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VETERINARIA
Il cane e il gioco
di Orazio Costa, medico veterinario*
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el resto i cuccioli, a qualsiasi specie
essi appartengano (cagnolini, gattini, agnellini ecc), sono attraenti perché
i loro musi rotondeggianti e l’andatura
indecisa e sgraziata ispirano istinti materni, o almeno protettivi, nell’uomo, ed
anche perché giocano. Con gioco, nel linguaggio comune, si definiscono tutte le
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attività che sembrano non avere una chiara funzione; ma ciò non
è sempre vero: il comportamento giocoso può avere una funzione determinante nello sviluppo sociale del cane. Questo comportamento sembra essere importante nello sviluppo dell’organizzazione sociale, ma questa finalità non spiegherebbe il gioco
solitario. Il gioco potrebbe essere importante semplicemente
come forma di esercizio o come metodo per fare pratica e perfezionare le capacità necessarie per cacciare, nel caso delle specie
VETERINARIA
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Se si chiede a un proprietario di un cane il motivo
per il quale lo ha adottato, di solito ci si sente
rispondere che è per ragioni di compagnia o di
sicurezza, oppure perché il cane lo stimola a fare
movimento, o semplicemente perché è piacevole.
E’ dunque alla capacità di interagire con le
persone e alla disposizione al gioco che il cane
deve la propria popolarità.
carnivore, oppure per fuggire, nel caso degli erbivori. Va comunque detto che nessuna delle su menzionate spiegazioni giustificherebbe il gioco dell’adulto ed il perché esso persista di più in
alcune specie ed in alcuni individui rispetto ad altri. Per spiegare
questi aspetti va considerato che il gioco è comunque piacevole
e può, quindi, essere appagante anche da solo, qualsiasi sia il suo
significato.
n importante studioso di etologia,
dopo accurati studi sull’argomento,
attribuisce al gioco le seguenti finalità:
• stimolare i comportamenti che determinano coesione degli individui;
facilitare l’interazione sociale;
• formare il comportamento dell’ adulto,
sfruttando il ruolo della curva di apprendimento;
• stabilire relazioni sociali precoci, salde,
sebbene il ruolo della gerarchia sociale
e del suo sviluppo nel gioco sia meno
chiaro;
• migliorare la coordinazione;
• potenziare la destrezza fisica e mentale;
• offrire la possibilità di esercitarsi senza
incorrere in grossi danni e di dare le prime dimostrazioni dei rituali e dei comportamenti ritualizzati;
• fornire ai cuccioli un’opportunità per
apprendere circa i ruoli sociali e la loro
previsione nel futuro attraverso le sequenze di eventi;
• fornire ai cuccioli un’opportunità per
l’esplorazione e per risolvere problemi di
crescente complessità.
La maggior parte dei normali comportamenti del nostro cane domestico sono
appresi durante il periodo di gioco. Va
anche considerato che, poiché i riflessi
sono attivi entro le 6-9 settimane di età e
lo sviluppo neurologico viene completato nei pochi mesi successivi, non si deve
sottovalutare il ruolo assunto dal gioco
nella comunicazione. Da studi approfonditi si è visto infatti che i cagnolini provenienti da cucciolate soggette a molti
morsi non inibiti inferti da altri cani, sono
predisposti ad essere socialmente meno
gregari nei confronti degli altri cani e delle persone. Inoltre, tali esemplari, tendono a giocare meno con i giocattoli nelle successive fasi della loro vita. Questo
è da mettere in relazione al ruolo rivestiNuovoCollegamento -
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VETERINARIA il cane e il gioco
to dal gioco nell’incoraggiare i cani ad
apprendere le basi della vita sociale e di
gruppo. In merito alle caratteristiche salienti del gioco, va ricordato che il comportamento giocoso si osserva per la prima volta nei cuccioli durante il periodo
di transizione, quando comincia a svilupparsi una forte tendenza all’approccio e i
cuccioli prendono a rivolgersi zampate
giocose e morsi. Per quanto concerne
questi ultimi, va ricordato che i cuccioli
dall’età di 3 settimane cominciano ad afferrarsi con la bocca reciprocamente, soprattutto per la testa. Esiste una spiegazione scientifica a tale comportamento: i
nervi della regione craniale sono quelli
maggiormente mielinizzati nel giovane
cucciolo; per tale motivo chi morsica e
chi viene morsicato ottiene il massimo
input sensorio dal gioco che coinvolge la
testa. A 4 settimane i cuccioli sono in
grado di infliggere morsi dolorosi ai fratelli di cucciolata ma in questa maniera
le violente reazioni di questi ultimi, ed in
particolare della madre, insegnano loro
ad inibire la forza del morso. I problemi
insorgono quando i cuccioli vengono allontanati troppo presto dai fratelli di
cucciolata e possono, una volta adulti,
avere problemi a rapportarsi con gli altri
cani. Proprio in considerazione del fatto
che i cuccioli svezzati precocemente o gli
orfani non imparano ad inibire il morso,
un ruolo fondamentale lo deve svolgere
il proprietario: è quest’ultimo che deve
punire i morsi dolorosi ( però in maniera
moderata e non eccessivamente violenta ). A tal proposito va ricordato che il
peggior servizio che il proprietario può
fare al proprio cucciolo, quando gioca
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con lui, è quello di usare dei guanti spessi durante l’attività ludica:
in tale maniera il cane non imparerà a giocare delicatamente o ad
essere sottomesso all’uomo. In particolare, al posto delle mani
del proprietario, dovrebbero essere usati giochi masticabili sicuri. I giochi rivestono una notevole importanza anche per i cani
adulti: si è visto che questi trascorrono fino al 25-30% del loro
tempo utilizzandoli. Ma questo utilizzo così prolungato dei giocattoli non è scevro di inconvenienti: ciò può portare ad una diminuzione del tempo trascorso giocando con gli altri cani. I giocattoli utilizzati più a lungo sono rappresentati dalle ossa di nylon
che vengono usate più a lungo di quelle di pelle conciata sebbene, inizialmente, queste ultime siano le preferite. Progredendo lo
sviluppo dei cuccioli, il loro comportamento giocoso diventa più
complesso e più ricco di componenti. Il primo gesto di sollecitazione al gioco che si può osservare è il sollevamento della zampa:
un cucciolo si avvicina a un fratello o a una persona e con uno
degli arti anteriori dà delle zampate per avviare una fase di gioco.
I gesti di sollecitazione al gioco a poco a poco diventano più complessi e la durata degli episodi giocosi aumenta. E’ nell’interesse
dei partecipanti all’attività ludica fare in modo che il gioco sia distinguibile da un comportamento serio, soprattutto durante le
lotte. Le sequenze di sollecitazione al gioco si caratterizzano per
essere costituite da approcci esagerati, da approcci con fughe
(per avviare un inseguimento) da zampate e talora da leccate sul
muso. Durante un episodio giocoso si verifica un continuo
feedback tra i partecipanti alla sequenza ludica in fatto di umori
reciproci. Risulta assolutamente chiaro che per ogni partecipante
può essere molto vantaggioso sapere quando una situazione è
giocosa e quando è “ seria “. L’alto grado di ritualizzazione dei
gesti giocosi nei cani fa si che ciascun individuo riesca a identificare gli umori degli altri componenti del gruppo. In questa situazione un morso dato per gioco riesce ad essere rapidamente distinto da una minaccia di aggressione. Questa capacità da parte
dei cuccioli di segnalare che stanno giocando insorge molto precocemente: già dall’età di 4 settimane sono in grado di chiarire le
loro intenzioni. Per fare ciò si basano sul segnale più frequentemente utilizzato per iniziare un’attività ludica: “l’inchino“ per gioco. Questo segnale di invito al gioco viene attuato dal cucciolo
abbassando la parte anteriore del corpo e sfregandosi il muso
con gli arti mentre scodinzola. L’ “ inchino “ va considerata una
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VETERINARIA il cane e il gioco
figura innata e non appresa, prova ne sia
che viene attuato anche da cani allevati
solo dall’uomo. La maschera facciale tipica del gioco si caratterizza per la bocca
aperta e le orecchie erette; a questa mimica si possono sommare altri atteggiamenti come un avvicinamento pronunciato, l’abbaiare insistente, l’avvicinarsi e
l’allontanarsi, il balzare addosso ed il saltare. Un cane sottomesso ha più successo nel sollecitare il gioco rispetto ad un
dominante. Le motivazioni di ciò stanno
nel fatto che un soggetto dominante viene preso sul serio dai subordinati. L’inchino per gioco rappresenta l’inizio di
una tipica sequenza ludica. A ciò seguono approcci eccessivi, cambiamenti di
direzione improvvisi, attacchi con morsicature, scuotimenti della testa durante i
morsi, lotte con rotolamenti, ancora attacchi reciproci con morsi inibiti e spinte
con gli arti anteriori. La durata di una tipica sequenza di gioco varia dai 5 ai 20
minuti nei cuccioli di età compresa tra le
4 e le 7 settimane. Esiste una correlazione inversa tra gioco ed aggressività: più
si manifesta il gioco meno si manifesta
l’aggressività. Ciò è riscontrabile anche
in natura comparando i cuccioli di tre
specie di canidi e la loro aggressività: i
cani erano i più giocosi, i coyote i meno
giocosi, i lupi a metà strada tra i due.
Questa caratteristica può essere sfruttata scientificamente: l’analisi della lotta e
del gioco può rivelarsi utile per identificare canidi con genotipo sconosciuto.
Sempre in ambito di studi sul gioco effettuati su diverse specie di canidi, si è visto
che le specie più sociali, cioè i cani e i
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lupi, intraprendono interazioni giocose più numerose e più precoci rispetto alle specie più solitarie come il coyote e la volpe
rossa. Questa è una ulteriore conferma che il gioco contribuisce
allo sviluppo della comunicazione sociale tra i membri della cucciolata, il che sarà loro di aiuto per inserirsi socialmente nel branco. Da quanto fin qui illustrato risulta chiaro che una delle principali funzioni del gioco sia quella di consentire ai partecipanti
all’attività ludica di sviluppare le proprie capacità di comunicazione. Prova ne sia che si è visto che i cuccioli allevati in isolamento,
una volta uniti ad altri cuccioli, preferiscono la compagnia di cuccioli allevati nello stesso modo piuttosto che la compagnia di cuccioli allevati in gruppo. Questo porta ad ipotizzare che i cuccioli
preferiscono la compagnia di altri cuccioli che possiedono simili
livelli di capacità comunicativa. Infatti i cuccioli allevati in gruppo
sono in grado di mettere in atto gesti e comportamenti di difficile
o impossibile comprensione da parte dei soggetti allevati in isolamento e che quindi non hanno imparato ad interpretare quel
tipo di linguaggio. Infine, a titolo di curiosità, ricordo che il gioco,
oltre alle svariate funzioni sopra menzionate, può essere agevolmente utilizzato anche con finalità diagnostiche: l’assenza di tale
comportamento in cuccioli di 3-9 settimane è un chiaro indice di
un problema patologico. Invece cuccioli ben nutriti, sani e tenuti
in ambienti climaticamente confortevoli, tendono a giocare molto spesso.
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VETERINARIA il cane e il gioco
Differenti tipologie di gioco
E
sistono differenti forme di gioco. La
forma ludica più comune nel cane è il
gioco sociale. Questa tipologia di gioco e
le azioni e le interazioni che la sottendono sono state ampiamente descritte precedentemente. Il gioco solitario: questa
forma di gioco, ad esempio, può essere
svolta da un cane verso e con degli oggetti. Il cane può saltare addosso, afferrare e trasportare un rametto. Anche il
morsicarsi la coda può essere una forma
di gioco solitario e si può manifestare in
caso di assenza di altri cuccioli da mordere. Questo comportamento è la diretta
conseguenza della necessità che hanno
le specie animali sociali, come appunto il
cane, di giocare. Il gioco solitario, come
il rincorrersi la coda o il balzare su prede
immaginarie, può servire come sostituto
del gioco sociale (che generalmente rappresenta la prima scelta) quando questo
è impedito. Tale impedimento può essere imputabile a differenti cause come
la mancanza di un partner di gioco o la
mancanza di risposta ai gesti di sollecitazione al gioco da parte di un altro cane.
Poiché il gioco con se stessi risulta preceduto da gesti di sollecitazione al gioco,
se ne deduce che i cani potrebbero avere un innato desiderio di gioco sociale
piuttosto che un semplice desiderio di
attività motoria. Questo desiderio di giocare da parte dei cani, e dei cuccioli in
particolare, rappresenta uno dei fattori
principali che porta i cani ad interagire
così prontamente con gli esseri umani.
Quanto sopra asserito serve a far capire
perché il gioco viene largamente utilizzato per motivare il cane durante l’addestramento. Oltre al gioco sociale e al
gioco solitario, esistono altre forme di
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gioco come i giochi di “ riporto “ che coinvolgono direttamente
il proprietario con il suo cane. Tali giochi possono essere considerati il risultato di giochi di caccia e sono caratterizzati dal fatto
che, se non incominciano durante il periodo di socializzazione e
se quel tipo di cane non è geneticamente predisposto alla predazione, diventano molto difficili da insegnare al proprio cane.
Anche il comportamento esploratorio del cane può essere considerato un gioco solitario in grado di procurargli emozioni. Questa
tipologia di gioco si caratterizza (a differenza delle altre tipologie
precedentemente accennate) per il fatto che tende ad aumentare dopo la decima settimana di vita e non a diminuire come le
altre forme di gioco sociale. Infine, tra le varie tipologie di gioco,
meritano di essere ricordate le lotte per gioco ed il gioco sessuale. Le lotte per gioco cominciano a manifestarsi intorno alla 4-5
settimana di vita quando gli schemi di lotta ludica si perfezionano
parallelamente al miglioramento delle capacità percettive e motorie dei cuccioli. In questo periodo compare per la prima volta
l’afferrarsi per la collottola e lo scuotersi vigorosamente. Sempre
in questo periodo, come caratteristiche dell’attività ludica, compaiono anche il mordere, il ringhiare e il saltarsi addosso. Il tiro
alla fune diventa il gioco preferito dalla cucciolata e le zuffe diventano più frequenti, nel corso delle quali i cuccioli si alternano
nelle posizioni di stare sopra o giacere sotto ai compagni di gioco.
Si verifica anche un progressivo cambiamento delle espressioni
facciali assunte dai cuccioli durante il gioco, che tendono a rassomigliare sempre di più a quelle degli adulti. Il gioco sessuale: i
primi elementi di gioco sessuale cominciano a comparire verso le
6 settimane di età. In questo periodo i cuccioli, soprattutto quelli
di sesso maschile, cominciano a montare (afferrandoli e dandogli spinte pelviche) altri cuccioli senza curarsi minimamente del
loro sesso. Questi giochi rivelano la loro utilità una volta che i
cani sono diventati adulti: si è visto, infatti, che cani che da cuccioli sono stati deprivati delle esperienze di gioco e dei contatti
sociali possono avere delle difficoltà ad accoppiarsi, in particolare perché possono essere disorientati al momento della monta e
conseguentemente avere minori possibilità di penetrazione. Le
scarse performance sessuali di cani socialmente isolati sono un
ulteriore indice dell’importanza rivestita dal gioco, in età giovanile, ai fini di garantire uno sviluppo del comportamento normale
per il cane e quindi di offrirgli la possibilità di diventare un esemplare adulto equilibrato.
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Aggressività durante il gioco
e potenziali errori dei proprietari
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urante il gioco alcuni cani possono
manifestare forme di aggressività da
gioco o ludiche. Tali forme di aggressività si manifestano con abbai, tentativi di
mordere e ringhi durante l’attività ludica. Per quanto concerne i ringhi, alcuni
di questi possono modificarsi in intensità
e volume in risposta al quantitativo di attenzioni ricevute dal cucciolo, seguendo
la logica di una stimolazione crescente
o come risposta a una intensificazione
della violenza del gioco da parte dei proprietari. I medesimi dovrebbero imparare a discernere i ringhi emessi durante il
gioco da quelli emessi con finalità minacciose. I primi si caratterizzano per una
elevata intensità, una breve durata e una
notevole frequenza. Invece i ringhi aggressivi sono d’intensità più bassa e sono
più prolungati. Non tutti i cani segnalano
con i ringhi un incremento dell’aggressività durante l’attività ludica: alcuni soggetti manifestano questo incremento
dell’aggressività con l’orripilazione (particolarmente del pelo sulla schiena che
si solleva a formare una cresta) con le
orecchie che si appiattiscono e le pupille che si dilatano. L’aggressività durante
il gioco, manifestata da alcuni cani, può
essere messa in relazione al fatto che
tali soggetti non hanno mai imparato a
giocare in maniera appropriata. Questa
carenza può essere imputabile ad un abbandono, alla mancanza d’interazione
nei canili dove sono stati sistemati, all’isolamento sociale manifestatosi tramite
l’impossibilità di incontrare altri cani in
normali situazioni di gioco. Quest’ultima
causa è solitamente da mettere in relazione ad errori gestionali da parte del
proprietario. Altro errore imputabile al
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proprietario può essere quello di non
avere abituato il proprio cane a giocare appropriatamente perché, volontariamente o meno, lo ha incoraggiato al
gioco violento. A tal proposito mi preme
ricordare che nessun cucciolo o cane
adulto dovrebbe mai essere schiaffeggiato sul muso o sulla testa durante una
fase di gioco. Analogamente il proprietario non dovrebbe mai offrirgli una mano
o un braccio da afferrare durante l’attività ludica. In proposito, ricordo che tutti i
giochi dovrebbero avvenire solo con gli
appositi giocattoli. L’aggressività durante
il gioco può creare spesso un circolo vizioso: il cane tende a diventare ancor più
aggressivo pur di ottenere una qualsiasi
risposta da parte del suo proprietario.
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Per tale motivo è importante che il proprietario impari a giocare
con il suo cane (cucciolo o esemplare adulto che sia) solamente
attuando modalità ludiche che gli consentono di mantenere sempre il controllo della situazione e soprattutto dell’intensità delle
interazioni. E’ importante anche che il proprietario insegni al suo
compagno a quattro zampe a comprendere se si è comportato
bene nei suoi confronti, avendo un atteggiamento eloquente nei
confronti del proprio cane. Inoltre, come accennato precedentemente, i cuccioli che non sono stati sufficientemente esposti
agli altri cani spesso giocano con loro in modo inappropriato. Ciò
avviene proprio perché non hanno mai imparato a farlo. Questo
comportamento può provocare dei seri problemi una volta che
il cane avrà raggiunto l’età adulta e si troverà nella condizione di
dover rapportarsi con altri esemplari adulti. Infine va ricordato
che se l’aggressività nel gioco continua dopo ripetute esposizioni,
sarebbe preferibile evitare il gioco medesimo, in quanto la natura
del gioco normale nel cane può portare un cane normale a percepire segnali di minaccia dove non ce ne sono.
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Suggerimenti per i proprietari
O
ltre agli errori che possono essere compiuti dai proprietari
durante il gioco con i propri cani ed elencati nel precedente
paragrafo, esistono alcuni suggerimenti di pratica utilità che i
proprietari dovrebbero tener presenti durante lo svolgimento
dell’attività ludica con i propri amati quattrozampe:
• Evitare giochi potenzialmente pericolosi per la salute del cane.
Ad esempio farlo correre su terreni dissestati o sconnessi. In
questo caso possono essere a rischio l’integrità delle articolazioni e dei legamenti. In sostanza, come in tutte le cose, deve vigere
il buon senso da parte del proprietario.
• Modulare l’intensità del gioco in base all’età, alle condizioni
fisiche e allo stato di salute del proprio cane. Un cucciolo in crescita non può fare alcune attività fisiche che potrebbero avere
ripercussioni, anche gravi, sullo sviluppo del suo apparato muscolo-scheletrico. Allo stesso modo un cane anziano non può essere sottoposto a giochi fisicamente intensi e dispendiosi che,
invece, può benissimo sopportare un cane adulto ma di giovane
età e in perfetta salute. Entrambi i soggetti, comunque, possono trarre un ottimo giovamento dalla somministrazione da parte
del proprietario di alcuni validi prodotti commerciali, di recente formulazione, a base di curcumina. Si tratta di un composto
derivato dalla Curcuma e ideale per contribuire a mantenere la
normale funzionalità osteo-articolare dell’animale. La Curcuma,
inoltre, è dotata di potente attività antinfiammatoria ed antiossidante, e quindi i prodotti commerciali che la contengono si rivelano particolarmente utili sia per gli animali affetti da patologie
artrosiche e degenerative a livello articolare e correlate all’avanzare dell’età, che per i soggetti più giovani ma comunque sottoposti ad elevato stress articolare (che può derivare da attività
fisiche intense: giochi, lunghe passeggiate/escursioni o altro).
• Evitare di far giocare il cane durante le ore centrali del giorno.
Soprattutto durante la stagione estiva, o comunque durante le
giornate più calde, è meglio demandare l’attività ludica alle ore
più fresche (in prima mattinata o verso il tramonto). In questo
modo si eviterà di esporre il proprio beniamino a rischi di essere
soggetto a colpi di calore (con conseguenze a volte fatali) o di andare incontro a scottature o eritemi solari, con conseguente insorgenza di problemi dermatologici. Una volta terminata l’attività
fisica, bisognerà permettere al cane di bere (eventualmente portandosi dietro acqua o altre bevande se non reperibili nel luogo
di gioco). Il cane dovrà bere acqua fresca ma non gelata. Ottima
alternativa alcune valide soluzioni, dotate di alta appetibilità, che
oltre ad avere una funzione reidratante dei fluidi perduti durante
l’attività fisica, svolgono anche funzioni
prebiotiche migliorando quindi le difese
naturali del cane e donandogli immediato benessere e vitalità.
• Durante l’attività ludica, premiarlo con
qualche bocconcino appetitoso. In particolare, di fronte ad esercizi perfettamente eseguiti o a comportamenti giusti del
proprio cane. Ma non tutti gli alimenti
possono essere utilizzati per fare ciò.
Ottimi con questa finalità alcuni prodotti
commerciali formulati da aziende operanti e specializzate nel mondo pet. Degni d’interesse, allo scopo, sono gli snack
funzionali che sono in grado di unire l’utile (apportando principi nutritivi benefici) al dilettevole (premiando e rendendo
felice il cane). In merito a questi snack,
il mercato offre solo l’imbarazzo della
scelta: si va dagli snack privi di zuccheri
e che apportano calcio e zeolite (utili a
mantenere in perfetta salute la dentatura del nostro amico); agli snack che apportando acidi grassi polinsaturi Omega
3 e 6 contribuiscono a mantenere cute
e mantello sani; agli snack con funzioni
prebiotiche; a quelli multivitaminici (apportano appunto vitamine); a quelli utili
per le articolazioni (essendo arricchiti di
condroitina). Questi snack usati come
premio, inoltre, contribuiscono a creare
un rapporto ancor più stretto tra cane e
proprietario. Da bandire invece, assolutamente, le punizioni fisiche. E’ molto
meglio ignorare un comportamento sbagliato (e premiare quello esatto) piuttosto che punire il cane aumentandone la
paura e diminuendone la fiducia nel proprietario.
*Orazio Costa oltre che medico veterinario, è
dottore agronomo, etologo e autore del libro "Il
comportamento del cane e le principali anomalie
comportamentali"
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