IL MICROSCOPIO Federico Caligaris Cappio Direttore scientifico AIRC UN SERVIZIO PER I SOCI Per segnalare corrispondenza doppia, aggiornare i vostri dati o conoscere la vostra storia contributiva, potete contattarci, 7 giorni su 7, chiamando il nostro numero verde 800 350 350 ATTENTI ALLE TRUFFE AIRC non effettua la raccolta fondi “porta a porta”, con incaricati che vanno di casa in casa. Nel caso dovesse succedere, stanno tentando di truffarvi. Denunciate subito la truffa chiamando la polizia (113) o i carabinieri (112). I geni dei tumori pediatrici sotto la lente dei ricercatori L a ricerca ha permesso di ottenere elevate percentuali di guarigione nei tumori pediatrici, ma i ricercatori continuano a studiarne i meccanismi per trovare cure ancora più efficaci. Informazioni importanti emergono da uno studio recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine, realizzato con tecnologie sofisticate di sequenziamento dell’intero genoma o dei suoi geni per individuare mutazioni specifiche. Studiando il DNA di 1.120 pazienti di età inferiore a 20 anni, affetti da tumore (e solo il 40 per cento con una storia familiare di tumore), i ricercatori dell’Ospedale St. Jude di Memphis hanno scoperto la presenza nella linea germinale di mutazioni di geni che conferiscono predisposizione al tumore nell’8,5 per cento dei casi: percentuale superiore a quanto ci si sarebbe potuto attendere in base al puro caso (circa 1 per cento). Le mutazioni germinali sono presenti nel patrimonio genetico di ovuli e/o spermatozoi e dunque sono in genere ereditate dai genitori. In rari casi la mutazione può insorgere spontaneamente; in genere i pazienti la ereditano da genitori che hanno avuto la fortuna di non ammalarsi perché si tratta di alterazioni geniche che aumentano il rischio generale di ammalarsi di tumore, ma non lo causano direttamente. 38 | FONDAMENTALE | APRILE 2014 L’interpretazione degli studi di sequenziamento del genoma è complessa. Conoscere l’esistenza di un rischio “genetico” consente ai genitori una più consapevole futura pianificazione familiare attraverso una consulenza genetica specialistica. Questa va eseguita esclusivamente presso centri di collaudata esperienza, come raccontiamo nell’articolo a pagina 10 che riporta le linee guida in materia di test genetici proposte dall’ASCO, l’Associazione degli oncologi clinici americani. Lo stesso potranno fare la ragazza o il ragazzo guariti dal tumore, diventati adulti e desiderosi di formare una famiglia. Dato che le mutazioni identificate predispongono alla malattia, ma non ne sono la causa diretta, non ha senso il ricorso a diagnosi prenatali sul feto. Potranno e dovranno invece essere messe in atto tutte le azioni preventive legate agli stili di vita (in primo luogo l’alimentazione, l’attività fisica e l’abolizione del fumo di sigaretta) che consentono di non sommare rischio al rischio. La scoperta gioca un ruolo importante anche nella ricerca di nuove cure: alcuni geni sembrano infatti più direttamente legati alla comparsa di malattia. Questi geni verranno indagati con particolare cura per essere presi di mira da future terapie studiate ad hoc in progetti che AIRC già finanzia e continuerà a finanziare.