KARL MARX
1. il capitale
a. introduzione
-
Marx distingue gli elementi di fondo e astrae
quelli secondari: vuole capire quali siano le
tendenze strutturali per poter operare previsioni
b. Merce
Nel Capitale Marx si propone di mettere in luce i
meccanismi strutturali della società borghese per
comprendere e svelare “la legge economica del
movimento della società moderna”.
Il sottotitolo dell’opera come Critica dell’economia
politica, rivela la contrapposizione di Marx alla
economia classica.
Marx infatti si differenzia da Smith e Ricardo per:
1. metodo storicistico-dialettico che sottolinea una
formazione economico-sociale storica del
capitalismo (non è un sistema connaturato
nell’uomo)
2. è convinto che la società borghese porti in sé
delle contraddizioni strutturali
3. Marx è convinto che l’economia debba fare uso
dello schema dialettico hegeliano della totalità
organica, poiché ogni elemento del sistema è
strettamente connesso agli altri
Osserverà inoltre il metodo di salire dall’astratto al
concreto:
- per Hegel ciò che è astratto è il massimamente
concreto e vice versa.
- L’astratto è il modo con cui la totalità organica
viene conosciuta dall’intelletto
“il sistema capitalistico è un immenso ammasso di
merci”.
Così comincia il Capitale, e seguendo un metodo
prettamente filosofico, indaga i fondamenti, così come
fecero Aristotele, Platone, Cartesio, Kant ecc…
Si chiede cosa sia una merce:
- ammesso che sia possibile conoscere le leggi del
sistema, queste sono in parte riscontrabili nella
merce
- la merce costituisce la cellula fondamentale del
sistema capitalistico
Una merce, nel sistema capitalistico deve avere due
valori:
- valore d’uso: deve essere effettivamente utile a
qualcuno, deve corrispondere ad un bisogno
- valore di scambio: valore che garantisca la
possibilità di essere scambiata con altre merci
c. Lavoro
Il valore di scambio di una merce risiede nella quantità
di lavoro socialmente necessaria per produrla:
-
-
il termine socialmente necessaria indica che il
valore è riferito alla produttività media in un
determinato ambito storico.
Il valore di scambio non si identifica con il prezzo
Tuttavia la somma complessiva dei prezzi delle
merci deve dare un valore che equivale al valore
di scambio della somma delle merci
Quindi, se il prezzo non è equivalente al valore di
scambio, quest’ultimo ne sta per lo meno alla base.
Dimenticando che le merci sono legate al lavoro umano
si arriva al cosiddetto feticismo delle merci, ovvero la
credenza che queste abbiano valore di per sé.
d. Plusvalore
La caratteristica peculiare del sistema capitalistico
consiste nel fatto che l’intero sistema è finalizzato
all’accumulo di denaro.
Il ciclo capitalistico semplice si componeva secondo la
sequenza M-D-M (merce-denaro-merce).
Il sistema capitalista moderno è dato dalla sequenza DM-D’ (denaro-merci-nuovo denaro):
- un imprenditore investe il proprio denaro in una
merce per produrre altro denaro
- si veda quindi che la merce vale di più, ha un
valore maggiore rispetto alla somma investita
Donde deriva il maggior valore?
In linea di massima no può provenire:
- né dal denaro
- né dallo scambio, poiché per definizione gli
scambi si danno per oggetti di ugual valore
La peculiarità di questo valore maggiore (plusvalore)
consiste nel fatto che, a livello della produzione, si
utilizza una merce particolare:
- la merce umana che ha la capacità di produrre
valore essa stessa
Il capitalista compera questa merce e la paga
fornendogli ciò che è socialmente necessario, ovvero ciò
che serve per:
- vivere
- produrre
- riprodursi
Tuttavia l’operaio può produrre un valore maggiore
rispetto alla retribuzione che riceve:
- il plus valore è dato dal pluslavoro
- il pluslavoro è del lavoro offerto all’imprenditore
Il pluslavoro, così come configurato nella teoria di
Marx fornisce una spiegazione scientifica dellp
sfruttamento.
Il capitalista sfrutta il lavoro altrui per trarne
guadagno per sé stesso, in virtù del fatto che:
- possiede i mezzi di produzione
- l’operaio è costretto a vendersi.
e. Plusvalore e profitto
Dal plusvalore deriva il profitto:
- plusvalore e profitto non sono uguali
Marx distingue tra:
- capitale variabile: capitale mobile che è
necessario per pagare i salari
- capitale costante: capitale investito in sistemi e
macchinari
IL plus-valore cresce in relazione ai salari
Il rapporto tra il plusvalore e il capitale variabile da il
saggio del plusvalore
Poiché il capitalista è costretto ad investire anche in
impianti e sistemi, saggio del profitto e saggio del
plusvalore differiscono:
- il saggio del profitto è il rapporto tra il plusvalore
e la somma di capitale variabile e costante
- ed il saggio del profitto è necessariamente minore
rispetto al saggio del plusvalore
f. Le contraddizioni del sistema
capitalistico
1. la tendenza del capitalismo
La logica del capitalismo tende a:
- ricavare sempre maggior plusvalore
essere una logica del profitto privato senza
curarsi dell’interesse collettivo
IN un primo momento l’imprenditore ha provato ad
aumentare il plusvalore facendo lavorare il più possibile
l’operaio:
- ma le ore di lavoro si fermano a seconda dei
limiti biologici dell’individuo, che vanno a scapito
della produttività
In un secondo momento si ricercherà una maggior
produttività, per ridurre le ore necessarie all’operaio
per raggiungere il salario:
- si giunge al plusvalore relativo
Il capitalista deve cercare di rendere più efficienti i
metodi produttivi, per ricavarne maggior plusvalore:
- si giunge alla meccanizzazione dell’industria
- la macchina è il mezzo più potente per
l’accorciamento del lavoro e il ricavo di maggior
plusvalore relativo
Marx denuncia i costi umani provocati dall’utilizzo
delle macchine:
1) prima il salariato era padrone del proprio
mestiere, ora è appendice della macchina
2) il macchinario rende meno faticoso il lavoro
e permette lo sfruttamento di donne e
bambini
3) l’intensificazione del lavoro e la sua
spersonalizzazione generano stress
psicofisico, che sfocia in movimento di
ostilità alle macchine (es. luddismo)
2. le contraddizioni del sistema
1) l’aumento della produttività causerà delle
continue crisi cicliche di sovrapproduzione
Se in età pre-moderna le crisi erano per scarsità dei
beni, ora avvengono perché e ne sono in eccesso
Nonostante possano esservi delle attenuanti, secondo il
filosofo, questa legge è il vero e proprio punto debole
del sistema capitalistico
Critiche: Mentre alcuni riconosceranno i questa legge
una tendenza effettiva del sistema, per altri studiosi
l’aumento del numero di macchine comporta anche
maggior produttività, quindi anche un tendenziale
aumento del profitto.
Causa: l’anarchia della produzione e il mercato
sregolato
Conseguenze:
- distruzione capitalistica dei beni
- disoccupazione
2) la continua necessità di rinnovamento
tecnologico causerà una tendenziale caduta
del saggio del profitto
Il saggio del profitto diminuisce in virtù della maggiore
spesa in capitale costante, secondo la legge:
P
prof  r
cv
Da queste condizioni, secondo Marx, scaturirebbe una
legge dei rendimenti decrescenti, che avrebbe anche
un effetto demotivante per quanto riguarda gli
investimenti.
-
3) Questa tendenza, insieme all’anarchia
produttiva e alla concorrenza tende a
dividere la società in due sole classi:
borghesi (ricchi)
proletari (in numero molto maggiore e poveri)
Marx riterrà che la società di classe sia sempre
dualistica:
- molti poveri e pochi ricchi
- la ricchezza e la proprietà sono concentrate nelle
mani di pochi individui
Marx prenderà poco in considerazione le classi medie,
che di fatto si ingrandiranno sempre di più.
3. la soluzione finale del capitalismo
La tendenziale divisione in due classi sempre più
separate tenderà prodursi su scala mondiale e si creerà
un enorme contrasto tra:
- forze produttive sempre più sociali
- profitto e proprietà dei mezzi di produzione
privati
Per marx queste due contraddizioni raggiungeranno un
punto in cui diverranno incompatibili con il sistema
capitalistico:
- “Suona l’ultima ora della proprietà privata
capitalistica: gli espropriatori vengono
espropriati”.
g. la rivoluzione e la dittatura del
proletariato
Le contraddizioni della società borghese forniscono la
base oggettiva per la rivoluzione del proletariato:
- questo si impadronisce del potere ed instaura il
comunismo
Il proletariato, per Marx, ha quindi una missione
storico-universale:
- le rivoluzioni precedenti abbattevano un ordine
per costituirne uno nuovo, in cui però la
proprietà andava nelle mani di una nuova classe
dirigente
- il comunismo, invece, abolisce la proprietà
privata la divisione del lavoro e il dominio di
classe
Lo strumento della rivoluzione è quindi la
socializzazione dei mezzi di produzione:
- si abolisce il pluslavoro,
- quindi si pone fine allo sfruttamento di classe
Per quanto riguarda i metodi per accedere al potere,
Marx indica che sono differenti, legati alle possibilità
storico-nazionali:
- è tentato ad affermare che la violenza è l’unico
modo per accedere al potere, basandosi su
considerazioni storiche,
- ma lui stesso auspica la possibilità di una
rivoluzione pacifica
In un primo momento la rivoluzione deve mirare
all’abbattimento dello stato borghese:
- non deve impadronirsi della macchina del potere
e riempirla di contenuti, ma deve spezzare il
meccanismo istituzionale
Lo stato moderno è visto come sovrastruttura di una
società civile pre-statale dominata dalla borghesia:
- Il potere politico è potere di una classe
organizzata per opprimerne un’altra
- Lo Stato moderno è una macchina capitalista fin
nella propria essenza
Nemmeno lo Stato, democrazia compresa, possiede
delle tecniche neutre che possono essere a vantaggio
anche per il proletariato:
- perché ogni classe dominante fabbrica uno stato
secondo le proprie esigenze
LA DITTATURA DEL PROLETARIATO
Sebbene questo concetto si trovi anche nel Manifesto
del P.C., si trova il concetto preciso nella lettera a
Weydemeyer e la teorizzazione è presente nella Critica
al programma di Gotha (1875).
Durante la fase di transizione tra i due sistemi è
necessario introdurre un sistema provvisorio, la
dittatura del proletariato:
- nel capitalismo il termine dittatura ha una
valenza dispotica
- in un sistema comunista, è una dittatura della
maggioranza degli oppressi contro una minoranza
di controrivoluzionari borghesi
- la classe borghese, fatta di ex-oppressori è
destinata a scomparire
La dittatura del proletariato è quindi una misura
fondamentale per attraversare il periodo di transizione
Quali forme deve assumere la ddp?:
- Marx tacque per parecchio tempo su questo
aspetto
- La Comune parigina sarà per lui la foram
politica finemente scoperta, in cui è possibile
l’emancipazione economica del lavoro
Carlo Pianciola individua le caratteristiche fondamentali
della Comune:
1) sostituzione dell’esercito con
l’organizzazione degli operai armati
2) soppressione del parlamento
3) repressione del privilegio burocratico
4) abolizione della separazione dei poteri,
giudicata fittizia
per Marx la dittatura del proletariato è solamente una
fase di transizione:
- mira al supermento di ogni forma di Stato
- questa teoria discende dai principi del
materialismo storico
Se tutti gli Stati, nella storia, si sono presentato come
oppressori, il proletariato, abolendo le classi, getta i
presupposti per il “deperimento dello stato”.