ANALGESICI OPPIOIDI

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ANALGESICI OPPIOIDI
OPPIO
La denominazione di questa classe di farmaci analgesici
deriva dall’oppio, lattice condensato che si raccoglie per
incisione delle capsule immature di Papaver somniferum.
L’oppio contiene numerosi alcaloidi che costituiscono circa
il 25% in peso dell’oppio. L’alcaloide di maggior interesse
farmacologico è la morfina per la sua marcata azione
analgesica. La preparazione officinale “Oppio polvere
titolata” contiene il 10% di morfina.
Gli alcaloidi vengono distinti in:
fenantrenici:
morfina (9–17%), codeina (0,3–4%), tebaina (0,2–3,2%)
e
benzilisochinolici:
papaverina (0,8–2,7%), nascapina (≅ 6%).
FAMIGLIE DI PEPTIDI OPPIOIDI
• Risale al 1975 la prima identificazione di 2 peptidi
oppioidi endogeni, la Leu- e la Met-enkefalina.
• Successivamente fu identicata la β -endorfina di 31
aminoacidi ed
• ancora più tardi furono scoperte le dinorfine.
A questi peptidi corrispondono tre precursori ben
caratterizzati.
1
Più recentemente sono stati identificati altri peptidi
oppioidi:
• le endomorfine, di cui non conosciamo il precursore,
e
• la nocicettina/orfanina FQ, che si origina dalla pronocicettina/orfanina FQ.
2 FARMACOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE
Fig. 2.39. – Proteine precursori dei peptidi oppioidi endogeni.
© F. ROSSI – V. CUOMO – C. RICCARDI
FARMACOLOGIA
EDIZIONI MINERVA MEDICA
ENDORFINE
Derivano dal precursore pro-opiomelanocortina (POMC).
Nel SNC sono localizzate soprattutto nell’ipotalamo
(nucleo arcuato), nell’ipofisi e nel nucleo del tratto
solitario nel midollo allungato.
Dalla POMC si originano più 20 peptidi
2
Tra questi, la β-endorfina, la α- e la γ- endorfina sono
tutte dotate di attività oppioide.
La β-endorfina si
trova anche nel pancreas, testicolo, placenta e midollare
del surrene.
Dalla POMC si originano anche ACTH e gli ormoni
melanociti stimolati α-, β- e γ-MSH.
2 FARMACOLOGIA CELLULARE E MOLECOLARE
Fig. 2.40. – Rappresentazione schematica del processing differenziale della POMC a livello
ipofisario o neuronale, con l’indicazione dei peptidi prodotti e del loro ruolo fisiologico.
© F. ROSSI – V. CUOMO – C. RICCARDI
FARMACOLOGIA
EDIZIONI MINERVA MEDICA
ENKEFALINE
Derivano dalla proenkefalina A.
Questa genera, oltre ai pentapeptidi Met- e Leuenkefalina, anche peptidi di maggiori dimensioni.
Sono ampiamente distribuite nel SNC (amigdala,
ippocampo, locus coeruleus, corteccia). Sono presenti
3
anche nella midollare
gastrointestinale.
del
surrene
e
nel
tratto
DINORFINE
Sono peptidi che originano dalla prodinorfina (o
proenkefalina B).
Da questa si originano la neoendorfina, la dinorfina (117), la dinorfina A (1-8) e la dinorfina B (1-13).
Sono ampiamente distribuite nel SNC, incluso il midollo
spinale dove fanno parte di vie sensorie nocicettive.
Hanno localizzazione nel SNC simile alle enkefaline.
ENDOMORFINE
Non si conosce la molecola precursore.
Sono localizzate nel SNC soprattutto in aree coinvolte
nella nocicezione (corna dorsali del midollo spinale, nucleo
spinale del trigemino, amigdala, sostanza grigia
periacqueduttale
Hanno azione analgesica, ma debole azione di rinforzo.
NOCICETTINA o ORFANINA FQ
E’ presente nel SNC, compreso il midollo
nell’intestino
La nocicettina/orfanina FQ rappresenta il
peptide che si genera dal precursore.
La nocicettina/orfanina FQ presenta azione in
anti-oppioide:
• blocca l’effetto gratificante degli oppioidi
• a livello sovraspinale antagonizza l’azione
della morfina.
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spinale, e
principale
alcuni casi
e dell’alcol
analgesica
Biosintesi e metabolismo
I peptidi sono sintetizzati nel soma e migrano poi al
terminale nervoso dove sono depositati in granuli.
La fusione del granulo con la membrana cellulare
determina liberazione del peptide nello spazio sinaptico.
La eliminazione del peptide dalla sinapsi non avviene per
reuptake, ma principalmente per scissione enzimatica ad
opera di:
• aminopeptidasi
• carbossipeptidasi
• dipeptidilcarbossipeptidasi
• dipeptidilaminopeptidasi
Ruolo fisiologico
I
peptidi
oppioidi
controllano
numerose
biologiche:
• Controllano il dolore
• Evocano effetti gratificanti
• Controllano la funzione respiratoria
• Controllano l’assunzione di cibo
• Sono coinvolti nella risposta allo stress
• Controllano il sistema immunitario
• Controllano la funzione gastrointestinale
• Controllano in parte il sistema endocrino
Recettori Oppioidi
Sono descritti 4 sottotipi di recettori:
• Recettori MOP o µ che mediano:
-analgesia spinale e sovraspinale,
-euforia,
-depressione respiratoria,
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funzioni
-dipendenza fisica,
-miosi.
• Recettori KOP o κ che mediano:
-analgesia spinale,
-sedazione.
-non sopprimono la sindrome di astinenza.
• Recettori DOP o δ che mediano
-modificazioni del comportamento affettivo.
• Recettori NOP per la nocicettina/orfanina FQ, che
bloccano:
-effetto analgesico sovraspinale della morfina
-gratificazione da alcool e morfina.
La β endorfina ha affinità soprattutto per recettori
MOP e DOP.
Le enkefaline hanno affinità soprattutto per i recettori
DOP.
Le dinorfine sono i ligandi endogeni dei recettori KOP.
Morfina
FARMACODINAMIA
Gli effetti inibitori della morfina sono dovuti a:
• riduzione di AMP ciclico
• attivazione di canali per il K+
• inibizione di canali per il Ca++
Analgesia
Il dolore sordo continuo è alleviato dalla morfina in
maniera più efficace rispetto al dolore acuto.
Però a dosi adeguate allevia anche i forti dolori di natura
colica di origine renale o biliare (attenzione alloro uso!!).
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L’azione analgesica è piuttosto selettiva:
• non si accompagna a perdita della coscienza,
• ad alterazione della coordinazione motoria,
• del controllo emotivo e del giudizio.
• Sensazioni diverse da quelle dolorose (tatto, udito,
visione, vibrazione…) non sono alterate.
L’effetto analgesico della morfina è dovuto a:
-alterazione dei meccanismi sensori nocicettivi.
-alterazione delle reazioni emozionali (ansia, paura,
panico,
sofferenza)
alla
sensazione
dolorifica.
Probabilmente è per questo che i pazienti spesso
affermano che seguitano a sentire il dolore, ma lo
tollerano molto meglio
a) nel midollo spinale ci sono ricettori MOP presinaptici
nelle fibre afferenti primarie che si ritiene
diminuiscano la liberazione di neurotrasmettitori
nocicettivi.
b) recettori KOP postsinaptici possono influenzare i
meccanismi nocicettivi nel midollo spinale.
c) la modulazione della attività nocicettiva nel midollo
spinale può essere dovuta anche alla attivazione di
fibre discendenti che si originano dalla sostanza
periacqueduttale grigia.
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PONTE / MESENCEFALO
Sostanza Grigia
Periacqueduttale
Neurone
Dinorfinergico
Nucleo Magnus
del Rafe
Locus
Coeruleus
5HT
NA
Recettori
MOP
Neurone
Afferente
Primario
Co rno do rs ale
Mido llo S pinale
Neurone
Afferente
Secondario
d) L’amigdala ed il locus coeruleus potrebbero essere
importanti siti di azione per gli effetti della morfina
sulle reazioni emotive al dolore.
Euforia
I farmaci oppioidi possono indurre euforia. L’eroina
(soprattutto dopo somministrazione endovenosa) è il
farmaco che presenta di più questa azione.
La somministrazione orale di morfina in soggetti con
forte dolore in genere non evoca gratificazione ed
euforia (rischio di tossicodipendenza <1%)
Sedazione
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Sia in soggetti sani, sia in soggetti affetti da dolore. Si
avverte:
-sensazione di pesantezza delle estremità
-incapacità di concentrazione
-diminuzione della attività fisica.
Effetti endocrini
Gli oppiacei inibiscono:
-CRF, ACTH e cortisolo.
-Diminuiscono i tassi plasmatici di GnRH, LH, FSH
-Aumentano secrezione di prolattina e di GH.
Questi effetti corrispondono a ruoli fisiologici degli
oppiodi endogeni, poiché il naloxone determina effetti
opposti sulla concentrazione plasmatica di questi ormoni.
Miosi
Gli agonisti MOP e KOP provocano miosi per stimolazione
del nucleo del nervo oculomotore.
Effetto convulsivante
A dosi superiori a quelle analgesiche gli oppioidi possono
provocare convulsioni.
In alcune specie animali (ovini, suini, bovini, gatto,
cavallo) prevale eccitazione su sedazione e più probabili
sono le convulsioni.
Respirazione
Gli oppiacei provocano depressione respiratoria.
• Riducono la sensibilità dei centri respiratori alla CO2
• Deprimono i centri pontini e bulbari che controllano la
ritmicità respiratoria, fino a 3-4 atti respiratori al
minuto.
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Forse i recettori che mediano depressione respiratoria
sono recettori MOP2 diversi da quelli che mediano
analgesia.
Tosse.
Gli oppiacei inibiscono la tosse per effetto diretto sul
centro bulbare della tosse
Nausea e vomito
Sono provocati dalla morfina per stimolazione della CTZ.
Questi effetti sono antagonizzati da antagonisti dei
recettori D2.
Sistema cardiovascolare
-Provoca dilatazione arteriorale e venosa, probabilmente
mediata da liberazione di istamina.
-Inibizione dei riflessi barocettivi.
-ipotensione ortostatica
-Sul cuore effetti molto scarsi.
Effetti gastrointestinali
-Diminuiscono
le
secrezioni
gastriche,
biliare,
pancreatica, intestinale.
-Diminuisce la motilità dello stomaco e rallenta
notevolmente lo svuotamento gastrico.
-Aumenta il tono intestinale, l’ampiezza delle contrazioni
propulsive viene diminuita, mentre aumenta l’ampiezza
delle contrazioni segmentali non propulsive.
-Aumenta il tono della valvola ileo-cecale.
-Aumenta il tono del crasso e dello sfintere anale.
L’effetto costipante può anche essere dovuto a:
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-Ottundimento centrale del riflesso della defecazione.
-Azioni di origine centrale sul controllo della attività
propulsiva gastrointestinale.
Effetti sul tratto biliare.
La morfina produce spasmo dell’estremità inferiore del
coledoco.
Vescica
Aumenta il tono del detrusore (bisogno di urinare), ma
aumenta anche il tono dello sfintere vescicale (difficoltà
di minzione).
Utero
Vengono ridotti tono, frequenza ed ampiezza
contrazioni. Si prolunga il travaglio del parto
delle
Cute
Si ha arrossamento cutaneo, dovuto a vasodilatazione. Si
osserva anche prurito cutaneo. Forse la liberazione di
istamina è alla base di questi effetti cutanei.
FARMACOCINETICA
• Si ha un assorbimento gastrointestinale abbastanza
buono, anche se per il metabolismo di I passaggio la
biodisponibilità può essere del 15-49%.
• Può esser somministrata per via parenterale.
• La morfina è ben assorbita dalla mucosa nasale e
dal polmone (l’eroina viene fiutata e l’oppio fumato).
• La distribuzione nel SNC dipende dalla lipofilia del
farmaco. La morfina è uno degli oppiodi meno
lipofili.
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• La morfina viene coniugata con acido glicuronico.
La morfina-3-glicuronide è inattiva;
la morfina-6-glicuronide è più attiva della morfina
• Una piccola quantità di morfina è eliminata
immodificata nelle urine.
USI TERAPEUTICI
Controllo del dolore:
L’uso cronico di morfina orale in soggetti con forti dolori
genera basso rischio di sviluppo di tolleranza, dipendenza
fisica e tossicodipendenza (<1% !!!!!!!).
Effetto ipnotico e sedativo
L’uso come ipnotico è giustificato solo dalla presenza di
dolore.
Anche per la sedazione preanestetica non si giustificano
oppiacei, se non in presenza di dolore
Effetto costipante
Non si usano più morfina o oppio per questo scopo. Si
usano la loperamide e in minor misura il difenossilato.
Idromorfone ed ossimorfone
Dalla morfina sono stati ottenuti per modifiche chimiche
l’idromorfone e l’ossimorfone che rispetto alla morfina
presentano.
• Maggiore lipofilia
• Maggiore effetto analgesico
• Minore latenza all’effetto
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Metadone
FARMACODINAMIA
Il metadone ha un profilo farmacologico complesso:
• stimola i recettori MOP
• E’ antagonista non competitivo dei recettori NMDA
• Riduce il reuptake della serotonina
L’l-metadone è 8-50 volte più potente dell’isomero d.
Il racemato ha attività analgesica simile a quella della
morfina. Anche tutti gli altri effetti sono molto simili a
quelli della morfina.
FARMACOCINETICA
Buon assorbimento per via orale. Ha migliore efficacia
per via orale rispetto alla morfina.
Solo in piccola parte è eliminato immodificato nelle urine.
Nel fegato subisce intensa biotrasfomazione
Il tempo di dimezzamento è di 16-20 ore. La lunga
emivita è correlata all’elevato volume di distribuzione del
farmaco.
TOSSICITÀ
Come per la morfina. Nell’intossicazione acuta attenzione
alla maggior durata d’azione.
TOLLERANZA e DIPENDENZA
Si sviluppa tolleranza e dipendenza come per la morfina.
USO TERAPEUTICO
Il metadone è usato:
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• Come analgesico (può funzionare anche in caso di
dolore neuropatico per il suo antagonismo sui
recettori NMDA)
• Nel trattamento della sindrome da astinenza da
oppiacei. Nel divezzamento di soggetti eroinomani.
Buprenorfina
FARMACODINAMIA
• E’ agonista parziale sui recettori MOP e DOP
• E’ antagonista dei recettori KOP
• E’ agonista sui NOP
- Produce analgesia simile alla morfina.
- In quanto agonista parziale può precipitare una
sindrome da astinenza in eroinomani sotto l’azione di
rilevanti dosi di eroina, ma
- Sopprime la sindrome stessa in soggetti dipendenti,
privati del farmaco.
- Evoca minori effetti intestinali, rispetto alla morfina
Gli effetti della buprenorfina si antagonizzano più
difficilmente con naloxone
USO TERAPEUTICO
La buprenorfina è usata:
• Come analgesico
• Nel divezzamento di soggetti eroinomani
Meperidina
FARMACODINAMIA
• Ha una potenza analgesica inferiore di 7-10 volte
rispetto alla morfina.
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• La meperidina deprime la respirazione quanto la
morfina a dosi equianalgesiche.
• A differenza della morfina, la meperidina non ha
effetto costipante.
FARMACOCINETICA
Buon assorbimento per via orale. Circa il 50%
di
farmaco è soggetto a metabolismo di I passaggio. Per
via orale efficacia superiore alla morfina.
Viene eliminata soprattutto metabolicamente nel fegato.
TOSSICITA’
Come la morfina, tranne la minore incidenza di stipsi e
ritenzione urinaria.
Si può avere alta incidenza di fenomeni di eccitazione
(convulsioni) causati da normeperidina, che ha emivita di
15-20 ore e può dare accumulo.
USO TERAPEUTICO
E’ usata come analgesico per trattamenti acuti. Ha il
vantaggio di una migliore efficacia per via orale e di
minori problemi intestinali.
E’ usata come analgesico durante il travaglio. A dosi
equianalgesiche rispetto a morfina e metadone dà minore
depressione respiratoria nel feto.
Fentanil e congeneri
Il fentanil è circa 80-100 volte più potente della
morfina come analgesico.
Ha emivita di 20-30 min. I suoi effetti sulla
respirazione sono di breve durata.
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Alfentanil e sulfentanil hanno emivite più lunghe.
Il remifentanil ha una emivita estremamente breve (2-3
min) dal momento che viene scisso da esterasi
plasmatiche e tessutali.
Sono usati come analgesici, ma anche per interventi
chirurgici (neuroleptoanalgesia/anestesia)
Oppioidi deboli
Codeina
Ha potenza analgesica circa 10 volte inferiore a quella
della morfina.
E’ metabolizzata dal CYP2D6. Tra i suoi metabolici c’è la
morfina-6-glicuronide.
Potrebbe essere un profarmaco della morfina, poiché i
soggetti con carenza dell’enzima rispondono poco alla
codeina.
E’ passibile di abuso
Dalla codeina sono stati ottenuti composti di sintesi quali
l’ossicodone e l’idrossicodone
USI TERAPEUTICI
Viene usata come antitussivo e come analgesico debole.
Tramadolo
• Oltre ad avere azione oppioide
• Blocca il reuptake di serotonina e noradrenalina
• Ha attività analgesica 10 volte inferiore a quella
della morfina
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Ha biodisponibilità superiore a quella della morfina dopo
somministrazione orale
Il metabolita o-desmetiltramadolo è più attivo dello
stesso tramadolo.
USI TERAPEUTICI
Viene usato come analgesico debole.
Destropropossifene
Ha una potenza analgesica pari a 1/2, 2/3 rispetto alla
codeina.
La depressione respiratoria va di pari passo.
Presenta bassa passibilità di abuso.
USO TERAPEUTICO
Analgesico debole in associazione ai FANS
Oppioidi per usi gastrointestinali
Loperamide
Ha un potente effetto costipante
Non viene ben assorbita per via orale e non supera bene
la barriera ematoencefalica per cui ha scarsissimi effetti
centrali.
Difenossilato
Esercita un potente effetto costipante. Alle dosi usate
per questo scopo ha affetti morfinosimili molto scarsi.
Salendo con le dosi si hanno però effetti tipici degli
oppioidi.
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Antagonisti Oppioidi
Naloxone e naltrexone
FARMACODINAMIA
Il naloxone ed il naltrexone sono antagonisti competitivi
dei recettori MOP, DOP e KOP. Non hanno attività
agonista residua.
• Hanno scarsi effetti in soggetti che non assumono
oppiacei
• Fanno diminuire la tolleranza al dolore
• Antagonizzano la analgesia da agopuntura
• Antagonizzano analgesia da stress
• Attenuano ipotensione in caso di shock (ipovolemico o
da endotossine)
• Attenuano la assunzione di cibo da stress
• Ripristinano livelli di
FSH
ed
LH
in donne
stressate
In soggetti che hanno assunto overdose di oppiacei
fanno aumentare la frequenza respiratoria (depressa) in
1-2 min. La pressione sanguigna torna a valori normali.
In soggetti eroinomani gli antagonisti precipitano la
sindrome da astinenza, che compare in qualche minuto e
scompare dopo circa 2 ore.
FARMACOCINETICA
Il naloxone viene somministrato per via parenterale.
Ha una durata di azione di 1-4 ore.
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Per somministrazione orale ha un forte metabolismo di I
passaggio.
Il naltrexone è più potente del naloxone ed ha maggiore
efficacia per via orale.
Ha una maggior durata di azione ( ≅ 24 ore).
USI TERAPEUTICI
• Intossicazione acuta da oppiacei
(Si usa naloxone perché ha emivita più breve; di
conseguenza è minore il rischio di scatenare una
sindrome di astinenza se il soggetto è eroinomane)
• Diagnosi della dipendenza fisica da oppiacei (si usa
naloxone).
• Trattamento di soggetti alcolisti (negli Stati Uniti è
approvato l’uso del naltrexone)
• Prevenzione delle ricadute in soggetti eroinomani,
dopo il divezzamento dalla dipendenza (si usa il
naltrexone per la maggiore durata di azione)
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ABUSO DI OPPIACEI
Si ravvisano diverse modalità di abuso degli oppiacei:
-Abuso di oppiacei nell’ambito di una terapia antalgica o
per sedare la tosse
-Uso voluttuario (in genere di eroina).
-Abuso
di
metadone
o
buprenorfina
usati
nel
tossicodipendente per sostituire l’eroina.
Alla base dell’abuso sta la ricerca dell’effetto
euforizzante degli oppiacei. Il composto preferito dai
tossicodipendenti è l’eroina perché:
• Dà maggiore effetto gratificante
• Evoca minori effetti indesiderati come nausea,
broncospasmo e prurito
Il maggiore effetto gratificante potrebbe esser dovuto:
• sia a maggire lipofilia e quindi maggiore distribuzione
nel SNC
• sia ad elevata affinità per l’ipotizzato recettore per
la morfina-6-glicuronide. Peraltro dalla eroina si
generano anche elevati quantitativi di questo
glicuronide.
TOLLERANZA:
Si sviluppa tolleranza soprattutto per:
• effetto deprimente sulla respirazione
• effetto analgesico
• euforizzante.
• Invece non si istaura sensibile tolleranza
l’effetto miotico e costipante.
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per
DIPENDENZA FISICA
L’instaurarsi della dipendenza può essere molto rapido.
Dopo 2-3 giorni di assunzione, il naloxone produce
sintomi da astinenza.
Si osserva dipendenza in tutto il SNA e SNC.
Alla
base
della
dipendenza
fisica
vi
è
un
controadattamento alle azioni dei farmaci.
Questo produce “ipereccitabilità latente” che origina
fenomeni di rimbalzo alla sospensione del farmaco.
Per oppiacei forse la dipendenza fisica può esser legata
ad adattamento dell’AMPc all’effetto inibitorio della
morfina.
SINDROME D’ASTINENZA
La sindrome d’astinenza da eroina si manifesta dopo
circa 8-12 ore dall’ultima dose e raggiunge un massimo
dopo circa 70 ore. Scompare dopo 5-10 giorni.
Per lo più si osserva ipereccitabilità di rimbalzo:
-Sonno agitato ed irrequieto
-Ipereccitabilità del SNC (eiaculazione e orgasmo)
-Forte craving per il farmaco oppioide
-Lacrimazione, sudorazione, rinorrea
-Midriasi
-Diarrea, vomito, crampi addominali
-Pressione e frequenza cardiaca elevate
-Aumentata risposta alla CO2
La sindrome da astinenza da metadone:
-Si manifesta più lentamente
-E’ meno intensa
-Si protrae più a lungo (fino a 3 settimane)
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I farmaci ad azione breve danno sintomi più intensi, ma
di minore durata.
La sindrome d’astinenza da eroina non pone il soggetto in
pericolo di vita; questo pericolo si manifesta invece nel
neonato dipendente.
DIVEZZAMENTO DA OPPIACEI
La sostituzione con metadone è una tecnica standard di
divezzamento da oppiacei, in uso da almeno quaranta
anni.
Una dose giornaliera di 40 mg dovrebbe essere
sufficiente ad impedire la comparsa di sindrome
d’astinenza.
In genere si opera riduzione giornaliera del metadone
dell’ordine del 5% della dose giornaliera.
Un rischio grave nel soggetto ormai divezzato è che
assuma di nuovo eroina alle dosi consuete che potrebbero
risultare in overdose.
Più recentemente è stato adottato l’uso di buprenorfina,
agonista parziale dei recettori MOP.
La buprenorfina riesce, in quanto agonista parziale, a
ridurre anche gli effetti gratificanti della eroina,
eventualmente riassunta.
E’ praticata anche la tecnica di ricorrere alla
somministrazione di clonidina o meglio ancora lofexidina
(che ha minori effetti cardiovascolari). Sono due α 2
agonisti adrenergici che riducono la iperattività neuronale
con diminuzione dei sintomi vegetativi e dell’ansia. Però
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non sopprimono efficacemente la bramosia per il farmaco
oppiaceo.
Il naltrexone può essere utile dopo il divezzamento per il
mantenimento dello stato drug free nel soggetto; nel
soggetto trattato con naltrexone la riassunzione di
eroina non evoca gli effetti aspettati e non riattiva il
comportamento di abuso compulsivo.
Il naltrexone è preferito al naloxone in quanto attivo per
via orale ed a lunga durata di azione.
Nel divezzamento si fa ricorso anche a metodi di
modificazione del comportamento.
-Ospedalizzazione
-Psicoterapia
-Comunità terapeutiche
PERICOLI DELL’ABUSO
• Infezioni (setticemia, epatite, endocardite, AIDS)
• Emboli da corpi estranei
• Lesioni neurologiche e muscoloscheletriche da
contaminanti
• Aumentata tendenza suicida
• Aumentata
attività criminosa per procacciarsi il
farmaco
• Alto tasso di mortalità (circa 15 volte più elevato
rispetto a soggetti non tossicodipendenti)
• Problemi legati alla intossicazione acuta e cronica
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INTOSSICAZIONE ACUTA DA OPPIACEI
Può essere causata da:
-Sovradosaggio accidentale nei farmacodipendenti
-Tentativi di suicidio
-Sovradosaggio clinico
In un soggetto normale si può avere esito letale per dosi
superiori a 30 mg per via parenterale o circa 120 mg per
via orale.
Segni e sintomi
• Per dosi elevate di farmaco si ha coma profondo.
• Le pupille sono puntiformi. Solo tardivamente, per
effetto della ipossia, possono essere dilatate.
• Si ha depressione respiratoria, fino a 2-4 atti al
minuto.
• Al diminuire degli atti respiratori scende la
pressione arteriosa. Se persiste ipossia si arriva a
danni a capillari e quindi a shock circolatorio.
• Frequentemente si ha edema polmonare.
• La temperatura corporea si abbassa.
• La morte è quasi sempre dovuta ad insufficienza
respiratoria.
Terapia
• Assicurare la pervietà delle vie respiratorie.
• Assicurare la ventilazione del paziente.
• Somministrare naloxone per via endovena, 0,4
mg/volta, ripetendo il trattamento ad intervalli di
circa 3 min. Una dose totale di 10 mg deve essere
efficace.
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• Il naltrexone, antagonista a lunga durata di azione,
potrebbe scatenare sindrome d’astinenza.
INTOSSICAZIONE CRONICA DA OPPIACEI
• Disturbi digestivi (nausea, vomito, stitichezza
alternata a periodi di diarrea)
• Miosi
• Dimagrimento
• Anemia e cachessia
• Impotenza sessuale nell’uomo
• Amenorrea nella donna
• Irascibilità, sospettosità, perdita di senso morale
forme allucinatorie e maniacali.
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