di sistemi di scrittura col computer per riordinare le idee.
Aumentare l’organizzazione del lavoro con l’uso di liste, diari, quaderni di
appunti, cartelline.
I COMPITI PER CASA …
Dettare i compiti per casa in un momento stabilito,
possibilmente non quando sta per suonare la campanella di fine
lezione!
Controllare che i compiti siano annotati correttamente.
Non punire il bambino per eventuali carenze, ma esortarlo a fare
attenzione e invitarlo a completare la compilazione.
TECNICHE DI INTERVENTO PSICOEDUCATIVO
COMPORTAMENTALE
Un comportamento, per essere compreso, va messo in relazione
con le conseguenze che lo mantengono e con gli antecedenti
che lo precedono.
Fondamentale è allora l’OSSERVAZIONE del bambino ADHD
L’osservazione diretta del bambino in classe è strumento
estremamente utile perché consente:
di osservare il comportamento così com’è nel contesto scolastico;
di rilevare intensità, frequenza e durata di tali comportamenti.
IL PROCESSO DI OSSERVAZIONE:
1)
OSSERVAZIONE OCCASIONALE (NON STRUTTURATA)
si pone come obiettivo quello di creare un inventario di
comportamenti negativi: l’insegnante registrerà tutti i
comportamenti problematici che il bambino ADHD manifesterà.
Le descrizioni devono
essere specifiche
rispetto al
comportamento,
oggettive e
non interpretazioni
psicologiche
(“Stefano lancia le palline
di carta”, e non “Stefano
è dispettoso”)
2) ORGANIZZAZIONE E CLASSIFICAZIONE DEI
COMPORTAMENTI RILEVATI COME PROBLEMATICI
Raggruppare tutti i comportamenti osservati che possono rientrare
in una unica “categoria”
(ad esempio: corre tra i banchi, esce dalla classe, si alza e si infila
sotto i banchi, …)
indicando il numero di episodi riferito ad ogni categoria.
E’ operazione utile non solo per indirizzare poi l’osservazione
sistematica ma anche per “ridimensionare” quell’impressione di
catastrofe tale da sembrare impossibile qualsiasi forma di
intervento su qualcosa di specifico.
3) OSSERVAZIONE SISTEMATICA (strutturata) per
l’analisi dei comportamenti problema.
Partendo dai comportamenti problemi rilevati nel punto 2)
PREDISPONGO UNA GRIGLIA per rilevare antecedenti e
conseguenze di alcuni comportamenti emessi
= (ANALISI FUNZIONALE = il perché dei comportamenti);
ANTECEDENTI: ciò che accade immediatamente prima del
comportamento problema: cercare di notare se vi sono alcune
condizioni ricorrenti.
TIPO DI COMPORTAMENTO PROBLEMA emesso.
CONSEGUENZE: descrizione della reazione del bambino
RISPOSTA DELL’AMBIENTE: descrizione di come reagisce
l’ambiente di fronte a quel comportamento
4) RIFLESSIONE SUI DATI RACCOLTI:
Riflettere su quanto raccolto è utile per evidenziare:
-
(ANTECEDENTI) fattori scatenanti;
-
COMPORTAMENTO PROBLEMA;
-
RISPOSTE DELL’AMBIENTE all’emissione del
comportamento (se esistono) che si ripetono nel tempo
-
Conseguenze della risposta dell’ambiente
(+ o -) rispetto al comportamento del bambino (che può
diventare fattore di rinforzo rispetto al comportamento
disfunzionale, magari attuando una modalità ancora più
disturbante, oppure funzionale: il bambino inizia a
lavorare).
NB: questa metodologia osservativa consente di evidenziare certi
tipi di comportamento che diventano così più chiari e
prevedibili e quindi maggiormente attaccabili.
Per rilevare la frequenza e la distribuzione delle emissioni
dei comportamenti problema identificati in precedenza
nell’arco della giornata (e della settimana) realizzare una
scheda per ogni comportamento problema.
La griglia consente di identificare a prima vista i momenti in
cui si manifestano più frequentemente i comportamenti
problema già evidenziati nelle fasi precedenti.
Può essere utile avere delle informazioni sul momento del giorno
in cui vengono emessi quei comportamenti ed i motivi sottostanti:
può succedere che un certo comportamento sia più frequente in
certe situazioni, ad esempio in presenza di una certa insegnante,
in ricreazione, …
Tutte le informazioni raccolte diventano preziose per
formulare un piano di intervento.
5) SCELTA DEGLI OBIETTIVI:
decidere su quali comportamenti è più utile intervenire in base alle
osservazioni precedenti e su quelle realizzare il progetto di intervento.
6) PROGETTO DELL’INTERVENTO E SUA REALIZZAZIONE
Obiettivo dell’intervento deve essere quello di:
- anticipare il verificarsi del comportamento problema
- eliminare o quantomeno ridurre le risposte dell’ambiente che rinforzano
il comportamento problema (una volta identificate le condizioni “a rischio”
che rendono probabile l’emissione del comportamento si può cercare di
giocare d’anticipo riducendo il più possibile la frequenza con la quale si
vengono a creare).
-Promuovere la riflessione dei bambini ADHD sulle situazioni che
precedono e favoriscono la comparsa del comportamento indesiderato.
Questo sarà loro utile per autoregolare e controllare in modo più efficace il loro
comportamento e l’orientamento al compito aumentando il loro senso di auto
efficacia.
= RIDURRE L’EMISSIONE DEL COMPORTAMENTO PROBLEMA
ALCUNE TECNICHE SPECIFICHE DI INTERVENTO
Mettersi nell’ottica di incrementare la comparsa di
comportamenti corretti piuttosto che far decrescer la
frequenza di quelli inadeguati.
1. -
TOKEN ECONOMY
2. -
GRATIFICAZIONE
3. -
I CONTRATTI COMPORTAMENTALI
4. -
GRATIFICAZIONE A PUNTI
5. -
IL COSTO DELLA RISPOSTA
6. -
LA PUNIZIONE
1) TOKEN ECONOMY
Sono dei rinforzatori simbolici.
Vanno concordati con gli alunni ed attribuiti ogni qualvolta, ad
esempio, vengono eseguite correttamente delle abilità sociali
stabilite a priori..
Possono riguardare ed essere concordati:
1) solo con il bambino ADHD
2) Con un PICCOLO GRUPPO
3) Con L’INTERA CLASSE Nel PICCOLO GRUPPO O CON L’INTERA CLASSE:
i criteri di assegnazione dei token devono essere diversi
da bambino a bambino
considerando il livello di partenza di ciascuno.
se così non fosse i bambini più agitati non verrebbero mai
rinforzati adeguatamente e non avrebbero perciò mai l’opportunità
di migliorare.
Se così non fosse verrebbero premiati sempre e solo i bambini
che non hanno alcun bisogno di essere rinforzati.
Se così non fosse diventerebbe difficile poi premiare gli allievi
che sono rimasti indietro, che si comportano meno bene dei
compagni.
L’attribuzione dei token alla classe così vista (= partendo da livelli
diversi) è importante perchè i bambini ADHD imparano a
confrontare le proprie prestazioni non con quelle degli altri ma con
le proprie.
Il rischio di competizione viene notevolmente ridotto in quanto la
sfida si interiorizza (“devo vincere con me stesso” e non “devo
vincere contro gli altri”): è una sfida ben più significativa che
insegna a misurarsi con i propri limiti e a superarli.
Ottimale sarebbe stabilire che solo quando tutti i bambini hanno
completato il loro percorso individuale sarà possibile accedere al
premio finale: ecco che chi è “avanti” cercherà di sostenere il
compagno rimasto “indietro” e chi è “indietro” si sforzerà
maggiormente per conquistare i prossimi token.
2) GRATIFICAZIONE
Le conseguenze dopo ogni comportamento possono essere
gradevoli o meno:
se comportandosi in un certo modo l’alunno ottiene delle
gratificazioni, è probabile che manifesti ancora quel
comportamento perché sa che accadrà qualcosa di piacevole.
Chiarire esattamente con l’alunno quale azione si intende
premiare.
La gratificazione di comportamenti positivi può essere usata come
tecnica di rafforzamento per ridurre comportamenti
inadeguati.
NON È COSÌ SEMPLICE PERÒ …
Tenere presente che nel bambino ADHD i comportamenti da gratificare sono
quelli che non si notano (ad esempio lo stare tranquillo, l’essere sul compito, …)
e che quindi sono facili da non vedere e si può dimenticare di valorizzare.
Inoltre viene più spontaneo porre attenzione e ricordare le azioni
negative.
EVITARE LE FALSE GRATIFICAZIONI
Un buon comportamento può addirittura diventare occasione per
rimproverare (“Ma vedi che quando vuoi puoi essere buono?”. “Come mai sei li
tutto tranquillo? Stai aspettando l’occasione buona per infastidire qualche
compagno?”).
Dopo una mattina in cui l’alunno ci ha fatto diventare matti risulta difficile
gratificarlo … e ne esce un miscuglio per cui le parole sono quelle di una
gratificazione, ma il tono e l’espressione rivelano tutta la nostra irritazione.
EVITARE DI GRATIFICARE (anche se involontariamente)
COMPORTAMENTI NEGATIVI
A volte rimproveriamo l’alunno (che magari sta disturbando perché voleva
distribuire lui i quaderni ai compagni) e gli facciamo una bella ramanzina. Poi però,
dopo averlo rimproverato, gli diamo la possibilità di distribuire i quaderni. In questo
modo aumentiamo la possibilità che lui riproponga lo stesso tipo di comportamento
in situazioni simili.
QUANDO GRATIFICARE
Gratificare il bambino:
ogni volta e subito dopo aver realizzato il comportamento corretto
ogniqualvolta ciò accada.
Per essere sicuri di poter gratificare ogni comparsa dell’azione positiva,
selezionare solo alcuni comportamenti.
QUALI GRATIFICAZIONI USARE?
Pensare ad un buon numero di gratificazioni da usare in quanto perdono di
efficacia nel tempo.
La tipologia dipende un po’ dal bambino, da quello che egli ama o gli piace
avere.
ESEMPI DI GRATIFICAZIONI:
Riduzioni di compiti a casa, dieci minuti di attività al computer, figurine, piccoli
giochi, …
Accompagnare sempre la gratificazione “materiale” da parole di
incoraggiamento e gratificazioni affettive.
UTILITÀ DELLA GRATIFICAZIONE
ESTESA A TUTTA LA CLASSE
Può essere utile perché:
fa leva sul desiderio di emulazione del gruppo
Non sottolinea la presenza in classe di un alunno che ha
bisogno di programmi individualizzati per la gestione
comportamentale.
Attenzione però:
Che non si riveli eccessiva
pressione sul gruppo
e sul singolo.
3) I CONTRATTI COMPORTAMENTALI
Vengono stipulati tra insegnante e bambino.
Prevedono la stesura di un vero e proprio contratto che
definisca esplicitamente i termini da rispettare.
Prevedere la partecipazione attiva del bambino nella stesura
del contratto stesso (= è garanzia di comprensione e condivisione
dei termini).
In esso sono riportati:
Le parti che stipulano il contratto
Le azioni che il bambino si impegna a compiere
Le gratificazioni a cui può avere accesso se rispetta il contratto
Io sottoscritto
Mi impegno a mantenere i seguenti accordi presi con i miei insegnanti:
-chiedere di andare al bagno solo una volta ogni ora;
-Rimanere seduto per almeno 10 minuti di seguito;
-Alzarmi per andare a prendermi un libro dall’angolo della biblioteca
senza disturbare i compagni;
-Alzare la mano e attendere il consenso dell’insegnante prima di
parlare;
A fine giornata se riuscirò a rispettare tutti e 4 i punti potrò
scegliere uno tra i seguenti premi:
-un quarto d’ora di gioco al computer;
-Un disegno libero a termine lezione;
-Essere l’aiutante dell’insegnante nella distribuzione dei quaderni.
Cercherò di onorare questo contratto con il massimo impegno.
Data
Firme
(dell’alunno e delle insegnanti)
4) GRATIFICAZIONE A PUNTI
Prevede la possibilità di guadagnare o perdere punti in base
alla correttezza del proprio comportamento.
I punti poi possono essere convertiti in gratificazioni:
Giornaliere (con 5 punti hai conquistato il premio pattuito: una
cioccolata calda alla macchinetta dei caffè!)
Settimanali (con i 12 punti accumulati potrai essere capofila per
tutta la prossima settimana!)
Sulla base di un punteggio stabilito (se raggiungi i 20 punti
otterrai una nuova scatola di colori!)
Le gratificazioni vanno concordate con l’alunno. E’ possibile
prevedere forme di collaborazione con la famiglia per registrare i
punteggi e per reperire i premi.
5) IL COSTO DELLA RISPOSTA
E’ una punizione utile da applicare nei casi di comportamenti
negativi non gravi.
Prevede che al comportamento inadeguato segua per il bambino
la perdita di un privilegio = PAGARE PEGNO
Al bambino devono essere chiari i motivi per cui lo si punisce.
Dargli indicazioni sul comportamento corretto da adottare in
futuro.
ATTENZIONE!!!
E’ necessario cercare di impostare l’intervento in modo da garantire
che il bambino guadagni più punti di quanti ne possa perdere per
evitare che diventi frustrante e controproducente (es.: stabilire 5
azioni che fanno guadagnare punti e 1 che li fa perdere).
Una volta stabilito il costo della sua azione FAR RISPETTARE quanto
deciso. La sua applicazione deve essere inevitabile e non flessibile.
6) LA PUNIZIONE
a) IGNORARE I COMPORTAMENTI INADEGUATI (NON GRAVI)
Il bambino ricerca l’attenzione dell’adulto: per lui è fonte di gratificazione.
Attivare comportamenti inadeguati è un modo per attirare l’attenzione
dell’adulto, per far si che di “occupi” di lui, anche a costo di una
“ramanzina”.
Togliere l’attenzione (ignorando i comportamenti inadeguati di scarsa
intensità, non gravi) può contribuire alla loro scomparsa.
Trascurando i comportamenti inadeguati l’insegnante li vedrà inizialmente
aumentare per poi vederli progressivamente calare e scomparire.
Attenzione!!! Il comportamento però va SEMPRE ignorato, anche quando
diventa molto disturbante: se interveniamo, anche solo una volta, il
bambino otterrà nuovamente il risultato desiderato e il procedimento
perderà di efficacia.
Esempi di comportamenti non gravi:
piagnucola, si lamenta; dice parolacce, disubbidisce, …
Piccole azioni di disturbo (picchetta con la penna sul banco, …)
b) PUNIRE I COMPORTAMENTI GRAVI
Esempi di comportamenti gravi:
Aggressioni fisiche e/o verbali;
Condotte pericolose
Danni ad oggetti
Nel caso di comportamenti GRAVI
non è sufficiente (e nemmeno consigliabile) ignorare il
comportamento o applicare il costo della risposta.
La punizione deve consistere in qualcosa di sgradevole per il bambino, ad
esempio svolgere un incarico poco gratificante, sottrarre qualcosa di piacevole
a lui gradito (il computer, un’attrezzatura sportiva, sospendere incarichi a lui
graditi, …).
Se possibile far si che la punizione sia in stretto contatto con l’azione
negativa (ad es. se il bambino rompe qualcosa, fargliela aggiustare, ripulire o
mettere in ordine; se aggredisce il compagno, costringerlo a fare delle cose per
lui, …).
Se adottata la punizione deve essere:
Non aggressiva
Psicologicamente neutra (non attaccare la persona)
Immediata (in modo che si vincoli all’azione inadeguata)
Proporzionale alla gravità dell’azione compiuta
Facilmente applicabile
La punizione per il bambino:
deve diventare un segnale utile per comprendere l’inadeguatezza della
propria condotta
Deve scoraggiare il riproporre lo stesso modo di agire.
Offrirgli un’alternativa comportamentale.
Evitare:
di utilizzare come punizione l’aumento dei compiti per casa: si otterrà una
ulteriore diminuzione della già bassa motivazione scolare,
di togliere l’intervallo. Il bambino DDAI ha bisogno di uno sfogo motorio dopo
un tempo prolungato in classe.
Grazie per l’attenzione!!!
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