disturbo Classificazione diagnostica 0-3 definisce

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Insieme delle condizioni cliniche che manifestano un disagio espresso
attraverso un rapporto alterato con il cibo e con il proprio corpo tali da
compromettere la qualità della vita e le relazioni sociali della persona
affetta
Gruppo eterogeneo di disordini caratterizzati da una
molteplicità di sintomi che si manifestano attraverso un
comportamento alimentare disturbato
Sono definite come patologie dello sviluppo
piuttosto che “solo” mentali,
si distribuiscono lungo un continuum
assumendo caratteristiche differenti a seconda dell’età
Fino a non molti anni fa i disturbi del comportamento
alimentare nell’infanzia e nella preadolescenza facevano
riferimento a condizioni cliniche circoscritte,condotte
classificate nel DSM IV e ICD 10
Oggi, accanto a queste forme di disagio, troviamo casi di bambini e
preadolescenti che presentano alterazioni del comportamento
alimentare molto simile, a quelli, che fino a poco tempo fa,si
trovavano prevalentemente nell’adolescente e nell’adulto;
Condotte diversificate a seconda del periodo evolutivo
Necessità di nuove classificazioni diagnostiche
Pica
( criteri diagnostici per il DSM IV)
•Persistente ingestione di sostanze non alimentari per un periodo di almeno un mese
•L’ingestione
di sostanze non alimentari è inappropriata rispetto al livello di sviluppo
•
•Il comportamento di ingestione non fa parte di una pratica culturalmente sancita
•Se il comportamento di ingestione si manifesta esclusivamente durante il decorso
di un altro disturbo mentale(ad es: ritardo mentale, disturbo generalizzato dello
Sviluppo, schizofrenia), è sufficientemente grave da giustificare di per sé
attenzione clinica.
Ruminazione
•Ripetuto rigurgito o rimasticazione di cibo per un periodo di
almeno un mese, dopo un periodo di funzionamento normale
•Il comportamento non è dovuto ad una condizione gastrointestinale associata
o a un’altra condizione medica generale ( es. reflusso gastroesofageo)
•Il comportamento non si manifesta esclusivamente durante il decorso
di anoressia nervosa o di bulimia nervosa. Se i sintomi si manifestano
durante il decorso di ritardo mentale o di un disturbo generalizzato
dello sviluppo,sono sufficientemente gravi da giustificare di per sé
attenzione clinica
Disturbo da nutrizione dell’infanzia
•Anomalia della nutrizione che si manifesta con una persistente incapacità di
alimentarsi adeguatamente, con significativa incapacità di aumentare di peso o
significativa perdita di peso durante un periodo di almeno un mese
•L’anomalia non è dovuta ad una condizione gastrointestinale associata a
un’altra condizione medica generale
Disturbo dell’alimentazione oltre che essere una entità diagnostica primaria può essere sintomo di altri disturbi
(Classificazione diagnostica 0‐3)
•Disturbo post traumatico da stress
•Disturbo di adattamento
•Disturbo della regolazione
•Disturbi d’ansia •Disturbi dell’umore
•Disturbo della regolazione
Sintomo di altri disturbi
•Disturbo post traumatico da stress
•Disturbo di adattamento
•Disturbo della regolazione
•Disturbi d’ansia
•Disturbi dell’umore
25% b.ni con normale sviluppo psicofisico possono presentare un problema alimentare
35% b.ni con una difficoltà di sviluppo (prematurità, immaturità, disturbi specifici) 6% tra i 6 e 15 mesi se riferiti dai genitori
25‐40% nei b.ni più grandi (eccessiva alimentazione
ridotta alimentazione
particolare pattern alimentari)
5‐10 % casi gravi Clinici e ricercatori hanno sottolineato quanto l’evoluzione dei disturbi
alimentari infantili (continuità temporale e tendenza a persistere)
rappresentino fattori di rischio per lo sviluppo di ulteriori disturbi evolutivi
Evoluzione dei disturbi alimentari infantili in termini di
continuità temporale e la loro tendenza a persistere,
rappresentando fattori di rischio per lo sviluppo di
• disturbi evolutivi della crescita
• di problemi comportamentali
• disturbi di personalità
Data l’incidenza e la varietà sintomatologica
dei disturbi alimentari in età evolutiva,diviene
sempre più importante avere
che siano punti di riferimento e che consentano di
osservare e riconoscere sia i disagi transitori che le forme
sub-cliniche, prima che si conclamino i veri e propri quadri
psicopatologici
I comportamenti alimentari si allineano con lo sviluppo delle abilità
sensomotorie del bambino, basato sulla maturazione neurologica
e sulle esperienze di apprendimento, sociali e affettive
Difficoltà alimentari transitorie sono inoltre comuni
durante l’infanzia in alcuni momenti critici dello
sviluppo e non costituiscono necessariamente un
disturbo
7‐9 mesi svezzamento, angoscia dell’estraneo
2°‐3° anno di vita passaggio verso l’alimentazione autonoma rifiuto come espressione di un normale processo maturativo Riorganizzazione ad un livello più complesso delle capacità biologiche cognitive ed affettive, negoziazione reciproca della coppia bambino ‐caregiver Nuova regolazione interattiva Nuovo adattamento che tenga conto del senso di autonomia individuale del bambino
La nutrizione diventa così luogo di incontro privilegiato per l’emergere ed il
progredire di una adeguata relazione adulto/bambino.
l’insieme di tali scambi costituirà un sistema di regolazione in cui ciascuna
parte influenza e regola l’altro, favorendo ed ostacolando l’adattamento
regola crescita psicologica
Nella prima infanzia, trovando un primato del
corpo sulla mente, si può osservare rispetto altre
fasi evolutive, un’espressione sintomatica, di un
disagio o trauma, a carico del corpo o di una sua
funzione primaria
Il corpo diviene quindi palcoscenico sul quale
si esprime un vissuto che si lega spesso
intimamente al rapporto con le principali figure
di accudimento
Le figure di accudimento possono reagire in modi differente
spesso riflettono le loro esperienze evolutive nel processo
di separazione individuazione
(dal favorire l’autonomia all’iperprotettività)
Dalla psicoanalisi ad un modello psicodinamico evolutivo in cui vengono
valorizzate le interazioni e le comunicazione della diade madre-bambino
Quanto un problema diventa disturbo
Classificazione diagnostica 0‐3 definisce il disturbo dell’alimentazione come difficoltà del bambino a stabilire pattern regolari di alimentazione con una adeguata immissione di cibo e a regolare la propria alimentazione con gli stati fisiologici di fame o sazietà.
Questa modalità di procedere permette di comprendere ‐anoressia infantile,
‐Difficoltà di accrescimento non organica
‐Obesità
Comprensione multidisciplinare e multifattoriale delle
cause che possono essere all’origine delle difficoltà
alimentari precoci
Aspetti bio‐psico –sociali
del bambino
Pattern di sviluppo della relazione bambino‐caregiver
Principali fattori all’origine dei disturbi alimentari infantili
Processi maturativi e autoregolatori
del bambino
Temperamento del bambino Processi psicodinamici evolutivi Interazioni bambino‐caregiver
Storia relazionale del Ambiente Stili di attaccamento b.no‐caregiver (Manuale di Psicopatologia dell’infanzia)
(Chatoor 2005)
 Disturbo alimentare dell’omeostasi(tra la nascita e i tre mesi)bambino presenta un disturbo di regolazione, fatica a raggiungere uno stato di calma per mangiare
 Disturbo alimentare dell’attaccamento tra i due e gli otto mesi. assenza di adeguata reciprocità durante l’alimentazione con il caregiver
 Disturbo alimentare di separazione (anoressia infantile)tra i sei mesi e i tre anni rifiuto di una adeguata quantità di cibo e assenza di interesse per lo stesso
 Avversione sensoriale al cibo: rifiuto di mangiare specifici cibi con certi odori,gusti,consistenza e colori  Disturbo alimentare post traumatico
 Disturbo associato ad una concomitante avversione condizione medica
Lask,Bryant‐Waugh
(2007) Nicholss,Bryant‐Waugh
(2009)
Anoressia Nervosa ad esordioprecoce rifiuto ad alimentarsi, distorsioni cognitive e preoccupazione eccessiva per il peso
Bulimia nervosa ad esordio precoce abbuffate e condotte alimentari senza controllo Dist.Emotivo di rifiuto del cibo Alimentazione Selettiva forte selettività e rifiuto di nuovi alimenti in assenza di distorsioni cognitive e preoccupazioni per il peso
Disfagia Funzionale evitamento del cibo associato alla paura del soffocamento o vomito senza distorsioni cognitive
Rifiuto Pervasivo rifiuto totale di alimentarsi e prendersi cura di sé
Dist. Di alimentazione incontrollata a esordio precoce
Fobie alimentari
Disturbo emotivo di rifiuto del cibo DERC (Higgs 1989)
Bambini con apporto alimentare inadeguato e disturbi della sfera emozionale, che non soddisfano i criteri per Anoressia nervosa
•Rifiuto del cibo che non dipende da un primitivo rifiuto affettivo
•Perdita di peso
•Disturbo dell’umore, che non soddisfa i criteri per la diagnosi di Disturbo Affettivo Primitivo
•Assenza di preoccupazione morbosa per il peso e/o la forma fisica del corpo
•Assenza di malattie organiche o psicosi
L’evitamento del cibo viene ad avere una base emozionale(ansia,tristezza,preoccupazione,ossessività) 33%
b.ni
4-12aa afferiti Centro Reg. Bologna)
Esiste legame tra l’aspetto relazionale familiare e il
disordine alimentare
Le aspettative che il genitore trova depositate su se stesso
Dai suoi stessi genitori (trasmissione trans –generazionale):
Tali aspettative, non soddisfatte negli anni, vengono riversate
sul figlio
Tratti e caratteristiche comuni
Dinamiche a tipo falso Sé
Perfezionismo
Inadeguatezza
Paura della maturità
Preoccupazione per il peso e al forma corporea
(Non con le caratteristiche di pervasività )
Deve prendere in considerazione
•Caratteristiche del bambino
•Caratteristiche delle figure di attaccamento
•Le loro dinamiche relazionali all’interno dello
specifico contesto di vita
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