TRAINING AUTOGENO
Il T.A. è una tecnica di rilassamento, di auto distensione somatica e psichica che
permette di ridurre la tensione e di ripristinare uno stato di calma; inoltre permette di
ottenere un recupero di energia e di promuovere un giusto equilibrio neuro-vegetativo.
E’ utile a qualsiasi età per trovare giovamento in casi di: stress, ansia, insonnia,
stanchezza, patologie psico-somatiche (cefalea, ipertensione, gastrite, asma ).
E’ indicato anche nel lavoro per facilitare un recupero profondo e rapido delle
energie, nello studio per potenziare la memoria ed aumentare la concentrazione, nello
sport per migliorare le prestazioni sportive.
E’ rivolto a tutte le donne che desiderano affrontare la gravidanza ed il parto con
maggior serenità, equilibrio e benessere.
Dott.ssa Simonetta Vanin, Pedagogista Clinico, Operatore di Training Autogeno
cell.: 347/9662351, e‐mail: simonetta.vanin libero.it
INTRODUZIONE
Il training autogeno (T.A.) nasce come tecnica ideata dal dottor Schultz, neurologo e
psichiatra, vissuto nel 1884 e morto nel 1970.
Dopo molti anni di studi sull'ipnosi, Schultz formula una tecnica che consente di
raggiungere un livello di rilassamento senza però l'ausilio di un terapeuta.
L'essere in grado di raggiungere da soli questo stadio permette infatti di evitare che si
sviluppi una certa dipendenza dal terapeuta. Con il T.A. si ha la massima autonomia del soggetto,
che potremmo dire è terapeuta di sè stesso.
ll T.A. cerca di auto-indurre volontariamente un’attivazione dell' area trofotropica (sita
nell'ipotalamo), mediante la ripetizione mentale di specifiche frasi o immagini. La stimolazione di
quest’aerea determina l’attivazione del sistema parasimpatico con conseguenti fenomeni quali la
riduzione del ritmo cardiaco, della frequenza respiratoria e del tono muscolare.
Tutti questi fenomeni caratterizzano lo stato di rilassamento, o lo stato di metabolismo
basale, ovvero il metabolismo che avrebbe il corpo in uno stato di assoluto riposo, senza nessuna
attivazione fisica o mentale (quello per intenderci di un buon sonno ristoratore).
In questa tecnica la coscienza conserva sempre uno stato di relativa vigilanza e non vi è
perdita di coscienza.
Questo stato di rilassamento permette che il corpo possa fare quello che naturalmente sa
fare; ovvero ripristinare gli equilibri ideali a livello somatico e psicologico, dal ritmo cardiaco, alla
respirazione, al ciclo sonno-veglia. Il Sistema Parasimpatico e i naturali sistemi di autoregolazione
vengono messi nella condizione di agire nella maniera più efficace, liberi da qualsiasi
condizionamento superfluo.
Il training autogeno è finalizzato a raggiungere, con un metodo volontario, la condizione che
si raggiunge spontaneamente con il sonno: questa condizione ha la funzione come abbiamo detto,
di riparare, rigenerare e rivitalizzare l’organismo.
Il sonno tuttavia si raggiunge attraverso una commutazione psichica spontanea, e la sua
funzione si verifica soltanto se la volontà cosciente è in uno stato di passività.
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Allo stesso modo nel T.A., per raggiungere lo stato di commutazione autogena, è
indispensabile concentrarsi sulle parti del proprio corpo tramite una concentrazione passiva. Una
concentrazione cioè non mirata ad uno scopo, ma una concentrazione di contemplazione, di attesa
passiva: si lascia accadere ciò che dovrà accadere.
Sembra un paradosso, ma man mano si procede con l'apprendimento della tecnica gli effetti
desiderati si produrranno da soli ( auto- genesis). Vi sono funzioni guidate da processi nervosi
riflessi che si attivano o si intensificano se le funzioni volontarie si attenuano o tendono ad
azzerarsi: la tecnica del training autogeno consiste dunque nel ridurre il più possibile le funzioni
volontarie, l'attività e il controllo dell'io, in modo che i processi spontanei di distensione,
rigenerazione, rivitalizzazione possano attivarsi.
Il T.A. è composto da particolari esercizi che devono essere appresi in modo graduale e con
allenamento costante. Quando ci si trova in uno stato di tensione, ansia o stress, si producono nel
corpo e nella mente, particolari modificazioni che, se superano una certa soglia di tolleranza,
possono provocare tensioni muscolari, spasmi viscerali, freddo in talune parti del corpo e alterazioni
funzionali di meccanismi neurovegetativi, endocrini e umorali. In questa fase si può avere
l’impressione di essere sopraffatti dalle proprie emozioni e dai pensieri che riempiono la nostra
mente. Gli esercizi previsti, permettono di migliorare, modificare, risolvere e normalizzare funzioni
psichiche o somatiche alterate nel loro equilibrio originario. Il percorso degli esercizi permette di
raggiungere un rilassamento muscolare, vascolare, una “tranquillizzazione” del battito cardiaco e di
quello respiratorio, un rilassamento viscerale e una vasocostrizione a livello del capo che sono
l'opposto dei dolori muscolari, delle mani fredde per l'agitazione, della tachicardia, del respiro
affannoso e corto dell'ansia, degli spasmi intestinali e del cosiddetto "sangue che va alla testa".
Dott.ssa Simonetta Vanin, Pedagogista Clinico, Operatore di Training Autogeno
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ORIGINI E DIFFUSIONE DEL T.A.
Il Training Autogeno è una tecnica ideata negli anni ’30 da J.H.Schultz neurologo, psichiatra
e studioso di ipnosi (Berlino, 1884-1970).
Il T.A. oltre ad essere figlio legittimo dell’ipnosi risente positivamente della collaborazione
che Schultz ha avuto con Voght, studioso anch’egli dell’ipnosi e del rilassamento frazionato:
l’incontro con Voght influenzò profondamente il T.A. di Schultz, ma le due tecniche si
differenziavano per un elemento: il rilassamento frazionato prevede l’eterosuggestione, cioè il ruolo
del terapeuta che attraverso le parole induce lo stato di distensione nel soggetto (anche se la
dipendenza è di molto attenuata rispetto all’ipnosi). Shultz superò quest’ostacolo ideando il T.A.
che nasce come una tecnica autogena, cioè che si può perseguire da sé: ecco la vera novità del
metodo. Questo passaggio dall’eterosuggestione alla autogenicità del metodo è particolarmente
importante in quanto il metodo di Voght così come altre tecniche condotte da uno specialista, non
possono essere utilizzate autonomamente dal soggetto. Con il T.A. invece le cose cambiano: è uno
strumento che una volta acquisito si può utilizzare autonomamente senza bisogno di intermediari.
Dal 1932 anno di pubblicazione di Das Autogene Training (opera fondamentale di Schultz)
ad oggi si è potuta rilevare una tale diffusione del metodo in molti paesi del mondo.
L’ampia diffusione della tecnica è dovuta soprattutto all’opera divulgativa degli allievi di
Schultz; tra i più famosi personaggi in ambito internazionale ricordiamo W. Luthe, H. Wallnofer,
B. H. Hoffman, F. Kretschemer che hanno saputo estendere le possibilità applicative del T.A. dal
campo strettamente clinico (medico e psicoterapico) a quello non clinico (rilassamento, sport,
gravidanza, lavoro).
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A CHI SI RIVOLGE
Il T.A. può essere rivolto a coloro che:
• desiderano ottenere un rilassamento muscolare: aiuta a sciogliere le tensioni e perciò
favorisce il miglioramento del proprio rendimento in tutte le attività.
• sentono il bisogno di alleviare il proprio livello di stress: aiuta a ristabilire un equilibrio
nell’organismo sia da un punto di vista neurofisiologico (regolazione ormonale) sia da un
punto di vista psichico.
• sostengono dei ritmi lavorativi pesanti ed impegnativi - stress da lavoro -: il T.A. favorisce
il recupero di energie e migliora la concentrazione favorendo il raggiungimento degli
obiettivi prefissati;
• svolgono un’attività sportiva: favorisce il recupero di energie e migliora la concentrazione
contribuendo al conseguimento di alte prestazioni.
Il T.A. è rivolto anche a tutte le donne che desiderano affrontare la gravidanza ed il parto con
maggior serenità, equilibrio e benessere.
Inoltre può essere rivolto a coloro che soffrono di disturbi psicosomatici:
• disturbi gastroenterici (gastrite, stipsi)
• disturbi cardiaci (tachicardia, bradicardia)
• disturbi respiratori (asma)
• disturbi dermatologici (psoriasi, pruriti)
• dolori (cefalea vasomotoria, dismenorrea)
• disturbi del sonno (insonnia)
• disturbi d’ansia
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LO STATO DI COSCIENZA NEL T.A.
Nel T.A. si ha un’alterazione dello stato di coscienza.
Cos’è lo stato di coscienza? E’ quel particolare stato in cui si trova una persona in
determinati momenti.
Lo stato di coscienza è determinato da due elementi:
-
La vigilanza
La consapevolezza
La vigilanza è caratterizzata da uno stato di veglia che non necessariamente è associata alla
consapevolezza di ciò che accade nel mondo che ci circonda.
La consapevolezza consiste nell’avere la percezione del mondo che ci circonda e nella
condizione più evoluta del proprio essere. E’, perciò, quell’elemento che incide sulla modificazione
qualitativa della coscienza (per es.: responsabilità di sé stessi, nei confronti del proprio stato di
salute…)
Nel T.A. di base l’elemento che interessa è la vigilanza che incide sullo stato funzionale
dell’organismo.
Nel T.A. il livello di vigilanza prevede, al fine di eseguire un esercizio con un buon esito, il
raggiungimento di uno stato intermedio che sfrutta i vantaggi del torpore dato dalla sonnolenza
collegandoli con una coscienza ancora vigile. Ciò significa che il pensiero è vigile, ma introspettivo,
la concentrazione tesa cede il posto all’attenzione fluttuante (concentrazione passiva).
Nel T.A. il livello di vigilanza può anche diminuire; in questo caso è presente un pensiero
onirico sotto forma di immagini determinate emotivamente, di visualizzazioni; i contatti con il
mondo esterno sono interrotti, il pensiero è determinato dalle emozioni, dagli istinti.
Durante il T.A. l’alterazione dello stato di coscienza fa si che si arriva ad uno stato autogeno
durante il quale , da un punto di vista fisiologico, si verifica un cambiamento a livello di onde
cerebrali; nello stato autogeno sono presenti le onde theta ed alfa.
Le onde theta sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione,
ispirazione creativa; tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda.
Le onde alfa sono associate ad uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente calma e ricettiva
è concentrata sulla soluzione di problemi esterni o sul raggiungimento di uno stato meditativo
leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi o in quelli in cui più acuta è la
concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso.
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LA COMMUTAZIONE AUTOGENA
L’alterazione dello stato di coscienza che vive il soggetto durante il training fa si che il T.A. non sia
solamente un’ottima e diffusa tecnica di rilassamento; il rilassamento è solo il primo gradino di un
percorso che può condurre al miglioramento del proprio rendimento in tutte le attività, aiuta a
sciogliere le tensioni e ad eliminare molte disfunzioni psichiche e comportamentali.
Si parte, dunque, da modificazioni muscolari per ottenere una trasformazione nella sfera psichica e
vegetativa.
Per spiegare la commutazione autogena si parte dall’esplicitare il significato letterale di Training
Autogeno:
- Training vuol dire addestramento, allenamento, formazione, esercizio;
- Autogeno vuol dire che si genera da sé.
Che cos’è che si genera da sé attraverso il training autogeno?
Si genera quella che viene chiamata commutazione autogena. La commutazione autogena è un
cambiamento psicofisico globale che produce modificazioni fisiologiche e psichiche in noi stessi.
Gli stati di coscienza considerati normali dalla nostra società sono la veglia, il sonno ed il sogno.
Consideriamo lo stato di veglia e il rilassamento come gli estremi opposti:
Si può produrre la commutazione autogena attraverso una serie di esercizi di seguito illustrati.
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I SEI ESERCIZI DEL T.A.
La caratteristica fondamentale di questo metodo è di ottenere attraverso esercizi “mentali”
modifiche corporee, che a loro volta sono in grado di influenzare la sfera psichica dell’individuo
(unità mente-corpo).
Il T.A. si realizza attraverso una serie di esercizi durante i quali l’individuo impara a
ripetersi mentalmente determinate formule che si riferiscono a specifiche zone e/o organi del corpo.
Per accedere ai seguenti esercizi è necessario creare una condizione di calma; si potrebbe
pensare al T.A. come ad un treno composto da un locomotore (calma) che traina sei vagoni (gli
esercizi)
™ esercizio della pesantezza che produce uno stato di ipotonia muscolare, cioè rilassamento dei
muscoli;
™ esercizio del calore che produce una vasodilatazione periferica, con il conseguente aumento del
flusso sanguigno;
™ esercizio del cuore che produce un miglioramento della funzione cardiovascolare;
™ esercizio del respiro che produce un miglioramento della funzione respiratoria;
™ esercizio del plesso solare che produce un aumento del flusso sanguigno in tutti gli organi
interni;
™ esercizio della fronte fresca che produce una leggera vasocostrizione nella regione encefalica.
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CARATTERISTICHE DEL T.A.
Il Training Autogeno è una tecnica che prevede:
• la ripetizione di formule standard;
• l’assunzione di una determinata postura;
• una particolare concentrazione denominata concentrazione passiva;
• la disponibilità all’introversione-introspezione (disponibilità ad essere in contatto con sé
stessi);
• un allenamento costante e sistematico (training = allenamento).
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1. Ripetizione di formule standard
Come già detto, il T.A. consiste nella ripetizione di formule standard; le formule si riferiscono a
specifiche zone e/o organi del corpo.
La ripetizione mentale della formula determina una modificazione corporea che a sua volta è in
grado di influenzare la psiche. Ciò è possibile perché l’organismo umano è un’unità biopsichica;
mente e corpo non sono componenti autonome bensì sono strettamente correlate, in un rapporto di
influenza reciproca pertanto è possibile attraverso attività mentali produrre modifiche di funzioni
organiche.
Per esemplificare quanto detto, ossia per dimostrare il legame e l’influenza tra mente e
corpo, si potrebbe pensare alla situazione in cui la sola idea di un buon pranzo può stimolare
vere e proprie modificazioni fisiologiche quali la salivazione -acquolina in bocca- e secrezione
gastrica.
In sostanza sia che si mangi il cibo sia che se lo immagini solamente, il corpo reagisce nello stesso
modo.
Il T.A. funziona secondo la medesima logica: l’idea procura una modificazione fisiologica.
Ad esempio: dall’esercizio della pesantezza, la formula “il braccio destro è pesante”: ciò
significa che l’idea di avere il braccio destro pesante determina delle modificazioni
fisiologiche ossia il muscolo si rilassa riuscendo ad avvertire così la pesantezza; per
ottenere lo stato di pesantezza è necessario ripetere più volte mentalmente la formula e
“fare esercizio”.
Da un punto di vista neurofisiologico, accade che la ripetizione mentale della formula provoca degli
impulsi non solo sull’organo o sui muscoli direttamente interessati dalla formula, ma anche in una
serie di muscoli non direttamente interessati.
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2. Assunzione di una determinata postura
Tre sono le posizioni in cui si può praticare il T.A.:
- La posizione supina: la più idonea perché si avvicina di più a quella richiama uno stato di
rilassamento; infatti è la posizione che si assume quando si va a dormire e quindi quando
l’intenzione è quella di far riposare e rilassare il corpo.
- La posizione a poltrona: richiede l’ausilio di una poltrona; rispetto alla posizione supina
favorisce l’esecuzione del training in un maggior numero di luoghi; questa posizione può
essere adottata da tutti;
- La posizione del cocchiere: si ottiene utilizzando una sedia o sfruttando un gradino o simile;
tale posizione ricorda quella assunta dai cocchieri quando si addormentavano sulle carrozze.
Questa posizione è sconsigliata per coloro che soffrono di scoliosi.
Ognuno deve trovare quella a lui più consona.
3. Concentrazione passiva
Per concentrazione si intende generalmente l’attivo rivolgersi dell’attenzione su determinati
oggetti.
Nel T.A. il termine concentrazione assume un significato diverso; la concentrazione passiva
sottende il rivolgersi verso un processo in modo disteso e spontaneo; il concetto può essere espresso
riprendendo l’immagine di una candela: questa infatti illumina, anche se debolmente, tutto ciò che
la circonda.
Per assumere un giusto atteggiamento di passività mentale si deve acquisire una disposizione di
non volontà lasciando che tutto accada come se si fosse spettatori di sé stessi.
Ogni tentativo forzato di raggiungere una meta, quale il rilassamento o la pesantezza, finisce per
produrre l’effetto contrario.
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4. Disponibilità all’introversione
Le caratteristiche della cultura occidentale hanno condotto l’individuo ad assumere un
atteggiamento estremamente estroverso. Egli vive per il mondo esterno; il suo mondo interiore
tende ad atrofizzarsi; spesso alcune qualità che ognuno di noi ha posseduto da bambino vengono
represse; la spontaneità infantile viene sostituita dal comportamento convenzionale, la fantasia e
l’inventiva vengono sostituiti da sistemi astratti o “accantonati”.
Il T.A. permette il recupero dell’introspezione, ed in prima battuta lo fa attraverso la percezione
del proprio vissuto corporeo.
Schultz prevede che si arrivi ad avere coscienza del proprio corpo in modo progressivo, ossia
iniziando da quelle parti di sé di cui si ha una buona rappresentazione e di conseguenza una
maggior coscienza; perciò si inizierà a percepire:
• la muscolatura striata (ossia dei muscoli volontari che permettono i movimenti del corpo –
muoversi, ballare, scrivere, ecc….);
• seguirà la percezione del sistema cardio-vascolare del quale si ha una rappresentazione ed
una coscienza meno vivida (per es. normalmente non si avverte il battito cardiaco a meno
che non vi porgiamo attenzione);
• seguirà la percezione del sistema neurovegetativo (comprende fenomeni come la
respirazione, la dilatazione pupillare, i movimenti dello stomaco..); del sistema
neurovegetativo si ha una rappresentazione ed una coscienza ancor meno vivida, tant’è che
ci accorgiamo che stiamo respirando solo per brevi momenti durante la giornata, per non
parlare poi della dilatazione pupillare o dei movimenti dello stomaco.
Quindi la percezione del proprio corpo avviene dall’esterno verso l’interno del corpo o dagli strati
più superficiali a quelli più interni del nostro corpo.
Schultz, in linea con quanto sopra detto, ha formulato la teoria dell’IO-CORPO in base alla quale
l’IO è posto al centro di un sistema di cerchi concentrici che rappresentano i diversi livelli di
coscienza; da quelli di cui abbiamo maggior coscienza a quelli di cui ne abbiamo meno.
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5. Allenamento costante
Il T.A. è una tecnica modesta dal punto di vista applicativo (una volta appreso, una persona è
davvero in grado di fare il T.A. in modo autonomo), ma l’elemento che assolutamente non può
deficitare è il costante allenamento;
perché è così importante l’allenamento?
il costante allenamento permette che si instauri l’associazione tra la formula pronunciata
mentalmente e gli effettivi riscontri fisiologici.
Esempio: formula standard “il braccio destro è pesante”.
Per favorire la percezione fisica della pesantezza è necessario che si instauri il ”collegamento” tra
la mente ed il corpo e questo si realizza solo con l’allenamento; infatti difficilmente si riuscirà a
sentire sin dal primo esercizio la pesantezza del braccio, ma sicuramente si arriverà a percepirla
con il tempo, tempo che può essere variabile da persona a persona (una persona può sentire la
pesantezza al secondo esercizio, un’altra al settimo esercizio).
Com’è possibile che in corrispondenza di una determinata formula avvengano dei reali
cambiamenti fisiologici?
Il principio che sta alla base è quello dell’ideoplasia; ossia la sola idea di un movimento
produce il movimento stesso; la rappresentazione mentale è quasi sempre accompagnata da minimi
impulsi motori inconsapevoli che determinano la percezione.
Esempio: se tra le dita, con il braccio semi alzato e rilassato viene tenuto un filo, piegato a metà, al
cui centro vi è un anello e si pensa solo mentalmente che il pendolo inizi a muoversi da dx verso sx o in
senso orario, lo si vedrà gradualmente spostarsi nella direzione pensata.
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T.A. e SISTEMA NERVOSO
Il T.A. può essere utilizzato per equilibrare il Sistema Nervoso Autonomo, anche chiamato
Sistema Vegetativo, che è quel sistema che controlla gli organi interni involontari (cuore, polmoni,
bronchi). Il Sistema Vegetativo si divide in Sistema Nervoso Simpatico e Sistema Nervoso
Parasimpatico; le funzioni di questi due sistemi sono antagoniste e complementari; quasi ogni
organo è controllato da ambedue i sistemi.
Esempio: per quanto riguarda la frequenza cardiaca il simpatico è responsabile
dell’accelerazione del battito cardiaco ed il parasimpatico è responsabile del rallentamento.
Quando in un organo i due sistemi agiscono in egual misura si delinea una situazione di
equilibrio, viceversa quando in un organo prevale l’uno o l’altro sistema si delinea una situazione di
squilibrio che determina un disturbo; o meglio, quando per un lungo periodo di tempo i due sistemi
non sono in equilibrio ci si ammala.
Con il T.A. si ha la possibilità di equilibrare il Sistema Nervoso Vegetativo attraverso una
messa a riposo del Simpatico, il sottosistema responsabile di buona parte delle attivazioni
fisiologiche (aumento del battito cardiaco, innalzamento della pressione sanguigna, aumento del
tono muscolare, accelerazione del ritmo respiratorio…).
Questa “messa a riposo del Simpatico”, a livello neurofisiologico, è possibile attraverso la
regolazione di particolari ormoni (adrenalina, noradrenalina, cortisolo); questi ormoni, in particolari
situazioni, per es. in situazioni di stress, vengono rilasciati in eccesso dall’organismo, ed attraverso
il T.A. è possibile riportarli nella norma e ristabilire un certo equilibrio nell’organismo.
Nello specifico, durante il T.A. si verifica una diminuzione della produzione di adrenalina,
noradrenalina, e del cortisolo.
Diminuzione della produzione di adrenalina e noradrenalina.
L’adrenalina è un ormone che viene rilasciato in eccesso dalle ghiandole surrenali in
situazioni di particolare stress, generalmente per affrontare un pericolo imminente. In queste
situazioni la pressione sanguigna ed i battiti cardiaci aumentano d'intensità, il cuore pompa più
sangue e quindi si ha una maggior irrorazione sanguigna di muscoli e cervello. Crescono
eccitazione e concentrazione, mentre sono inibite altre funzioni come la digestione, la riproduzione
cellulare e la risposta all'infiammazione, meno importanti in quel momento (quindi vi è una
maggior attivazione del Sistema Simpatico rispetto al Parasimpatico). Una volta finito il pericolo la
concentrazione di questi due ormoni dovrebbe calare fino a tornare a livelli normali.
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Quando situazioni stressanti perdurano nel tempo l’organismo si trova troppo spesso a
liberare l’adrenalina.
In queste situazioni il Training Autogeno aiuta l’organismo a ristabilire un equilibrio
neurofisiologico (regolazione della produzione ormonale) che si riflette positivamente sulla psiche e
sul benessere della persona.
Diminuzione della produzione di cortisolo.
Il cortisolo è un ormone rilasciato in eccesso dall’organismo (corticale del surrene) in
situazioni di stress e stile di vita frenetico. Il cortisolo stimola il fegato a rilasciare glucosio nel
sangue per permettere all'organismo di affrontare il momento di bisogno con maggiori risorse
energetiche. Se lo stress, però, diventa continuo nel tempo, il cortisolo da utile baluardo dei nostri
bisogni diventa sostanza dannosa capace di "corrodere" le funzioni più importanti del nostro
organismo.
L'eccesso di glucosio provoca alterazioni nella produzione d'insulina e manda in tilt l'equilibrio
ormonale. Un'alterazione della produzione di glucosio può portare al diabete. Inoltre ci può anche
essere un rischio cardiovascolare dal momento che vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità
di grassi che a lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi.
L'eccesso di quest'ormone ha come sintomi stanchezza, osteoporosi, iperglicemia, diabete
mellito tipo II, perdita di tono muscolare e cutaneo, colite, gastrite, impotenza, perdita della libido,
aumento della pressione arteriosa, depressione, apatia, euforia, diminuzione della memoria.
Concludendo, si può dire che attraverso il T.A. sia possibile modificare il tono vegetativo;
per realizzare questo è necessario un lungo allenamento perché solo con l’allenamento si può
rinforzare il ponte “mente-corpo”; questo “dialogo” tra le due parti favorisce, sia l’ottenimento di
uno stato di rilassamento muscolare sia la creazione di un equilibrio del sistema vegetativo
attraverso la regolazione degli ormoni. Tutto ciò è possibile perché lo stato autogeno che si
raggiunge durante il training e la ripetizione degli esercizi fanno sperimentare al soggetto la calma,
il rilassamento muscolare, un regolare ritmo respiratorio e cardiaco, ossia fanno vivere al soggetto
quelle situazioni-condizioni favorevoli e necessarie sia a livello neurofisiologico che psichico per
contrastare situazioni di tensione e stress che ogni persona vive nella propria vita.
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T.A. e SFERA EMOTIVA
Il T.A. coinvolge anche la sfera emotiva: la distensione vegetativa conduce allo
smorzamento delle risonanze affettive.
Gli stati emotivi conducono a tensioni nella muscolatura scheletrica, viscerale e
vascolare, così anche la distensione dei vari muscoli, collegata alla sedazione dell’attività
cardiaca, della respirazione e dell’attività digestiva, provoca un’induzione di calma, cioè uno
smorzamento delle risonanze affettive. Nella distensione ottenuta con l’esercizio di T.A. gli
stati emotivi sono meno intensi; le reazioni agli eventi esterni più tranquille; l’intelletto e la
ragione non sono più sopraffatti da essi.
Altrettanto importante è l’inibizione preventiva (anticipatoria) delle reazioni emotive.
Comunque non bisogna fraintendere: lo smorzamento dell’affettività non è un
appiattimento o un impoverimento dei sentimenti e delle emozioni, al contrario: esso serve
solo ad eliminare o a calmare le manifestazioni troppo intense ed eccessive, le quali sotto
forma di ondate hanno il potere di sopraffare temporaneamente tutta la restante affettività.
E’ necessario perciò sedare solo quelle oscillazioni affettive intense; una volta che
questi disturbi sono stati eliminati, affiora un gran numero di sentimenti sottili e profondi
che prima erano stati travolti dal turbine degli affetti traboccanti. Questo è un altro
paradosso del T.A.: le sensazioni e le esperienze emotive dell’uomo vengono sollecitate
impedendo il sopravvenire di emozioni troppo intense.
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CONCLUSIONI
Il Training Autogeno ha l’intento di rendere le persone in grado di
raggiungere uno stato di benessere e di rilassamento in modo facile ed
autonomo.
Stimola un’ attitudine alla calma ed all’ascolto del proprio corpo e
delle proprie sensazioni, lasciando accadere ogni cosa: il nostro
organismo ha in sé tutto il potenziale per attuare una trasformazione e
raggiungere uno stato di benessere.
Un viaggio all’interno di sé stessi, che tutti possono compiere per
prevenire malattie e disturbi psicosomatici, combattere la stanchezza ed il
carico di stress, migliorare le proprie prestazioni fisiche.
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