Caponi Beatrice, Falco Grazia, Focchiatti Roberta, Cornoldi Cesare, & Lucangeli Daniela, Didattica metacognitiva della matematica. Nuove prospettive e strumenti, Erickson, Gardolo (TN) 2006, pp. 375. Recensione di Diana Olivieri – 15 maggio 2007 Abstract Mathematics is also important for those who do not perform scientific professions, even if sometimes this importance may not appear immediately. Rather, it dwells in the fact that mathematics represents a powerful tool to interpret reality, contributing to a constant training of our critical sense, correct reasoning, capacity of classifying given attributes, and ability to order, schematize, abstract, make questions, and find answers. In their attempt to favour the development of analytic students, the authors try to identify learning paths and possible types of significant didactic situations, in order to stimulate a reflection about the meaning and usefulness of mathematics as one of the means to reach a conscious and personal citizenship. After all, every mathematical problem is just a challenge to apply our logical strategies to everyday requests. La matematica è importante anche per chi non si occupa di professioni scientifiche, sebbene tale importanza possa non manifestarsi nell’immediato. Essa risiede piuttosto nel fatto che la matematica rappresenta uno strumento potente per interpretare la realtà, contribuendo ad un costante allenamento del nostro senso critico, al corretto ragionamento, alla capacità di classificare determinati attributi e all’abilità di ordinare, schematizzare, astrarre, fare domande e trovare risposte. Nel tentativo di favorire lo sviluppo di studenti analitici, gli autori provano ad identificare i sentieri dell’apprendimento e possibili tipologie di situazioni didattiche significative, al fine di stimolare una riflessione sul significato e sull’utilità della matematica come uno dei mezzi per raggiungere un senso civico consapevole e personale. Dopotutto, ogni problema matematico è una sfida per applicare le nostre strategie di logica alle richieste quotidiane. Recensione Nel labirintico percorso verso una nuova matematica si nasconde, come un pericoloso Minotauro, l’ostacolo costituito dal pensare che “solo persone geniali hanno il pensiero matematico e sono capaci di creare e scoprire regole matematiche. Gli altri devono per lo più ripetere procedure, anche senza averle comprese” (Cornoldi, 1995)1. O più in generale, si tende (erroneamente) a ritenere che in matematica i prodotti siano più importanti dei processi. Non è così per gli autori del volume Didattica metacognitiva della matematica in cui l’approccio dichiaratamente cognitivo, oltre a fornire un modello di analisi dei processi cognitivi, emotivi, motivazionali ed affettivi implicati nella costruzione della conoscenza matematica, permette di interpretare il ruolo svolto dai contesti di apprendimento sia dal punto di vista sociale che disciplinare. L’alunno, in un’ottica di riflessione personale sui propri apprendimenti, dovrà giungere a considerare l’intelligenza come la risultante di esperienze valide e non come biologicamente predeterminata, attraverso l’accoglimento della teoria dell’accrescimento secondo la quale noi tutti “diventiamo intelligenti” (non lo siamo e basta). Il merito principale che va riconosciuto al costrutto metacognitivo è proprio quello di gettare luce sullo sviluppo del pensiero e di conseguenza sulle motivazioni più profonde del successo scolastico. 1 Un merito altrettanto importante, forse un po’ scomodo, è poi quello di coinvolgere gli insegnanti nell’introspezione di se stessi, alla ricerca delle zone d’ombra e dei punti di forza del proprio stile didattico. Scegliere di adottare strategie didattiche metacognitive, per gli autori, non vuol dire solo sperimentare tecniche nuove, ma anche e soprattutto mettere in discussione, giorno dopo giorno, la propria professionalità al fine di migliorarla e renderla sempre più adeguata al compito di docente. Questo giustifica l’attenzione del testo non solo allo sviluppo delle conoscenze personali e formali dei ragazzi, ma anche al complesso sistema di teorie personali, più o meno ingenue, che gli insegnanti strutturano ed utilizzano, spesso senza esserne pienamente consapevoli, veicolandole nella loro vita quotidiana, attingendo magari ad esse per organizzare il loro insegnamento. In merito all’apprendimento matematico, la metacognizione è attualmente riconosciuta come un punto saldo di riferimento per la spiegazione delle fitte dinamiche che lo caratterizzano, dal momento che riconosce l’importanza del complesso rapporto esistente tra insegnamento ed apprendimento, aprendosi alla riflessione in molteplici ambiti di ricerca, incluso quello sociale. L’apprendimento matematico si pone come uno degli ambiti epistemologici più fecondi di credenze strettamente collegate al rapporto apprendimentoinsegnamento: la complessità di questa disciplina (che non significa per forza “difficoltà”), il notevole carico cognitivo che richiede, la specificità della sua didattica, la valenza sociale del successo e dell’insuccesso sono solo alcuni motivi che alimentano un sistema metacognitivo generale delicatissimo che emerge in tutte le sue sfaccettature fin dai primi anni di scuola. La ricerca ha messo in risalto l’importanza di studiare le interazioni esistenti tra ‘idee metacognitive’ (legate, in particolare, alla sfera emotivo-motivazionale dell’individuo) e ‘processi di controllo’, per comprendere sempre meglio l’influenza che queste idee possono avere nel dirigere ed orientare i processi di controllo stessi. Come sostiene Schoenfeld (1992) all’alunno “non occorre conoscere tanta matematica se le sue credenze gli impediscono di usarla”2. In particolare perché il ragazzo sia davvero “motivato ad imparare” occorre che l’apprendimento aumenti la sua competenza e gli fornisca una sensazione piacevole di padronanza ed autostima. La positività delle emozioni relative all’apprendimento e le modalità efficaci di gestirlo sono strettamente legate anche alle attribuzioni utilizzate dall’alunno per giustificare il suo successo o insuccesso. Su un terreno simile, l’insegnante non può pensare di costruire un valido percorso di acquisizione delle conoscenze senza prima progettare attività che sostengano il ragazzo nel prendere consapevolezza degli elementi che orientano il suo apprendimento. Conoscere le teorie implicite o le credenze degli alunni, così come il loro stile attributivo, fornisce, infatti, una preziosa indicazione per predire il loro comportamento in situazioni di apprendimento e per individuare gli aspetti problematici delle varie discipline, tra cui la matematica. Non bisogna poi dimenticare che nell’approccio metacognitivo un passaggio obbligato è costituito dalla riflessione, da parte degli insegnanti, sulle proprie convinzioni, sui propri atteggiamenti e sul tipo di insegnamento strategico adottato. È importante sollecitare gli insegnanti affinché adottino pratiche di auto-riflessione, in vista della validazione o del cambiamento della loro professionalità. In tutto questo, anche il tanto temuto impiego di nuovi approcci didattici dovrà essere necessariamente oggetto di un’attenta riflessione, in quanto spesso a spingere in tale direzione sarà solo il semplice entusiasmo. Il rischio maggiore che si corre è che l’insegnante intraveda nell’uso di nuove modalità didattiche la possibilità di rendere più piacevole il “fare quotidiano”, senza però interrogarsi sulle ragioni profonde per cui una diversa metodologia dovrebbe trovare applicazione nel proprio contesto d’insegnamento. 2 Questo in un approccio metacognitivo non può aversi, dato che esso implica un utilizzo altamente intenzionale delle metodologie e degli strumenti che si decide di adottare, oltre ad una buona capacità di mediazione. Un contesto ben strutturato diverrà il luogo ideale per costruire convinzioni positive riguardo all’apprendimento che si riveleranno di supporto per lo sviluppo dell’autostima, permettendo allo studente di intraprendere sfide cognitive sempre più importanti, attraverso una gestione sempre migliore dell’ansia di prestazione. Se accettiamo l’idea di apprendimento come processo di ricerca di soluzioni rispetto ai problemi posti dalla conoscenza (compito che impegna tanto gli alunni, quanto gli insegnanti) non possiamo fare a meno di auspicare insegnanti che guidino verso saperi epistemologicamente fondati. Insegnanti che abbiano chiara la varietà prospettica con cui analizzare la conoscenza, la molteplicità delle piste percorribili e le modalità didattiche di realizzazione. Tenuto conto di questa serie di obiettivi, gli autori propongono agli insegnanti interessati a sviluppare una dimensione di controllo metacognitivo, l’ormai classico ma ancora attuale programma Matematica e Metacognizione di Cornoldi e collaboratori (1995) che tiene conto delle riflessioni proposte dalle scienze psicopedagogiche, attraverso l’utilizzo del questionario MM (Matematica e Metacognizione) nelle sue tre versioni rivolte a ciascun componente del contesto d’apprendimento: l’alunno, l’insegnante e il genitore. Il fine principale di questo strumento è quello di rilevare ed analizzare convinzioni ed atteggiamenti nei confronti dell’apprendimento della matematica, in vista di una reciproca comparazione. Il Questionario MM, proposto in allegato al volume ma in versione ridotta rispetto all’originale, è rivolto a ragazzi dell’ultimo biennio di scuola primaria e a quelli della scuola secondaria di I grado (ex “scuole medie”). Strutturato in due parti, di cui la prima promuove lo sviluppo della consapevolezza metacognitiva in matematica (vale a dire la riflessione personale sul proprio atteggiamento e sulle proprie credenze), mentre la seconda i processi sovraordinati di controllo, lo strumento prevede una serie di esercizi e problemi matematici di difficoltà gradualmente crescente, finalizzati a consapevolizzare e coscientizzare l’allievo rispetto alle richieste del compito, perché possa intervenire attivando specifiche funzioni mentali, utilizzando determinate strategie e controllandone la relativa efficacia. Se i punteggi ottenuti dal ragazzo risulteranno bassi in una o in entrambe le aree analizzate, si procederà ad ulteriori indagini che consentano di individuare l’area problematica. L’intero programma è uno strumento di lavoro che si è rivelato negli anni della sua applicazione molto utile, dal momento che fornisce importanti indicazioni per soggetti con specifiche difficoltà di ragionamento matematico. Nella versione per gli insegnanti, il Questionario MM ha la precisa finalità formativa di dar loro la possibilità di conoscere il proprio pensiero, di riflettere sulle proprie convinzioni e pratiche didattiche, rendendoli sempre più attenti nell’esplicitare i collegamenti tra convinzioni e straregie rispettivamente di chi insegna e di chi apprende, senza lasciare che collidano. Il pregio fondamentale del Questionario MM è, in sintesi, quello di porsi come strumento di analisi e riflessione approfondita dal valore squisitamente esplorativo. Questo consente ad alunni e insegnanti di fare una serie di osservazioni qualitative più che quantitative, senza stare a girare il dito nella piaga alla ricerca delle competenze mancanti. Nella scuola si avverte sempre più pressante l’esigenza di superare modalità riduzionistiche nell’affrontare la complessità e soprattutto la multifattorialità dell’apprendimento, andando ben oltre la semplice struttura della disciplina. In particolare, l’apprendimento autoregolato, quale sintesi delle capacità di autoanalisi e di auto-giudizio, consentirà al ragazzo di gestire consapevolmente i propri 3 processi di apprendimento, attraverso il controllo dei meccanismi che strutturano il pensiero. L’insegnante, dal canto suo, si porrà come mediatore e facilitatore di riflessioni, come guida nelle discussioni e nel proporre ulteriori strategie, ne ricercherà e condividerà la validità con i suoi allievi. La riflessione metacognitiva, nei fatti, è fortemente promossa dallo scambio, dalla discussione e dal confronto con l’altro, adulto o coetaneo che sia; in questo scambio il soggetto dovrà mantenere un ruolo attivo, in modo da giungere autonomamente alla risposta più adeguata, acquisendo al contempo abilità di autoregolazione. L’utilizzo delle modalità didattiche proposte in questo libro portano al superamento della centralità della didattica di tipo “frontale” che si mostra arricchita da nuove, ben più stimolanti forme di approccio didattico. Oggi all’insegnante è domandato di porsi come ricercatore e professionista sempre più esperto e consapevole, in grado di individuare attraverso la riflessione in azione (“reflection in action”) nel contesto in cui opera e in collaborazione coi propri allievi, pratiche professionali sempre più efficaci. Emerge pertanto la necessità di lavorare alla costruzione finalizzata di una condivisione del significato da attribuire alla matematica che si realizzi mediante l’esplicitazione delle idee, soprattutto di quelle più “scomode”, che si pongono come ostacolo alla realizzazione di apprendimenti significativi. Indice INTRODUZIONE Capitolo Capitolo Capitolo Capitolo 1. 2. 3. 4. Capitolo 5. Capitolo 6. Capitolo 7. Capitolo 8. Capitolo 9. Il significato e gli sviluppi della ricerca metacognitiva in matematica Linee guida dell’intervento metacognitivo L’agire metacognitivo nella didattica matematica. L’indagine iniziale Il Questionario Matematica e Metacognizione (MM) Versione per alunni L’intervento metacognitivo in classe: attività per gli alunni Il Questionario Matematica e Metacognizione (MM) Versione per insegnanti Interventi di formazione per gli insegnanti Il Questionario Matematica e Metacognizione (MM) Versione per genitori. Interventi di formazione per i genitori APPENDICE 1. Questionari di Matematica e Metacognizione APPENDICE 2. Attività per modificare le idee e l’atteggiamento dello studente nei confronti della matematica APPENDICE 3. Attività metacognitive per insegnanti APPENDICE 4. Attività metacognitive per genitori Autori Beatrice Caponi, psicologa dell’educazione e psicopedagogista, insegna nelle scuole elementari e da anni fa parte del Gruppo MT, per il quale svolge attività di ricerca nell'ambito della diagnosi e del trattamento dei disturbi dell'apprendimento, in particolare della metacognizione e dell’apprendimento della matematica. È 4 supervisore part-time nel Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria. È tutor di tirocinio indiretto dei laboratori di corsi abilitanti speciali. Grazia Falco, psicologa dell’educazione ed esperta di psicologia dei disturbi dell’apprendimento, da anni svolge attività di ricerca sui temi della metacognizione e dell’apprendimento della matematica. È tutor di tirocinio indiretto dei laboratori di corsi abilitanti speciali. Roberta Focchiatti, psicologa dell’educazione, insegna nelle scuole elementari. Specializzata nel Corso di perfezionamento in Psicopatologia dell'apprendimento, è professore a contratto di Abilità di Studio e Scrittura di Testi nel Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Padova. Cesare Cornoldi è professore ordinario di Psicologia dell’Apprendimento e della Memoria presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova, dove dirige anche il Master di II livello in Psicopatologia dell’Apprendimento. Da anni si occupa dello studio sperimentale dei processi mnestici e delle componenti cognitive, metacognitive e strategiche delle difficoltà di apprendimento. Aree di ricerca: apprendimento e memoria nell’uomo, aspetti cognitivi dei disturbi dell’apprendimento, memoria di lavoro, aspetti metacognitivi dell’apprendimento, disturbi cognitivi, immagini mentali. Daniela Lucangeli, psicologa e psicoterapeuta, è professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Padova. È membro tecnico dell’Osservatorio Nazionale sull’Infanzia. È autrice di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali. Principali aree di ricerca: psicologia dello sviluppo, dell’apprendimento e dell’educazione, con particolare riferimento all’apprendimento matematico. Bibliografia essenziale di Beatrice Caponi - Caponi, B., & Miato, L. (2007). L’insegnante mediatore. Imparare a Insegnare: l’importanza dell’approccio metacognitivo anche a scuola. Il docente come facilitatore di cambiamenti strutturali nell’alunno attraverso la mediazione tra gli stimoli ambientali e le strutture che apprende. Seminario di Studio “Educare il pensiero il metodo Feuerstein”. Dipartimento di Filosofia, Scienze umane e Scienze dell’educazione, Università di Chieti, 18 aprile 2007. - De Beni, R., Cornoldi, C., Caponi, B., & Gasparetto, R. (2003). Nuova guida alla comprensione del testo - Volume 2. Attività di avvio. Trento: Erickson. - Caponi, B., & Cornoldi, C. (1993). Memoria e metacognizione. Attività didattiche per imparare a ricordare. Trento: Centro Studi Erickson. - Caponi, B., & Cornoldi, C. (1993). Memoria e metacognizione. Attività didattiche per imparare a ricordare. Schede per l’alunno. Trento: Centro Studi Erickson. - Cornoldi, C., & Caponi, B. (1991). Memoria e metacognizione: attività didattiche per imparare a ricordare. Trento: Centro Studi Erickson. Bibliografia essenziale di Grazia Falco - Caponi, B., Falco, G., Focchiatti, R., Lucangeli, D., & Todeschini, M. (1997). In R. Vianello & C. Cornoldi, Metacognizione e sviluppo della personalità. Ricerche e proposte di intervento. Convinzioni, atteggiamenti e processi di controllo: un 5 questionario per indagare le modalità di apprendimento in matematica e la consapevolezza al riguardo. Edizioni Junior: Bergamo. - Lucangeli, D., Caponi, B., Falco, G., & Focchiatti, R. (1996). Matematica e Metacognizione. Quale relazione possibile? Psicologia e Scuola, 78, 21-27. - Cornoldi, C., Caponi, B., & Falco, G. (1995). Matematica e metacognizione: atteggiamenti metacognitivi e processi di controllo. Trento: Erickson. - Cornoldi, C., Lucangeli, F., Caponi, B., Falco, G., Focchiatti, R., & Todeschini, M. (1995). Matematica e Metacognizione. Trento: Erickson. Bibliografia essenziale di Roberta Focchiatti - Focchiatti, R. (Ed., 2003). Studiare all'Università. Percorsi operativi sul metodo di studio. Cleup: Padova. - Caponi, B., Falco, G., Focchiatti, R., Lucangeli, M., & Todeschini, M. (1997). Convinzioni, atteggiamenti e processi di controllo: un questionario per indagare le modalità di apprendimento in matematica. In R. 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Links http://www.funzioniobiettivo.it/glossadid/didattica_metacognitiva_zappaterra.pdf [A questo indirizzo è possibile scaricare un contributo in PDF dal titolo “Didattica metacognitiva per un apprendimento significativo”, originariamente pubblicato il 30 gennaio 2004 nel sito della FADIS- Federazione Associazioni di Docenti per l’Integrazione Scolastica (http://www.integrazionescolastica.it)]. http://www.pavonerisorse.to.it/meta/meta.htm [Da questo sito è possibile scaricare numerose risorse (unità tematiche ed interventi per aree) per diventare “insegnanti metacognitivi”, al motto di La persona educata è colui/colei che ha imparato ad imparare...]. 1 Cornoldi, C. (1995). Metacognizione e apprendimento. Bologna: Il Mulino. 2 Schoenfeld, A.H. (1992). Learning to think mathematically: problem solving, metacognition, and sense-making in mathematics. In D. Grouws (Ed.). Handbook for Research on Mathematics Teaching and Learning (pp. 334-370). New York: MacMillan. 7