Hermann Göring Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Hermann Göring Nato Rosenheim 12 gennaio 1893 Morto Norimberga 15 ottobre 1946 (53 anni) Dati militari Forza armata Deutsches Heer (1913-1918) Wehrmacht (1933-1945) Grado Guerre Reichsmarschall Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale [senza fonte] voci di militari presenti su Wikipedia Hermann Wilhelm Göring (trascritto anche Goering) (Rosenheim, 12 gennaio 1893 – Norimberga, 15 ottobre 1946) è stato un politico e militare tedesco, una delle personalità di primo piano della Germania nazista. Indice [nascondi] 1 Primi anni 2 I nazisti al potere 3 La seconda guerra mondiale 4 Morte 5 Onorificenze o 5.1 Onorificenze tedesche o 5.2 Onorificenze straniere 6 Note 7 Bibliografia 8 Altri progetti 9 Collegamenti esterni Primi anni [modifica] Hermann Göring nella sua cabina di pilotaggio durante la prima guerra mondiale (info file) Nato da un'agiata famiglia di tradizioni militari, Göring visse in affidamento fino all'età di tre anni. Nel 1913 venne ammesso alla scuola ufficiali. Sottotenente di fanteria nel 1914, passò nel 1915 - a guerra in corso - alla neonata Luftstreitkräfte, l'aeronautica militare dell'Impero tedesco. Divenne ben presto uno dei più popolari assi dell'aviazione, entrando a far parte della celebre squadriglia da caccia di Manfred von Richthofen (il leggendario Barone Rosso). Alla morte di quest'ultimo, nel 1918, e allorché anche il successore di questi, Wilhelm Reinhard, perse la vita qualche mese dopo, Göring - già con ventidue vittorie[1] all'attivo nei duelli aerei che impazzavano all'epoca - subentrò al comando della squadra, di cui fu l'ultimo comandante. Pluridecorato, fu tra l'altro insignito della medaglia al valore Pour le Mérite, massima decorazione militare tedesca. Göring aveva già ottenuto nel 1915 la Croce di Ferro di prima e Seconda classe.[2] Alla fine della guerra, s'impiegò come pilota dell'aviazione civile prima in Danimarca e poi in Svezia. In un'occasione, portò il conte Eric von Rosen nella sua tenuta situata nei pressi di Stoccolma, e si trattenne presso di lui in qualità di ospite per un breve periodo: ebbe così modo di conoscere la sorella della moglie di questi, la contessa Carin von Kantzow (21 ottobre 1888 - 17 ottobre 1931), una delle donne più belle di Svezia. Benché la contessa fosse epilettica, già sposata e madre di un figlio adolescente, si adoperò per ottenere l'annullamento del matrimonio e sposò il giovane pilota. Poco dopo, Göring assieme alla moglie si stabilì a Monaco di Baviera per studiarvi economia all'università. Nel 1921 l'ex-asso dell'aviazione conobbe Hitler: immediata fu l'intesa tra i due. Da una parte la fede in un "mondo nuovo" da edificare, dall'altra la sete di potere, l'entusiasmo, la ricchezza e le relazioni di alto livello. Proprio Göring fu il primo membro con contatti nell'alta società ad aderire allo NSDAP, introducendo Hitler - il caporale austriaco ed ex-vagabondo viennese - nell'alta società di Monaco. Da principio egli si dedicò all'organizzazione delle SA (Sturmabteilung), il braccio armato del Partito nazista, collaborando con Ernst Röhm. Nominato da Hitler nel 1922 capo delle SA, Göring partecipò nel 1923 al fallito Putsch della birreria di Monaco, e fu l'unico a sfuggire alla cattura e al processo per alto tradimento. Per i successivi 4 anni, Göring visse in esilio, spostandosi in vari paesi tra cui l'Austria, l'Italia e la Svezia. Pare che durante l'esilio egli fosse stato colpito da qualche forma di infermità mentale e che venisse internato per un breve periodo in un manicomio: quel che è certo è che per sopportare i dolori derivatigli dalle ferite alla coscia e all'inguine che aveva riportato durante il cosiddetto "Putsch della birreria", gli furono somministrate notevoli dosi di morfina della quale pare divenne dipendente. Secondo alcune testimonianze per il resto della sua esistenza non rinunciò agli stupefacenti, anche se non è ancora chiarita la sua effettiva dipendenza dalla morfina. In effetti, nel 1945, allorché egli si consegnò agli americani, gli furono trovate, nei bagagli, soltanto pillole di paracodeina che contengono una quantità minima di morfina e che non producono assuefazione, tant'è che riuscì a liberarsi dall'abitudine della loro assunzione in tempi rapidi (pochi giorni). Per cui sembra che l'immagine di Göring che ci è riportata dai libri di storia, che lo descrivono quale un morfinomane, sia soltanto un'esagerazione.[senza fonte] I nazisti al potere [modifica] Amnistiato nel 1927, Göring si affrettò a tornare in Germania con la moglie Carin, da tempo malata di tubercolosi; nel 1928 venne eletto al Reichstag. Nel 1931 sua moglie morì, lasciandolo vedovo. Nel 1932, quando lo NSDAP era già divenuto il più grande partito della Germania, Göring divenne presidente del Reichstag e dall'alto di quella carica appoggiò la corsa di Hitler alla carica di cancelliere. Con la nomina di Hitler a cancelliere e la salita dei nazisti al potere il 30 gennaio 1933, non entrò nel primo gabinetto Hitler, in attesa di divenire entro breve tempo ministro dell'Aviazione. Subito dopo, Göring prese a pretesto l'incendio del Reichstag, avvenuto il 27 febbraio 1933 per adottare eccezionali misure repressive contro la Sinistra, accusata di complottare contro il governo del Reich per instaurare una dittatura nazionalsocialista. In questo modo, riuscì a stroncare ogni seria opposizione allo NSDAP. Nello stesso periodo Göring, già divenuto ministro degli Interni di Prussia, sciolse il vecchio reparto IA della polizia politica prussiana, per istituire il 26 aprile 1933 un nuovo corpo di polizia che meglio servisse agli scopi suoi e del partito. Göring avrebbe voluto designarla semplicemente "Dipartimento di polizia segreta" - in tedesco, Geheimes Polizei Amt - ma la sigla tedesca GPA rassomigliava troppo alla sigla russa GPU. Fu un oscuro impiegato statale, a cui era stato chiesto un timbro di affrancatura per il nuovo ufficio, a trovare la soluzione del problema. Questi propose di chiamarla semplicemente "Polizia segreta dello stato" - Geheime Staatspolizei - abbreviato in Gestapo. L'anno successivo, il 1 aprile 1934, Göring nominò Heinrich Himmler vice capo della Gestapo. Con questo atto egli pose fine all'indipendenza della giustizia dal governo dello Stato, perché in breve tempo la polizia segreta passò sotto il controllo di Himmler e del suo braccio destro, Reinhard Heydrich, divenendo nei fatti un braccio dell'organizzazione delle SS. Nella lotta tra le due ali dello NSDAP, Göring – che, come si ricorderà, aveva ampiamente collaborato con Röhm all'organizzazione delle squadre d'assalto - in un primo momento fiancheggiò la causa delle SA e dei radicali del partito, contro i conservatori e le forze armate. Ma cambiò fronte in fretta, allorché nell'agosto 1933 venne nominato da Hindenburg General de Infanterie (Generale di fanteria, benché fosse ministro dell'Aviazione). Göring fu lieto di cambiare la propria brutta divisa bruna delle SA con quella, ben più vistosa, della sua nuova carica, e questo cambiamento fu simbolico: come generale, proveniente da una famiglia di tradizioni militari, egli subito fiancheggiò l'Esercito nella lotta contro Röhm e le SA. Göring stesso ebbe poi un ruolo di primo piano nella purga contro le SA di Röhm, compiuta tra il 29 giugno e il 30 giugno 1934 (Notte dei lunghi coltelli), che diresse in prima persona nel Nord. Pare che sia stato proprio Göring a proporre l'idea di istituire Campi di concentramento in cui fossero rinchiusi coloro che venissero considerati "pericolosi" per la Germania nazionalsocialista, e a sollecitare la costruzione del primo lager a Oranienburg. L'11 marzo 1935 fondò la Luftwaffe, l'aviazione da guerra, di cui venne nominato comandante in capo; nello stesso anno si risposò con l'attrice Emmy Sonnemann, che divenne così la prima signora del Reich e nel 1938 gli diede una figlia, chiamata Edda in onore della figlia di Benito Mussolini. Nel 1936 gli fu affidato il compito di dirigere il "Piano quadriennale per la rinascita economica", con l'obiettivo di rendere la Germania economicamente indipendente in vista della guerra, che il Führer era già deciso a combattere. In quest'ottica, egli assegnò primaria importanza ai settori industriali maggiormente legati al riarmo, come quello metallurgico. Göring approfittò astutamente del compito affidatogli per creare un trust di miniere e industrie metallurgiche facenti capo a lui stesso, cui annesse nel corso degli anni una serie considerevole di attività nella Germania nazista ma anche all'estero, divenendo così in breve tempo uno dei principali monopolisti dell'industria e dell'economia del Terzo Reich e uno degli uomini più ricchi del mondo. Nello stesso 1936, quale responsabile dell'economia, divenne responsabile del piano di confisca dei beni degli ebrei tedeschi che sarebbe dovuto servire a finanziare il riarmo della Germania. La seconda guerra mondiale [modifica] Dal film di propaganda statunitense Preludio alla guerra (1942) della serie Why We Fight. Nel 1938, in concomitanza con l'annessione dell'Austria, Göring venne nominato Feldmaresciallo, e nel 1939 creò l'Ufficio Centrale per l'Emigrazione Ebraica, con il compito di promuovere la partenza dalla Germania degli ebrei. Appassionato collezionista d'opere d'arte, Göring fu il principale ispiratore della minuziosa opera di spoliazione del patrimonio artistico dei vari paesi occupati. Iscrizione su un Avro 683 Lancaster inglese che porta una frase pronunciata da Göring tradotta significa: Nessun aereo nemico volerà sui cieli del Reich Verso la fine del 1939 diede disposizioni per l'incameramento di tutte le opere d'arte della Polonia, nominando a questo scopo un commissario che in capo a sei mesi lo informò di aver messo mani sull'intero patrimonio artistico polacco. Dopo la fulminea vittoria nella Campagna di Francia, Göring fu con Alfred Rosenberg e il generale Wilhelm Keitel uno dei responsabili della razzia di tutte le opere d'arte presenti sul suolo francese. Il 5 novembre 1940 emanò un ordine segreto in cui specificava dettagliatamente come dovessero essere suddivise le opere razziate al Louvre di Parigi, destinandone circa un terzo alla propria collezione privata. In base ai calcoli che egli stesso fece, in seguito a questi furti intrapresi ai danni delle nazioni vinte, Göring accrebbe il valore della propria collezione fino a una somma complessiva di 50 milioni di marchi. Hermann Göring e Re Gustavo V di Svezia a Berlino, 1939 Sempre nel 1940, Göring si vide rinnovare il compito di dirigere il "Piano quadriennale" per i successivi quattro anni, il che fece di lui il responsabile dell'economia di guerra. Nella sua veste di responsabile della politica economica del Reich, fu incaricato di pianificare lo sfruttamento economico della Russia e degli altri paesi occupati: "saccheggio" sarebbe stato un termine più appropriato, come del resto Göring stesso spiegò in un discorso da lui tenuto il 6 agosto 1942 ai commissari nazisti destinati ai paesi occupati: «Una volta si usava parlare di saccheggio. Ma oggi si è divenuti più umani. Ciò malgrado, il mio intento è di saccheggiare, e di saccheggiare fino in fondo.» La guerra rientrava all'interno di un piano, come emerge da queste parole: «È ovvio che la gente non vuole la guerra. Perché mai un povero contadino dovrebbe voler rischiare la pelle in guerra, quando il vantaggio maggiore che può trarne è quello di tornare a casa tutto intero? Certo, la gente comune non vuole la guerra: né in Russia, né in Inghilterra e neanche in Germania. È scontato. Ma, dopo tutto, sono i capi che decidono la politica dei vari Stati e, sia che si tratti di democrazie, di dittature fasciste, di parlamenti o di dittature comuniste, è sempre facile trascinarsi dietro il popolo. Che abbia voce o no, il popolo può essere sempre assoggettato al volere dei potenti. È facile. Basta dirgli che sta per essere attaccato e accusare i pacifisti di essere privi di spirito patriottico e di voler esporre il proprio paese al pericolo. Funziona sempre, in qualsiasi paese.» La lettera con cui Göring ordinò a Reinhard Heydrich di preparare "eine Gesamtlösung der Judenfrage im deutschen Einflußgebiet in Europa" - una soluzione finale della questione ebraica nella sfera d'influenza tedesca in Europa. Fu sempre Göring a impartire, per conto di Hitler, l'ordine di preparare una "soluzione finale al problema ebraico" a Reinhard Heydrich, capo del servizio di sicurezza delle SS, il 31 luglio 1941. Il 19 luglio 1940, in seguito alla vittoriosa Campagna di Francia, a Göring (che era già feldmaresciallo) venne conferita la carica di "Maresciallo del Reich" (Reichmarshall) - una nuova carica istituita appositamente per lui - che lo rese il più alto ufficiale della Wehrmacht. Meno di un anno dopo, in base al decreto emesso segretamente dal Führer il 29 giugno 1941 Göring divenne il successore designato di Adolf Hitler alla guida del Reich. Tale decreto stabiliva che, se Hitler fosse morto, Göring avrebbe dovuto succedergli; se Hitler si fosse trovato impedito nell'esercizio del potere, era preciso dovere di Göring sostituirlo. Nei primi anni di guerra, al tempo delle prime fulminee vittorie in Belgio, Francia e Olanda, Göring godette di un prestigio eccezionale in qualità di capo di quella Luftwaffe che tanto aveva contribuito alle operazioni militari; ma ben presto, di fronte alla superiorità dell'aviazione alleata e ai primi, clamorosi insuccessi dell'aviazione, quali il fallimento della Battaglia d'Inghilterra, l'incapacità di rifornire la VI Armata tedesca durante l'assedio di Stalingrado e, dal 1944, la mancata difesa dei cieli tedeschi durante i bombardamenti alleati, la sua posizione andò indebolendosi. Göring il giorno della sua cattura da parte delle forze statunitensi, 9 maggio 1945 Negli ultimi anni, ormai privo della fiducia del Führer e messo ai margini nella direzione della condotta di guerra, nell'uomo Göring si verificò una strana decadenza: scoraggiato dalle prospettive di una guerra che si faceva sempre più difficile e aspra, e le cui sorti sembravano segnate, il Maresciallo del Reich si disinteressò di tutto quel che accadeva intorno a lui, rifugiandosi nel lusso della sua vita privata e nei suoi antichi vizi. Una leggenda vorrebbe addirittura che - sconfessando il suo recente passato - in quegli anni Göring avesse provato rimorso per le vessazioni inflitte agli ebrei dalle leggi hitleriane, e che si fosse adoperato, facendo valere la sua influenza, per sottrarne alcuni al rigore delle persecuzioni: tuttavia non esistono prove al riguardo. Morte [modifica] Göring, seduto nella prima fila, primo da sinistra, imputato al processo di Norimberga. Alla sua sinistra Rudolf Heß, Joachim von Ribbentrop, Wilhelm Keitel. In seconda fila, Karl Dönitz e, alla sua sinistra, Erich Raeder, Baldur von Schirach, Fritz Sauckel. Solo all'ultimo e più grave momento egli sembrò scuotersi dal torpore per assumersi qualche responsabilità. Quando nell'aprile del 1945 Hitler si rifiutò di lasciare Berlino, quasi cinta d'assedio dall'Armata Rossa avanzante, scegliendo implicitamente di morire laggiù entro pochi giorni, a Göring e ai membri del suo entourage, asserragliati nella villa fortificata di Berchtesgaden sulle Alpi bavaresi, da dove si apprestavano a dirigere l'ultima resistenza, la scelta del Führer sembrò un passaggio di consegne. Apparve loro evidente che, rimanendo a Berlino a morire, tagliato fuori da tutte le linee di comunicazione, Hitler non era in grado di reggere il governo e quindi - in base al decreto del 29 giugno 1941 - Göring doveva sostituirlo. Il Maresciallo del Reich, pur convinto che spettasse a lui assumere il comando, non volle comunque rinunciare a informare Hitler perché desse la sua approvazione: desiderava che non ci fosse alcun dubbio circa la delega del potere. Ma Hitler - ormai soggetto a frequenti crisi nervose con l'avvicinarsi della disfatta - mal consigliato da Martin Bormann, acerrimo nemico di Göring, interpretò la richiesta dei pieni poteri avanzata dal suo antico camerata come un "tradimento", un tentativo di usurpare il potere sottraendosi, al tempo stesso, alle proprie responsabilità. Göring nella sua cella a Norimberga Perciò comandò alle SS di stanza a Berchtesgaden di arrestare il Maresciallo del Reich, ma non ne ordinò l'esecuzione. A ciò provvedette lo stesso Bormann, ansioso di sbarazzarsi del suo vecchio nemico: ma l'ordine non fu eseguito, perché al quartier generale delle SS a Berchtesgaden arrivò nel frattempo la notizia della morte di Hitler e le SS non sapevano ormai che farsene del Maresciallo del Reich. Göring fu quindi rilasciato e si mise in viaggio - con sedici valigie al seguito contenenti i soli effetti personali - per andare incontro agli alleati che avanzavano, con l'intenzione di trattare una pace onorevole in qualità di delegato ed erede del Führer. L'8 maggio 1945, poche ore dopo che il generale Keitel aveva firmato la resa incondizionata della Germania - egli si consegnò agli americani. Fu accolto con entusiasmo e la sera della sua consegna passò tra canti e libagioni. Giunta la notizia al generale Eisenhower, i responsabili vennero aspramente redarguiti[3] e Göring non tardò a accorgersi che non vi era nessuna intenzione di trattarlo come il legittimo rappresentante del nemico onorevolmente sconfitto, ma come un criminale di guerra. Processato a Norimberga, venne riconosciuto colpevole di «aver pianificato, iniziato e intrapreso guerre d'aggressione» e di aver commesso «crimini di guerra» e «crimini contro l'umanità». Udita la sentenza di morte per impiccagione, Göring chiese di essere fucilato; il tribunale respinse la richiesta. Poche ore prima che iniziassero le esecuzioni - attorno alla mezzanotte del 15 ottobre 1946 - si tolse la vita, inghiottendo una capsula di cianuro introdotta di nascosto nella sua cella da un tenente dell'Esercito Americano, Jack "Tex" Wheelis, con il quale Goering intratteneva rapporti amichevoli. Wheelis riuscì a far avere al maresciallo la capsula, insieme ad alcuni effetti personali, in quanto tenente occupato della guardia al magazzino dove erano conservati i bagagli dei detenuti. Goering, per gratitudine nei confronti di Wheelis, gli regalò l'orologio con il suo nome, i suoi famigerati guanti bianchi e una foto autografata recante la scritta: «A un cacciatore del Texas, con auguri di buona caccia». Prima di suicidarsi scrisse due lettere, che fece trovare sulla sua scrivania, una diretta alla famiglia e una ai giudici del processo. In quest'ultima raccontò, con evidente orgoglio, come aveva nascosto nello stivale la capsula di cianuro che aveva usato per suicidarsi, e di averne nascoste ben tre.[senza fonte] Successivi controlli rinvennero le altre due capsule, nascoste una nella tasca della giacca e una nel vasetto della crema.[senza fonte]. Erich von dem Bach-Zelewski affermò di aver dato il veleno a Goering. Onorificenze [modifica] Onorificenze tedesche [modifica] Croce di Ferro di I classe Croce di Ferro di II classe Cavaliere della Croce di Ferro Gran Croce della Croce di Ferro «per le vittorie della Luftwaffe del 1940 durante la campagna di Francia (unico ad essere insignito di questa decorazione)» — 19 luglio 1940 Insegna d'Oro del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi Cavaliere dell'Ordine Pour le Mérite — maggio 1918 Cavaliere dell'Ordine Reale di Hohenzollern Cavaliere dell'Ordine Militare di Carlo Federico Medaglia Commemorativa del 9 novembre 1923 detta Ordine del Sangue Croce di Danzica di I classe Croce di Danzica di II classe Onorificenze straniere [modifica] Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata — 1940 Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro — 1940 Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia — 1940 Membro di I Classe dell'Ordine di Michele il Coraggioso Comandante di gran croce dell'Ordine della Spada (Svezia) Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Sol Levante