Movimenti Scolastici Riformisti e Percorsi Formativi Dirigente

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MOVIMENTI
SCOLASTICI RIFORMISTI
E PERCORSI FORMATIVI
Catanzaro, 13 febbraio 2016
Maurizio Piscitelli dirigente tecnico
L’egoismo è sempre stata la peste della
società
e quanto è stato maggiore
tanto peggiore è stata la condizione della
società
Giacomo Leopardi
Quattro grandi sfide:
Il digitale
L’inclusione
Le lingue
Le competenze
Responsabile confronto sull’intervento del digitale
nella didattica per migliorarla
e non
Una didattica al servizio di presunte esigenze del
digitale
La sbandierata riduzione dei costi è irrisoria
OCSE: Il ritardo è dovuto ai mancati investimenti
(banda larga, wi-fi, dotazioni tecnologiche…)
Offerta editoriale:
17.000 opere in formato misto (cartaceo/digitale)
5.000 opere i formato esclusivamente digitale
Domanda di prodotti esclusivamente digitali dalle scuole:
adozioni interamente digitali nell’a.s. 2012-13
1,8%
adozioni interamente digitali nell’a.s. 2013-14
1,4%
Oggi in Gran Bretagna l’80% delle classi può contare su strumenti
didattici informatici e digitali
Di questo passo occorrono 15 anni per raggiungere la Gran
Bretagna
Passaggio al digitale:
Nel quindicennio 1995-2010 l’Italia non ha aumentato
la spesa per studente nella scuola primaria (nella
scuola secondaria è cresciuta dello 0,5%)
La media europea è del 60%
Nonostante i dati allarmanti, il rapporto OCSE
segnala che la scuola italiana garantisce
performance stabili: evidentemente il digitale da solo
non basta a garantire la qualità dell’insegnamentoapprendimento
Occorre una netta (e urgente) inversione di
tendenza
Nativi digitali?
Resistenza al’innovazione o prof. Vintage?
Roberto Casati, Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per
continuare a leggere
Il docente non è un nastro trasportatore, mero trasmettitore di
conoscenze
Non basta velocizzare i tempi di lettura, bisogna ottimizzarli
L’occhio diagonale guarda sempre in basso a destra per
controllare se gli amici chiattano, provocando distrazioni
continue
La scuola non deve seguire la moda della digitalizzazione, ma
porsi come alternativa formante
I ragazzi usano app e icone, ma hanno consapevolezza dei
processi che attivano?
“Nativi digitali” o “soggetti digitali”?
L’aggettivo “nativo” richiama l’acquisizione di
competenze dei madrelingua che acquisiscono la
prima lingua
I nati dopo il 1990 avrebbero appreso senza difficoltà un
nuovo linguaggio, come i madrelingua esposti alla loro
lingua madre
Non ci sono prove di questa mutazione antropologica!
La semplicità di impiego degli strumenti digitali è tale da
far sì che anche i bambini li sappiano usare con facilità
Non circondate i libri di video, se volete che vengano
letti
Meglio l’insalata…
…o la torta Sacher?
L’ebook dovrebbe sostituire il libro di carta:
Nella storia della comunicazione nessuno strumento è
stato mai sostituito
Il PC non ha sostituito la TV
La TV non ha sostituito la radio
La radio non ha sostituito i giornali
I giornali sono cambiati dopo l’avvento della radio
La radio è cambiata dopo l’avvento della TV
La TV è cambiata dopo l’avvento del Pc
Una proposta interessante:
Gino Roncaglia suggerisce di inserire i codici QR nei
libri di carta
I contenuti multimediali, così, fungerebbero da
supplemento al libro, che conserverebbe la sua natura
insostituibile:
presenta un contenuto alla volta
protegge l’attenzione
INCLUSIONE
Tre fasce:
- disabilità certificate
- disturbi evolutivi specifici (DSA, ADHD, DOP, FIL e altro)
- svantaggio (socio-economico, linguistico-culturale,
comportamentale, relazionale
In sintesi:
gli alunni “psicofisici” (sigla EH) transitano nei disturbi evolutivi
specifici senza sostegno
Inoltre:
Le classi si popoleranno di ADHD, FIL, ITA L2, SVANT
Preferiamo le classi di Antonio, Carla, Paolo, Giorgio, Michele,
Rosaria
Dal sostegno ai sostegni
Dal sostegno in presenza al supporto a distanza
Tutti i docenti, formati e “aggiornati”, non avranno bisogno del
docente di sostegno
Un bambino FIL (Funzionamento Intellettivo Limite)
ha bisogno di una presenza specializzata, che lo invogli a non
rinunciare, a continuare a imparare,
ha bisogno di una presenza specializzata che sappia ascoltare,
sorridere, motivare, abbracciare, spronare, consolare
Ha bisogno di una persona che lo sappia aiutare davvero
Altro che sostegno di prossimità….
È auspicabile una revisione dell’intera azione sui BES,
magari cogliendo l’occasione per attuare una
pedagogia della persona, dalla quale sembra la
scuola italiana si stia allontanando, dopo le
manifestazioni di interesse culminate con la L. 53/03
È ancora viva e attuale la lezione di Leopardi, che a
causa della malattia, era diventato lui stesso “disabile”.
Così si può riassumere il “credo pedagogico” di
Leopardi:
La debolezza non è un ostacolo ma può essere una opportunità per uno
sviluppo originale e creativo.
Nell'ambito dei comportamenti umani non v'è nulla di assoluto e fisso una
volta per tutte.
Tutto è relativo alle condizioni storico-culturali e al punto di vista che si
assume.
Gli esseri umani sono simili e diversi contemporaneamente.
La conoscenza è un processo di ricerca costante.
Il confine tra normale e anormale, norma e devianza, malattia e salute è
molto labile e sempre in movimento.
L'educazione è un processo lungo di maturazione che deve tener conto
delle specificità di ogni essere umano, di ogni generazione e di ogni epoca
storica.
Dobbiamo passare dalla logica differenzialistica delle
categorizzazioni al riconoscimento delle differenze.
Sembra invece si voglia procedere a una progressiva
marginalizzazione della pedagogia
L’alunno come soggetto significante del processo
d’insegnamento/apprendimento lascia il posto
all’alunno/problema
Gli alunni della società complessa sono essi stessi espressione di
una complessità che non si può semplificare con etichette
La didattica se è attenta soltanto alle procedure diventa sterile
didatticismo
Lingue
DPR 81/2009, art. 15, comma 5:
l’insegnamento della lingua inglese è affidato ad insegnanti di
classe della scuola primaria specializzati. Gli insegnanti
attualmente non specializzati sono obbligati a partecipare ad
appositi corsi triennali di formazione linguistica, secondo le
modalità definite dal relativo piano di formazione. I docenti dopo
il primo anno di formazione, sono impiegati preferibilmente nelle
prime due classi della scuola primaria e sono assistiti da interventi
periodici di formazione linguistica e metodologica, anche col
supporto di strumenti e dotazioni multimediali. Fino alla
conclusione del piano di formazione, e comunque fino all’anno
scolastico 2011/2012, sono utilizzati, in caso di carenza di
insegnanti specializzati, insegnanti sempre di scuola primaria
specialisti esterni alle classi, per l’intero orario settimanale di
docenza previsto dal vigente CCNL
Traguardo europeo della padronanza di due lingue
comunitarie
Recepito dalla Legge 53/2003
Messo in crisi da modelli organizzativi sospesi tra corsi
obbligatori e corsi volontari
E il CLIL?
I DDPPRR 88 e 89 prevedono l’applicazione della
metodologia CLIL soltanto nel secondo ciclo
Orientamento metodologico innovatico che consente
di apprendere l’uso di microlinguaggi di settore
Il CLIL risponde alle esigenze “europee” di:
Promuovere la mobilità
Promuovere l’integrazione dei cittadini
Abbattere le barriere linguistiche
Educare ad agire in un contesto plurilingue
Il plurilinguismo è uno degli obiettivi chiave per l’Europa.
Il Libro Bianco della Commissione Europea “Insegnare e
Apprendere: verso la società conoscitiva” (1995), pone, tra i
cinque obiettivi prioritari per i sistemi educativi e formativi dei
Paesi membri, la promozione della conoscenza di almeno due
lingue comunitarie oltre alla lingua materna.
La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio
del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per
l’apprendimento permanente (2006/962/CE) inserisce
la comunicazione nelle lingue straniere tra le otto competenze
chiave.
Ancora, la risoluzione del Parlamento Europeo del 24 marzo
2009 dal titolo “Il multilinguismo: una risorsa per l’Europa e un
impegno comune” raccomanda, tra le altre cose, “agli Stati
membri di includere nei programmi scolastici lo studio
facoltativo di una terza lingua straniera partire dal livello della
scuola secondaria
COMPETENZE
Raccomandazione del Parlamento europeo e del
Consiglio del 18 dicembre 2006
1. Comunicazione nella madrelingua
2. Comunicazione nelle lingue straniere
3. Competenza matematica e competenze di
base in scienza e tecnologia
4. Competenza digitale
5. Imparare ad imparare
6. Competenze sociali e civiche
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità
8. Consapevolezza ed espressione culturale
Nel testo delle Nuove Indicazioni:
Profilo delle competenze dello studente al termine del
primo ciclo
che prende spunto dalle otto competenze chiave
europee declinandole all’interno del curriculum di studi
della scuola italiana
Il testo del profilo viene declinato in traguardi per lo
sviluppo delle competenze (disciplinari), da
raggiungere al termine della scuola d’infanzia, della
scuola primaria, del terzo anno della scuola
secondaria di primo grado
i traguardi rappresentano dei riferimenti ineludibili per
gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da
percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa
allo sviluppo integrale dell’allievo.
Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono
criteri per la valutazione delle competenze attese e,
nella loro scansione temporale,
sono prescrittivi, impegnando così le istituzioni
scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a
garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità
del servizio
“Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta
all’autonomia
didattica
delle
comunità
professionali
progettare percorsi per la promozione, la rilevazione e la
valutazione delle competenze.
Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente
mobilita e orchestra le proprie risorse – conoscenze, abilità,
atteggiamenti, emozioni – per affrontare efficacemente le
situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione
alle proprie potenzialità e attitudini.
Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione
e valutazione delle competenze è possibile la loro
certificazione, al termine della scuola primaria e della scuola
secondaria di primo grado, attraverso modelli che verranno
adottati a livello nazionale.
Le certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la
padronanza delle competenze progressivamente acquisite,
sostenendo e orientando gli studenti verso la scuola del
secondo ciclo."
Grazie
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