Untitled - Teatro Gioco Vita

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COMUNE DI PIACENZA
TEATRO MUNICIPALE
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
in collaborazione con
con il sostegno di
ANNA
KARENINA
Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008
del Teatro Municipale di Piacenza
“InFormazione Teatrale” 2008
ANNA KARENINA
ANNA KARENINA. LETTERATURA - CINEMA - TEATRO
Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina”
A cura di Roberta Zanoli
Giovedì 3 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
PIERGIORGIO BELLOCCHIO e CLAUDIO LONGHI
Anna Karenina e le altre
Giovedì 10 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
MAURIZIO PORRO e CLAUDIO LONGHI
Anna Karenina tra pagina e schermo
Giovedì 17 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
FRANCO QUADRI e CLAUDIO LONGHI
Il ‘caso’ Anna Karenina: tragedia o dramma borghese?
ANNA KARENINA
Di Lev Nikolaevic Tolstoj
Regia di Eimuntas Nekrosius
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione,
Teatro Biondo Stabile di Palermo
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone
Martedì 29 aprile 2008, ore 20.30
Mercoledì 30 aprile 2008, ore 20.30
Teatro Municipale
1
a Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di
Piacenza si chiude con un grande evento teatrale: lo spettacolo Anna
Karenina del regista Eimuntas Nekrosius, coprodotto da Emilia
Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone.
Nekrosius, uno dei grandi maestri del teatro contemporaneo, porta a Piacenza
la sua lettura del romanzo di Tolstoj: una duplice sfida che non risiede solamente nell’affrontare un testo non teatrale ma anche nel lavorare con una
Compagnia italiana. Come accadde nel 2001 per Il Gabbiano, spettacolo che il
regista lituano affrontò accompagnato da giovanissimi attori italiani dell’École des Maîtres, e nel 2002 con l’Ivanov di Cechov sempre con un cast di attori
italiani ma più maturi, si rinnova la sfida del regista a collaborare con attori a
lui stranieri.
Abbiamo voluto creare intorno all’evento Anna Karenina un percorso di tre
incontri che ci condurranno alla visione dello spettacolo. Tre punti di vista corrispondenti ad altrettanti linguaggi per affrontare questo capolavoro di Tolstoj:
la letteratura, il cinema, il teatro. Ci guideranno in questo approfondimento il
saggista ed intellettuale piacentino Piergiorgio Bellocchio, il critico cinematografico Maurizio Porro e il critico teatrale Franco Quadri. Si confronteranno
con lo studioso di teatro Claudio Longhi, docente universitario e aiuto-regista di
Nekrosius in Anna Karenina. A tenere le fila di tutto, la curatrice del progetto
Roberta Zanoli, del Piccolo Teatro di Milano, esperta di discipline dello spettacolo e di educazione al teatro.
Il personaggio di Anna Karenina a confronto con le altre figure femminili della
letteratura fin de siècle, il rapporto tra pagina scritta e grande schermo nelle
principali trasposizioni cinematografiche del romanzo, le potenzialità teatrali
dell’opera di Tolstoj: questi i temi che saranno affrontati nelle tre serate.
Una “festa” per il nostro teatro, una preziosa occasione per il nostro pubblico,
sempre più attento e partecipe non solo agli spettacoli, ma anche alle proposte
di formazione e informazione sul teatro, per cogliere al meglio l’anima
dell’Anna Karenina di Nekrosius.
L
Diego Maj
Teatro Gioco Vita
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Anna Karenina
LETTERATURA-CINEMA-TEATRO
Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina”
umerosi saggi di critica si sono occupati dell’affascinante tema della
riscrittura o, per usare la definizione di Genette, di transmodalizzazione1, ossia del passaggio di un testo dal modo narrativo a quello drammatico o viceversa.
N
È indubbio che la letteratura è il modo che ha fornito maggiori spunti per tali
operazioni di riscrittura.
Ne è esempio il romanzo Anna Karenina che nel corso del tempo ha visto
nascere films, sceneggiati televisivi, adattamenti teatrali ad esso ispirati.
Con l’aiuto di preziose “guide” quali Piergiorgio Bellocchio, Maurizio Porro,
Franco Quadri e Claudio Longhi, cercheremo di cogliere le relazioni tra i diversi modi e di capire come le caratteristiche di ciascuno di essi influenzino e
modifichino le regole della narrazione.
Insieme cercheremo di comprendere come la riscrittura non possa prescindere
da una riflessione sulla forma, espressiva e narrativa, della comunicazione artistica” e costituisca elemento fondamentale per l’evoluzione delle forme stesse.2
A suggello di questo percorso l’Anna Karenina di Eimuntas Nekrosius, il cui
spettacolo può considerarsi, esso stesso, punto di approdo di una riflessione
straordinaria e personalissima sulla riscrittura.
Roberta Zanoli
1
2
G. Genette, Palinsesti, Einaudi 1997
E. Del Monaco, A. Panini, Ernst Lubitsch. L’arte della variazione nel cinema,
Ente dello Spettacolo Editore 1995
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Anna Karenina
LETTERATURA-CINEMA-TEATRO
Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina”
a cura di Roberta Zanoli
Giovedì 3 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
PIERGIORGIO BELLOCCHIO e CLAUDIO LONGHI
Anna Karenina e le altre
Figure femminili nella letteratura fin de siècle
Giovedì 10 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
MAURIZIO PORRO e CLAUDIO LONGHI
Anna Karenina tra pagina e schermo
Reveries cinematografiche a partire da un treno
Giovedì 17 aprile 2008, ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
FRANCO QUADRI e CLAUDIO LONGHI
Il ‘caso’ Anna Karenina: tragedia o dramma
borghese?
Potenzialità teatrali del romanzo di Lev Nikolaevic Tolstoj
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Anna Karenina
LETTERATURA-CINEMA-TEATRO
Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina”
Roberta Zanoli
Dopo un’esperienza come assistente alla regia nella Compagnia Glauco Mauri,
dall’inizio degli anni Novanta lavora al Piccolo Teatro di Milano nel settore
denominato Proposte Culturali, occupandosi dei progetti di formazione del
pubblico. In questo periodo, pur continuando le attività formative, affianca
Enrico D’Amato come coordinatrice didattica della Scuola di Teatro fondata da
Giorgio Strehler. Dal 1999 cura, in qualità di responsabile, gli aspetti progettuali ed operativi del Settore Proposte Culturali, realizzando attività di educazione
al teatro e formazione del pubblico, con particolare attenzione al segmento giovani e giovanissimi. Dal 2006/2007, forte dell’esperienza maturata negli anni
sui temi dell’educazione al teatro, diventa responsabile Sviluppo progetti educational del Piccolo Teatro e inizia ad occuparsi dei progetti legati alle
Università. Dalla Stagione 2007/2008 assume anche la segreteria di Direzione
Artistica.
Claudio Longhi
Allievo di Ezio Raimondi, Claudio Longhi è Professore Associato non confermato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università IUAV di Venezia. Nel 1996 ha
pubblicato l’edizione critica di Orlando furioso. Un travestimento ariostesco
di Edoardo Sanguineti e tra il 1997 e il 1998 ha curato i ‘libri’ di argomento
teatrale di Encyclomedia - Guida multimediale alla storia della civiltà
europea diretta da Umberto Eco. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui la silloge di traduzioni teatrali da lingue classiche di Edoardo Sanguineti Teatro
antico. Traduzioni e ricordi curata con Federico Condello (Rizzoli 2006).
Attualmente i suoi interessi sono rivolti all’approfondimento storico-critico del
lavoro del performer in età moderna e ad uno studio della drammaturgia
barocca italiana, teso a ricostruire uno spaccato della civiltà teatrale secentesca
in area veneta ed emiliana. Alla ricerca teorica, Longhi affianca l’impegno teatrale attivo: è stato assistente di Pier Luigi Pizzi e di Graham Vick e ha collaborato stabilmente con Luca Ronconi in qualità di assistente prima e regista assistente poi. A cominciare dal 1999 ha inoltre firmato in proprio la regia di spettacoli per il Teatro di Roma, il Teatro de Gli Incamminati, il Piccolo Teatro di
Milano, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Due di
Parma.
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Piergiorgio Bellocchio
Ha fondato nel 1962 la rivista “Quaderni piacentini” e l’ha diretta fino alla
chiusura, nel 1984. Narratore (I piacevoli servi, Mondadori 1966) e saggista
(Dalla parte del torto, Einaudi 1989; Eventualmente, Rizzoli 1993; L’astuzia
delle passioni, Rizzoli 1995), dal 1985 al 1993 ha pubblicato con Alfonso
Berardinelli la rivista “Diario”. Recentemente si è occupato di critica letteraria.
Piergiorgio Bellocchio è tornato in libreria dopo undici anni con Al di sotto
della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller 2007).
Maurizio Porro
Critico cinematografico del “Corriere della Sera”, Maurizio Porro collabora con
diverse riviste specializzate tra cui “Ciak” e affianca all’attività giornalistica
l’insegnamento all’Università Statale di Milano, dove è professore di Storia della
Critica dello spettacolo. Tra le sue numerose pubblicazioni, Il cinema vuol dire
(Garzanti 1979), La cineteca di Babele (Milano Libri 1981), Alida Valli
(Gremese 1996), Fine del primo tempo (Archinto 1999 1a edizione, 2005 2a edizione), Cento Chiodi, di Olmi (Motta 2007), Anteo, 25 anni dopo (Feltrinelli
2005), Il Melò (Electa, Accademia dell’Immagine 2008). Ha collaborato al
Dizionario dello spettacolo del 900 (Baldini e Castoldi 1998) e al Patalogo
(Ubulibri 2000, 2001, 2002), ha curato le voci della sezione Cinema
dell’Enciclopedia Treccani e il volume anni 70 Cinema e lacrime in Storia del
Cinema Italiano, a cura del Centro Sperimentale.
Franco Quadri
Saggista, traduttore e giornalista, è tra i maggiori critici teatrali contemporanei.
Direttore della casa editrice Ubulibri, da lui fondata nel 1971, scrive di teatro per
numerose riviste e per “la Repubblica”. È stato anche tra gli organizzatori del
Premio Europa per il Teatro collaborando con l’Unione dei Teatri d’Europa, ha
diretto la Biennale di Venezia e ha presieduto la giuria del Premio Riccione per
il Teatro. Nel 1979 ha creato il Patalogo, il più dettagliato annuario dello spettacolo in Italia. Ha curato numerosi volumi sul teatro e la danza tra cui Robert
Wilson Scenografie e installazioni e Robert Wilson o il teatro del tempo;
Heive Muller riscrivere il teatro; I Paraventi di Jean Genet e Pina Bausch o
il teatro danza.
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Martedì 29 aprile 2008, ore 20.30
Mercoledì 30 aprile 2008, ore 20.30
Teatro Municipale
ANNA KARENINA
di LEV NIKOLAEVIC TOLSTOJ
adattamento TAURAS CIZAS
Anna Arkàdjevna Karénina MASCIA MUSY
Alekséj Aleksàndrovic Karénin PAOLO MUSIO
Alekséj Vrònskij PAOLO MAZZARELLI
Stiva (Stepàn Arkàdjevic Oblònskij) ALESSANDRO LOMBARDO
Dolly (Dàrja Aleksàndrovna) VANESSA COMPAGNUCCI
Konstantìn Dmìtric Lévin PAOLO PIEROBON
Nikolàj Lévin NICOLA RUSSO
Principe Aleksàndr Scerbàtskij GILBERTO COLLA
Principessa Scerbàtskaja RENATA PALMINIELLO
Kitty (Katerina Aleksàndrovna Scerbàtskaja) CORINNE CASTELLI
Vàren’ka GAIA ZOPPI
Bàbuska e Vrònskaja ANNALISA AMODIO
Treno, Kornèj, Portinaio NICOLA CAVALLARI
Destino ALFONSO POSTIGLIONE
regia EIMUNTAS NEKROSIUS
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Stagione di Prosa
“Tre per Te” 2007/2008
del Teatro Municipale di Piacenza
scene MARIUS NEKROSIUS
costumi NADEZDA GULTIAJEVA
luci AUDRIUS JANKAUSKAS
musiche TAURAS CIZAS
suono MARCO OLIVIERI
assistenti alla regia TAURAS CIZAS, DARIA DEFLORIAN, CLAUDIO LONGHI
interprete BIRUTE ZINDZIUTE MICHELINI
costumista collaboratore GABRIELLA BATTISTINI
direttore tecnico MAURO BRECCIAROLI
direttore di palcoscenico DAVIDE BATTISTELLI
capo macchinista SIRO CHIUCHIU
attrezzista SILVIA MARTIN
capo elettricista ROBERT JOHN RESTEGHINI
elettricista DAVIDE PAGANO
aiuto elettricista MADDALENA MAJ
fonico ALBERTO GARZIANO
capo sarta DANIELA CAPPELLINI
amministrazione MARCELLA PICIERNO
scene costruite nel laboratorio di EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
scenografo realizzatore ALESSANDRA BONAN
aiuti scenografi SILVIA MARTIN, FRANCESCA PALTRINIERI
attrezzeria RANCATI - MILANO
progetto grafico FRANCESCO FORTI
foto di scena MARCO CASELLI NIRMAL
produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE
e TEATRO BIONDO STABILE DI PALERMO
in collaborazione con ALDO MIGUEL GROMPONE
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ANNA KARENINA
La trama del romanzo
àrja Aleksàndrovna (Dolly), avendo scoperto un tradimento del marito,
Stepàn Arkàdjevic Oblònskij (Stiva), vorrebbe lasciarlo. Stiva chiede
aiuto alla sorella, Anna Arkàdjevna Karénina, che grazie alla sua capacità di comprendere il dolore di Dolly riesce a riconciliarli.
Contemporaneamente è giunto a Mosca dalle sua proprietà in campagna
Konstantìn Dmìtric Lévin, che pur detestando la vita di società è tornato dopo
un’assenza di mesi per dichiarare il proprio amore a Katerina Aleksàndrovna
Scerbàtskaja (Kitty), sorella minore di Dolly.
I sentimenti della ragazza sono contraddittori: vuole bene a Lévin, che conosce
da quando era bambina, ma è affascinata da un altro corteggiatore, il conte
Alekséj Vrònskij.
I genitori di Kitty hanno evidentemente pareri opposti: il principe Scerbàtskij
approverebbe l’unione con Lévin, mentre la principessa ritiene che Vrònskij
sarebbe un partito migliore. Pur confusa, Kitty rifiuta la proposta di matrimonio di Lévin.
Al ballo in cui Kitty sperava che Vrònskij si dichiarasse, però, l’ufficiale si dimostra invece affascinato da Anna. Il loro primo incontro, avvenuto in stazione,
quando Anna è arrivata da Pietroburgo insieme alla madre di Vrònskij, la contessa Vrònskàja, è stato segnato dal destino tragico di un uomo schiacciato sulle
rotaie, ed è di nuovo su un treno, durante il viaggio di ritorno a Pietroburgo,
che Anna, già turbata dalle attenzioni dell’ufficiale, riceve la sua esplicita
dichiarazione d’amore.
Anna spera di ritrovare la tranquillità nella vita quotidiana con il marito
(Aleksèj Aleksàndrovic Karénin) e il figlio Serjòza, ma continua a incontrare
Vrònskij in società; la loro passione cresce, e diventa argomento di pettegolezzi.
Karénin cerca di parlarne con la moglie, ma lei reagisce chiudendosi in una
fredda ironia. È lei stessa invece a dichiarare, quasi contro la volontà del marito, il proprio amore per Vronskij dopo che la sua sensibilità è stata evidentemente scossa dalla caduta dell’ufficiale durante una corsa a cavallo.
Karénin in un primo momento le permette di mantenere il suo status rinunciando all’amante, ma Anna continua a vederlo e il marito se ne va, deciso a
ripudiarla. Mentre Lévin, tornato in campagna, cerca una nuova pace nel risveglio naturale della primavera e nel lavoro, Kitty si ammala. I genitori la portano in una località termale tedesca, dove guarisce scoprendo attraverso una
amica, Vàren’ka, come sia possibile superare la delusione e la vergogna grazie
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ANNA KARENINA
La trama del romanzo
in particolare a una più profonda vita spirituale.
Anna, che aspettava un bambino di Vronskij, rischia di morire per una febbre
puerperale. Trovandola pentita e in punto di morte, il marito perdona tutto e si
prende cura dei bambini mentre lei è malata, ma quando la moglie si riprende
i loro rapporti sembrano innaturali.
Benché Karénin le conceda il divorzio, Anna praticamente vi rinuncia e parte
per l’Italia con Vrònskij, sopravvissuto a un tentativo di suicidio, e la loro figlia
neonata, Anny. Dopo non molto, tuttavia, sente il bisogno di tornare, soprattutto per rivedere il figlio, seppur brevemente e di nascosto.
A Pietroburgo Anna è costretta a rendersi conto che non è più in alcun modo
ammessa in società e tale situazione, penosa sia per lei che per Vrònskij, la spinge a chiedere il divorzio, ma quando Stiva ne parla a Karénin lo trova poco
disponibile a causa delle sue nuove convinzioni religiose e infine riceve un
rifiuto dettato da uno strano chiaroveggente francese.
Tornata in patria, Kitty incontra di nuovo Lévin a casa di Stiva e Dolly; i due giovani riescono a chiarire i sentimenti che li legano e decidono di sposarsi. La felicità della loro nuova vita insieme è però presto turbata da un evento tragico:
Nikolàj, fratello di Lévin, è in punto di morte. Da tempo era malato di tisi, ma
lo stridente contrasto fra il suo carattere energico, la sua intelligenza pronta a
buttarsi da un estremo all’altro nella ricerca del significato della vita, e la sua
attuale debolezza fisica è impressionante. Tuttavia Lévin trova nella moglie un
nuovo conforto e una possibilità di reagire al tormento per l’agonia di Nikolàj.
La situazione di Anna e Vrònskij, ancora in attesa del divorzio, è sempre più
penosa: avendo sacrificato tutto per vivere con l’amato, Anna vorrebbe che
anche lui si dedicasse interamente al loro amore e ne è gelosa, mentre Vrònskij
sente sempre più acuta la mancanza della carriera militare e della vita attiva a
cui ha rinunciato.
Il loro rapporto si logora fra piccoli litigi e riconciliazioni mai complete, fino al
giorno in cui, avendo perso ogni speranza di felicità, Anna si suicida gettandosi fra le ruote di un treno.
Lévin vede susseguirsi al mistero della morte del fratello il mistero della nascita di un figlio, e pur nella frenetica attività che lo impegna sente il bisogno di
interrogarsi sul significato profondo della vita.
Giunge infine a una fede basata sulla necessità di compiere il bene insita nel
cuore dell’uomo.
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LEV NIKOLAEVIC TOLSTOJ
di Claudio Longhi
ev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) nacque in una famiglia aristocratica
benestante della campagna russa. Dopo gli studi universitari, incompiuti,
di lingue orientali e giurisprudenza, prestò il servizio militare nel Caucaso
e combatté in Crimea. A tali esperienze di guerra sono legati I cosacchi (1852)
e I racconti di Sebastopoli (1856), ma già nel 1852 aveva pubblicato il suo
primo romanzo, Infanzia, il cui carattere autobiografico sarà ripreso da
Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857).
In questa prima trilogia si manifesta esplicitamente la tendenza, che sarà una
costante della sua produzione, a sviscerare nelle opere letterarie la propria esperienza personale, non tanto nei suoi dati concreti (come in parte accade nei
quadri storico-sociali tracciati dal giovane ufficiale d’artiglieria) quanto nell’incessante rovello filosofico. Al centro dell’affresco storico-sociale dipinto dai
suoi due più celebri romanzi, Guerra e pace e Anna Karenina, si trova così il
personaggio di un giovane possidente terriero (Pierre Bezuchov nel primo caso,
Konstantìn Lévin nel secondo) che si interroga allo stesso tempo su come
migliorare le condizioni di vita dei contadini e sul significato della propria esistenza, cercando in sostanza, come lo stesso Tolstoj, di trovare un’unica risposta a entrambe le domande.
Ritornato definitivamente alla tenuta avita di Jasnaja Poljana dopo un viaggio
all’estero di sei mesi, infatti, Tolstoj affianca all’ormai continua attività letteraria lo studio delle condizioni dei contadini prima e dopo la liberazione (la servitù della gleba viene abolita in Russia nel 1861) e l’impegno pratico nella
gestione di una scuola per i figli dei suoi dipendenti. La sua fama di scrittore è
già notevole, ma è a questo periodo che appartengono i due capolavori, Guerra
e pace (1865-1869) e Anna Karenina (1875-1877).
Il primo nasce gradualmente da un’idea piuttosto distante: in seguito al rientro
dall’esilio dei cosiddetti decabristi, un gruppo di ufficiali che avevano cercato di
impadronirsi del potere alla morte di Alessandro I (1825), Tolstoj pensa di raccontare la vicenda di uno di loro, ma sente il bisogno di risalire agli episodi storici che lo hanno formato, passando dalla congiura alla campagna napoleonica del 1812, e arrivando infine a scrivere Il 1805, che diverrà poi la prima parte
di Guerra e pace.
Anche Anna Karenina vede la luce nel contesto di studi storiografici: Tolstoj
stava da tempo lavorando a un’opera sui tempi di Pietro il Grande (i cui abbozzi costituiranno poi Il vecchio e il nuovo), quando inaspettatamente abbando-
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na il progetto per dedicarsi a “un romanzo di vita privata e di epoca contemporanea”, come scrisse la moglie, Sonja Andreevna Bers, che dal matrimonio
(1862) è compagna fedele e presenza assidua anche nell’attività letteraria e più
generalmente pubblica dello scrittore. Il successo fra i lettori è enorme, ma la
critica dell’epoca tende a inserirlo in un filone “mondano” in cui lo trova naturalmente meno riuscito di opere più leggere. D’altra parte, se i due più famosi
romanzi di Tolstoj vengono spesso contrapposti come incentrati uno sulla sfera
della nazione e l’altro su quella della famiglia, in prospettiva appare evidente il
rilievo dedicato ai rapporti personali in Guerra e pace e al contesto storicosociale di Anna Karenina.
Parallelamente alla stesura dei romanzi acquisisce sempre maggior peso nella
vita dello scrittore la riflessione filosofica, con l’elaborazione di un pensiero originale, che nell’ottica di un cristianesimo aconfessionale e tendenzialmente
anarchico pone alla base di ogni questione, anche economico-sociale, l’impegno individuale in direzione del perfezionamento personale. Tale visione, che
predica la non-violenza e la rinuncia ai beni terreni, avrà molti seguaci, alcuni dei quali si riuniranno perfino in comunità esplicitamente ispirate ai suoi
principi, ma gli causerà anche la scomunica da parte della chiesa ortodossa e
degli attriti in famiglia, e sarà proprio in fuga dalla propria casa per meglio realizzare il suo ideale morale che Tolstoj cadrà malato e morirà.
Fra le opere più celebri di questo secondo periodo ricordiamo Resurrezione, il
terzo grande romanzo (1899), e testi più brevi, quali La morte di Ivan Il’ic
(1886) e La sonata a Kreuzer (1895). La Confessione (1879) presenta in
prima persona una fase critica della sua vita spirituale, quasi una variante,
esplicitamente destinata alla pubblicazione, dei diari che Tolstoj tenne costantemente fin dalla gioventù.
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ANNA KARENINA
di Lev Nikolaevic Tolstoj
regia di Eimuntas Nekrosius
di Claudio Longhi
Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è
infelice a suo modo»: sulle note severe di questo celeberrimo accordo
gnomico, uno dei più noti incipit della letteratura russa di tutti i tempi,
prende l’avvio la maestosa sinfonia narrativa di Anna Karenina (1875-1877),
opera capitale di Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) e classico inossidabile dell’intera letteratura europea moderna.
Riflettendo il composito universo poetico del suo autore, sempre in bilico tra
passione letteraria e slancio etico nutrito di una tormentata riflessione filosofica, spirituale, sociologica e politica, la Karenina sintetizza mirabilmente il
gusto per la scrittura di Tolstoj e la sua indomita tensione intellettuale. (...)
Calibrata scientemente, passaggio dopo passaggio, la trama della Karenina
procede implacabile, come il destino, fino a stritolare il personaggio di Anna.
«Donna di cuore», sensibile alle esigenze altrui e pronta a condividere i sentimenti del prossimo, dopo l’inopinato innamoramento per l’ufficiale Alekséj
Vrònskij, fulmine a ciel sereno che incenerisce in un lampo il suo tranquillo
equilibrio quotidiano di donna serenamente sposata all’alto funzionario
Karénin nonché di integerrima madre di famiglia, l’eroina eponima diventa
incapace di opporsi al corso inarrestabile degli eventi e il suicidio arriva così
fatale, a puntuale coronamento di una lucidissima ‘cronaca’ di morte annunciata. Ma se il plot della Karenina ha l’astratto rigore di una dissertazione etica
che non ammette eccezioni, dipanandosi in scrittura il racconto di Tolstoj,
come attraverso un prisma, si scompone in un complesso e suggestivo coro polifonico di voci e l’algoritmo filosofico viene spazzato via dall’onda di un’incontenibile piena narrativa. (...)
Dalla ricchissima miniera diegetica del romanzo tolstojano nasce l’omonimo
spettacolo teatrale diretto da Eimuntas Nekrosius per Emilia Romagna Teatro
in coproduzione con Teatro Biondo Stabile di Palermo: la nuova avventura teatrale che vede il regista di Vilnius confrontarsi (dopo l’Ivanov - Roma, Teatro
Argentina, 11 marzo 2002) con un classico russo affidato ad interpreti italiani.
Primo incontro con la grande letteratura, consumato a quattordici anni quasi
con vergogna (sull’opera di Tolstoj grava da sempre, in effetti, il peso della condanna della Chiesa russo-ortodossa), Anna Karenina - riletta alla luce dei
Diari dell’autore, così come di altre sue opere affini da La storia di un cavallo alla Morte di Ivan Il’ic - è tradotta da Nekrosius in uno spettacolo di attori,
prima ancor che di regia, tutto teso, in linea con la più schietta vocazione este-
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tica del grande maestro lituano, all’esplorazione del profondo a dispetto di ogni
facile fuga nella teatralità illustrativa. Epicentro del grande sisma drammaturgico l’incontenibile forza della lettura: una lettura contagiosa, che si trasmette
per conttatto agli altri, una lettura al limite del vizio, una lettura di incontenibile urgenza e necessità.
Ricondotto alla misura del palcoscenico, il romanzo di Tolstoj si sdoppia metaforicamente in un evento teatrale, scandito in tre ampie campate narrative,
tutto basato sulla psicologia e sull’interiorità. Naturalmente l’estrema concentrazione diegetica non arriva mai, però, a sclerotizzarsi in una scelta minimalista: concertati in una complessa partitura drammaturgica, che concede ampio
spazio agli inimitabili scorci narrativi tolstojani fedelmente trascritti nel copione, nella messa in scena di Nekrosius i temi principali della Karenina (il destino, l’amore, la ricerca della felicità, il dolore, il lavoro, l’inesorabile trascorrere
del tempo, la morte...) si intrecciano infatti ai temi secondari e vengono interrogati in tutte le loro implicazioni e sviluppi ed inseguiti fin nei loro più remoti echi, senza cedere neppure davanti alla paura (o alla tentazione) della caduta nel misticismo. In un sofisticato contrappunto teatrale le ‘scene’ più celebri
del romanzo (il ballo, il viaggio in treno, le corse, la serata a teatro, la morte di
Nikolàj, il suicidio di Anna...), alternandosi ai passi meno noti, vengono componendosi in un cangiante collage drammaturgico ‘in costume’ in cui la ricerca dell’ordine e il nitore cedono volentieri il passo al calore e alla semplicità
della giovinezza, l’età dorata in cui tutto sembra facile.
Questo spettacolo delicato, fatto tutto di dettagli, di struggente evocazione di
atmosfere (a partire dallo spirito della casa così caro a Tolstoj), ritmato sul pulsare degli sguardi e sull’intreccio delle mani, modulato sulla ricerca dei timbri
di voce (nella memoria quella così strana dell’autore, affidata alla posterità
dalla malcerta traccia di una pionieristica incisione), pervaso di luce e calore,
ma anche ossessionato dal ferro e dal sangue, senza mai diventare crudele,
incentrato sul destino incarnato in drammatica prosopopea, danzato sul tempo
lungo e sospeso dell’attesa, diventa per Nekrosius anche l’occasione di riflettere
su cosa significhi essere russi, stando lontano dalla Russia, cercando un’identità culturale nell’incrocio tra culture.
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EIMUNTAS NEKROSIUS
imuntas Nekrosius nasce nel 1952. Si diploma al Lunacharski Institute of
Theatre Art di Mosca (1978). Dal 1978 al 1979 lavora allo State Youth
Theatre a Vilnius, e dal 1979 al 1980 al Kaunas Drama Theatre. Dal 1980
riprende a lavorare allo State Youth Theatre di Vilnius, dove produce i seguenti
spettacoli: La piazza di Yeliseyeva (1981), Amore e morte a Verona di
Antanèlis e Geda (1982), Pirosmani, Pirosmani, Un giorno più lungo di
cento anni di Aitmatov (1983), Zio Vanja di Cechov (1986) e Il naso di Gogol
(1991). Tutte le produzioni di Nekrosius sono state premiate da vari festival teatrali in Lituania e nei Paesi Baltici. Hanno partecipato con successo a molti
festival internazionali di teatro, mentre Nekrosius ha vinto numerosi premi
ufficiali nel campo artistico.
Tra il 1991 e il 1997 Nekrosius lavora come regista residente al Lithuanian
International Theatre Festival LIFE. I suoi spettacoli prodotti dal LIFE Festival
includono Mozart e Salieri. Don Giovanni. Il plagio di Puskin (1994), Tre
sorelle di Cechov (1995) e Amore e morte a Verona (1996).
Tutti hanno partecipato a molti festival internazionali di teatro. Nel 1994
Nekrosius riceve un premio speciale dal Lithuanian Theatre Union come
Regista dell’Anno, e un premio dal Baltic Assembly per Mozart e Salieri. Don
Giovanni. Il plagio come miglior spettacolo teatrale nei Paesi Baltici. Nello
stesso anno l’Unione Teatri Europei e la Commissione delle Arti di Taormina
(Italia) assegna a Eimuntas Nekrosius il premio come nuova realtà teatrale
europea emergente.
Nel 1997 Nekrosius crea una delle sue produzioni di maggior successo, Amleto
di Shakespeare che fu rappresentato in tutti i principali festival teatrali europei
ricevendo numerosi riconoscimenti. Nel 1998 il regista viene insignito del titolo di Gran Duca Gediminas 3rd Class, e nello stesso anno riceve il National
Award di Lituania.
Sin dal 1998 Nekrosius ha lavorato come direttore artistico del teatro studio
Meno Fortas, fondato nello stesso anno. Nel 1999 produce Macbeth di
Shakespeare. Nello stesso anno questa produzione riceve il premio Golden Mask
dai critici di teatro russi.
Nel 2001 Nekrosius produce Otello di Shakespeare, il cui debutto ebbe luogo il
2 marzo 2001 a Venezia. Otello riceve un premio come miglior spettacolo al
Sarajevo Mess Festival nel 2001, e Eimuntas Nekrosius riceve il premio come
miglior regista del Festival.
E
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EIMUNTAS NEKROSIUS
Nel 2001 il regista riceve a Mosca il prestigioso premio internazionale K.S.
Stanislavskij.
Nel novembre 2002 produce l’opera di Verdi Macbeth al Teatro Comunale di
Firenze.
Il 7 marzo del 2003 il debutto dello spettacolo in due parti, Le stagioni. Gioie
della Primavera/Ricchezza d’Autunno, basato sul poema epico dello scrittore classico lituano Kristijonas Donelaitis, ebbe luogo al National Drama Theatre
di Vilnius. Nello stesso anno Nekrosius riceve il premio annuale del Ministro
della Cultura lituano come Regista dell’Anno (per Le Stagioni), e il premio
Golden Mask del festival internazionale teatrale russo come Migliore
Produzione teatrale estera.
Da maggio a luglio 2003 Nekrosius produce Il giardino dei ciliegi di Anton
Cechov con attori russi. Il debutto di questa produzione ebbe luogo a Mosca nel
luglio del 2003 e fu accolto dalla critica teatrale russa come la produzione più
memorabile ed eccezionale di questo testo nell’ultima decade.
Uno dei più poetici lavori compiuto nel 2004 è uno spettacolo basato sul Vecchio
Testamento Cantico dei cantici prodotto da Meno Fortas. Con questa produzione Nekrosius prosegue la sua ricerca di nuove forme di espressione teatrale,
basate sull’emozione e l’espressione visiva. La produzione fu accolta positivamente dal pubblico italiano, russo e lituano.
L’anno 2005 è dedicato al lavoro di due produzioni liriche I bambini di
Rosenthal di Desiatnikov, allestito al teatro Bolshoy di Mosca e Boris Godunov
prodotto dal Teatro Comunale di Firenze.
Le ultime creazioni di Nekrosius sono: uno spettacolo basato su Faust di Goethe
realizzato da Meno Fortas (2006) e Le valchirie di Richard Wagner allestito al
Lithuanian National Opera and Ballet Theatre nel 2007.
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Sinossi
ANNA KARENINA
ATTO I
Scena 1 - UNA LITE FAMILIARE
Mosca, in casa degli Oblònskije. Sono da poco passate le feste natalizie. Dolly e
Stiva stanno discutendo: Dolly ha appena scoperto che il marito l’ha tradita con
la governante francese. Stiva annuncia l’imminente arrivo della sorella Anna,
da Pietroburgo, possibile portatrice di pace.
Scena 2 - LA PISTA DI PATTINAGGIO
Mosca. Alla presenza dei principi Scerbàtskije, genitori di Kitty, Kostantìn Lévin,
chiede la mano della fanciulla. Kitty, innamorata del conte Vrònskij, pur
apprezzando le qualità di Kòstja, rifiuta la proposta.
Scena 3 - LA STAZIONE
Mosca. Appena scesa dal treno, Anna Karénina incontra per la prima volta il
conte Vrònskij, con la cui madre ha viaggiato da Pietroburgo: tra i due scatta
immediatamente una forte attrazione. Il destino fa sì che in quello stesso
momento uno sconosciuto muoia travolto da un treno. Stiva conduce a casa la
sorella.
Scena 4 - IN CASA DEGLI OBLONSKIJE
Mosca. Su richiesta di Stiva, Anna cerca di convincere la cognata a perdonare il
tradimento del marito. Dolly dapprima oppone resistenza, ma poi sembra cedere.
Scena 5 - IL BALLO
Mosca. Durante un ballo, alla presenza di tutta la buona società moscovita,
Kitty, convinta che Vrònskij avrebbe approfittato di quella occasione per dichiararsi a lei, assiste sgomenta all’accendersi della passione tra Anna e il conte.
Terminata la festa, Kitty, spinta dalla sorella Dolly, le confessa i tormenti del suo
cuore.
Scena 6 - GLI ADDII
Stazione di Mosca. In procinto di ripartire per Pietroburgo, Anna prende congedo dal fratello e dalla cognata. Nonostante il successo della sua missione di
riconciliazione, Anna appare evidentemente turbata.
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Scena 7 - LA TORMENTA
In treno, in viaggio per Pietroburgo, mentre nella notte imperversa una tormenta di neve, Anna reincontra Vrònskij. Il conte si confessa: “Lo sapete sono
in viaggio per essere là dove siete voi …” A Pietroburgo Anna ritrova il marito
Karénin ad attenderla; per la donna tutto sembra tornare alla normalità: la vita
quotidiana, l’amato figlio Serjòza… ma ormai il conte Vrònskij è entrato nel
suo animo.
ATTO II
Scena 8 - UNA VISITA AL FRATELLO NIKOLAJ
Mosca. Rompendo l’isolamento in cui si è rinchiuso dopo il rifiuto di Kitty,
Lévin si reca a trovare il fratello Nikolàj. Il giovane, ossessionato dagli spiriti
rivoluzionari del tempo, è molto malato. L’incontro si consuma tra dibattito
ideologico e ripiegamenti sul “privato”.
Scena 9 - IL CORTEGGIAMENTO
Pietroburgo. Anna e Vrònskij, avendo conquistato un momento di intimità,
danno avvio alle loro schermaglie d’amore. Tra i due la ritrosia cede ben presto
il passo al desiderio di rivedersi.
Scena 10 - CASA KARÉNIN
Pietroburgo. Karénin comincia ad essere roso dai primi dubbi sulla fedeltà della
moglie. Le richieste di chiarimento indirizzate ad Anna non hanno risposta: la
donna si trincera dietro una eloquente evasività.
Scena 11 - LA PASSIONE
Pietroburgo. In capo a un anno tutte le resistenze, tutti gli scrupoli sociali e
d’onore sono dimenticati: Anna e Vrònskij si abbandonano alla loro travolgente passione d’amore. L’appagamento del desiderio non significa però felicità.
Scena 12 - LA CONVALESCENZA DI KITTY
Mosca, a casa degli Scerbàtskije. Tramontato il suo sogno d’amore con Vrònskij,
Kitty è caduta preda della malattia. Accudita dai genitori, la giovane trova nel
confronto gioioso con l’amica Vàren’ka, la via per superare il senso di vergogna
generato dall’esser stata disdegnata dall’uomo amato.
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Scena 13 - UNA RIVELAZIONE IMPROVVISA
Peterhof. Durante una visita di Vrònskij, Anna rivela all’amante di aspettare un
figlio da lui. L’impetuoso ufficiale insiste perché la loro storia d’amore esca
dalla clandestinità. Anna sembra essere incerta.
Scena 14 - LA CORSA DEI CAVALLI
Nei dintorni di Peterhof. Durante una competizione equestre, Vrònskij ha un
incidente e cade da cavallo. Il violento trasalimento di Anna, a dispetto della
presenza del marito, tradisce agli occhi del mondo il legame tra il conte e la
Karénina.
Scena 15 - LE LETTERE
Pietroburgo. Casa Karénin. Alekséj scrive alla moglie per ingiungerle di ritornare in città e salvare almeno le apparenze. La risposta di Anna non lascia spazio
agli equivoci: “Parto e prendo con me mio figlio”.
Scena 16 - IL SOGNO
Pietroburgo. Per un’oscura trama del destino, Anna e Vrònskij sognano un
medesimo sogno inquietante. In un crescendo di esasperazione ed angoscia,
complice la dipendenza della Karénina dalla morfina (unico ristoro trovato
dalla donna ai suoi sensi di colpa e alla sua gelosia per l’amante), l’episodio
assume i funesti connotati di un presagio di morte. Sconvolto dall’evidenza del
tradimento, Karénin incalza violentemente la moglie perché tronchi la sua
relazione adulterina.
Scena 17 - IL FIDANZAMENTO DI LÉVIN
Mosca. Casa degli Oblònskije. Liberatasi definitivamente dalla passione per
Vrònskij, Kitty reincontra Lévin che non ha mai cessato di amarla. La giovane
decide di promettersi in sposa a lui.
Scena 18 - IL MATRIMONIO CON KITTY
Mosca. Vinte le ultime esitazioni di Lèvin, Kitty e Kostja si sposano, stretti dal
caldo abbraccio della famiglia.
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Scena 19 - IL PARTO DI ANNA
Pietroburgo. Al termine di una gravidanza tormentata, Anna dà alla luce una
bambina. Le condizioni di salute della Karénina paiono disperate: al suo capezzale accorrono Vrònskij e il marito. Consumata dal delirio, Anna sembra riavvicinarsi a Karénin. Vrònskij umiliato, e solo in quel momento pienamente
consapevole della profondità del suo amore per Anna, tenta il suicidio.
ATTO III
Scena 20 - LA MORTE DI NIKOLAJ
In provincia. Mentre Lévin e Kitty trascorrono felicemente le loro prime settimane di vita in comune, arriva la notizia dell’aggravarsi delle condizioni di salute del fratello di Kostja, Nikolàj. I novelli sposi si recano a vegliare il trapasso. Il
duro confronto con la realtà incomprensibile della morte rinsalda il legame tra
i due: di ritorno a casa, Kitty scopre di essere incinta.
Scena 21 - A TEATRO
Pietroburgo. Anna e Vrònskij, ormai conviventi, continuano i loro giochi
d’amore, ma il peso del giudizio della società si fa sempre più schiacciante.
Vrònskij tenta inutilmente di dissuadere l’amante dall’andare a teatro, esponendosi alle chiacchiere del bel mondo.
Come previsto dal giovane ufficiale, durante la rappresentazione cui ha voluto
recarsi, Anna viene esposta al pubblico dileggio. Sconvolta dall’umiliazione
subita, la Karénina affronta l’amante: “Io odio la tua calma. Tu non dovevi
ridurmi a questo!”
Scena 22 - L’IPOTESI DEL DIVORZIO
Pietroburgo. Allo scopo di aiutare la sorella, Stiva si reca a Pietroburgo. Durante
un incontro con Karénin egli fa pressioni sul cognato perché conceda ad Anna
il divorzio.
Scena 23 - IL DISSIDIO
In campagna. La gelosia di Anna si fa sempre più asfissiante. Vrònskij sembra
ormai non tollerare più le nevrosi dell’amante.
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Scena 24 - L’INCONTRO TRA LÉVIN E ANNA
Mosca. Stiva convince l’amico Lévin a incontrare la sorella. Pur se per un solo
istante, Kostja rimane conquistato dal fascino della Karénina e dalla sua figura pietosa.
Scena 25 - IL PARTO DI KITTY
Mosca. Saputo dell’incontro del marito con la Karénina, Kitty ha un violento
attacco di gelosia che ne accelera il travaglio. Dopo ventidue ore di sofferenze,
la fanciulla dà alla luce un maschietto. L’intera famiglia esulta.
Scena 26 - L’ABBANDONO
Mosca. Le gelosie, i rimorsi, le ossessioni e la dipendenza dalla morfina, rendono sempre più insostenibile la convivenza tra Anna e Vrònskij. Dopo l’ennesima
lite, e l’ennesimo amplesso, il giovane ufficiale saluta malamente la Karénina.
Scena 27 - LA DISPERAZIONE
Mosca. Anna, sempre più trepidante e confusa, confida nel ritorno di Vrònskij.
Il prolungato silenzio dell’amante la sconvolge.
Scena 28 - L’ULTIMO CONGEDO
Per vincere la propria angoscia, Anna cerca il conforto della cognata. A casa
degli Oblònskije, insieme a Dolly, la Karénina incontra Kitty, un tempo innamorata di Vrònskij: il ricordo dell’amante si è trasformato per Anna in una persecuzione ineludibile.
Scena 29 - IL TRENO
Stazione di Mosca. Ormai Anna non vede più vie di fuga alla propria disperazione. Il destino incalza. La Karénina si ritrova alla stazione ferroviaria dove
tutto ha avuto inizio. Correndo lungo i binari Anna incontra il treno…
“Signore, perdonami tutto!”
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INFORMAZIONI
Anna Karenina. Letteratura - Cinema - Teatro
3, 10 e 17 aprile 2008, ore 21 - Teatro Comunale Filodrammatici
(“InFormazione Teatrale” 2008)
Ingresso libero
Anna Karenina
Di Lev Nikolaevic Tolstoj - Regia di Eimuntas Nekrosius
Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di
Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone
29 e 30 aprile, ore 20.30 - Teatro Municipale
(Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di Piacenza)
Biglietti
Platea
Posto/palco
Ingresso palchi/galleria
Galleria numerata
Loggione numerato
Ingresso loggione
Studenti
Last minute
euro 27 (intero) e 23 (ridotto)
euro 25 (intero) e 21 (ridotto)
euro 15 (intero) e 13 (ridotto)
euro 20 (intero) e 18 (ridotto)
euro 12 (intero) e 10 (ridotto)
euro 7
euro 12 (posto unico in galleria)
Platea e posto/palco euro 15,
Galleria euro 11, Loggione euro 4
(a tutti i possessori della carta “Dinamo Club” Teatro Gioco Vita applicherà la riduzione sul prezzo dei biglietti)
Biglietteria
TEATRO GIOCO VITA, Via San Siro 9, Piacenza - Telefono 0523.315578
Orari di apertura: dal martedì al venerdì ore 15-18; il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona unicamente nella sede della rappresentazione a partire dalle ore 19 (Teatro
Municipale, via Verdi 41, tel. 0523.492251).
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
Via San Siro 9 - 29100 Piacenza
Telefono 0523.315578 (biglietteria) - 0523.332613 (uffici) - Fax 0523.338428
E-mail [email protected]; [email protected]
Teatro Municipale, Via Verdi 41 - 29100 Piacenza
Teatro Comunale Filodrammatici, Via Santa Franca 33 - 29100 Piacenza
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TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Direttore artistico
Diego Maj
Progetto grafico e realizzazione
Matteo Maria Maj - Mcube
A cura di
Simona Rossi
Ha collaborato
Emma Chiara Perotti
Testi di
Diego Maj, Roberta Zanoli, Claudio Longhi
Fotografie dello spettacolo Anna Karenina
Marco Caselli Nirmal
Stampa
Tipolito Farnese
Si ringrazia
Emilia Romagna Teatro Fondazione
per l’utilizzo dei testi del programma di sala
e delle fotografie dello spettacolo
In copertina, immagine di scena dello spettacolo Anna Karenina
(foto Marco Caselli Nirmal)
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