In sua compagnia anche nei nostri momenti migliori: l’ansia generalizzata
Spesso viene definita come una paura senza il suo oggetto proprio per il suo
insorgere anche quando non vi è un reale apparente pericolo o difficoltà da affrontare. E’
la risposta corporea ad un disagio emotivo.
Generalmente si possono tracciare tre aspetti attraverso i quali si manifesta:
sintomi psichici > sensazione di apprensione, paura, inquietudine, irritabilità, difficoltà nel
concentrarsi, sfiducia in se stessi, stato di preoccupazione continua, sensazione di mente
confusa, reattività eccessiva al minimo stimolo.
sintomi fisici > disturbi intestinali, tensioni muscolari, facile affaticabilità, crampi allo
stomaco, giramenti di testa, vomito
sintomi neurovegetativi > fiato corto, senso di soffocamento, aumento del battito
cardiaco, sudorazione, mani fredde, bocca asciutta, nausea, diarrea, senso di
sbandamento.
E’ importante sottolineare che è d’obbligo distinguere tra un’ansia generalizzata
positiva e quella patologica.
La prima è una risposta naturale dell’organismo a situazioni di stress o pericolo; ha
una intensità leggera e proporzionata rispetto alla difficoltà di fronteggiare; ha una durata
limitata nel tempo e soprattutto è funzionale ad aumentare il nostro rendimento; non
compromette le quotidiane attività né il rapporto con le altre persone; permette di
rendere di più, per esempio può stimolare a studiare di più per un esame.
Spesso lo stress a cui facciamo riferimento non è solo legato agli aspetti tipici del
vivere moderno, fatto di velocità e di attesa di prestazione, quanto piuttosto da uno o più
eventi traumatici di natura sia personale - lutti, violenze, rapine - sia collettiva, terremoti,
grossi nubifragi, crolli. Si tratta di esperienze che possono causare un turbamento
psichico o nell’immediato (reazione acuta) o a distanza di tempo (reazione cronica). Si
attiva uno stato psicologico di allarme, di attesa incombente, sensi di colpa, evitamento di
qualunque evento in associazione a stimolazioni ambientali simili al pregresso, disturbi del
sonno.
Quando l’ansia generalizzata non rappresenta più uno stimolo e diviene un vero
disturbo, si passa ad una caratterizzazione patologica. Diventa intensa, si presenta
continuamente e per periodi sempre più lunghi, mettendo a repentaglio la quotidianità e i
rapporti interpersonali.
Le persone ansiose sopravvalutano il potenziale dannoso e pericoloso degli eventi
e sottovalutano la loro capacità di poterli fronteggiare e risolvere. I pensieri sono
altamente distruttivi e arrivano a produrre veri attacchi di panico in cui vi è un presagio di
enorme drammaticità, vicino alla morte.
L’ansia generalizzata, dunque, è un disturbo che spesso limita di molto le
prestazioni di una persona. Si può arrivare o ad una sindrome depressiva, a causa
dell’incapacità di vivere una vita in piena autonomia dal vincolo della sintomatologia e
dall’idea di sé di incapacità; oppure all’abuso di alcool o di psicofarmaci o di tutte quelle
sostanze che hanno un effetto “sedativo” dello stato ansioso.
I trattamenti dell’ansia generalizzata spesso sono solo di natura farmacologica.
Importante è invece associare anche un percorso di psicoterapia che permetta alla
persona di dare la giusta dimensione e significato al proprio stato, che non deve essere
visto solo come “castrante” ma anche come veicolo di informazioni importanti su di sé, sul
grado di stress raggiunto e su come dare la più corretta risposta al proprio stato emotivo.
E’ necessario non pensare mai di prendere le distanze dalle manifestazioni che la nostra
psiche mette in campo ma accettarle nelle diverse sfaccettature. Siamo come una pianta
a cui va data attenzione anche e soprattutto quando ha qualche foglia che diventa gialla.
E’ sempre una nostra foglia, ed è da lì che dobbiamo ripartire per capire quale concime
usare per meglio crescere e rinverdirci.
Settembre 2009
Dott.sa Stefania Martina