Padmasana

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Padmasana
Padmasana: Posizione del Loto (Padma = Loto)
Eseguire per un lungo periodo di tempo la Preparazione a Padmasana, in modo
da abituare le ginocchia e l'articolazione coxofemorale alla postura.
Seduti con le gambe larghe piegare la gamba destra (o sinistra, è meglio nel
tempo alternare per portare equilibrio e simmetria) e accompagnare il piede in
modo che la zona del tarso o collo del piede sia appoggiato sull'inguine
opposto.
Poi prendere il piede sinistro e portarlo, come per il destro, in prossimità
dell'inguine opposto.
La schiena dovrà essere ben dritta, l'addome che rientra leggermente, il mento
che va verso lo sterno per raddrizzare la zona cervicale.
Fare attenzione che l'angolo Tarso-Tibiale (come si vede nella miniatura
accanto) delle due gambe deve essere allineato su una linea retta.
Non ci deve essere uno stiramento dei tendini del collo del piede che con il
tempo potrebbe rendere questa articolazione debole o poco stabile.
Abituarsi con il tempo a mantenere questa postura il più a lungo possibile.
Padmasana viene utilizzata per la Meditazione ed il Pranayama (Il Pranayama
si può eseguire anche in Siddhasana), in quanto rende il corpo e la posizione
stabile, vigile, simmetrico e comodo.
Superati i primi periodi di disagio è ottima per migliorare le articolazioni delle
ginocchia e delle caviglie. La spina dorsale e gli organi interni dell'addome
vengono tonificati dato che il sangue circola più intensamente nella regione
lombare e addominale.
Come variante e per migliorare la postura della schiena, permettendole di
raddrizzarsi il più possibile, unire le mani e portarle verso l'alto perpendicolari
al pavimento. Il resto del corpo non varia la sua posizione. Mantenere fino a 1
minuto e ripetere più volte.
I maggiori muscoli
interessati sono:
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Retto
dell’addome
Traverso
dell’addome
Tibiale
anteriore
Immagine tratta dal Libro: Anatomia dello Yoga. Di Abby Ellsworth. Elika Editrice
Cervicali, anatomia del portamento regale
di Claudio Conte, disegno di Sabrina Conte (Tratto da Yoga Journal.it)
Capita che tra la folla di esseri umani che ci circonda, notiamo una donna o un uomo per la nobiltà e la semplice
eleganza del suo portamento. Quasi mai ci domandiamo, e riusciamo a comprendere, da cosa dipenda. Se però sappiamo
osservare, nella maggior parte dei casi dipende dalla posizione della testa.
Centro di comando
La struttura ossea e muscolare della colonna vertebrale è profondamente gerarchizzata. Alla base troviamo vertebre e muscoli
più solidi e potenti, per assicurare forza e stabilità, in alto vertebre e muscoli più sensibili e sottili, per assicurare mobilità e
precisione. La regione cervicale in particolare deve assicurare il mantenimento degli organi di senso, di cui ci serviamo in
prevalenza, occhi e orecchie su un piano orizzontale, garantendoci la possibilità di determinare le distanze spaziali degli oggetti
e dei suoni che percepiamo e il corretto funzionamento dei centri di equilibrio situati nell'orecchio interno. L'equilibrio di questa
regione, è una questione complessa che risente di numerosi fattori. Ci limiteremo in questa trattazione a esaminare i più
comuni ed evidenti.
Punti deboli
Un primo fattore è dato dalla debolezza ed eccessiva distensione dei muscoli anteriori del collo. Un secondo dalla costante
rigidità, tensione e accorciamento dei muscoli della nuca. Il trapezio è il muscolo più superficiale della parte posteriore del collo.
Esso forma tre fasci: il fascio superiore che termina sul margine posteriore della clavicola e sull'acromion, il fascio mediano che
termina sulla spina della scapola e il fascio inferiore che termina sulla parte interna della spina della scapola.
Qui si scarica lo stress
Il trapezio superiore è però spesso ipersollecitato, per esempio quando si mantengono a lungo gli arti superiori in sospensione
come nel guidare un'auto o nel lavorare sulla tastiera di un computer. Sommandosi alla frequente ipertonicità e retrazione dei
muscoli sub-occipitali e dello splenio del capo, la conseguenza inevitabile è una nuca corta, una colonna cervicale iperestesa e
costantemente sotto stress, con tutti i conseguenti piccoli o grandi fastidi che troppo spesso vengono etichettati
superficialmente come "artrosi cervicale".
La situazione può essere decisamente migliorata, nella vita quotidiana così come nella pratica degli asana, facendo attenzione,
nelle posizioni di estensione (Cobra, Sfinge e Arco), a sollecitare l'estensione del collo sulla regione dorsale rispetto a quella
della testa sul collo.
La postura corretta
In pratica si tratta di cercare di rovesciare il collo sul dorso senza rovesciare la testa sul collo, mantenendo il mento piuttosto
vicino alla gola e la nuca lunga. Il portamento della testa dipende dal portamento del collo. Se il collo è correttamente collocato,
visto di profilo, l'orecchio si troverà nello spazio compreso tra l'arcata sopracigliare e la punta del naso. Se il lobo dell'orecchio si
trova più in basso della punta del naso, vuol dire che la testa si trova in estensione su un collo che sprofonda in avanti rispetto
alla regine dorsale.
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