consultando la mappa - Il Trentino dei Bambini

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IL LAVORO,
LE FATE,
LE STREGHE
A.S.U.C. di Preghena
Percorso turistico-didattico
Preghena
A.S.U.C. di Preghena
Provincia Autonoma
di Trento
LA MAPPA
ISTRUZIONI:
Clicca sulle lettere nella mappa per visualizzare la stazione
A.
EL CIARETAR
B.
GLI ANIMALI DEL BOSCO
C.
VEDO E NON VEDO
D.
LE SPADE NELLA ROCCIA
E.
IL PENTOLONE DELLE STREGHE
F.
LA STREGA VOLANTE
G.
LE PESTE DAL DIAOL
H.
LE CAMPANE
I.
I LEGNI
J.
LE MOTOSEGHE
K.
EL "DOSS DA MUL"
L.
STREGHE E FATE: LA FATINA PRIGIONIERA
M.
LE STACCIONATE TRADIZIONALI IN LEGNO
N.
STROBILI
O.
LA CARBONAIA (CIARBONARA)
P.
LO GNOMO
Q.
LE SCOPE DELLE STREGHE
R.
I MOSTRI NELL'ALBERO
S.
IL SERPENTE
T.
STREGHE O FATE? IL CASTAGNO
U.
I FUNGHI DEL BOSCO (lec dai soldadi)
EL “DOS DA MUL”
Questa piccola collina, con molto pietrame, ci fa pensare ad un “castelliere”, data
anche la sua posizione di osservatorio strategico. Si vede infatti la Valle di Rumo, il
Mezzalone, Cis e la Valle di Bresimo. La leggenda dice che uno di Preghena, che si
trovava a lavorare in Austria, si spacciava per un Conte riccone. Una contessa gli
chiese dove avesse il castello e lui rispose che il suo castello si chiamava Dos da
Mul. La contessa cercò sui suoi libroni ma del Castel Dos da Mul non trovò traccia.
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PESTE DEL DIAOL
Il diavolo stava litigando con nostro Signore, per vedere chi fosse più forte ed
avesse il diritto di dominare il mondo. A forza di spingere, il diavolo lasciò le impronte
dei suoi piedi nella pietra, così come le vedete, però vinse Dio. Infuriato il diavolo
lanciò contro Dio quel grande masso erratico che sta poco sopra. Forse le impronte
sono di qualche animale preistorico. Il macigno che sta sopra è certamente un
masso spinto fin là dai ghiacciai, durante le glaciazioni, depositato, appunto, quando
i ghiacciai si ritirarono e si sciolsero.
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CIARETAR
Questa è la costruzione, che esisteva in ogni dove al limitar del bosco. Qui veniva
applicata la ciareta, o comunque una coppia di ruote sotto i “palanci del broz”,
grosse stanghe che strisciavano a terra da una parte del broz stesso. All’altra
estremità grosse ruote. Quindi si passava da un trasporto semistrisciante su due
ruote ad un trasporto, per strade da lì in poi buone, su quattro ruote.
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LE STACCIONATE TRADIZIONALI IN LEGNO
L’ufficio Foreste e Fauna ha avviato un’azione per incentivare in Trentino il recupero
delle recinzioni tradizionali in legno. (misura 313). E’ stata editata per questo anche
una bella pubblicazione. Qui sopra, al “Doss da Mul” ed alla installazione “Peste dal
Diaol” potete vedere alcuni esempi di staccionate.
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LA CARBONAIA (ciarbonara)
In tutti i luoghi di montagna, dai tempi più antichi,
ogni comunità aveva le sue carbonaie. Metodo
semplice, ma che richiedeva capacità e
conoscenza, per ricavare dal legname
disponibile il carbone necessario al
riscaldamento e per le attività artigianali (fabbri).
Qui potete vedere un esempio di come la legna
veniva posizionata e ricoperta con terra o “tope”
di erba per favorire la giusta combustione che
portava alla carbonificazione.
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STROBILI
Lo strobilo, volgarmente chiamato cono o pigna, è una struttura vegetale formata da
brattee legnose nelle quali alloggiano i semi delle Gimnosperme. In questo antico
gruppo di piante non si può parlare ancora di frutti, che appaiono solo nelle
Angiosperme. Gli strobili sono le strutture che producono gli elementi della serie
maschile e quelli della serie femminile e possono essere presenti sulla stessa pianta
(specie monoica) o su piante diverse (specie dioica). I coni o strobili maschili sono
formati da foglie pollinifere (squame) dette microsporofilli, disposti ad elica od in
verticilli su un asse centrale. All’ascella di ogni microsporofillo sono portati i
microsporangi o sacche polliniche, in cui, per meiosi, a partire da cellule madri (2n),
si formano le microspore o granuli pollinici (n). I coni o strobili femminili sono
costituiti da foglie fertili dette macrosporofilli inserite ad elica su un asse centrale. I
coni femminili sono portati in genere in posizione ascellare e sono formati da un
numero ridotto di mascrosporofilli. Ciascun macrosporofillo porta all'ascella uno o più
ovuli, che costituiscono il macrosporangio o sporangio femminile.
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