PRIMITIVE Umberto Marconi Dipartimento di Matematica – Padova Nel seguito f (z) = f (x + iy) = u(x, y) + iv(x, y) è una funzione a valori complessi continua su un aperto D del piano complesso. 1. Esercizio. Da [DM] studiare attentamente 10.6.4 e 10.6.5. La seguente proposizione è per la variabile complessa l’analogo di [DM, 6.6.1]. Teorema 2 Sia D un aperto connesso (= connesso per archi) del piano complesso e sia f (z) continua su D. Sono equivalenti: 1. f (z) ammette una primitiva olomorfa globalmente su D. 2. Se α e β sono cammini in D con la stessa origine e lo stesso estremo, allora si ha: ∫ ∫ f (z) dz = f (z) dz α β 3. Per ogni circuito γ di D si ha: ∫ f (z) dz = 0 γ Dimostrazione. 1 ⇒ 2. Sia F una primitiva di f . Per il teorema fondamentale del calcolo [BCA, pag. 11] si ha: ∫ ∫ f (z) dz = F (α(b)) − F (α(a)) = F (β(b)) − F (β(a)) = f (z) dz α β 2 ⇐⇒ 3. Ovvio. ∫ 2 ⇒ 1. Fissato z0 ∈ D, sia F (z) = γz f (ζ) dζ, dove γz è un cammino in D che congiunge z0 con z. F (z) è ben definita per 2. Facendo variare z + h in una palla aperta di centro z tutta contenuta in D, possiamo calcolare F (z + h) percorrendo prima un cammino γz e poi il segmento [z, z + h]. Si ottiene allora, integrando sul segmento [z, z + h]: ) 1 1( F (z + h) − F (z) = h h ∫ ∫ 1 f (z + th)h dt = 0 0 1 h→0 ∫ f (z + th)dt −−−→ 1 f (z)dt = f (z) 0 come volevasi dimostrare. Il passaggio al limite è garantito dal teorema di continuità per integrali dipendenti da parametro. Proposizione 3 Se f (z) = f (x + iy) è di classe C 1 in senso reale e ammette localmente una primitiva in senso complesso, allora f (z) è olomorfa. Dimostrazione. Se f = u + iv, con u, v ∈ C 1 (D), sia F = U + iV una primitiva locale di f . Allora: F ′ = ∂x F = ∂x U + i∂x V = u + iv 1 ovvero: ∂x U = u ∂x V = v (1) Poiché F è olomorfa, si ha anche: ∂y U = −∂x V ∂x U = ∂y V (2) Tenendo conto di (1) e (2) si ottiene: ∂x u = ∂x ∂x U = ∂x ∂y V = ∂y ∂x V = ∂y v ∂y u = ∂y ∂x U = ∂x ∂y U = ∂x (−∂x V ) = −∂x v come volevasi. Osservazione 4 Vedremo più avanti che se una funzione continua f ammette localmente una primitiva in senso complesso, allora essa stessa è olomorfa. Sia f (z) = f (x + iy) = u(x, y) + iv(x, y) continua sull’aperto D. Si consideri la forma differenziale: ( ) f (z) dz = u(x, y) + iv(x, y) (dx + idy) = u dx − v dy + i(v dx + u dy) Si ha: ℜ(f (z) dz) = u dx − v dy ℑ(f (z) dz) = v dx + u dy Osservazione 5 Si osservi che f è olomorfa se e solo se le forme differenziali u dx − v dy e v dx + u dy sono entrambe di classe C 1 e chiuse. Proposizione 6 Le seguenti condizioni sono equivalenti per una funzione continua f (z). 1. La funzione f (z) ammette localmente una primitiva olomorfa. 2. Le forme differenziali u dx − v dy e v dx + u dy sono localmente esatte. Dimostrazione. 1 ⇒ 2. Sia F = U + iV una primitiva locale di f = u + iv. Allora ∂x U = u e ∂x V = v. Poiché U + iV è olomorfa si ha ∂y U = −∂x V = −v, per cui U è primitiva di u dx − v dy. Analogamente si dimostra che V è primitiva di v dx + u dy. 2 ⇒ 1. Siano U primitiva di u dx − v dy e V primitiva di v dx + u dy. Allora ∂x U = u e ∂x V = v, per cui ∂x F = f . Rimane da dimostrare che U + iV soddisfa le condizioni di Cauchy-Riemann, e questo discende elementarmente dalla definizione di primitiva di una forma differenziale. Teorema 7 Per una funzione continua f = u + iv sono equivalenti: 1. f è olomorfa. 2. Le forme differenziali u dx − v dy e v dx + u dy sono localmente esatte. 3. f ammette localmente una primitiva olomorfa. 4. Se α e β sono circuiti omotopi in D allora: ∫ ∫ f (z) dz = f (z) dz α β 2 Dimostrazione. 1 ⇒ 2. Siccome sono soddisfatte le condizioni di Cauchy-Riemann, le forme differenziali u dx − v dy e v dx + u dy sono chiuse (v. Oss. 5) e quindi localmente esatte. 2 ⇐⇒ 3 è la Prop. 6. 2 ⇒ 4 Poiché le forme differenziali ℜf (z) dz e ℑf (z) dz sono localmente esatte, esse hanno integrali uguali su circuiti omotopi in D [DM, 6.8.5]. Pertanto la forma differenziale f (z) dz = ℜf (z) dz + iℑf (z) dz ha integrali uguali su circuiti omotopi in D. 4 ⇒ 3. Se A è un rettangolo aperto (o un aperto stellato) contenuto in D, ogni circuito γ ∫ in A è nullomotopo; pertanto γ f (z) dz = 0 per ogni circuito γ in A e quindi per il Teor. 2 f (z) ammette una primitiva olomorfa su A. 3 ⇒ 1. Se f è di classe C 1 segue dalla Prop. 3, se f è continua segue dall’Oss. 4. Definizione 8 Un aperto D del piano complesso si dice semplicemente connesso se è connesso e ogni circuito in D è nullomotopo. Dai teoremi 7 e 2 si ottiene: Proposizione 9 Se f (z) è olomorfa su un aperto semplicemente connesso D, allora f (z) ammette una primitiva olomorfa globalmente su D. Dimostrazione. Se α è un circuito in D allora α è omotopo a un circuito costante κ. Dunque per la condizione 4 del Teor. 7 si ha: ∫ ∫ f (z) dz = f (z) dz = 0 α κ La conclusione segue dalla condizione 3 del Teor. 2. BIBLIOGRAFIA [DM] G. De Marco, Analisi Due, Decibel-Zanichelli. [SP] G. De Marco, Serie di potenze ed esponenziale complesso. [BCA] Basic Complex Analysis 3