Circuito con BJT in regione attiva diretta I V = +9 V CC C IB B C + I = I C - Q1 F B E + VBE - IE IE 8.2 k (a) CC VBE IB V = +9 V - V = -9 V 8.2 k (b) EE - V = -9 V EE (a) npn transistor circuit (assume F = 50 ) (b) Simplified model for the forward-active region Il punto di lavoro è: VCE= 9.7 V, IC = 0.99 mA Determinare il punto di lavoro per R= 5.6 K In un circuito di polarizzazione corretto per avere il transistore polarizzato in regione attiva diretta deve esistere un percorso valido di conduzione attraverso la giunzione base-emettitore. Inoltre, in serie alla giunzione B-E deve trovarsi un resistore al fine di scaricare ai suoi capi il resto della tensione applicata lungo il percorso di conduzione. Diversamente, la tensione di alimentazione risulterebbe direttamente applicata ai capi della giunzione B-E, causandone il danneggiamento (il resistore fissa il punto di lavoro del diodo B-E). Se vi è solo il resistore sulla base, si può calcolare direttamente la corrente IB = (VBB- VBE)/RB. Se il valore di RB è ridotto rispetto all’alimentazione imposta, risulterà una forte corrente di base e, utilizzando il valore tipico di F, risulterebbe un valore inverosimilmente alto per la corrente di collettore. Ciò significa che il transistore in realtà non sta più lavorando in regione attiva diretta, ma è entrato in regione di saturazione. C - C + v V BC B 0.70 V BCSAT + v CE B + v V BE - 0.75 V BESAT E E Simplified model for the npn transistor in saturation In pratica, quando il BJT opera in saturazione, entrambe le giunzioni si trovano polarizzate direttamente e il valore del guadagno diminuisce notevolmente (cosiddetto beta forzato). Il valore della corrente di collettore risulta fissato dal circuito esterno e non più governato dalla corrente di base. Il valore della tensione complessiva collettoreemettitore assume valori molto bassi (< 0.2 V). Si può assimilare il comportamento del BJT a quello di un interruttore chiuso (corto circuito). Quando invece la giunzione base-emettitore viene polarizzata inversamente, non circola praticamente corrente in ingresso e pertanto non ne circola neanche in uscita, cioè alla maglia di collettore. Il BJT si definisce operativo in zona di interdizione e il suo comportamento è chiaramente assimilabile a quello di un interruttore aperto (circuito aperto). Poiché a questi due stati di funzionamento non è associata una sensibile funzione di amplificazione, il BJT viene efficacemente utilizzato come interruttore controllato nei circuiti digitali: saturazione livello logico 0 interdizione livello logico 1 C C i C C i IS iB B I 0 iE 0 iB R B C B S 0 F i E E E E Modeling the npn transistor in cutoff (a) npn transistor (b) Constant leakage current model (c) Open circuit model - IC VBC + - + 5V + - + IB VBE - 5V IE npn transistor biased in the cutoff region La scelta del punto di lavoro o della polarizzazione di un BJT è quindi estremamente importante poiché condiziona il funzionamento del dispositivo e dell’intero circuito in cui questo è inserito. Al fine di realizzare un buon amplificatore, il circuito di polarizzazione avrà il compito di porre il punto di lavoro del BJT al centro della regione attiva diretta così da poter rispondere in maniera uniforme a variazioni sia positive sia negative di un segnale in ingresso. Tipicamente, il segnale atteso è in alternata e il circuito a transistore deve poter rispondere lineramente sia alle oscillazioni positive sia a quelle negative. Una buona rete di polarizzazione dovrà anche ridurre la sensibilità alle inevitabili fluttuazioni della tensione di alimentazione, alle variazioni di temperatura o alle stesse disuniformità fra i transistori impiegati garantendo entro ampi limiti il funzionamento del circuito. Rete di polarizzazione a 4 resistenze V = +12 V CC 22k R 2 R C 36 k Q1 R 18 k 1 16 k R E The four resistor bias network (Assume F = 75 for analysis) R R C 2 22k 36 k V + - CC V Q1 CC 12 V R + - 12 V 1 R 18 k E 16 k Thevenin Equivalent Four resistor bias circuit with replicated sources IC R EQ V + V V BE EQ 4V 1 22 k C + IB 12 k R R CE V - IE 2 E 16 k Thévenin simplification of the four-resistor bias network (Assume F = 75) CC 12 V 400uA I B= 5 uA 314 uA I B= 4 uA 300uA I I B= 3 uA C I = 2.7 uA B 200uA Q-point I = 2 uA B 100uA I B= 1 uA Lo ad Line 12V 0A 0V 5V 10V VCC Load line for the four resistor bias circuit. V CC 22k R R = +12 V C 36 k 2 I 2 IB Q 1 I1 R 1 18 k 16 k R E Currents in the base bias network 15V Verifica dei valori del punto di lavoro di un circuito realizzato con valori dei componenti standard (F≥100). V = +15 V CC 6.8 k R R C 91 k 2 Q1 R 56 k 1 R 6.8 k E Final bias circuit design for a Q-point of (750 A, 5V) Q1 12 k IC R C 56 k + IB V R EQ CESAT + V - BESAT - 12 V IE 2 4V 1 R E 16 k Bias circuit with collector resistor RC increased to 56 k (F = 75) In questo caso la verifica del punto di lavoro in regione attiva diretta non dà esito positivo, poiché in realtà il BJT si trova in saturazione. Con VBEsat=0.75 V, VCEsat=0.05 V in prima approssimazione, si ricava infine: IC=160 A, IB=24 A e quindi IE=184 A VBEsat=0.77 V, VCEsat=0.096 V Tolleranze nei circuiti di polarizzazione Quando si realizza un circuito elettronico, i valori dei componenti del circuito e dei parametri dei dispositivi sono caratterizzati da tolleranze. I resistori comunemente disponibili in commercio sono caratterizzati da tolleranze del 10, 5 o 1%, mentre le tolleranze delle tensioni di alimentazione sono spesso del 5-10%. Per un dato tipo di CJT, parametri quali il guadagno di corrente possono variare di un fattore 5:1 o anche 10:1. La corrente di saturazione di un BJT, oppure di un diodo, può variare di uno o due ordini di grandezza, mentre la tensionde di Early può presentare variazioni del ±20%. All’incertezza sul valore iniziale dei componenti del circuito, si aggiungono variazioni dovute alla temperatura e agli effetti dell’invecchiamento. E’ importante comprendere l’effetto di queste variazioni sul funzionamento del circuito e quindi progettare circuiti che funzionino correttamente anche in presenza di tali variazioni. L’analisi del caso peggiore (worst case analysis) e l’analisi con il metodo di MonteCarlo sono due approcci utilizzati per analizzare l’effetto delle tolleranze sulle prestazioni di un circuito. L’analisi del caso peggiore (worst case analysis) è stata spesso utilizzata per garantire il corretto funzionamento di un circuito anche nel caso in cui tutti i componenti esibiscano la massima variazione possibile. Ad esempio, nell’analisi del punto di lavoro si considerano i valori massimi e minimi che possono essere assunti dai diversi parametri, in modo da valutare i limiti estremi fra cui può variare il punto di polarizzazione. Tuttavia, un progetto basato sul caso peggiore è di solito sovradimensionato e poco conveniente dal punto di vista economico. Nei circuiti reali la variazione dei parametri darà caratterizzata da una certa distribuzione statistica, ed è improbabile che tutti i componenti assumano simultaneamente i relativi valori estremi: Pertanto, l’analisi del caso peggiore fornisce una stima troppo “pessimistica” delle variazioni del funzionamento di un circuito. Nell’analisi con il metodo Monte Carlo il valore di ciascun parametro viene scelto in modo casuale all’interno del relativo intervallo di variazione, per poi procedere all’analisi del circuito. Vengono generati numerosi insiemi casuali di parametri e il comportamento statistico del circuito viene quindi definito dall’analisi dei numerosi test effettuati. p(r) 1 2 R NOM r R (1 - NOM ) R NOM R (1 + NOM ) Probability density function for a uniformly distributed resistor Collector Current Histogram 500 values Interval = 3 A Mean = 207 A Standard Deviation = 19.5 A Worst-Case Value 0.0001 50 0.0003 00 Mean Collector current histogram Collector-Emitter Voltage Histogram 500 values Interval = 0.14 V Mean = 4.06 V Standard Deviation = 0.64 V Worst-Case Value 0 7 Mean Collector-emitter voltage histogram