Disturbi dell’Alimentazione
Nel vero amore, è l’anima che abbraccia il corpo.
F. Nietzsche
P. Picasso
I disturbi dell’alimentazione (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbi
dell’Alimentazione Atipici) sono gravi malattie che colpiscono prevalentemente le
giovani donne dei paesi occidentali. Questo accade in modo sempre più frequente da
quando la nostra cultura è stata dominata dall’imperativo di raggiungere un livello di
eccessiva magrezza assolutamente non realistico .
Una dieta o la ricerca di un corpo sano e bello non denotano necessariamente la presenza
di un problema. Quando però le preoccupazioni sul peso, forme corporee e il controllo
dell’alimentazione investono tutte, o quasi, le aree della vita del soggetto, occupando la
maggior parte degli interessi e diventando un ostacolo allo sviluppo di tutte le altre
attività, allora ci possiamo trovare di fronte a un disturbo del comportamento
alimentare.
La persona con un disturbo del comportamento alimentare
si stima e valorizza solo, o in gran parte, sulla base di quanto riesce a controllare
il peso, forme corporee e alimentazione.
L’estremo timore di prendere peso esagera la tendenza a comportamenti non salutari di
controllo dell’alimentazione e del peso come il digiuno, il vomito autoprovocato, l’abuso
lassativi e/o diuretici, etc.
Oggi la distinzione della Bulimia Nervosa dalla Anoressia Nervosa, basata sulla presenza
di abbuffate, non è così chiara. Le ricerche dimostrano che spesso la persona passa da un
disturbo all’altro e che i due disturbi presentano numerose caratteristiche comuni come
quelle suddette.
Questi elementi fanno pensare che esista un unico disturbo dell’alimentazione, con
manifestazioni variabili, di cui, nonostante la causa non sia ancora nota, si conoscono
numerosi fattori che sono implicati nel suo mantenimento e sui quali è possibile agire.
Il disturbo non è generato semplicemente da una causa, ma è determinato da un insieme
molto complesso di fattori, spesso invisibili. Da questo si deduce che la guarigione è un
processo lungo ed insidioso.
Segnali d’allarme
La persona con un disturbo dell’alimentazione può mostrare:
•
continui pensieri e preoccupazioni per il peso, le forme del corpo e il controllo
dell’alimentazione. La persona passa la maggior parte del tempo a interrogarsi
sull’aumento del peso, preoccuparsi di come controllare l’alimentazione e le forme
corporee e giudicarsi, positivamente o negativamente, sulla base di quanto è
riuscita a controllare;
•
una dieta ferrea (saltare i pasti, ridurre le porzioni, eliminare certi cibi, ecc.) e altri
controlli sull’alimentazione (contare le calorie, sminuzzare il cibo, mangiare con
estrema lentezza);
•
controlli del peso attraversoeccessivo esercizio fisico, pesarsi frequentemente (o
non pesarsi mai per la paura di riscontrare un aumento di peso), vomito autoindotto e uso improprio di lassativi e/o diuretici;
•
comportamenti di controllo del fisico e altri comportamenti: specchiarsi
frequentemente, scrutare minuziosamente e misurare ripetutamente parti del
corpo (pancia o gambe), chiedere rassicurazioni agli altri sul proprio aspetto,
confrontarsi con le forme degl’altri, evitare di mostrare il proprio corpo (utilizzare
vestiti larghi ed evitare gli abiti aderenti);
•
abbuffate ovvero l’assunzione di una quantità di cibo elevata (se abbuffata
oggettiva) in breve tempo accompagnata dalla sensazione di avere perso il
controllo oppure l’ingestione di una modesta quantità di cibo con la contraria
sensazione di averne ingerito una quantità eccessiva e aver perso il controllo.
Spesso le abbuffate sono conseguenti alla dieta restrittiva e/o alla gestione delle
emozioni vissute come negative.
In termini generali, affrontare un disturbo alimentare equivale a ricercare le cause
individuali implicate nel suo sviluppo, riconoscere nel dettaglio i sintomi che lo
caratterizzano, individuare strategie e consigli utili per rompere i circoli viziosi di
mantenimento e adottare comportamenti sani.
Ogni disturbo alimentare, da quello più severo a quello meno invalidante, richiede un
controllo alimentare monitorato da uno specialista nel settore (dietologo, dietista) che
può essere integrato con un trattamento psicologico mirato all’individuazione delle cause
che rendono difficile per il paziente assumere le giuste quantità di cibo, mantenere il suo
peso sui valori vicini alla norma e modificare i comportamenti nocivi.
Dott.ssa Elisa Dal Corso
psicologa e psicoterapeuta
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