AreaPediatrica | Vol. 16 | n. 1 | gennaio–marzo 2015 6 Caso clinico Titolo articolo anche lungo [ tutto su ] Whole Exome Sequencing (WES) nei Disturbi dello Spettro Autistico L’identificazione delle vie patogenetiche alle quali appartengono i geni implicati potrà avere implicazioni diagnostiche e terapeutiche. Introduzione I l metodo si basa sul sequenziamento delle porzioni codificanti del genoma in uno o più soggetti affetti dalla patologia.4 Nella Tabella 1 è schematizzata la procedura metodologica della tecnica utilizzata per l’identificazione di geni-malattia. Il sequenziamento dell’esoma con le moderne metodiche permette di ottener circa il 95% delle sequenze codificanti di un individuo e di rilevare con elevata accuratezza migliaia di variazioni di basi nucleotidiche. Tali variazioni vengono denominate polimorfismi a singolo nucleotide (SNP, Tabella 1. Metodologia per l’identificazione di geni-malattia con Whole-Exome-Sequencing (WES) 1. Reclutamento di pazienti affetti dalla patologia in oggetto 2. Esecuzione di prelievo ematico e estrazione del DNA 3. Sequenziamento dell’esoma 4. Identificazione di varianti codificanti 5. Analisi bioinformatica, confronto delle variazioni riscontrate con quelle riportate nei databases 6. Esclusioni delle varianti comuni non patogenetiche 7. Selezione di geni candidati 8. Validazione funzionale delle mutazioni diagnosticate AreaPediatrica | Vol. 16 | n. 1 | gennaio–marzo 2015 Cos’è il Whole Exome Sequencing (WES)? 7 I Disturbi dello Spettro Autistico single nucleotide polymorphism) quando si Caterina D’Ardia Marina Digilio (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono verificano con una certa frequenza all’interno Gabriel Levi definiti dalla presenza di deficit nell’intedi una popolazione e varianti a singolo nucleDipartimento di Pediatria razione sociale e nella comunicazione sociale, e Neuropsichiatria otide (SNV, single nucleotide variant) quando Infantile “Sapienza” – insieme alla presenza di pattern di comportasono identificate sporadicamente. Al fine di Università di Roma mento, interessi o attività ristretti e ripetitivi. restringere il numero di variazioni tra le quali Il quadro sintomatologico è variabile a seconda del livello può essere inclusa quella patogenetica, si utilizzano opdi sviluppo e dell’età. La prevalenza è di circa 60/10000 portuni filtri. L’operazione di filtro è basata sul confronto (0,6%, rapporto maschi:femmine di 3:1)1. L’eziologia degli delle variazioni riscontrate nello studio con quelle riporASD è prevalentemente non nota, ma numerose evidenze tate nei database dbSNP, progetto HapMap, 1000 Gesono indicative per una patologia “multifattoriale” con una nome project ‒ disponibili online ‒ e con risultati otteforte base di predisposizione genetica2,3. L’identificazione nuti nelle casistiche di individui sani analizzati mediante di nuovi geni-malattia si è rivoluzionata grazie alla dispo- la stessa tecnica. Nel momento in cui sono identificate nibilità di tecniche molecolari di ultima generazione che in soggetti affetti dalla patologia in studio specifiche consentono il sequenziamento dell’intero genoma (WGS, varianti ritenute potenzialmente patogenetiche perché “Whole Genome Sequencing”). Il sequenziamento dell’e- in interessanti specifici “geni candidati”, queste vengono soma (WES, “Whole Exome Sequencing”) studia invece successivamente ricercate su altri soggetti affetti dalla le sole porzioni codificanti del genoma e costituisce un stessa malattia appartenenti ad altre famiglie. Mediante approccio più semplice rispetto al sequenziamento dell’in- studi funzionali viene tentata a questo punto la validatero genoma, in quanto le regioni codificanti rappresentano zione patogenetica delle mutazioni diagnosticate. Dal l’1% del genoma umano4 e contengono circa l’85% delle lato pratico è da considerare che in alcuni casi può essere mutazioni patologiche note. difficile giungere a conclusioni dopo aver effettuato un solo WES, per cui possono venire utilizzati in modo Tutto su Whole Exome Sequencing (WES) nei Disturbi dello Spettro Autistico Tabella 2. Revisione degli studi di WES effettuati in pazienti con DSA e geni nei quali sono state identificate mutazioni Autori (voce bibliografica) Numero pazienti studiati Geni candidati O’Roak et al., 2011 (5) 20 FOXP1, GRIN2B, SCN1A, LAMC3, CNTNAP2 Sanders et al., 2012 (6) 238 SCN2A, CHD8 e NTNG1 Neale et al., 2012 (8) 175 CHD8, KATNL2 Iossifov et al., 2012 (9) 343 CTTNBP2, AUTS1, RIMS1, DYRK1A, ZFYVE26, DST, ANK2, FMRP-associated genes Bi et al., 2012 (10) 20 ANK3 Charour et al., 2012 (11) 16 UBE3B, CTCK1, NCKAP5L, ZNF18 integrato i metodi classici di mappatura (la mappatura per omozigosità e l’analisi di linkage). WES, autismo e primi studi AreaPediatrica | Vol. 16 | n. 1 | gennaio–marzo 2015 8 I l WES viene applicato per la prima volta allo studio delle cause genetiche dell’autismo nel 2011, dal gruppo di O’Roak et al 5, seguito da numerosi altri studi6‑11 (vedi Tabella 2). O’Roak et al 5 hanno utilizzato la tecnica di WES al fine di identificare e verificare mutazioni de novo (ovvero insorte nelle linee germinali parentali o nell’embrione) che conferiscano un aumentato rischio di sviluppare un ASD. Sono state individuate varianti de novo all’interno di porzioni del genoma codificanti per quattro diversi geni (FOXP1, GRIN2B, SCN1A e LAMC3): tali geni sono coinvolti nello sviluppo di ritardo mentale isolato e ritardo mentale con presenza di tratti autistici ed epilessia, dato che supporta l’ipotesi dell’esistenza di un’architettura genetica comune tra le diverse patologie del neurosviluppo. Sanders et al 6 hanno mostrato un’aumentata incidenza del tasso delle SNV de novo negli individui con autismo rispetto ai loro fratelli non affetti e mutazioni de novo in geni che svolgono il loro ruolo a livello cerebrale. In particolare, il gene SCN2A già descritto in passato come eziologicamente correlato ad alcune forme di epilessia è risultato essere un gene di suscettibilità anche per gli ASD, così come altri due geni candidati (CHD8 e NTNG1). O’Roak et al 7 hanno inoltre evidenziato che le mutazioni de novo in geni candidati per gli ASD originano nella maggior parte dei casi dalla linea germinale paterna e risultano correlate positivamente all’età paterna. Neale et al 8, sempre attraverso la tecnica del WES, hanno rilevato che il tasso di mutazione nelle famiglie con ASD è lievemente più alto rispetto a quello previsto. Tuttavia, data la penetranza incompleta, una mutazione da sola può costituire un fattore di rischio ma può non essere sufficiente a causare la patologia. Anche Iossifov et al 9 hanno effettuato il sequenziamento esomico, proponendosi di comprendere meglio se le diverse mutazioni de novo abbiano incidenza diversa negli affetti rispetto ai non affetti. Il sequenziamento esomico ha infine permesso loro di affermare, relativamente ai risultati, che le mutazioni de novo missense (codificanti per differenti aminoacidi) non sembrano apparire in maggior numero negli affetti rispetto ai non affetti, e quindi non sembrano contribuire in maniera significativa allo sviluppo di autismo. Le mutazioni gene-disrupting (mutazioni di stop o che determinino perdita o acquisto di funzione o interessino un sito di splicing), invece, appaiono essere due volte più frequenti negli affetti rispetto ai non affetti. Lo studio di Bi et al 10 ha identificato una nuova mutazione de novo missense in ANK3, gene codificante per una proteina appartenente alla famiglia delle anchirine e quindi mediatrice dell’interazione tra proteine integrali di membrana e citoscheletro. ANK3 è maggiormente presente a livello del sistema nervoso centrale ed è stato L’esistenza di una predisposizione genetica ai Disturbi dello Spettro Autistico è stata ormai dimostrata, così come la presenza di una ricca eterogeneità dal punto di vista dell’eziologia genetica. Tutto su Whole Exome Sequencing (WES) nei Disturbi dello Spettro Autistico Attraverso l’adozione del WES sono stati identificati alcuni geni eziologicamente correlati con l’autismo e in futuro questa tecnica potrà contribuire alla caratterizzazione delle complesse basi genetiche degli ASD. Bibliografia Conclusioni I n conclusione, gli studi finora effettuati hanno identificato probabilmente solo alcuni dei geni implicati negli ASD (FOXP1, GRIN2B, SCN1A, LAMC3, CNTNAP2, SCN2A, NTNG1, CHD8, KATNL2, ANK3, UBE3B, CTCK1, NCKAP5L, ZNF18, DYRK1A, TBR1, PTEN, TBL1XR1). La disponibilità di database più esaustivi e completi rispetto a quelli disponibili oggi renderà questo approccio più rapido e più idoneo ad identificare geni-malattia. L’identificazione delle vie patogenetiche alle quali appartengono i geni implicati potrà avere implicazioni diagnostiche e terapeutiche . Gli autori dichiarano di non avere nessun conflitto di interesse. AreaPediatrica | Vol. 16 | n. 1 | gennaio–marzo 2015 9 inoltre associato ad altri disturbi come il disturbo bipolare e la schizofrenia11. Gli autori propongono un suo ruolo nel determinare un’aumentata suscettibilità nei confronti dell’autismo. Charour et al 12 utilizzano il WES al fine di individuare la presenza di mutazioni recessive in omozigosi candidate a svolgere un ruolo nel determinare lo sviluppo dell’autismo. Essi individuano la presenza di mutazioni recessive in omozigosi coinvolgenti quattro geni candidati (UBE3B, CTCK1, NCKAP5L e ZNF18). Molto recentemente O’Roak et al 13 hanno considerato che il WES ha consentito l’identificazione di numerose mutazioni geniche de novo, ma in realtà sono pochi i geni ricorrenti mutati nei pazienti con ASD. Dallo studio è emerso che mutazioni ricorrenti in 6 geni (CHD8, DYRK1A, GRIN2B, TBR1, PTEN, e TBL1XR1) possono essere eziologicamente correlate con l’1% circa degli ASD di tipo sporadico. 1. Fombonne E. Epidemiology of pervasive developmental disorders. Pediatr Res 2009;65:591-8. 2. Geschwind DH. Genetics of autism spectrum disorders. Trends Cogn Sci 2011;15:409-16. 3. Hallmayer J, Cleveland S, Torres A et al. Genetic heritability and shared environmental factors among twin pairs with autism. Arch Gen Psychiatry 2011;68:1095-102. 4. Ng SB, Buckingham KJ, Lee C et al. Exome sequencing identifies the cause of a mendelian disorder. Nat Genet 2010;42:30-5. 5. O’Roak BJ, Deriziotis P, Lee C et al. Exome sequencing in sporadic autism spectrum disorders identifies severe de novo mutations. 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