Il sistema visivo umano Elaborazione delle Immagini Digitali 1 Il sistema visivo umano • Luce e spettro elettromagnetico • Grandezze radiometriche e fotometriche • Visione umana • Acqusizione con CCD • Rappresentazione del colore Elaborazione delle Immagini Digitali 2 Luce e spettro elettromagnetico Lo spettro elettromagnetico può essere espresso in termini di frequenze, lunghezza d’onda ed energia λ=c/ν E=hν c = 2,998 x 108 m/s h costante di Planck Lo spettro visibile si estende da 0,43µm a 0,79 µm Elaborazione delle Immagini Digitali 3 Luce e spettro elettromagnetico Elaborazione delle Immagini Digitali 4 Luce e spettro elettromagnetico Elaborazione delle Immagini Digitali 5 Caratterizzazione dell’immagine L'immagine può essere caratterizzata come una distribuzione bidimensionale di intensità (luminosa): f=f(x,y) f è detta irradianza o illuminanza, ed è definita come: E=dΦ/dS(flusso per unità di superficie) w x m-2 Unità di misura: il Lux [Lm/m2] e il Lambert [Lm/cm2]. • il lumen è una misura della "quantità di luce" generata • il lux è una misura relativa all'area piana tangente la porzione sferica • 1 lumen su un'area di 1 m2 corrisponde ad 1 lux, mentre lo stesso lumen concentrato in 1 cm2 corrisponde a 10 000 lux – Lm: 1 Watt emesso a 555,02nm Φ = 683 Lumen Elaborazione delle Immagini Digitali 6 Caratterizzazione dell’immagine Energia trasmessa W [w x s = Joule] alla quale corrisponde l’energia luminosa Q [Lm x s] Potenza (flusso di energia) Φ= dW/dt [watt] alla quale corrisponde il flusso luminoso misurato in Lumen[Lm] Intensità radiante I = dΦ/dΩ [w x sr-1] alla quale corrisponde l’intensità luminosa [Lm/sr = candela] Una candela è pari all'intensità luminosa di una sorgente emettente alla frequenza di 540 · 1012 Hz e di intensità radiante di 1/683 di watt per steradiante. Elaborazione delle Immagini Digitali 7 Le grandezze radiometriche caratterizzano la realtà fisica del fenomeno luminoso (non la sensazione prodotta dal sistema visivo). Le grandezze fotometriche mettono in relazione la realtà fisica del fenomeno luminoso con la sensazione visiva. Elaborazione delle Immagini Digitali 8 Grandezze radiometriche • Irraggiamento: potenza energetica per unità di superficie di un elemento ricettore. • Emettenza: potenza energetica per unità di superficie di un elemento sorgente di energia luminosa. • Intensità: potenza energetica irradiata per unità di angolo solido. • Radianza: potenza energetica irradiata per angolo solido e superficie proiettata Elaborazione delle Immagini Digitali 9 Grandezze radiometriche Energia W (joule) Potenza energetica Φ=dW/dt (watt) Grandezza Definizione Unità Irraggiamento dΦ/dSr watt/m2 Emettenza dΦ/dAs watt/m2 Intensità dΦ/dΩ watt/sterad Radianza dΦ/(dΩdScosθ) watt/(sterad m2) Elaborazione delle Immagini Digitali 10 Le misure radiometriche possono essere messe in relazione con le misure fotometriche mediante la funzione di luminosità (sperimentale). Questa rappresenta la risposta dell’occhio umano al variare della lunghezza d’onda. Si osservano due campi luminosi contigui, uno è costituito da una sorgente d’intensità nota, l’altra da una sorgente che emette su una lunghezza d’onda lievemente diversa. L’osservatore varia la luminosità della seconda sorgente fino a percepire una uguale intensità dalle due aree. La funzione di luminosità è ottenuta diagrammando il rapporto fra le intensità dei due campi luminosi in funzione della lunghezza d’onda della sorgente incognita. Elaborazione delle Immagini Digitali 11 Funzione di luminosità Elaborazione delle Immagini Digitali 12 Grandezze fotometriche L’unità di misura fondamentale è la candela (intensità luminosa di una sorgente costituita da 1/60 cm2 di superficie di un corpo nero alla temperatura di 2045˚K) (ventesima parte dell’intensità emessa in direzione normale da un cm2 di platino alla temperatura di fusione, 1770˚C) lumen (lm) (unità fotometrica del flusso luminoso) 1 Watt di radiazione emesso a 555,02 nm produce un flusso luminoso di 683 Lumen. Elaborazione delle Immagini Digitali 13 Grandezze fotometriche Grandezza Definizione Unità Illuminamento dΦ/dSr Lumen/m2 Emettenza luminosa dΦ/dSs Lumen/m2 (lux) Intensità dΦ/dΩ Lumen/sterad Luminanza dΦ/(dΩ dAp) Lumen/(sterad m2) Elaborazione delle Immagini Digitali 14 GRANDEZZE ENERGETICHE DEFINIZIONE SIMBOLO GRANDEZZE FOTOMETRICHE UNITÀ DI MISURA DEFINIZIONE SIMBO LO UNITÀ DI MISURA vλ = coefficiente di visibilità in funzione di λ si misura in Lumen/ Watt ENERGIA TRASMESSA W Joule QUANTITÀ DI LUCE Lumen x ora FLUSSO LUMINOSO = Quant. di luce per secondo Q=∫ vλdW Φv = dQ/ dt FLUSSO DI ENERGIA = energia per unità di tempo Φ = dW/dt Watt INTENSITÀ RADIANTE = Flusso per unità di angolo solido Iθ = dΦ/dΩ Watt/sterad. INTENSITÀ LUMINOSA = flusso lumin. per Sterad. Iθ = dΦv / dΩ Cd = Candela internaz. IRRAGGIAMENTO o POTERE EMISSIVO = Flusso per unità di superf. E = dΦ/ dS Watt/m2 ILLUMINAMENTO o RADIANZA = flusso lumin. per unità di superficie L = dΦv / dS Lux = 1 candela a 1 metro di ditanza fot = 104 lux IRRAGG. o POTERE EMISSIVO SPECIFICO = Potere emissivo per intervallo unitario di λ eλ = dE/dλ Watt/m2 .nm RADIANZA =Intensità radiante per unità di superf. normale R= dI/dS cos θ Watt/ Sterad . m2 ∑= d Iθ /dS cosθ cd /m2 Stilb = cd / cm2 BRILLANZA o LUMINANZA Intensità per unità di superficie normale Elaborazione delle Immagini Digitali 15 Lumen = flusso dato da 1 Lux su 1 m2 Caratterizzazione dell’immagine Una immagine può essere caratterizzata come la distribuzione spaziale di energia radiante prodotta da una sorgente luminosa: f = f(x,y,λ,t); f è reale, non negativa, finita e limitata (rispetto alle variabili spaziali e temporale). L'immagine effettivamente percepita (da un osservatore umano) o acquisita (mediante un trasduttore) è la f modificata dalla risposta dell'osservatore o del trasduttore, tipicamente secondo una media temporale e una media rispetto alle varie lunghezze d'onda. Elaborazione delle Immagini Digitali 16 Struttura dell’occhio umano L’occhio umano è di forma approssimativamente sferica, con un diametro medio di circa 20 mm. Tre membrane circondano l’occhio: La cornea (trasparente, parte anteriore) e la sclera (opaca, parte posteriore) La coroide, ricca di vasi sanguigni e pesantemente pigmentata La retina, contenente i ricettori fotosensibili. http://webvision.med.utah.edu/ Elaborazione delle Immagini Digitali 17 Struttura dell’occhio umano L’estremità anteriore della coroide costituisce l’iride, un diaframma che si contrae e si espande per regolare la quantità di luce che entra nell’occhio L’apertura centrale dell’iride è la pupilla, il cui diametro varia da 2 a 8 mm circa La lente o cristallino, in larga misura costituita da acqua e grassi, contiene un pigmento che le conferisce una lieve colorazione gialla, che si appesantisce con l’invecchiamento. La lente assorbe circa l’8% della luce incidente, in maniera non uniforme rispetto allo spettro della luce visibile (l’assorbimento è maggiore nella regione del blu) Sia la radiazione infrarossa che l’ultravioletta sono invece assorbite in maniera notevole, e se di entità eccessiva possono danneggiare l’occhio. Elaborazione delle Immagini Digitali 18 Struttura dell’occhio umano La retina occupa l’intera parete posteriore dell’occhio. Quando un oggetto o una scena sono messe a fuoco dalla lente, l’immagine ottica è proiettata sulla retina, consentendo ai ricettori fotosensibili di assorbire l’energia della radiazione elettromagnetica e di convertirla in segnali elettrochimici che vengono convogliati verso il cervello attraverso le fibre nervose che costituiscono il nervo ottico I ricettori presenti nella retina sono di due tipi: coni e bastoncelli I coni (circa 6 o 7 milioni per occhio) sono concentrati principalmente nella porzione centrale della retina, detta fovea, e sono fortemente sensibili al colore. I coni sono attivati in condizioni di illuminazione di intensità medio-alta, per cui essi sono responsabili della cosiddetta visione diurna o fotopica Elaborazione delle Immagini Digitali 19 Struttura dell’occhio umano http://webvision.med.utah.edu/ Elaborazione delle Immagini Digitali 20 Struttura dell’occhio umano Elaborazione delle Immagini Digitali 21 Struttura dell’occhio umano La distribuzione dei ricettori sulla superficie della retina è radialmente simmetrica rispetto al punto centrale della fovea: Elaborazione delle Immagini Digitali 22 Struttura dell’occhio umano La forte concentrazione dei coni e il fatto che ogni cono sia collegato ad una fibra nervosa danno all’occhio la capacità di discriminare dettagli molto fini, in condizioni di illuminazione medio-alta A tal fine, i muscoli che controllano l’occhio ruotano il globo oculare finché l’immagine dell’oggetto di interesse non cade all’interno della fovea, che rappresenta pertanto la zona di massima acuità visiva. Essa ha un diametro di circa 1.5 mm I bastoncelli, in numero molto maggiore (da 75 a 150 milioni per occhio) sono distribuiti in modo più uniforme sull’intera superficie della retina e sono praticamente insensibili al colore I bastoncelli sono attivati in condizioni di illuminazione di bassa intensità, per cui essi sono responsabili della cosiddetta visione notturna o scotopica Elaborazione delle Immagini Digitali 23 Struttura dell’occhio umano Inoltre, la distribuzione in un’area più ampia e il fatto che parecchi bastoncelli siano collegati ad un’unica fibra nervosa diminuisce la capacità di risoluzione dei dettagli: i bastoncelli danno cioè un’immagine globale e meno precisa della scena presente nel campo visivo Per questi motivi la visione notturna è caratterizzata dalla assenza di colore e da scarsa acuità La mancanza di ricettori nella zona in cui si innesta il nervo ottico dà luogo al cosiddetto punto cieco: il movimento continuo del globo oculare durante la visione evita però la mancanza di percezione in questa zona. Elaborazione delle Immagini Digitali 24 Movimenti oculari Elaborazione delle Immagini Digitali 25 Elaborazione delle Immagini Digitali 26 Movimenti oculari Elaborazione delle Immagini Digitali 27 Funzione di luminosità Elaborazione delle Immagini Digitali 28 Effetto Purkinije Spostamento del massimo di sensibilità, dovuto all'utilizzo, da parte dell'occhio, prima di coni e poi di bastoncelli. I bastoncelli, che funzionano in condizioni di bassa visibilità, vedono meglio il blu di quello che fanno i coni, i quali possono vedere luce rossa, luce che per i bastoncelli appare nera. Se si hanno due pezzi di carta colorata rossa (65%) e blu (2%), con il primo più luminoso del secondo in condizioni di buona luminosità, passando all'oscurità l'effetto si inverte. Elaborazione delle Immagini Digitali 29 Effetto Purkinje Elaborazione delle Immagini Digitali 30 Definizione e perfetta individuazione di un colore Spettro di riflettanza: la percentuale di luce che viene riflessa indietro per ogni lunghezza d’onda molti sensori su singole lunghezze d’onda La risposta del nostro sistema visivo è mediata dalla presenza di soli tre coni non è possibile analizzare lo spettro in dettaglio. Elaborazione delle Immagini Digitali 31 Metamerismo Due colori pur avendo spettri di riflettanza completamente diversi appaiano dello stesso colore Due stimoli che appaiono identici si dicono metamerici Spettroradiometri e colorimetri Elaborazione delle Immagini Digitali 32 Costanza cromatica Se ogni cambiamento di illuminazione (quindi di colore) venisse percepito dal sistema visivo umano lo stesso oggetto apparirebbe di colore diverso a seconda del contesto in cui lo si osserva (luce diurna/ artificiale). Filtri per la compensazione cromatica Elaborazione delle Immagini Digitali 33 Costanza cromatica Capacità del nostro cervello, detta anche costanza di colore, che ci permette di continuare a vedere un oggetto dello stesso colore anche sotto sorgenti spettralmente molto diverse Gli oggetti tendono ad apparire sempre dello stesso colore nonostante cambino le condizioni di illuminazione Elaborazione delle Immagini Digitali 34 Costanza cromatica Esperimento di Land (1974) Il colore di una superficie all’interno di uno scenario complesso non dipende solo dallo stimolo fisico. Il nostro cervello deve essere in grado di valutare le caratteristiche spettrali di un illuminante e deve poter ricostruire le caratteristiche della superficie illuminata, deve ciò saper “sottrarre l’illuminante” Elaborazione delle Immagini Digitali 35 Costanza cromatica È necessario avere a disposizione almeno due superfici di colore diverso all’interno della scena osservata Il sistema visivo può valutare i rapporti di riflettanza tra i vari colori. Dati due oggetti, il loro rapporto spettrale rimane costante anche al variare dell’illuminazione Elaborazione delle Immagini Digitali 36 Spettroradiometri e colorimetri Spettroradiometro: fornisce lo spettro di riflettanza della superficie osservata. Colorimetro: luce riflessa viene inviata su tre diverse fotocellule sensibili alle lunghezze d’onda corte, medie e lunghe. Non rileva il metamerismo. Elaborazione delle Immagini Digitali 37 Discromatopsie Disfunzioni nella visione dei colori. –Protaunopia (manca rosso) –Deuteranopia (manca verde) –Tritanopia (manca blu) Elaborazione delle Immagini Digitali 38 Test di Ishihara Elaborazione delle Immagini Digitali 39 la più comune forma di daltonismo (totale confusione tra rosso e verde) Le persone dotate di normale capacità di discriminazione dei colori, nei riquadri leggono rispettivamente i numeri: 42, 37 e 58; Quelle affette dalla più comune forma di daltonismo leggono: 2, 7, 58 Elaborazione delle Immagini Digitali 40 Struttura dell’occhio umano Una considerazione quantitativa interessante può essere la seguente: Supponiamo che la fovea sia un quadrato di 1.5 mm x 1.5 mm. Poiché la densità dei coni in questa regione è di circa 150,000 per mm2, la fovea può essere considerata come un array quadrato di circa 337,000 fotosensori La tecnologia odierna consente sicuramente di realizzare chip di sensori di dimensioni paragonabili I problemi della visione artificiale non sono quindi nei sensori, ma nel fatto che oggi non è ancora possibile integrare l’intelligenza e l’esperienza che gli esseri umani usano per completare il processo di percezione visiva Elaborazione delle Immagini Digitali 41 Formazione dell’immagine nell’occhio La lente dell’occhio presenta un raggio di curvatura maggiore nella superfice anteriore rispetto a quella posteriore. È flessibile e la sua forma è controllata dalle fibre del corpo ciliare (oggetto lontano lente piatta, oggetto vicino lente spessa). La distanza tra il centro della lente e la retina (lunghezza focale) varia da 17mm a 14mm Elaborazione delle Immagini Digitali 42 Formazione dell’immagine nell’occhio L’altezza h sulla retina è data da: 15/100 = h/17 h = 2,55mm I recettori eccitati dalla luce trasformano l’energia radiante in impulsi elettrici successivamente interpretati dal cervello. Elaborazione delle Immagini Digitali 43 Luminosità soggettiva La gamma dei livelli di intensità ai quali l’occhio può adattarsi è enorme, dell’ordine di 1010, dalla soglia scotopica al limite dell’abbagliamento La luminosità soggettiva (cioè la luminosità percepita dal sistema visivo umano) è una funzione logaritmica dell’intensità della luce incidente sull’occhio E’ importante notare che l’occhio non funziona simultaneamente sulla intera gamma dei livelli. Piuttosto, il sistema passa attraverso una serie di livelli di adattamento alla intensità della luce. Elaborazione delle Immagini Digitali 44 Luminosità soggettiva Se per esempio l’occhio si trova, in certe condizioni ambientali, al livello di adattamento Ba, la gamma dei livelli che esso può discriminare è soltanto quello indicato dalla curva corta, che ha Bb come limite sotto il quale nessuno stimolo produce una sensazione diversa dal nero. La porzione tratteggiata indica che a livelli superiori a Ba in realtà l’occhio si sposta su un livello di adattamento superiore E’ molto importante la capacità dell’occhio di discriminare tra variazioni della luminosità, ai diversi livelli di adattamento Una grandezza utile, in termini quantitativi, è il cosiddetto rapporto di Weber Elaborazione delle Immagini Digitali 45 Rapporto di Weber Esperimento per determinare la capacità dell’occhio di discriminare livelli di luminosità: si osserva un’area unifomemente illuminata (intensità I) che copre l’intera area visiva. Al centro del campo si applica un incremento di intensità (ΔI) sottoforma di spot circolare di breve durata. ΔI è incrementato finchè è percepito il 50% delle volte dall’osservatore (ΔIc). Elaborazione delle Immagini Digitali 46 Rapporto di Weber Elaborazione delle Immagini Digitali 47 Rapporto di Weber un piccolo valore di ΔI/ I significa che una piccola variazione percentuale dell’intensità è discriminabile (quindi una buona capacità di discriminazione delle variazioni) Viceversa, alti valori del raporto di Weber indicano la necessità di forti variazioni di luminosità, affinchè le variazioni stesse siano avvertibili. La capacità di discriminazione migliora al crescere del livello di illuminazione (dai bastoncelli ai coni) Elaborazione delle Immagini Digitali 48 Luminosità soggettiva La luminosità percepita non è soltanto funzione dell’intensità Il sistema visivo umano tende a “confondersi” al confine fra zone di differente intensità Benché l’intensità sia a strisce di valore costante, la sensazione è di un pattern di luminosità variabile, in particolare al confine fra le strisce. Elaborazione delle Immagini Digitali 49 Luminosità soggettiva Contrasto simultaneo: il contesto contribuisce alla determinazione della luminosità di una regione. I quadrati hanno la stessa intensità, ma quello su sfondo scuro appare più chiaro di quello su sfondo chiaro. Appaiono uguali solo quando sono a contatto. Elaborazione delle Immagini Digitali 50 Cornsweet Effect Elaborazione delle Immagini Digitali 51 Cornsweet Effect Elaborazione delle Immagini Digitali 52 Contrasto cromatico Il colore soggettivo dipende dal contesto Se lo sfondo è scuro il colore diventa più chiaro Se lo sfondo è chiaro il colore diventa più scuro Elaborazione delle Immagini Digitali 53 Illusioni ottiche Fenomeni percettivi: l’occhio viene ingannato dalle caratteristiche, anche geometriche, della scena e ne desume informazioni errate o inesistenti. Elaborazione delle Immagini Digitali 54 Illusioni ottiche Elaborazione delle Immagini Digitali 55 Elaborazione delle Immagini Digitali 56 Pareidolia Elaborazione delle Immagini Digitali 57 Elaborazione delle Immagini Digitali 58 Elaborazione delle Immagini Digitali 59 Elaborazione delle Immagini Digitali 60 Elaborazione delle Immagini Digitali 61 Elaborazione delle Immagini Digitali 62 Blur & figure-ground reversal Elaborazione delle Immagini Digitali 63 Elaborazione delle Immagini Digitali 64 HALLUCII Goo-Shun Wang Elaborazione delle Immagini Digitali 65 Afterimage effect Elaborazione delle Immagini Digitali 66 Elaborazione delle Immagini Digitali 67 Afterimage Effect Elaborazione delle Immagini Digitali 68 Afterimage Elaborazione delle Immagini Digitali 69 Elaborazione delle Immagini Digitali 70 Afterimage Elaborazione delle Immagini Digitali 71 Elaborazione delle Immagini Digitali 72