Insieme delle condizioni cliniche che manifestano un disagio espresso attraverso un rapporto alterato con il cibo e con il proprio corpo tali da compromettere la qualità della vita e le relazioni sociali della persona affetta Gruppo eterogeneo di disordini caratterizzati da una molteplicità di sintomi che si manifestano attraverso un comportamento alimentare disturbato Sono definite come patologie dello sviluppo piuttosto che “solo” mentali, si distribuiscono lungo un continuum assumendo caratteristiche differenti a seconda dell’età Fino a non molti anni fa i disturbi del comportamento alimentare nell’infanzia e nella preadolescenza facevano riferimento a condizioni cliniche circoscritte,condotte classificate nel DSM IV e ICD 10 Oggi, accanto a queste forme di disagio, troviamo casi di bambini e preadolescenti che presentano alterazioni del comportamento alimentare molto simile, a quelli, che fino a poco tempo fa,si trovavano prevalentemente nell’adolescente e nell’adulto; Condotte diversificate a seconda del periodo evolutivo Necessità di nuove classificazioni diagnostiche Pica ( criteri diagnostici per il DSM IV) •Persistente ingestione di sostanze non alimentari per un periodo di almeno un mese •L’ingestione di sostanze non alimentari è inappropriata rispetto al livello di sviluppo • •Il comportamento di ingestione non fa parte di una pratica culturalmente sancita •Se il comportamento di ingestione si manifesta esclusivamente durante il decorso di un altro disturbo mentale(ad es: ritardo mentale, disturbo generalizzato dello Sviluppo, schizofrenia), è sufficientemente grave da giustificare di per sé attenzione clinica. Ruminazione •Ripetuto rigurgito o rimasticazione di cibo per un periodo di almeno un mese, dopo un periodo di funzionamento normale •Il comportamento non è dovuto ad una condizione gastrointestinale associata o a un’altra condizione medica generale ( es. reflusso gastroesofageo) •Il comportamento non si manifesta esclusivamente durante il decorso di anoressia nervosa o di bulimia nervosa. Se i sintomi si manifestano durante il decorso di ritardo mentale o di un disturbo generalizzato dello sviluppo,sono sufficientemente gravi da giustificare di per sé attenzione clinica Disturbo da nutrizione dell’infanzia •Anomalia della nutrizione che si manifesta con una persistente incapacità di alimentarsi adeguatamente, con significativa incapacità di aumentare di peso o significativa perdita di peso durante un periodo di almeno un mese •L’anomalia non è dovuta ad una condizione gastrointestinale associata a un’altra condizione medica generale Disturbo dell’alimentazione oltre che essere una entità diagnostica primaria può essere sintomo di altri disturbi (Classificazione diagnostica 0‐3) •Disturbo post traumatico da stress •Disturbo di adattamento •Disturbo della regolazione •Disturbi d’ansia •Disturbi dell’umore •Disturbo della regolazione Sintomo di altri disturbi •Disturbo post traumatico da stress •Disturbo di adattamento •Disturbo della regolazione •Disturbi d’ansia •Disturbi dell’umore 25% b.ni con normale sviluppo psicofisico possono presentare un problema alimentare 35% b.ni con una difficoltà di sviluppo (prematurità, immaturità, disturbi specifici) 6% tra i 6 e 15 mesi se riferiti dai genitori 25‐40% nei b.ni più grandi (eccessiva alimentazione ridotta alimentazione particolare pattern alimentari) 5‐10 % casi gravi Clinici e ricercatori hanno sottolineato quanto l’evoluzione dei disturbi alimentari infantili (continuità temporale e tendenza a persistere) rappresentino fattori di rischio per lo sviluppo di ulteriori disturbi evolutivi Evoluzione dei disturbi alimentari infantili in termini di continuità temporale e la loro tendenza a persistere, rappresentando fattori di rischio per lo sviluppo di • disturbi evolutivi della crescita • di problemi comportamentali • disturbi di personalità Data l’incidenza e la varietà sintomatologica dei disturbi alimentari in età evolutiva,diviene sempre più importante avere che siano punti di riferimento e che consentano di osservare e riconoscere sia i disagi transitori che le forme sub-cliniche, prima che si conclamino i veri e propri quadri psicopatologici I comportamenti alimentari si allineano con lo sviluppo delle abilità sensomotorie del bambino, basato sulla maturazione neurologica e sulle esperienze di apprendimento, sociali e affettive Difficoltà alimentari transitorie sono inoltre comuni durante l’infanzia in alcuni momenti critici dello sviluppo e non costituiscono necessariamente un disturbo 7‐9 mesi svezzamento, angoscia dell’estraneo 2°‐3° anno di vita passaggio verso l’alimentazione autonoma rifiuto come espressione di un normale processo maturativo Riorganizzazione ad un livello più complesso delle capacità biologiche cognitive ed affettive, negoziazione reciproca della coppia bambino ‐caregiver Nuova regolazione interattiva Nuovo adattamento che tenga conto del senso di autonomia individuale del bambino La nutrizione diventa così luogo di incontro privilegiato per l’emergere ed il progredire di una adeguata relazione adulto/bambino. l’insieme di tali scambi costituirà un sistema di regolazione in cui ciascuna parte influenza e regola l’altro, favorendo ed ostacolando l’adattamento regola crescita psicologica Nella prima infanzia, trovando un primato del corpo sulla mente, si può osservare rispetto altre fasi evolutive, un’espressione sintomatica, di un disagio o trauma, a carico del corpo o di una sua funzione primaria Il corpo diviene quindi palcoscenico sul quale si esprime un vissuto che si lega spesso intimamente al rapporto con le principali figure di accudimento Le figure di accudimento possono reagire in modi differente spesso riflettono le loro esperienze evolutive nel processo di separazione individuazione (dal favorire l’autonomia all’iperprotettività) Dalla psicoanalisi ad un modello psicodinamico evolutivo in cui vengono valorizzate le interazioni e le comunicazione della diade madre-bambino Quanto un problema diventa disturbo Classificazione diagnostica 0‐3 definisce il disturbo dell’alimentazione come difficoltà del bambino a stabilire pattern regolari di alimentazione con una adeguata immissione di cibo e a regolare la propria alimentazione con gli stati fisiologici di fame o sazietà. Questa modalità di procedere permette di comprendere ‐anoressia infantile, ‐Difficoltà di accrescimento non organica ‐Obesità Comprensione multidisciplinare e multifattoriale delle cause che possono essere all’origine delle difficoltà alimentari precoci Aspetti bio‐psico –sociali del bambino Pattern di sviluppo della relazione bambino‐caregiver Principali fattori all’origine dei disturbi alimentari infantili Processi maturativi e autoregolatori del bambino Temperamento del bambino Processi psicodinamici evolutivi Interazioni bambino‐caregiver Storia relazionale del Ambiente Stili di attaccamento b.no‐caregiver (Manuale di Psicopatologia dell’infanzia) (Chatoor 2005) Disturbo alimentare dell’omeostasi(tra la nascita e i tre mesi)bambino presenta un disturbo di regolazione, fatica a raggiungere uno stato di calma per mangiare Disturbo alimentare dell’attaccamento tra i due e gli otto mesi. assenza di adeguata reciprocità durante l’alimentazione con il caregiver Disturbo alimentare di separazione (anoressia infantile)tra i sei mesi e i tre anni rifiuto di una adeguata quantità di cibo e assenza di interesse per lo stesso Avversione sensoriale al cibo: rifiuto di mangiare specifici cibi con certi odori,gusti,consistenza e colori Disturbo alimentare post traumatico Disturbo associato ad una concomitante avversione condizione medica Lask,Bryant‐Waugh (2007) Nicholss,Bryant‐Waugh (2009) Anoressia Nervosa ad esordioprecoce rifiuto ad alimentarsi, distorsioni cognitive e preoccupazione eccessiva per il peso Bulimia nervosa ad esordio precoce abbuffate e condotte alimentari senza controllo Dist.Emotivo di rifiuto del cibo Alimentazione Selettiva forte selettività e rifiuto di nuovi alimenti in assenza di distorsioni cognitive e preoccupazioni per il peso Disfagia Funzionale evitamento del cibo associato alla paura del soffocamento o vomito senza distorsioni cognitive Rifiuto Pervasivo rifiuto totale di alimentarsi e prendersi cura di sé Dist. Di alimentazione incontrollata a esordio precoce Fobie alimentari Disturbo emotivo di rifiuto del cibo DERC (Higgs 1989) Bambini con apporto alimentare inadeguato e disturbi della sfera emozionale, che non soddisfano i criteri per Anoressia nervosa •Rifiuto del cibo che non dipende da un primitivo rifiuto affettivo •Perdita di peso •Disturbo dell’umore, che non soddisfa i criteri per la diagnosi di Disturbo Affettivo Primitivo •Assenza di preoccupazione morbosa per il peso e/o la forma fisica del corpo •Assenza di malattie organiche o psicosi L’evitamento del cibo viene ad avere una base emozionale(ansia,tristezza,preoccupazione,ossessività) 33% b.ni 4-12aa afferiti Centro Reg. Bologna) Esiste legame tra l’aspetto relazionale familiare e il disordine alimentare Le aspettative che il genitore trova depositate su se stesso Dai suoi stessi genitori (trasmissione trans –generazionale): Tali aspettative, non soddisfatte negli anni, vengono riversate sul figlio Tratti e caratteristiche comuni Dinamiche a tipo falso Sé Perfezionismo Inadeguatezza Paura della maturità Preoccupazione per il peso e al forma corporea (Non con le caratteristiche di pervasività ) Deve prendere in considerazione •Caratteristiche del bambino •Caratteristiche delle figure di attaccamento •Le loro dinamiche relazionali all’interno dello specifico contesto di vita