Percorso clinicoassistenziale per la persona affetta da Scompenso Cardiaco 1. INDICE 1. Indice ......................................................................................................................................................... 2 2. Introduzione .............................................................................................................................................. 4 3. Finalità del percorso clinico-assistenziale ................................................................................................. 5 4. Attori coinvolti ............................................................................................................................................ 6 4.1.Il Medico di Medicina Generale (MMG) ................................................................................................... 6 4.2 Cure specialistiche ........................................................................................................................... 6 4.3 Personale infermieristico .................................................................................................................. 7 4.4 Il paziente e i familiari ....................................................................................................................... 7 4.5 Adesione del paziente ...................................................................................................................... 8 5. Percorso clinico-assistenziale ................................................................................................................... 9 5.1 Criteri d’inclusione, di esclusione e di uscita dal percorso ............................................................... 9 5.2 Possibili vie d’ingresso nel percorso clinico -assistenziale ............................................................ 10 5.3 Lo Screening .................................................................................................................................. 10 5.4 La diagnosi clinica di malattia ........................................................................................................ 11 5.5 Il ricovero in ospedale .................................................................................................................... 12 5.6 Il follow up ...................................................................................................................................... 15 6. La terapia ................................................................................................................................................ 24 6.1 Principi generali .............................................................................................................................. 24 6.2 L’impostazione della terapia ........................................................................................................... 24 6.3 Monitoraggio della terapia .............................................................................................................. 26 6.4 Comunicazione con i pazienti ........................................................................................................ 26 7. Descrizione delle attività e dei relativi requisiti ....................................................................................... 27 7.1 Screening ....................................................................................................................................... 27 7.2 Visita medica prima della diagnosi da parte del MMG ................................................................... 28 7.3 Visita specialistica per la diagnosi .................................................................................................. 30 7.4 L’impostazione ed il controllo della terapia .................................................................................... 32 7.5 Il ricovero ospedaliero .................................................................................................................... 36 7.6 La dimissione dopo il ricovero ........................................................................................................ 37 7.7 Le visite di follow up ....................................................................................................................... 39 7.8 L’assistenza infermieristica territoriale ........................................................................................... 42 7.9 L’educazione del paziente .............................................................................................................. 44 7.10 La valutazione psicosociale ........................................................................................................... 46 7.11 La valutazione multidimensionale .................................................................................................. 47 8. Gestione informativa ed informatica ....................................................................................................... 48 9. Aggiornamento e revisione del percorso clinico-assistenziale ............................................................... 48 10. Verifica dei risultati.............................................................................................................................. 49 11. Rappresentazione grafica del eprcorso clinico-assistenziale ............................................................. 53 12. Rappresentazione grafica del processo di screening ......................................................................... 54 13. Rappresentazione grafica del processo diagnostico dello scompenso cardiaco ............................... 55 2 di 61 14. Rappresentazione grafica del processo di ricovero ........................................................................... 56 15. Rappresentazione grafica del processo di follow up .......................................................................... 57 16. Allegato 1: scheda di raccolta dati per il paziente affetto da scompenso cardiaco ............................ 58 17. Indice delle tabelle .............................................................................................................................. 60 18. Il gruppo di lavoro ............................................................................................................................... 60 18.1 Componenti del gruppo di lavoro ................................................................................................... 60 18.2 Contatto di riferimento .................................................................................................................... 60 19. Bibliografia e sitologia ......................................................................................................................... 61 3 di 61 2. INTRODUZIONE Lo scompenso cardiaco (SC) è una sindrome clinica complessa costituita da sintomi e segni che suggeriscono la compromissione dell'efficienza della pompa cardiaca. Lo SC è causato da anomalie strutturali o funzionali del cuore. In alcuni pazienti lo scompenso è causato dalla disfunzione sistolica ventricolare sinistra associata ad una frazione d’eiezione ventricolare sinistra ridotta, mentre altri hanno un’insufficienza cardiaca con una frazione d’eiezione preservata. La maggior parte dei trattamenti è indicata per l'insufficienza cardiaca dovuta a disfunzione ventricolare sinistra. La causa più comune di scompenso cardiaca è la malattia coronarica, per molti pazienti a causa degli esiti l’infarto del miocardio. Tra le varie cause di patologia cronica e disabilità, lo scompenso cardiaco è oggi una delle condizioni cliniche più rilevanti per la sua frequenza, il carico assistenziale che comporta (e di conseguenza i costi ad esso correlati) implicazioni in termini di mortalità, morbilità e qualità di vita. Esaminando, infatti, le principali cause di ricovero ospedaliero (per acuti in regime ordinario) per DRG medico, si nota che il DRG “insufficienza cardiaca e shock” nel 2003 è stato il primo in assoluto per numerosità (190.340) Valutando l’epidemiologia clinica dello scompenso cardiaco, si stima che in Italia vi siano circa 3 milioni di cittadini affetti da questa patologia, sia in forma asintomatica che conclamata. Questa cifra è destinata ad aumentare a causa della prolungata sopravvivenza, della riduzione della mortalità in fase acuta di molte affezioni cardiovascolari e, soprattutto, per il progressivo invecchiamento della popolazione. I risultati derivati dai grandi studi di popolazione dimostrano un’incidenza variabile tra 1 e 2 casi per 1.000 individui l’anno, costante o in lieve aumento, mentre la prevalenza cresce drasticamente per via dell’invecchiamento della popolazione. I risultati dello studio ILSA, pubblicato nel 1997, indicano una prevalenza che da circa il 5% nei soggetti tra 65 e 69 anni raggiunge oltre il 12% negli ultraottantenni. Inoltre, si è osservato che l’aumento percentuale dei ricoveri per scompenso cardiaco di pazienti al di sopra dei 65 anni di età, nel triennio 2001-2003, è proporzionalmente maggiore rispetto all’aumento della popolazione di riferimento. In altri termini, la crescita del numero di ricoveri per insufficienza cardiaca non è dovuta unicamente ad un numero maggiore di persone anziane, ma è evidentemente causata da una maggiore incidenza di pazienti affetti da insufficienza cardiaca. Per anni la prognosi dello SC è stata paragonata a quella delle malattie neoplastiche con mortalità a 5 anni 75% negli uomini, 62% nelle donne. Nel sottogruppo con SC avanzato la mortalità ad 1 anno era del 60%. (Eur Heart J, 1998). Nell'ultimo decennio però grazie all’uso su larga scala dei farmaci raccomandati nello SC e delle terapie non convenzionali (resincronizzazione, trapianto di cuore, sistemi di assistenza ventricolare sinistra) la prognosi di questi pazienti è migliorata sensibilmente, lo studio ADHERE LM dimostra ad un follow up di 2 anni 60% di riospedalizzazioni e mortalità del 30% ad 1 anno. Tuttavia l’esperienza clinica e l’analisi delle informazioni rilevate con le schede di dimissione ospedaliera dimostrano che gran parte dei malati ricoverati con diagnosi di scompenso non richiedono procedure diagnostico-terapeutiche di tipo altamente specialistico o particolarmente costose. Nella grande maggioranza dei casi l’insufficienza cardiaca scompensata richiede solo misure terapeutiche relativamente semplici, di tipo farmacologico, necessarie per sostenere la funzione di pompa del cuore, favorire la respirazione, migliorare il circolo e la diuresi, ridurre gli edemi, e così via. Il paziente, compensato dal punto di vista cardio-circolatorio, torna ad avere una discreta autosufficienza, e come si è visto (dati del Ministero della Salute), nel 88% dei casi la gravità del paziente è lieve o moderata e nel 85% dei casi il malato, dopo il ricovero, viene dimesso al proprio domicilio perché ha recuperato una situazione di ragionevole benessere e di autonomia. Tuttavia è noto che la malattia tende gradualmente a degenerare (anche in funzione del grado di osservanza dei consigli dietetici e delle prescrizioni terapeutiche), peggiorando progressivamente la prognosi quoad vitam e quoad valetudinem e provocando ricoveri ripetuti sempre più frequenti, fino all’exitus. Queste osservazioni inducono a considerare attentamente lo scompenso cardiaco come un modello di patologia molto interessante per promuovere l’attuazione di un percorso assistenziale di continuità delle cure plurispecialistiche da realizzare nell’ambito di una rete integrata di servizi socio-sanitari. Un percorso integrato di continuità assistenziale per il paziente con scompenso cardiaco può ritardare la comparsa e la progressione della disfunzione ventricolare sinistra, prevenire le riacutizzazioni ed i ricoveri ospedalieri e garantire assistenza specifica secondo le esigenze del paziente. Esso deve mirare inoltre a sviluppare nel paziente e nei suoi familiari la capacità di interagire efficacemente con l’equipe sanitaria e favorire l’assunzione di un ruolo attivo nella gestione della malattia. 4 di 61 3. FINALITÀ DEL PERCORSO CLINICO-ASSISTENZIALE Nell’ambito della gestione integrata di una patologia cronica come lo SC, tutti gli sforzi dell’assistenza devono essere orientati al controllo sistematico e continuativo del paziente, sia a domicilio che in ospedale. Il paziente deve essere gestito in maniera coordinata e sistematica in tutte le fasi della sua malattia, la quale va comunque considerata come un unico episodio longitudinale. I fondamenti per un approccio integrato sono: il paziente è al centro della rete assistenziale integrata e deve poter sistematicamente individuare referenti sanitari ai diversi livelli del percorso di cura; la presa in carico del paziente con SC è di regola compito del MMG, con la collaborazione degli altri operatori sanitari coinvolti, nel rispetto del proprio ruolo e della specifica responsabilità, il tutto finalizzato al miglioramento della qualità delle cura; i protocolli e PDT prevedono l’esplicita definizione di quali sono (quale), da chi (chi) e dove vengono effettuati (dove), in che tempi (quando) e per quali motivazioni (perchè), e sono condivisi tra tutti gli operatori attivamente coinvolti nel controllo dei risultati; il database del paziente, comune e dinamico centro del sistema, deve essere accessibile a tutti gli attori; la raccolta dei dati viene effettuata nella normale routine; i dati devono essere scambiati in maniera continua e condivisa, a seconda delle necessità del paziente, tra i diversi attori del sistema. L’insieme degli interventi è definibile pertanto in modo prospettico allo scopo di modificare il corso della malattia, migliorando i risultati, riducendo il costo dell’assistenza (o a parità di costo), con i seguenti obiettivi: ritardare la comparsa della disfunzione ventricolare sinistra asintomatica nei pazienti a rischio; ritardare la progressione della disfunzione ventricolare sinistra a SC conclamato; ritardare la progressione della SC nei pazienti affetti; prevenire le riacutizzazioni ed i ricoveri ospedalieri; garantire assistenza specifica di tipo palliativo al paziente con SC terminale. 5 di 61 4. ATTORI COINVOLTI 4.1.IL MEDICO DI MEDICINA GENERALE (MMG) Il MMG rappresenta il case manager della maggioranza dei pazienti con SC. I suoi compiti sono differenti secondo la gravità dello scompenso e la stabilità della situazione clinica, e variano quindi da una gestione sostanzialmente autonoma in casi stabili di lieve-media gravità, al ruolo di supporto nei confronti dello specialista in casi gravi ed instabili. Per favorire la comunicazione ospedale/territorio/ASL elemento fondamentale è la disponibilità e l’utilizzo routinario di strumenti informatici per la gestione del paziente, che consentano la pronta identificazione del problema clinico SC e del percorso attivato per il singolo caso. Il periodico aggiornamento della cartella computerizzata è utile all’obiettivo di una vera continuità assistenziale, in relazione anche a contatti routinari che possono rappresentare l’occasione per controlli non programmati dei pazienti con SC da parte dei MMG e per un processo di autovalutazione da parte del singolo professionista. I compiti del MMG nell’assistenza al paziente con SC riguardano i seguenti aspetti: 4.1.1 Prevenzione: la prevenzione primaria cardiovascolare è compito primario del MMG. La prevenzione secondaria è attuata, secondo il livello di rischio e di stabilità clinica del paziente, dal MMG o congiuntamente dal MMG e dallo specialista. 4.1.2 Diagnosi: l’’impostazione diagnostica nel sospetto clinico di SC è compito del MMG, che è il primo referente e consulente del paziente in caso di comparsa di sintomi, a meno di situazioni d’instabilità clinica che richiedano interventi ospedalieri in tempi brevi. 4.1.3 Terapia: l’impostazione iniziale del trattamento farmacologico e non farmacologico è di competenza del MMG, poi va generalmente condivisa e discussa con lo specialista. 4.1.4 Educazione e informazione del paziente e dei familiari: nei casi in cui non sia indicata un’ospedalizzazione, il MMG provvede a fornire educazione/informazione al paziente e a chi lo assiste personalmente o tramite personale infermieristico dipendente (se disponibile), avvalendosi anche di apposito materiale scritto. In caso d’ospedalizzazione, l’attività educativa/formativa deve essere coordinata tra struttura dedicata e territorio. 4.1.5 Identificazione precoce di forme familiari: la conoscenza della storia e della composizione familiare, tipica del setting della medicina generale, rende possibile l’invio allo screening delle forme di cardiopatia con possibile componente ereditaria. 4.1.6 Gestione del Follow-up: Il follow-up clinico del paziente stabile viene svolto dal MMG con controlli periodici programmati. Nelle classi funzionali più avanzate il follow-up del paziente stabile deve essere condiviso tra MMG e specialista, mentre nei pazienti in classe NYHA IV il MMG svolge un ruolo di supporto allo specialista. Obiettivo fondamentale del follow-up è la prevenzione delle instabilità. Il MMG deve gestire i provvedimenti di primo livello in relazione alla gravità del quadro clinico di base, in caso d’instabilità che non configuri una condizione di urgenza. Nella definizione e gestione delle comorbilità, il MMG attiva e coordina la consulenza di vari specialisti e l’esecuzione di esami diagnostici specifici. 4.1.7 Assistenza domiciliare: Il MMG è il responsabile dell’assistenza domiciliare per i pazienti impossibilitati a deambulare, non autosufficienti, affetti da gravi patologie che necessitino di controlli ravvicinati, fra cui lo SC avanzato. 4.2 CURE SPECIALISTICHE Lo SC è una patologia d’interesse multidisciplinare che deve quindi coinvolgere diverse competenze specialistiche, che abbiano acquisito competenze specifiche sul problema, nell’ambito della fase acuta, postacuta e stabile. 6 di 61 4.2.1 Gestione dello SC acuto: Lo specialista ospedaliero, cardiologo e/o internista, gestisce le fasi di ricovero per SC acuto, secondo protocolli operativi interni che descrivono i criteri d’indirizzo dei pazienti al ricovero nelle diverse strutture, la corretta sequenza dei provvedimenti farmacologici e delle indagini strumentali. 4.2.2 Gestione ambulatoriale: → Per i pazienti con prima diagnosi, i compiti dello specialista cardiologo e/o internista, operante a livello territoriale o presso le strutture ospedaliere, comprendono la conferma diagnostica, la definizione eziologica e la stratificazione del rischio. Lo specialista imposta la terapia farmacologica, che condivide con il MMG e richiede direttamente ulteriori esami se questi sono indispensabili per rispondere al quesito della consulenza o per il raggiungimento degli obiettivi diagnostico/terapeutici di sua pertinenza. → Nell’ambito della gestione territoriale del paziente con SC, lo specialista esegue visite periodiche di controllo e valutazioni strumentali non invasive all’interno dell’Ambulatorio SC o dell’ambulatorio cardiologico generale. 4.2.3 Comunicazione e informazione del paziente: lo specialista partecipa, insieme al personale infermieristico dell’Ambulatorio del territorio ed al MMG, al completamento della formazione del paziente e dei familiari, dall’enunciazione della lettera di dimissione con chiarimenti sulla terapia farmacologica e sugli orari d’assunzione dei farmaci, fino alla definizione delle modalità di autogestione semplice della malattia (con il controllo dei parametri vitali) e di autocura come la regolazione della terapia diuretica. 4.3 PERSONALE INFERMIERISTICO Il ruolo dell’infermiere con competenze specifiche per lo SC è d’estrema importanza nella cura del paziente. Tale figura professionale, pur considerando l’attuale carenza numerica e la difficile reperibilità, deve essere presente, secondo le diverse disponibilità e modalità organizzative: → a livello territoriale nei Distretti, con compito d’assistenza ambulatoriale e domiciliare nell’ambito dell’ADI → nelle strutture delle equipe territoriali o delle Unità associative di cure primarie. L’infermiere, in stretta collaborazione con il personale medico, svolge importanti compiti quali: → l’educazione alla salute del paziente e dei familiari (counseling); → la misurazione dei parametri semplici (glicemia, peso, pressione arteriosa etc) per il monitoraggio clinico del paziente; → l’educazione all’autogestione del diuretico ed autoanalisi di alcuni parametri come diuresi, peso, controllo del polso; → la risoluzione d’eventi minori in collaborazione con il personale medico; → la gestione di tecniche di telesorveglianza domiciliare con possibile monitoraggio dei parametri vitali; → l’integrazione dei vari attori operanti nel territorio: medici della struttura ospedaliera in fase di predimissione da un evento acuto e MMG per contribuire a mantenere attivo il processo di continuità assistenziale; → l’informazione al paziente, per facilitare gli accessi alle strutture ospedaliere, all’assistenza domiciliare e ai presidi terapeutici domiciliari. La creazione di presidi infermieristici di distretto, come strutture ambulatoriali a gestione completamente infermieristica dedicate soprattutto alle patologie croniche, con compiti anche di collegamento fra MMG e strutture specialistiche, è un importante ed innovativo elemento per la collaborazione e/o la dipendenza con l’ADI 4.4 IL PAZIENTE E I FAMILIARI Nel trattamento di tutte le patologie croniche è necessario un patto terapeutico tra medico, infermiere, paziente e chi lo assiste. L’obiettivo di sviluppare nel paziente e nei suoi familiari la capacità di interagire efficacemente con l’infermiere e con il MMG ha grande rilevanza: non sembra infatt, attuabile un’ efficace gestione extraospedaliera di un paziente che non sia in grado di riconoscere e comunicare segni e sintomi 7 di 61 evolutivi di una qualsiasi patologia cronica. L’equipe sanitaria territoriale dovrebbe pertanto ottenere la maggiore collaborazione attiva del paziente, poiché l’adesione incerta del soggetto porterebbe all’insuccesso dell’intervento programmato. Per favorire l’assunzione di un ruolo attivo del paziente nella gestione della malattia, un programma di continuità assistenziale deve, dopo adeguata valutazione della struttura familiare, mirare a: → L’educazione del singolo alla conoscenza della malattia e alla autogestione dei parametri vitali attraverso percorsi formativi dedicati; → L’informazione sui provvedimenti non farmacologici (abolizione del fumo, attività fisica quotidiana, esercizio aerobico, dieta e riduzione del peso, vaccinazioni), sulla terapia farmacologia e sui meccanismi d’azione dei farmaci e sul rischio di effetti negativi di altri farmaci attraverso materiale didattico; → L’addestramento al rilievo precoce della comparsa di segni e/o sintomi d’instabilità; → La conoscenza del percorso dettagliato da seguire in caso di comparsa d’instabilità clinica (contatti telefonici, accesso diretto all’ambulatorio, ecc); → Il coinvolgimento attivo e documentato del paziente e di chi lo assiste, ogni qual volta sia possibile, sul percorso diagnostico-terapeutico e sul programma di gestione integrata. L'educazioneformazione dei pazienti e di chi li assiste deve essere assicurata, secondo modelli e modalità condivise, da MMG, distretto e ospedale. In situazioni di particolare complessità (quali lo scompenso avanzato, multiple comorbilità, ecc), o qualora lo ritenga opportuno, il MMG deve poter ricorrere a "educatori-formatori" che possono aver sede nel distretto o, ove non siano ivi disponibili le competenze, in ospedale. L'ospedale deve assicurare comunque l'educazione-formazione di pazienti ricoverati e dimessi e di chi li assiste, secondo modelli e modalità condivise. All’intervento educativo del paziente possono concorrere anche associazioni non professionali di volontariato o cittadinanza attiva con corsi ed interventi specifici. 4.5 ADESIONE DEL PAZIENTE 8 di 61 5. PERCORSO CLINICO-ASSISTENZIALE La produzione de-novo di raccomandazioni basate sull'evidenza è un processo che richiede risorse di entità tale da rendere obbligatorio basarsi sulle numerose linee guida già esistenti in letteratura. La scelta delle linee guida di riferimento compiuta dal Gruppo scrivente si è basata un processo a più fasi. La ricerca in letteratura si è basata su criteri definiti che prevedevano che le linee guida fossero dedicate al paziente adulto con scompenso cardiaco l'evidenza clinica fosse esplicitata e graduata per la maggioranza delle raccomandazioni fossero state pubblicate dopo il 2000 in lingua inglese, tedesca o italiana. Una valutazione con lo strumento AGREE che prevede 23 items ed è suggerito per valutatori multipli è estremente time consuming e ridondante ai fini del percorso. Il Gruppo scrivente si è quindi basato su una review sistematica delle linee guida dello scompenso pubblicata nel 2009. Sulla base di quelle raccomandazioni abbiamo individuato 3 linee guida di riferimento riportate in bibliografia ed in particolare sulle linee guida della ESC in quanto di più recente pubblicazione. Il presente Percorso clinico assistenziale trae inoltre ampio spunto dal documento “Consensus Conference: Il percorso assistenziale del paziente con Scompenso Cardiaco” (1) scaturito dalla Consensus Conference fra le Società Scientifiche, espressione delle figure professionali coinvolte nell’assistenza a questi pazienti, promossa dall’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri con la partecipazione ai lavori di rappresentanti delle istituzioni, dal Ministero della Salute all’Istituto Superiore di Sanità, dalle Agenzie Regionali alle Aziende Sanitarie Locali. Il Gruppo responsabile della stesura di questo percorso ha provveduto ad attualizzare le indicazioni del documento alle linee-guida e lo ha modificato per adattarlo alla realtà locale in funzione della riforma clinica. Le parti riprese integralmente dal citato documento sono riconoscibili dal carattere corsivo. 5.1 CRITERI D’INCLUSIONE, DI ESCLUSIONE E DI USCITA DAL PERCORSO Questo protocollo è finalizzato all’assistenza integrata del paziente, a cui sia stata posta la diagnosi clinicostrumentale di scompenso cardiaco. Criterio di esclusione è la presenza di scompenso cardiaco destro conseguente ad una malattia respiratoria. Criteri di uscita sono le documentate indicazioni al trapianto cardiaco (TC) o alle cure palliative per scompenso refrattario con gravi comorbilità. Il TC è una terapia ad alto costo di risorse economiche e umane, non esente dal rischio di complicanze a breve e lungo termine, e praticabile in un numero molto ristretto di pazienti. Il successo della procedura e la disponibilità di donatori non si sono modificati sostanzialmente negli ultimi anni, mentre è migliorata la prognosi dei pazienti con SC in terapia medica. I criteri di valutazione prognostica sviluppati in passato sono scarsamente applicabili all’attuale popolazione di pazienti con SC avanzato, generalmente trattati con terapia medica ottimizzata, comprendente beta-bloccanti e antialdosteronici e spesso portatori di un dispositivo di resincronizzazione elettrica e/o defibrillatore. La selezione dei candidati è dunque cruciale per incrementare il vantaggio prognostico offerto dal TC, con l’obiettivo di migliorare la sopravvivenza nell’intera popolazione dei pazienti con SC avanzato e di mantenere o migliorare i buoni risultati postoperatori. Deve quindi avvalersi di criteri restrittivi privilegiando i pazienti con SC realmente refrattario. L’indicazione al TC è posta dallo Specialista in collaborazione con un Centro Trapianti e rappresenta uno dei criteri di uscita del presente PDT. 9 di 61 5.2 POSSIBILI VIE D’INGRESSO NEL PERCORSO CLINICO -ASSISTENZIALE Sussistono sostanzialmente tre possibili vie attraverso le quali il paziente con scompenso cardiaco entra nel percorso clinico- assistenziale: → Diagnosi di scompenso da parte del medico di medicina generale → Diagnosi di scompenso effettuata nel corso di ricoveri ospedalieri → Diagnosi di scompenso effettuata nel corso di visite specialistiche In questo documento sono state definite quattro differenti fasi gestionali del percorso: → Prevenzione e screening della disfunzione ventricolare asintomatica → La diagnosi → Il ricovero → Il follow up 5.3 LO SCREENING La disfunzione ventricolare asintomatica spesso precede per lungo tempo lo SC conclamato ed aumenta il rischio di morte anche per gradi modesti di compromissione della funzione ventricolare. Trattamenti efficaci quali la terapia con ACE-inibitori e con beta-bloccanti sono in grado di condizionare favorevolmente la prognosi dello SC, anche e soprattutto nelle fasi precoci della malattia. La disfunzione ventricolare asintomatica soddisfa quindi i criteri per essere oggetto di programmi di screening con lo scopo di identificare i pazienti a rischio prima che la malattia si sviluppi, in modo da avviare adeguati programmi d’intervento. Condizione necessaria per un’adeguata azione preventiva è il riconoscimento dei soggetti che, rispetto alla popolazione generale, sono a maggior rischio di sviluppare in futuro la malattia, identificabili negli stadi A (soggetti con fattori di rischio) e B (soggetti con cardiopatia strutturale). 5.3.1 Il paziente con fattori di rischio (stadio A) I soggetti in stadio A sono a rischio di sviluppare una cardiopatia strutturale per fattori di rischio cardiovascolare o situazioni cliniche quali: → ipertensione arteriosa; → diabete mellito; → obesità o sindrome metabolica; → insufficienza renale cronica; → aterosclerosi polidistrettuale; → assunzione prolungata di farmaci cardiotossici; → familiarità per cardiomiopatia. 5.3.2 Il paziente con cardiopatia strutturale (stadio B) I soggetti in stadio B hanno una cardiopatia nota ad alto rischio d’evoluzione verso lo SC in particolare: → ipertensione arteriosa con danno d’organo (ipertrofia ventricolare sinistra, sovraccarico ventricolare sinistro, blocco di branca sinistra); → diabete mellito con danno d’organo (microalbuminura, vasculopatia, etc); → insufficienza renale con danno d’organo cardiovascolare; → cardiopatia ischemica e recente infarto miocardico (IMA) con o senza rimodellamento ventricolare sinistro; 5.3.3 Strategie di screening L’ecocardiogramma rappresenta l’esame di riferimento per la valutazione della funzione ventricolare. Un programma di screening, che indirizzi indiscriminatamente tutti i pazienti a rischio di sviluppo di SC a 10 di 61 valutazione ecocardiografica ripetuta nel tempo, ha tuttavia dei costi organizzativi ed economici non sostenibili. Per tale motivo è necessaria un’attenta valutazione clinica del rischio, associata all’esecuzione di esami semplici, accessibili e con elevato potere predittivo negativo, quali l’ECG ed il dosaggio dei peptidi natriuretici (PN). Tale strategia di screening, selezionando i pazienti a maggior rischio, consente di indirizzare verso il più opportuno iter diagnostico e terapeutico una consistente proporzione di pazienti con disfunzione ventricolare asintomatica, a costi relativamente contenuti e sostenibili. Nei soggetti in stadio A (punti 1-5) e nei soggetti in stadio B (punti 1-3) è indicata la ripetizione periodica annuale dell’elettrocardiogramma. In questi soggetti l’utilizzo dei PN, in relazione al potenziale grado di coinvolgimento cardiaco ed alla presenza di più fattori associati, è in grado di guidare la selezione appropriata del paziente da inviare a screening ecocardiografico. Nei soggetti in stadio A (punti 1-5) e nei pazienti in stadio B (punti 1-3), con ECG e PN alterato o in relazione alla gravità e all’eventuale associazione multipla di fattori di rischio, va avviato lo screening ecocardiografico per la disfunzione ventricolare asintomatica . Nei pazienti con ipertensione, diabete o IRC severa con danno d’organo cardiovascolare, nei soggetti con primo esame ecocardiografico non indicativo di disfunzione ventricolare, è indicato il ricorso annuale ad accertamenti di primo livello (ECG e dosaggio dei PN) per selezionare i soggetti da avviare alla ripetizione dell’ecocardiogramma. Lo screening ecocardiografico periodico è indicato in prima istanza per i soggetti in stadio A (punti 6 e 7): → con anamnesi familiare di car 15-18 fino a 40-50 anni; → esposti a farmaci antiblastici cardiotossici o a radioterapia, in cui la periodicità dell’ecocardiogramma sarà dettata dalla coesistenza di altri fattori di rischio e dal tipo, dosaggio, protocollo di trattamento chemioterapico utilizzato; Lo screening ecocardiografico è indicato in secondo luogo anche nei soggetti in stadio B (punti 4-5): → con cardiopatia ischemia e pregresso IMA con o senza rimodellamento ventricolare sinistro; → con malattia valvolare significativa asintomatica. La funzione cardiaca deve essere rivalutata precocemente, in presenza di queste condizioni di rischio, dopo 30-90 giorni dall’evento acuto ischemico. In assenza di alterazioni dello stato clinico o di procedure di rivascolarizzazione, l’ulteriore ripetizione dell’ecocardiogramma non è raccomandata dalle linee guida entro 1-2 anni dall’evento acuto . Nei pazienti con pregresso IMA ad alta probabilità di evoluzione della cardiopatia verso la disfunzione ventricolare, la strategia che utilizza ECG e PN associati alla valutazione clinica può essere presa in considerazione come utile alternativa alla ripetizione dell’esame ecocardiografico prima di 1-2 anni dall’evento indice. 5.4 LA DIAGNOSI CLINICA DI MALATTIA Il MMG, in presenza di un sospetto di SC, dopo una valutazione clinico-anamnestica e, ove necessari iniziali provvedimenti terapeutici, deve procedere con dosaggio dei PN. In caso di positività degli esami di primo livello si procede nell’iter diagnostico, ricorrendo alla consulenza specialistica cardiologica per gli esami strumentali volti alla conferma diagnostica, alla ricerca eziologica e alla stratificazione prognostica. L’esame strumentale indispensabile per la valutazione del paziente con SC è l’ecocardiogramma, che fornisce informazioni anatomo- funzionali sulle alterazioni delle valvole cardiache, sulla funzione del miocardio e sul pericardio. In caso di riscontro di disfunzione sistolica o diastolica del VSn un approfondimento clinico-strumentale deve includere un accurato esame del paziente, inclusa da un lato, nel caso dei pazienti con sospetta malattia del miocardio su base eredofamiliare, la valutazione della familiarità ed il coinvolgimento neuromuscolare, dall’altro l’analisi di problematiche cardiache od extracardiache che possono causare ed accelerare lo sviluppo e la progressione dello SC. La valutazione e la ricerca di fattori potenzialmente causali cominciano con una dettagliata raccolta anamnestica e con un esame fisico completo, cardiaco ed extracardiaco. Indagini di approfondimento dovranno essere richieste sulla base dello specifico sospetto eziologico (cardiopatia ipertensiva, cardiopatia ischemica, valutazione neuromuscolare nelle malattie del miocardio su sospetta base eredofamiliare, ecc). 11 di 61 5.4.1 Categorie diagnostiche 1. Lo scompenso con ridotta funzione sistolica è caratterizzato da: a. sintomi caratteristici per SC, b. segni obiettivi di SC, c. frazione di eiezione del VSn (EF) ridotta. A seguito di indicazioni discordanti all’interno delle linee guida, si è convenuto che la EF debba essere inferiore a 45%. 2. Lo scompenso con preservata funzione sistolica (o diastolico) è caratterizzato da: a. sintomi caratteristici per SC, b. segni obiettivi di SC, c. frazione di eiezione del VSn normale o solo lievemente ridotta senza dilatazione del VSn, d. cardiopatia strutturale rilevante (Ipertrofia del VSn/ dilatazione atriale sin) e/o disfunzione diastolica del Vsn. 5.4.2 La stratificazione prognostica La stratificazione prognostica deve essere condotta in ambito di Ambulatorio specialistico. Per la corretta stadiazione di gravità appare essenziale una completa valutazione anamnestica e clinico-strumentale, che prenda in esame in particolare la storia pregressa relativa a durata della malattia, precedenti ospedalizzazioni, classe funzionale più avanzata raggiunta, severità della disfunzione e del rimodellamento ventricolare sinistro ed eventuali patologie associate. La stratificazione prognostica è più accurata dopo un adeguato periodo di ottimizzazione della terapia, al termine della quale è opportuna una rivalutazione dell’ecocardiogramma e probabilmente dei peptici natriuretici. Nei pazienti oligosintomatici, apparentemente stabili, per la maggiore potenziale aspettativa di vita e la probabilità che nel tempo possano scatenarsi eventi aritmici maggiori, talora in relazione a fattori transitori e reversibili, è particolarmente elevato il rischio di morte improvvisa che incide in proporzione maggiore nelle classi meno avanzate della malattia. Per la stratificazione prognostica e le misure terapeutiche per la prevenzione della morte improvvisa si rimanda alle linee guida e comunque il gruppo dello scompenso ha indivuato il modello SEATTLE come strumento di straticazione. Poiché le tachiaritmie ventricolari maligne sono molto spesso associate a coronaropatia e ad una significativa disfunzione ventricolare sinistra, è indicata in tutti i pazienti con severa disfunzione ventricolare (FE <30-35%), indipendentemente dalla presenza di sintomi, l’esecuzione della coronarografia e, in presenza di una significativa malattia coronarica, di un test d’ischemia/vitalità miocardica per porre indicazione alla rivascolarizzazione. Le indicazioni ad un impianto di defibrillatore andranno rivalutate dopo l’eventuale intervento di rivascolarizzazione. La coronarografia può non essere indicata in prima battuta, pur in presenza di una severa disfunzione ventricolare, in pazienti con bassa probabilità di cardiopatia ischemica (ad es. con familiarità per cardiomiopatia) o in presenza di fattori favorenti la disfunzione ventricolare (ad es. ipertensione arteriosa, alcool, tachiaritmie sostenute). In quest’ultimo caso le indicazioni potranno essere confermate in caso di persistente disfunzione ventricolare anche dopo la rimozione/trattamento del/i fattore/i favorenti la disfunzione. È fondamentale inoltre individuare, nei pazienti con potenziale indicazione all’impianto dei defibrillatori, fattori scatenanti concomitanti e potenzialmente rimuovibili: alterazioni del quadro elettrolitico, farmaci con effetti proaritmici, quali gli stessi farmaci antiaritmici, eritromicina, claritromicina etc. 5.5 IL RICOVERO IN OSPEDALE 5.5.1 Il ricovero del paziente con SC acuto di nuova diagnosi o instabile Lo SC acuto è definito come “rapida insorgenza di segni e sintomi secondari a disfunzione cardiaca”. L’indicazione al ricovero è quindi in funzione della rapidità d’esordio, del livello di gravità clinica e della presenza di condizioni concomitanti. L’ospedalizzazione potenzialmente prevenibile attraverso una più attenta sorveglianza clinica del paziente con SC cronico al di fuori dell’ospedale, rappresenta spesso l’esito di un fallimento di percorsi assistenziali extraospedalieri. Al momento dell’accesso al PS/DEA il ricovero può rivelarsi necessario, non solo per motivi 12 di 61 esclusivamente medici, ma anche perché spesso intervengono fattori sociali che non rendono possibile una gestione a domicilio. Le indicazioni al ricovero di un paziente con scompenso cardiaco sono riportate nella tabella che segue. Tabella 1: Indicazioni al ricovero del paziente con Scompenso Cardiaco 1) Aritmie maggiori - aritmie sintomatiche - sincope o pre-sincope - arresto cardiaco - multiple scariche di defibrillatore impiantabile 2) ischemia miocardia acuta 3) SC de novo, con sintomi di nuova insorgenza a rapida comparsa 4) instabilizzazione di SC cronico a. ricovero immediato (118) - edema polmonare o distress respiratorio in posizione seduta - desaturazione arteriosa in O2 < 90%, in assenza di nota ipossiemia cronica - frequenza cardiaca > 120 battiti/minuto, con l’eccezione di FA cronica - aritmia (Fibrillazione/ Flutter atriale) de novo con compromissione emodinamica - shock cardiogeno b. ricovero urgente (entro le 24 ore attraverso il PS)) - presenza di segni e/o sintomi di congestione e/o ipoperfusione - recente sviluppo di disfunzione epatica, distensione epatica severa, ascite sotto tensione, anasarca - riscontro di importante ipo- o iperpotassiemia - peggioramento acuto di comorbilità (patologie polmonari, insufficienza renale) c. ricovero con carattere di priorità (programmabile con il reparto) - rapida riduzione della natriemia < 130 mEq/l - incremento della creatininemia (almeno x 2 volte o in assoluto > 2.5 mg/dl) - persistenza di segni e/o sintomi di congestione a riposo nonostante ripetute visite di controllo ed aggiustamento della terapia diuretica Il PS/DEA è lo snodo iniziale del percorso del paziente con SC acuto. In PS/DEA vengono eseguiti il primo inquadramento diagnostico ed i provvedimenti terapeutici d’urgenza, quali rianimazione cardiopolmonare, terapia infusionale, ventilazione assistita, volti a stabilizzare il paziente. Accanto all’anamnesi e all’esame obiettivo, al profilo ematochimico e all’emogasanalisi, all’esecuzione di ECG e Rx torace, è auspicabile la diffusione del dosaggio dei PN per la diagnosi differenziale della dispnea acuta in pazienti senza cardiopatia nota. L’invio al reparto di degenza più appropriato è in funzione al profilo di gravità del paziente. Una classificazione basata su una valutazione clinica della congestione e della perfusione appare invece diffusamente impiegabile per un primo inquadramento del paziente e per ottenere indicazioni di massima sulla sede di ricovero. Pazienti con SC stabile, in assenza d’ipoperfusione e grave congestione, generalmente non necessitano di ricovero, a meno di altri elementi di rischio/instabilità, quali aritmie, disfunzione d’organo, infezioni. I pazienti con congestione, che non presentano segni d’ipoperfusione, devono essere trattenuti in PS/DEA per un periodo d’osservazione breve e, dopo adeguato trattamento e valutazione clinica e di laboratorio, inviati a domicilio per la prosecuzione della cura da parte del medico curante, oppure in relazione all’entità del sovraccarico volemico e delle sue ripercussioni sulla funzione d’organo, ricoverati in reparti di comune degenza, in caso d’inadeguato supporto socio familiare o insufficiente risposta al trattamento. In caso di fattori concomitanti, che determinino instabilità del quadro clinico, può peraltro essere opportuno il ricovero in terapia intensiva anche di questi casi. I pazienti con quadro clinico d’ipoperfusione da bassa portata cardiocircolatoria e associata congestione rappresentano il gruppo a maggior rischio e hanno indicazione a ricovero in reparti con dotazioni strumentali e di personale medico ed infermieristico specializzato nel trattamento intensivo. I pazienti con prevalenti segni d’ipoperfusione rappresentano un gruppo ristretto ed eterogeneo, che può includere pazienti ipovolemici per sovradosaggio farmacologico (i quali possono richiedere il ricovero per la necessità di adeguamento o sospensione dei diuretici e frequentemente di reintegro di liquidi), ma anche soggetti con quadro di congestione non apprezzabile clinicamente. 13 di 61 5.5.2 La dimissione dopo un ricovero per SC acuto (de novo o cronico riacutizzato) La corretta gestione della fase di dimissione consente di consolidare i risultati favorevoli ottenuti nel corso del trattamento ospedaliero e di instaurare efficacemente un percorso integrato con il territorio. La dimissione deve avvenire dopo la verifica della stabilità clinica in terapia orale da almeno 24-48 ore, con raggiungimento del peso secco, definizione del range pressorio accettabile, con il paziente in grado di deambulare, in assenza di significativa dispnea od ortostatismo. I criteri di dimissibilità sono riassunti nella tabella che segue. Tabella 2: Criteri di dimissibilità dopo ricovero per aggravamento dello scompenso Assenza di sintomi/segni di scompenso (dispnea, bassa portata, congestione viscerale e/o 1 periferica, obnubilamento) importanti o a riposo o nelle attività minime di cura della persona (alimentarsi, andare in bagno, lavarsi) Oppure Sintomi al livello precedente l’aggravamento in paziente non ulteriormente migliorabile 2 Assenza d’angina Oppure Episodi di angina controllabile con TNG in paziente non rivascolarizzabile 3 Assenza di aritmie che determinano instabilità emodinamica Oppure Aritmie sporadiche e prontamente interrotte da defibrillatore impiantabile 4 Assenza di condizioni migliorabili con procedura interventiva-chirurgica in pazientein IV classe 5 Pressione sistolica > 80 mmHg senza fenomeni di ortostatismo importanti 6 Frequenza cardiaca > 50 e < 120 battiti/minuto 7 Funzione renale ed epatica normali Oppure Disfunzione renale e/o epatica stabili rispetto a prima dell’aggravamento 8 Natriemia > 130 mEq/l, Potassiemia > 4 e < 5.5 mEq/l 9 Assenza d’infezione Oppure Infezione inquadrata, senza squilibrio emodinamico, in trattamento 10 11 Assenza di effetti collaterali da farmaci Oppure Effetti tollerabili, stabili,e non eliminabili a meno d’aggravamento dello scompenso. Criterio alternativo: paziente non ulteriormente migliorabile, con programma d’assistenza domiciliare adeguato. Per programmare la dimissione, oltre al profilo clinico, è necessario prendere precocemente in considerazione le caratteristiche culturali del paziente, il contesto socio-sanitario, la presenza e la qualità del supporto familiare, la disponibilità d’assistenza domiciliare. I criteri clinici di dimissibilità devono inoltre essere flessibili alla possibilità di trasferimento in strutture di cura intermedie o al rientro del paziente a domicilio. 5.5.2.1 Le cure intermedie Il trasferimento in regime di ricovero in strutture di cura intermedie deve essere preso in considerazione per tutti i pazienti sufficientemente stabili per la dimissione ma non in grado di rientrare a domicilio. Essi andrebbero altrimenti incontro ad un inappropriato prolungamento della degenza in strutture per acuti. Le strutture per cure intermedie comprendono reparti di lungo-degenza o di post-acuzie e strutture specialistiche riabilitative. Obiettivo delle cure intermedie è la prosecuzione di un percorso di durata temporalmente limitata, che comporti terapia medica e trattamento riabilitativo atto al recupero fisico, con l’obiettivo di massimizzare l’autosufficienza del paziente e consentire il rientro a domicilio in sicurezza. 14 di 61 5.5.2.2 La dimissione a domicilio La possibilità di riferimento ad una struttura ambulatoriale dedicata, sia per i pazienti dimessi da ricovero ordinario che per i soggetti rinviati a domicilio dopo osservazione breve in PS/DEA, ma considerati a rischio di ulteriore instabilità, rappresenta uno dei punti qualificanti di un percorso sanitario finalizzato alla gestione integrata dello SC. Il paziente stabile con SC lieve-moderato è ripreso in carico dal MMG con controlli periodici, ricorrendo ove necessario alla consulenza specialistica. Nel pianificare la continuità assistenziale per il paziente con SC dopo il ricovero, appaiono centrali l’informazione del MMG che lo riprenderà in carico; è auspicabile pertanto realizzare le condizioni per le quali egli stesso sia adeguatamente informato del percorso ospedaliero del proprio malato, soprattutto al momento dell’uscita dall’ospedale. Importanti elementi di comunicazione sono: → la lettera di dimissione → il contatto verbale/internet/altro tra l’equipe ospedaliera di riferimento e il MMG. Tabella 3: Contenuto della lettera di dimissione motivo del ricovero con indicazione di possibili cause d’instabilità; modalità di presentazione clinica; diagnosi eziologica dello SC; severità della patologia (NYHA) e stratificazione del rischio d’eventi (Seattle); valutazione della presenza di comorbilità; dati dettagliati relativi ad esami laboratoristici/strumentali e consulenze specialistiche; terapie farmacologiche e non, praticate durante il ricovero; peso, frequenza cardiaca, pressione arteriosa al ricovero ed alla dimissione. dimissione; terapia prescritta alla dimissione, con indicazione di eventuali variazioni rispetto al trattamento precedente il ricovero; indicazioni per la titolazione dei farmaci; programma di follow up a breve termine; necessità di supporto infermieristico domiciliare/assistenza sociale; contatti telefonici preferenziali per comunicare per problemi acuti; indicazione e contenuti di specifiche attività formative indirizzate al paziente ed ai suoi familiari, su malattia, terapia impostata e principi di autogestione Per i casi più complessi deve essere programmato l’eventuale supporto specialistico. Per i pazienti con SC avanzato, dimessi dopo una fase d’instabilità, è auspicabile un controllo precoce dopo 7-30 giorni, secondo il livello di severità della malattia, presso la struttura ospedaliera, per la verifica della stabilità clinica, per l’ottimizzazione terapeutica e la risoluzione delle problematiche aperte. La ripresa in carico da parte del MMG dopo la dimissione deve mirare alla globalità delle problematiche sanitarie del malato ed al suo specifico contesto sociale e familiare e contemplare la condivisione con il paziente di tutti gli aspetti della cura. 5.6 IL FOLLOW UP Il follow-up del paziente ambulatoriale è compito professionale del MMG, il quale può concordare con lo specialista di riferimento il programma di monitoraggio personalizzato e le visite di controllo periodiche da parte della struttura territoriale. La gestione del follow-up periodico del MMG terrá conto dei livelli di rischio del singolo paziente e delle specifiche modalità operative del setting della Medicina Generale. Il MMG deve pianificare i controlli clinici programmando i contatti routinari (per la ripetizione delle ricette, dei controlli pressori, degli esami ematochimici e strumentali), in modo da garantire gli obiettivi del follow-up stesso, e quindi: → il coinvolgimento del paziente; → l’identificazione precoce del peggioramento della malattia e delle sue cause; 15 di 61 → il costante adeguamento della terapia in termini di tipologia e dosaggio. Il follow-up periodico del MMG è mirato in particolare alla verifica e al rinforzo dell’aderenza del paziente al piano di cura in tutte le sue componenti, farmacologiche e non farmacologiche, e alla verifica della stabilitaà clinica. Per i pazienti con adeguato supporto assistenziale, in condizioni di stabilità in classe funzionale NYHA I-II (vedi tabella che segue) deve essere programmato un controllo del MMG ogni 3-6 mesi. Tabella 4: Criteri di stabilità clinica nello Scompenso Cardiaco Criteri clinici Bilancio idrico stabile, incremento della dose di diuretico ≤ 1 volta a settimana Assenza di segni di congestione (ortopnea, edema, ascite) ) Assenza di sintomi riferibili ad ipotensione posturale Frequenza cardiaca ≥ 50 o ≤ 100 battiti/minuto (in generale) Assenza d’angina, o angina stabile da sforzo Assenza di aritmie maggiori sintomatiche (scarica defibrillatore impiantabile ≤ 1/mese) Criteri di laboratorio Funzione renale stabile (creatininemia < 2,5 mg/dl) Natriemia stabile (>130 mEq/L) Consumo massimo di O2 senza significative variazioni (<2 ml/kg/min) Il MMG deve gestire i provvedimenti di primo livello, in caso d’instabilità che non configuri urgenza, sulla base della gravità del quadro clinico di base. In presenza di significative alterazioni del quadro clinico il MMG deve ricorrere alla consulenza specialistica. Lo specialista ha il compito di suggerire il piano delle indagini strumentali ed eseguire visite periodiche di controllo ed esami strumentali non invasivi nell’ambito dell’ambulatorio o procedure più complesse in regime di day hospital. L’infermiere con competenze specifiche per lo SC è importante per la continuità assistenziale a livello delle strutture territoriali (Distretto,) in particolare per gli aspetti educazionali del paziente e/o del caregiver . Il MMG, che conosce dettagliatamente la storia clinica extracardiaca del malato, dovrà valutare la presenza di possibili fattori precipitanti potenzialmente rimuovibili, che sono alla base dell’instabilità clinica in una percentuale di casi rilevante (almeno 40%). L’individuazione di tali fattori deve essere alla base della programmazione di un intervento terapeutico e/o di un intervento educativo mirato al problema. 5.6.1 Il paziente con SC grave Sono inquadrabili in questo profilo clinico complesso, pazienti con: → SC avanzato: SC caratterizzato da severa disfunzione ventricolare sinistra (FE < 0.35) e/o da significative alterazioni emodinamiche (pressione atriale destra > 12 mmHg, pressione capillare polmonare > 20 mmHg, indice cardiaco < 2.2, l/min/m2), con importante limitazione funzionale (III-IV classe NYHA). → SC refrattario: SC avanzato che determina sintomi a riposo o nelle attività minime nonostante terapia orale massimale con i farmaci di documentata efficacia, ossia nonostante la messa in atto personalizzata di tutto il bagaglio terapeutico disponibile in base allo stato delle conoscenze e di un’adeguata organizzazione assistenziale, con necessità di trattamento infusionale in regime di ricovero ospedaliero. → SC intrattabile: progressivo deterioramento degli indicatori clinici, strumentali e bioumorali di scompenso di circolo, con necessità d’incremento del trattamento poliinfusionale. Il paziente con scompenso grave è prevalentemente in carico alle cure specialistiche per l’elevata complessità clinica, la continua necessità di monitoraggio e stratificazione prognostica, di procedure diagnostiche ed interventistiche d’alta specializzazione, per i frequenti ricoveri, per la gestione in lista d’attesa per TC o nella fase terminale. Il MMG prende in carico il paziente con SC avanzato almeno nelle sue fasi di stabilità clinica e dopo che è stato definito il suo PDT. Inoltre egli supporta ed interagisce con le strutture territoriali per la gestione 16 di 61 domiciliare (ADP/ADI,) condividendo il programma assistenziale. Collabora alla gestione delle problematiche non cardiologiche, le quali sono comunque spesso indagate e gestite a livello ospedaliero. 5.6.2 L’Ambulatorio Infermieristico nel Distretto La creazione di presidi infermieristici di distretto, come strutture ambulatoriali a gestione completamente infermieristica, dedicate soprattutto alle patologie croniche in collaborazione e/o dipendenza con l’ADI, con compiti anche di collegamento fra MMG e strutture specialistiche, è elemento indispensabile nel PDT dello scompenso. Altra soluzione utile per il coerente sviluppo del ruolo infermieristico nella gestione delle patologie croniche come lo SC è la presenza di unità infermieristiche presso le forme associative dei MMG. I compiti del personale infermieristico del distretto includono una parte assistenziale ed educazionale ed una gestionale-organizzativa. Quando il paziente si presenta, l’infermiere ne verifica le condizioni cliniche con un’anamnesi ed un esame obiettivo parziale, inclusa la verifica dei parametri vitali. L’educazione sanitaria si esplica attraverso incontri singoli o riunioni di gruppo con i pazienti e i loro familiari. L’informazione sanitaria ha lo scopo di migliorare la conoscenza della malattia, di fornire notizie utili sulla terapia farmacologica, dieta, esercizio fisico, norme comportamentali, di sottolineare l’importanza di un’aderenza rigorosa alle prescrizioni, dell’automonitoraggio dei sintomi e segni, dell’autogestione della terapia, in particolare, ma non solo, diuretica, di fornire nozioni base di rianimazione cardiorespiratoria e consigli sul riconoscimento immediato e sul comportamento da tenere alla comparsa di segni d’allarme. Per queste attività il personale infermieristico è spesso supportato dal materiale informativo che viene consegnato al paziente. All’interno del materiale informativo è previsto anche uno spazio dove il paziente può appuntare notizie riguardanti il decorso clinico (sintomi, ecc), le misurazioni della pressione arteriosa, il peso corporeo, orari e dosaggi corretti della terapia prescritta, eventuali effetti collaterali dei farmaci assunti. Il personale infermieristico svolge inoltre compiti di supporto all’attività sanitaria, quali la gestione degli appuntamenti, il richiamo dei pazienti al follow-up prefissato, il controllo e la comunicazione dei referti degli esami ematochimici e strumentali. 5.6.2.1 Compiti del servizio infermieristico sul territorio: Dopo il ricovero in ospedale: i pazienti con insufficienza cardiaca di classe NYHA II/III/IV, con o senza comorbidità, vengono assegnati al servizio infermieristico del rispettivo distretto sanitario. Il processo organizzativo si basa sulla deliberazione della G.P. n. 4828 del 15.12.2008 “Approvazione dei criteri minimi per la continuità assistenziale”. → Assegnazione al MMG: pazienti con scompenso cardiaco della classe NYHA I/II con ridotta compliance; → Assegnazione al MMG: pazienti con scompenso cardiaco della classe NYHA II/III/IV come parte del follow-up con un medico specialista (cardiologo / internista) L’infermiere/a che prende in carico il/la paziente attua i passi del processo infermieristico, al fine di poter pianificare un’assistenza individuale. Si orienta quindi al modello infermieristico che viene utilizzato a livello territoriale. A seconda della situazione clinica del/lla paziente, l’assistenza viene garantita a livello ambulatoriale oppure a domicilio. 5.6.2.2 Anamnesi infermieristica L’infermiere/a rileva l’anamnesi infermieristica sulla base del modello infermieristico utilizzato e per i/le pazienti con scompenso cardiaco, la completa con le seguenti informazioni: → Respirazione: dispnea a riposo, durante l'esercizio, aumentata di notte, tosse, saturazione di ossigeno → Minzione: nicturia → Edemi: gambe, caviglie, piedi, anasarca → Movimento: vertigini durante l’acquisizione della posizione eretta, affaticamento durante le attività quotidiane → Segni vitali: polso (ritmico/aritmico), pressione arteriosa → Alimentazione: stato nutrizionale, perdita di appetito, senso di pesantezza/sazietà → Peso corporeo: aumento di peso ≥ 2 kg in 3 giorni? 17 di 61 → Escrezioni: diarrea, vomito → Informazioni sulla malattia → Compliance: Assunzione di farmaci, gestione del diario del paziente → Benessere psichico: percezione della malattia, capacità di affrontare la malattia 5.6.2.3 Definizione dei problemi assistenziali/diagnosi infermieristica: Sulla base delle informazioni disponibili (lettere di dimissione, le diagnosi mediche già note, relazioni di trasferimento, ecc) e dell’anamnesi infermieristica, possono essere definiti i problemi assistenziali e la diagnosi infermieristica e quindi può essere attuata una specifica pianificazione assistenziale. L'intera pianificazione assistenziale viene adeguata alla situazione specifica di ogni paziente tenendo conto della situazione psicosociale e di eventuali comorbidità. Nella tabella che segue vengono elencate le diagnosi infermieristiche più frequenti secondo il NANDA, così come i principali obiettivi assistenziali e le relative manovre assistenziali. Gli obiettivi infermieristici sono stati definiti dal gruppo di lavoro. Tabella 5: diagnosi infermieristiche per pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco Nr. 1 Diagnosi infermieristica Rischio di riduzione della gittata cardiaca Obiettivi infermieristici Definizione dei segni vitali (secondo l’età e la malattia) rispetto alla norma Riconoscimento precoce dei segni di scompenso Attività assistenziali 2 Rischio di sovraccarico di liquidi Valutazione e monitoraggio dei segni di ritenzione idrica 3 Rischio di un processo respiratorio inefficace Valutazione e monitoraggio della funzionalità respiratoria Consentire una respirazione senza affaticamento Respirazione tranquilla e priva di ansia 18 di 61 Controllo dei parametri vitali (PA, polso, temperatura, respiro) Controllo degli edemi Controllo della saturazione dell’ossigeno Controllo della pelle e delle mucose (prevenire la disidratazione) Controllo dei farmaci (preparazione e assunzione) Controllo degli escrementi (feci, urine, eccessiva sudorazione notturna) Diagnosi precoce di infezione delle vie respiratorie (tosse) Spiegazione delle attività da eseguire per evitare l’esaurimento fisico durante il movimento, per risparmiare le forze Istruzioni per la documentazione dei dati all’interno del diario cardiaco (vedi educazione del paziente) Controllo del peso corporeo: giornalmente, allo stesso orario e senza vestiti Controllo dell’assunzione dei liquidi (al bisogno bilancio idrico) Riconoscimento dei rumori respiratori Informazioni sull’alimentazione iposodica e sulla restrizione di liquidi Supporto nella suddivisione della quantità di liquidi durante la giornata. Misure di emergenza in distress respiratorio acuto Posizionamento di supporti respiratori Accompagnamento durante gli esercizi respiratori, la ginnastica respiratoria Favorire l’espettorazione bronchiale Stimolazione dei movimenti respiratori Somministrazione di liquidi per il miglioramento delle secrezioni Somministrazione di ossigeno secondo prescrizione Controllo della concentrazione dell’ossigeno Diagnosi infermieristica Nr. Obiettivi infermieristici Attività assistenziali 4 Rischio di uno stile di vita sedentario 5 Rischio di deficit nella cura di sé rispetto all’assunzione di cibo e bevande 6 Rischio di danni alla pelle Valutazione e monitoraggio dell’intolleranza delle attività Mantenimento o mantenimento, quando possibile, del livello di attività Adeguatezza dello stato nutrizionale Riconoscimento dei segni di malnutrizione o di cachessia cardiaca Mantenimento dello stato della pelle e garanzia dell’irrorazione sanguigna Collaborazione con il servizio pneumologico per l’utilizzo dell’ossigeno concentrato Identificazione e discussione dei fattori di affaticamento Limitazione e/o sospensione delle attività. Informazioni sui periodi di riposo Informazioni sui programmi di allenamento individuali, specifiche per le condizioni del paziente. Documentazione del peso iniziale Informazioni al paziente sull’alimentazione/la dieta ideale Richiesta di informazioni sull’appetito o la sensazione di pienezza Osservazione dell’aumento di stanchezza o debolezza associate allo stato nutrizionale Valutazione del rischio di ulcere da decubito (attraverso l’utilizzo di una scala di assessment) Informazioni sui posizionamenti e sui relativi ausili disponibili Controllo regolare dello stato della pelle Accanto a queste diagnosi infermieristiche relative al paziente/alla paziente con diagnosi d’insufficienza cardiaca, va considerata anche la diagnosi infermieristica “tensione nel ruolo del care giver”, per tutte le persone non autonome la cui assistenza è affidata a parenti o altre persone di riferimento. Difatti nel contesto domiciliare è il/la care giver che può incontrare difficoltà di varia natura a garantire i provvedimenti assistenziali necessari ad una corretta gestione della malattia cardiologica. Accanto al/alla paziente è quindi il/la care giver ad aver bisogno d’informazione, educazione, supporto, ecc. Ad ogni contatto con il/la paziente l’infermiere/a valuta la sua situazione clinica sulla base dei „criteri di stabilità“ predefiniti ed attiva se necessario il MMG o il servizio di emergenza. 5.6.2.4 Educazione del/lla paziente: L’educazione del/lla paziente prevede la formazione specifica sulla propria malattia attraverso informazioni, consulenza ed orientamento. I contenuti specifici vengono forniti dai differenti professionisti sanitari, in base alle differenti competenze. I pazienti e le loro famiglie devono essere incoraggiati attraverso la conoscenza, la motivazione, le esercitazioni pratiche, al fine di rafforzare le loro capacità di autogestione e promozione della propria salute. In caso di diagnosi certa di „scompenso cardiaco“, il medico specialista fornisce informazioni specifiche sulla malattia, consegna la brochure informativa e spiega al/alla paziente come gestire il proprio diario. Tali informazioni vengono trattate in modo continuativo dagli/alle Infermieri/e del distretto sanitario. La brochure informativa contiene spiegazioni semplici sulla malattia, sulle opzioni di trattamento, le fonti per ulteriori informazioni, l’utilità di una valutazione approfondita da parte del medico specialista e di coloro che forniscono un supporto strutturato, una facile rappresentazione di “chi fa cosa”. Tutto ciò serve anche a documentare le informazioni e la formazione ricevute. 5.6.3 La valutazione ed il supporto psico-sociale Tale attività si rivolge al paziente con SC grave in III-IV classe NYHA e/o portatore di device o con SC avanzato al fine di: → perseguire la stabilità clinica, → limitare le conseguenze fisiologiche e psicologiche della malattia, → migliorare globalmente la capacità funzionale e la percezione soggettiva della propria qualità della vita. 19 di 61 Il supporto psico-sociale viene attivato dallo specialista nel corso di visite e/o ricoveri per scompenso cardiaco. 5.6.3.1 Metodica e strumenti clinici della valutazione psicosociale Per tutti i pazienti che accedono all’ambulatorio per lo scompenso cardiaco si prevede un percorso psicologico che consiste nell’erogazione delle seguenti prestazioni: → 1 colloquio diagnostico mediante intervista strutturata, → 1 esame psicometrico mediante utilizzo dei seguenti test: Lihfe, SF-36, Scheda ADR, Beck Scale secondarie. Le aree di indagine sono le seguenti: → comportamenti che costituiscono i Fattori di Rischio Comportamentali; → caratteristiche psicologiche disfunzionali alla patologia di scompenso cardiaco; → caratteristiche psicosociali; → quantificazione delle variabili psicologiche: ansia, depressione, qualità di vita, qualità di vita psicofisica; → valutazione dei deficit cognitivi. Viene redatto un referto comprendente una valutazione dei seguenti aspetti: → accessibilità al colloquio, orientato ad S/T/P, collaborante; → presenza/assenza di comportamenti depressivi/ansiogeni indagati tramite esame psicometrico; → presenza/assenza di Fattori di Rischio Comportamentali e il grado di aderenza terapeutica; → eventuali carenze del substrato sociale; → qualità di vita percepita e indagata tramite esame psicometrico 20 di 61 Tabella 6: Screening psicologico TEST NEUROPSICOLOGICI ORIENTAMENTO orientamento spaziale orientamento alla persona orientamento temporale ATTENZIONE Velocità di elaborazione cognitiva Attenzione selettiva Attenzione alternata Trail Making Test A (Mondini et al. 2003) Test delle Matrici (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Associazione simboli-numeri (Orsini et al. 1987) MEMORIA Test di ripetizione Memoria a breve termine verbale seriale di parole (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Digit Span Memoria di lavoro (Orsini et al. 1987) Test di memoria di prosa Memoria a lungo termine verbale (Novelli et al. 1986) (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Memoria a breve termine visuo- Test di Corsi spaziale (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Memoria a lungo termine visuo- Figura di Rey spaziale (Caffara et al. 2002) FUNZIONI ESECUVITE / PIANIFICAZIONE Flessibilità cognitiva Trail Making 2003) Test B (Mondini et al. CONFRONTO DI QUANTITÀ ARITMETICHE GIUDIZI ARITMETICI (H.SPINNLER, G.TOGNONI 1987) Pianificazione CLOCK DRAWING TEST (MONDINI, 2003) LINGUAGGIO RECUPERO INTENZIONALE DAL LESSICO DI MATERIALE VERBALE PER CATEGORIE SEMANTICHE RECUPERO INTENZIONALE DAL LESSICO DI MATERIALE VERBALE PER CATEGORIE FONEMICA Test di fluenza verbale per categorie (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Test di fluenza verbale fonemica (Mondini, 2003) COGNIZIONE SPAZIALE Copia di una figura geometrica Test di aprassia costruttiva semplice (H.Spinnler, G.Tognoni 1987) Copia di una figura geometrica Figura di Rey complessa (Caffara et al. 2002) Lo psicologo che compie la valutazione indica il procedere da condurre in sede territoriale che consisterà in: → colloqui individuali, → colloqui familiari, → colloqui psicoeducativi, → training di rilassamento progressivo 21 di 61 a scadenza mensile/trimestrale La valutazione psicologica è ripetibile a scadenza trimestrale, la valutazione dei deficit cognitivi a scadenza annuale. 5.6.4 Il follow-up dell’anziano con scompenso I pazienti anziani e con comorbilità rappresentano una popolazione estremamente eterogenea, sia sul piano anagrafico che su quello clinico e funzionale . Una consistente percentuale di soggetti anziani presenta un buono status funzionale e cognitivo, un ridotto numero di comorbilità e assenza di problemi socio-ambientali. Questi pazienti non sono candidati ad interventi diagnostici o terapeutici diversi da quelli previsti per i soggetti più giovani e possono essere inseriti in un modello di cura convenzionale, comprensivo in ogni caso di un programma di mantenimento dell’autosufficienza . La coesistenza nell’anziano di polipatologia, scarsa capacità funzionale, deterioramento cognitivo e problemi socio-ambientali gli conferiscono la connotazione di anziano fragile. Comorbilità, fragilità e disabilità condizionano l'intensità dell'approccio al paziente anziano, sia sul piano diagnostico che su quello terapeutico. Questi pazienti dovrebbero essere orientati verso un piano integrato ospedale-territorio di assistenza continuativa, rivolto all’attenuazione della sintomatologia e al mantenimento della migliore qualità di vita e indipendenza possibile. Durante eventuali ricoveri o nel corso delle visite specialistiche ai pazienti può rendersi necessaria una valutazione multidimensionale (VMD) che definisca lo stato funzionale, lo stato cognitivo ed i bisogni assistenziali. I risultati di tale valutazione devono essere considerati nella scelta del PDT nel singolo paziente In base alle dotazioni organiche e alle disponibilità locali, équipe multiprofessionali comprendenti il geriatra, l’assistente sociale ed un infermiere specificamente addestrato (Unità Valutativa Geriatrica) devono affiancare lo specialista (cardiologo e internista) nella valutazione dell’anziano fragile. A livello territoriale, il MMG assumere la responsabilità della gestione clinica del caso. Per ogni paziente il modello di cura, la sede e la modalità di follow-up saranno decisi in base alla disponibilità locale di servizi e alle caratteristiche del paziente stesso. In casi appropriati il MMG utilizzerà il supporto di ulteriori figure professionali e delle UVG, laddove presenti, nell’ambito di una gestione multidisciplinare. L’assistenza al domicilio – sia sotto forma di accessi programmati (ADP) da parte del MMG che dell’equipe assistenziale domiciliare, in caso di ADI - dovrà essere assicurata nel caso in cui sia impossibile raggiungere l’ambulatorio del medico. Questa condizione può essere dovuta alla presenza di criteri clinici (classe NYHA, difficoltà nella deambulazione) e/o all’impossibilità di trasporto (difficoltà abitative, mancanza di adeguati mezzi, ecc) e può essere temporanea o permanente. 5.6.4.1 La VMD di I livello E’ una procedura di screening che ha lo scopo di: → valutare il rischio e l'entità di non-autosufficienza dell’anziano in esame, per stabilire se richieda o meno un’assistenza continuativa; → formulare un piano d’assistenza in base alla necessità di trattamenti di riabilitazione e d’assistenza infermieristica; → c) decidere la sede d’erogazione degli interventi e indirizzare l'anziano alla tipologia d’assistenza più indicata. La VMD di I livello deve utilizzare strumenti validati che comprendano: → attività del vivere quotidiano (ADL) di Katz; → attività strumentali del vivere quotidiano (IADL); → Mini Mental State Evaluation (MMSE); → Geriatric Depression Scale (GDS); → valutazione della deambulazione; → situazione familiare e socio-ambientale; I database che raccolgono dati su pazienti anziani con SC devono includere un minimo Data Set derivato dalla VMD di I livello. 22 di 61 Sulla base della VMD si possono individuare almeno 3 tipologie di paziente e relativi percorsi: a) Pazienti “robusti”, con autonomia conservata, assenza di comorbilità importanti, buono status cognitivo e assenza di problemi socio-ambientali: possono essere efficacemente inseriti in un modello di cura convenzionale, comprensivo in ogni caso di un programma di mantenimento dell’autosufficienza. In base alla gravità della malattia cardiaca e delle comorbilità la sede appropriata d’intervento potrebbe essere ambulatoriale (secondo quanto riportato in precedenza). b) Pazienti con livello intermedio d’autonomia e comorbilità, iniziale compromissione cognitiva e problemi socio-ambientali: devono essere inseriti in un modello di cura integrato ospedale-territorio. La gestione a lungo termine del paziente deve essere affidata al MMG, il quale è affiancato, se necessario, dall’equipe di Assistenza domiciliare o dall’UVG, sulla base delle caratteristiche e dei bisogni assistenziali. c) Pazienti “anziani fragili” con comorbilità multiple, disabilità o con quadro di malattia avanzato e con scarsa aspettativa di vita: devono essere orientati verso un piano d’assistenza continuativa o “palliativa” rivolto all’attenuazione della sintomatologia e al mantenimento della migliore qualità di vita e indipendenza possibile, erogato a livello domiciliare (ADI) o in strutture dedicate come gli hospice, con il supporto delle UVG. 23 di 61 6. LA TERAPIA L’impostazione della terapia e la sua ottimizzazione in conformità con le linee guida, possono essere svolte autonomamente dal MMG, in relazione alla specifica formazione o con l’ausilio dello specialista, che deve essere consultato in situazioni complesse, quali patologie concomitanti che impongano cautela nell’uso dei farmaci raccomandati E’ stato recentemente dimostrato che l’aderenza alle linee guida da parte dei medici è un forte predittore di riduzione delle ospedalizzazioni per cause cardiovascolari. 6.1 PRINCIPI GENERALI → I pazienti più anziani hanno una minore tolleranza ai farmaci e richiedono un monitoraggio degli effetti collaterali più frequente. → Discutere i temi di contraccezione e gravidanza con le pazienti in età fertile considerando il potenziale effetto teratogeno di alcuni farmaci. → Al di fuori di questi casi i principi del trattamento farmacologico sono gli stessi indipendentemente dal sesso, dall’età o dal luogo di cura. → Prescrivere un regime terapeutico più semplice possibile e assicurarsi che il paziente ed i care givers ne siano completamente informati. → La gestione delle pazienti con scompenso cardiaco in gravidanza è di responsabilità dello specialista e dell’ostetrico- ginecologo. → Insistere con forza sulla necessità di smettere di fumare e prendere in considerazione di inviare il paziente ad un centro antifumo. → Richiedere un’assoluta astensione dall’alcool ai i pazienti con insufficienza cardiaca e consigliare di moderarne il consumo negli altri pazienti. → Essere pronti ad affrontare temi sensibili come l’attività sessuale. → Consigliare e prescrivere la vaccinazione annuale contro l’influenza e quella contro le infezioni pneumococciche. → Valutare le condizioni cliniche prima di consigliare un eventuale viaggio aereo. → Controllare le indicazioni di legge per la guida dei mezzi pubblici o dei mezzi pesanti in funzione della professione del paziente. 6.2 L’IMPOSTAZIONE DELLA TERAPIA L’impostazione della terapia e la sua ottimizzazione in conformità con le linee guida, possono essere svolte autonomamente dal MMG, in relazione alla specifica formazione, o con l’ausilio dello specialista, che deve essere consultato in situazioni complesse, quali patologie concomitanti che impongano cautela nell’uso dei farmaci raccomandati. 24 di 61 6.2.1 Diuretici: il dosaggio va aggiustato secondo la necessità. Va prescritta una dose da lieve a media di diuretici dell’ansa ai pazienti con scompenso con preservata funzione sistolica. 6.2.2 6.2.2 Calcioantagonisti: può essere prescritta l’amlodipina in pazienti ipertesi e/o anginosi ma vanno evitati il verapamil o le idropiridine a breve durata. 6.2.3 6.2.3 Anticoagulanti: va presa in considerazione la TAO per pazienti in ritmo sinusale ma con storia di tromboembolia, aneurisma del ventricolo sinistro o trombi intracardiaci. 6.2.4 Aspirina: vanno prescritti 75–150 mg/die in pazienti con arteriopatia aterosclerotica (inclusa la malattia coronarica). 6.2.5 Amiodarone: l’’indicazione alla terapia con amiodarone deve essere vagliata dallo specialista. L’indicazione va riconsiderata nel follow-up controllando ogni 6 mesi sia le condizioni cliniche che la funzione epatica e tiroidea ed eventuali effetti collaterali (oculari, dermatologici). 6.2.6 ACE inibitori: la dose va ottimizzata iniziando con bassi dosaggi ed incrementandoli ogni 2 settimane. Controllando urea, creatinina, elettroliti e eGFR all’inizio e dopo ogni incremento. Tali farmaci non vanno prescritti in pazienti con sospetta valvulopatia, senza che siano stati precedentemente valutati dallo specialista. 6.2.7 Beta-bloccanti: vanno prescritti i beta-bloccanti con indicazione per lo scompenso a tutti pazienti con disfunzione sistolica del ventricolo sinistro inclusi: adulti, anziani e pazienti con malattie vascolari periferiche, disfunzione erettile, diabete mellito, malattia interstiziale polmonare BPCO non reversibile. Iniziando in modo 'start low, go slow', controllando frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e le condizioni cliniche dopo ogni aggiustamento. 6.2.8 ARB: vanno prescritti ARB con indicazione per lo scompenso in alternativa ad un ACE inibitore per pazienti che non ne tollerano gli effetti collaterali, controllando urea, creatinina, elettroliti e eGFR all’inizio e dopo ogni incremento, controllando urea, elettroliti, creatinine e eGFR se compaiono segni di insufficienza renale o iperkaliemia. 6.2.9 Antagonisti dell’aldosterone con indicazione per lo scompenso: sono un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso medio grave (NYHA classe III–IV) o con recente infarto miocardico E’ necessario monitorizzare potassio, creatinina e eGFR. Va consultato lo specialista in caso di iperkalaemia o deterioramento della funzione renale. 6.2.10 ARBs in aggiunata a ACEi: sono un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso lieve-moderato (NYHA classe II–III). Vanno controllati urea, elettroliti, creatinine e eGFR se compaiono segni di insufficienza renale o iperkaliemia. 6.2.11 Ivrabradina: è un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso lieve-moderato (NYHA II–III). In ritmo sinusale con EF ≤35%, e frequenza cardiaca ≥70 b.p.m., nonostante un dosaggio adeguato di betabloccanti, o con intolleranza versi i betabloccanti, il paziente deve assumere anche ACE inibitori (or ARB). 6.2.12 Terapia resincronizzante (CRT) con o senza defibrillatore (ICD): la CRT è raccomandata come opzione terapeutica per pazienti con scompenso cardiaco che soddisfino i seguenti criteri: → pazienti attualmente in NYHA III–IV o che lo siano stati; → pazienti in ritmo sinusale; → durata del QRS > o = a 150 ms; → pazienti con una EF inferiore al 35% o meno; → pazienti che ricevano una terapia farmacologica ottimale; La CRT combinata con un ICD deve essere proposta ai pazienti che soddisfino separatamente i rispettivi criteri di impianto. 25 di 61 6.3 MONITORAGGIO DELLA TERAPIA Il monitoraggio della terapia deve riguardare tutti i pazienti ed include: → la valutazione della capacità funzionale, della ritenzione idrica, del ritmo cardiaco, dello stato cognitivo e di quello nutrizionale; → la revisione delle prescrizioni farmacologiche compresa la necessità di cambiamenti ed i possibili effetti collaterali, richiedendo il dosaggio di BUN, elettroliti, creatininemia e eGFR. In caso di cambiamenti di prescrizione o di condizioni cliniche, il monitoraggio va svolto a brevi intervalli (massimo 2 settimane), altrimenti almeno ogni 6 mesi. Ad ogni paziente, in grado di essere coinvolto in prima persona nel monitoraggio, vanno offerte informazioni e supporto. E’ necessario assicurarsi che il paziente sappia cosa fare in caso di aggravamento dei sintomi. 6.3.1 I Peptidi natriuretici vanno richiesti dallo specialista in casi selezionati (ad esempio quelli in cui la titolazione sia problematica o per i pazienti ricoverati). 6.3.2 6.3.2 Digossinemia: non va eseguita routinariamente ma solo in caso di sospetta tossicità o non aderenza alla terapia, eseguendo il prelievo di sangue durante le 8–12 ore dopo l’ultima dose assunta. Il risultato va interpretato nel contesto clinico in quanto la tossicità è possibile anche nell’ambito del range terapeutico. 6.3.3 L’intervento dello specialista: Lo specialista va consultato: → quando la ritenzione idrica è resistente alla terapia diuretica; → quando si inizia un ACEI in un paziente che assume dosi elevate di diuretici; → in caso di rapido deterioramento della funzione renale; → in caso d’ipotensione sintomatica; → quando l’astenia, l’edema, la congestione e la dispnea non migliorano rapidamente. 6.4 COMUNICAZIONE CON I PAZIENTI Il paziente deve sapere a chi rivolgersi per chiedere consiglio riguardo alla terapia (MMG e/o infermiera sul territorio). Per ogni prescrizione va spiegato al paziente lo scopo e l’importanza dell’ottimizzazione del dosaggio, la necessità di monitoraggi regolari e la probabilità di cambiamenti di terapia. Il paziente va informato che gli effetti positivi di ACEi e β bloccanti hanno bisogno di tempo per essere apprezzabili . Il paziente va avvisato che quando si inizia un trattamento con β bloccanti è possibile un lieve peggioramento dei sintomi. Il paziente va incoraggiato al controllo regolare del peso e a segnalarne eventuali variazioni. 7. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ E DEI RELATIVI REQUISITI In questo capitolo vengono riportate tutte le attività che costituiscono il percorso clinico-assistenziale, descritte la modalità di attuazione, definiti gli attori ed individuati i requisiti di base per l’accreditamento. Non sono stati definiti requisiti per tutte le attività, ma per quelle di particolare rilevanza e nei confronti delle quali è possibile fornire evidenza del requisito stesso.. 7.1 SCREENING Attività A chi Screening della Pazienti ipertesi disfunzione ventricolare sin nei paziente con fattori di rischio Pazienti con (stadio A) Ipertensione arteriosa; diabete mellito; obesit .metabolica; insufficienza renale cronica; aterosclerosi polidistrettuale Pazienti con anamnesi familiare di cardiomiopatia idiopatica Screening della disfunzione ventricolare sin nei paziente Il paziente con cardiopatia strutturale (stadio B) Come Chi Richiede ECG ed Ecocardiogramma alla prima diagnosi di ipertensione MMG Richiede ECG ogni anno Seleziona chi inviare a controllo ecocardiografico in relazione al potenziale grado di coinvolgimento cardiaco all’ECG ed eventualmente al BNP fino a 40-50 anni 15-18 MMG MMG Richiede e Pazienti dettata dalla coesistenza di altri fattori di esposti a farmaci antiblastici rischio e dal tipo, dosaggio, protocollo di cardiotossici o a radioterapia trattamento chemioterapico utilizzato; Oncologo Internista Chirurgo ipertensione arteriosa con danno d’organo diabete mellito con danno d’organo insufficienza renale con danno d’organo Malattia cardiovascolare Richiede ECG ogni anno Seleziona chi inviare a controllo ecocardiografico in relazione al potenziale grado di coinvolgimento cardiaco all’ECG ed eventualmente al BNP MMG cardiopatia ischemica e recente infarto miocardico Fa eseguire Ecocardiogramma dopo 3090 giorni dall’evento acuto Cardiologo Requisito Indicatore Standard Fonte 7.2 VISITA MEDICA PRIMA DELLA DIAGNOSI DA PARTE DEL MMG Attività A chi Prima Visita dal MMG Persone con sintomi sospetti per scompenso (senza esiti di infarto miocardico nell'anamnesi) Pazienti con sintomi sospetti per scompenso con esiti di infarto miocardico nell'anamnesi Come Chi Anamnesi dettagliata ed Esame obiettivo Compila DB scompenso Esegue ECG (criterio d’eccellenza) Dosaggio peptidi natriuretici (BNP) o (NTproBNP) Emocromo, elettroliti, urea and creatinina, eGFR, funzione tiroidea tests, lipidi, glicemia, Esame urine. Se necessario inizia terapia diuretica Appuntamento per seconda visita dal MMG Anamnesi dettagliata ed Esame obiettivo Compila DB scompenso Esegue ECG (criterio d’eccellenza) Dosaggio peptidi natriuretici (BNP) o (NTproBNP) Emocromo, elettroliti, urea and creatinina, eGFR, funzione tiroidea tests, lipidi, glicemia, Esame urine. Richiesta di visita specialistica ECG ed ecocardiogramma prioritaria (entro 2 settimane) -> CUP Se necessario inizia terapia diuretica 28 di 61 Requisito Test di laboratorio alla diagnosi MMG Dosaggio Peptidi natriuretici MMG Indicatore Standard Valutazione di laboratorio per i pazienti con nuova diagnosi di scompenso Numeratore: Nr di Pazienti in cui sono stati eseguiti i seguenti test ● Emocromo ● Esame urine ● Elettroliti ● BUN ● creatininemia, ● Glicemia, ● test di funzione epatica ● TSH. Denominatore: Tutti i pazienti a cui è stato diagnosticato uno scompenso cardiaco nell'ultimo anno 80% Pazienti con sospetto scompenso cardiaco senza pregresso infarto che hanno eseguito dosaggio dei peptidi natriuretici prima della vista specialistica Numeratore: Pazienti che hanno eseguito dosaggio dei peptidi natriuretici Denominatore: Pazienti con sospetto scompenso senza pregresso infarto inviati dal Mmg a visita specialistica 80% Fonte Minimal data set Attività A chi Paziente con scompenso acuto di prima diagnosi Come Chi Ricovera il paziente (tabella) Ricovero urgente Ricovero con priorità Compila DB MMG Seconda Visita dal MMG Requisito Richiesta di visita specialistica ECG ed ecocardiogramma prioritaria (entro 2 settimane) Se necessaria inizia terapia diuretica Compila DB Pazienti con sospetta Insufficienza cardiaca e BNP tra 100 and 400 pg/ml (29–116 pmol/litro) o NTproBNP ltra 400 and 2000 pg/ml (47–236 pmol/litro) Richiesta di visita specialistica ECG ed ecocardiogramma non prioritaria MMG Se necessaria inizia terapia diuretica Compila DB 29 di 61 MMG Standard Fonte Richiesta di ricovero Visita specialistic a alla diagnosi Pazienti con sospetta Insufficienza cardiaca e BNP superiore a 400 pg/ml (116 pmol/litre) o NTproBNP superiore a 2000 pg/ml (236 pmol/litro) Indicatore Pazienti con sospetto scompenso cardiaco e BNP> 400 pg/ml (116 pmol/litro) r NTproBNP >2000 pg/ml (236 pmol/litro) prenotati per ecocardiogramma e visita specialistica entri 15 gg dalla richiesta del MMG Numeratore: Nr di pazienti prenotati per ecocardiogrammam e visita specialistica entro 15 gg dalla richiesta del MMG Denominatore: Pazienti con sospetto scompenso cardiaco e BNP> 400 pg/ml (116 pmol/litro) r NTproBNP >2000 pg/ml (236 pmol/litro) 80% CUP provinciale Richiesta al CUP DB scompen so 7.3 VISITA SPECIALISTICA PER LA DIAGNOSI Azione Visita specialistica A chi Pazienti con sintomi sospetti per scompenso con sospetta Insufficienza cardiaca e peptidi natriuretici elevati Come Esecuzione di EcocolorDoppler transtoracico per escludere importanti valvulopatie, shunt intracardiaci e valutare quantitativamente la funzione sistolica e diastolica del ventricolo sinistro. Garantire che: L’ecocardiogramma sia eseguito con una apparecchiatura adeguata da un operatore esperto nella esecuzione e nell’interpretazione (vedi) In presenza di esami di scarsa qualità dovranno essere prese in considerazione altre modalità di imaging. Quali: angioscintigrafia cardiaca, RM o Ecocardiografia transesofagea. 30 di 61 Chi Specialista (1) Requisito Valutazione della funzione ventricolar e sinistra Indicatore Pazienti con scompenso cardiaco in cui sia stata valutata la funzione ventricolare sinistra Numeratore: Pazienti per cui esista documentazione della valutazione strumentale della funzione ventricolare sinistra. Denominatore: Tutti i pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco. Standard > 90% Fonte Minimal data set dello scompenso Referto Eco (2) EF Volumi VSn Funz Diastolica Referto ECG Referto visita specialistica DB scompenso Azione A chi Come Chi Specialista (1) Valutazione gravità, Requisito Indicatore Standard Fonte Referto ECG) Referto visita specialistica DB scompenso eziologia, fattori precipitanti, tipo di insufficienza cardiaca eventuali cause correggibili Esecuzione di ECG. Rx torace (facolativo) Valutazione prognostica (Seattle) Terapia ( vedi apposita sezione del percorso) Compila DB Pazienti con definita insufficienza cardiaca (EF< 45% e/o Disfunzione diastolica) Fornisce informazioni e supporto al paziente che (Tabella 1) desidera essere coinvolti nel controllo delle proprie condizioni. Si assicura che il paziente sia a conoscenza di cosa fare se le sue condizioni peggiorano. Stabilisce programma di follow up a breve termine. Attiva, se necessaria, l’Assistenza Domiciliare integrata. Attiva, se necessario controlli presso il distretto Richiede se necessaria Valutazione Multidimensionale nel paziente anziano con comorbiltà Compila referto della visita 31 di 61 Materiale educativo Pazienti che abbiano ricevuto materiale Educativo Numeratore: Nr. di pazienti che hanno ricevuto materia , la dieta, la terapia farmacologica, la misurazione del peso, il comportamento da tenere in caso di deterioramento dei sintomi. Denominatore: Nr di pazienti con accertato scompenso > 90% Minimal data set dello scompenso 7.4 L’IMPOSTAZIONE ED IL CONTROLLO DELLA TERAPIA Attività Prescrizione della terapia alla prima visita o successive A chi Azioni Chi Consigli sullo stile di vita Consegna della guida per il paziente Terapia farmacologica per tutti i tipi di scompenso Diuretici Titola up and down a seconda della necessità Prescrive una dose da lieve a media di diuretici dell’ansa ai pazienti con scompenso con preservata funzione sistolica Calcioantagonisti Considera l’amlodipina in pazienti ipertesi e/o anginosi ma evita il verapamil o le idropiridine a breve durata Anticoagulanti Considera la TAO per pazienti in ritmo sinusale ma con storia di tromboembolia, aneurisma del ventricolo sisnistro o trombi intarcardiaci. Aspirina Prescrive 75–150 mg die in pazienti con arteriopatia aterosclerotica (inclusa la malattia coronarica) Amiodarone L’indicazione alla terapia con amiodarone deve essere vagliata dallo specialista. Rivedi l’indicazione nel follow-up controllando ogni 6 mesi sia le condizioni cliniche che la funzione epatica e tiroidea ed eventuali effetti collaterali (oculari, dermatologici) 32 di 61 MMG Specialista MMG Specialista Requisito Indicatore Standard Fonte DB scompenso Guida per paziente DB scompenso Attività A chi Pazienti con definito scompenso cardiaco da disfunzione sistolica Azioni ACE inibitori Ottimizza la dose iniziando con bassi dosaggi e d aumentandoli ogni 2 settimane Controlla urea, creatinina, elettroliti and eGFR all’inizio e dopo ogni incremento. Non prescrivere in pazienti con sospetta valvulopatia prima che siano stati valutati dallo specialista Beta-bloccanti Prescivi i beta-bloccanti con indicazione per lo scompenso a tutti pazienti con disfunzione sistolica del ventrcolo sinistro. inclusi: adulti anziani e pazienti con malattie vascolari periferiche disfunzione erettile diabete mellito malattia interstiziale polmonare BPCO non reversibile Inizia in modo 'start low, go slow' controllando frequenza cardiaca pressione arteriosa e condizioni cliniche dopo ogni aggiustamento ARB Prescrivi un ARB con indicazione per lo scompenso in alternativa ad un ACE inibitore per pazienti che non ne tollerano gli effetti collaterali. Controlla urea, elettroliti, creatinine and eGFR se compaiono segni di insufficienza renale o Iperkaliemia 33 di 61 Chi MMG Specialista Requisito Terapia con ACEi Terapia con betabloccanti Indicatore Pazienti in terapia con ACE-inibitori o antagonisti recettoriali dell’angiotensina Numeratore: Nr di Pazienti con accertato scompenso con EF ridotta cui sono stati prescritti ACEI or ARB Denominatore: Nr di pazienti con accertato scompenso con EF che non presentano contro indicazioni documentate per ACEI o ARB Standard Pazienti con accertato scompenso con EF ridotta cui sono stati prescritti i betabloccanti >85% Numeratore: Nr di pazienti a cui sono stati prescritti betabloccanti Denominatore: Tutti i pazienti con scompenso con ridotta EF, esclusi i pazienti con documentati motivi per non assumere betabloccanti Fonte >85% Minimal data set Attività Prescrizione terapeutica durante le visite della specialista o nel ricovero ospedaliero A chi Azioni I farmaci di cui sotto devono essere aggiunti solo dietro consiglio dello specialista. Antagonisti dell’Aldosterone con indicazione per lo scompenso. Sono un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso medio grave (NYHA class III–IV) o recente Infarto miocardico Monitorizza potassio, creatinina e eGFR. Consulta lo specialista in caso di iperkalaemia o deterioramento della funzione renale ARBs in aggiunata a ACEi Sono un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso lievemoderato(NYHA class II–III). Controlla urea, electroliti, creatinine and eGFR se compaiono segni di insuffizienza renale o Iperkaliemia. Ivrabradina E’ un’opzione terapeutica di seconda linea per pazienti con scompenso lieve-moderato( NYHA class II– III) in ritmo sinusale con EF ≤35%, e frequnza cardiaca ≥70 b.p.m., nonostante un dosaggio adeguato di betabloccanti, o che non tollerino i betablccanti Il paziente deve assumere anche ACE inhibitor (or ARB) 34 di 61 Chi Specialista Requisito Indicatore Standard Fonte Visita specialistica DB scompenso Attività A chi Azioni Chi Prendi in considerazione la terapia resincronizzante (CRT) con o senza defibrillatore (ICD) La CRT è raccomandata come opzione terapeutica per pazienti con scompenso cardiaco che soddisfino i seguenti criteri: - Pazienti attualmente in NYHA III–IV o che lo siano stati. - Che siano in ritmo sinusale - Con una durata del QRS > o = a 150 ms - Che abbiano una EF inferiore al 35% o meno. - Che ricevano una terapia farmacologica ottimizzata La CRT combinata con un ICD deve essere proposta ai pazienti che soddisfino separatamente i rispettivi criteri di impianto 35 di 61 Specialista Requisito Indicatore Standard Fonte 7.5 IL RICOVERO OSPEDALIERO Attività Il ricovero d’urgenza A chi Pazienti con sintomi di scompenso acuto Scompenso cronico riacutizzato Azioni Chi Esegue manovre e terapia d’urgenza Medico del Ricoveri PS/DEA ripetuti rianimazione cardiopolmonare, terapia infusionale, ventilazione assistita Primo inquadramento diagnostico anamnesi e all’esame obiettivo, profilo ematochimico ed emogasanalisi BNP ECG e Rx torace La scelta del luogo di cura Pazienti con congestione senza ipoperfusione né ischemia miocardica acuta Pazienti con congestione ed ischemia acuta Pazienti con bassa portata Ricovero in degenza ordinaria Medicina Geriatria Cardiologia Ricovero in UTI/UTIC Ricovero in UTI/UTIC 36 di 61 Requisito Indicatore Pazienti con ricovero ripetuto entro 30 e 90 gg dalla dimissione con diagnosi di scompenso Numeratore: numero d’accessi in PS/DEA per scompenso (a 30 e 90 giorni) dopo la dimissione. Denominatore: Pazienti dimessi a domicilio con diagnosi di scompenso Standard Fonte - 5% Dimissioni rispetto al ospedaliere dato attuale 7.6 LA DIMISSIONE DOPO IL RICOVERO Attività Dimissioni A chi Assenza di scompenso o di criteri per ricovero (vedi tabella) Paziente stabile con SC lievemoderato (III Chi Dimissioni dirette dal PS/DEA PS/DEA Lettera di dimissione Medicina Geriatria Cardiologi a Lettera di dimissione DB scompenso Medicina Geriatria Cardiologi a Lettera di dimissione DB scompenso Produce la lettera di dimissione per il MMG Aggiorna la cartella dello scompenso Requisito Indicatore Standar d Come Fonte Produce la lettera per MMG al momento della dimissione che dovrà pervenire entro 7 giorni (mail o fax o via paziente) Paziente stabile con SC grave (III-IV) Prenota visita specialistica post-dimissione entro 30 gg Aggiorna cartella dello scompenso Valutazione prognostica (Seattle model) Consiglia follow-up nell’ambulatorio infermieristico sul territorio tramite il MMG 37 di 61 Attività A chi Pazienti sufficientemente stabili per la dimissione ma non in grado di rientrare a domicilio Come Chi Trasferisce in regime di ricovero in strutture per cure intermedie Produce la lettera di dimissione sia per la struttura che per il MMG Prenota visita specialistica postdimissione entro 30 gg Aggiorna cartella dello scompenso Valutazione prognostica (Seattle model) Medicina Geriatria Cardiologia Requisito Istruzioni alla dimissione Indicatore Pazienti dimessi a domicilio a cui vengono impartite istruzioni scritte e/o materiale educativo Numeratore: Nr di Pazienti dimessi a domicilio a cui vengono impartite istruzioni scritte e/o materiale educativo per il paziente e/o care giver alla dimissione o durante il ricovero ospedaliero riguardo: - livello di attività fisica, - dieta, - terapia farmacologica, - appuntamenti di follow-up, - monitoraggio del peso e - azioni da intraprendere in caso di peggioramento dei sintomi Denominatore: Pazienti dimessi a domicilio con diagnosi di scompenso 38 di 61 Standar d > 90% Fonte Lettera di dimissione DB scompenso 7.7 LE VISITE DI FOLLOW UP Azioni A chi Visite mediche di controllo Pazienti con scompenso cronico Come Valutazione clinica Valuta la classe funzionale la ritenzione idrica, il ritmo cardiaco, lo stato cognitivo e nutrizionale Richiede dosaggio di BUN elettroliti, creatinemia e eGFR Fornisce informazioni e supporto al paziente che desidera essere coinvolto nel controllo delle proprie condizioni. Si assicura che il paziente sia a conoscenza di cosa fare se le sue condizioni peggiorano. Richiede indicazioni sul piano di cure dallo specialista in caso di ricovero. Monitoraggio della terapia Analizza le prescrizioni terapeutiche in funzione di necessità di adeguamento o della presenza di effetti collaterali Richiede BNP ed eventualmente consiglio specialistico in casi specifici quali ad es titolazione problematica Richiede digossinemia in pazienti in terapia con digitale 8-12 ore dopo l’ultima dose solo se sospetta tossicità o non –aderenza alla terapia. Procedere Richiede consulto dallo specialista o ricovero in caso di instabilità clinica (vedi tabella) Attiva, se necessario controlli presso il distretto Attiva, se necessaria, l’Assistenza Domiciliare Integrata 39 di 61 Chi MMG Requisito Indicatore Standard Fonte DB scompenso Azioni A chi Paziente con SC avanzato Come Chi Valutazione clinica Valuta la classe funzionale lo ritenzione idrica, il ritmo cardiaco, lo stato cognitivo e nutrizionale Richiede dosaggio di BUN elettroliti, creatinemia e eGFR Fornisce informazioni e supporto al paziente che desidera essere coinvolto nel controllo delle proprie condizioni. Si assicura che il paziente sia a conoscenza di cosa fare se le sue condizioni peggiorano. Valuta la stabilità clinica (vedi tabella dei criteri) Monitoraggio della terapia Analizza le prescrizioni terapeutiche in funzione di necessità di adeguamento o della presenza di effetti collaterali. Richiede BNP in casi specifici quali ad es titolazione problematica. Richiede digossinemia in pazienti in terapia con digitale 8-12 ore dopo l’ultima dose solo se sospetta tossicità o non–aderenza alla terapia. Procedere Pone le indicazioni a procedure terapeutiche di tipo interventistico o chirurgico, incluso, ove indicato, il Tc (vedi tabella) Fornisce accesso facilitato in caso d’instabilità clinica o decorso complicato (vedi tabella) Richiede se necessaria Valutazione Multidimensionale nel paziente anziano con comorbiltà Richiede valutazione psico-sociale in pazienti 1. con SC grave in III-IV classe NYHA; 2. portatore di device; 3. con SC avanzato e indicazione al TC. 40 di 61 Specialista Requisito Indicatore Standard Fonte Azioni Progranmma zione controlli A chi Pazienti con scompenso cronico Paziente con SC avanzato (III-IV NYHA) Paziente con SC avanzato a rischio elevato Come Chi Visita medica almeno ogni 6 mesi Ad intervalli brevi (giorni fino a 2 settimane) se le condizioni cliniche o le terapie sono cambiate MMG Visita specialistica ogni 3 mesi Ad intervalli brevi (giorni fino a 2 settimane) se le condizioni cliniche o le terapie sono cambiate Eco ECG ogni 6 mesi Specialista DB scompenso Visita specialistica mensile Ad intervalli brevi (giorni fino a 2 settimane) se le condizioni cliniche o le terapie sono cambiate Eco ECG ogni 3 mesi PSVO2 ogni 6 mesi Specialista DB scompenso 41 di 61 Requisito Indicatore Standard Fonte 7.8 L’ASSISTENZA INFERMIERISTICA TERRITORIALE Cosa e Come? A chi? Anamnesi/Accertamento infermieristico Pazienti con scompenso cardiaco in Infermiere/a Valutazione classe NYHA II/III/IV, con/senza del comorbilità: dopo ricovero ordinario; sovraccarico di liquidi Rilevazione e documentazione di dati soggettivi ed oggettivi finalizzati all’individuazione di problemi assistenziali/formulazione di diagnosi infermieristiche ogni volta che si prende in carico un/una paziente Pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA II/III/IV in follow up presso un medico specialista ed assegnato al MMG. Chi? Requisito Indicatore Standard Fonte Valutazione dei sintomi e dei segni di sovraccarico di volume ad ogni visita di follow-up presso 80% Documentazione infermieristica Mmg specialista presidio infermieristico dello scompenso Numeratore: Pazienti in cui sia documentata la valutata la presenza/assenza dei seguenti segni e sintomi di sovraccarico di volume ad ogni visita di follow-up - Presenza di dispnea/ortopnea - edemi declivi - aumento del peso corporeo - rantoli inspiratori Rilevazione e documentazione di dati soggettivi ed oggettivi finalizzati all’individuazione di problemi assistenziali/ formulazione di diagnosi infermieristiche Rilevazione e documentazione di dati soggettivi ed oggettivi finalizzati all’individuazione di problemi assistenziali/ formulazione di diagnosi infermieristiche anche se si fanno attività infermieristiche come il prelievo Denominatore: Tutti i pazienti che accedono all'ambulatorio infermieristico dello scompenso 42 di 61 Riconoscimento e definizione dei problemi assistenziali/diagnosi infermieristiche - Documentazione dei problemi assistenziali/delle diagnosi infermieristiche riconoscere gli eventuali problemi assistenziali/diagnosi infermieristiche presenti condividere con il/la paziente o col care giver documentare Identificazione degli obiettivi assistenziali: - Documentazione degli obiettivi assistenziali identificare gli obiettivi assistenziali a breve, medio e lungo termine condividerli con il/la paziente o col care giver) documentare Pianificazione ed attuazione degli interventi pianificazione dei provvedimenti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi prefissati - Documentazione degli interventi pianificati condivisione con il/la paziente, col care giver e con eventuali attori coinvolti (ad esempio operatori sociali) documentare la pianificazione attuazione dei provvedimenti pianificati documentare l’attuazione Verifica del raggiungimento degli obiettivi - Documentazione della verifica del raggiungimento degli obiettivi verificare il raggiungimento degli obiettivi alle scadenze prefissate condividere con il/la paziente o col caregiver documentare revisionare il piano in base ai risultati conseguiti 43 di 61 7.9 L’EDUCAZIONE DEL PAZIENTE Cosa e Come? A chi? Chi? Requisito Al momento della diagnosi iniziale e durante ogni successivo contatto viene valutato il livello di informazioni/esigenze del paziente e le informazioni vengono integrate con ulteriori informazioni specifiche su: Scompenso cardiaco, sviluppo della malattia, segni e sintomi Terapia farmacologica: assunzione dei farmaci, possibili effetti collaterali e relative misure, controlli, prescrizione delle ricette, diuretici. Visite ed esami di controllo presso il medico specialista/MMG/servizio infermieristico sul territorio/a domicilio Alimentazione e movimento Segni per i quali dovrebbe essere allertato il medico/ segni per i quali è necessari chiamare il medico d’urgenza Gestione del diario del paziente Consegna della brochure informativa e del diario cardiaco Istruzioni su: Controlli giornalieri del peso corporeo Controllo degli edemi Controllo del polso e della pressione arteriosa Gestione del diario del paziente Pazienti con scompenso cardiaco in classe NYHA II/III/IV Medico Documenta specialista zione delle MMG informazio ni formite al paziente e dell’avvenu ta consegna del materiale informativo Indicatore Standard Fonte Informazioni fornite al paziente e avvenuta consegna del materiale informativo 80% Dataset/cart ella infermieristi ca 80% Dataset/cart ella infermieristi ca Numeratore: Nr. di volte in cui sono state fornite e documentate le informazioni Denominatore: totale delle visite effettuate (prime visite + controlli) Medico specialista MMG Infermiere /a di reparto Infermiere /a del territorio Documenta zione delle istruzioni e delle consulenze fornite 44 di 61 Istruzioni e consulenza al paziente sulle modalità di gestione dei controlli e sulle attività di vita quotidiana Numeratore: Cosa e Come? A chi? Consulenza per: Regole alimentari e restrizioni di liquidi Tecniche di movimento che consentono un risparmio di energia Fasi di movimento e fasi di riposo Valutazione del grado di comprensione Valutazione della compliance Chi? Requisito Indicatore Nr. Di volte in cui è sono state fornite istruzione e consulenza Denominatore: Totale delle visite effettuate presso il servizio infermieristico e/o a domicilio (prime visite e controlli successivi) 45 di 61 Standard Fonte 7.10 LA VALUTAZIONE PSICOSOCIALE Azioni A chi Valutazione Paziente: psico-sociale 1. con SC grave in III-IV classe NYHA; 2. portatore di device; 3. con SC avanzato e indicazione al TC. 4) per specifiche esigenze su richiesta del MMG Come Chi Esegue colloquio diagnostico mediante intervista strutturata Esegue esame psicometrico mediante utilizzo dei seguenti test: Lihfe, SF-36, Scheda ADR, Beck Scale secondarie Redige un referto comprendente una valutazione della: Consule nte Psicolog o Accessibilità al colloquio Presenza/assenza di comportamenti depressivi/ansiogeni indagati tramite esame psicometrico Presenza/assenza di Fattori di Rischio Comportamentali e il grado di aderenza terapeutica Eventuali carenze del substrato sociale Qualità di vita percepita e indagata tramite esame psicometrico La valutazione psicologica è ripetibile a scadenza trimestrale, la valutazione dei deficit cognitivi a scadenza annuale Supporto psicologico nel distretto - Colloqui individuali Colloqui familiari Colloqui psicoeducativi Training di rilassamento progressivo a scadenza mensile/trimestrale 46 di 61 Psicologi del distretto Requisito Indicatore Standard Fonte 7.11 LA VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE Azioni A chi Valutazione Il paziente multidimensio anziano con nale comorbilità e/o geriatrica fragile Come - - Chi Attività del vivere quotidiano (ADL) di Katz; Attività strumentali del vivere quotidiano (IADL); Mini Mental State Evaluation (MMSE); Geriatric Depression Scale (GDS); Valutazione della deambulazione; Situazione familiare e socioambientale 47 di 61 UVG Specialista Requisito Indicatore Standard Fonte 8. GESTIONE INFORMATIVA ED INFORMATICA La comunicazione è un elemento cruciale per la continuità assistenziale. Essa presuppone: o una registrazione on-line delle attività in corso, pianificate ed eseguite sul paziente, accessibile da tutti gli operatori coinvolti, secondo modalità predefinite che garantiscano la sicurezza e la privacy; o lo scambio di dati clinici e protocolli, secondo data set clinici e terminologie predefiniti e condivisi; o l’individuazione di un minimo set di dati obbligatori che consenta di disporre delle informazioni indispensabili per la gestione del paziente, secondo il postulato: “un paziente condiviso, un unico sistema di registrazione condiviso”. Gli obiettivi generali pertanto devono essere: → ampliare l’accesso dei professionisti a tutti i sistemi di dati esistenti indipendentemente dal setting lavorativo; → garantire la fruibilità di tutti i supporti tecnologici (numeri verdi, e-mail, accesso alle banche dati, accesso ai registri, alle cartelle cliniche, alle refertazioni, alle lettere di dimissione, eccetera) utili a favorire la comunicazione fra operatori. Obiettivo specifico, da perseguire auspicabilmente a livello regionale, dovrebbe essere quello di realizzare, attraverso l'implementazione delle necessarie strutture tecnologiche, una gamma di servizi telematici, fruibili su scala distrettuale ed aziendale delle strutture del territorio, fra i quali: o una rete integrata delle strutture ospedaliere all’interno delle ASL; o adeguamenti e coinvolgimento telematico dei PS/DEA; o studi di MMG associati con supporto telematico; o distretti; o hospice e rete delle cure palliative domiciliari. 9. AGGIORNAMENTO E REVISIONE DEL PERCORSO CLINICOASSISTENZIALE 10. VERIFICA DEI RISULTATI Fase del percorso Sottofase Requisito Indicatore Visita medica prima della diagnosi da parte del MMG Prima Visita dal MMG Test di laboratorio alla diagnosi Valutazione di laboratorio per i pazienti con nuov scompenso Numeratore: Nr di Pazienti in cui sono stati eseguiti i seguenti tes ● Emocromo ● Esame urine ● Elettroliti ● ● ● ● BUN creatininemia, Glicemia, test di funzione epatica ● TSH. Denominatore: Tutti i pazienti a cui è stato diagnosticato uno scomp nell'ultimo anno Dosaggio natriuretici Peptidi Pazienti con sospetto scompenso cardiaco senza pre che hanno eseguito dosaggio dei peptidi natriureti vista specialistica Numeratore: Pazienti che hanno eseguito dosaggio dei peptidi nat Denominatore: Pazienti con sospetto scompenso senza pregresso dal Mmg a visita specialistica Seconda dal MMG Visita Visita specialistica alla diagnosi Pazienti con sospetto scompenso cardiaco e BNP (116 pmol/litro) r NTproBNP >2000 pg/ml (23 prenotati per ecocardiogramma e visita specialistic dalla richiesta del MMG Numeratore: Nr di pazienti prenotati per ecocardiogramma e visi entro 15 gg dalla richiesta del MMG Denominatore: Pazienti con sospetto scompenso cardiaco e BNP (116 pmol/litro) r NTproBNP >2000 pg/ml (236 pmo Visita specialistica la diagnosi per Visita specialistica Valutazione della funzione ventricolare sinistra Pazienti con scompenso cardiaco in cui sia stat funzione ventricolare sinistra Numeratore: Pazienti per cui esista documentazione della strumentale della funzione ventricolare sinistra. Denominatore: Tutti i pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco. Materiale educativo Pazienti che abbiano ricevuto materiale Educativo Numeratore: Nr. di pazienti che hanno ricevuto materiale infor sul , la diet farmacologica, la misurazione del peso, il comp tenere in caso di deterioramento dei sintomi. 49 di 61 Fase del percorso Sottofase Requisito Indicatore Denominatore: Nr di pazienti con accertato scompenso L’impostazione e il controllo della terapia Prescrizione della terapia alla prima visita o successive Terapia con ACEi Pazienti in terapia con ACE-inibitori o antagoni dell’angiotensina Numeratore: Nr di Pazienti con accertato scompenso con stati prescritti ACEI or ARB EF ri Denominatore: Nr di pazienti con accertato scompenso con EF che n contro indicazioni documentate per ACEI o ARB Terapia betabloccanti con Pazienti con accertato scompenso con EF ridotta prescritti i betabloccanti Numeratore: Nr di pazienti a cui sono stati prescritti betabloccanti Denominatore: Tutti i pazienti con scompenso con ridotta EF, esclus documentati motivi per non assumere betabloccanti Il ricovero ospedaliero Il ricovero d’urgenza Ricoveri ripetuti Pazienti con ricovero ripetuto entro 30 e 90 gg da con diagnosi di scompenso Numeratore: numero d’accessi in PS/DEA per scompenso (a 30 dopo la dimissione. Denominatore: Pazienti dimessi a domicilio con diagnosi di scompen La dimissione dopo il ricovero Dimissione Istruzioni dimissione alla Pazienti dimessi a domicilio a cui vengono impa scritte e/o materiale educativo Numeratore: Nr di Pazienti dimessi a domicilio a cui vengono impa scritte e/o materiale educativo per il paziente e/o dimissione o durante il ricovero ospedaliero riguardo livello di attività fisica, dieta, terapia farmacologica, appuntamenti di follow-up, monitoraggio del peso e azioni da intraprendere in caso di peggioram sintomi Denominatore: Pazienti dimessi a domicilio con diagnosi di scompen L’assistenza infermieristica territoriale Anamnesi/Accert amento infermieristico Valutazione del sovraccarico di liquidi Valutazione dei sintomi e dei segni di sovraccarico ogni visita di follow-up presso • Mmg • specialista • presidio infermieristico dello scompen Numeratore: Pazienti in cui sia documentata la valutata la presen seguenti segni e sintomi di sovraccarico di volume a follow-up Presenza di dispnea/ortopnea 50 di 61 Fase del percorso Sottofase Requisito Indicatore - edemi declivi aumento del peso corporeo rantoli inspiratori Denominatore: Tutti i pazienti che accedono all'ambulatorio inferm scompenso L’educazione del paziente Valutazione integrazione livello informazioni paziente ed del di del Documentazione delle informazioni formite al paziente e dell’avvenuta consegna del materiale informativo Informazioni fornite al paziente e avvenuta consegna informativo Numeratore: Nr. di volte in cui sono state fornite e documentate l Denominatore: totale delle visite effettuate (prime visite + controlli) Istruzioni paziente al Documentazione delle istruzioni e delle consulenze fornite Istruzioni e consulenza al paziente sulle modalità d controlli e sulle attività di vita quotidiana Numeratore: Nr. Di volte in cui sono state fornite istruzioni e cons Denominatore: Totale delle visite effettuate presso il servizio inferm domicilio (prime visite e controlli successivi) Requisiti di immediata applicazione. Requisiti aggiuntivi. 51 di 61 52 di 61 11. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL EPRCORSO CLINICOASSISTENZIALE 12. 53 di 61 12. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL PROCESSO DI SCREENING 54 di 61 13. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL PROCESSO DIAGNOSTICO DELLO SCOMPENSO CARDIACO 55 di 61 14. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL PROCESSO DI RICOVERO 56 di 61 15. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL PROCESSO DI FOLLOW UP 57 di 61 16. ALLEGATO 1: SCHEDA DI RACCOLTA DATI PER IL PAZIENTE AFFETTO DA SCOMPENSO CARDIACO 58 di 61 59 di 61 17. INDICE DELLE TABELLE Tabella 1: Indicazioni al ricovero del paziente con Scompenso Cardiaco Tabella 2: Criteri di dimissibilità dopo ricovero per aggravamento dello scompenso Tabella 3: Contenuto della lettera di dimissione Tabella 4: Criteri di stabilità clinica nello Scompenso Cardiaco Tabella 5: Diagnosi infermieristiche per pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco Tabella 6: Screening psicologico 18. IL GRUPPO DI LAVORO 18.1 COMPONENTI DEL GRUPPO DI LAVORO Dr. Andrea Erlicher, medico specialista cardiologo, ospedale di Bolzano (responsabile scientifico) Dott.ssa Johanna Frischmann, referente Qualità, Comprensorio Sanitario di Merano (facilitatrice) Dr. Simon Kostner, medico di medicina generale, Selva Val Gardena, Presidente SUGAM Dr. Pia Ianniello, medico di medicina generale, Lana Prim. Dr. Christian Wiedermann, primario reparto di Medicina, ospedale di Bolzano Prim. Dr. Siegfried Weger, primario reparto di Medicina, ospedale di Brunico Dr. Peter Knoll, medico specialista cardiologo, distretto sanitario di Bolzano Monika Seppi, infermiera, distretto sanitario di Bolzano Gabriella Wolfsgruber, infermiera, ospedale di Bressanone Wolfgang Drahorad, rappresentante dei pazienti Dott.ssa Luana Casanova Stua, Unità Operativa di Governo Clinico, Ripartizione Sanità 18.2 CONTATTO DI RIFERIMENTO Dr. Andrea Erlicher, responsabile scientifico del percorso. E-mail: [email protected] 60 di 61 13 14 15 16 18/19 21 19. BIBLIOGRAFIA E SITOLOGIA Bonow et al. (2005). Chronic Heart failure in the Adult: ACC/AHA Performance Measures. Jacc Vol. 46, No. 6, 2005: 1144-78 Consensus Conference. Il percorso assistenziale del paziente con scompenso cardiaco. Giornale Italiano di Cardiologia. 2006;7:383–432 Hunt SA, Abraham WT, Chin MH, et al; American College of Cardiology Foundation; American Heart Association. 2009 Focused update incorporated into the ACC/AHA 2005 Guidelines for the Diagnosis and Management of Heart Failure in Adults A Report of the American College of Cardiology Foundation/American Heart Association Task Force on Practice Guidelines Developed in Collaboration With the International Society for Heart and Lung Transplantation. J Am Coll Cardiol. 2009;53:e1–e90. McMurray JJV, Adamopoulos S, Anker SD, Auricchio A, Böhm M, et al. (2012) ESC Guidelines for the diagnosis and treatment of acute and chronic heart failure 2012: The Task Force for the Diagnosis and Treatment of Acute and Chronic Heart Failure 2012 of the European Society of Cardiology. Developed in collaboration with the Heart Failure Association (HFA) of the ESC. Eur Heart J 33: 1787–1847 Muth C, Gensichen J, Butzlaff M. German Society for General Practice and Family Medicine. Guideline No. 9 'Heart Failure'. Duesseldorf: Omikron Publishing; 2006. [in German] ISBN: 3-936572-07-0 (Part 1) and 3936572-10-0 (Part 2). [Abridged Internet-Versions are available at: http://www.degam.de/leitlinien/9_herzinsuffizienzs.html] Rengo F., Leosco D., Iacovoni A., et Al.: Epidemiologia clinica e fattori di rischio per scompenso cardiaco nell’anziano. Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 10): 9S-16S. The National Collaborating Centre for Chronic Conditions Chronic heart failure. National clinical guideline for diagnosis and management in primary and secondary care. NICE Guideline No. 5. National Institute for Clinical Excellence; ISBN: 1-84257-324-1. 2003. http://www.nice.org.uk Accessed March 17, 2004 61 di 61