Descrizioni e spiegazioni dei comportamenti di salute

Variabili aggiuntive
(es. tipi di credenze, norme soggettive,
variabili di contesto
Descrizioni e spiegazioni dei comportamenti di salute
Un secondo tratto che specifica il quadro operazionale della psicologia della salute è
rappresentato dal modo in cui essa dà conto dei concreti comportamenti di salute
delle persone.
La psicologia della salute ha cercato soprattutto nella tradizione della psicologia
sociale gli strumenti concettuali per descrivere il modo in cui le persone affrontano i
problemi della propria salute, cercando soprattutto di modellizzare i comportamenti
di scelta e i processi decisionali. Un esempio molto eloquente è dato da un primo
gruppo di modelli che cercano di spiegare il comportamento di scelta tra
comportamenti rilevanti per la salute (es. smettere o non smettere di fumare, fare o
non fare esercizio fisico) sulla base di un limitato pool di variabili cognitive. Lo
schema seguente illustra le caratteristiche essenziali prese in considerazione.
Percezione della
vulnerabilità e
della gravità
Scelta tra
linee
d’azione
Probabilità
soggettiva che
un’azione
produca risultati
Figura 8: schema sintetico dei modelli valore-aspettativa
Questi modelli, che vengono definiti “aspettativa-valore”, in sostanza, predicono
che la probabilità che una persona adotti comportamenti di protezione è
direttamente proporzionale da un lato alla percezione di una minaccia di salute, alla
sua gravità e, dall’altro, alla percezione della propria capacità di eseguire un’azione
in grado di ridurre la minaccia per la salute, purché quest’azione non comporti
sforzi e costi eccessivi (cfr. Stroebe e Stroebe, 1995)
In questi modelli c’è un’evidente assunzione implicita sulla razionalità della scelta
dei comportamenti di salute e i fattori che vengono presi in considerazione sono
pressoché interamente di tipo cognitivo. L’enfasi è inoltre assegnata ai “blocchi
logici”, ma vengono fortemente sottovalutati gli aspetti dinamici coinvolti.
Possono essere ricondotti a questo primo gruppo
 Il modello delle credenze di salute (Becker e Maiman, 1975)
 La teoria della motivazione a proteggersi (Rippetoe & Rogers, 1987)
 La teoria dell’azione ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975)
 e la teoria del comportamento pianificato (Ajzen, 1985)
I modelli sono illustrati nelle figure seguenti
1
Percezioni
individuali
Fattori
modulatori
Variabili demografiche
(età, sesso, etnia)
Variabili
sociopsicologiche
(personalità, classe
sociale)
Percezione
dei benefici dell’azione
preventiva meno
la percezione degli
ostacoli
Percezione di
minaccia della
malattia
Probabilità di compiere
l’azione preventiva
raccomandata
Percezione di
vulnerabilità alla
malattia
Percezione di
gravità della
malattia
FIG. 9 Il modello delle credenze sulla
salute (Health belief model), Becker e
Maiman (1975)
Probabilità
d’azione
Induttori dell’azione
(campagne di mass media,
consigli da altri, avvisi del
medico o del dentista, malattia
di un familiare o di un amico,
articolo di giornale)
2
Fonti di
Informazione
Modalità di
fronteggiamento
Processi cognitivi di mediazione
Ambientali
Persuasione
verbale
Risposte
disadattive
Apprendimento
osservativo
Vantaggi
intrinseci
Vantaggi
estrinseci
-
Gravità
Vulnerabilità
=
Insorgere della
paura
Interpersonali
Variabili relative
alla prestazione
Risposte
adattive
Efficacia della
risposta
Autoefficacia
-
Costi della
risposta
=
Azione o
inibizione
dell’azione
Valutazione di
minaccia
Motivazione a
proteggersi
Valutazione di
coping
Esperienza
pregressa
FIG. 10 Schema illustrante la teoria della motivazione a proteggersi Rippetoe e Rogers (1987)
3
Atto singolo
Atti ripetuti
Atti multipli
Atti multipli
ripetu
CONVINZIONI
ATTEGGIAMENTI
INTENZIONI
CONVINZIONI RELATIVE AI
COMPORTAMENTI
- Convinzioni relative ai
risultati dell’esercizio fisico
(es. se faccio ginnastica, migliorerò la salute e
l’aspetto fisico)
- Valutazioni relative ai
risultati dell’esercizio fisico
CONVINZIONI NORMATIVE
- Convinzioni relative
all’opinione degli altri
(es. i miei amici e i miei famigliari pensano
che dovrei fare più esercizio fisico)
(es. L’esercizio potrebbe essere una cosa
positiva per me)
Intenzioni relative
ai comportamenti
(es. Ho intenzione di cominciare un
programma di esercizi fisici)
Norme soggettive
relative
all’esercizio fisico
ESERCIZIO
FISICO
(es. essere in buona salute e avere un aspetto
fisico attraente è piacevole, soddisfacente e
divertente)
Atteggiamenti
rispetto
all’esercizio fisico
(es. Fare esercizio fisico è una cosa
appropriate da fare)
- Motivazione ad aderire
ll’opinione degli altri
(es. voglio fare ciò che si aspettano da me)
Fig. 11 La teoria dell’azione ragionata (Fishbein e Ajzen, 1975) applicata alla
decisione di fare esercizio fisico
4
Credenze sulle
conseguenze del
comportamento
(Se smettessi di fumare
sarei molto più in forma
e in buona salute)
Valutazione delle
conseguenze del
comportamento previsto
(E’ auspicabile essere in
forma e godere di buona
salute)
Atteggiamento
verso l’azione
specifica
Intenzioni
comportamentali
(intenzione di
smettere)
Credenze normative
(La mia famiglia e gli
amici pensano che dovrei
smettere di fumare)
Norme
soggettive
Motivazione ad
accondiscendere
(Voglio fare ciò che si
aspettano da me)
Credenze di controllo
(Che probabilità ho di
riuscire a smettere di
fumare nel caso in cui ci
provi?)
Controllo
comportamenta
le percepito
FIG. 12 La teoria del comportamento pianificato
5 (Ajzen,.1985) applicato alla decisione di
smettere di fumare
Comportamento
(smettere di
fumare)
I modelli “processuali” tentano di sopperire al carattere statico degli approcci
basati sulle aspettative, introducendo una spiegazione fondata sulla individuazione
di processi dinamici che includano la dimensione temporale e una successione di
fasi, ciascuna caratterizzata da informazioni rilevanti e specifiche. Rispetto ai
modelli precedenti, vi è qui una minor linearità e un maggior grado di incertezza.
Nel passaggio da una fase di consapevolezza limitata o assente del problema di
salute, ad una fase di azione e di mantenimento non v’è infatti alcuna ineluttabilità.
Il punto critico sta proprio nello studio delle condizioni di passaggio da una fase
all’altra. Ad esempio nel modello di Di Clemente e Prochaska (Di Clemente e
Prochaska , 1982; Prochaska e Di Clemente, 1984, 1986), i processi di
cambiamento sono facilitati da attività esperienziali (efficaci soprattutto per il
passaggio dalla fase “precontemplativa” a quella “contemplativa”, in cui il
problema di salute è avvertito e preso in considerazione) e da attività
comportamentali (efficaci prevalentemente nella transizione dalla fase di
preparazione alla fase di azione). Nel modello di Weinstein, 1988, schematizzato
nella figura 13,
il passaggio dallo Stadio 1 allo stadio 2 è facilitato
dall’acquisizione di conoscenza; la percezione di vulnerabilità è coinvolta nel
passaggio allo stadio 3 ed agisce, insieme alla percezione di gravità e al senso di
autoefficacia, anche nella costruzione dell’intenzione ad agire (stadio 5); la presenza
di barriere si aggiunge a spiegare l’inizio dell’azione e il suo mantenimento (stadio
6 e stadio 7). La teoria dell’azione rilevante (Schwartzer e Fuchs, 1996) distingue
una fase motivazionale ed una fase dell’azione. Nella prima, la valutazione del
rischio, le aspettative di risultati, e il senso di autoefficacia, in interazione tra loro,
producono una intenzione. La seconda fase si articola su un livello cognitivo
(piani d’azione e controllo sull’azione), su un livello situazionale (presenza di
ostacoli e risorse esterne) che influenzano il livello comportamentale (azione
rilevante per la salute).
6
STADIO 1:Le persone non sono
consapevoli
Acquisizione di conoscenza
STADIO 2:
Le persone
impegnano nel problema
si
Percezione di vulnerabilità
Fine del processo
STADIO 5: Le persone
formano l’intenzione di agire
STADIO 6: Le persone
iniziano l’azione
STADIO 7: Le persone
mantengono
il
comportamento nel tempo
Figura 13: Schema del modello “Precaution adoption process” di
Weinstein (1988)
7
Ostacoli e vincoli situazionali
STADIO 4: Le persone
decidono di non agire
Percezione di vulnerabilità,
della gravità e dell’’autoefficacia
STADIO 3: Le persone cominciano
a pensare a rispondere
I modelli “integrati” (ad es. Conneer e Norman, 1995; Rutter, Quine Cheshman,
1999) tendono a rendere espliciti soprattutto le dinamiche e i processi di
cambiamento e introducono un’attenzione più diretta alle componenti
motivazionali, al ruolo delle emozioni e al chiarimento del passaggio
dall’intenzione all’azione. Viene introdotto nei modelli anche il concetto di
“coping”: il modo in cui le persone selezionano e organizzano le risorse in strategie
per fronteggiare i problemi è messo in relazione sia a variabili cognitive sia a
variabili socioemotive e determina a sua volta uno stile di comportamento
appropriato o uno stile inappropriato e disfunzionale.
Definizione
di uno scopo
Anticipatory emotions
Comportamenti strumentali al
raggiungimento dello scopo
Determinazione
Raggiungimento dello scopo
Emozioni derivanti dal raggiungimento
dello scopo
Figura 14. Il ruolo delle anticipatory emotions nel perseguimento di uno scopo (Bagozzi,
Baumgartmer e Pieters, 1998)
I modelli integrati sono anche maggiormente attenti alla dimensione affettiva del
comportamento. In uno studio di Bagozzi, Baumgartener e Pieters (1998) viene ad
esempio esaminato il processo che regola i comportamenti goal-directed nel
mantenimento del peso forma (illustrato nella figura 14). “Gli studiosi hanno
indagato il ruolo delle anticipatory emotions a valenza positiva e negativa nel
raggiungimento di tale obiettivo. L’individuo che sceglie una dieta e che pratica
esercizio fisico per raggiungere o mantenere un certo peso è indotto a compiere tali
sacrifici anche dall’immaginarsi in forma (anticipatory emotion positiva) o che
nascono dal pensiero di fallire l’obiettivo e di vivere quindi in futuro una condizione
di disagio (anticipatory emotion negativa). Più precisamente, le emozioni positive
che un individuo prova, immaginando di aver raggiunto una perfetta forma fisica
possono essere, per esempio, il senso di soddisfazione, di felicità, l’orgoglio, la
sicurezza di sé, ecc.; d’altro canto, immaginare il fallimento può suscitare emozioni
negative quali la rabbia, la frustrazione, il senso di colpa o di vergogna, depressione,
preoccupazione e così via”. (Soscia, 2001, pag. 101)
Appartengono a questo gruppo:
 il modello di Conner e Normann(1995)
 il modello delle variabili di mediazione nella salute di Rutter, Quine e Chesham
(1993)
 il modello esplicativo di Bruchon-Schweitzer e Dantzer (1994)
(vedi le figure seguenti)
8
Fig. 15 Modello di Conner e Norman (1995)
PRIMO STADIO (PRECONTEMPLATIVO)
 Non si pensa al cambiamento
 Stimoli induttori motivano alla riflessione
 La percezioen di una minaccia consente o facilita il passagio al
SECONDO STADIO (MOTIVAZIONE E PRESA DI DECISIONE)
 Si forma l’intenzione ad agire
Determinanti:
- aspettative di risultato
- influenze normative
- self efficacy
- altri valro, esperienze passate
TERZO STADIO (PIANIFICAZIONE – PASSAGGIO INTENZIONE/AZIONE)
 Elaborazione di piani d’azione (Bagozzi, 1992)
 Intenzioni di implementazione (Gollwitzer, 1993)
Svolgono un ruolo
- self efficacy
- identità personale
- senso di impegno
QUARTO STADIO (AZIONE) e
QUINTO STADIO (MANTENIMENTO)
 Le persone monitorano e controllano il proprio comportamento
Svolgono ancora un ruolo determinante
- self efficacy
- identità personale
- senso di impegno
9
Eventi
della vita
Classe
Reddito
Emozioni
Comportamenti
appropriati
Sostegno
Sociale
Abitazione
Istruzione
Coping
ESITI
Occupazione
Matrimonio
Salute
Conoscenze
informazioni
Disposizioni
cognitive
FIG. 16 Modello delle variabili di mediazione nella salute (Rutter, Quine e Chesham, 1993)
10
Comportamenti
inappropriati
Fattori predittivi
Fattori moderatori
Criteri di adattamento/non adattamento
Scatenanti
Stressors:
- eventi di vita
- malattie
Stress percepito
Controllo percepito
Antecedenti
Caratteristiche sociali e
biologiche:
- Età, sesso, etnia
- Situazione familiare,
professionale
- Costituzione
Caratteristiche psicologiche
- Stili di vita
- Trarri patogeni
(depressione, ansia di
tratto, nevrosi)
- Tratti immunogeni
(ottimismo, vitalità,
controllo interno
Sostegno sociale
Coping
-
Somatici
Comportamentali
Emotivi
Cognitivi
Ansia di stato
FIG. 17 Modello esplicativo di Bruchon-Schweitzer e Dantzer
(1994)
11
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