COMUNE DI PIACENZA TEATRO MUNICIPALE TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione in collaborazione con con il sostegno di ANNA KARENINA Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di Piacenza “InFormazione Teatrale” 2008 ANNA KARENINA ANNA KARENINA. LETTERATURA - CINEMA - TEATRO Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina” A cura di Roberta Zanoli Giovedì 3 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici PIERGIORGIO BELLOCCHIO e CLAUDIO LONGHI Anna Karenina e le altre Giovedì 10 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici MAURIZIO PORRO e CLAUDIO LONGHI Anna Karenina tra pagina e schermo Giovedì 17 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici FRANCO QUADRI e CLAUDIO LONGHI Il ‘caso’ Anna Karenina: tragedia o dramma borghese? ANNA KARENINA Di Lev Nikolaevic Tolstoj Regia di Eimuntas Nekrosius Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone Martedì 29 aprile 2008, ore 20.30 Mercoledì 30 aprile 2008, ore 20.30 Teatro Municipale 1 a Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di Piacenza si chiude con un grande evento teatrale: lo spettacolo Anna Karenina del regista Eimuntas Nekrosius, coprodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone. Nekrosius, uno dei grandi maestri del teatro contemporaneo, porta a Piacenza la sua lettura del romanzo di Tolstoj: una duplice sfida che non risiede solamente nell’affrontare un testo non teatrale ma anche nel lavorare con una Compagnia italiana. Come accadde nel 2001 per Il Gabbiano, spettacolo che il regista lituano affrontò accompagnato da giovanissimi attori italiani dell’École des Maîtres, e nel 2002 con l’Ivanov di Cechov sempre con un cast di attori italiani ma più maturi, si rinnova la sfida del regista a collaborare con attori a lui stranieri. Abbiamo voluto creare intorno all’evento Anna Karenina un percorso di tre incontri che ci condurranno alla visione dello spettacolo. Tre punti di vista corrispondenti ad altrettanti linguaggi per affrontare questo capolavoro di Tolstoj: la letteratura, il cinema, il teatro. Ci guideranno in questo approfondimento il saggista ed intellettuale piacentino Piergiorgio Bellocchio, il critico cinematografico Maurizio Porro e il critico teatrale Franco Quadri. Si confronteranno con lo studioso di teatro Claudio Longhi, docente universitario e aiuto-regista di Nekrosius in Anna Karenina. A tenere le fila di tutto, la curatrice del progetto Roberta Zanoli, del Piccolo Teatro di Milano, esperta di discipline dello spettacolo e di educazione al teatro. Il personaggio di Anna Karenina a confronto con le altre figure femminili della letteratura fin de siècle, il rapporto tra pagina scritta e grande schermo nelle principali trasposizioni cinematografiche del romanzo, le potenzialità teatrali dell’opera di Tolstoj: questi i temi che saranno affrontati nelle tre serate. Una “festa” per il nostro teatro, una preziosa occasione per il nostro pubblico, sempre più attento e partecipe non solo agli spettacoli, ma anche alle proposte di formazione e informazione sul teatro, per cogliere al meglio l’anima dell’Anna Karenina di Nekrosius. L Diego Maj Teatro Gioco Vita 2 Anna Karenina LETTERATURA-CINEMA-TEATRO Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina” umerosi saggi di critica si sono occupati dell’affascinante tema della riscrittura o, per usare la definizione di Genette, di transmodalizzazione1, ossia del passaggio di un testo dal modo narrativo a quello drammatico o viceversa. N È indubbio che la letteratura è il modo che ha fornito maggiori spunti per tali operazioni di riscrittura. Ne è esempio il romanzo Anna Karenina che nel corso del tempo ha visto nascere films, sceneggiati televisivi, adattamenti teatrali ad esso ispirati. Con l’aiuto di preziose “guide” quali Piergiorgio Bellocchio, Maurizio Porro, Franco Quadri e Claudio Longhi, cercheremo di cogliere le relazioni tra i diversi modi e di capire come le caratteristiche di ciascuno di essi influenzino e modifichino le regole della narrazione. Insieme cercheremo di comprendere come la riscrittura non possa prescindere da una riflessione sulla forma, espressiva e narrativa, della comunicazione artistica” e costituisca elemento fondamentale per l’evoluzione delle forme stesse.2 A suggello di questo percorso l’Anna Karenina di Eimuntas Nekrosius, il cui spettacolo può considerarsi, esso stesso, punto di approdo di una riflessione straordinaria e personalissima sulla riscrittura. Roberta Zanoli 1 2 G. Genette, Palinsesti, Einaudi 1997 E. Del Monaco, A. Panini, Ernst Lubitsch. L’arte della variazione nel cinema, Ente dello Spettacolo Editore 1995 5 Anna Karenina LETTERATURA-CINEMA-TEATRO Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina” a cura di Roberta Zanoli Giovedì 3 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici PIERGIORGIO BELLOCCHIO e CLAUDIO LONGHI Anna Karenina e le altre Figure femminili nella letteratura fin de siècle Giovedì 10 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici MAURIZIO PORRO e CLAUDIO LONGHI Anna Karenina tra pagina e schermo Reveries cinematografiche a partire da un treno Giovedì 17 aprile 2008, ore 21 Teatro Comunale Filodrammatici FRANCO QUADRI e CLAUDIO LONGHI Il ‘caso’ Anna Karenina: tragedia o dramma borghese? Potenzialità teatrali del romanzo di Lev Nikolaevic Tolstoj 7 Anna Karenina LETTERATURA-CINEMA-TEATRO Incontri e conferenze intorno ad “Anna Karenina” Roberta Zanoli Dopo un’esperienza come assistente alla regia nella Compagnia Glauco Mauri, dall’inizio degli anni Novanta lavora al Piccolo Teatro di Milano nel settore denominato Proposte Culturali, occupandosi dei progetti di formazione del pubblico. In questo periodo, pur continuando le attività formative, affianca Enrico D’Amato come coordinatrice didattica della Scuola di Teatro fondata da Giorgio Strehler. Dal 1999 cura, in qualità di responsabile, gli aspetti progettuali ed operativi del Settore Proposte Culturali, realizzando attività di educazione al teatro e formazione del pubblico, con particolare attenzione al segmento giovani e giovanissimi. Dal 2006/2007, forte dell’esperienza maturata negli anni sui temi dell’educazione al teatro, diventa responsabile Sviluppo progetti educational del Piccolo Teatro e inizia ad occuparsi dei progetti legati alle Università. Dalla Stagione 2007/2008 assume anche la segreteria di Direzione Artistica. Claudio Longhi Allievo di Ezio Raimondi, Claudio Longhi è Professore Associato non confermato in Discipline dello Spettacolo presso l’Università IUAV di Venezia. Nel 1996 ha pubblicato l’edizione critica di Orlando furioso. Un travestimento ariostesco di Edoardo Sanguineti e tra il 1997 e il 1998 ha curato i ‘libri’ di argomento teatrale di Encyclomedia - Guida multimediale alla storia della civiltà europea diretta da Umberto Eco. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui la silloge di traduzioni teatrali da lingue classiche di Edoardo Sanguineti Teatro antico. Traduzioni e ricordi curata con Federico Condello (Rizzoli 2006). Attualmente i suoi interessi sono rivolti all’approfondimento storico-critico del lavoro del performer in età moderna e ad uno studio della drammaturgia barocca italiana, teso a ricostruire uno spaccato della civiltà teatrale secentesca in area veneta ed emiliana. Alla ricerca teorica, Longhi affianca l’impegno teatrale attivo: è stato assistente di Pier Luigi Pizzi e di Graham Vick e ha collaborato stabilmente con Luca Ronconi in qualità di assistente prima e regista assistente poi. A cominciare dal 1999 ha inoltre firmato in proprio la regia di spettacoli per il Teatro di Roma, il Teatro de Gli Incamminati, il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Stabile di Torino, il Teatro Stabile del Veneto e il Teatro Due di Parma. 8 Piergiorgio Bellocchio Ha fondato nel 1962 la rivista “Quaderni piacentini” e l’ha diretta fino alla chiusura, nel 1984. Narratore (I piacevoli servi, Mondadori 1966) e saggista (Dalla parte del torto, Einaudi 1989; Eventualmente, Rizzoli 1993; L’astuzia delle passioni, Rizzoli 1995), dal 1985 al 1993 ha pubblicato con Alfonso Berardinelli la rivista “Diario”. Recentemente si è occupato di critica letteraria. Piergiorgio Bellocchio è tornato in libreria dopo undici anni con Al di sotto della mischia. Satire e saggi (Libri Scheiwiller 2007). Maurizio Porro Critico cinematografico del “Corriere della Sera”, Maurizio Porro collabora con diverse riviste specializzate tra cui “Ciak” e affianca all’attività giornalistica l’insegnamento all’Università Statale di Milano, dove è professore di Storia della Critica dello spettacolo. Tra le sue numerose pubblicazioni, Il cinema vuol dire (Garzanti 1979), La cineteca di Babele (Milano Libri 1981), Alida Valli (Gremese 1996), Fine del primo tempo (Archinto 1999 1a edizione, 2005 2a edizione), Cento Chiodi, di Olmi (Motta 2007), Anteo, 25 anni dopo (Feltrinelli 2005), Il Melò (Electa, Accademia dell’Immagine 2008). Ha collaborato al Dizionario dello spettacolo del 900 (Baldini e Castoldi 1998) e al Patalogo (Ubulibri 2000, 2001, 2002), ha curato le voci della sezione Cinema dell’Enciclopedia Treccani e il volume anni 70 Cinema e lacrime in Storia del Cinema Italiano, a cura del Centro Sperimentale. Franco Quadri Saggista, traduttore e giornalista, è tra i maggiori critici teatrali contemporanei. Direttore della casa editrice Ubulibri, da lui fondata nel 1971, scrive di teatro per numerose riviste e per “la Repubblica”. È stato anche tra gli organizzatori del Premio Europa per il Teatro collaborando con l’Unione dei Teatri d’Europa, ha diretto la Biennale di Venezia e ha presieduto la giuria del Premio Riccione per il Teatro. Nel 1979 ha creato il Patalogo, il più dettagliato annuario dello spettacolo in Italia. Ha curato numerosi volumi sul teatro e la danza tra cui Robert Wilson Scenografie e installazioni e Robert Wilson o il teatro del tempo; Heive Muller riscrivere il teatro; I Paraventi di Jean Genet e Pina Bausch o il teatro danza. 9 Martedì 29 aprile 2008, ore 20.30 Mercoledì 30 aprile 2008, ore 20.30 Teatro Municipale ANNA KARENINA di LEV NIKOLAEVIC TOLSTOJ adattamento TAURAS CIZAS Anna Arkàdjevna Karénina MASCIA MUSY Alekséj Aleksàndrovic Karénin PAOLO MUSIO Alekséj Vrònskij PAOLO MAZZARELLI Stiva (Stepàn Arkàdjevic Oblònskij) ALESSANDRO LOMBARDO Dolly (Dàrja Aleksàndrovna) VANESSA COMPAGNUCCI Konstantìn Dmìtric Lévin PAOLO PIEROBON Nikolàj Lévin NICOLA RUSSO Principe Aleksàndr Scerbàtskij GILBERTO COLLA Principessa Scerbàtskaja RENATA PALMINIELLO Kitty (Katerina Aleksàndrovna Scerbàtskaja) CORINNE CASTELLI Vàren’ka GAIA ZOPPI Bàbuska e Vrònskaja ANNALISA AMODIO Treno, Kornèj, Portinaio NICOLA CAVALLARI Destino ALFONSO POSTIGLIONE regia EIMUNTAS NEKROSIUS 12 Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di Piacenza scene MARIUS NEKROSIUS costumi NADEZDA GULTIAJEVA luci AUDRIUS JANKAUSKAS musiche TAURAS CIZAS suono MARCO OLIVIERI assistenti alla regia TAURAS CIZAS, DARIA DEFLORIAN, CLAUDIO LONGHI interprete BIRUTE ZINDZIUTE MICHELINI costumista collaboratore GABRIELLA BATTISTINI direttore tecnico MAURO BRECCIAROLI direttore di palcoscenico DAVIDE BATTISTELLI capo macchinista SIRO CHIUCHIU attrezzista SILVIA MARTIN capo elettricista ROBERT JOHN RESTEGHINI elettricista DAVIDE PAGANO aiuto elettricista MADDALENA MAJ fonico ALBERTO GARZIANO capo sarta DANIELA CAPPELLINI amministrazione MARCELLA PICIERNO scene costruite nel laboratorio di EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE scenografo realizzatore ALESSANDRA BONAN aiuti scenografi SILVIA MARTIN, FRANCESCA PALTRINIERI attrezzeria RANCATI - MILANO progetto grafico FRANCESCO FORTI foto di scena MARCO CASELLI NIRMAL produzione EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE e TEATRO BIONDO STABILE DI PALERMO in collaborazione con ALDO MIGUEL GROMPONE 13 ANNA KARENINA La trama del romanzo àrja Aleksàndrovna (Dolly), avendo scoperto un tradimento del marito, Stepàn Arkàdjevic Oblònskij (Stiva), vorrebbe lasciarlo. Stiva chiede aiuto alla sorella, Anna Arkàdjevna Karénina, che grazie alla sua capacità di comprendere il dolore di Dolly riesce a riconciliarli. Contemporaneamente è giunto a Mosca dalle sua proprietà in campagna Konstantìn Dmìtric Lévin, che pur detestando la vita di società è tornato dopo un’assenza di mesi per dichiarare il proprio amore a Katerina Aleksàndrovna Scerbàtskaja (Kitty), sorella minore di Dolly. I sentimenti della ragazza sono contraddittori: vuole bene a Lévin, che conosce da quando era bambina, ma è affascinata da un altro corteggiatore, il conte Alekséj Vrònskij. I genitori di Kitty hanno evidentemente pareri opposti: il principe Scerbàtskij approverebbe l’unione con Lévin, mentre la principessa ritiene che Vrònskij sarebbe un partito migliore. Pur confusa, Kitty rifiuta la proposta di matrimonio di Lévin. Al ballo in cui Kitty sperava che Vrònskij si dichiarasse, però, l’ufficiale si dimostra invece affascinato da Anna. Il loro primo incontro, avvenuto in stazione, quando Anna è arrivata da Pietroburgo insieme alla madre di Vrònskij, la contessa Vrònskàja, è stato segnato dal destino tragico di un uomo schiacciato sulle rotaie, ed è di nuovo su un treno, durante il viaggio di ritorno a Pietroburgo, che Anna, già turbata dalle attenzioni dell’ufficiale, riceve la sua esplicita dichiarazione d’amore. Anna spera di ritrovare la tranquillità nella vita quotidiana con il marito (Aleksèj Aleksàndrovic Karénin) e il figlio Serjòza, ma continua a incontrare Vrònskij in società; la loro passione cresce, e diventa argomento di pettegolezzi. Karénin cerca di parlarne con la moglie, ma lei reagisce chiudendosi in una fredda ironia. È lei stessa invece a dichiarare, quasi contro la volontà del marito, il proprio amore per Vronskij dopo che la sua sensibilità è stata evidentemente scossa dalla caduta dell’ufficiale durante una corsa a cavallo. Karénin in un primo momento le permette di mantenere il suo status rinunciando all’amante, ma Anna continua a vederlo e il marito se ne va, deciso a ripudiarla. Mentre Lévin, tornato in campagna, cerca una nuova pace nel risveglio naturale della primavera e nel lavoro, Kitty si ammala. I genitori la portano in una località termale tedesca, dove guarisce scoprendo attraverso una amica, Vàren’ka, come sia possibile superare la delusione e la vergogna grazie D 15 ANNA KARENINA La trama del romanzo in particolare a una più profonda vita spirituale. Anna, che aspettava un bambino di Vronskij, rischia di morire per una febbre puerperale. Trovandola pentita e in punto di morte, il marito perdona tutto e si prende cura dei bambini mentre lei è malata, ma quando la moglie si riprende i loro rapporti sembrano innaturali. Benché Karénin le conceda il divorzio, Anna praticamente vi rinuncia e parte per l’Italia con Vrònskij, sopravvissuto a un tentativo di suicidio, e la loro figlia neonata, Anny. Dopo non molto, tuttavia, sente il bisogno di tornare, soprattutto per rivedere il figlio, seppur brevemente e di nascosto. A Pietroburgo Anna è costretta a rendersi conto che non è più in alcun modo ammessa in società e tale situazione, penosa sia per lei che per Vrònskij, la spinge a chiedere il divorzio, ma quando Stiva ne parla a Karénin lo trova poco disponibile a causa delle sue nuove convinzioni religiose e infine riceve un rifiuto dettato da uno strano chiaroveggente francese. Tornata in patria, Kitty incontra di nuovo Lévin a casa di Stiva e Dolly; i due giovani riescono a chiarire i sentimenti che li legano e decidono di sposarsi. La felicità della loro nuova vita insieme è però presto turbata da un evento tragico: Nikolàj, fratello di Lévin, è in punto di morte. Da tempo era malato di tisi, ma lo stridente contrasto fra il suo carattere energico, la sua intelligenza pronta a buttarsi da un estremo all’altro nella ricerca del significato della vita, e la sua attuale debolezza fisica è impressionante. Tuttavia Lévin trova nella moglie un nuovo conforto e una possibilità di reagire al tormento per l’agonia di Nikolàj. La situazione di Anna e Vrònskij, ancora in attesa del divorzio, è sempre più penosa: avendo sacrificato tutto per vivere con l’amato, Anna vorrebbe che anche lui si dedicasse interamente al loro amore e ne è gelosa, mentre Vrònskij sente sempre più acuta la mancanza della carriera militare e della vita attiva a cui ha rinunciato. Il loro rapporto si logora fra piccoli litigi e riconciliazioni mai complete, fino al giorno in cui, avendo perso ogni speranza di felicità, Anna si suicida gettandosi fra le ruote di un treno. Lévin vede susseguirsi al mistero della morte del fratello il mistero della nascita di un figlio, e pur nella frenetica attività che lo impegna sente il bisogno di interrogarsi sul significato profondo della vita. Giunge infine a una fede basata sulla necessità di compiere il bene insita nel cuore dell’uomo. 16 LEV NIKOLAEVIC TOLSTOJ di Claudio Longhi ev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) nacque in una famiglia aristocratica benestante della campagna russa. Dopo gli studi universitari, incompiuti, di lingue orientali e giurisprudenza, prestò il servizio militare nel Caucaso e combatté in Crimea. A tali esperienze di guerra sono legati I cosacchi (1852) e I racconti di Sebastopoli (1856), ma già nel 1852 aveva pubblicato il suo primo romanzo, Infanzia, il cui carattere autobiografico sarà ripreso da Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857). In questa prima trilogia si manifesta esplicitamente la tendenza, che sarà una costante della sua produzione, a sviscerare nelle opere letterarie la propria esperienza personale, non tanto nei suoi dati concreti (come in parte accade nei quadri storico-sociali tracciati dal giovane ufficiale d’artiglieria) quanto nell’incessante rovello filosofico. Al centro dell’affresco storico-sociale dipinto dai suoi due più celebri romanzi, Guerra e pace e Anna Karenina, si trova così il personaggio di un giovane possidente terriero (Pierre Bezuchov nel primo caso, Konstantìn Lévin nel secondo) che si interroga allo stesso tempo su come migliorare le condizioni di vita dei contadini e sul significato della propria esistenza, cercando in sostanza, come lo stesso Tolstoj, di trovare un’unica risposta a entrambe le domande. Ritornato definitivamente alla tenuta avita di Jasnaja Poljana dopo un viaggio all’estero di sei mesi, infatti, Tolstoj affianca all’ormai continua attività letteraria lo studio delle condizioni dei contadini prima e dopo la liberazione (la servitù della gleba viene abolita in Russia nel 1861) e l’impegno pratico nella gestione di una scuola per i figli dei suoi dipendenti. La sua fama di scrittore è già notevole, ma è a questo periodo che appartengono i due capolavori, Guerra e pace (1865-1869) e Anna Karenina (1875-1877). Il primo nasce gradualmente da un’idea piuttosto distante: in seguito al rientro dall’esilio dei cosiddetti decabristi, un gruppo di ufficiali che avevano cercato di impadronirsi del potere alla morte di Alessandro I (1825), Tolstoj pensa di raccontare la vicenda di uno di loro, ma sente il bisogno di risalire agli episodi storici che lo hanno formato, passando dalla congiura alla campagna napoleonica del 1812, e arrivando infine a scrivere Il 1805, che diverrà poi la prima parte di Guerra e pace. Anche Anna Karenina vede la luce nel contesto di studi storiografici: Tolstoj stava da tempo lavorando a un’opera sui tempi di Pietro il Grande (i cui abbozzi costituiranno poi Il vecchio e il nuovo), quando inaspettatamente abbando- L 18 na il progetto per dedicarsi a “un romanzo di vita privata e di epoca contemporanea”, come scrisse la moglie, Sonja Andreevna Bers, che dal matrimonio (1862) è compagna fedele e presenza assidua anche nell’attività letteraria e più generalmente pubblica dello scrittore. Il successo fra i lettori è enorme, ma la critica dell’epoca tende a inserirlo in un filone “mondano” in cui lo trova naturalmente meno riuscito di opere più leggere. D’altra parte, se i due più famosi romanzi di Tolstoj vengono spesso contrapposti come incentrati uno sulla sfera della nazione e l’altro su quella della famiglia, in prospettiva appare evidente il rilievo dedicato ai rapporti personali in Guerra e pace e al contesto storicosociale di Anna Karenina. Parallelamente alla stesura dei romanzi acquisisce sempre maggior peso nella vita dello scrittore la riflessione filosofica, con l’elaborazione di un pensiero originale, che nell’ottica di un cristianesimo aconfessionale e tendenzialmente anarchico pone alla base di ogni questione, anche economico-sociale, l’impegno individuale in direzione del perfezionamento personale. Tale visione, che predica la non-violenza e la rinuncia ai beni terreni, avrà molti seguaci, alcuni dei quali si riuniranno perfino in comunità esplicitamente ispirate ai suoi principi, ma gli causerà anche la scomunica da parte della chiesa ortodossa e degli attriti in famiglia, e sarà proprio in fuga dalla propria casa per meglio realizzare il suo ideale morale che Tolstoj cadrà malato e morirà. Fra le opere più celebri di questo secondo periodo ricordiamo Resurrezione, il terzo grande romanzo (1899), e testi più brevi, quali La morte di Ivan Il’ic (1886) e La sonata a Kreuzer (1895). La Confessione (1879) presenta in prima persona una fase critica della sua vita spirituale, quasi una variante, esplicitamente destinata alla pubblicazione, dei diari che Tolstoj tenne costantemente fin dalla gioventù. 19 ANNA KARENINA di Lev Nikolaevic Tolstoj regia di Eimuntas Nekrosius di Claudio Longhi Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo»: sulle note severe di questo celeberrimo accordo gnomico, uno dei più noti incipit della letteratura russa di tutti i tempi, prende l’avvio la maestosa sinfonia narrativa di Anna Karenina (1875-1877), opera capitale di Lev Nikolaevic Tolstoj (1828-1910) e classico inossidabile dell’intera letteratura europea moderna. Riflettendo il composito universo poetico del suo autore, sempre in bilico tra passione letteraria e slancio etico nutrito di una tormentata riflessione filosofica, spirituale, sociologica e politica, la Karenina sintetizza mirabilmente il gusto per la scrittura di Tolstoj e la sua indomita tensione intellettuale. (...) Calibrata scientemente, passaggio dopo passaggio, la trama della Karenina procede implacabile, come il destino, fino a stritolare il personaggio di Anna. «Donna di cuore», sensibile alle esigenze altrui e pronta a condividere i sentimenti del prossimo, dopo l’inopinato innamoramento per l’ufficiale Alekséj Vrònskij, fulmine a ciel sereno che incenerisce in un lampo il suo tranquillo equilibrio quotidiano di donna serenamente sposata all’alto funzionario Karénin nonché di integerrima madre di famiglia, l’eroina eponima diventa incapace di opporsi al corso inarrestabile degli eventi e il suicidio arriva così fatale, a puntuale coronamento di una lucidissima ‘cronaca’ di morte annunciata. Ma se il plot della Karenina ha l’astratto rigore di una dissertazione etica che non ammette eccezioni, dipanandosi in scrittura il racconto di Tolstoj, come attraverso un prisma, si scompone in un complesso e suggestivo coro polifonico di voci e l’algoritmo filosofico viene spazzato via dall’onda di un’incontenibile piena narrativa. (...) Dalla ricchissima miniera diegetica del romanzo tolstojano nasce l’omonimo spettacolo teatrale diretto da Eimuntas Nekrosius per Emilia Romagna Teatro in coproduzione con Teatro Biondo Stabile di Palermo: la nuova avventura teatrale che vede il regista di Vilnius confrontarsi (dopo l’Ivanov - Roma, Teatro Argentina, 11 marzo 2002) con un classico russo affidato ad interpreti italiani. Primo incontro con la grande letteratura, consumato a quattordici anni quasi con vergogna (sull’opera di Tolstoj grava da sempre, in effetti, il peso della condanna della Chiesa russo-ortodossa), Anna Karenina - riletta alla luce dei Diari dell’autore, così come di altre sue opere affini da La storia di un cavallo alla Morte di Ivan Il’ic - è tradotta da Nekrosius in uno spettacolo di attori, prima ancor che di regia, tutto teso, in linea con la più schietta vocazione este- « 20 tica del grande maestro lituano, all’esplorazione del profondo a dispetto di ogni facile fuga nella teatralità illustrativa. Epicentro del grande sisma drammaturgico l’incontenibile forza della lettura: una lettura contagiosa, che si trasmette per conttatto agli altri, una lettura al limite del vizio, una lettura di incontenibile urgenza e necessità. Ricondotto alla misura del palcoscenico, il romanzo di Tolstoj si sdoppia metaforicamente in un evento teatrale, scandito in tre ampie campate narrative, tutto basato sulla psicologia e sull’interiorità. Naturalmente l’estrema concentrazione diegetica non arriva mai, però, a sclerotizzarsi in una scelta minimalista: concertati in una complessa partitura drammaturgica, che concede ampio spazio agli inimitabili scorci narrativi tolstojani fedelmente trascritti nel copione, nella messa in scena di Nekrosius i temi principali della Karenina (il destino, l’amore, la ricerca della felicità, il dolore, il lavoro, l’inesorabile trascorrere del tempo, la morte...) si intrecciano infatti ai temi secondari e vengono interrogati in tutte le loro implicazioni e sviluppi ed inseguiti fin nei loro più remoti echi, senza cedere neppure davanti alla paura (o alla tentazione) della caduta nel misticismo. In un sofisticato contrappunto teatrale le ‘scene’ più celebri del romanzo (il ballo, il viaggio in treno, le corse, la serata a teatro, la morte di Nikolàj, il suicidio di Anna...), alternandosi ai passi meno noti, vengono componendosi in un cangiante collage drammaturgico ‘in costume’ in cui la ricerca dell’ordine e il nitore cedono volentieri il passo al calore e alla semplicità della giovinezza, l’età dorata in cui tutto sembra facile. Questo spettacolo delicato, fatto tutto di dettagli, di struggente evocazione di atmosfere (a partire dallo spirito della casa così caro a Tolstoj), ritmato sul pulsare degli sguardi e sull’intreccio delle mani, modulato sulla ricerca dei timbri di voce (nella memoria quella così strana dell’autore, affidata alla posterità dalla malcerta traccia di una pionieristica incisione), pervaso di luce e calore, ma anche ossessionato dal ferro e dal sangue, senza mai diventare crudele, incentrato sul destino incarnato in drammatica prosopopea, danzato sul tempo lungo e sospeso dell’attesa, diventa per Nekrosius anche l’occasione di riflettere su cosa significhi essere russi, stando lontano dalla Russia, cercando un’identità culturale nell’incrocio tra culture. 21 EIMUNTAS NEKROSIUS imuntas Nekrosius nasce nel 1952. Si diploma al Lunacharski Institute of Theatre Art di Mosca (1978). Dal 1978 al 1979 lavora allo State Youth Theatre a Vilnius, e dal 1979 al 1980 al Kaunas Drama Theatre. Dal 1980 riprende a lavorare allo State Youth Theatre di Vilnius, dove produce i seguenti spettacoli: La piazza di Yeliseyeva (1981), Amore e morte a Verona di Antanèlis e Geda (1982), Pirosmani, Pirosmani, Un giorno più lungo di cento anni di Aitmatov (1983), Zio Vanja di Cechov (1986) e Il naso di Gogol (1991). Tutte le produzioni di Nekrosius sono state premiate da vari festival teatrali in Lituania e nei Paesi Baltici. Hanno partecipato con successo a molti festival internazionali di teatro, mentre Nekrosius ha vinto numerosi premi ufficiali nel campo artistico. Tra il 1991 e il 1997 Nekrosius lavora come regista residente al Lithuanian International Theatre Festival LIFE. I suoi spettacoli prodotti dal LIFE Festival includono Mozart e Salieri. Don Giovanni. Il plagio di Puskin (1994), Tre sorelle di Cechov (1995) e Amore e morte a Verona (1996). Tutti hanno partecipato a molti festival internazionali di teatro. Nel 1994 Nekrosius riceve un premio speciale dal Lithuanian Theatre Union come Regista dell’Anno, e un premio dal Baltic Assembly per Mozart e Salieri. Don Giovanni. Il plagio come miglior spettacolo teatrale nei Paesi Baltici. Nello stesso anno l’Unione Teatri Europei e la Commissione delle Arti di Taormina (Italia) assegna a Eimuntas Nekrosius il premio come nuova realtà teatrale europea emergente. Nel 1997 Nekrosius crea una delle sue produzioni di maggior successo, Amleto di Shakespeare che fu rappresentato in tutti i principali festival teatrali europei ricevendo numerosi riconoscimenti. Nel 1998 il regista viene insignito del titolo di Gran Duca Gediminas 3rd Class, e nello stesso anno riceve il National Award di Lituania. Sin dal 1998 Nekrosius ha lavorato come direttore artistico del teatro studio Meno Fortas, fondato nello stesso anno. Nel 1999 produce Macbeth di Shakespeare. Nello stesso anno questa produzione riceve il premio Golden Mask dai critici di teatro russi. Nel 2001 Nekrosius produce Otello di Shakespeare, il cui debutto ebbe luogo il 2 marzo 2001 a Venezia. Otello riceve un premio come miglior spettacolo al Sarajevo Mess Festival nel 2001, e Eimuntas Nekrosius riceve il premio come miglior regista del Festival. E 23 EIMUNTAS NEKROSIUS Nel 2001 il regista riceve a Mosca il prestigioso premio internazionale K.S. Stanislavskij. Nel novembre 2002 produce l’opera di Verdi Macbeth al Teatro Comunale di Firenze. Il 7 marzo del 2003 il debutto dello spettacolo in due parti, Le stagioni. Gioie della Primavera/Ricchezza d’Autunno, basato sul poema epico dello scrittore classico lituano Kristijonas Donelaitis, ebbe luogo al National Drama Theatre di Vilnius. Nello stesso anno Nekrosius riceve il premio annuale del Ministro della Cultura lituano come Regista dell’Anno (per Le Stagioni), e il premio Golden Mask del festival internazionale teatrale russo come Migliore Produzione teatrale estera. Da maggio a luglio 2003 Nekrosius produce Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov con attori russi. Il debutto di questa produzione ebbe luogo a Mosca nel luglio del 2003 e fu accolto dalla critica teatrale russa come la produzione più memorabile ed eccezionale di questo testo nell’ultima decade. Uno dei più poetici lavori compiuto nel 2004 è uno spettacolo basato sul Vecchio Testamento Cantico dei cantici prodotto da Meno Fortas. Con questa produzione Nekrosius prosegue la sua ricerca di nuove forme di espressione teatrale, basate sull’emozione e l’espressione visiva. La produzione fu accolta positivamente dal pubblico italiano, russo e lituano. L’anno 2005 è dedicato al lavoro di due produzioni liriche I bambini di Rosenthal di Desiatnikov, allestito al teatro Bolshoy di Mosca e Boris Godunov prodotto dal Teatro Comunale di Firenze. Le ultime creazioni di Nekrosius sono: uno spettacolo basato su Faust di Goethe realizzato da Meno Fortas (2006) e Le valchirie di Richard Wagner allestito al Lithuanian National Opera and Ballet Theatre nel 2007. 24 Sinossi ANNA KARENINA ATTO I Scena 1 - UNA LITE FAMILIARE Mosca, in casa degli Oblònskije. Sono da poco passate le feste natalizie. Dolly e Stiva stanno discutendo: Dolly ha appena scoperto che il marito l’ha tradita con la governante francese. Stiva annuncia l’imminente arrivo della sorella Anna, da Pietroburgo, possibile portatrice di pace. Scena 2 - LA PISTA DI PATTINAGGIO Mosca. Alla presenza dei principi Scerbàtskije, genitori di Kitty, Kostantìn Lévin, chiede la mano della fanciulla. Kitty, innamorata del conte Vrònskij, pur apprezzando le qualità di Kòstja, rifiuta la proposta. Scena 3 - LA STAZIONE Mosca. Appena scesa dal treno, Anna Karénina incontra per la prima volta il conte Vrònskij, con la cui madre ha viaggiato da Pietroburgo: tra i due scatta immediatamente una forte attrazione. Il destino fa sì che in quello stesso momento uno sconosciuto muoia travolto da un treno. Stiva conduce a casa la sorella. Scena 4 - IN CASA DEGLI OBLONSKIJE Mosca. Su richiesta di Stiva, Anna cerca di convincere la cognata a perdonare il tradimento del marito. Dolly dapprima oppone resistenza, ma poi sembra cedere. Scena 5 - IL BALLO Mosca. Durante un ballo, alla presenza di tutta la buona società moscovita, Kitty, convinta che Vrònskij avrebbe approfittato di quella occasione per dichiararsi a lei, assiste sgomenta all’accendersi della passione tra Anna e il conte. Terminata la festa, Kitty, spinta dalla sorella Dolly, le confessa i tormenti del suo cuore. Scena 6 - GLI ADDII Stazione di Mosca. In procinto di ripartire per Pietroburgo, Anna prende congedo dal fratello e dalla cognata. Nonostante il successo della sua missione di riconciliazione, Anna appare evidentemente turbata. 26 Scena 7 - LA TORMENTA In treno, in viaggio per Pietroburgo, mentre nella notte imperversa una tormenta di neve, Anna reincontra Vrònskij. Il conte si confessa: “Lo sapete sono in viaggio per essere là dove siete voi …” A Pietroburgo Anna ritrova il marito Karénin ad attenderla; per la donna tutto sembra tornare alla normalità: la vita quotidiana, l’amato figlio Serjòza… ma ormai il conte Vrònskij è entrato nel suo animo. ATTO II Scena 8 - UNA VISITA AL FRATELLO NIKOLAJ Mosca. Rompendo l’isolamento in cui si è rinchiuso dopo il rifiuto di Kitty, Lévin si reca a trovare il fratello Nikolàj. Il giovane, ossessionato dagli spiriti rivoluzionari del tempo, è molto malato. L’incontro si consuma tra dibattito ideologico e ripiegamenti sul “privato”. Scena 9 - IL CORTEGGIAMENTO Pietroburgo. Anna e Vrònskij, avendo conquistato un momento di intimità, danno avvio alle loro schermaglie d’amore. Tra i due la ritrosia cede ben presto il passo al desiderio di rivedersi. Scena 10 - CASA KARÉNIN Pietroburgo. Karénin comincia ad essere roso dai primi dubbi sulla fedeltà della moglie. Le richieste di chiarimento indirizzate ad Anna non hanno risposta: la donna si trincera dietro una eloquente evasività. Scena 11 - LA PASSIONE Pietroburgo. In capo a un anno tutte le resistenze, tutti gli scrupoli sociali e d’onore sono dimenticati: Anna e Vrònskij si abbandonano alla loro travolgente passione d’amore. L’appagamento del desiderio non significa però felicità. Scena 12 - LA CONVALESCENZA DI KITTY Mosca, a casa degli Scerbàtskije. Tramontato il suo sogno d’amore con Vrònskij, Kitty è caduta preda della malattia. Accudita dai genitori, la giovane trova nel confronto gioioso con l’amica Vàren’ka, la via per superare il senso di vergogna generato dall’esser stata disdegnata dall’uomo amato. 27 Scena 13 - UNA RIVELAZIONE IMPROVVISA Peterhof. Durante una visita di Vrònskij, Anna rivela all’amante di aspettare un figlio da lui. L’impetuoso ufficiale insiste perché la loro storia d’amore esca dalla clandestinità. Anna sembra essere incerta. Scena 14 - LA CORSA DEI CAVALLI Nei dintorni di Peterhof. Durante una competizione equestre, Vrònskij ha un incidente e cade da cavallo. Il violento trasalimento di Anna, a dispetto della presenza del marito, tradisce agli occhi del mondo il legame tra il conte e la Karénina. Scena 15 - LE LETTERE Pietroburgo. Casa Karénin. Alekséj scrive alla moglie per ingiungerle di ritornare in città e salvare almeno le apparenze. La risposta di Anna non lascia spazio agli equivoci: “Parto e prendo con me mio figlio”. Scena 16 - IL SOGNO Pietroburgo. Per un’oscura trama del destino, Anna e Vrònskij sognano un medesimo sogno inquietante. In un crescendo di esasperazione ed angoscia, complice la dipendenza della Karénina dalla morfina (unico ristoro trovato dalla donna ai suoi sensi di colpa e alla sua gelosia per l’amante), l’episodio assume i funesti connotati di un presagio di morte. Sconvolto dall’evidenza del tradimento, Karénin incalza violentemente la moglie perché tronchi la sua relazione adulterina. Scena 17 - IL FIDANZAMENTO DI LÉVIN Mosca. Casa degli Oblònskije. Liberatasi definitivamente dalla passione per Vrònskij, Kitty reincontra Lévin che non ha mai cessato di amarla. La giovane decide di promettersi in sposa a lui. Scena 18 - IL MATRIMONIO CON KITTY Mosca. Vinte le ultime esitazioni di Lèvin, Kitty e Kostja si sposano, stretti dal caldo abbraccio della famiglia. 28 Scena 19 - IL PARTO DI ANNA Pietroburgo. Al termine di una gravidanza tormentata, Anna dà alla luce una bambina. Le condizioni di salute della Karénina paiono disperate: al suo capezzale accorrono Vrònskij e il marito. Consumata dal delirio, Anna sembra riavvicinarsi a Karénin. Vrònskij umiliato, e solo in quel momento pienamente consapevole della profondità del suo amore per Anna, tenta il suicidio. ATTO III Scena 20 - LA MORTE DI NIKOLAJ In provincia. Mentre Lévin e Kitty trascorrono felicemente le loro prime settimane di vita in comune, arriva la notizia dell’aggravarsi delle condizioni di salute del fratello di Kostja, Nikolàj. I novelli sposi si recano a vegliare il trapasso. Il duro confronto con la realtà incomprensibile della morte rinsalda il legame tra i due: di ritorno a casa, Kitty scopre di essere incinta. Scena 21 - A TEATRO Pietroburgo. Anna e Vrònskij, ormai conviventi, continuano i loro giochi d’amore, ma il peso del giudizio della società si fa sempre più schiacciante. Vrònskij tenta inutilmente di dissuadere l’amante dall’andare a teatro, esponendosi alle chiacchiere del bel mondo. Come previsto dal giovane ufficiale, durante la rappresentazione cui ha voluto recarsi, Anna viene esposta al pubblico dileggio. Sconvolta dall’umiliazione subita, la Karénina affronta l’amante: “Io odio la tua calma. Tu non dovevi ridurmi a questo!” Scena 22 - L’IPOTESI DEL DIVORZIO Pietroburgo. Allo scopo di aiutare la sorella, Stiva si reca a Pietroburgo. Durante un incontro con Karénin egli fa pressioni sul cognato perché conceda ad Anna il divorzio. Scena 23 - IL DISSIDIO In campagna. La gelosia di Anna si fa sempre più asfissiante. Vrònskij sembra ormai non tollerare più le nevrosi dell’amante. 29 Scena 24 - L’INCONTRO TRA LÉVIN E ANNA Mosca. Stiva convince l’amico Lévin a incontrare la sorella. Pur se per un solo istante, Kostja rimane conquistato dal fascino della Karénina e dalla sua figura pietosa. Scena 25 - IL PARTO DI KITTY Mosca. Saputo dell’incontro del marito con la Karénina, Kitty ha un violento attacco di gelosia che ne accelera il travaglio. Dopo ventidue ore di sofferenze, la fanciulla dà alla luce un maschietto. L’intera famiglia esulta. Scena 26 - L’ABBANDONO Mosca. Le gelosie, i rimorsi, le ossessioni e la dipendenza dalla morfina, rendono sempre più insostenibile la convivenza tra Anna e Vrònskij. Dopo l’ennesima lite, e l’ennesimo amplesso, il giovane ufficiale saluta malamente la Karénina. Scena 27 - LA DISPERAZIONE Mosca. Anna, sempre più trepidante e confusa, confida nel ritorno di Vrònskij. Il prolungato silenzio dell’amante la sconvolge. Scena 28 - L’ULTIMO CONGEDO Per vincere la propria angoscia, Anna cerca il conforto della cognata. A casa degli Oblònskije, insieme a Dolly, la Karénina incontra Kitty, un tempo innamorata di Vrònskij: il ricordo dell’amante si è trasformato per Anna in una persecuzione ineludibile. Scena 29 - IL TRENO Stazione di Mosca. Ormai Anna non vede più vie di fuga alla propria disperazione. Il destino incalza. La Karénina si ritrova alla stazione ferroviaria dove tutto ha avuto inizio. Correndo lungo i binari Anna incontra il treno… “Signore, perdonami tutto!” 30 INFORMAZIONI Anna Karenina. Letteratura - Cinema - Teatro 3, 10 e 17 aprile 2008, ore 21 - Teatro Comunale Filodrammatici (“InFormazione Teatrale” 2008) Ingresso libero Anna Karenina Di Lev Nikolaevic Tolstoj - Regia di Eimuntas Nekrosius Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Aldo Miguel Grompone 29 e 30 aprile, ore 20.30 - Teatro Municipale (Stagione di Prosa “Tre per Te” 2007/2008 del Teatro Municipale di Piacenza) Biglietti Platea Posto/palco Ingresso palchi/galleria Galleria numerata Loggione numerato Ingresso loggione Studenti Last minute euro 27 (intero) e 23 (ridotto) euro 25 (intero) e 21 (ridotto) euro 15 (intero) e 13 (ridotto) euro 20 (intero) e 18 (ridotto) euro 12 (intero) e 10 (ridotto) euro 7 euro 12 (posto unico in galleria) Platea e posto/palco euro 15, Galleria euro 11, Loggione euro 4 (a tutti i possessori della carta “Dinamo Club” Teatro Gioco Vita applicherà la riduzione sul prezzo dei biglietti) Biglietteria TEATRO GIOCO VITA, Via San Siro 9, Piacenza - Telefono 0523.315578 Orari di apertura: dal martedì al venerdì ore 15-18; il giorno dello spettacolo la biglietteria funziona unicamente nella sede della rappresentazione a partire dalle ore 19 (Teatro Municipale, via Verdi 41, tel. 0523.492251). TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione Via San Siro 9 - 29100 Piacenza Telefono 0523.315578 (biglietteria) - 0523.332613 (uffici) - Fax 0523.338428 E-mail [email protected]; [email protected] Teatro Municipale, Via Verdi 41 - 29100 Piacenza Teatro Comunale Filodrammatici, Via Santa Franca 33 - 29100 Piacenza 32 TEATRO GIOCO VITA Teatro Stabile di Innovazione Direttore artistico Diego Maj Progetto grafico e realizzazione Matteo Maria Maj - Mcube A cura di Simona Rossi Ha collaborato Emma Chiara Perotti Testi di Diego Maj, Roberta Zanoli, Claudio Longhi Fotografie dello spettacolo Anna Karenina Marco Caselli Nirmal Stampa Tipolito Farnese Si ringrazia Emilia Romagna Teatro Fondazione per l’utilizzo dei testi del programma di sala e delle fotografie dello spettacolo In copertina, immagine di scena dello spettacolo Anna Karenina (foto Marco Caselli Nirmal)