ISTITUTO COMPRENSIVO FEDERICO DE ROBERTO SPORTELLO DI CONSULENZA PEDAGOGICA La scuola è uno degli ambiti privilegiati in cui la pratica del Counseling può trovare spazio perché gli interventi di Counseling tendono all'agevolazione della relazione insegnante-studente; insegnante-genitori. Presso l’Istituto Comprensivo Federico De Roberto è stato attivato uno sportello di consulenza pedagogica cogestito da docenti che possiedono competenze pedagogiche specifiche; lo sportello è organizzato sull’ascolto attivo e, intercettando i bisogni di insegnanti, alunni e genitori,offrirà risposte adeguate alle diverse problematiche di ordine pedagogicoscolastico. Una buona comunicazione a scuola non solo ha un valore di prevenzione delle difficoltà , ma è anche una premessa indispensabile per ottenere risultati positivi nell'insegnamento e nell'apprendimento. Il Counseling Scolastico è un’attività volta a rinforzare e valorizzare i percorsi didattici, si rivolge in particolar modo agli alunni al fine di accompagnarli nel processo di crescita personale . Si attua attraverso il sostegno offerto con l’ “ascolto attivo” nei momenti meno facili e nella condivisione. L’ascolto promuove altresì l’autonomia e la responsabilità del proprio agire, serve a orientare il giovane nello sviluppo delle sue potenzialità/capacità progettuali sia nella scuola che nella vita. Gli OBIETTIVI del Counseling pedagogico e scolastico si possono così formulare: prevenire il disagio giovanile attraverso il sostegno e l’ascolto attivo, competente e responsabilizzante; offrire sostegno alle difficoltà dell’età evolutiva di vario genere, favorire e/o facilitare i processi comunicativi e di relazione sani del ragazzo nel gruppo di appartenenza. LIVELLI OPERATIVI DI INTERVENTO SPAZIO DI ASCOLTO INDIVIDUALE PERCORSI DI OSSERVAZIONE/VALUTAZIONE DI DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO/RELAZIONE ATTIVITA’ DI SCREENING COUNSELING PEDAGOGICO PER INSEGNANTI ATTIVITA’ DI COORDINAMENTO CON I DOCENTI MEDIANTE COLLOQUI,SERVIZI DI SPORTELLO,INCONTRI DI SUPPORTO PER PROBLEMATICHE DI VARIO TIPO ATTIVITA’ DI PREVENZIONE RISPETTO ALL’EMERGERE DI SITUAZIONI DI DISAGIO SCOLASTICO RELAZIONALE E DIDATTICO. OPUSCOLO INFORMATIVO SUI DELL’APPRENDIMENTO RIVOLTO AI GENITORI DISTURBI SPECIFICI PRESENTAZIONE Il presente opuscolo vuole essere un contributo informativo rivolto ai docenti /ai genitori degli alunni iscritti presso questa istituzione scolastica. L’intento è quello di aiutarli a comprendere meglio la complessa realtà dei disturbi specifici dell’ apprendimento – i DSA .- che fino a non molto tempo fa era poco conosciuta, o per meglio dire, riconosciuta, e la cui conoscenza, anche in campo medico, è stata recentemente approfondita grazie al costante apporto scientifico di esperti che, segnatamente in ambito nazionale, hanno contribuito a una loro adeguata diffusione in termini formativi ed informativi. Esso rappresenta l’esito finale di una serie di riflessioni portate avanti all’interno dello staff di istituto circa la necessità e l’opportunità di divulgare in modo efficace informazioni corrette non meno che sinteticamente espresse, a quanti, genitori e docenti in particolare, sono interessati a conoscere meglio la problematica dei D S A .. La forma scorrevole e l’ agevole, oltre che piacevole, lettura del presente lavoro, senza nulla togliere al rigore scientifico che una, per quanto sintetica, trattazione della tematica impone, agevola ai destinatari la comprensione della complessa problematica aiutandoli a riflettere sulle azioni educativo /didattiche da porre in essere per aiutare tutti i bambini per i quali è stata prodotta diagnosi ufficiale di D S A (o è in via di accertamento l’acquisizione della stessa). Piera Leone, autrice di questo prezioso lavoro, è docente di questa istituzione scolastica, titolare di Funzione Strumentale al P.o.f. per l’ area integrazione, nonché pedagogista iscritta all’Albo nazionale dei pedagogisti clinici. Ci si augura che questo agevole strumento possa rappresentare anche un aiuto significativo alle famiglie, affinché in caso di sospetto di DSA. nei figli, avviino tempestivamente i rapporti con le sedi del S.S.N. in modo da diagnosticare la presenza o meno di disturbi specifici dell’ apprendimento. Sicuramente lo stesso libretto, che in forma più tecnica è proposto alla lettura dei docenti, sarà un aiuto ai docenti tutti e a quei Consigli di Classe che dovranno redigere il Piano Didattico Personalizzato degli alunni per i quali la scuola ha acquisito la diagnosi ufficiale di DSA. indicando in quest’ultimo le scelte in merito al processo d'insegnamentoapprendimento e gli strumenti compensativi e dispensativi che di volta in volta si ritiene utile mettere in campo per la promozione umana e culturale dei bambini affetti da DSA. Si ritiene utile mettere questo contributo di conoscenza a disposizione di quanti interessati che potranno fare richiesta telefonando o scrivendo ai recapiti indicati in copertina. Ringraziando tutti per l’attenzione che meritatamente dedicheranno al presente lavoro auguro loro una buona e proficua lettura! Il dirigente scolastico Carmela Maccarrone OPUSCOLO INFORMATIVO SUI DELL’APPRENDIMENTO RIVOLTO AI GENITORI DISTURBI SPECIFICI Oggi purtroppo la conoscenza dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento è ancora così vaga e poco diffusa che, spesso, si trova difficoltà a riconoscerli. C’è una tendenza a considerare determinate lacune nell’apprendimento come comportamenti caratteristici del bambino “ svogliato” che “ potrebbe fare di più ma non si impegna abbastanza”, quando invece, una parte di queste, sono causate dai DSA ( Disturbi Specifici dell’Apprendimento). I DSA comprendono ciò che rientra nella definizione di “ Sindrome Dislessica” e sono la DISLESSIA, la DISGRAFIA, la DISORTOGRAFIA e la DISCALCULIA. I DSA si manifestano in presenza di un normale livello intellettivo, un’istruzione idonea, un’integrità neurosensoriale e un ambiente socio-culturale favorevole. E’ evidente, quindi, che un Disturbo Specifico dell’Apprendimento non può essere facilmente riconosciuto nella scuola dell’infanzia, in quanto si presenta in bambini che non mostrano nessun altro tipo di deficit. Mentre nel caso di ritardi intellettivi o di gravi carenze socio-ambientali la scuola dell’infanzia svolge un ruolo determinante nell’individuazione precoce del problema, ciò non accade nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che si caratterizzano proprio per essere” asintomatici” fino a quando il bambino non è esposto ai compiti previsti nell’ambito dell’insegnamento elementare. Questa caratteristica fa sì che, a volte, anche nella scuola primaria il problema venga sottovalutato e individuato in ritardo, poiché, presentandosi in bambini che apparentemente hanno le potenzialità per apprendere, viene spesso attribuito a mancanza di interesse o scarsa applicazione allo studio, con conseguenze negative sul bambino, sia di tipo psicologico che di rendimento scolastico. Per un bambino con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, quindi, la frequenza della scuola diventa un percorso ad ostacoli; questo, spesso, determina reazioni psicologiche quali nausea, cefalee e, a volte, assume la forma del disturbo del comportamento con irritabilità, instabilità attentiva, aggressività oppure conduce ad una generale inibizione in tutte le attività della classe, con conseguenti problematiche affettivo-relazionali. Quando nasce il sospetto di trovarsi di fronte ad un bambino con DSA è importante che venga riconosciuto in modo tempestivo per poterlo aiutare. Voi genitori che siete a stretto contatto con i vostri bambini anche durante la fase dei loro primi apprendimenti, giocate un ruolo fondamentale nel riconoscimento di tali disturbi e di un conseguente intervento tempestivo. d SEGNALI DI POSSIBILE D.S.A. Qualora un bambino dovesse presentare uno o più di questi segnali potrebbe essere utile fare un’indagine più approfondita, in quanto possono essere indicatori di dislessia o di altro genere di problematiche comunque da non sottovalutare. CARATTERISTICHE PERMANENTI Alcune peculiarità dei dislessici possono essere presenti fin dalla prima infanzia e persistere in età adulta. Come ad esempio : • Avere problemi nel recuperare una determinata parola (disnomia) all’interno di un discorso che si sta formulando. • • Confusione di ordine spazio/temporale: destra/sinistra, ieri/oggi/domani, Pranzo/cena, dentro/fuori. Avere difficoltà nel memorizzare le cose in sequenza: tabelline, mesi e giorni o lista di numeri e parole in una determinata sequenza. SEGNALI PRESCOLARI • • • Ritardo del linguaggio; Problemi di pronuncia; Costruzione di frase con l’utilizzo limitato di vocaboli per l’età; • • • • • Difficoltà ad imparare l'alfabeto, i giorni della settimana, il nome delle dita delle mani; Confusione tra destra e sinistra o fra le varie fasi della giornata mattina/sera Ritardo nell'acquisizione di abilità motorie fini come allacciarsi le scarpe o usare le forbici, abbottonarsi, ecc. L’ascolto di una lettura è molto piacevole ma non c’è curiosità verso la conoscenza del segno grafico(lettere o parole) E’ facilmente distraibile e soggetto ad agitazione motoria (non riesce a stare fermo) SEGNALI NEL PERIODO DELLA SCUOLA ELEMENTARE • • • • • • • • • • • • • • Lettura lenta e scorretta rispetto all’età. Lettere o numeri scritti al contrario Fatica nel ricordare le sequenze (tabelline/alfabeto/mesi dell’anno) Difficoltà nell’utilizzo di un linguaggio specifico Scrittura poco chiara e con frequenti errori di vario genere (inversione di lettere, dimenticanza di lettere soprattutto nei dittonghi, confusione fra lettere simili sia per suono che per segno grafico) Confonde ‘b’ con ‘d’ e ‘p’ con ‘q’. Frequenti e ripetuti errori di ortografia come accenti, utilizzo scorretto dell’ h o della q, errori nell’utilizzo delle doppie. Difficoltà nei calcoli a mente anche per semplici quesiti e si aiuta spesso con le dita. Difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione. La comprensione del testo spesso non è adeguata per età. Difficoltà nell’allacciarsi le scarpe, annodare,vestirsi, abbottonarsi. Difficoltà nell’imparare a leggere l’orologio Difficoltà nell’indicare destra o sinistra in modo automatico, mattina o pomeriggio, etc. Molto intelligente e intuitivo. Difficoltà nell’orientarsi DALLE MEDIE IN AVANTI Oltre a ciò che viene segnalato per il ciclo delle elementari si devono aggiungere nuovi aspetti: • • • • • • • Difficoltà nell’utilizzo di parole nuove o lunghe. Difficoltà nell’organizzazione degli impegni ora/data/luoghi. Difficoltà nel redigere un testo scritto dal punto di vista organizzativo e dei contenuti. Difficoltà nell’utilizzo della terminologia specifica in materie come scienze , geografia , storia come ad esempio meridiani/paralleli paleozoico, etc.. Difficoltà nell’acquisizione della lingua straniera. Scarsa fiducia nelle proprie capacità, con autostima limitata o nulla. Eccelle in alcuni ambiti e risulta molto scarso in altri. ARRIVARE ALLA DIAGNOSI Arrivare alla diagnosi non sempre è facile. A volte la scuola o la famiglia non si rendono conto delle difficoltà dell’alunno confondendole con pigrizia o svogliatezza; a volte è proprio l’alunno che esprime le proprie perplessità sul suo essere “diverso” rispetto ai compagni. La diagnosi deve essere fatta dagli specialisti dell’ASP che si occupano di D.S.A e che seguono le indicazioni e i criteri della CONSENSUS CONFERENCE, un accordo nato nel 2007 tra l’ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA e varie società scientifiche ed associazioni e che fissa le linee guida per DEFINIZIONE, CRITERI DIAGNOSTICI ED EZIOLOGIA. A fronte di una diagnosi che certifichi la presenza di uno o più DSA e ne quantifichi il livello di serietà del disturbo, la famiglia deve richiedere una relazione scritta. Essa servirà alla famiglia, oltre che per comprendere le dinamiche che intercorrono in un bambino con DSA anche per comunicare con la scuola, per ottenere gli aiuti economici posti in atto dalle varie regioni per l’acquisto di ausili informatici e non, per presentarla ad ogni controllo successivo o per organizzare un intervento specialistico (logopedico, pedagogico, psicologico, ecc) qualora lo si ritenga utile e necessario. La diagnosi permette alla famiglia e, soprattutto al soggetto interessato, di identificare il problema e di cominciare ad affrontarlo con i giusti mezzi. Dalla dislessia non si guarisce perché non è una malattia, ma è importante sapere che si può compensare il disturbo; pertanto è consigliabile ripetere la diagnosi ad ogni cambio di ciclo scolastico e in vista degli esami finali del ciclo di studi. LA SCUOLA DA INFORMARE Generalmente lo specialista che ha stilato la diagnosi si mette a disposizione per aiutare la famiglia a comunicare i risultati dei test specifici alla scuola. Esso oltre a presentare la diagnosi, spiegherà quali sono le dinamiche da attuare in classe e consiglierà sull’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi. Consegnare la fotocopia della diagnosi scritta, con una lettera accompagnatoria e con la richiesta che venga protocollata e inserita nel fascicolo dell’alunno • Chiedere che venga stilato un piano educativo personalizzato. Nella scelta della scuola da far frequentare al proprio figlio sarebbe opportuno informarsi sempre con anticipo su come la scuola prescelta intenda rapportarsi o già si rapporta con alunni con DSA. Tali informazioni si possono evincere dal P.O.F. (piano dell’offerta formativa) della scuola, ma qualora non ci fosse menzione alla dislessia allora è sempre bene chiedere colloquio con la dirigenza e cercare di avere quante più informazioni possibili. Il genitore dovrebbe mantenere per tutto il corso di studi un rapporto di comunicazione continua con la scuola cercando anche di essere propositivo su come aiutare il proprio figlio e dando informazioni su quali strumenti siano più confacenti al figlio. La diagnosi descrive le difficoltà del figlio e dà dei suggerimenti di carattere generale ma solo il genitore, con l’aiuto degli insegnanti, può comprendere fino in fondo cosa sia meglio per il proprio figlio. A tal proposito sarebbe opportuno stilare con la scuola il PEP (Piano Educativo Personalizzato) o PDP (Piano Didattico Individualizzato). • P.E.P O P.D.P Il consiglio di classe dovrebbe stilare il PEP per ogni alunno che abbia la diagnosi di DSA. Esso non è altro che una relazione nella quale tutti gli insegnanti mettono per iscritto quali strategie e misure compensative e dispensative adottano per l'alunno sia durante la didattica che in sede di valutazione, a fronte di un indagine conoscitiva dell’alunno stesso (ad esempio quanta consapevolezza ha l’alunno delle proprie difficoltà, come studia, che tipo di interventi sono stati già attuati, etc..). Di fronte alla diagnosi di dislessia molti genitori si chiedono come poter aiutare il proprio figlio a raggiungere la piena autonomia di cui ha bisogno per riacquistare fiducia in se stesso. Nel corso degli anni le conoscenze sempre più approfondite e l’esperienza di chi ci è già passato hanno reso possibile stilare una sorta di consigli utili di seguito elencati. 1. In primo luogo dovete prendere coscienza del fatto che vostro figlio è dislessico e che ciò non è colpa vostra o della scuola ne tantomeno del bambino stesso. La dislessia è caratteristica come può essere il colore degli occhi. Accettatela e cercate di cogliere gli aspetti positivi per affrontarla al meglio. 2. Vostro figlio è la prima persona che sa di avere una particolarità quindi parlatene con lui, chiedete il suo stato d’animo le sue sensazioni e aiutatelo a capire le sfaccettature della dislessia così da permettergli di prendere consapevolezza e aiutatelo a acquisire sempre più autonomia. 3. Anche se tuo figlio è dislessico questo non significa che non gli piace la lettura. E’ importante leggergli spesso libri di narrativa e di vario genere così da aiutarlo ad arricchire il suo vocabolario ma anche a poter interagire con i suoi coetanei sugli stessi argomenti di loro interesse. Se non puoi leggere tu per lui esistono gli audiolibri e i libri in formato digitale che sopperiscono alla mancanza di tempo che spesso ci assilla. 4. Quando leggete non fatelo considerando vostro figlio uno spettatore passivo, ma rendetelo partecipe e coinvolgetelo nella lettura leggendo insieme. 5. Il bambino dislessico è molto curioso quindi cercate di parlare con lui il più spesso possibile e affrontate qualsiasi tipo di argomento, questo gli permetterà di soddisfare la sua curiosità e di sentirsi sempre partecipe alla vita di famiglia come persona rilevante e che può dare il proprio contributo. Questo è molto importante per il suo sviluppo psicologico e per l’acquisizione della sua autostima. 6. Nel gioco con vostro figlio privilegiate i giochi di carte, o da tavalo come ad esempio monopoli, memory, puzzle etc.. Essi aiutano a sviluppare la concentrazione e a mantenere l’attenzione. Sono bambini molto creativi e fantasiosi quindi permettetegli di giocare con pongo, plastilina, colla, etc.. li aiuterete a sviluppare la manualità fine. Non trascurate le rime, le filastrocche, le canzoni; esse permettono di allenare la memoria. 7. Nel guardare la televisione siate sempre insieme a vostro figlio e commentate ciò che vedete. 8. Cercate di mettere in risalto la capacità e le qualità di vostro figlio, promuovete attività dove eccelle. Cercate sempre di mostrargli i suoi punti di forza. IN CHE MODO POSSIAMO AIUTARE NOSTRO FIGLIO CON LA SCUOLA? Il bambino dislessico va aiutato a imparare ad organizzarsi e a trovare la propria autonomia così da non dover dipendere da nessuno. In che modo possiamo arrivare all’autonomia? Creare una routine quotidiana. Il bambino dislessico ha bisogno di essere organizzato e di avere i momenti della giornata programmati e scanditi secondo una routine. Sarebbe utile creare un cartellone da appendere nel luogo dedicato ai compiti dove giorno per giorno vengono inseriti e programmati i momenti di studio alternati a quelli di riposo o di attività extrascolastiche. Il luogo dedicato allo studio dovrebbe essere il più possibile privo di distrazioni e tutto il necessario per il momento dei compiti dovrebbe essere a portata di mano (calcolatrice, penne, matite, pennarelli, quaderni, etc…) Il dislessico si stanca molto facilmente quindi è opportuno frazionare molto lo studio con pause di almeno 10 minuti. La lettura è importante ma per evitare frustrazione e stanchezza mentale si può leggere per lui o procurargli audiolibri. • Eseguire i compiti. Il carico di compiti spesso spaventa e avvilisce il bambino dislessico, è importante che egli possa sentirsi libero di lavorare al meglio e con tranquillità, per fare ciò dovete suddividere i compiti per carico ed impegno, ad esempio suddividere esercizi di matematica in 2 momenti separati e inserire qualcosa di più semplice fra i due momenti. In ogni • caso il bambino dislessico ha diritto ad avere una riduzione dei compiti a casa, l’importante è la qualità e non la quantità. Leggetegli le consegne e assicuratevi che abbia compreso le richieste e per esercizi più complessi affiancatevi a lui eseguendoli insieme. Aiutate il bambino ad utilizzare gli strumenti in suo possesso come ad esempio l’uso del PC per la produzione scritta o la costruzione di mappe mentali e concettuali nello studio. Incoraggiatelo e gratificatelo per l’impegno profuso. Aiutatelo nella formulazione del pensiero prima di passare alla vera e propria stesura. Uso della tecnologia. L’uso del computer nella presentazione dei compiti può fare una grossa differenza nella valutazione finale. Il computer permette di scrivere utilizzando il correttore ortografico e quindi di concentrarsi solo sulla costruzione del pensiero. Inoltre oggi ci sono anche software per la sintesi vocale e i libri scolastici in formato digitale pertanto la lettura è demandata al computer e in internet ci sono molti software e siti utili per molte discipline di ogni ordine e grado scolastico. Non cercate di essere l’insegnante di vostro figlio ma piuttosto aiutatelo a promuovere la propria autonomia, questo farà di lui una persona che acquisterà sempre più fiducia in se stesso. Ricordatevi che noi siamo in primo luogo i genitori dei nostri figli e che dobbiamo cercare di vivere con loro del tempo di qualità. Avere e crescere un figlio dislessico può essere una bella sfida e se presa nel verso giusto ci porterà a scoprire un mondo nuovo fatto di tanta creatività e ingegno. • Piera Leone Insegnante e Pedagogista